Venerdì 27 maggio 2016 sarà ricordato come il giorno storico in cui, dopo averlo tanto atteso e alla fine annunciato ufficialmente, il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama si è recato in visita ad Hiroshima, diventando così il primo capo della Casa Bianca in carica a visitare il luogo dove il 6 agosto del 1945 esplose la bomba atomica.
Il presidente, accompagnato dal premier giapponese Shinzo Abe, ha dapprima visitato il museo che racconta quella tragedia quindi ha deposto una corona di fiori davanti al cenotafio, su cui sono riportati i nomi delle oltre 140.000 vittime. Ha poi pronunciato il suo discorso e infine si è avvicinato ad alcuni hibakusha, cioè i sopravvissuti alla bomba atomica, come Sunao Tsuboi e Shigeaki Mori, per abbracciarli e parlare con loro in privato.
Riportiamo di seguito alcuni stralci del discorso di Barack Obama.
"Settantuno anni fa, in un mattino luminoso e senza nubi, la morte è caduta dal cielo e il mondo è cambiato. Un lampo di luce e un muro di fuoco hanno distrutto una città e hanno dimostrato che l'uomo possedeva i mezzi per distruggere se stesso. Perché venire qui? A Hiroshima? Veniamo per riflettere su una terribile forza scatenata in un passato non troppo lontano. Veniamo a piangere i morti, tra cui più di 100.000 uomini, donne e bambini giapponesi; migliaia di coreani; una dozzina di americani tenuti prigionieri. Le loro anime ci parlano. Ci chiedono di guardarci dentro, per fare il punto su ciò che siamo e su ciò che potremmo diventare. [...]
La guerra mondiale che è terminata in modo così brutale a Hiroshima e Nagasaki, fu combattuta tra le nazioni più ricche e potenti. Esse con le loro civiltà ci avevano dato le più grandi città del mondo e magnifiche opere d'arte, i loro pensatori avevano idee avanzate di giustizia e di armonia e verità. Eppure, la guerra è venuta fuori lo stesso, con lo stesso istinto di base rivolto al dominio e alla conquista che aveva generato identici conflitti tra le tribù più semplici. Un vecchio modello amplificato da nuove capacità e senza nuovi vincoli. Nel giro di pochi anni, circa 60 milioni di persone sarebbero morte. Uomini, donne e bambini, non diversi da noi, sono stati colpiti, battuti, bombardati, imprigionati, affamati, gasati a morte.
Esistono molti luoghi che sono la testimonianza di questa guerra, monumenti che raccontano storie di coraggio e di eroismo, tombe in campi vuoti che riecheggiano di depravazione indicibile. Eppure l'immagine del fungo atomico che è salito in questi cieli, ci ricorda in modo crudo la contraddizione di base dell'umanità, e cioè che la stessa scintilla che ci contraddistingue come specie intelligente - i nostri pensieri, la nostra immaginazione, la nostra lingua, la nostra possibilità di imporci sulla natura e piegarla al nostro volere - è anche la stessa che ci dà una capacità di distruzione senza precedenti. [...]
La nascita di una nazione racconta una storia di persone legate da un comune sacrificio e da una stretta cooperazione: ciò consente notevoli prodezze, ma al tempo stesso tutto ciò può essere usato per opprimere e disumanizzare coloro che sono diversi. La scienza ci permette di comunicare attraverso i mari e di volare sopra le nuvole, di curare le malattie e di comprendere il cosmo, ma quelle stesse scoperte possono essere trasformate in macchine per uccidere sempre più efficienti. Le guerre dei tempi moderni ci insegnano questa verità. Hiroshima ci insegna questa verità.
Il progresso tecnologico senza un progresso equivalente nelle istituzioni umane ci può condannare. La rivoluzione scientifica che ha portato alla scissione di un atomo richiede una rivoluzione morale. È per questo che siamo venuti in questo posto. Noi siamo qui, in mezzo a questa città e ci dobbiamo sforzare di immaginare il momento in cui la bomba cadde. Ci dobbiamo costringere a sentire il terrore dei bambini, confusi da ciò che stanno vedendo. Ascoltiamo un grido silenzioso.
