Il 13° Viaggio in Giappone di AnimeClick ha visto un totale di 25 persone partite da ben tre aeroporti diversi, rispettivamente Milano, Bologna e Roma.
Il gruppo si è quindi riunito il 12 agosto 2016 durante lo scalo a Dubai, per avviarsi insieme verso il secondo volo di 10 ore diretto a Osaka.
Lo sbarco in terra nipponica è avvenuto alle ore 17 circa di sabato 13 agosto: per la maggior parte dei partecipanti si trattava del primo viaggio in Giappone, ed è difficile tradurre in parole l'emozione di vedere apparire sul monitor dell'aereo i rilievi verdeggianti e boscosi di quel territorio, i primi gruppetti di case tradizionali dai tetti blu, la baia del Kansai... La sottoscritta in particolare non è riuscita a trattenere del tutto un nodo in gola...
Il Giappone ci ha accolto con la sua caratteristica aria estiva soffocante e pregna di umidità, ma anche con l'aria condizionata accesa in ogni ambiente al chiuso a livelli altrettanto insostenibili. La prima prova di forza è stata molto probabilmente questa, perché i giapponesi sono stoici, non sudano e nemmeno si ammalano!
Abbiamo quindi lasciato l'aeroporto di Osaka con il primo treno diretto a Kyoto: l'esperienza di un viaggio in un treno giapponese si potrebbe definire mistica di per sé, ed è arduo in effetti dimenticare questo nostro primo viaggio, specie se il controllore prima di uscire da ogni scompartimento si volta con una piroetta per porgere un rispettoso inchino ai presenti!
Faceva già buio mentre fuori dal finestrino apparivano le luci della città di Osaka, con i condomini residenziali tutti uguali dagli ingressi illuminati ad uno ad uno, i convenience store della catena 7 Eleven riconoscibili dalle fasce rosse e verdi, per finire con la ruota panoramica del porto illuminata a giorno e le luci riflesse sul fiume.
Scesi a Kyoto abbiamo ammirato la torre anch'essa illuminata proprio di fronte a noi, e la spettacolare architettura della stazione.
Nei giorni successivi scopriremo che trovare posto a cena per 25 persone sarà un'impresa, ma per questa sera un izakaya sotterraneo ha fatto al caso nostro, e con i piedi incrociati sul tatami ci siamo avviati alle delizie della cucina nipponica: per me omurice e tofu fritto, itadakimasu!
Anche il viaggio in treno per Nara ci ricorda come, al di fuori di Kyoto, il Giappone sia popolato di casette singole, orti, campi di riso e boschi. Il paesaggio è splendido e rimane tale quando giungiamo a destinazione, nel parco in cui i sacri daini scorrazzano felici e famelici tra un tempio e l'altro; il primo è il Kasuga Taisha con la sua bellissima stanza buia illuminata solo di lanterne decorate.
Nel Todaiji buddista assistiamo invece alla schiera di bimbi (e non) che cercano di entrare nel cosiddetto "orifizio del Buddha", scavato in una delle colonne del tempio. Si dice che oltrepassarlo porti fortuna, ma è riservato all'esile corporatura di bambini e pochi altri eletti!
Dopo il pranzo a Nara, nel pomeriggio rientriamo e ci dividiamo in gruppi, diretti alla sede della Kyoto Animation e alla scalata del Fushimi Inari poi.
Qui, a dispetto di una mattina assolata, veniamo colti da un acquazzone di notevole intensità e durata (il primo di una lunga serie...), che però non ci impedisce trovare la nuova sede del negozio; acquisti Free! a gogò e poi dritti al Fushimi Inari, il percorso dei 1000 torii rossi nel cuore delle colline circostanti Kyoto.
Dopo la pioggia, l'atmosfera è quasi da foresta pluviale, con il canto assordante di grilli e cicale, il rumore delle cascatelle nel bosco, il silenzio con cui si incede, malgrado il percorso pulluli di turisti di ogni nazionalità; anche così rimane estremamente affascinante, e giungere alla vetta al calar del sole ha il sapore magico degli obiettivi conquistati con caparbietà, e ricambiati da una veduta magnifica!
L'appuntamento con la "città paradiso del cibo", come la si definisce in Detective Conan, ci ha visti rimbalzare tra un mezzo di trasporto e l'altro, in cerca del modo più efficace per raggiungere il Sumiyoshi Taisha.
Non senza difficoltà e qualche giro a vuoto siamo quindi arrivati in prossimità del bellissimo ponte rosso arcuato all'ingresso del tempio shintoista dedicato a più divinità.
La seconda tappa è il tempio buddista di Shitennoji, decorato a festa per il matsuri: tra bancarelle e festoni, noi siamo felici di immergerci anche nell'ampio giardino zen, e quindi di pranzare alla mensa allestita per i lavoratori del tempio assaggiando un ottimo kitsune udon condito dalle chiacchiere di una vecchina in kansaiben, il celebre dialetto locale.
Il percorso verso il castello di Osaka, nel pomeriggio, ci porta ad affiancare anche il quartiere dello Shinsekai, al centro del quale la torre Tsutenkaku svetta un po' tozza ma comunque riconoscibilissima.
La tappa successiva è il Mandarake Grand Chaos, primo vero stop otaku del viaggio dove abbiamo lasciato molti Yen, quindi una cena caratteristica a base di takoyaki bollenti e deliziosi, prima di svoltare tra le luci e il chiasso della via Dotombori, da cui non si vorrebbe più ripartire.
A conclusione di una giornata impegnativa ma straordinaria, eccoci correre verso l'Umeda Sky Building per ammirare il paesaggio notturno della città a 360°, e poi collassare sull'ultimo treno di ritorno per Kyoto.
Siamo a Kyoto oggi, e il celebre tempio Kinkakuji risplende come da nome sotto i raggi di un bel sole caldo; proseguiamo la visita ai templi Ryoanji e Ninnaji, oltre che allo splendido Omuro Palace, ex residenza estiva dell'imperatore.
A pranzo ci rifocilliamo con degli ottimi unagidon e gyudon, quindi ci dirigiamo ad Arashiyama, con la visita del tempio, del giardino zen e della celebre foresta di bambù. Purtroppo il tempo peggiora a vista d'occhio, malgrado l'atmosfera da matsuri respirata nella cittadina e le numerosissime coppie e gruppi di amici che girano abbigliati in yukata.
