Persha Hayami è una vivacissima ragazzina di 11 anni che ha vissuto la sua infanzia in maniera particolare: lontana dai genitori, nelle sterminate e assolate lande dell’Africa, in completa libertà e in compagnia del simpatico etologo Gouken Muroi e di molti animali selvatici, come il suo amico leone Simba.
Viene tuttavia per lei e per Gouken il momento di ritornare nel natio Giappone, dove Persha potrà ricongiungersi con la mamma e il papà, che gestiscono un negozio di alimentari, e il professore riabbracciare i due nipoti, i gemelli Riki e Gaku, cui peraltro Persha vuole un gran bene.
Durante il viaggio in aereo che li riporterà a casa, una turbolenza trasporta la bimba nella dimensione parallela di Lovely Dream, un tempo fiorente regno fatato retto dall’energia dell’amore e dei sogni del mondo umano e adesso ridotto a un inferno di ghiaccio.
La regina di Lovely Dream e i tre piccoli kappa Geragera, Mesomeso e Puripuri scelgono dunque Persha per un’importante missione. Con gli oggetti magici che le donano, la bimba dovrà aiutare le persone in difficoltà e raccogliere dunque energia d’amore che potrà sciogliere la morsa di ghiaccio che imprigiona Lovely Dream.
Per adempiere al suo compito, con una semplice formula magica, Persha potrà trasformarsi in una bellissima diciottenne esperta in qualunque campo (dalla programmazione di computer al wrestling, dal motocross alla recitazione, dalla sicurezza alla moda) e capace, all’occorrenza, di magiche facoltà, con le quali aiuterà i bisognosi e il regno congelato.
Ad accompagnarla nell’impresa, i tre kappa summenzionati ma anche Simba, il suo amico leone, che la bimba trasporterà in Giappone e trasformerà per magia in un simpaticissimo e innocuo gattone parlante.
Comincia dunque per Persha una nuova vita, e la ragazzina che correva libera per la savana dovrà adattarsi alla civiltà, alla scuola, alla vita in famiglia e in città, ma dovrà anche fare fronte a diverse problematiche che sino a quel momento non aveva mai considerato e che invece sono all’ordine del giorno per qualsiasi “normale” ragazzina della sua età, come ad esempio l’amore, incarnato dai due gemelli Riki e Gaku, diversissimi fra loro eppure ugualmente importanti nel cuore della bimba.
Fra nuove amicizie e poteri magici da utilizzare per una missione, Persha non si annoierà di certo, e neppure lo spettatore…
Seconda in ordine cronologico delle celebri serie majokko dello Studio Pierrot, Mahou no yousei Persha (nota come Evelyn e la magia di un sogno d’amore in Italia), viene trasmessa su Nippon Television dal 6 luglio 1984, esattamente quarant'anni fa, per 48 episodi.
All'interno del filone delle serie di maghette realizzate dallo studio, Mahou no yousei Persha è una serie che ha diverse unicità. In primis, è l'unica ad essere tratta da un manga già esistente invece di essere una creazione originale dello studio. La fonte è Persha ga suki! di Takako Aonuma, manga in nove volumi pubblicato da Shueisha tra il 1984 e il 1985, dalla quale Studio Pierrot riprende personaggi e idea di base, quella di una ragazzina vissuta nella selvaggia Africa che si ritrova ad avere a che fare coi problemi della civiltà una volta tornata in Giappone. Ma se il manga di Takako Aonuma è essenzialmente una commedia priva di magia, Studio Pierrot lo trasforma in una serie di maghette, aggiungendo la capacità di Persha di trasformarsi per salvare un regno magico. La fonte a cui lo studio si è ispirato è chiarissima, Mahou no princess Minky Momo del 1982, dove la protagonista Momo è in grado di diventare un'adulta bravissima in qualsiasi professione per compiere buone azioni che le permetteranno di salvare il mondo magico da cui proviene.