Ricordiamo quindi tutti gli innocenti uccisi in tutto l'arco di quella terribile guerra e delle guerre che sono venute prima e di quelle che sono seguite. Delle semplici parole non possono dare voce a tale sofferenza, ma noi abbiamo una responsabilità: dobbiamo guardare negli occhi della storia e chiederci cosa dobbiamo fare in modo diverso al fine di impedire di nuovo una tale sofferenza. Un giorno le voci degli hibakusha non saranno più con noi per testimoniare ciò che avvenne, ma il ricordo della mattina del 6 Agosto 1945 non deve mai sbiadire. Quel ricordo ci permette di combattere l'autocompiacimento. Alimenta la nostra immaginazione morale. Esso ci permette di cambiare. E da quel fatidico giorno, abbiamo fatto delle scelte che ci danno speranza. [...]
Eppure, ogni atto di aggressione tra le nazioni, ogni atto di terrorismo così come la corruzione, la crudeltà e l'oppressione che vediamo in tutto il mondo ci dimostra che il nostro lavoro non è finito. Potremmo non essere in grado di eliminare la capacità che ha l'uomo di fare del male, ma le nazioni e le alleanze che abbiamo firmato ci danno i mezzi per difenderci. Ma le nazioni, come la mia, che detengono arsenali nucleari, devono avere il coraggio di sfuggire alla logica della paura e perseguire un mondo senza di loro.
Non sarà possibile realizzare questo obiettivo durante il corso della mia vita, ma lo sforzo persistente può allontanare la possibilità di una catastrofe. Siamo in grado di tracciare una rotta che porti a sbarazzarci del materiale nucleare che abbiamo. Siamo in grado di fermarne la diffusione presso nuove nazioni e di impedire che venga usato da fanatici. Eppure questo non è sufficiente. [...]
Quello che rende unica la nostra specie è che non siamo vincolati dal codice genetico a ripetere gli errori del passato. Possiamo imparare. Possiamo scegliere. Possiamo raccontare ai nostri figli una storia diversa, una che descrive un'umanità comune, in cui la guerra è l'opzione meno probabile e la crudeltà è meno facilmente accettata. Ascoltiamo le storie degli hibakusha: quella della donna che ha perdonato il pilota che guidava l'aereo che ha sganciato la bomba atomica perché ha capito che ciò che in realtà odiava era la guerra stessa. Quella dell''uomo che ha cercato le famiglie degli americani uccisi qui perché sentiva che la loro perdita era pari alla sua. [...]
È per questo che veniamo a Hiroshima, per poter pensare alle persone che amiamo, al primo sorriso dei nostri bambini al mattino, al tocco delicato della mano di un coniuge sopra il tavolo della cucina, all'abbraccio rassicurante di un genitore. Possiamo pensare a quelle cose e sapere che quegli stessi momenti preziosi hanno avuto luogo qui 71 anni fa. Coloro che sono morti, erano come noi. La gente comune capisce questo. Non vogliono più guerre.
Avrebbero preferito che le meraviglie della scienza si concentrassero sul miglioramento della vita e non per eliminare la vita. Quando le scelte fatte dalle nazioni, quando le scelte fatte dai leader, riflettono questa saggezza semplice, allora la lezione di Hiroshima è stata imparata.
Il mondo è stato cambiato per sempre qui, ma oggi i figli di questa città trascorreranno la loro giornata in pace. Che preziosa cosa che è. Vale la pena proteggere questa pace ed estenderla ai bambini di tutto il mondo. Questo è il futuro che possiamo scegliere, un futuro in cui Hiroshima e Nagasaki non saranno noti come l'alba della guerra atomica, ma come l'inizio del nostro risveglio morale.
Fonte consultata:
JapanTimes
Il presidente, accompagnato dal premier giapponese Shinzo Abe, ha dapprima visitato il museo che racconta quella tragedia quindi ha deposto una corona di fiori davanti al cenotafio, su cui sono riportati i nomi delle oltre 140.000 vittime. Ha poi pronunciato il suo discorso e infine si è avvicinato ad alcuni hibakusha, cioè i sopravvissuti alla bomba atomica, come Sunao Tsuboi e Shigeaki Mori, per abbracciarli e parlare con loro in privato.
