"Se New York è una mela, Tokyo è un melograno. [...] Perchè snocciola chicchi d'un rosso succoso a ogni cambio della metro.
Tanti piccoli semi, ognuno con una forma simile eppure distinta, incastrati tra branchie di legno. Sono città nella città, collegate da una lunga collana di rotaie.
Basta spaccare il guscio per scoprirle, una a una, separate da linee invisibili di confine. [...]
Perchè raggrumata intorno alle stazioni c'è la Tokyo attiva ed eccitata, affamata di cose e di consumi. Allontanandosi dalle strade principali, invece, si comincia a respirare la Tokyo sonnacchiosa, quella che sa che la sopravvivenza sta nell'equilibrio."
Tokyo Orizzontale - Laura Imai Messina- Ed.Piemme
Trovo queste parole perfette per introdurre quella che sarà la prima puntata di un lungo viaggio alla scoperta di Tokyo e dei suoi quartieri, snocciolati uno per volta proprio come i semi del melograno. Perchè Tokyo? E' la capitale del Giappone, è vero, ma perchè lei e non Kyoto, certamente più bella, oppure Osaka, altrettanto vitale?
Perchè io amo Tokyo. L'ho detto. E a differenza di altre città che ho molto amato ma da cui non sono stata ricambiata (vedi Parigi la superba, che si fa guardare ma non toccare), Tokyo ha ricambiato. O perlomeno mi ha accolto senza fare domande.
A volte la immagino come Il castello errante di Howl: come Calcifer aveva bisogno di cibo per mandare avanti tutto il castello, anche Tokyo si nutre dell'energia dei suoi abitanti per continuare a risplendere.
Ho messo piede a Tokyo il 16 agosto 2012 e benchè avessi già visitato buona parte della regione del Kansai, appena sono uscita dalla metropolitana, nonostante il caldo, le valigie e la stanchezza, una nuova energia si è impossessata di me e non mi ha più lasciata.
E una volta che ho avuto per le mani la cartina della Tokyo Subway, ho sentito di essere a casa. Leggevo i nomi delle stazioni, così strani ed enigmatici, eppure non mi sentivo perduta, anzi mi sentivo sicura come se, con quel pezzo di carta in mano, mi fossero state consegnate anche le chiavi della città.
Non pretendo che condividiate questo mio entusiasmo: come si dice, al cuor non si comanda. Però vorrei lo stesso farvi conoscere meglio questa città, dai mille aspetti e contraddizioni.
Questa volta vi racconterò (in maniera ahimè molto superficiale, per forza di cose) la storia di Tokyo, poi dalla prossima volta esamineremo un quartiere alla volta.
E chissà che dopo aver letto questi miei brevi appunti, non vi venga voglia di partire... lo sapete che organizziamo viaggi, vero?
Tokyo fu fondata intorno alla metà del XV secolo, dal signore feudale e poeta Ota Dokan che costruì il primo castello al posto di un'antica fortezza e la denominò Edo. Nel Cinquecento ai mercanti portoghesi che la scoprirono per la prima volta, essa apparve come il rifugio di aristocratici e monaci fuggiti dalla guerra civile che imperversava a Kyoto.
Edo si sviluppò in modo esponenziale solo a partire dal 1600, quando una lotta di potere fra signori feudali trasformò il villaggio nella base del vincitore, Tokugawa Ieyasu.
Abile politico, fece suo il motto latino "divide et impera": costrinse tutti i daimyo (cioè i signori feudali) a trascorrere un anno ogni due a Edo (mentre le loro famiglie vi dovevano risiedere in via permanente, tenute praticamente in ostaggio); in questo modo veniva loro di fatto impedito di soppiantare la dinastia dei Tokugawa.
La società fu divisa in classi, a seconda del lavoro svolto, e ognuna di esse fu sottoposta ad un rigido sistema di norme che disciplinava ogni cosa: l'abbigliamento, i quartieri, perfino la lingua da parlare. Fu vietata ogni forma di ascesa sociale.
Le cose peggiorarono con la morte di Ieyasu: il nipote Iemitsu, temendo l'influenza del cristianesimo, chiuse il Giappone praticamente a qualunque commercio e contatto con l'estero e questa politica fu mantenuta per quasi tre secoli.
Nonostante ciò, Edo prosperò e all'inizio del XVII secolo era la città più grande del mondo, con oltre un milione di abitanti.
La società feudale era radicata nel tessuto della città. Tutte le funzioni urbane erano territorializzate secondo tre entità distinte: al centro il castello-residenza dello shogun, a nord ovest la città alta (Yamanote) abitata da nobili e militari, mentre a sud est lungo la baia si attestava la città bassa (Shitamachi) con gli artigiani e i commercianti, spesso funestati da numerosi incendi, tanto che vennero ribattezzati "Edo no hana", cioè "I fiori di Edo".
La svolta per Edo, e per tutto il Giappone, giunse nel 1853, quando la flotta delle 'navi nere' del commodoro americano Matthew Perry si presentò a chiedere al Giappone l'apertura di alcuni porti franchi. Nonostante la rivolta di 2000 lealisti dei Tokugawa (rapidamente sconfitti a Ueno), lo shoghunato finì e il potere fu restituito all'imperatore Meiji. Nel 1868 la sede dell'impero fu trasferita da Kyoto a Edo, che per l'occasione fu ribattezzata Tokyo (Capitale Orientale).Ebbe così iniziò una frenetica corsa verso l'occidentalizzazione, l'industrializzazione e la militarizzazione, che fece affluire nella capitale nuovi abitanti da tutto il paese.