Probabilmente, il dover spartire i diritti anche con l'autrice del manga e la sua casa editrice ha fatto sì che Mahou no yousei Persha fosse sfruttato meno, rispetto ai suoi originali, dallo Studio Pierrot (si veda, ad esempio, l'assenza dei personaggi della serie nella collezione di pupazzetti recentemente uscita nelle nostre edicole).
Persha, in versione adulta, non è (perlomeno stabilmente) una cantante o un personaggio televisivo, a differenza di Emi, Creamy e Lala, perciò la serie ha anche un'ulteriore punto di unicità all'interno del franchise: è l'unica in cui a dar la voce alla protagonista c'è una doppiatrice di professione e non una bambina debuttante che è stata lanciata come cantante sfruttando la programmazione dell'anime. La doppiatrice scelta, Miina Tominaga, era già diciottenne quando ha prestato la voce a Persha (a differenza delle sue colleghe voci delle altre maghette, che erano ben più piccole) ed era già una doppiatrice affermata (sua per esempio, la voce di Yoko in Tokimeki Tonight, di due anni precedente). La attenderà un futuro ricco di altri ruoli famosi, da Yuka in Touch a Maam nella prima versione di Dai no daibouken, da Lynn nella seconda serie di Hokuto no Ken a Noa Izumi in Patlabor, da Karin in DNA2 a Yahiko nella versione anni '90 di Rurouni Kenshin. A differenza delle altre colleghe più giovani e inesperte, la doppiatrice riesce bene sia nel ruolo di Persha bambina sia in quello del suo alter-ego magico, che appare dolce e sensuale al tempo stesso.
Mahou no yousei Persha è una storia deliziosa, che fa dei personaggi il suo più grande punto di forza, a cominciare dalla protagonista.
Persha è un personaggio davvero ben descritto in ogni sfaccettatura, e risulta sin dalle prime battute molto ironico e prodigo di gags per il suo essere una ragazzina cresciuta in mezzo alla savana che dopo tanti anni si affaccia al mondo civile. Questo la porta a essere spontanea, iperattiva, decisa, ma anche dotata di un’ingenuità e di un candore disarmanti, che la mettono spesso nei guai ma al contempo la rendono adorabile.
Come qualsiasi bambina di quell’età, Persha ha una vastissima gamma di emozioni, azioni e sentimenti: si scatena a giocare, si preoccupa se vede un amico giù di morale, si inalbera quando assiste a dei torti, fa i capricci, ride, arrossisce, digrigna i denti, piange, si ingelosisce, litiga con gli amichetti, si dispiace se qualcosa va storto, saltella qua e là, aiuta chi è in difficoltà, vuole bene ai genitori - ai quali però di tanto in tanto disobbedisce - e agli amici, usa i suoi poteri con leggerezza combinando guai a più non posso.
E' una ragazzina frizzante, iperattiva e tenerissima, capace di conquistare, con le sue ingenuità e allegria, alla quale fa da perfetto contraltare il suo alter-ego magico, che, conformemente allo stile in voga negli anni ’80, è una ragazza dotata di gran bellezza e di una bella linea, che dimostra diversi anni in più rispetto alla sua età effettiva e che è davvero un piacere ritrovare in nuove vesti in ogni episodio. E' un angelo dall’eterea bellezza e dal cuore gentile che appare dal nulla e nel nulla scompare dopo aver aiutato le persone in difficoltà e averle fatte tornare a sognare e ad amare.
A dispetto del titolo, questa è una serie che non si regge soltanto sulla protagonista, bensì su un cast nutritissimo di ottimi personaggi comprimari, come ad esempio i due gemelli Muroi, lo sportivo e impulsivo Riki e il più calmo e sensibile Gaku, legati a Persha da una profondissima amicizia e da un bel sentimento che Persha ancora non comprende ma che la fa gioire e soffrire.
La storia trabocca di personaggi azzeccatissimi: il bonario e saggio professor Gouken; i due genitori di Persha; Sayo, l’irascibile spasimante di Riki; lo sfortunato insegnante di Persha e i suoi compagni di scuola (la “rivale” Yoyoko, perdutamente innamorata di Gaku, Kishin, fissato con la fotografia, e Touta, panciuto e bonaccione), ma anche i tre litigiosi kappa e l’esilarante Simba, un gatto “alla Giuliano” sempre pronto a fare battute e a provarci con belle ragazze di passaggio.