Riportiamo di seguito alcuni stralci del discorso di Barack Obama.
"Settantuno anni fa, in un mattino luminoso e senza nubi, la morte è caduta dal cielo e il mondo è cambiato. Un lampo di luce e un muro di fuoco hanno distrutto una città e hanno dimostrato che l'uomo possedeva i mezzi per distruggere se stesso. Perché venire qui? A Hiroshima? Veniamo per riflettere su una terribile forza scatenata in un passato non troppo lontano. Veniamo a piangere i morti, tra cui più di 100.000 uomini, donne e bambini giapponesi; migliaia di coreani; una dozzina di americani tenuti prigionieri. Le loro anime ci parlano. Ci chiedono di guardarci dentro, per fare il punto su ciò che siamo e su ciò che potremmo diventare. [...]
La guerra mondiale che è terminata in modo così brutale a Hiroshima e Nagasaki, fu combattuta tra le nazioni più ricche e potenti. Esse con le loro civiltà ci avevano dato le più grandi città del mondo e magnifiche opere d'arte, i loro pensatori avevano idee avanzate di giustizia e di armonia e verità. Eppure, la guerra è venuta fuori lo stesso, con lo stesso istinto di base rivolto al dominio e alla conquista che aveva generato identici conflitti tra le tribù più semplici. Un vecchio modello amplificato da nuove capacità e senza nuovi vincoli. Nel giro di pochi anni, circa 60 milioni di persone sarebbero morte. Uomini, donne e bambini, non diversi da noi, sono stati colpiti, battuti, bombardati, imprigionati, affamati, gasati a morte.
Esistono molti luoghi che sono la testimonianza di questa guerra, monumenti che raccontano storie di coraggio e di eroismo, tombe in campi vuoti che riecheggiano di depravazione indicibile. Eppure l'immagine del fungo atomico che è salito in questi cieli, ci ricorda in modo crudo la contraddizione di base dell'umanità, e cioè che la stessa scintilla che ci contraddistingue come specie intelligente - i nostri pensieri, la nostra immaginazione, la nostra lingua, la nostra possibilità di imporci sulla natura e piegarla al nostro volere - è anche la stessa che ci dà una capacità di distruzione senza precedenti. [...]
La nascita di una nazione racconta una storia di persone legate da un comune sacrificio e da una stretta cooperazione: ciò consente notevoli prodezze, ma al tempo stesso tutto ciò può essere usato per opprimere e disumanizzare coloro che sono diversi. La scienza ci permette di comunicare attraverso i mari e di volare sopra le nuvole, di curare le malattie e di comprendere il cosmo, ma quelle stesse scoperte possono essere trasformate in macchine per uccidere sempre più efficienti. Le guerre dei tempi moderni ci insegnano questa verità. Hiroshima ci insegna questa verità.
Il progresso tecnologico senza un progresso equivalente nelle istituzioni umane ci può condannare. La rivoluzione scientifica che ha portato alla scissione di un atomo richiede una rivoluzione morale. È per questo che siamo venuti in questo posto. Noi siamo qui, in mezzo a questa città e ci dobbiamo sforzare di immaginare il momento in cui la bomba cadde. Ci dobbiamo costringere a sentire il terrore dei bambini, confusi da ciò che stanno vedendo. Ascoltiamo un grido silenzioso.
Ricordiamo quindi tutti gli innocenti uccisi in tutto l'arco di quella terribile guerra e delle guerre che sono venute prima e di quelle che sono seguite. Delle semplici parole non possono dare voce a tale sofferenza, ma noi abbiamo una responsabilità: dobbiamo guardare negli occhi della storia e chiederci cosa dobbiamo fare in modo diverso al fine di impedire di nuovo una tale sofferenza. Un giorno le voci degli hibakusha non saranno più con noi per testimoniare ciò che avvenne, ma il ricordo della mattina del 6 Agosto 1945 non deve mai sbiadire. Quel ricordo ci permette di combattere l'autocompiacimento. Alimenta la nostra immaginazione morale. Esso ci permette di cambiare. E da quel fatidico giorno, abbiamo fatto delle scelte che ci danno speranza. [...]
