Yoshiyuki Tomino non era certo uno sconosciuto, nel 1979. Dal suo debutto nel 1961 si era occupato della stesura degli storyboard e/o della regia di singoli episodi di un gran numero di serie animate, tra cui alcune delle più importanti e famose dell'epoca come Tetsuwan Atom, Ribbon no kishi, Attack No.1, La stella dei Giants, Dororo, Ashita no Joe, Melmo, Kyashan, Heidi, Hurricane Polymar, Marco, Combattler V, Vultus V, Peline Story, Conan il ragazzo del futuro e Anna dai capelli rossi.
Dopo un decennio di gavetta, per Tomino arrivò anche l'occasione di debuttare ufficialmente come regista principale di una serie, con l'adattamento dell'omonimo manga di Osamu Tezuka, Umi no Toriton (1972). Fu con la sua successiva regia, tuttavia, che a Tomino si spalancò il mondo dei giganti di metalli a cui avrebbe dedicato (controvoglia) la sua intera carriera: Il prode Raideen (1975), di cui diresse la prima metà senza particolare entusiasmo, a causa di direttive troppo stringenti da parti degli sponsor e l'intenzione dichiarata di fare un'opera senza alcuna velleità narrativa. Decisamente più personali furono le due regie successive, Zambot 3 e Daitarn 3, rispettivamente un dramma di guerra atrocissimo da cui nacque il soprannome Tomino lo sterminatore e una parodia demenziale dell'intero genere robotico. A differenza del grande successo ottenuto da Raideen, si trattò di due flop commerciali, sia come share che come vendite di giocattoli. Fortunatamente, questi due fallimenti non tolsero a Sunrise la fiducia in Tomino, tanto che la settimana successiva alla conclusione di Daitarn 3 iniziò la successiva opera diretta dal regista: Gundam (Kido senshi Gundam, lett. Gundam, il fante mobile - meglio nota in occidente anche come Mobile Suit Gundam).
A causa della sovrappopolazione della Terra, da oltre mezzo secolo l'umanità aveva ormai iniziato un programma di migrazione nello spazio. Attorno al pianeta orbitavano alcune centinaia di colonie spaziali a forma di giganteschi cilindri, le cui pareti interne venivano utilizzate dalla popolazione, come suolo artificiale. In queste seconde patrie le genti procreavano, allevavano le future generazioni e morivano.
Nell'anno 0079 dell'Era Spaziale, Side 3, la colonna spaziale più lontana dalla terra, si proclamò Principato di Zeon, dando inizio a una guerra d'indipendenza. Dopo solo un mese di conflitto, le truppe di Zeon e l'esercito federale avevano sterminato circa la metà della popolazione totale. Gli uomini cominciarono a temere l'effetto delle proprie azioni. Si giunse così a una situazione di stallo, che perdurava da poco più di 8 mesi.
Dopo che Zeon si è posta in vantaggio nella guerra grazie all'uso di potenti e agili robot giganti da combattimento ravvicinato noti come Mobile Suit, la Federazione si trova costretta a correre ai ripari varando il progetto V, con cui costruire una corazzata e dei Mobile Suit in grado di far volgere a loro favore la guerra. La Corazzata di classe Pegasus White Base ed i Mobile Suit Guntank, Guncannon e Gundam vengono costruiti e inviati su Side 7 per venire testati. La colonia viene tuttavia attaccata dalle forze di Zeon capitanate dal Colonnello Char "Cometa Rossa" Aznable, uno dei più valenti soldati del Principato, obbligando la White Base a una partenza improvvisa insieme al Gundam. Nel combattimento muore la maggior parte del personale militare, sostituito quasi a forza da un mal assortito gruppo di soldati cadetti e civili. In particolare, il potente Gundam viene pilotato da un ragazzino quindicenne, Amuro Ray. Costantemente pressati dalle forze della Cometa Rossa, la White Base e il suo equipaggio si trovano forzatamente coinvolti nella guerra tra la Federazione e Zeon.