Sono questi personaggi vivi, simpatici, che mettono immediatamente a suo agio lo spettatore e lo fanno sentire a casa, in un mondo anni ’80 splendidamente costruito e inaspettatamente reale, conforme a quanto mostrato in molte produzioni animate di quegli anni (si vedano ad esempio i personaggi di Riki e Gaku, nel cui look e vestiario non si possono non riconoscere altri ragazzi animati dell'epoca come lo Shun Makabe di Tokimeki Tonight o i Saint di Masami Kurumada) e ricchissimo di citazioni alla pop culture del periodo (l'episodio 5, dedicato al mondo del wrestling, è ricchissimo di chicche in tal senso, tra la protagonista che si trasforma in una lottatrice con maschera di... leone, i kappa che fanno la parodia di Stan Hansen e Simba quella di Danpei Tange di Ashita no Joe). Un mondo che ci regala tenerissimi momenti “slice of life” dove i personaggi possono esprimere i loro sentimenti, vivere e crescere con grande naturalezza e dove si narrano problemi comunissimi come compiti di scuola,nascite di fratellini più piccoli in famiglia, rapporti fra genitori e figli, trasferimenti, amori difficili, litigi fra innamorati, amici o parenti, ma anche situazioni un po' più particolari come rapine, sequestri, celebrità in fuga da una vita opprimente. Tali questioni verranno risolte “con un pizzico di magia” da parte della protagonista, la quale, fra una trasformazione e l’altra, crescerà, insegnando diverse cose anche allo spettatore.
Accanto a questa sottotrama più intimista e quotidiana, poi, se ne sviluppa una più prettamente fantastica, che porta Persha a confrontarsi con diverse creature ultraterrene, come un conte vampiro o una yuki-onna, a viaggiare avanti e indietro nel tempo e dentro libri di favole, ma soprattutto a risolvere la crisi del congelato Lovely Dream, dietro la quale si nasconde qualcosa di più profondo rispetto a quello che si notava nei primi episodi.
Mahou no yousei Persha colpisce i suoi spettatori con la naturalezza della narrazione e la freschezza dei personaggi, è una storia che non ci fa mancare colpi di scena o momenti realmente emozionanti, fino ad arrivare a un gruppo di episodi finali forse un po’ aperti ma molto coinvolgenti e toccanti, laddove è chiaro e palese che i personaggi non sono più gli stessi dell’inizio della storia, ma diversi sentimenti si sono mossi nei loro cuori nel corso delle vicende e tutti quanti, a cominciare dalla stessa protagonista, sono un po’ cresciuti.
Ciò che colpisce, tuttavia, non sono soltanto trama e personaggi, ma anche il comparto tecnico. Takashi Anno e Yoshiyuki Kishi sostituiscono nei rispettivi ruoli Osamu Kobayashi e Akemi Takada, che avevano lavorato a Mahou no angel Creamy Mami, come regista e character designer, creando comunque un senso di continuità a livello estetico con l'opera precedente e le successive (entrambi ricopriranno gli stessi ruoli anche per Mahou no star Magical Emi, mentre Kishi si occuperà del design del successivo OAV Harbour Light Monogatari - Fashion Lala yori, ultima produzione anni '80 dello Studio Pierrot dedicata alle maghette).
