A seguire, dopo una doverosa premessa biografica, il resoconto della conferenza e la gallery con le foto della mostra.
Quando nel 1957 Tatsumi Yoshihiro (1935-2015) conia il termine gekiga, il fumetto giapponese si appresta a vivere uno dei suoi momenti più fulgidi e significativi. La sua stagione d'oro si colloca a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70, quando compaiono sulla scena alcune delle opere che hanno segnato (e continuano ancora oggi a farlo) l'immaginario collettivo. I titoli più rappresentativi sono: Ninja bugeicho (Il manuale dell'arte dei ninja, 1959) di Shirato Sanpei; Kuroi kizuato no otoko (L'uomo dalla cicatrice nera, 1961) di Sato Masaaki; Nejishiki (La chiavetta, 1968) di Tsuke Yoshiharu; Kozure okami (Il lupo solitario e il suo cucciolo, 1970) di Koike Kazuo e Kojima Goseki; e Dousei jidai, (L'età della convivenza, 1972) di Kamimura Kazuo, quest'ultimo figura fra gli annunci lucchesi per il prossimo anno da parte di J-Pop.
Kamimura Kazuo nasce il 7 marzo del 1940 Yokosuka una cittadina della prefettura di Kanagawa. Dopo la laurea in design presso l'Università d'arte di Musashino, inizia a lavorare come illustratore per la Senkosha, una rinomata agenzia pubblicitaria. Il suo ingresso nel mondo del manga risale al 1967 con Kawaiko Sayuri-chan no daraku (La degradazione della graziosa Sayuri) e prosegue l'anno successivo con Parada, la prima di una lunga serie di collaborazioni con lo sceneggiatore e amico Aku Yu (1937-2007). La pubblicazione di questo manga suscita grande interesse e lo stile di Kamimura così fresco e originale non passa di certo inosservato: anni dopo Taniguchi Jiro (n.1947) definirà Parada come un manga “totalmente nuovo da un punto di vista espressivo con un design e un tratto del tutto sconosciuti ai disegnatori gekiga di quegli anni”. Quella che per Taniguchi è “un'eleganza mai vista prima” non faticherà sbocciare, infatti nel 1968 Kamimura inizia a collaborare con le più famose riviste dedicate al gekiga e a legare il proprio nome ad alcune delle pagine più belle del fumetto giapponese. Il grande successo di pubblico arriva nel 1971 con Maria e poi l'anno seguente con un Shurayukihime (Lady Snowblood) e Dosei jidai (L'età della convivenza). I suoi manga hanno ispirato popolari serie tv e film per il grande schermo. Tra le sue opere più conosciute e apprezzate si ricordano Shinanogawa (Il fiume Shinano, 1973), Kyojin kankei (Una relazione folle, 1973), Rikon kurabu (Club divorzio, 1974), Aku no hana (I fiori del male, 1975), Kanto heiya (La pianura del Kanto, 1976) e Onryo jusaniya (Le tredici notti degli spiriti vendicativi, 1976). A causa di un tumore alla laringe Kamimura si spegne il 11 gennaio 1986 a soli 45 anni. Le sue opere sono pubblicate in Italia da J-Pop, divisione manga delle Edizioni BD.