E' davvero un peccato, pertanto quando rientriamo fradici siamo anche un po' mogi, il matsuri aveva delle potenzialità stratosferiche e purtroppo non siamo riusciti a godercelo al meglio!
Anche il viaggio verso Himeji di oggi è costellato da un meteo incerto; la coda di un tifone che ha colpito Tokyo nella notte si riversa anche anche su di noi, e appena usciti dalla stazione arriva pioggia intensa ed intermittente.
Al castello dell'Airone bianco tuttavia non troviamo ore di attesa per l'ingresso, e poi riusciamo a goderci comunque gli ampi giardini e la pace che si respira in questi ambienti.
Pranziamo con la nostra guida Takeshi in un locale con vista sul castello, quindi ci mettiamo in marcia verso il bus e la funivia che ci condurranno al monte Shosha. Suoniamo la campana che vibra grave e risuona nel bosco, ci addentriamo in salita affiancando statuette di divinità e scovando un tempio dopo l'altro del vasto complesso che prende il nome di Engyōji.
Qualcuno di noi scopre che questi boschi sono fitti anche di Pokémon...
Il secondo tempio che visitiamo è stato la struttura che ha accolto il set del film L'ultimo samurai.
Al rientro a Kyoto, decidiamo di cenare con curry nella catena CoCo Ichiban'ya, quindi uno stoico gruppetto parte diretto verso Pontocho e Gion, il quartiere delle geishe.
E' notte fonda ormai, Kyoto è rischiarata solo della luce soffusa della luna crescente e delle lanterne che illuminano il lungofiume, dove gruppetti di giovani vivono il loro matsuri accendendo stelline di fuoco e godendosi il panorama.
E' già questa una magia, pertanto forse non realizziamo nemmeno appieno di non essere più nel Giappone moderno, bensì in quello delle sale da té dei secoli passati.
All'improvviso, una geisha spunta dietro di noi e, diversamente dal solito, non fugge spaventata! E' con un cliente, e cammina adagio al suo fianco (e noi la seguiamo furtivi).
Siamo increduli ed emozionati.
Poco dopo ne giunge un'altra dall'altra parte della strada, che si ferma a salutare la collega con un inchino.
Siamo ancora più increduli, affatto in grado di capacitarci di ciò che abbiamo appena visto, e sappiamo che queste immagini non se ne andranno presto dalla nostra testa, quindi rientriamo in albergo con tanta emozione nel cuore...
C'è uno splendido sole a Hiroshima a illuminare il Genbaku Dome, uno dei pochi edifici rimasti in piedi dopo l'atomica e divenuto il simbolo stesso dello scheletro della città.
Il museo dedicato alla memoria di quanto accaduto è tuttora in corso di rifacimento, pertanto ne visitiamo soltanto una parte, ma anche così è sufficiente a far mancare il respiro e far venire un groppo in gola di fronte agli orrori di cui il museo è testimonianza.
Di fronte alla teca che ospita le gru di carta donate dal Presidente Obama, in ricordo della storia di Sadako, un vecchino ci insegna a fabbricare da noi le nostre gru, e la pazienza richiesta per questo lavoro delicato lenisce almeno un po' quanto visto nel museo.
Nel pomeriggio ci dirigiamo in traghetto nell'isoletta di Miyajima, dove altri daini, più quieti, ci accolgono, e il famoso torii non è ancora immerso nell'acqua.
Visitiamo l'ampio e bellissimo tempio di Itsukushima che si specchierà anch'esso nelle acque con l'alta marea, pranziamo con nikuman al celebre chioschetto citato persino in Detective Conan, e seduti sul tatami ci dedichiamo ad ostriche panate in tempura (una vera goduria!).
Il tempo dell'alta marea si avvicina, così decidiamo di mollare le scarpe e vedere da vicino la base del torii, mentre l'acqua inizia lentamente a lambirci i piedi.
E' magico stare qui, nella corrente a tratti tiepida e ad altri più fresca, mentre l'acqua risale...
E poi lasciamo Miyajima riguardando il torii nel frattempo ritornato al suo mare.
Passeggiando sulla terrazza mozzafiato del celebre complesso di templi buddisti del Kiyomizudera ci viene da chiederci come sarebbe stare qui quando l'autunno tinge le foglie di mille colori, e non stupisce che il tutto sia inserito nel Patrimonio Mondiale dell'Unesco.
Alcuni di noi provano inoltre l'esperienza della Zuigu do, immergendosi nel buio più totale fino all'apparizione della pietra illuminata.
Nel quartiere commerciale della zona, davvero caratteristico nelle sue strutture di case tradizionali, troviamo tè verde e le caramelle konpeito, ma anche un negozio Ghibli in cui non manchiamo di mettere ovviamente piede!
Nel pomeriggio il viaggio verso Tokyo, in treno, ci regala ancora una volta stupendi paesaggi attraverso il finestrino, e la capitale ci accoglie con i suoi grattacieli e la confusione della gente che va e viene in ogni possibile direzione. Con una sorta di timore reverenziale attraversiamo la zona otaku di Ikebukuro, diretti al nostro hotel nel complesso del Sunshine City (il cui grattacielo non mancherà di accendere ricordi nei lettori di X delle Clamp), mentre a destra e a sinistra campeggiano Hello Kitty gigantesche, negozi della SEGA e chi più ne ha più ne metta.
Addirittura, una zampa di Godzilla:
Ma soprattutto, ci rassicura sapere che a fianco della hall dell'albergo c'è un Family Mart, perché già ci stavamo sentendo orfani del 7-Eleven di fronte alla Kyoto Station...
Per porgere omaggio al Gundam di Odaiba, vi giungiamo in serata con la monorotaia che attraversa la baia e il Rainbow bridge, quindi ci rilassiamo alle terme delle Oedo Onsen Monogatari nei nostri yukata di ordinanza, e forse non vorremmo più andarcene di qui...
Le previsioni meteo non sono dalla nostra parte: un paio di tifoni si stanno avvicinando al Giappone, e le prime piogge sono già arrivate.
Alcuni di noi optano per andare subito all'arrembaggio di Akihabara e Nakano, altri decidono di non rinunciare al programma e puntano ad Asakusa: qui la pioggia non scoraggia chi sceglie di pescare la fortuna "omikuji" al severo tempio Senso-ji... e dopo un po' la pioggia cessa. Il pranzo è base di deliziosi okonomiyaki gustati in un localino ribattezzato "dello Shota, della Bishojo e del Bishonen": la soddisfazione di poter finalmente assaggiare questo piatto è davvero tanta!! Da qui ci spostiamo fiduciosi nella zona di Takeshita Dori, dove incidentalmente ci imbattiamo anche nel bus promozionale rosa delle AKB48 subito dopo aver osservato una quindicina di pannelli pubblicitari narranti una storia molto shojo e molto kabedon... ebbene sì, siamo ad Harajuku.
