Buondì amici dell'Italian Indie Comics Award! Oggi abbiamo il piacere di parlarvi di Mondi Paralleli opera in via sviluppo dalla mente e matite dei rinomati Francesco Manetti e Luciano Costarelli, l'ultima che parteciperà alla categoria "migliore proposta editoriale" aperta a tutti fumetti che devono ancora essere proposti agli editori o che puntano ad un finanziamento attraverso il crowdfunding per andare avanti.
Francesco Manetti è nato nel 1965 a Firenze e legge e colleziona fumetti fin dai primi anni Settanta. Per quanto riguarda la sua attività nell'editoria fumettistica viene dal Club del Collezionista e da Collezionare, avendo iniziato a pubblicare nel 1988 proprio sulla fanzine fiorentina le sue prime cose: articoli di critica, saggi, cronologie, interviste e sceneggiature. Ha poi collaborato con molte riviste tra le quali Comic Art, L'Eternauta, Bhang, Fumetto, Exploit Comics, If, Fumo di China, Fumetti d'Italia, Cattivik, Dc Comics Presenta, Horror, Humor, Blue, Star Comìx. Per la Comic Art ha inoltre tradotto dall'inglese migliaia di pagine e strisce di fumetti americani mentre nel 1992 ha creato la rivista dedicata al cosmo bonelliano Dime Press insieme a Burattini, Ceri e Monti. Nel tempo ha anche partecipato ai cataloghi di numerose mostre, libri e monografie, trasmissioni radiofoniche e televisive. Ha inoltre curato la collana Paperino Carl Barks della Comic Art (serie poi continuata da Epierre) e sceneggiato i fumetti di Eva & Chris. Sempre in quegli anni inoltre ha contribuito al sito internet della Sergio Bonelli Editore con le schede di Tex ed ha organizzato numerosi corsi, mostre, dibattiti e conferenze sul tema del fumetto italiano bonelliano. Recentemente, dopo qualche anno di parziale inattività, ha curato per Mondadori i redazionali di Alan Ford Story, Alan Ford TNT Story, Kriminal Omnibus e Satanik Omnibus. Nel 2012 ha infine creato, insieme a Saverio Ceri, il sito Dime Web su cui è ospitata la pubblicazione delle brevi storie che compongono Mondi Paralleli. Tra le ultime cose, nel 2015 ha pubblicato un articolo su Urania Collezione (Mondadori) ed ha collaborato a due prestigiose riviste nazionali – Antarès della Bietti (con un articolo su Disney) e Terra Insubre (con un intervento su Tintin).
Luciano Costarelli è il disegnatore dell'opera e vive a Milano. Nato nel 1969 ha iniziato a sfogliare e disegnare fumetti prima ancora di saperli leggere dando subito ai genitori un chiaro segnale di quella che avrebbe voluto fare nella vita. A 18 anni ha quindi pubblicato le sue prime storie brevi per la storica fanzine Collezionare su sceneggiature di Francesco Manetti, conosciuto grazie ad una trasmissione televisiva, mentre a 20 anni, andandosene di casa, ha provato a fare del fumetto una professione, arrivando a pubblicare con piccoli editori: prima qualche horror con la Fenix, poi molti fumetti di calcio all’interno di riviste di settore. Quando è arrivata però la necessità di avere entrate più regolari, ha dovuto cambiare lavoro occupandosi soprattutto di grafica e prodotti su licenza. In particolare ha partecipato alla creazione di un nuovo tipo di card collezionabili (Lamincards) che lo hanno assorbito dal 1999 al 2011, cosa che lo ha convinto a smettere di disegnare a mano libera per ben 8 anni. Nel 2015 Luciano ha però capito che questo mondo di china gli mancava troppo, decidendo così di ricominciare nel tempo che riusciva a ricavare, normalmente tutte le mattine dalle 5, prima di andare a lavorare e qualche nottata. Gli anni di inattività hanno ovviamente lasciato il segno, ma sente che fumetto dopo fumetto sta recuperando la mano e lo potrete testare con mano osservando la sua opera. Per prima cosa ha quindi partecipato ad un bando per Giganti d’Acciaio, realizzando poi una storia di dodici pagine su sceneggiatura di Andrea Garagiola. Non contento, prima che venisse pubblicata ha anche ripreso a lavorare con l'amico Francesco Manetti alle storie di Mondi Paralleli che vi stiamo presentando in questa sede.