Kamimura: la semplicità della bellezza
Jacopo Costa Buranelli: Grazie di essere presenti a questa conferenza, chiederei di fare un applauso a Lucca Comics che ha deciso di portare in Italia le opere del maestro Kamimura e vorrei ringraziare anche Paolo La Marca per essere intervenuto in qualità di esperto di Kamimura. Io sono Jacopo di J-Pop, l’editore che pubblica le opere di Kamimura in Italia e ho avuto l'onore di portare in Italia le tavole del maestro. Solo una piccola introduzione per dire come è nata questa passione e poi lascio la parola al prof. La Marca. L'intenzione di pubblicare Kamimura va avanti da molto tempo e all’inizio non riuscivamo a trovare una formula adatta per farlo. Abbiamo deciso di partire dal titolo più famoso a livello internazionale, Lady Snowblood, anche grazie a Quentin Tarantino che ha preso a mani basse dalla trama del manga attraverso Kill Bill. Quindi ho iniziato timidamente con il portare Lady Snowblood. In quest'occasione ho avuto l'onore di incontrare e conoscere Paolo che a sua volta aveva già conosciuto Migiwa, la figlia di Kamimura, che ha raccolto l'eredità del padre e che ora gestisce le opere. Insieme abbiamo realizzato l'edizione di Lady Snowblood, con approfondimenti corposi, a cura della stessa Migiwa, del prof. La Marca e della prof.ssa Novielli, che presentano Kamimura al pubblico italiano nel migliore dei modi. In seguito abbiamo deciso di portare un'altra opera del maestro, il volume unico Una gru infreddolita - Storia di una geisha, anche in questo caso l'edizione italiana è un'edizione speciale perché siamo riusciti a pubblicare delle tavole che erano state censurate all'epoca della prima pubblicazione in Giappone, non erano state introdotte nei tankobon giapponesi ma solo alla prima uscita sulla rivista, escluse dai volumetti probabilmente per via delle tematiche un po' forti per l'epoca. Grazie a Paolo e grazie agli amici di Kamimura siamo riusciti a recuperare queste tavole con un lavoro di fotocomposizione che definirei da fantascienza. L’edizione italiana quindi risulta essere la più completa di questo opera. Siamo andati ancora avanti e abbiamo pubblicato anche il seguito di Lady Snowblood- Il ritorno, che è stato presentato in anteprima qui a Lucca, anche questo presentato in un volume unico completo di approfondimenti e con un contributo della professoressa Orsi. E’ poi è arrivato il momento della mostra, con Lucca ci siamo messi a pensare su come avremmo potuto presentare un contributo autoriale in occasione dell'anniversario e abbiamo iniziato uno scambio di corrispondenze con Migiwa, chiedendole se voleva venire in Italia a portare le opere del padre. Purtroppo lei ha declinato l'invito ma ci ha chiesto di andare personalmente a prenderle. Dopo un viaggio rocambolesco siamo riusciti a prelevare le tavole e a portarle qui a Lucca. Dopo la mostra lucchese le tavole si sposteranno ad Angouleme e quindi posso dire con orgoglio che almeno una volta abbiamo anticipato i francesi e Lucca vede Kamimura prima della Francia, dopodiché torneranno in Giappone. Scoprirete grazie a Paolo che Kamimura amava molto i bar, lavorava spesso nei bar e viveva la notte, un po' come il primo Guido Crepax, amava le donne, la vita notturna, amava bere e ispirarsi in questo ambiente. Un giorno mi trovavo in quartiere di Tokyo nei pressi di Shinjuku e stavo mangiando in un ristorante cinese piuttosto di bassa lega. Premetto che ho deciso di tatuare un volto di Kamimura sul braccio (opera dell'artista Riccardo Raviola) e avevo questa maglietta a maniche corte da cui si intravedeva il tatuaggio. A certo punto mi si sono avvicinati due individui poco raccomandabili e, riconosciuto il tatuaggio, hanno cominciato a parlarmi. Io gli ho raccontato un po' la circostanza per cui ero lì e con mia fortuna (ma anche con un po' di ansia) questi due individui mi hanno accompagnato in un bar che ho scoperto essere il bar preferito di Kamimura. Ho potuto bere nel posto in cui spesso beveva. L'amore di J-Pop per Kamimura non finisce qui perché l'anno prossimo presenteremo finalmente, e siamo molto contenti di poterlo fare, Dousei jidai. Anche da noi in Italia avremo un edizione di Dousei jidai che presenteremo in tre volumi e anche in questo caso sarà l'edizione più completa che c'è, perché con Paolo ci siamo premurati che ci siano tutti i capitoli e le tavole a colori. Preparate il portafogli perché costerà un po' però ne vale la pena. Ora lascio la parola a Paolo che ha preparato per voi un Kamimura a 360 gradi.