Il nostro obiettivo è poi il tempio Meiji Jingu, immerso nel verde proprio nel cuore di Tokyo: alcune botti di sakè provenienti dalle 47 diverse prefetture del Giappone sono state qui consacrate, assieme ad altre di pregiato vino francese. Osserviamo anche più di qualche persona pregare i Goshinboku, gli alberi sacri.
Purtroppo ricomincia a piovere a tratti, fuggiamo a Ueno ma non riusciamo a goderci appieno l'enorme parco: siamo tuttavia nel centro esatto del lago ricoperto di ninfee, attorniati da bancarelle da matsuri, e scopriamo che tutta la gente attorno a noi si muove a branco e non smette di fissare il proprio cellulare.... sembra che ci siano dei Dragonair in zona, e nessun giapponese qui si esenta dal giocare a Pokémon Go, pioggia o non pioggia!
Li osserviamo incuriositi per un po', quindi ci spostiamo per una veloce tappa all'Hard Rock Café e concludiamo la giornata con una cena a base di ramen e soba presso il negozio del "ramen con le bacchette che si muovono da sole".
Oggi siamo in viaggio verso il Museo Ghibli, e stranamente il sole splende! Dalla stazione di Mitaka arriviamo quindi al museo a piedi lungo i viali alberati, notando le tante persone che qui fanno jogging.
Al museo riceviamo il nostro biglietto con fotogramma annesso, a me è toccato in sorte Laputa e ne sono ben felice! Alla proiezione del cortometraggio del seguito di Totoro piango lacrime di emozione, poi per fortuna c'è molto di divertente da scoprire nelle stanze rinnovate, tra cui un nekobus per adulti da cui non ci si vorrebbe più alzare!! Dopo la foto di rito al gigante di Laputa ci dedichiamo allo shopping e diciamo addio a molti altri yen...
Di ritorno a Tokyo ci fermiamo lungamente a Nakano Broadway, e dopo un'ottima pausa ramen è la volta di altro shopping sfrenato: figures, manga e chi più ne ha più ne metta... la presenza di numerosi Mandarake è una manna dal cielo, o forse il segno della perdizione più totale, chissà.
Quando ci spostiamo, la nuova meta è Shibuya, e lì lottiamo con la folla per guadagnarci il nostro spazio per salutare Hachiko (oggi accompagnato da un micio coccoloso) e per il selfie di turno!
Shibuya è sede di un altro Mandarake e di un Book-off... possiamo forse astenerci?
Quando posiamo i nostri acquisti, è per cenare con dell'agognato sushi alla catena Uobei Dogenzaka, appena dietro il famoso grattacielo 109: i piattini ci sono arrivati sparati sul nastro come proiettili, e sono uno più buono dell'altro!
Il tifone è arrivato e, neanche a dirlo viene dritto su Tokyo: non ne siamo molto felici, ma non ci lasciamo scoraggiare del tutto. C'è chi si muove ancora una volta verso Akihabara per provare il Gundam Café e chi decide di rimanere in zona ed andare a piedi, sotto il diluvio universale, all'Animate di ben 8 piani della famosa Otome Road di Ikebukuro: neanche a dirlo, riusciamo a fare dell'ampio shopping pure qui, quindi quando la comitiva rientra fradicia in sede, è zeppa anche di preziosi acquisti.
L'inserviente all'ingresso dell'Hotel ci fa entrare con un "ganbatte!" (coraggio!) che ci strappa un sorriso.
Se non altro possiamo ben dire di aver provato anche l'esperienza, e comunque il soggiorno al Sunshine, nel bel mezzo di un complesso commerciale, si rivela ora quanto mai propizio per trascorrere il resto della giornata, tra Pokémon Center, 100Yen Shop e ristorantini da provare: oggi ad esempio abbiamo fatto nostri gli yakitori!.
La foto con il Pikachu all'ingresso del Pokémon Center mi viene scattata dalla commessa al suono di "pika pika pikachu!"... momenti indimenticabili...
Nel pomeriggio assistiamo all'occhio del ciclone: non piove, c'è solo un vento fortissimo, ma comunque fatichiamo a rendercene conto, perché anche se le metro stanno venendo progressivamente sospese, nei negozi o nelle stazioni si respira la calma incommensurabile dei giapponesi, e si ha la sensazione di essere comunque al sicuro.
Alla sera intravediamo qualche sprazzo di azzurro in cielo... ce la faremo sicuramente!
Purtroppo decidiamo di annullare la gita a Kamakura, che è stata la zona in assoluto più colpita dal tifone di ieri, ma partiamo comunque verso l'isoletta di Enoshima, con tempo incerto: la stazione e il trenino hanno un'atmosfera di altri tempi, messa in fotografia anche dai turisti giapponesi stessi!
L'isola è molto gettonata e offre parecchio di che vedere, dalle viuzze di gradini tutti in salita al tempio e la campanella dell'amore (che non potevamo esimerci dal provare), dai giardini botanici alla vista a 360° dall'alto del faro (da dove, se fossimo fortunati, si potrebbe intravedere il monte Fuji), dai ristorantini dove proviamo l'Enoshima-don sino alle grotte del drago... chiuse per maltempo.
Ripercorriamo i gradini fino al ponte che collega l'isola con la terraferma, ci voltiamo a salutare Enoshima, e lì avviene la magia: "Fuji-san da"!
Nel bel mezzo di un covo di nuvole, all'orizzonte sul mare, è apparso il cono del Fuji, e non riusciamo veramente a crederci, almeno fino a quando non ci rendiamo conto che i giapponesi sono quasi più stupiti di noi dall'eccezionalità dell'evento!
Fuji-san da!
Rientriamo a Tokyo felici e contenti, stavolta diretti alla presa della Tokyo Tower, splendidamente illuminta, che raggiungiamo sul far del tramonto mentre cantiamo la sigla di Rayearth: non me ne voglia nessuno, io amo la Torre Eiffel e riconosco la superiorità stilistica della Tokyo SkyTree. Ma la Tokyo Tower è la Tokyo Tower, e per chi è cresciuta con Sailor Moon e con le CLAMP come me, non esiste altra torre all'infuori di questa.