Eppure, ogni atto di aggressione tra le nazioni, ogni atto di terrorismo così come la corruzione, la crudeltà e l'oppressione che vediamo in tutto il mondo ci dimostra che il nostro lavoro non è finito. Potremmo non essere in grado di eliminare la capacità che ha l'uomo di fare del male, ma le nazioni e le alleanze che abbiamo firmato ci danno i mezzi per difenderci. Ma le nazioni, come la mia, che detengono arsenali nucleari, devono avere il coraggio di sfuggire alla logica della paura e perseguire un mondo senza di loro.
Non sarà possibile realizzare questo obiettivo durante il corso della mia vita, ma lo sforzo persistente può allontanare la possibilità di una catastrofe. Siamo in grado di tracciare una rotta che porti a sbarazzarci del materiale nucleare che abbiamo. Siamo in grado di fermarne la diffusione presso nuove nazioni e di impedire che venga usato da fanatici. Eppure questo non è sufficiente. [...]
Quello che rende unica la nostra specie è che non siamo vincolati dal codice genetico a ripetere gli errori del passato. Possiamo imparare. Possiamo scegliere. Possiamo raccontare ai nostri figli una storia diversa, una che descrive un'umanità comune, in cui la guerra è l'opzione meno probabile e la crudeltà è meno facilmente accettata. Ascoltiamo le storie degli hibakusha: quella della donna che ha perdonato il pilota che guidava l'aereo che ha sganciato la bomba atomica perché ha capito che ciò che in realtà odiava era la guerra stessa. Quella dell''uomo che ha cercato le famiglie degli americani uccisi qui perché sentiva che la loro perdita era pari alla sua. [...]
È per questo che veniamo a Hiroshima, per poter pensare alle persone che amiamo, al primo sorriso dei nostri bambini al mattino, al tocco delicato della mano di un coniuge sopra il tavolo della cucina, all'abbraccio rassicurante di un genitore. Possiamo pensare a quelle cose e sapere che quegli stessi momenti preziosi hanno avuto luogo qui 71 anni fa. Coloro che sono morti, erano come noi. La gente comune capisce questo. Non vogliono più guerre.
Avrebbero preferito che le meraviglie della scienza si concentrassero sul miglioramento della vita e non per eliminare la vita. Quando le scelte fatte dalle nazioni, quando le scelte fatte dai leader, riflettono questa saggezza semplice, allora la lezione di Hiroshima è stata imparata.
Il mondo è stato cambiato per sempre qui, ma oggi i figli di questa città trascorreranno la loro giornata in pace. Che preziosa cosa che è. Vale la pena proteggere questa pace ed estenderla ai bambini di tutto il mondo. Questo è il futuro che possiamo scegliere, un futuro in cui Hiroshima e Nagasaki non saranno noti come l'alba della guerra atomica, ma come l'inizio del nostro risveglio morale.
Fonte consultata:
JapanTimes
La bomba atomica è solo una conseguenza ai crimini giapponesi.
Nei decenni successivi Hiroshima, la loro vita non è mai stata facile, sopratutto in seno a una società che li ostracizzava e ignorava, in quanto ricordo vivente delle atomiche e lo stesso vale per i "sopravvissuti" di Nagasaki...
Per non parlare delle gravissime e invalidanti malattie cui essi sono andati incontro e hanno dovuto combattere tutta la vita...
La loro è davvero la vita di un "sopravvissuto"... la cui sopravvivenza al bombardamento atomico è stata solo la prima parte e nemmeno la più dura, del loro calvario...
@Atsushi dovresti considerare qual'è la storia attuale dell'area, qual'è la storia personale di Obama. Probabilmente in futuro verrà accusato di ogni nefandezza - già oggi sottovoce lo si accusa di non aver "estirpato" l'erbaccia siriana cosicchè parecchia gente potesse continuare a dormire sonni tranquilli e si elogià il macho Putin ( su cui caliamo un velo pietosissimo) - ma certamente la sua coerenza nel perseguire l'idea dello smantellamento degli arsenali nucleari è da elogiare. Questo discorso riprende temi ed accenti che echeggiavano già nei suoi primissimi discorsi da presidente ed il fatto che sia andato a Hiroshima non è casuale. Si vuole chiudere il cerchio della 2 Guerra Mondiale e dare il segnale vero per il "secolo Nuovo". Un secolo che però non sarà meno brutale del precedente da quel che possiamo vedere.