La fine degli anni '70 fu un periodo di profondo mutamento per l'animazione giapponese. L'enorme successo del film di Yamato aveva dato il via ad un nuovo Anime Boom e la nascita di riviste di settore che approfondivano opere e autori con rigore e rispetto stava donando all'animazione giapponese un riconoscimento prima impensabile. Il pubblico non era più formato dai soli bambini e i fan più adulti stavano iniziando a richiedere opere mature e narrativamente complesse. Ecco quindi arrivare, timidamente, alcune prime serie robotiche innovative: Tadao Nagahama nella sua "trilogia shojo" iniziò a incentrare le sue opere su tematiche importanti come razzismo e politica, storie d'amore tragiche e sofferte e un'umanizzazione dei nemici; in Danguard vennero dedicati un gran numero di episodi al terribile allenamento dei piloti per imparare a pilotare il robot gigante e venne inserito un nemico umano, seppur ancora esplicitamente malvagio; lo stesso Tomino con Zambot 3 mostrò le devastanti conseguenze delle battaglie tra mecha sulle città e gli abitanti del Giappone, con enormi distese di orfani e sfollati rimasti senza più nulla che vagano per tutta la nazione in cerca di un posto in cui essere al sicuro, e in generale tutta la sofferenza e la distruzione che la guerra può causare. Si trattava di tematiche e aspetti già presenti in passato, ma spesso a relegate a singoli episodi estemporanei, non certo come fulcro centrale di un'opera.
I tempi erano quindi maturi per l'arrivo di un'opera che si affrancasse (quasi) completamente dai vecchi paradigmi dell'animazione robotica per narrare una storia articolata e complessa, con personaggi sfaccettati e ben caratterizzati e tematiche importante e profonde. Fu così che, subito dopo il demenziale Daitarn 3 (che più diverso non avrebbe potuto essere come atmosfere e personaggi), Sunrise e Tomino lanciarono il carico da 90!
Per prima cosa, Tomino eliminò qualsiasi differenza tra protagonisti e antagonisti. Nagahama aveva umanizzato i suoi nemici, donandogli sentimenti e motivazioni convincenti, ma sempre di alieni si trattava, mentre Danguard aveva sì un nemico umano, ma esplicitamente caratterizzato come un malvagio senza scrupoli da sconfiggere per il bene comune. In Gundam invece si toccano vette inesplorate di realismo, le due fazioni in campo sono formate da esseri umani normalissimi, che hanno amici, famiglia, affetti e combattono una guerra come la storia dell'umanità ne è piena, non per la salvezza del mondo ma semplicemente per motivi economici, sociali e politici. Sebbene la famiglia Zabi, reggente di Zeon, possa essere vista come il "nemico malvagio che ha dato il via alla guerra", si tratta semplicemente di un gruppo guidato da motivazioni politiche credibili; parallelamente i "buoni" della Federazione terrestre hanno i loro scheletri nell'armadio, e in base al punto di vista di chi guarda possono essere considerati un gruppo di ricchi corrotti intenzionati e mantenere un controllo assoluto sulle colonie in modo da ottenerne tutti i benefici economici a scapito del benessere delle colonie stesse.
E nel mezzo di questa battaglia ideologica e politica, milioni e milioni di uomini comuni, che combattono ognuno per motivi personali, sia questo l'onore per la propria nazione o anche questioni più pragmatiche come un avanzamento di carriera. Ogni fazione ha i suoi "buoni" e i suoi "cattivi" e se è normale piangere le morti che l'equipaggio della White Base è costretto a sopportare nel suo duro viaggio, è altrettanto difficile non empatizzare e commuoversi per l'ufficiale di Zeon Ramba Ral e la sua compagna Hamon.
Tra personaggi così ottimamente caratterizzati emerge con forza il conflittuale rapporto tra il protagonista Amuro Ray e il comandante Bright Noa. Bright Noa, sottufficiale arruolatosi nell'esercito da poco più di sei mesi si ritrova al comando di un raffazzonato gruppo di giovani inesperti, soldati alle prime armi o addirittura civili finiti quasi per caso alla guida della più potente nave da guerra dell'esercito federale, incapace di trovare la giusta via di mezzo tra inflessibilità militare e amichevole complicità. Tra questi Amuro Ray, quindicenne viziato, genio della meccanica ma immaturo nella vita e nei rapporti umani, l'irritante ed egoista Kai Shiden, la dolce e affettuosa Fraw Bow, Hayato, Sayla e Mirai, ognuno con una propria ben precisa psicologia e un ruolo nella storia. Ciò che lega tutti loro è l'inesperienza, un'ingenuità di fondo che, contrapposta alla durezza e alla crudeltà della guerra, li spingerà lungo un percorso di maturazione ed evoluzione psicologica.