Il panorama notturno di Tokyo è davvero magnifico: riconosciamo la baia di Odaiba con la sua ruota colorata e le vie tinte di rosso dalla scia dei fari delle auto.
Non contenti di tanto spettacolo, una volta discesi torniamo a Shibuya, dove ci attende il bis di sushi e la tappa al Karaoke: e abbiamo dato con Love Live, Free, i Giganti, We are e Sayaendou di One Piece, Evangelion, Slam Dunk, Cha-la Head Cha-la... e Pegasus Fantasy! L'unico difetto di tutto ciò è che il tempo al karaoke vola!
Di nuovo tentiamo di rimetterci in pari col programma previsto per Tokyo e decidiamo di visitare i giardini imperiali malgrado il tempo molto incerto. Usciamo asciutti dall'enorme area e poi nuova tappa ad Asakusa, per chi di noi non aveva ancora visitato l'area, dove oltre al responso del tempio troveremo anche un negozietto di taiyaki caldi appena sfornati, yum!!
Personalmente mi reco invece in visita a Yebisu Garden Place, un piccolo quartiere chiuso al traffico che contiene un lungo viale alberato in fondo al quale spicca tra i grattacieli una dimora in stile francese classico.
Nella piazzetta antistante ci sono centinaia di giapponesi seduti a pranzare con il loro bento!
Si può inoltre salire gratuitamente sino al 39° piano della Yebisu Tower per ammirare Tokyo dall'alto; di rientro da quest'area, nel pomeriggio ci dedichiamo ad esplorare Akihabara, e il portafoglio piange...
C'è chi sceglie di piantare le tende ad Akihabara, chi scala la Tokyo SkyTree e con l'occasione fa una capatina ad un nuovo Ghibli Shop, e chi come me se ne parte per Nagoya, e nello shinkansen si imbatte nell'inaspettata apparizione del Monte Fuji sgombro da nubi... sono così emozionata che mi mancano davvero le parole...
Nel tempo rimasto si va allo Shinjuku Gyoen Park, una vera perla per gli occhi e per il cuore in una limpida giornata di sole come questa:
Quindi si saluta il Godzilla di Shinjuku e si sale gratuitamente sulla torre sud del Tokyo Metropolitan Building Hall, dove ci accoglie una splendida visione di Tokyo a 360°, e di nuovo si profila pallido il Fuji nel lontano orizzonte. Tra i grattacieli spicca il cuore verde del Meiji Jingu!
E poi giunge il tempo del rientro in patria, da Haneda (dove facciamo altre compere a base di Kit Kat ai gusti più disparati) e quindi da Dubai, anche se siamo abbastanza certi che un pezzo di cuore sia rimasto in Giappone, e non c'è verso di rimuoverlo da dove sta, se non pensando che un giorno torneremo a riprenderlo proprio là, nel nostro personalissimo Paese delle Meraviglie...
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Il gruppo si è quindi riunito il 12 agosto 2016 durante lo scalo a Dubai, per avviarsi insieme verso il secondo volo di 10 ore diretto a Osaka.
Venerdì 12 e sabato 13 agosto: l'arrivo
Lo sbarco in terra nipponica è avvenuto alle ore 17 circa di sabato 13 agosto: per la maggior parte dei partecipanti si trattava del primo viaggio in Giappone, ed è difficile tradurre in parole l'emozione di vedere apparire sul monitor dell'aereo i rilievi verdeggianti e boscosi di quel territorio, i primi gruppetti di case tradizionali dai tetti blu, la baia del Kansai... La sottoscritta in particolare non è riuscita a trattenere del tutto un nodo in gola...
Il Giappone ci ha accolto con la sua caratteristica aria estiva soffocante e pregna di umidità, ma anche con l'aria condizionata accesa in ogni ambiente al chiuso a livelli altrettanto insostenibili. La prima prova di forza è stata molto probabilmente questa, perché i giapponesi sono stoici, non sudano e nemmeno si ammalano!
Abbiamo quindi lasciato l'aeroporto di Osaka con il primo treno diretto a Kyoto: l'esperienza di un viaggio in un treno giapponese si potrebbe definire mistica di per sé, ed è arduo in effetti dimenticare questo nostro primo viaggio, specie se il controllore prima di uscire da ogni scompartimento si volta con una piroetta per porgere un rispettoso inchino ai presenti!
Faceva già buio mentre fuori dal finestrino apparivano le luci della città di Osaka, con i condomini residenziali tutti uguali dagli ingressi illuminati ad uno ad uno, i convenience store della catena 7 Eleven riconoscibili dalle fasce rosse e verdi, per finire con la ruota panoramica del porto illuminata a giorno e le luci riflesse sul fiume.
Scesi a Kyoto abbiamo ammirato la torre anch'essa illuminata proprio di fronte a noi, e la spettacolare architettura della stazione.
Nei giorni successivi scopriremo che trovare posto a cena per 25 persone sarà un'impresa, ma per questa sera un izakaya sotterraneo ha fatto al caso nostro, e con i piedi incrociati sul tatami ci siamo avviati alle delizie della cucina nipponica: per me omurice e tofu fritto, itadakimasu!
Domenica 14 agosto: Nara, Kyoto Animation, Fushimi Inari
Anche il viaggio in treno per Nara ci ricorda come, al di fuori di Kyoto, il Giappone sia popolato di casette singole, orti, campi di riso e boschi. Il paesaggio è splendido e rimane tale quando giungiamo a destinazione, nel parco in cui i sacri daini scorrazzano felici e famelici tra un tempio e l'altro; il primo è il Kasuga Taisha con la sua bellissima stanza buia illuminata solo di lanterne decorate.
Nel Todaiji buddista assistiamo invece alla schiera di bimbi (e non) che cercano di entrare nel cosiddetto "orifizio del Buddha", scavato in una delle colonne del tempio. Si dice che oltrepassarlo porti fortuna, ma è riservato all'esile corporatura di bambini e pochi altri eletti!
Dopo il pranzo a Nara, nel pomeriggio rientriamo e ci dividiamo in gruppi, diretti alla sede della Kyoto Animation e alla scalata del Fushimi Inari poi.
Qui, a dispetto di una mattina assolata, veniamo colti da un acquazzone di notevole intensità e durata (il primo di una lunga serie...), che però non ci impedisce trovare la nuova sede del negozio; acquisti Free! a gogò e poi dritti al Fushimi Inari, il percorso dei 1000 torii rossi nel cuore delle colline circostanti Kyoto.