@Ionotto...la tua annotazione è esatta, purtroppo l'uomo che si vede nella foto accanto ad Obama, il buon Shinzo Abe, non è proprio all'altezza del presidente degli Stati uniti, ed ancora meno gli uomini e le donne del suo partito. Nazionalisti intrisi di uno sciovinismo acutissimo. Radicale...E dall'alra parte può la Cina - che stà attuando una palese politica di espansionismo militare ed economico - rinunciare ad un'asset polemico così semplice come quello su Nanchino e gli altri eccidi delle guerre scatenate dai giapponesi nei primi decenni del secolo scorso?
Dovrebbero, per il bene di tutti ma difficlmente lo faranno.
Che sia chiaro, mai nessun americano si è pentito di quel gesto.... Piloti compresi.
Ci hanno infinocchoato perché necessario, ma è stata solo una dimostrazione per i russi che arrivavano da nord.... Una specie di "giù le mani dall'osso".
Condivido le parole di lonLOTTO, ma la bomba non è stata la risposta ai crimini JAP.
I crimini sono ovunque, quelli americani poi sono i peggiori, ma nessuno ne parla.
Altro discorso sbagliato di Obama è sull'epoca, si rosa e fiori, piena di menti geniali, ma ha dimenticato che la parte sconfitta della prima guerra mondiale, che era in mutande ed umiliata. La seconda guerra è una conseguenza della prima.
Concordo con chi esprime perplessità su Trump; conosco americani che, pur vivendo in Italia da anni, vivono la 'minaccia Trump' come una delle cose peggiori successe agli USA negli ultimi anni. A chi critica Obama proporrei di fare un esercizio mentale e immaginarsi Trump a fare un discorso del genere... non solo non si sarebbe scusato, come d'altronde non ha fatto neanche Obama, ma l'intero discorso non avrebbe avuto quell'umanità che lo contraddistingue (che poi, parliamoci chiaro, già immaginare Trump che va a Hiroshima è fare un volo pindarico che neanche JD di Scrubs). E poi (e questo è un mio wishful thinking, sia chiaro), proviamo a immaginare cosa sarebbe successo se Obama si fosse scusato ora, in questo momento: in patria, Trump avrebbe DI SICURO fatto polemica, detto come gli USA non si debbano scusare con nessuno, come è stato il Giappone a 'chiedere' violenza (quel 'victim blaming' che piace tanto ai conservatori americani, dalle donne vittime di violenza agli adolescenti neri uccisi perchè avevano un cappuccio in testa...). E via così di slogan patriottici, per cui l'americano medio è sempre pronto.
Non so se le mancate scuse siano state volute o no, e nel caso, in quale merito. So solo che se questo ha evitato che Trump possa fare altro populismo, allora tanto meglio. D'altra parte, è un momento estremamente critico per la politica americana... e sappiamo bene chi rischia di avere le chiavi per gli stessi armamenti nucleari che hanno causato tutto questo. Non oso neanche pensarci.
Si, trump è pericoloso, ma guardate che se sale sono gli americani a votarlo.
Vuol dire che all'America va bene così.
Per non parlare della ferma e decisa presa di posizione di papa Bergoglio contro tale intervento...
Alla fine le voci contrarie a tale iniziativa erano troppe perchè essa potesse essere attuata...
Chiudo qui perchè altrimenti poi si va fuori argomento...
Tra, non lo santifico, figuriamoci; è umano e di errori ne ha fatti anche lui. Rimane però il fatto che nella politica americana il 'pericolo' più grande del cambiamento è il congresso, a cui Obama si è rimesso più volte per le questioni più spinose. Il calo della fiducia del popolo si è avuto principalmente per questi mancati cambiamenti che Obama aveva promesso, ma sì, c'è chi gli ha remato moooolto contro.