Paolo La Marca: Innanzitutto grazie per essere venuti qui oggi. Inizialmente non sapevo come esordire nel rapportarmi a Kamimura, quindi ho pensato di condividere con voi il momento in cui l’ho conosciuto, quando ero ancora al liceo, non direttamente ovviamente ma l'ho conosciuto tramite un testo fondamentale per chi si occupa di fumetto giapponese, Storia del fumetto giapponese, scritto dalla prof.ssa Maria Teresa Orsi. Avrò avuto 15/16 anni e leggere questo libro era già interessantissimo di per sé, dal momento che si presentava nelle note di copertina come scritto da un docente ordinario di università, e all'epoca la cosa mi colpì molto perché di fumetti giapponesi si parlava ancora pochissimo in Italia, tanto meno di quei fumetti degli anni ‘60 e ‘70 che in seguito avrei adorato. Quindi il libro ha rappresentato per me una vera e propria rivelazione, in particolare quando sono arrivato a leggere le righe che la professoressa dedica a Kamimura. La professoressa parlava di Dousei jidai in relazione ad un altro fumetto pubblicato negli anni ‘70 su Garo, Elegia in rosso di Seiichi Hayashi. Li metteva a confronto perché entrambi parlavano della convivenza, un tema che negli anni ‘70 era abbastanza di scottante attualità. Faceva un analisi su come il tema veniva presentato dai due autori. In riferimento a Elegia in rosso scriveva: “(...) spoglio di quel tanto di intellettuale che presentava, il tema è stato subito raccolto e riproposto in Dousei jidai di Kamimura Kazuo, iniziato nel 1972 il fumetto ha avuto un grande successo al punto che il suo stesso titolo è entrato nel lessico corrente. Molto più consistente nell'intreccio, più articolato nello svolgimento, con maggiori risvolti drammatico-patetici Dousei jidai ha incontrato il favore del pubblico più di quanto abbia fatto Elegia in rosso, rimane il fatto che quest'operazione è stata condotta con un certo mestiere, il racconto si legge bene ed è arricchito da un tratto naturalistico limpido e gradevole”. Queste frasi colpirono il me quindicenne e mi spinsero a fare delle ricerche su questo autore. Però erano anni in cui internet non era ai livelli di oggi, si pagava al consumo e quando digitavi Kamimura non veniva fuori quasi niente, mi ricordo solo di un database in cui c'era una lista sterminata di fumettisti giapponesi fra cui individuai il nome storpiato di Kamimura come autore di Dousei jidai, e nessun altra informazione.
Poi, quando mi sono iscritto all'università, ho scelto di studiare il giapponese, non dico solo per leggere Kamimura ma una motivazione senz'altro è stata quella. Quindi quando sono andato per la prima volta in Giappone ho voluto mettermi alla ricerca di Dousei jidai che non si trovava da nessuna parte. Alla fine sono riuscito a trovarlo, sono tre volumi di quasi 700 pagine eppure non riuscivo a staccarmi dalla lettura di quelle pagine, leggere quel fumetto per me è stato un'esperienza bellissima tanto che poi è si è riversato anche nella mia tesi di laurea e me lo sono portato come argomento di studi. Il tema della tesi verteva sulla convivenza in Giappone e su come veniva trattata dai fumetti, dal cinema e dall'animazione. Quindi è iniziata questa ricerca di un autore di cui sapevo pochissimo, solo negli ultimi anni in Giappone hanno ricominciato a ripubblicare alcune sue opere. Kamimura nasce nel 1940 ed è stato sempre un autore molto interessato alla letteratura più che al fumetto e le sue passioni erano il judo, che ha praticato da adolescente, la chitarra, la lettura di poesie (soprattutto libri romantici di inizio Novecento, come la poesia di Takuboku Ishikawa), e l'illustrazione. Soprattutto in Una gru infreddolita ci sono citazioni scritte in giapponese di opere letterarie e i riferimenti letterari nelle opere di Kamimura sono disseminati un po' ovunque. Quando inizia ad interessarsi all'arte un punto di riferimento sono le stampe ukiyo-e, che omaggia continuamente nelle sue opere e che riprende esattamente nella forma e nei colori. Un'altra suggestione si ritrova nella tavola tratta da I fiori del male, ispirata al famoso dipinto La piovra e la pescatrice di perle. Frequenti sono i riferimenti a un pittore romantico di inizio ‘900, Yumeji Takehisa.