Dopo la pioggia, l'atmosfera è quasi da foresta pluviale, con il canto assordante di grilli e cicale, il rumore delle cascatelle nel bosco, il silenzio con cui si incede, malgrado il percorso pulluli di turisti di ogni nazionalità; anche così rimane estremamente affascinante, e giungere alla vetta al calar del sole ha il sapore magico degli obiettivi conquistati con caparbietà, e ricambiati da una veduta magnifica!
Lunedì 15 agosto: Osaka
L'appuntamento con la "città paradiso del cibo", come la si definisce in Detective Conan, ci ha visti rimbalzare tra un mezzo di trasporto e l'altro, in cerca del modo più efficace per raggiungere il Sumiyoshi Taisha.
Non senza difficoltà e qualche giro a vuoto siamo quindi arrivati in prossimità del bellissimo ponte rosso arcuato all'ingresso del tempio shintoista dedicato a più divinità.
La seconda tappa è il tempio buddista di Shitennoji, decorato a festa per il matsuri: tra bancarelle e festoni, noi siamo felici di immergerci anche nell'ampio giardino zen, e quindi di pranzare alla mensa allestita per i lavoratori del tempio assaggiando un ottimo kitsune udon condito dalle chiacchiere di una vecchina in kansaiben, il celebre dialetto locale.
Il percorso verso il castello di Osaka, nel pomeriggio, ci porta ad affiancare anche il quartiere dello Shinsekai, al centro del quale la torre Tsutenkaku svetta un po' tozza ma comunque riconoscibilissima.
La tappa successiva è il Mandarake Grand Chaos, primo vero stop otaku del viaggio dove abbiamo lasciato molti Yen, quindi una cena caratteristica a base di takoyaki bollenti e deliziosi, prima di svoltare tra le luci e il chiasso della via Dotombori, da cui non si vorrebbe più ripartire.
A conclusione di una giornata impegnativa ma straordinaria, eccoci correre verso l'Umeda Sky Building per ammirare il paesaggio notturno della città a 360°, e poi collassare sull'ultimo treno di ritorno per Kyoto.
Martedì 16 agosto: Kyoto e Arashiyama
Siamo a Kyoto oggi, e il celebre tempio Kinkakuji risplende come da nome sotto i raggi di un bel sole caldo; proseguiamo la visita ai templi Ryoanji e Ninnaji, oltre che allo splendido Omuro Palace, ex residenza estiva dell'imperatore.
A pranzo ci rifocilliamo con degli ottimi unagidon e gyudon, quindi ci dirigiamo ad Arashiyama, con la visita del tempio, del giardino zen e della celebre foresta di bambù. Purtroppo il tempo peggiora a vista d'occhio, malgrado l'atmosfera da matsuri respirata nella cittadina e le numerosissime coppie e gruppi di amici che girano abbigliati in yukata.
La cerimonia del Tōrō nagashi con le tipiche lanterne a mo' di barchette sull'acqua inizia con difficoltà sotto la pioggia e s'interrompe poco tempo dopo sotto un diluvio incessante, che impedisce ai colli attorno a Kyoto di accendersi dei kanji vergati col fuoco.
E' davvero un peccato, pertanto quando rientriamo fradici siamo anche un po' mogi, il matsuri aveva delle potenzialità stratosferiche e purtroppo non siamo riusciti a godercelo al meglio!
Mercoledì 17 agosto: Himeji e Gion
Anche il viaggio verso Himeji di oggi è costellato da un meteo incerto; la coda di un tifone che ha colpito Tokyo nella notte si riversa anche anche su di noi, e appena usciti dalla stazione arriva pioggia intensa ed intermittente.
Al castello dell'Airone bianco tuttavia non troviamo ore di attesa per l'ingresso, e poi riusciamo a goderci comunque gli ampi giardini e la pace che si respira in questi ambienti.
Pranziamo con la nostra guida Takeshi in un locale con vista sul castello, quindi ci mettiamo in marcia verso il bus e la funivia che ci condurranno al monte Shosha. Suoniamo la campana che vibra grave e risuona nel bosco, ci addentriamo in salita affiancando statuette di divinità e scovando un tempio dopo l'altro del vasto complesso che prende il nome di Engyōji.
Qualcuno di noi scopre che questi boschi sono fitti anche di Pokémon...
Il secondo tempio che visitiamo è stato la struttura che ha accolto il set del film L'ultimo samurai.
Al rientro a Kyoto, decidiamo di cenare con curry nella catena CoCo Ichiban'ya, quindi uno stoico gruppetto parte diretto verso Pontocho e Gion, il quartiere delle geishe.
E' notte fonda ormai, Kyoto è rischiarata solo della luce soffusa della luna crescente e delle lanterne che illuminano il lungofiume, dove gruppetti di giovani vivono il loro matsuri accendendo stelline di fuoco e godendosi il panorama.
E' già questa una magia, pertanto forse non realizziamo nemmeno appieno di non essere più nel Giappone moderno, bensì in quello delle sale da té dei secoli passati.
All'improvviso, una geisha spunta dietro di noi e, diversamente dal solito, non fugge spaventata! E' con un cliente, e cammina adagio al suo fianco (e noi la seguiamo furtivi).
Siamo increduli ed emozionati.
Poco dopo ne giunge un'altra dall'altra parte della strada, che si ferma a salutare la collega con un inchino.
Siamo ancora più increduli, affatto in grado di capacitarci di ciò che abbiamo appena visto, e sappiamo che queste immagini non se ne andranno presto dalla nostra testa, quindi rientriamo in albergo con tanta emozione nel cuore...
Giovedì 18 agosto: Hiroshima
C'è uno splendido sole a Hiroshima a illuminare il Genbaku Dome, uno dei pochi edifici rimasti in piedi dopo l'atomica e divenuto il simbolo stesso dello scheletro della città.
Il museo dedicato alla memoria di quanto accaduto è tuttora in corso di rifacimento, pertanto ne visitiamo soltanto una parte, ma anche così è sufficiente a far mancare il respiro e far venire un groppo in gola di fronte agli orrori di cui il museo è testimonianza.
Di fronte alla teca che ospita le gru di carta donate dal Presidente Obama, in ricordo della storia di Sadako, un vecchino ci insegna a fabbricare da noi le nostre gru, e la pazienza richiesta per questo lavoro delicato lenisce almeno un po' quanto visto nel museo.