Per Trump, riguardasse solo l'America forse me ne importerebbe meno... Purtroppo però sappiamo bene come da cosa nasce cosa, e di come un uomo del genere a capo di una delle nazioni più potenti sia potenzialmente pericoloso per tutti sotto vari fattori.
Ma lui fa gli interessi del suo paese.
E questo è un momento ottimo per l'America, visto che l'Europa è a pezzi. L'immigrazione selvaggia è già stata preventivata e aiutata dagli americani.
Una figura come lui cade a puntino in un momento storico come questo.
Purtroppo noi siamo schiavi d'America, e se guerre future si prospettano, saranno sempre e solo sul nostro territorio, sono furbi loro....
Per non parlare dell'asse creatosi tra Essa e la Cina...
Del resto uno dei motivi della visita di Obama oltre a render omaggio a Hiroshima è anche questo...
Rinsaldare le vecchie alleanze per far fronte al ritorno in forze del nemico storico, la cui rinata potenza non va sottovalutata, come pure quella della Cina, la quale è attualmente in disputa con il Giappone in merito alle ricchissime "isole contese"...
Quoto, non ha senso che gli americani piagnucolino per la paura che Trump sia eletto: questo avverrà solo se saranno gli americani a votarlo!
Il discorso è bello e di grande impatto, ma per ora sono solo parole, fra l'altro scritte da chissà chi, dato che i discorsi ufficiali sono preparati a tavolino, soprattutto quelli dei politici in occasioni particolari. Se poi siano parole sincere oppure no, soltanto i fatti potranno dirlo. Intanto si può soltanto dire che questa prima visita ufficiale in ricordo delle vittime di Hiroshima è un segnale positivo; staremo a vedere cosa accadrà in futuro.
Non sono affatto ferrata in storia e perciò non mi sento all'altezza di perdermi in grandi riflessioni in merito, però a volte lo penso anch'io, chiedendomi (senza appunto riuscire ad immaginare una risposta) anche come sarebbe stata la nostra vita oggi se secoli fa i nostri ed altri avessero lasciato che gli indiani d'America continuassero a vivere in pace nelle loro terre incontaminate e selvagge.
In merito agli indiani si può tranquillamente parlare di genocidio, dal momento che furono praticamente sterminati...
Concordo sul fatto che se essi avessero reagito con durezza e intransigenza fin da subito, nei confronti delle pretese, sempre maggiori, dei coloni giunti dall'Inghilterra agli inizi del '600, forse la loro storia sarebbe stata diversa...
In pace proprio no, è una favoletta quella dell'indiano buono che passava le giornate a santificare la natura e fumare col calumè, salvo le tribù minori ( cosa comune ad ogni civiltà, si vedano le tribù celte, i britanni, i liguri e tante altre popolazioni che vivevano prima dell'Impero romano ) le più grandi tribù indiane ( Maya, Inca etc. ) sterminavano le popolazioni minori come se non ci fosse un domani per allargare sempre di più il proprio territorio. Nel nord prevalevano le tribù nomadi, questo è vero ma anche queste sono ben lontane dall'immaginario comune ( sia in positivo che in negativo per quanto riguarda lo stereotipo tipico dei western )
Il genocidio degli indiani non è secondo a quello degli ebrei. Eppure il diavolo è Hitler.
Ma io dico che non vi era alcuna differenza tra Hitler , Churchill, Stalin, Roosevelt ecc.
Tutti volevano potere. Il popolo, tutto, ne ha pagato le conseguenze, come sempre.
In effeti quando mai gli sconfitti hanno potuto scriverla?
Eppure non sempre le cose vanno così...
La grandezza di annibale, seppur sconfitto da Roma, vive ancora oggi...
Napoleone, a dispetto della sua sconfitta, occupa il posto di rilievo che si è guadagnato nella storia...
Il mito di Rommel, a dispetto della sua sconfitta finale, è stato impossibile da vincere per i suoi nemici, che anzi, contribuirono a perpetuarne le gesta...
E non solo questi...
Esistono sconfitti la cui grandezza è impossibile da distruggere per i vincitori...
Riscrivere la storia ha i suoi limiti... per quanto si possa cercare di manipolarla, la verità è e rimane sempre una sola...