Luciano Costarelli è il disegnatore dell'opera e vive a Milano. Nato nel 1969 ha iniziato a sfogliare e disegnare fumetti prima ancora di saperli leggere dando subito ai genitori un chiaro segnale di quella che avrebbe voluto fare nella vita. A 18 anni ha quindi pubblicato le sue prime storie brevi per la storica fanzine Collezionare su sceneggiature di Francesco Manetti, conosciuto grazie ad una trasmissione televisiva, mentre a 20 anni, andandosene di casa, ha provato a fare del fumetto una professione, arrivando a pubblicare con piccoli editori: prima qualche horror con la Fenix, poi molti fumetti di calcio all’interno di riviste di settore. Quando è arrivata però la necessità di avere entrate più regolari, ha dovuto cambiare lavoro occupandosi soprattutto di grafica e prodotti su licenza. In particolare ha partecipato alla creazione di un nuovo tipo di card collezionabili (Lamincards) che lo hanno assorbito dal 1999 al 2011, cosa che lo ha convinto a smettere di disegnare a mano libera per ben 8 anni. Nel 2015 Luciano ha però capito che questo mondo di china gli mancava troppo, decidendo così di ricominciare nel tempo che riusciva a ricavare, normalmente tutte le mattine dalle 5, prima di andare a lavorare e qualche nottata. Gli anni di inattività hanno ovviamente lasciato il segno, ma sente che fumetto dopo fumetto sta recuperando la mano e lo potrete testare con mano osservando la sua opera. Per prima cosa ha quindi partecipato ad un bando per Giganti d’Acciaio, realizzando poi una storia di dodici pagine su sceneggiatura di Andrea Garagiola. Non contento, prima che venisse pubblicata ha anche ripreso a lavorare con l'amico Francesco Manetti alle storie di Mondi Paralleli che vi stiamo presentando in questa sede.
Ecco di seguito la trama di Mondi Paralleli:
Mondi Paralleli tratta di una serie di storie brevi di Science Fiction, di 3-4 pagine ciascuna, che vengono pubblicate ogni mese su Dime Web. Come tematica e narrazione sono tutte ispirate alle riviste americane degli anni ’50, come Weird Science o Weird Fantasy, ma con storie totalmente nuove ed originali create per l'occasione.
Mondi paralleli è un insieme di storie unite da un unico filo conduttore: la voglia di stupire il lettore con vicende al limite della realtà. Una caratteristica che ricorre dai primordi di quello che è il genere fantascientifico e che ora, grazie al suo sdoganamento, si dà per scontata, ma che un tempo aveva un notevole importanze per educare i giovani al pensiero laterale, al superamento dei propri limiti ed alla continua sperimentazione scientifica (non a caso anche i cinesi si sono aperti recentemente alla fantascienza dopo molti anni di censura verso tale genere, riconoscendo ad esso la capacità di ispirare i giovani al pensiero scientifico creativo). Valore che viene ripreso con tutta la sua forza dal duo di autori e riportato in auge assieme a questa loro piccola raccolta che si ispira ai fasti della fantascienza anni '50, in un esperimento personale volto a rispolverare il genere e farlo conoscere alle nuove generazioni in un formato pratico e compatto, storie di 3-4 pagine, che ne agevoli la lettura senza intaccarne la qualità.
