Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi appuntamento libero, con gli anime Lamù - Boy Meets Girl e Angel Beats e il manga Homunculus.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


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L'ultimo film di Kazuo Yamazaki, ritenuto dai più incomprensibile, fu un fallimento commerciale. Anche se la serie TV si concluse, per un anno Rumiko Takahashi continuò a disegnare diversi capitoli a fumetti. Nel 1987 donò alla serie un epilogo molto più accessibile e divertente, suddiviso in undici atti. Ne affidò la trasposizione animata a Tomoko Konparu per la sceneggiatura, a Satoshi Dezaki per la regia, il quale stava realizzando anche il mediometraggio intitolato "Cosa accadrà nel futuro di Lamù?", e a Setsuko Shibuichi per il character design. Il risultato prodotto è finalmente un film di qualità pari a "Only You", dopo che lo staff aveva "deragliato" dai binari con i tre lungometraggi precedenti.

In questo film non c'è una sola sequenza morta, anche se dura ottantacinque minuti la sua lunghezza non si sente affatto. E' un continuo susseguirsi di azione, e finalmente lo humor torna a predominare sul plot: divertimento e risate a volontà, in maniera del tutto analoga alla serie TV.
Ed è impagabile vedere come Lamù non si lasci sottomettere nemmeno quando non ha a disposizione i suoi poteri, a costo di prendere a morsi con i suoi canini da orchessa gli oppressori - capeggiati dal "bufalone", giunto sulla Terra con un carro volante trainato da maiali. Anche l'acidità della "dominatrice" Lady Karura è divertentissima. Lo sviluppo finale del rapporto fra lei e Rupa poteva essere gestito in maniera un po' più originale, ma è questo l'unico neo dell'intero film. Per il resto, ogni sviluppo della storia non è mai scontato e tiene gli occhi fissati sullo schermo.

La caratterizzazione di Ataru è perfettamente coerente con quella della serie. Nessun epilogo dai toni sdolcinati e fiabeschi alla maniera di "Remember My Love": il rapporto fra Ataru e Lamù ha ben poco di convenzionale, e proprio per questo suo essere un legame "rivoluzionario" si rivela autentico. Nessuno dei due interessati è incatenato all'altro come un cane domestico o un servetto, è un legame privo di una rigidità interiore e di obblighi legali o burocratici, e per questo più resistente. E' un mutuo tacito accordo. Egli deve comunque mantenere una certa distanza da lei e preservare il suo margine di libertà. Spezzare questa distanza significherebbe logorare i sentimenti di entrambi. Così, anche l'abitudine di Lamù a riprendere il suo "tesoruccio" ogniqualvolta va a caccia di ragazze mantiene in vita questa coppia. Un malsano amore convenzionale, un amore così com'è moralmente dovuto, sarebbe la rovina di entrambi, sarebbe la compiutezza estrema - ergo la morte dei sentimenti, la caduta in un'apatica condizione di stasi. Ecco perché con un tocco di pungente ironia su "quante felicità può dare il matrimonio", "Urusei Yatsura" mette in evidenza un aspetto tangibile delle dinamiche interiori umane, e in "Boy Meets Girl" lo fa in particolar modo.
In tutto questo, i personaggi secondari non vengono per niente messi in ombra, ma collaborano sinergicamente alla comicità che ha sempre caratterizzato questa storia, senza snaturarne mai l'essenza.

Il character design, che ci è possibile vedere anche nella maggior parte degli OAV dedicati a "Urusei Yatsura", non fa sentire per niente la mancanza dell'eccellente Akemi Takada: Setsuko Shibuichi interpreta ed evolve alla perfezione il tratto di Rumiko Takahashi, donando a tutti i personaggi un'espressività spiccata e azzeccatissima.
Le musiche sono "cinematografiche" al punto giusto. Pur essendo in quantità più scarsa rispetto ai film precedenti, non lasciano nulla a desiderare e si inseriscono perfettamente nelle rispettive sequenze.