Ma a mezzogiorno del 1° settembre 1923, Tokyo fu colpita dal Grande Terremoto del Kanto: gli incendi che ne seguirono divamparono per 40 ore, distruggendo quella che era una città in piena espansione e uccidendo quasi 140.000 persone.
Con l'ascesa dell'imperatore Hirohito nel 1926 crebbe anche il fervore nazionalista: nel 1931 il Giappone invase la Manciuria e la Cina, nel 1940 strinse alleanze con l'Italia di Mussolini e la Germania di Hitler e il 7 dicembre 1941 attaccò la base militare americana di Pearl Harbor.
I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale provocarono solo nelle notti del 9 e 10 marzo 1945 la morte di circa 80.000 persone e due quinti della città furono rasi al suolo con un impatto distruttivo non inferiore a quello delle bombe atomiche lanciate su Hiroshima e Nagasaki.
Quando Hirohito pronunciò il discorso di resa il 15 agosto 1945 di Tokyo non era rimasto che un cumulo di macerie.
Tuttavia, Tokyo risorse rapidamente dalle proprie ceneri grazie ad un boom economico senza pari, dovuto soprattutto all'intervento degli Stati Uniti nella guerra di Corea. Con l'assegnazione delle Olimpiadi del 1964, si sviluppò come mai prima affermandosi come una delle principali potenze mondiali.
Negli anni '80 Tokyo prosperò grazie alla tecnologia e alle esportazioni di automobili, creando la cosiddetta 'economia della bolla', ma quando questa scoppiò nel 1989, le conseguenze per la città furono molto pesanti, tanto che secondo alcuni essa non si è ancora ripresa del tutto.
Nel marzo 1995 Tokyo fu scossa dall'attentato al gas nervino perpetrato dalla setta Aum Shinrikyo in un treno per pendolari, che costò la vita a 12 persone e ne intossicò altre 5000.
Nel 2001 il debito del Giappone fu declassato da grado AAA all'AA+ e da allora l'economia del paese è rimasta instabile.
Nonostante queste difficoltà, Tokyo, con la sua superficie di 2168 kmq e una popolazione di 12.000.000 di abitanti continua a essere una singolare espressione della modernità giapponese e registra una varietà di attività economiche che raramente si riscontra in altri luoghi del pianeta.
Prossima puntata: Ueno
Fonte consultata:
Lonelyplanetitalia
Anch'io, come Hachi, amo Tokyo dalla prima volta che l'ho visitata e leggerò con molto interesse le prossime puntate!
Non lo so, fatto sta che sento anche un'invidia profonda per aver vissuto una città, che desidero fortemente, ma non so se vedrò mai.
Forse nasce dal fatto che tra ESSERE A CASA e SENTIRSI A CASA c'è davvero tanta differenza.
Non so se le sensazioni fossero volute o sono io che mi trovo in un periodo particolare, ma devo dire che sono contenta per averle sentite.
Fosse per me, il prossimo viaggio in Giappone lo trascorrerei interamente a visitare Tokyo, da cima a fondo: ogni viuzza, ogni angolo...
Questa parte storica l'ho studiata il primo anno di università. Dato che l'epoca Tokugawa, anche detta Edo jidai, è la mia preferita della storia giapponese, assieme alla Meiji jidai, sono stata molto contenta di leggere questo excursus storico che tocca due delle mie epoche adorate.
A Tokyo non sono mai stata, d'altronde non sono mai stata nemmeno in Giappone. A me mette malinconia leggere i racconti di chi c'è già stato, perché dentro di me non posso fare a meno di invidiarli. Sono quel tipo di persone che non si soddisfano solo con l'odore del cibo, ma vogliono assaggiarlo! Il desiderio di partire è grandissimo, ma a quanto pare non è ancora il momento per me. :')
Grazie Hachi e complimenti!
o poi! Vero Hachi??
Scherzi a parte: interessantissimo l'articolo, pieno di sentimento
e tante info utili! E confermo quanto scritto: Tokyo merita davvero
di essere vista, se ne avete la possibilità è una tappa obbligatoria!
Come sempre, complimenti per i tuoi articoli!
Molto interessante la parte sull'origine di Tokyo, mentre la leggevo ripensavo che ho visto una bella rappresentazione del terremoto del 1923 in Si alza il vento e una narrazione realistica (anche se strutturata in altro modo) degli attacchi terroristici alla metropolitana in Mawaru Penguindrum.
Sui quartieri di Tokyo è azzeccatissima questa frase: Loro li chiamano "quartieri", ma in ognuno di questi ci abitano dalle 600.000 a oltre un milione di persone: più grandi di tante nostre città!
Di sicuro però è un'occasione che non mi si ripresenterà prima di qualche anno...
Sono giovane, ma ho viaggiato moltissimo, ho visto parti di Europa, Africa e America del nord, pochissimo dell'Asia. Ho visto tantissimi posti e città, ma nessuna mi ha fatta sentire come Tokyo, perfetta, chiara, piena.
Sarà l'amore per gli anime o sarà che è davvero speciale e diversa da tutte le altre?
Inizialmente ero quasi perplessa... com'è possibile dire tanto in poche righe? Raccontare Tokyo così brevemente? Ma ovviamente la curiosità per la lettura e il Giappone hanno avuto il sopravvento e mi sono trovata più volte, sognante, a smettere di leggere per guardare le foto che mi apparivano ora ricche di significato, o anche solo per toccare il la vecchia Edo con la fantasia.
Grazie Hachi!
Brava Hachi!
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