Amuro, alla guida del suo Gundam, si rende conto nel modo più doloroso possibile di chi siano i suoi nemici, non vuoti robot senz'anima, non esseri lontani e indefiniti, bensì esseri umani che vivono, amano, soffrono, che hanno amici, famiglia, persone care. Per la salvezza della White Base Amuro affronta sulla sua pelle tutto il dolore dei nemici che abbatte, dolore che lo forza a crescere, a maturare e a prendere coscienza di sé e del suo ruolo.
Questo realismo nella caratterizzazione dei personaggi s'innesta su un'ambientazione decisamente complessa ma completamente credibile. Fu realizzata una vera e propria cronistoria fatta di date, luoghi e eventi specifici a fare da impalcatura a tutte le vicende narrate, preoccupandosi di dare una decisa impronta politica, sociale, ed economica ad ogni fazione in gioco che fosse credibile, tanto che quello narrato in Gundam potrebbe benissimo essere il futuro che attende l'umanità. Lo stesso si può dire per la definizione dei robot. Se escludiamo il Gundam di Amuro, oggettivamente superiore agli avversari per motivi di trama, i mecha, terrestri e di Zeon, sono macchine prodotte in serie, con un preciso codice identificativo per marca e modello; si assiste ad una vera e propria smitizzazione del robot gigante, che qui può esaurire i proiettili, venire sostituito con un modello uguale o superiore e, più in generale, utilizzato come una semplice macchina preconfezionata di cui ne esistono altre migliaia. Come conferma anche lo stesso Tomino, Gundam avrebbe potuto avere dei carri armati al posto dei mobile suit e sarebbe stata praticamente la stessa opera. Si tratta del primo, importante, passo che avrebbe poi portato al cosiddetto real robot, quel (piccolo) gruppo di opere caratterizzato da un sempre maggiore realismo nella definizione dei modelli robotici presenti nelle serie, sebbene a Tomino questo aspetto non fosse mai interessato particolarmente.
A portare alla riscoperta e alla degna consacrazione della serie fu una circostanza curiosa e molto particolare, sebbene non unica nella storia dell'animazione giapponese, tanto che anche circa un decennio dopo una cosa simile sarebbe avvenuta anche per il Totoro di Hayao Miyazaki. Trasmesso insieme a La tomba delle lucciole del collega Isao Takahata, i due film avevano deluso le aspettative, incassando meno di quanto preventivato, conquistando la critica ma lasciando abbastanza tiepido il grande pubblico. Fu solo due anni dopo, grazie a un fabbricante di peluche, che Totoro ottenne il successo e la notorietà, tanto da diventare il simbolo della Ghibli: questo costruttore di giocattoli, infatti, ritenendo che non potesse non esistere un peluche di Totoro, insistette a lungo con lo studio per ottenere il permesso di realizzarlo. Inutile dirlo, il peluche fu un enorme successo nei negozi di giocattoli giapponesi.
Una cosa simile avvenne anche per Gundam. Bandai, all'epoca una compagnia specializzata nella produzione di modellini da guerra, intuì il grande potenziale commerciale di Gundam, acquistando da Clover i diritti per lo sfruttamento dell'opera. Sperando di replicare il successo ottenuto dal modello della Yamato, Bandai realizzò dei modellini ad alta qualità dei mecha e delle navi principali dell'opera, da vendere non ai fan di Gundam e degli anime ma agli appassionati di modellini militare, che non conoscevano la serie ma potevano essere incuriositi dalla precisa e ben definitiva cronistoria. Il successo fu talmente incredibile da superare ogni più rosea aspettativa di Bandai. Gundam divenne un'isteria di massa, adulti e bambini adoravano i nuovi modellini, che venivano venduti a un ritmo inimmaginabile, e questo portò anche ad una riscoperta della serie animata. Gundam, che nel 1979 aveva fatto segnare un deludente 5,32% di share, venne replicato ben cinque volte tra il 1981 e il 1984, facendo segnare rispettivamente il 13,12%, 17,85%, 19,40%, 13,83% e 8,60% di share: si trattava di alcuni dei migliori risultati della storia dell'animazione robotica.