Nel pomeriggio ci dirigiamo in traghetto nell'isoletta di Miyajima, dove altri daini, più quieti, ci accolgono, e il famoso torii non è ancora immerso nell'acqua.
Visitiamo l'ampio e bellissimo tempio di Itsukushima che si specchierà anch'esso nelle acque con l'alta marea, pranziamo con nikuman al celebre chioschetto citato persino in Detective Conan, e seduti sul tatami ci dedichiamo ad ostriche panate in tempura (una vera goduria!).
Il tempo dell'alta marea si avvicina, così decidiamo di mollare le scarpe e vedere da vicino la base del torii, mentre l'acqua inizia lentamente a lambirci i piedi.
E' magico stare qui, nella corrente a tratti tiepida e ad altri più fresca, mentre l'acqua risale...
E poi lasciamo Miyajima riguardando il torii nel frattempo ritornato al suo mare.
Venerdì 19 agosto: Kiyomizudera a Kyoto, partenza per Tokyo e Onsen a Odaiba
Passeggiando sulla terrazza mozzafiato del celebre complesso di templi buddisti del Kiyomizudera ci viene da chiederci come sarebbe stare qui quando l'autunno tinge le foglie di mille colori, e non stupisce che il tutto sia inserito nel Patrimonio Mondiale dell'Unesco.
Alcuni di noi provano inoltre l'esperienza della Zuigu do, immergendosi nel buio più totale fino all'apparizione della pietra illuminata.
Nel quartiere commerciale della zona, davvero caratteristico nelle sue strutture di case tradizionali, troviamo tè verde e le caramelle konpeito, ma anche un negozio Ghibli in cui non manchiamo di mettere ovviamente piede!
Nel pomeriggio il viaggio verso Tokyo, in treno, ci regala ancora una volta stupendi paesaggi attraverso il finestrino, e la capitale ci accoglie con i suoi grattacieli e la confusione della gente che va e viene in ogni possibile direzione. Con una sorta di timore reverenziale attraversiamo la zona otaku di Ikebukuro, diretti al nostro hotel nel complesso del Sunshine City (il cui grattacielo non mancherà di accendere ricordi nei lettori di X delle Clamp), mentre a destra e a sinistra campeggiano Hello Kitty gigantesche, negozi della SEGA e chi più ne ha più ne metta.
Addirittura, una zampa di Godzilla:
Ma soprattutto, ci rassicura sapere che a fianco della hall dell'albergo c'è un Family Mart, perché già ci stavamo sentendo orfani del 7-Eleven di fronte alla Kyoto Station...
Per porgere omaggio al Gundam di Odaiba, vi giungiamo in serata con la monorotaia che attraversa la baia e il Rainbow bridge, quindi ci rilassiamo alle terme delle Oedo Onsen Monogatari nei nostri yukata di ordinanza, e forse non vorremmo più andarcene di qui...
Sabato 20 agosto: Asakusa, Meiji Jingu e Ueno
Le previsioni meteo non sono dalla nostra parte: un paio di tifoni si stanno avvicinando al Giappone, e le prime piogge sono già arrivate.
Alcuni di noi optano per andare subito all'arrembaggio di Akihabara e Nakano, altri decidono di non rinunciare al programma e puntano ad Asakusa: qui la pioggia non scoraggia chi sceglie di pescare la fortuna "omikuji" al severo tempio Senso-ji... e dopo un po' la pioggia cessa. Il pranzo è base di deliziosi okonomiyaki gustati in un localino ribattezzato "dello Shota, della Bishojo e del Bishonen": la soddisfazione di poter finalmente assaggiare questo piatto è davvero tanta!! Da qui ci spostiamo fiduciosi nella zona di Takeshita Dori, dove incidentalmente ci imbattiamo anche nel bus promozionale rosa delle AKB48 subito dopo aver osservato una quindicina di pannelli pubblicitari narranti una storia molto shojo e molto kabedon... ebbene sì, siamo ad Harajuku.
Il nostro obiettivo è poi il tempio Meiji Jingu, immerso nel verde proprio nel cuore di Tokyo: alcune botti di sakè provenienti dalle 47 diverse prefetture del Giappone sono state qui consacrate, assieme ad altre di pregiato vino francese. Osserviamo anche più di qualche persona pregare i Goshinboku, gli alberi sacri.
Purtroppo ricomincia a piovere a tratti, fuggiamo a Ueno ma non riusciamo a goderci appieno l'enorme parco: siamo tuttavia nel centro esatto del lago ricoperto di ninfee, attorniati da bancarelle da matsuri, e scopriamo che tutta la gente attorno a noi si muove a branco e non smette di fissare il proprio cellulare.... sembra che ci siano dei Dragonair in zona, e nessun giapponese qui si esenta dal giocare a Pokémon Go, pioggia o non pioggia!
Li osserviamo incuriositi per un po', quindi ci spostiamo per una veloce tappa all'Hard Rock Café e concludiamo la giornata con una cena a base di ramen e soba presso il negozio del "ramen con le bacchette che si muovono da sole".
Domenica 21 agosto: Museo Ghibli, Nakano Broadway e Shibuya
Oggi siamo in viaggio verso il Museo Ghibli, e stranamente il sole splende! Dalla stazione di Mitaka arriviamo quindi al museo a piedi lungo i viali alberati, notando le tante persone che qui fanno jogging.
Al museo riceviamo il nostro biglietto con fotogramma annesso, a me è toccato in sorte Laputa e ne sono ben felice! Alla proiezione del cortometraggio del seguito di Totoro piango lacrime di emozione, poi per fortuna c'è molto di divertente da scoprire nelle stanze rinnovate, tra cui un nekobus per adulti da cui non ci si vorrebbe più alzare!! Dopo la foto di rito al gigante di Laputa ci dedichiamo allo shopping e diciamo addio a molti altri yen...
Di ritorno a Tokyo ci fermiamo lungamente a Nakano Broadway, e dopo un'ottima pausa ramen è la volta di altro shopping sfrenato: figures, manga e chi più ne ha più ne metta... la presenza di numerosi Mandarake è una manna dal cielo, o forse il segno della perdizione più totale, chissà.
Quando ci spostiamo, la nuova meta è Shibuya, e lì lottiamo con la folla per guadagnarci il nostro spazio per salutare Hachiko (oggi accompagnato da un micio coccoloso) e per il selfie di turno!