L'ottima colonna sonora della serie fa bella mostra di sé già dalla opening, "Mishiranu kuni no tripper", una ballad romatica dal piacevolissimo sound tipicamente anni '80, il cui testo, che parla di una ragazza che cresce, scopre l'amore e vuole raggiungere l'amato, risulta estremamente significativo alla luce del finale della serie. Il brano diventa anche canzone portante della serie, ha una bella versione ballad suonata al pianoforte che diventa anche un elemento importante della trama e compare negli episodi (e perciò è stata anche cantata in italiano nella nostra versione, dove la sigla era differente, peraltro anche con un testo abbastanza fedele a quello originale giapponese). Terzo elemento di unicità che distingue Mahou no yousei Persha dalle altre maghette dello Studio PIerrot: è l'unica ad avere due coppie di sigle, superando Creamy Mami che aveva due ending ma una sola opening. Il cambio di sigle avviene all'incirca a metà serie, in corrispondenza col classico upgrade di poteri e oggetti magici che aggiunge anche al cast principale un nuovo personaggio, il folletto Bon Bon, dal design che più peluche anni '80 non si può. Certo, con le sigle cambia pure tutta la colonna sonora, che ora presenta versioni strumentali delle nuove canzoni, e "Oshare Mesaruna", la seconda opening, non è bella né un pilastro della serie quanto "Mishiranu kuni no tripper"...
A dare continuità alla serie c'è poi un cast vocale di tutto rispetto, di cui molti membri avevano già lavorato a Creamy Mami o lavoreranno a successive serie del filone. Riki, uno dei gemelli, è ancora una volta doppiato da Yu Mizushima, che darà la voce a tutti i love interest maschili delle protagoniste nelle serie anni '80 delle maghette Pierrot ed è stato anche voce di Shun Makabe (a cui i due gemelli Muroi e Sho Yuki del successivo Magical Emi sono chiaramente ispirati) in Tokimeki Tonight, cosa che risulta ancora più divertente se si pensa che Yoko, la sua spasimante nella serie, aveva sempre la voce di Miina Tominaga. Da Creamy Mami tornano anche Saeko Shimazu (che lì era Megumi Ayase e qui Sayo), Yuko Mita (Posi in Creamy Mami, qui uno dei tre kappa, ma anche la madre della protagonista nel successivo Mahou no idol Pastel Yumi) Sukekiyo Kameyama (Kidokoro in Creamy Mami, qui uno dei tre kappa, ma anche Akira Matsuo in Magical Emi e Musutaki in Pastel Yumi) e Daisuke Gouri (il regista Mamoru Hoshii in Creamy Mami, ma anche il produttore Koganei in Magical Emi, qui dà la voce a Simba, creando un caso unico al mondo e spassosissimo di mascotte delle maghette che è tutto meno che kawaii dato che parla col vocione possente di Uighur di Hokuto no Ken). C'è anche Shigeru Chiba, già in forze allo Studio Pierrot per il ruolo di Megane in Lamù, che fa qui il suo debutto nelle serie delle maghette nel ruolo di uno dei tre kappa e non le mollerà per i successivi tre anni, interpretando anche Kokubunji in Magical Emi e Saburo in Pastel Yumi.
La serie arriva in Italia nel 1985, trasmessa da Ciao Ciao su Rete 4. A differenza di Creamy Mami, che aveva mantenuto buona parte dei nomi originali, qui vengono cambiati quasi tutti, a partire dal nome della protagonista, da Persha a Evelyn, che quindi cambia anche il titolo della serie e ovviamente la sigla, interpretata da Cristina D'Avena.
Vi sono diversi tagli e addirittura un episodio saltato, l'ottavo, doppiato a distanza di molti anni solo per l'edizione home video. La programmazione su una trasmissione secondaria invece che nell'orario di punta su Bim Bum Bam ha probabilmente influito sul minor successo della serie rispetto a Creamy Mami o Magical Emi. E' stata, infatti, replicata poco, non è mai uscito in Italia il relativo manga. L'ultima replica su Italia 1, nell'aprile 2024, è stata annunciata in pompa magna ma presentata con molte più censure rispetto alle precedenti messe in onda, episodi saltati ed è stata interrotta prima della fine apparentemente per via dei bassi ascolti. Negli anni 2000, la serie è stata raccolta in due box dvd da parte di Yamato Video, che detiene attualmente i diritti della serie e la sta programmando sul canale Anime Generation di Amazon Prime.
Viene tuttavia per lei e per Gouken il momento di ritornare nel natio Giappone, dove Persha potrà ricongiungersi con la mamma e il papà, che gestiscono un negozio di alimentari, e il professore riabbracciare i due nipoti, i gemelli Riki e Gaku, cui peraltro Persha vuole un gran bene.