Un esperimento che attualmente si può dire senza dubbio riuscito grazie alla bravura di Francesco, capace di riassumere intere storie (con tanto di colpo di scena finale) in pochissime pagine, e all'abilità di Luciano nel disegnare riprendendo nei dettagli lo stile italo-americano dell'epoca d'oro della sci-fy, stile caratteristico e particolare capace di rendere vividamente le ambientazioni ed i personaggi in poche e semplici vignette, molto adatto a questo tipo di storie brevi. Un successo quindi già confermato dalle visite avute su Dime Web, il loro sito, che necessita solo di essere confermato tra qualche mese quando partirà la campagna crowdfunding per il finanziamento della stampa del volume cartaceo (contenente una speciale storia aggiuntiva ed inedita). Nell'attesa di questo vi consigliamo di dare un'occhiata alle storie pubblicate finora che si dimostreranno sicuramente una lettura piacevole e veloce che vi farà presto desiderare di leggerne altre.. non vi fidate? Provate a leggerle e ne riparliamo!
Ecco di seguito l'intervista agli autori:
Luciano Costarelli, Francesco Manetti, siete due pietre miliari del mondo del fumetto e siamo orgogliosi di avervi tra le fila dei nostri partecipanti, benvenuti all'IICA! Siete pronti per la nostra intervista?
Francesco: Prontissimo, anche se fosse un quarto grado!
Luciano: Questo sarà un test entropatico? Dilatazione capillare per il cosidetto responso rossore, fluttuazione della pupilla, dilatazione involontaria dell'iride?
Forse! Ma partiamo dalle basi.. Qual’è il vostro maggiore riferimento artistico? Quali sono le vostre opere a fumetti preferite?
Francesco: In vita mia ho letto veramente di tutto, ma ho una spiccata preferenza per il fumetto classico internazionale, inteso come non sperimentale, dal chiaro linguaggio e dalla chiara lettura. I nomi che preferisco in assoluto (fra sceneggiatori, disegnatori e autori completi) sono, in lista del tutto casuale, Barks, Gottfredson, Magnus, Nolitta, Stan Lee, Kirby, Hergé, McCay, Jacobs, Jacovitti, Liberatore, Battaglia, Moroni Celsi, Pedrocchi, Scarpa, Taliaferro, Bunker. Fra le mie opere a fumetti preferite ci sono i grandi maestri del fumetto USA dei primi del '900, il primo fumetto avventuroso italiano (anni '30 e '40), i Paperi di Carl Barks e di Taliaferro, Tintin, Blake & Mortimer di Jacobs, tutta l'opera di Jacovitti fino ai '70, Ranxerox, Alan Ford, Kriminal, Satanik, il fumetto della EC Comics, tutta la produzione della Bonelli fino ai primi anni '90, il Topolino di Gottfredson e di Scarpa.
Luciano: Per parecchio tempo ho provato a mediare la mia passione per i manga con lo stile dei fumetti occidentali, poi ho capito che era meglio se facevo distintamente uno o l’altro. Ho scelto l’altro. Attualmente i comics americani della seconda metà XX° secolo e il fumetto popolare italiano sono molto presenti nel mio stile. Penso di aver letto decine di migliaia di fumetti, mie opere preferite sono tantissime, di tutti i Paesi del mondo, Dall’Italia all’Argentina, dalla Francia al Giappone. Sono però particolarmente affezionato a Jack Kirby e John Romita. Come Manga, invece hanno per me un posto speciale le serie classiche di Rumiko Takahashi e i manga di Go Nagai e Gosaku Ota.
Con che stile preferite disegnare? Quali tecniche usate?
Luciano: Sto portando avanti un percorso di realismo che mi costa molta fatica. Non mi concedo scorciatoie: tutto deve essere integrato prospetticamente, curo molto gli ambienti come i mezzi e sto aumentando i dettagli dei personaggi. Ho abbandonato i retini, che usavo all’inizio, sostituendoli con il tratteggio per i mezzitoni. Mi impegno a disegnare ogni fumetto per Dime Web meglio del precedente, essendo storie brevi il progressivo cambiamento di stile non da fastidio perché cambiano anche personaggi e ambientazioni. Generalmente lavoro in modo molto tradizionale: Matita, pennino e pennelli, in qualche caso pennarelli. Disegno prima a matita HB su comune carta da fotocopia che poi riprendo con una lavagna luminosa su Carta Schoeller liscia. Inchiostro con pennini G-Pen Zebra, Maru-Pen e dei vecchi pennini Presbitero molto duri per il tratteggio e le linee più regolari. Come pennello uso i Winsor&Newton serie 7 n.1 e n.3. Dalla quarta storia ho comunque iniziato a inchiostrare alcune vignette con Manga Studio per impratichirmi e la settima è stata inchiostrata completamente in Digitale, cosa che mi permette di ridurre sensibilmente i tempi. Anche se ci se ho provato, non sostituirò però la matita con la tavoletta grafica. Pur con tutti i vantaggi che posso avere dalla tecnologia, tutto per me deve cominciare su carta.