Ho cercato di sintetizzare il percorso artistico di Kamimura che è abbastanza complesso: 153 racconti brevi disegnati dal 67 al 85, mentre le serie lunghe, che vanno dai 3/4 episodi fino agli 80, sono 86. E’ bene sottolineare le scadenze settimanali, ogni settimana aveva tre serie diverse da portare avanti, di 25 pagine ciascuna serie, più le serie che uscivano in mensile e le illustrazioni. Aveva un metodo estremamente veloce nell'esecuzione delle tavole, realizzava anche copertine di dischi per la grafica pubblicitaria, illustrava libri di altri scrittori, in una carriera di illustratore e fumettista tutto tondo. Cercherò di dare anche qualche informazione su Kamimura come uomo perché spesso parlando dell'artista ci si dimentica che qualche riflesso della vita privata confluisce inevitabilmente nella sua arte. Kamimura è cresciuto in un ambiente quasi esclusivamente femminile, il padre muore quando aveva 15 anni quindi e insieme alla madre e alle sue sorelle maggiori si trasferisce a Tokyo. Kamimura quindi non solo assiste continuamente a questa immagine della madre in kimono che lavora in un bar, ma anche le sorelle erano costrette a uscire la sera per lavorare nei bar. Come dice Migiwa, per via della loro bellezza loro vivevano la notte per lavorare nei locali notturni, intrattenendo i clienti con la conversazione. Abbiamo visto come le passioni principali di Kamimura fossero il judo, la musica e la poesia. Egli si iscrive all'università di Musashino e frequenta i corsi di design. Kamimura è anche molto attratto dall’Italia, questo lo vedremo tra poco, e viene assunto dalla Senkosha, che è una grossa agenzia pubblicitaria, questa è una svolta nella sua carriera perché qui conosce Aku Yu, uno dei suoi più grandi amici. Qui in Italia il nome non dirà moltissimo ma vi assicuro che in Giappone è quasi una divinità nel campo della musica perché è stato è stato un famoso paroliere, ha scritto per esempio la sigla di Devilman ma anche scritto per tantissimi cantanti a cavallo tra gli anni ‘70 e gli ‘80, una specie di Mogol giapponese. I due iniziano così a lavorare fianco a fianco e ad avere un rapporto molto stretto. Fino a quando nel 1967 non esordirà come fumettista Kamimura lavora come illustratore freelance, realizza delle illustrazioni per degli hotel, per delle bevande, per copertine di dischi etc., un'attività che comunque non gli permette di portare a casa tanti soldi. Tutto questo avvicina Kamimura, in una sorta di ideale linea artistica tra Giappone e Italia, al nostro Guido Crepax, visto che anche Crepax ha fatto tanto per l'illustrazione e per la pubblicità. Infatti i punti in comune tra i due artisti sono tantissimi, quando sono stato l'ultima volta a casa Kamimura ho avuto modo di osservare la libreria della sua camera e di vedere i libri che lui leggeva e che aveva conservato. Sembrerà strano ma non c'erano manga, tranne i suoi, però c'erano tanti romanzi e l'unico fumetto che sono riuscito a trovare era un fumetto di Crepax, Bianca, che lui aveva comprato quando era venuto in Italia per un viaggio e conservato gelosamente, segno che le affinità tra i due autori sono tante.