Durante il viaggio in aereo che li riporterà a casa, una turbolenza trasporta la bimba nella dimensione parallela di Lovely Dream, un tempo fiorente regno fatato retto dall’energia dell’amore e dei sogni del mondo umano e adesso ridotto a un inferno di ghiaccio.
La regina di Lovely Dream e i tre piccoli kappa Geragera, Mesomeso e Puripuri scelgono dunque Persha per un’importante missione. Con gli oggetti magici che le donano, la bimba dovrà aiutare le persone in difficoltà e raccogliere dunque energia d’amore che potrà sciogliere la morsa di ghiaccio che imprigiona Lovely Dream.
Per adempiere al suo compito, con una semplice formula magica, Persha potrà trasformarsi in una bellissima diciottenne esperta in qualunque campo (dalla programmazione di computer al wrestling, dal motocross alla recitazione, dalla sicurezza alla moda) e capace, all’occorrenza, di magiche facoltà, con le quali aiuterà i bisognosi e il regno congelato.
Ad accompagnarla nell’impresa, i tre kappa summenzionati ma anche Simba, il suo amico leone, che la bimba trasporterà in Giappone e trasformerà per magia in un simpaticissimo e innocuo gattone parlante.
Comincia dunque per Persha una nuova vita, e la ragazzina che correva libera per la savana dovrà adattarsi alla civiltà, alla scuola, alla vita in famiglia e in città, ma dovrà anche fare fronte a diverse problematiche che sino a quel momento non aveva mai considerato e che invece sono all’ordine del giorno per qualsiasi “normale” ragazzina della sua età, come ad esempio l’amore, incarnato dai due gemelli Riki e Gaku, diversissimi fra loro eppure ugualmente importanti nel cuore della bimba.
Fra nuove amicizie e poteri magici da utilizzare per una missione, Persha non si annoierà di certo, e neppure lo spettatore…
Seconda in ordine cronologico delle celebri serie majokko dello Studio Pierrot, Mahou no yousei Persha (nota come Evelyn e la magia di un sogno d’amore in Italia), viene trasmessa su Nippon Television dal 6 luglio 1984, esattamente quarant'anni fa, per 48 episodi.
All'interno del filone delle serie di maghette realizzate dallo studio, Mahou no yousei Persha è una serie che ha diverse unicità. In primis, è l'unica ad essere tratta da un manga già esistente invece di essere una creazione originale dello studio. La fonte è Persha ga suki! di Takako Aonuma, manga in nove volumi pubblicato da Shueisha tra il 1984 e il 1985, dalla quale Studio Pierrot riprende personaggi e idea di base, quella di una ragazzina vissuta nella selvaggia Africa che si ritrova ad avere a che fare coi problemi della civiltà una volta tornata in Giappone. Ma se il manga di Takako Aonuma è essenzialmente una commedia priva di magia, Studio Pierrot lo trasforma in una serie di maghette, aggiungendo la capacità di Persha di trasformarsi per salvare un regno magico. La fonte a cui lo studio si è ispirato è chiarissima, Mahou no princess Minky Momo del 1982, dove la protagonista Momo è in grado di diventare un'adulta bravissima in qualsiasi professione per compiere buone azioni che le permetteranno di salvare il mondo magico da cui proviene.
Probabilmente, il dover spartire i diritti anche con l'autrice del manga e la sua casa editrice ha fatto sì che Mahou no yousei Persha fosse sfruttato meno, rispetto ai suoi originali, dallo Studio Pierrot (si veda, ad esempio, l'assenza dei personaggi della serie nella collezione di pupazzetti recentemente uscita nelle nostre edicole).