Cosa significa per voi fare fumetti? Che cosa differenzia per voi i fumetti da tutto il resto?
Francesco: Per me fare fumetti significa semplicemente raccontare una storia divertendomi a far funzionare un mezzo di comunicazione totalmente distinto dagli altri, un mezzo che usa al massimo i suoi particolari codici espressivi. Raccontare con i fumetti è diverso dal narrare con la pagina scritta; semmai il fumetto è più vicino al cinema (e non a caso sono nati negli stessi mesi, alla fine dell'800). Anzi, forse il fumetto ha una marcia in più rispetto cinema, è più “interattivo”, visto che per il movimento, per il suono delle voci e per quello che succede negli spazi bianchi fra una vignetta e l'altra occorre che entri in gioco la fantasia del lettore. Leggere fumetti è molto diverso, e forse addirittura più “difficile”, dal leggere un libro. Per godere al massimo un fumetto, infatti, non basta conoscere la lingua con la quale “parla” (italiano, inglese, francese, etc.); occorre anche sapere cosa significhino le onomatopee, la diversa grafica dei contorni e delle pipette dei balloon e gli altri simboli grafici: occorre che il lettore condivida con l'autore lo stesso codice di comunicazione.
Luciano: Il fumetto per me è Cinema, come l’illustrazione è Fotografia. L’illustrazione è un’immagine singola, un attimo fermato nel tempo che deve catturare lo spettatore, condurlo in un mondo che può essere piacevole o disturbante e da quel momento parte l’immaginazione dello spettatore. Il fumetto invece è il movimento che viene catturato in alcuni fotogrammi. Qui il lettore utilizza la sua immaginazione soprattutto nello spazio bianco tra una vignetta e l’altra e contemporaneamente elabora i testi presenti nei balloon. Per questo non deve essere affaticato da una immagine troppo difficile da capire. Allo stesso tempo, però un’immagine troppo sintetica potrebbe non appagarlo. E’ una forma di comunicazione straordinaria che fonde la potenza evocativa della scrittura con l’immediatezza dell’immagine.
Cosa vi piace del vostro lavoro come fumettisti? E cosa no? Raccontateci una cosa che amate e una cosa che odiate del mondo dei fumetti e del vostro lavoro.
Francesco: Adoro immaginare e creare la storia e poi trasformare il soggetto in sceneggiatura, facendo “parlare” gli ambienti e i personaggi; adoro la sensazione positiva che ho, alla fine del lavoro, quando sono relativamente sicuro che tutto torni – trama, dialoghi e finale. Odio però dover esser sintetico, cosa necessaria perché dialoghi troppo lunghi ruberebbero troppo spazio al disegno, essendo piuttosto portato alla logorrea!
Luciano: La cosa che amo di più è lavorare sui personaggi, dargli un volto e provare a descriverne la personalità attraverso le espressioni e le posture. Ringrazio Francesco che mi lascia molta libertà in questo. Vi faccio un esempio: Il capo degli alieni di “Effetto Collaterale” muove molto le braccia, quasi da esaltato, sembra pieno di odio… poi, nell’ultima vignetta della seconda pagina, il suo volto cambia registro e sorride mentre dice una cosa terribile. È una gag visiva quasi impercettibile ma al tempo stesso, descrive il suo carattere come l’ho immaginato leggendo la sceneggiatura.