Shibuya è sede di un altro Mandarake e di un Book-off... possiamo forse astenerci?
Quando posiamo i nostri acquisti, è per cenare con dell'agognato sushi alla catena Uobei Dogenzaka, appena dietro il famoso grattacielo 109: i piattini ci sono arrivati sparati sul nastro come proiettili, e sono uno più buono dell'altro!
Lunedì 22 agosto: Tifone e shopping
Il tifone è arrivato e, neanche a dirlo viene dritto su Tokyo: non ne siamo molto felici, ma non ci lasciamo scoraggiare del tutto. C'è chi si muove ancora una volta verso Akihabara per provare il Gundam Café e chi decide di rimanere in zona ed andare a piedi, sotto il diluvio universale, all'Animate di ben 8 piani della famosa Otome Road di Ikebukuro: neanche a dirlo, riusciamo a fare dell'ampio shopping pure qui, quindi quando la comitiva rientra fradicia in sede, è zeppa anche di preziosi acquisti.
L'inserviente all'ingresso dell'Hotel ci fa entrare con un "ganbatte!" (coraggio!) che ci strappa un sorriso.
Se non altro possiamo ben dire di aver provato anche l'esperienza, e comunque il soggiorno al Sunshine, nel bel mezzo di un complesso commerciale, si rivela ora quanto mai propizio per trascorrere il resto della giornata, tra Pokémon Center, 100Yen Shop e ristorantini da provare: oggi ad esempio abbiamo fatto nostri gli yakitori!.
La foto con il Pikachu all'ingresso del Pokémon Center mi viene scattata dalla commessa al suono di "pika pika pikachu!"... momenti indimenticabili...
Nel pomeriggio assistiamo all'occhio del ciclone: non piove, c'è solo un vento fortissimo, ma comunque fatichiamo a rendercene conto, perché anche se le metro stanno venendo progressivamente sospese, nei negozi o nelle stazioni si respira la calma incommensurabile dei giapponesi, e si ha la sensazione di essere comunque al sicuro.
Alla sera intravediamo qualche sprazzo di azzurro in cielo... ce la faremo sicuramente!
Martedì 23 agosto: Enoshima e Tokyo Tower
Purtroppo decidiamo di annullare la gita a Kamakura, che è stata la zona in assoluto più colpita dal tifone di ieri, ma partiamo comunque verso l'isoletta di Enoshima, con tempo incerto: la stazione e il trenino hanno un'atmosfera di altri tempi, messa in fotografia anche dai turisti giapponesi stessi!
L'isola è molto gettonata e offre parecchio di che vedere, dalle viuzze di gradini tutti in salita al tempio e la campanella dell'amore (che non potevamo esimerci dal provare), dai giardini botanici alla vista a 360° dall'alto del faro (da dove, se fossimo fortunati, si potrebbe intravedere il monte Fuji), dai ristorantini dove proviamo l'Enoshima-don sino alle grotte del drago... chiuse per maltempo.
Ripercorriamo i gradini fino al ponte che collega l'isola con la terraferma, ci voltiamo a salutare Enoshima, e lì avviene la magia: "Fuji-san da"!
Nel bel mezzo di un covo di nuvole, all'orizzonte sul mare, è apparso il cono del Fuji, e non riusciamo veramente a crederci, almeno fino a quando non ci rendiamo conto che i giapponesi sono quasi più stupiti di noi dall'eccezionalità dell'evento!
Fuji-san da!
Rientriamo a Tokyo felici e contenti, stavolta diretti alla presa della Tokyo Tower, splendidamente illuminta, che raggiungiamo sul far del tramonto mentre cantiamo la sigla di Rayearth: non me ne voglia nessuno, io amo la Torre Eiffel e riconosco la superiorità stilistica della Tokyo SkyTree. Ma la Tokyo Tower è la Tokyo Tower, e per chi è cresciuta con Sailor Moon e con le CLAMP come me, non esiste altra torre all'infuori di questa.
Il panorama notturno di Tokyo è davvero magnifico: riconosciamo la baia di Odaiba con la sua ruota colorata e le vie tinte di rosso dalla scia dei fari delle auto.
Non contenti di tanto spettacolo, una volta discesi torniamo a Shibuya, dove ci attende il bis di sushi e la tappa al Karaoke: e abbiamo dato con Love Live, Free, i Giganti, We are e Sayaendou di One Piece, Evangelion, Slam Dunk, Cha-la Head Cha-la... e Pegasus Fantasy! L'unico difetto di tutto ciò è che il tempo al karaoke vola!
Mercoledì 24 agosto: Giardini imperiali, Asakusa ed Ebisu, Akihabara
Di nuovo tentiamo di rimetterci in pari col programma previsto per Tokyo e decidiamo di visitare i giardini imperiali malgrado il tempo molto incerto. Usciamo asciutti dall'enorme area e poi nuova tappa ad Asakusa, per chi di noi non aveva ancora visitato l'area, dove oltre al responso del tempio troveremo anche un negozietto di taiyaki caldi appena sfornati, yum!!
Personalmente mi reco invece in visita a Yebisu Garden Place, un piccolo quartiere chiuso al traffico che contiene un lungo viale alberato in fondo al quale spicca tra i grattacieli una dimora in stile francese classico.
Nella piazzetta antistante ci sono centinaia di giapponesi seduti a pranzare con il loro bento!
Si può inoltre salire gratuitamente sino al 39° piano della Yebisu Tower per ammirare Tokyo dall'alto; di rientro da quest'area, nel pomeriggio ci dedichiamo ad esplorare Akihabara, e il portafoglio piange...
Giovedì 25 e venerdì 26 agosto: giornate libere e ripartenza
Sia nella giornata di giovedì 25 che di venerdì 26 abbiamo tempo libero, il nostro volo ripartirà infatti dopo la mezzanotte del 26 regalandoci altro tempo da spendere in Giappone!
C'è chi sceglie di piantare le tende ad Akihabara, chi scala la Tokyo SkyTree e con l'occasione fa una capatina ad un nuovo Ghibli Shop, e chi come me se ne parte per Nagoya, e nello shinkansen si imbatte nell'inaspettata apparizione del Monte Fuji sgombro da nubi... sono così emozionata che mi mancano davvero le parole...
Nel tempo rimasto si va allo Shinjuku Gyoen Park, una vera perla per gli occhi e per il cuore in una limpida giornata di sole come questa:
Quindi si saluta il Godzilla di Shinjuku e si sale gratuitamente sulla torre sud del Tokyo Metropolitan Building Hall, dove ci accoglie una splendida visione di Tokyo a 360°, e di nuovo si profila pallido il Fuji nel lontano orizzonte. Tra i grattacieli spicca il cuore verde del Meiji Jingu!