Persha, in versione adulta, non è (perlomeno stabilmente) una cantante o un personaggio televisivo, a differenza di Emi, Creamy e Lala, perciò la serie ha anche un'ulteriore punto di unicità all'interno del franchise: è l'unica in cui a dar la voce alla protagonista c'è una doppiatrice di professione e non una bambina debuttante che è stata lanciata come cantante sfruttando la programmazione dell'anime. La doppiatrice scelta, Miina Tominaga, era già diciottenne quando ha prestato la voce a Persha (a differenza delle sue colleghe voci delle altre maghette, che erano ben più piccole) ed era già una doppiatrice affermata (sua per esempio, la voce di Yoko in Tokimeki Tonight, di due anni precedente). La attenderà un futuro ricco di altri ruoli famosi, da Yuka in Touch a Maam nella prima versione di Dai no daibouken, da Lynn nella seconda serie di Hokuto no Ken a Noa Izumi in Patlabor, da Karin in DNA2 a Yahiko nella versione anni '90 di Rurouni Kenshin. A differenza delle altre colleghe più giovani e inesperte, la doppiatrice riesce bene sia nel ruolo di Persha bambina sia in quello del suo alter-ego magico, che appare dolce e sensuale al tempo stesso.
Mahou no yousei Persha è una storia deliziosa, che fa dei personaggi il suo più grande punto di forza, a cominciare dalla protagonista.
Persha è un personaggio davvero ben descritto in ogni sfaccettatura, e risulta sin dalle prime battute molto ironico e prodigo di gags per il suo essere una ragazzina cresciuta in mezzo alla savana che dopo tanti anni si affaccia al mondo civile. Questo la porta a essere spontanea, iperattiva, decisa, ma anche dotata di un’ingenuità e di un candore disarmanti, che la mettono spesso nei guai ma al contempo la rendono adorabile.
Come qualsiasi bambina di quell’età, Persha ha una vastissima gamma di emozioni, azioni e sentimenti: si scatena a giocare, si preoccupa se vede un amico giù di morale, si inalbera quando assiste a dei torti, fa i capricci, ride, arrossisce, digrigna i denti, piange, si ingelosisce, litiga con gli amichetti, si dispiace se qualcosa va storto, saltella qua e là, aiuta chi è in difficoltà, vuole bene ai genitori - ai quali però di tanto in tanto disobbedisce - e agli amici, usa i suoi poteri con leggerezza combinando guai a più non posso.
E' una ragazzina frizzante, iperattiva e tenerissima, capace di conquistare, con le sue ingenuità e allegria, alla quale fa da perfetto contraltare il suo alter-ego magico, che, conformemente allo stile in voga negli anni ’80, è una ragazza dotata di gran bellezza e di una bella linea, che dimostra diversi anni in più rispetto alla sua età effettiva e che è davvero un piacere ritrovare in nuove vesti in ogni episodio. E' un angelo dall’eterea bellezza e dal cuore gentile che appare dal nulla e nel nulla scompare dopo aver aiutato le persone in difficoltà e averle fatte tornare a sognare e ad amare.
A dispetto del titolo, questa è una serie che non si regge soltanto sulla protagonista, bensì su un cast nutritissimo di ottimi personaggi comprimari, come ad esempio i due gemelli Muroi, lo sportivo e impulsivo Riki e il più calmo e sensibile Gaku, legati a Persha da una profondissima amicizia e da un bel sentimento che Persha ancora non comprende ma che la fa gioire e soffrire.
La storia trabocca di personaggi azzeccatissimi: il bonario e saggio professor Gouken; i due genitori di Persha; Sayo, l’irascibile spasimante di Riki; lo sfortunato insegnante di Persha e i suoi compagni di scuola (la “rivale” Yoyoko, perdutamente innamorata di Gaku, Kishin, fissato con la fotografia, e Touta, panciuto e bonaccione), ma anche i tre litigiosi kappa e l’esilarante Simba, un gatto “alla Giuliano” sempre pronto a fare battute e a provarci con belle ragazze di passaggio.