Solo due note di attenzione, mentre Obama era in Giappone, Putin se ne è andato in Grecia a cercare nuovi accordi con Tsipras sugli oleodotti. Sulle sanzioni. Sui rapporti con l'UE. Dossier che gli premono molto più di qualunque accordo sulle armi nucleari - la "potenza" della russia di Putin è molto sopravvalutata. Al momento sono in piena crisi economica per aver sottovalutato la discesa del prezzo del petrolio.
In realtà alla fine questa di Hiroshima potrebbe essere un'occasione perduta per lo Zar di tutte le russie. Sarebbe stato meglio per lui raccogliere il messaggio di Obama avrebbe quantomeno potuto dare un senso al suo impegno, come notato da alcuni ben tardivo ed estremamente opportunistico ( taccio sui danni che ha fatto), in Siria...e magari riprendere le fila del famoso, ed un pò scomparso dal piano diplomatico, progetto di sviluppare le aree del pacifico dello stato russo attraverso un accordo con il Giappone su Sakalin e le altre strappate all'Impero Giapponese conquistate alla fine della 2 ° Guerra Mondiale. Ricordate la storia di Giovanni Islands ???
Economicamente le Russia non è mai stata alla stessa altezza degli Stati Uniti e questo era tale già ai tempi dell'Unione Sovietica...
Anche se ultimamente la conversione al capitalismo aveva ben fatto sperare i russi...
Ma sul piano militare tuttavia sarebbe un grande errore sottovalutarla...
L'armata rossa non è più l'esercito sbandato dei tempi di Eltsin, ma uno strumento ben addestrato e temprato dalle guerre per impedire la frammentazione della federazione russa...
Anche la flotta russa è in corso di potenziamento...
Mentre sul piano degli armamenti l'anno scorso ha fatto la sua comparsa sulla piazza rossa il T-14 ARMATA, carro armato da battaglia di ultimissima generazione, che nel giro di pochi anni diventerà il carro standard dell'esercito...
Per quanto riguarda l'occasione mancata per Putin in Giappone, concordo che poteva essere una grande svolta per le relazioni russo-giapponesi, le quali hanno sempre vissuto dai tempi della guerra del 1904, un periodo di alti e bassi... causati dalle ambizioni imperialiste di ambo le parti...
Il problema da te citato in merito a Sakhalin e le Curili, è di difficile superamento...
L'ultimo trattato di epoca zarista stipulato da pari a pari tra lo Zar e lo Shogun prevedeva che Sakhalin sarebbe stata dei russi, come tutte le Curili del Giappone...
I trattati seguenti in merito alla condizione di tali isole variarono a seconda della posizione di forza o di debolezza dei russi e dei Giapponesi...
L'attuale condizione è la conseguenza della guerra lampo sovietica del 1945 che ha strappato tutte le isole al Giappone...
Tuttavia, non avendo l'Unione Sovietica sottoscritto il trattato di pace di San Francisco la proprietà delle Curili è ancora oggetto di contesa...
Un loro ritorno al Giappone, sarebbe di sicuro un gran colpo sotto il punto di vista diplomatico, ma difficilmente avverrà... almeno nel futuro prossimo...
Sia Sakhalin che le Curili sono strategicamente indispensabili come anelli di difesa per garantire la sicurezza di Vladivostok, base della flotta russa del Pacifico...
Anche cedendo solo la parte delle Curili reclamata dal Giappone tale anello di difesa si spezzerebbe...
Ci aveva già provato Krusciov a risolvere la questione ma inutilmente...
Qualora un'accordo in tal senso dovesse arrivare in porto... esso potrebbe essere davvero un nuovo inizio per le relazioni tra i due popoli...
Quello che da fastidio secondo me è che molti giapponesi, ancora oggi, non riconoscono lo stupro di nanchino come una strage, e si riferiscono a esso come un "incidente". Infatti nei loro libri di storia non viene approfondita e il numero delle vittime è inferiore. E come se i tedeschi dicessero k i campi di concentramento non fossero mai esistiti e sui libri viene riportato che ci sono state solo 5mila vittime.