Cosa invece odio? Che quando una cosa è stampata, non si può tornare indietro. In passato ho accettato delle commissioni con troppo poco tempo a disposizione, quando il lettore giudica una tavola non sa che hai dovuto inchiostrarne 48 in una settimana, o che magari non dormivi da tre giorni per riuscire a finire. Pensa solo che fa schifo e tu ci stai male quando sai che è vero. Se dai il massimo, anche se fai qualche errore, per me va bene così. Se invece tiri via una tavola che potevi fare meglio, manchi di rispetto al lettore e a te stesso. Purtroppo questa cosa l’ho imparata un po’ tardi.
Com’è nata la vostra opera? Quali sono i vostri piani per essa?
Francesco&Luciano: È nata un po’ per caso. Ci siamo ritrovati su Facebook dopo 25 anni e abbiamo pensato di ridisegnare le prime storie che avevamo pubblicato in assoluto, quando eravamo ragazzi, tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta. Una sorta di nuovo inizio, che si è concretizzato nella prima storia uscita in Rete pochi giorni prima di Lucca Comics 2015. Attaccando la seconda storia, che è poi apparsa su Internet il mese dopo, ci è venuta voglia di dare un proseguimento a questa avventura e così è nato questo progetto, che abbiamo chiamato “Mondi paralleli”.
Si tratta di una serie di storie brevi di SF di 3-4 pagine ciascuna che vengono pubblicate ogni mese su Dime Web. Ci siamo ispirati alle riviste americane degli anni ’50, come Weird Science o Weird Fantasy, ma con storie totalmente nuove. Siccome i nostri fumetti rendono meglio su carta, vogliamo raccoglierle, insieme ad una storia più lunga (che non verrà mai distribuita sul Web), in un albo di una cinquantina di pagine che vogliamo far uscire per Lucca Comics 2016 a un prezzo molto popolare. Per abbattere i costi di stampa lanceremo una campagna di Crowdfunding che si chiuderà poco prima della fiera, in modo da consegnare subito gli albi ai nostri sostenitori.
Incuriosite i nostri lettori e raccontateci un po’ della trama di questa storia extra!
Francesco: Nella storia lunga, che apparirà solo sul fascicolo cartaceo chiudendo l'albo, i personaggi - reali e immaginari, terresti e alieni, umani e animali, in carne e ossa o artificiali... - che abbiamo incontrato nelle avventure brevi apparse anche sul web, torneranno tutti insieme, in un unico ambiente, recitando un'avventura corale un po' folle, con un finale a sorpresa!
La vostra storia al momento è ospitata su Dime Web, il vostro sito, parlatecene meglio!
Francesco&Luciano: Si tratta di un sito – di un blog, per essere più esatti – partito nel 2012 con l'ambizioso progetto di far rinascere in rete la rivista Dime Press, pubblicata da Glamour fra il 1992 e oltre il 2000. Dime Press fu fondata da Moreno Burattini, Saverio Ceri, Francesco Manetti e Alessandro Monti (i redattori della fanzine Collezionare) e si rivolgeva esclusivamente ai lettori del fumetto bonelliano (ovvero Tex, Zagor, Dylan Dog & Co.). Nata da un'idea di Saverio Ceri e Francesco Manetti, Dime Web, con il suo inequivocabile sottotitolo di Quaderni Bonelliani, ha con tutta evidenza un occhio di riguardo per il cosmo della Sergio Bonelli Editore; ma, nello spirito della vecchia Collezionare (1985 – 1992), si occupa anche delle altre scuole e tendenze fumettistiche, italiane e internazionali (Disney, la linea chiara, il super-eroi, etc.), di letteratura di genere (SF, horror, fantasy, etc.), di cinema, di cartooning – dando spazio anche a serie a fumetti inedite, avventurose oppure umoristiche. A Dime Web collaborano decine di esperti e di semplici appassionati, anche stranieri, ottenendo un ottimo feedback in rete.
Cosa amate della vostra opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award?