Il doppiaggio italiano è ottimo, perché in alcuni aspetti arricchisce il film. Mi ha fatto ridere tantissimo sentire i servitori di Rupa parlare con una forte cadenza veneta, elemento questo che mi ha ricordato la scelta spassosissima di dare l'accento siciliano agli agenti segreti di casa Mendo, nella serie TV.
Dania Cericola risulta eccellente per il personaggio di Karura, così come Claudio Moneta per la voce di Rupa.

Ma "Boy Meets Girl" mi lascia anche una leggera malinconia, perché, anche se non è l'ultima produzione anime che verrà realizzata, rappresenta il canto del cigno di quell'irripetibile capolavoro, di quella pietra miliare che è la serie di "Lamù". Dopo questo suo bellissimo finale, Rumiko Takahashi inizierà a ripetersi in scadenti rifritture della medesima serie, forse a ulteriore dimostrazione che una edelweiss come "Urusei Yatsura" non potrà mai essere replicata.



9.0/10
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"Homunculus" è un manga composto da quindici volumi, ideato e disegnato da Hideo Yamamoto, e portato in Italia da Planet Manga dal 2005 al 2012.

Susumu Nakoshi è un trentenne di bell'aspetto che vive nella sua macchina parcheggiata vicino ad un parco nel quale si radunano i senzatetto. Quando la sua vita sembra sul punto di toccare il fondo, incontra Manabu Ito, un giovane e particolare studente di medicina il cui divertimento consiste nel fare ricerche sul corpo umano. Manabu è in cerca di una cavia per praticare un esperimento di trapanazione del cranio, e in cambio della disponibilità offre una cospicua somma di denaro. Il foro è solamente di pochi millimetri, l'operazione è completamente indolore e i rischi sono minimi, per cui Nakoshi decide a malincuore di accettare.
Una volta uscito dalla sala operatoria, Nakoshi si rende conto di aver sviluppato l'abilità di vedere gli Homunculus attraverso il suo occhio sinistro, ma cosa saranno in realtà questi strani mostri che gli turberanno l'animo e che gli condizioneranno completamente la vita?

"Homunculus" è un'opera indubbiamente particolare, originale in molti suoi aspetti, ricca di idee interessanti e ben congegnate, e capace soprattutto di coinvolgere il lettore, di portarlo a ragionare e ad interrogarsi su Nakoshi, ed anche su se stesso. Un manga che indirettamente scava all'interno dell'animo del lettore, lasciando quest' ultimo confuso e disorientato in diverse occasioni.
La trama si sviluppa egregiamente, l'inizio è scoppiettante e intriso di mistero, la storia si evolve in maniera inaspettata e desta grande curiosità. Col perseguire dei volumi il livello non scende quasi mai, ad eccezione di una piccola frenata nella seconda metà dell'opera, che però viene subito seguita da un grandissimo finale, realista, crudo, e semplicemente perfetto.
Numerose ed esplicite sono le critiche alla società contemporanea, dove conta solo l'apparire, l'aspetto esteriore e i beni materiali che si posseggono; arrivati purtroppo al punto di non riuscire più scorgere ciò che si nasconde sotto la corteccia esterna, le persone non sono altro che miseri contenitori vuoti, privi di una vera identità; identità che in alcuni casi viene volontariamente dimenticata in quanto non conforme alle proprie aspettative, o meglio, non adeguata ai requisiti che la società richiede.

Dal punto di vista tecnico, "Homunculus" è un capolavoro con la "C" maiuscola. Il tratto di Hideo Yamamoto è deciso e ricco di dettagli, i fonali e le ambientazioni sono mozzafiato, così come il design dei personaggi, che riesce a donare a quest'ultimi un'espressività fuori dal comune. La lettura è estremamente scorrevole, i dialoghi non sono molti ma incisivi e ben congegnati.

In conclusione, "Homunculus" è un'opera matura e di forte impatto psicologico, nonché una meraviglia per gli occhi. Molti pregi e quasi inesistenti i difetti. Se amate il genere è una lettura estremamente consigliata, quasi obbligatoria.