Sono questi personaggi vivi, simpatici, che mettono immediatamente a suo agio lo spettatore e lo fanno sentire a casa, in un mondo anni ’80 splendidamente costruito e inaspettatamente reale, conforme a quanto mostrato in molte produzioni animate di quegli anni (si vedano ad esempio i personaggi di Riki e Gaku, nel cui look e vestiario non si possono non riconoscere altri ragazzi animati dell'epoca come lo Shun Makabe di Tokimeki Tonight o i Saint di Masami Kurumada) e ricchissimo di citazioni alla pop culture del periodo (l'episodio 5, dedicato al mondo del wrestling, è ricchissimo di chicche in tal senso, tra la protagonista che si trasforma in una lottatrice con maschera di... leone, i kappa che fanno la parodia di Stan Hansen e Simba quella di Danpei Tange di Ashita no Joe). Un mondo che ci regala tenerissimi momenti “slice of life” dove i personaggi possono esprimere i loro sentimenti, vivere e crescere con grande naturalezza e dove si narrano problemi comunissimi come compiti di scuola,nascite di fratellini più piccoli in famiglia, rapporti fra genitori e figli, trasferimenti, amori difficili, litigi fra innamorati, amici o parenti, ma anche situazioni un po' più particolari come rapine, sequestri, celebrità in fuga da una vita opprimente. Tali questioni verranno risolte “con un pizzico di magia” da parte della protagonista, la quale, fra una trasformazione e l’altra, crescerà, insegnando diverse cose anche allo spettatore.
Accanto a questa sottotrama più intimista e quotidiana, poi, se ne sviluppa una più prettamente fantastica, che porta Persha a confrontarsi con diverse creature ultraterrene, come un conte vampiro o una yuki-onna, a viaggiare avanti e indietro nel tempo e dentro libri di favole, ma soprattutto a risolvere la crisi del congelato Lovely Dream, dietro la quale si nasconde qualcosa di più profondo rispetto a quello che si notava nei primi episodi.
Mahou no yousei Persha colpisce i suoi spettatori con la naturalezza della narrazione e la freschezza dei personaggi, è una storia che non ci fa mancare colpi di scena o momenti realmente emozionanti, fino ad arrivare a un gruppo di episodi finali forse un po’ aperti ma molto coinvolgenti e toccanti, laddove è chiaro e palese che i personaggi non sono più gli stessi dell’inizio della storia, ma diversi sentimenti si sono mossi nei loro cuori nel corso delle vicende e tutti quanti, a cominciare dalla stessa protagonista, sono un po’ cresciuti.
Ciò che colpisce, tuttavia, non sono soltanto trama e personaggi, ma anche il comparto tecnico. Takashi Anno e Yoshiyuki Kishi sostituiscono nei rispettivi ruoli Osamu Kobayashi e Akemi Takada, che avevano lavorato a Mahou no angel Creamy Mami, come regista e character designer, creando comunque un senso di continuità a livello estetico con l'opera precedente e le successive (entrambi ricopriranno gli stessi ruoli anche per Mahou no star Magical Emi, mentre Kishi si occuperà del design del successivo OAV Harbour Light Monogatari - Fashion Lala yori, ultima produzione anni '80 dello Studio Pierrot dedicata alle maghette).
L'ottima colonna sonora della serie fa bella mostra di sé già dalla opening, "Mishiranu kuni no tripper", una ballad romatica dal piacevolissimo sound tipicamente anni '80, il cui testo, che parla di una ragazza che cresce, scopre l'amore e vuole raggiungere l'amato, risulta estremamente significativo alla luce del finale della serie. Il brano diventa anche canzone portante della serie, ha una bella versione ballad suonata al pianoforte che diventa anche un elemento importante della trama e compare negli episodi (e perciò è stata anche cantata in italiano nella nostra versione, dove la sigla era differente, peraltro anche con un testo abbastanza fedele a quello originale giapponese). Terzo elemento di unicità che distingue Mahou no yousei Persha dalle altre maghette dello Studio PIerrot: è l'unica ad avere due coppie di sigle, superando Creamy Mami che aveva due ending ma una sola opening. Il cambio di sigle avviene all'incirca a metà serie, in corrispondenza col classico upgrade di poteri e oggetti magici che aggiunge anche al cast principale un nuovo personaggio, il folletto Bon Bon, dal design che più peluche anni '80 non si può. Certo, con le sigle cambia pure tutta la colonna sonora, che ora presenta versioni strumentali delle nuove canzoni, e "Oshare Mesaruna", la seconda opening, non è bella né un pilastro della serie quanto "Mishiranu kuni no tripper"...