Francesco: La fantascienza è sicuramente il genere letterario moderno che preferisco. Sono cresciuto con la fantascienza di Urania (Asimov, Clarke, etc.), con la fantascienza della RAI e delle prime Tele Libere (con Spazio 1999, Star Trek e via dicendo), con la fantascienza al cinema (Kubrick, Lucas, Scott, Carpenter, Spielberg e i grandi cineasti degli anni '50). E naturalmente i fumetti di fantascienza sono sempre stati i miei beniamini! Le avventure del progetto “Mondi Paralleli” rappresentano, tutte insieme, una mia personale dichiarazione d'amore alla Musa della Fantascienza.
Luciano: Amo molto la fantascienza, quindi è bello poterla disegnare, in più la struttura a storie brevi mi permette di affrontare situazioni molto differenti: mondi e architetture aliene e ambientazioni urbane terrestre di epoche diverse, poi posso anche inventare graficamente tanti personaggi.
Chiediamo ai nostri lettori di votarla come proposta editoriale, perché quello della storia breve è un genere troppo sottovalutato, un genere nobile e di grande tradizione, un genere che ha enormi possibilità se si prova a interpretarlo in modi differenti dal solito. Noi stiamo proprio cercando davvero di fare questo: tutte le storie si possono leggere singolarmente, con qualunque ordine e su qualunque dispositivo, e allo stesso tempo fanno parte di un’unica trama che si apprezzerà esclusivamente nel classico formato dell’albo a fumetti.
Ringraziandovi per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: salutate il vostro pubblico!
Francesco & Luciano: Ci congediamo ringraziando chi ha dedicato un po' del suo tempo per leggerci fino a qui. Se vi piace la fantascienza, vi invitiamo a leggere le nostre storie su Dime Web: per noi è la cosa in assoluto più importante! Se poi le storie vi piacciono, votateci per questo Award e, se vi piacciono tanto, sostenete anche la nostra campagna di crowdfunding su Indiegogo, quando partirà a settembre.
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Che cos'è l'IICA?
L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti. Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso giugno, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).
Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!
Rimasto agli anni '80 per quanto riguarda la produzione italiana neh XD?
Sono stanco di rispondere alle tue provocazioni, ciao.
Provocazioni? Solo perché non sai rispondere adeguatamente. Witch, Orfani, Topolino, Morgan Lost, Skydool tanto per rimanere nel mainstream più conosciuto, come si può dire che l'industria italiana è fatta di disegni legnosi (cosa cambiata da quando, gli anni '70?) sceneggiatura e stile narrativo obsoleti (e qua veramente ignoranza pura,mai letto un Dylan di dieci anni fa ed uno odierno? ). Le tematiche poi, mi sa che sei veramente rimasto alla vecchia Bonelli solo cowboy (se mai hai letto Bonelli o hai parlato solo per dare aria alla bocca). Fumetti di stampo scolastico, poliziesco futuristico, ragazzette magiche, comico, a tematiche Lgbt, romantico,critica, il nostro panorama fumettistico oggi come oggi offre qualsiasi cosa.
Come ho scritto nel topic del sondaggio dimostra ciò che dici. Hai detto che Il re Leone è un plagio di Kimba benissimo, confutalo. Niente, hai ripetuto "io lo so, ho visto tutto, è evidente "però non hai risposto. Ora rispondi a questo, dove i titoli da me citati sarebbero statici come disegno,lenti di sceneggiatura, vecchi come temi. Non sto facendo il guru, ti chiedo di confutare le tue affermazioni.
Capisco, beh almeno il tuo è un commento intelligente, costruttivo, che non aggredisce il prossimo, non spocchioso, che fa riflettere e comprendere meglio un certo modo di fare fumetto, ti ringrazio non ho altro da aggiungere.
Simba ha fin troppi elementi in comune con Kimba, senza elencarli dovresti capirli da te visto che dici di averli visti entrambi. Trovi siano storie e personaggi totalmente diversi? Confutalo!