6.0/10
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Gli anime psicologici, drammatici, non fini a sé stessi mi piacciono e li prediligo, perciò ho deciso di guardare Angel Beats, serie di cui si parla bene in diversi siti e la valutazione media di animeclick sembra andare in questa direzione. Ebbene ho cominciato la visione di questo anime "angelico", più di nome che di fatto, e il perché di ciò lo spiegherò strada facendo, come recita una famosa canzone di Claudio Baglioni.
La trama racconta di giovani ragazzi che, morti, si svegliano in un mondo misterioso, popolato da persone senza anima e da una strana ragazza-angelo che combatte ogni "ribelle", cioè coloro i quali non si adeguano alle regole di quel mondo. Le regole del mondo misterioso? Partecipare alla vita scolastica come normali studenti e cose del genere. Il protagonista Otonashi, insieme ad una squadra di giovani, combatterà questo essere, alla ricerca di Dio e contro il mondo stesso in cui si trovano perché non accettano la vita ingiusta vissuta fino alla loro morte. Il mondo in cui si trovano è il Purgatorio, un mondo parallelo, un'altra dimensione o cosa? Non spremetevi le meningi perché questo anime non dà tante risposte e quelle poche che soddisfa sono scarne e superficiali. Uno dei problemi principali di questa serie è proprio quello di offrire spunti interessanti nel corso delle 13 puntate ma lasciare all'immaginazione dello spettatore le soluzioni e le spiegazioni, logiche o illogiche che siano. Il fatto è che quasi sempre, come nel caso dell'origine del mondo in cui si svegliano i protagonisti, è difficile fare ragionamenti sensati e gli indizi disseminati durante la serie sono pochi e, spesso, contraddittori. Sempre rimanendo nello specifico tema dell'origine del mondo in cui "rivivono" i protagonisti, a volte si parla di reincarnazione, altre volte di Paradiso eterno e altre ancora di scomparsa nel nulla. Capirete come qualcosa non quadri e che ovviamente ciò lasci interdetto lo spettatore fino all'ultimo secondo del tredicesimo episodio, che non risolve niente sull'argomento.

Uno degli aspetti più elogiati dell'anime è sicuramente la caratterizzazione dei personaggi, tanti e divertenti, ognuno facilmente riconoscibile per una battuta o un'espressione comune. In particolare alcuni, vedi Yui, Yuri,Iwasawa e Noi, oltre al protagonista, sono esaminati attentamente nel loro drammatico passato, svelando in questo modo tematiche delicate, quali la violenza familiare, nella fattispecie gli effetti dannosi che subiscono i figli alla visione dei litigi violenti da parte dei genitori ma non solo. Altre tematiche di questi flashback sono l'importanza di aiutare gli altri mediante la donazione degli organi e l'importanza di non sentirsi inferiore a nessuno, neanche ai familiari considerati geniali. Il rovescio della medaglia qual è? Semplicemente ci sono puntate interamente dedicate a questi personaggi mentre di altri personaggi interessanti, uno su tutti T.K., non scopriamo niente sul suo passato e sulle motivazione che portano egli a ribellarsi contro Dio e contro la sua vita passata. Questo aspetto mi è piaciuto ben poco perché mi sarei aspettato maggior riguardo verso determinati personaggi e perciò mi chiede quale sia stata l'utilità di creare tanti personaggi, nonché far ridere lo spettatore con i siparietti comici, se poi non servono ad altro, soprattutto in un contesto come quello di Angelo Beats, cioè drammatico e malinconico. Parlando in soldoni del protagonista, Otonashi, non colpisce come protagonista in quanto esageratamente buonista, eccetto alcune riflessioni di grido nelle prime puntate, peccato che successivamente si trasformi in un buon samaritano, accettando senza problemi una vita ingiusta e orribile dall'inizio alla fine, nella quale non ha avuto quasi nessuna soddisfazione ma solo cocenti delusioni. Un altro aspetto della trama che non ho digerito è l'operazione anti-ombre divoratrici di anime, senza senso, e senza alcuna spiegazione logica, dall'inizio alla fine. In realtà una spiegazione viene data ma è troppo superficiale e non consente di comprendere quasi nulla sul mondo in cui è ambientato l'anime, piuttosto rende il tutto ancora più caotico e frammentato.
Personaggio che merita una descrizione a parte è Tenshi, la misteriosa ragazzina- angelo che combatte per motivi oscuri Otonashi e il suo club anti Dio. Ha poteri soprannaturali e sembra imbattibile quanto inumana, incapace di mostrare emozioni e sentimenti umani. E' certamente un personaggio su cui l'anime punta per tutta la sua durata, svelando verità nascoste puntata per puntata, fino a giungere ad una "parziale" verità ; parziale perché anche di lei non di sanno né la morte né il passato, tranne un piccolo accenno che, a mio avviso, distrugge quello che di buono era stato fatto. Non voglio spoilerare troppo ma basti sapere che lei e Otonashi sono protagonisti di un'incongruenza temporale assurda e grottesca, fuori da ogni logica e naturalmente non spiegata, come ci abitua l'intera opera. Davvero cadono le braccia quando un prodotto con una trama innovativa e dalle ottime intenzione come Angel Beats, pecca in dettagli banali ed errori da quinta elementare, mutando da potenziale capolavoro ad anime sufficiente o mediocre.