E poi giunge il tempo del rientro in patria, da Haneda (dove facciamo altre compere a base di Kit Kat ai gusti più disparati) e quindi da Dubai, anche se siamo abbastanza certi che un pezzo di cuore sia rimasto in Giappone, e non c'è verso di rimuoverlo da dove sta, se non pensando che un giorno torneremo a riprenderlo proprio là, nel nostro personalissimo Paese delle Meraviglie...
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E' stato davvero un viaggio fantastico, grazie agli organizzatori che hanno fatto del loro meglio per rimaner dietro al programma nonostante il tempo si sia messo più volte di traverso
Quanto mi mancano i melonpan la mattina
vorresti sempre ritornare...
Peccato un po' per il meteo. Grazie e complimenti a Lara per l'articolo!
E' già la seconda volta che mi infiltro nei vostri viaggi e mi diverto sempre un sacco. Peccato che, complice anche quel maledetto tifone, ci siamo visti poco, ma la serata alle terme la ricorderò sempre con piacere. L'altro giorno ho rivisto per caso il complesso termale nel secondo film di Digimon Tri, e da quanto realisticamente era disegnato m'è preso il magone, voglio assolutamente tornarci!
Mi fa piacere che vi siate divertiti!
Bravi! Non vi siete fatti mancare niente! XD
Comunque, bello vedere il Fuji… quando sono andato ad Aprile, c'era la neve e purtroppo non si poteva scalare. Magari se andrò in Estate (e ià ad Aprile soffrivo in parte il caldo), ed è inclusa nel programma di animeclick la scalata del Fuji… magari ci vado.
Peccato per il tempo poco favorevole ma mi pare sia stato comunque un viaggio fantastico.
Puoi usare un qualsiasi photo-editor........
Ti prego non mandarmi a quel paese!
e leggere questo bellissimo reportage mi fa capire che in 3 viaggi ancora ci sono moltissimi posti che non ho visto.
P.S. :
Alla kyo ani vi è mancato il magnifico web master che al grido di :
"we are italian newspaper!"
Invadeva da prima cacciato poi la recepción della kyo ani con l'addetta che spranga la porta!!
[img]https://lh3.googleusercontent.com/MQdtJOVlMmPVWGZUFJIZTmIlr6CBIrmRQ9yp5xw8stNBG1hj5JggDaxnHBLu93GCyu1S7KIX11HnKw=w1222-h916-no[/img]
Piccolino ma si vede dentro!!!
E per chi invece in Giappone già ci è andato, leggere qui ha il sapore delle emozioni meravigliose che si sono provate in loco, e il desiderio è innegabile: ritornarci.
Quindi in entrambi i casi, la soluzione è la stessa: puntare all'obiettivo e non mollarlo mai di vista. Perché è un'esperienza che va vissuta, non ce n'è <3
Nel reportage non l'ho menzionato, ma volevo fare un ringraziamento speciale ai distributori automatici presenti ovunque, per la loro onnipresenza, perché se così non fosse, il turista occidentale medio morirebbe spalmato dal caldo e dall'afa giapponese (e presumo in inverno viceversa)
Quindi poi quando si torna a casa, paradossalmente tra le cose più indimenticabili, in testa rimangono proprio queste meravigliose e fondamentali macchinette presenti persino in cima al Fushimi Inari XD
Invece alla KyoAni non abbiamo potuto farci riconoscere perché era domenica, quindi purtroppo la sede era chiusa XD
E poi c'è stata la mitica comparsata di Kotaro e (più fugace) di Zel, e ritrovare degli amici in Giappone è meraviglioso e fa sentire davvero a casa <3 (oltre che risultate paradossalmente quasi più semplice che non farlo in Italia!)
Premettiamo che la gerarchia è un tratto sociale della cultura giapponese, in modo non velato
ed anche è normale, nel quotidiano e nella loro cultura, spogliarsi e rimanere pubblicamente nudi nei bagni termali. Tali luoghi, non sono solo per il rilassamento individuale ma è anche una questione sociale per rafforzare i rapporti (leggo in qualche articolo...).
Se un italiano (od europeo) risiedesse in Giappone e fosse invitato da un collega giapponese (di lavoro, di un team, di università) in onsen o sentō e questo italiano desse un rifiuto, cosa comporterebbe nei rapporti sociali con una persona giapponese (l'esser tale)?
Altra domanda: immagino che esser invitati da un pari sia normale, ma un "capo" è normale che inviti? Es. ogni tanto fanno il bagno della ditta dal mega-direttore alla dattilografa, tutti nudi?
Al giorno d'oggi, dovrebbero esistere bagni termali in cui la tradizione "naturista" sia meno ferrea e pregna di motivazioni religiose o folkloristiche; vorrei sapere se è facile (in percentuale) trovare i bagni termali dove non si debba veder altrui decadimenti e ripugnanze umane.
Ringrazio.
Quando il mio capo (che è cintura nera di karate, indi per cui il suo invito non lo rifiuterò ) mi inviterà alle terme, ti dirò
il rifiuto di un gaijin, in quanto gaijin potrebbe essere preso meno offensivo rispetto al rifiuto di un giapponese
per quanto riguarda i bagni termali in constume, non credo che ne esistano. l'unica cosa che ho visto di vagamente simile è un'onsen ad Hakone, che era divisa in zona termale (nudi e separati per genere) e zona piscina (tutti insieme in costume, in acqua fredda)
ne approfitto per porre un'altra domanda, sui trasporti questa volta. E' consuetudine dire che i treni e le metropolitane giapponesi sono efficienti, pulite, ecc. ma è altrettanto vero che è consuetudine vedere scene allucinanti di ammassamento di persone in pochi metri quadrati. Questo per me fa pensare di evitare abbondantemente tali luoghi. Esistono mezzi di trasporto differenti, con meno gente (autobus, bike e car sharing), che ogni viaggio non sia un'avventura dal macellaio?
Ho letto pareri sul viaggiare in automobile ed il principale svantaggio (pensando ad un'auto a noleggio) sembra il parcheggio.
vi ringrazio ancora
Dove ci entrano 4 persone a forsa di spingere c'è ne fanno sta 8/9
che poi dopo 3 minuti ne passa un altro!!
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