Il debutto come fumettista è stato qualcosa di inaspettato, aveva realizzato in gioventù un fumetto ed era anche stato premiato su una rivista di shonen manga, ma era nato da una collaborazione con una rivista che lui amava ed era finita lì. Non si era mai posto il problema di diventare un fumettista. Dato che non riusciva ad andare avanti con il lavoro di illustratore l’occasione giunge quando viene contattato da una rivista che gli chiede di disegnare un parody manga nello stile dei comics americani, La degradazione della graziosa Sayuri, un fumetto di 7 pagine a cui si approccia con entusiasmo. Lo realizzato pensando che ciascuna vignetta sia un'illustrazione perché per lui è ancora un mezzo che non ha ancora sperimentato, ma non ha voluto firmare con il proprio nome. Il nome di Kamimura compare per la prima volta su una rivista quando comincia a illustrare le copertine di Young Comic, occasione in cui ritrova il suo vecchio amico Aku Yu che aveva perso di vista e inizia con lui una collaborazione nel manga Parada, un fumetto rivoluzionario per quegli anni. Si trattava di pochissimi episodi di 7 pagine ciascuno, una storia un po' strana, oggi ancora non si trova in Giappone, come l’80% del materiale di Kamimura è molto difficile da trovare. Addirittura le tavole originali di Parada sono state smarrite durante un trasloco. La storia parla di quattro coppie che cercano di costruire un mondo ideale isolandosi da il resto dell'umanità. La collaborazione con Aku Yu prosegue e Kamimura diventa così uno degli artisti più richiesti, viene chiamato da tantissime riviste, tra cui Weekly Manga Action, la rivista che pubblicava Lupo solitario e il suo cucciolo, Lupin III e altri titoli popolarissimi in Giappone. Quando viene chiamato dalla rivista Young Comic per scrivere un'altra parodia Kamimura rifiuta l’offerta dichiarandosi interessato esclusivamente al gekiga.
Il termine gekiga nasce alla fine degli anni ‘50 coniato da Tatsumi Yoshihiro che voleva proporre un tipo di fumetto alternativo al manga nella visione edulcorata destinata agli adolescenti, e quindi un fumetto che fosse colto, lo stesso termine può essere inteso come “immagine drammatica”, con un disegno violento, d'impatto e quindi le storie sono indirizzate a un pubblico adulto, spy story, storie d'azione. Una caratteristica di Kamimura che forse avrete apprezzato nella mostra consiste nel fatto che non utilizzava il formato standard per i fumettisti per disegnare, ma un formato molto più grande, da illustratore. Per Young Comic lui ha realizzato 286 illustrazioni, alcune presenti alla mostra, in questo caso (indica una slide, n.d.r.) ricorre un altro elemento ripreso dallo stile di Hokusai, cioè La grande onda, quindi vediamo condensate in quest’illustrazione gli elementi fondamentali dell'estetica di Kamimura: l'arte classica (Hokusai), e poi le belle donne che sono state il tema centrale nella carriera di Kamimura. La rivista era quindicinale e lui realizzava due tavole al mese per la copertina. A un certo punto inizia ad utilizzare anche l’aerografo per la realizzazione delle illustrazioni e in questa sequenza di copertine si può notare l'evoluzione dello stile di disegno di Kamimura nel corso degli anni. Fu molto affascinato dalla cultura italiana e dal cinema, ci fu una famosa fotografia fatta a Mina in cui le veniva truccato un solo occhio che dava l'impressione di avere un occhio più grande e uno più piccolo, ebbene questa foto è stata ripresa da Kamimura in un'illustrazione, mentre un'altra si ispira al film Il portiere di notte di Liliana Cavani. Gli omaggi al cinema sono tantissimi, lui ha fatto una anche una versione a fumetti di un film che in italiano si intitolava Plagio, con Mita Medici. Una cosa molto interessante di Kamimura è il grande equilibrio che riesce a creare tra la figura femminile e l’ambiente circostante, sempre calibrato alla perfezione, lo sfondo e il personaggio sono parte integrante di un unico soggetto che forma l’illustrazione nel suo complesso. Un’altra tavola da notare è quella in cui si vede una donna vestita in kimono che traccia un segno su uno specchio con il rossetto, e in questo caso possiamo notare la bravura di Kamimura nel raccontare tutta una storia anche dietro un unico disegno, un'unica illustrazione. Verso la fine degli anni ‘70 Kamimura inizia ad essere attratto da un altro tipo di donna, più combattiva e aggressiva, non sempre le donne di Kamimura piangono, a questo punto della sua carriera inizia a disegnare anche donne punitive, energiche, vendicative, cerca di presentare nuovi modelli di donna. Tra i primi successi degli anni ‘70 ci sono opere in cui il personaggio principale è una donna e anche in questo caso riesce a fotografare il tempo in cui vive e le problematiche dell'attualità.