Innanzitutto io mi stavo riferendo soprattutto alle tavole postate in questo articolo che tu stesso hai definito retrò. Per quanto riguarda i titoli da te citati beh sicuramente qualche passo avanti si è fatto in questi ultimi anni ma resta ancora molto da fare, soprattutto saper trovare un proprio stile unico e inconfondibile e soprattutto inventarsi nuovi generi, perchè solo così si potrà competere alla pari col resto del pianeta.
Poliziesco e futuristico non sono di certo innovativi, comico neanche, romantico e scolastico forse ce n'era più bisogno ma senza fare troppo il verso agli shojo, lgbt personalmente non mi interessa ma è bene che esista anche quello, critica lo trovo poco adatto per un fumetto a meno che non sia uno dei tanti elementi di cui si componga.
Ragazzette magiche ehm ce n'era proprio bisogno? Meglio tematiche action di combattimenti fisici o attraverso poteri particolari o tematiche sportive, ma a prescindere da tutto questo bisogna saper osare, percorrere strade ancora inesplorate, non soltanto imitare qualcosa che hanno inventato già altre culture.
A parte che è chi fa l'accusa ( ovvero tu che affermi che sono identici ) che dovrebbe confutare la propria tesi ma va beh. Di cosa parla Kimba?Di co-abitazione pacifica tra mondo umano e mondo animale. Kimba è figlio di Panja un leone Re della sua foresta, foresta che viene minacciata dall'urbanizzazione. Panja non si approccerà mai al mondo umano preferendo far emigrare le razze animali piuttosto che cercare di convivere. A causa delle sue scorribande farà indispettire gli umani che rapiranno la moglie incinta e così il figlio ( Kimba appunto ) nascerà in mezzo agli uomini ( intanto il marito verrà barbaramente ucciso e la sua pelle usata come trofeo ) e ne conoscerà la civiltà ( insieme agli ideali del padre tramandati per mezzo della madre ). Tornerà nel suo regno usurpato da un altro leone ma grazie al suo carisma riuscirà a riottenerlo facendosi alleati tutti gli altri animali. Con il suo regno nascerà un'improbabile ( carnivori vegetariani, come mandare in rovina una trama fin'ora perfetta ) unione mondo umano/animale ed a riprova di ciò infine Kimba si sacrificherà per salvare il suo amico umano. Il Re leone?Il Re leone parla di tutt'altro. La natura è sì presente ma in secondo piano, difatti il Re leone è ispirato ad Amleto ed è a questo che ricalca parte della trama e la natura. L'essere umano non è minimamente coinvolto nella vicenda e questo perchè la presenza umana non è rilevante, così come del resto quella animale. La trama parla di usurpazione da parte di un falso re, non preparato, per natura al governo ( Mufasa era forte e saggio, Scar debole e non portato al comando ) falso re che uccide il precedente. A quel punto come è naturale che sia Simba dovrebbe prendere il posto del padre ma lui fugge, dal regno e dalla sua responsabilità, quando verrà a sapere che questo è in rovina, quando accetterà finalmente la sua eredità di re tornerà a riprendersi ciò che gli appartiene di diritto di nascita, eliminando il falso re. Il Re leone è una storia fatta di rimorso ( Simba pensa di aver ucciso lui il padre e per questo fugge ), accettazione dei propri doveri, confronto generazionale ( Simba cucciolo ricerca disperatamente l'attenzione del padre, da grande però se ne distaccherà per poi accettare il suo ruolo di erede ) Kimba parla di integrazione ,anche lui è erede però ottiene il suo regno perchè portatore di nuove idee ( difatti l'altro leone non era un usurpatore, ha occupato un posto vacante che lascerà perchè non adatto in quanto appartenente ad una generazione di vecchi ideali ) il mondo umano così come quello animale sono parte portante della storia ( mentre nel Re leone il mondo animale serve per mera ambientazione ).Cosa hanno in comune questi due film alla fine della fiera?Il fatto di aver Leoni come protagonisti ed una scena in cui un genitore appare nel cielo. Fine. Proprio un plagio eh?