Dubito che con la svolta nazionalista della politica di Abe, qualsiasi ammissione di colpa troverebbe favori in seno al governo...
Scusa, sei poco informato. I campi di concentramento sono di invenzione inglese!
Hanno fatto tanti di quei genocidi che neanche immagini, quelli in Australia è uno dei tanti. Tanto democratici, vedi.
Al processo Göring lo fece anche presente: abbiamo preso l'idea inglese e migliorata . esistevano già. Ma la storia viene cambiata.
Per non parlare degli americani, vai a cercarti cosa facevano nei campi di concentramento i medici sui prigionieri... Esperimenti su cavie proprio come i tedeschi, russi, giapponesi ecc.ecc.
Qualche notizia è uscita da poco ma nessuno ha fatto caso....
Le guerre poi gli americani sono artisti nel crearle.
P.S. e valuterei bene "l'Armata Neozarista", diciamo che la gran parte delle "super armi russe" ( il sistema anti- missilistico è veramente una super arma ) sono destinate alla vendita, più che a sostituire / integrare le forze dell'esercito russo.
P.P.S. @Goonie Bella la citazione di Goring, peccato che il miglioramento consistesse nell'ammazzare tutti. Bellissimo miglioramento. Campi di concentramento e campi di sterminio, sono due cosuccie leggermente diverse. Oh consiglio per capire che aria tirava, non solo in Europa, ed anche in Giappone, ma nel mondo, fra otto e novecento il vecchio ma utilissimmo: " Il Secolo dell'Odio" di Gianni Moriani.
Già segnalate cose come la diversità tra concentramento e sterminio che non mi trova d'accordo. Erano luoghi di dolore e sofferenza. Si moriva. Tutto uno schifo. Chi più chi meno.
Non faccio differenza. Poi, che siano stati creati per sterminare, allora ti dico che sei male informato.
Evidentemente la propaganda ebrea e americana ha colpito anche te.
Con questo non vuol dire che io sia nazista, di destra o chi sa quale etichetta, visto che appena qualcuno fa domande scomode o ricerche non gradite si viene etichettato così...
Vabbe'....
Più che Sakhalin sono le Curili... la soluzione migliore sarebbe andare incontro alle rivendicazioni giapponesi , senza che esse ledano comunque le legittime necessità geo-strategiche di difesa dei russi...
Ci stavo pensando giusto la settimana scorsa...
Una soluzione ideale sarebbe restituire le Curili al Giappone, rendendole una zona smilitarizzata, in cui lo stazionamento di militari o navi da guerra nell'area è interdetto, mantenendo sulle isole solo forze di polizia atte a garantire l'ordine interno...
Questa soluzione rassicurerebbe la Russia e la troverebbe forse più disponibile ad'accogliere le richieste giapponesi...
Un problema di difficile soluzione invece sarebbe la presenza dei numerosi coloni russi che dal 1945 in poi hanno ripopolato l'arcipelago al posto di quelli giapponesi...
Esso potrebbe essere risolto garantendo a essi la cittadinanza russa e l'integrità delle loro proprietà e del loro lavoro...
Anche se forse ora, con una nuova potenziale guerra fredda alle porte, siamo fuori tempo massimo per ogni ulteriore trattativa...
Ma io non sono antisemita.
Ma tutta la storia della seconda guerra mondiale va riscritta. Le cose che ci hanno raccontato, molte soni false.
Forse fra 200-300 anni si parlerà di Hitler e Mussolini come grandi condottieri che volevano un'Europa unita!
Cioè quello che oggi è diventata!! Fatta da altri però. E non è che l'Europa oggi sia migliore di un tempo. La globalizzazione voluta da americani e ebrei ha demolito e ucciso quante culture?
Mi sembra che tanti vogliono continuare sognare una illusione. Tanti vogliono guardare questo mondo con occhiali rosa. Si può essere felici di sentire parole dolci che a me suonano come l'ipocrisia?
Infatti,Trump voleva,anzi vuole la guerra commerciale con la Cina,mentre la Clinton voleva la guerra per procura contro la Russia.
Insomma i due candidati volevano e vogliono tuttora la guerra.
Non sono certo dei pacifisti
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