A dare continuità alla serie c'è poi un cast vocale di tutto rispetto, di cui molti membri avevano già lavorato a Creamy Mami o lavoreranno a successive serie del filone. Riki, uno dei gemelli, è ancora una volta doppiato da Yu Mizushima, che darà la voce a tutti i love interest maschili delle protagoniste nelle serie anni '80 delle maghette Pierrot ed è stato anche voce di Shun Makabe (a cui i due gemelli Muroi e Sho Yuki del successivo Magical Emi sono chiaramente ispirati) in Tokimeki Tonight, cosa che risulta ancora più divertente se si pensa che Yoko, la sua spasimante nella serie, aveva sempre la voce di Miina Tominaga. Da Creamy Mami tornano anche Saeko Shimazu (che lì era Megumi Ayase e qui Sayo), Yuko Mita (Posi in Creamy Mami, qui uno dei tre kappa, ma anche la madre della protagonista nel successivo Mahou no idol Pastel Yumi) Sukekiyo Kameyama (Kidokoro in Creamy Mami, qui uno dei tre kappa, ma anche Akira Matsuo in Magical Emi e Musutaki in Pastel Yumi) e Daisuke Gouri (il regista Mamoru Hoshii in Creamy Mami, ma anche il produttore Koganei in Magical Emi, qui dà la voce a Simba, creando un caso unico al mondo e spassosissimo di mascotte delle maghette che è tutto meno che kawaii dato che parla col vocione possente di Uighur di Hokuto no Ken). C'è anche Shigeru Chiba, già in forze allo Studio Pierrot per il ruolo di Megane in Lamù, che fa qui il suo debutto nelle serie delle maghette nel ruolo di uno dei tre kappa e non le mollerà per i successivi tre anni, interpretando anche Kokubunji in Magical Emi e Saburo in Pastel Yumi.
La serie arriva in Italia nel 1985, trasmessa da Ciao Ciao su Rete 4. A differenza di Creamy Mami, che aveva mantenuto buona parte dei nomi originali, qui vengono cambiati quasi tutti, a partire dal nome della protagonista, da Persha a Evelyn, che quindi cambia anche il titolo della serie e ovviamente la sigla, interpretata da Cristina D'Avena.
Vi sono diversi tagli e addirittura un episodio saltato, l'ottavo, doppiato a distanza di molti anni solo per l'edizione home video. La programmazione su una trasmissione secondaria invece che nell'orario di punta su Bim Bum Bam ha probabilmente influito sul minor successo della serie rispetto a Creamy Mami o Magical Emi. E' stata, infatti, replicata poco, non è mai uscito in Italia il relativo manga. L'ultima replica su Italia 1, nell'aprile 2024, è stata annunciata in pompa magna ma presentata con molte più censure rispetto alle precedenti messe in onda, episodi saltati ed è stata interrotta prima della fine apparentemente per via dei bassi ascolti. Negli anni 2000, la serie è stata raccolta in due box dvd da parte di Yamato Video, che detiene attualmente i diritti della serie e la sta programmando sul canale Anime Generation di Amazon Prime.
Non sapevo che ci fosse un manga di Evelyn.
Come al solito in Italia tanti manga non sono mai arrivati da noi.
Auguri di buon compleanno Evelyn
Molto bella la colonna sonora perlomeno nella prima parte, la seconda opening è brutta e purtroppo si porta con sé la sua versione strumentale anche in sottofondo agli episodi. Bellissimo invece il doppiaggio, fra Persha che DEO GRATIAS ha una doppiatrice di professione e Daisuke Gouri che doppia in maniera spassosissima la mia mascotte preferita delle maghette. In effetti, è grazie al fatto che lui avesse un ruolo così ampio che mi sono interessato alla serie, comprando a scatola chiusa i dvd della Yamato, e non me ne sono pentito affatto.
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.