Canepa (Witch, Skydool) ha uno stile inconfondibile. Le altre testate da me citate sono seriali e quindi c'è più omogeneità nel segno ( cosa che non vuol dire che sono tutti uguali, a riprova, guarda il Dylan Dog uscito questo mese in edicola e poi apri un volume della collection, disegni completamente diversi ), le differenze sono più riscontrabili tra le varie testate ( Morgan Lost ha una scelta cromatica unica ad esempio, Orfani è uno dei primi Bonelli interamente a colori, Nathan Never e con lui gli spin-off hanno tra le migliori caratterizzazioni futuristiche al mondo, del tipo che Gundam può solo inchinarsi ). Inventarsi nuovi generi è impossibile, e non solo per quanto riguarda l'Italia. Il 90% dei generi sono stati inventati al tempo della Bibbia ed il restante 10% tra fine '800 ed inizio '900 ( con una piccola parentesi negli anni '60 con lo steampunk). E' come si tratta un genere che cambia. Come lo si sviluppa, come lo si amalgama. Ratman ad esempio è unico nel suo genere, ha fuso il comico/demenziale con il drammatico/supereroistico come mai nessuno aveva fatto, Canepa è stata tra i primi promotori dello stile "euromanga" sia come tematiche che come segno, Berserk ( prima Bastard ma Berserk ha evoluto meglio il concetto ) ha fuso il manga con ambientazioni tipicamente occidentali, l'attuale Thor fonde il classico fumetto di super-eroi con una storia intimista che tratta di una donna affetta da cancro e si può andare avanti all'infinito, l'Eternauta ( a tal proposito, se leggono ancora chiedo agli autori di questo fumetto, mi pare che sia evidente la sua influenza nella vostra opera, è casuale o voluto?)ha trasmesso in un fumetto la reale situazione socio-politica dell'Argentina ai tempi ( l'autore diventerà poi un desaparesidos ) e con gli esempi si può andare avanti all'infinito.
Dipende da come li tratti. "La luce del tuo volto" è un comics futuristico che tratta l'umanità vista dalla televisione. Mai letto qualcosa del genere?
Comicità Disney fusa alla letteratura?( per non nominare nuovamente Rat-man) I promessi Paperi, Moby Dick ( questo pure drammatico ), comicità fusa a Gioco di Ruolo ( Drizz )
Shoujo che a loro volta hanno fatto il verso dalla letteratura rosa di inizio '900.
Concordo, e trovo che veramente ci si stia impuntando più sul fatto che il personaggio sia gay piuttosto che sulla caratterizzazione tout cour o del trovare una trama adeguata.
Basta vedere Witch e come questo è stato accolto dalle ragazze all'epoca per capire come ci fosse bisogno di ragazze magiche più vicine alla cultura europea.
Qua si va a gusti però.
Le novità nascono dall'imitazione ( ovviamente poi modificata altrimenti rimane mera copia ). Del resto i super-eroi sono nati per imitare i poemi epici europei ( in quanto l'America era priva di eroi ), i manga sono nati imitando la Disney, il media del fumetto è nato come satira politica e così via.
Per quel che riguarda la parte del disegno, potrebbe essere casuale. Dico "potrebbe" perché soprattutto in alcune storie come "Il tesoro", la sceneggiatura mi ha orientato a ricordare la scuola del fumetto fantascientifico argentino. Ovviamente l'Eternauta fa parte del mio immaginario visivo, benché sia ancora lontano dal riuscire a trasmettere quel tipo di atmosfere. Questo progetto è per certi versi anche un viaggio all'interno del mio immaginario visivo. Francesco scrive senza porsi alcun limite, per cui mi trovo a dover disegnare cose sempre diverse. La prossima storia è ambientata in Tonguska, Siberia. Con questa ambientazione, buttando giù il name mi accorgo che mi viene in mente "Corte Sconta detta Arcana"; anche se Pratt è molto distante da come disegno, è possibile che qualcosa alla fine rimanga a livello inconscio.
vogtho: Ti ringrazio davvero! Noi ce la mettiamo tutta!
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