La tematica principale dell'anime, attorno alla quale ruotano le altre, è l'accettazione della vita e della morte, qualunque essa sia perché la vita è un dono e non va mai criticata, malgrado tu abbia una vita piena di sofferenza, morte e tristezza fino alla fine dei tuoi giorni. Il messaggio di fondo non è affatto male, anzi è significativo e degno di nota però critico personalmente l'esagerato buonismo non tanto dei personaggi, che almeno si ribellano mostrando gli attributi contro l'ingiustizia. Tuttavia il troppo stroppia, perciò trovo la scelta finale buona ma non la migliore perché, sebbene sia inutile rammaricarsi all'infinito di ciò che è stato e di ciò che poteva essere, è giusto protestare per mandare avanti certi valori e idee, anche a costo di trasgredire le regole della società. Parere soggettivo, sia chiaro, ma l'accettazione repentina del protagonista è una forzatura irrealistica assoluta. Lo stesso tema del Divino si perde per strada, non spiegando niente di niente e preferendo puntare sulla demenzialità e sull'umanità spicciola e irreale, nonostante le premesse siano elevate ed auliche, sfortunatamente promesse mancate nel prosieguo della serie a causa di scelta di sceneggiatura davvero discutibili.

La comicità è parte integrante della serie e riesce a regalare qualche risata, grazie a gag esilaranti e sfruttando a pieno le caratteristiche dei personaggi, in particolare di quelli bizzarri. Spesso avviene di trovarsi di fronte ad un episodio diviso a metà: metà dedicata a gag demenziali e l'altra metà invece dedicata a flashback tristissimi, riflessivi oppure a momenti di pura azione. Solitamente riesce bene questa separazione ma altre volte non è il massimo, essendo tuttavia promossa a mio parere.
Il comparto tecnico è sicuramente la parte maggiormente apprezzabile dell'anime, poiché i disegni dei personaggi sono ottimi, così come le animazioni, sempre efficienti e senza errori, sono di valore assoluto. Le musiche sono l'aspetto più famoso della serie perché coniugano tragicità a comicità e questo è chiaramente rispecchiabile nelle due versioni dell'opening, uno originale e l'altra cantata dalla doppiatrice di Yui. Certamente sono canzoni di ottimo livello, peraltro hanno riscosso ampio successo in patria e non è difficile capire il perché: voce e testo di eccellente livello. Oltre alle opening e alla citabile ending, menzionabili positivamente anche le diverse soundtrack suonate nel corso della serie, specialmente le canzoni cantate dalla band Girl dead monster, presente nell'anime con personaggi chiave e curiosi, fatto sta che la loro bravura canora è ineccepibile.

Angel Beast dunque è un anime che, tirando le somme, reputo sufficiente e poco più. Pensavo onestamente di trovarmi a guardare un capolavoro, viste e considerate le tante critiche positive, però a me non ha colpito nell'animo e neanche superficialmente, salvo leggere scene. E pensare che qualcuno perfino lo paragona alla Divina Commedia: consiglio a questa gente di andare a rileggersi l'opera del Sommo poeta, dal momento che sicuramente non ricorderà niente di essa, paragonandola a un'opera "incompleta" e scarna come Angel Beats, essenzialmente un'occasione sprecata.