Spendiamo qualche altra parola su Dousei jidai (L'età della convivenza) il mio primo amore di gioventù, titolo interessantissimo in Giappone ha avuto subito un immediato successo, doveva nascere come la parodia di Elegia in rosso, gli hanno commissionato questo questi 10 episodi per prendere in giro quel fumetto, in realtà poi ne sono usciti 80. Quando Kamimura è scomparso i titoli dei giornali recitavano: è scomparso l’autore di Dousei jidai. Spesso gli dicevano che aveva uno stile cinematografico ma lui diceva di non rendersene conto, si pensa che in un'intervista abbia detto, forse scherzando, di aver visto solo due film. Lui era comunque un grande amante dei film, oggi possiamo vederlo dalle varie inquadrature che compone nelle tavole, c'è anche da dire che Kamimura aveva visto il film Conoscenza carnale con Jack Nicholson, rimanendo sorpreso da come il film riuscisse a parlare d'amore con una tale semplicità che si disse: ok voglio provare a fare anch'io un fumetto che parli d'amore e di sesso con la stessa semplicità, e così nasce Dousei jidai. Qui abbiamo alcune tavole che vedremo pubblicate il prossimo anno in Italia. Ben tre trasposizioni in live action sono state tratte da questo manga. Volevo chiudere con queste parole tratte dal fumetto e sono pronunciate da Kiyoko la protagonista, che sintetizzano la poetica di quest'opera e in ultima analisi l’amore:
La felicità e l'infelicità sono sempre indistinte. Ma va bene così. Mi piacciono le cose indefinite, quelle che possono rompersi facilmente, quelle simili a una bugia, quelle che assomigliano a un sogno. Mi piacciono le cose fuggevoli.
Grazie mille!
Molto belle anche le foto. Sono sicura che deve essersi trattato di una mostra molto interessante. È un peccato non averla potuta vedere dal vivo.
E' quel tipo di mostre che si spera siano riproposte almeno un paio di volte in altri contesti.
P.S: La Convivenza è un buon volume. Ovviamente va considerato nel suo contesto di spazio e luoghi. Molte grazie del servizo Bob71
Felicissimo per lui anche perché l' edizione di Una Gru Infreddolita (opera con la quale ho conosciuto l' autore) è davvero ben fatta.
Kamimura Kazuo, a mio parere, ha un tratto di un' eleganza e di una raffinatezza infinita, soprattutto quando tratteggia i personaggi femminili.
Le tavole a colori, poi, sono qualcosa di splendido, peccato non averle potute ammirare di persona...
Grazie mille per la trascrizione della conferenza e per le belle foto
Di suo per ora ho letto solo Lady Snowblood e ne sono rimasto soddisfatto, ma sono curioso di vedere Kamimura alla prova anche come narratore e non solo come disegnatore. Cercherò di recuperare (con calma) qualche altra sua opera, con priorità a Dosei jidai che è quella che m'interessa maggiormente.
Sono molto soddisfatto dalla cura con cui J-POP sta portando questo autore in Italia: buone edizioni, traduzioni e redazionali con approfondimenti curati da esperti del settore (La Marca su tutti) che permettano di introdurre l'opera e l'autore a chi non lo conosce.
In effetti anche per me questa mostra (+conferenza) e stata fra i momenti più alti di Lucca. Osservare da vicino le tavole di questo straordinario artista è stata un'autentica epifania, tanto che ho deciso anch'io di tatuarmi un suo disegno sul braccio!
Grazie per la segnalazione
No, GRAZIE A TE per questo articolo!
Amo Kamimura, e non vedo l'ora di leggere la nuova opera. Spero che J Pop e Paolo La Marca riescano pian piano a portare in Italia tutte le sue opere più belle.
Chiedo scusa per il francesismo ma
Peccato davvero, mostra interessantissima...
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