In contemporanea alla repliche televisive si decise di realizzare una riduzione cinematografica della serie, memori del successo ottenuto dal film di Yamato. Per l'occasione fu richiamato tutto lo staff principale della serie, in particolar modo Yoshiyuki Tomino, Yoshikazu Yasuhiko e Kunio Okawara. Il compito non era facile, bisognava riassumere 43 episodi da 20 minuti in tre film da poco più di 2 ore ciascuno; andava in pratica eliminata più di metà serie. Assunto questo, Tomino e soci decisero di non operare un mero “taglia e cuci” della serie, ma di andare a migliorare e rifinire quegli aspetti che, per problemi organizzativi, motivi commerciali o limiti temporali, non li avevano convinti a pieno, rendendo contemporaneamente più solida l'intera sceneggiatura. Altro problema con cui si scontrarono fu quello di modificare il ritmo seriale dato da una trasmissione televisiva e fatto di episodi spesso autoconclusivi in quello più lineare di un lungometraggio.
Nel 1981 fu trasmesso il primo film della trilogia, col semplice titolo Mobile Suit Gundam – The Movie (Kido senshi Gundam), che copre all'incirca i primi 13 episodi della serie televisiva. Il primo film, dunque, si concentra principalmente sulla presentazione di buona parte dei personaggi che ci accompagneranno per tutta la storia.
Il secondo lungometraggio della trilogia, Mobile Suit Gundam II – Soldati del dolore (Kido senshi Gundam II – Ai senshi) fu trasmesso quattro mesi dopo il primo e ripercorre la parte centrale della serie (episodi 14-30), quella che si svolge sulla Terra. Perfettamente in linea col titolo scelto, Soldati del dolore raccoglie alcune delle vicende più dolorose e significative dell'intera saga, rendendolo il film emotivamente più pesante della trilogia.
Terzo e conclusivo lungometraggio della trilogia, Mobile Suit Gundam III – Incontro nello spazio (Kido senshi Gundam III – Memuriai sora) fu trasmesso ad un anno di distanza dal primo e copre gli ultimi 13 episodi della serie televisiva. Incontro nello spazio è il film che maggiormente rielabora e modifica la serie originale, specialmente da un punto di vista prettamente tecnico. C'è infatti da precisare come Yoshikazu Yasuhiko non avesse potuto lavorare all'ultima parte della serie perchè malato, obbligando la Sunrise a trasmettere episodi di qualità inferiore rispetto ai restanti. Tuttavia, su precisa richiesta di Tomino, Yas fu reintegrato nel suo ruolo, e si decise per ridisegnare quasi interamente le scene del film. Altra differenza sostanziale è la sostituzione del G-Fighter (veicolo in grado di agganciarsi col Gundam ed assumere numerose forme, decisamente troppo fantasioso per l'atmosfera realistica dell'opera) col più realistico Core Booster.
Fondamentale, nel passaggio tra serie e film, fu anche la maggior importanza data ai newtype, che nella serie non era stato approfondita a dovere, specialmente a causa della riduzione del numero di episodi complessivi. I newtype, che nell'universo di Gundam rappresentano il nuovo passo evolutivo della razza umana dopo il suo adattamento alla spazio, sono alla base dell'intera filosofia di Gundam. Contrapposti ai vecchi terrestri, ancora ancorati alla forza di gravità del pianeta, i newtype rappresentato la speranza di Tomino in un'umanità migliore, in grado di comprendersi a vicenda e non ripetere gli errori del passato. Una delle caratteristiche dei newtype è infatti quella di poter comunicare tra loro a un livello superiore, empatico, riuscendo quindi a comprendersi profondamente e sviluppare una vera e propria unione emotiva. Contrapposto alla tematica dell'incomunicabilità tra le persone come base della sofferenza e della guerra (tematica cara all'animazione giapponese fin dai tempi di Tezuka), lo sviluppo dei newtype è uno dei maggiori pregi della trilogia cinematografica rispetto alla serie televisiva originale. L'incontro tra i newtype Amuro e Lalah, rielaborato e rifinito nel terzo lungometraggio, è giustamente considerato da molti uno dei momenti più alti della storia dell'animazione giapponese (robotica).
Il 22 febbraio 1981, all'uscita est della stazione di Shinjuku, Sunrise organizzò una manifestazione atta a promuovere il primo lungometraggio cinematografico di Gundam; insieme allo staff erano presenti alcuni cosplayer dei personaggi principali della serie. Tra questi, un giovane e ancora sconosciuto Mamoru Nagano, vestito da Char Aznable, insieme alla fidanzata Maria Kawamura, vestita da Lalah Sune, lesse un discorso divenuto poi celebre come la Proclamazione della nuova era dell'animazione (Anime shinseiki sengen). Una nuova era in cui l'opera sarebbe venuta prima di ogni altra cosa, in cui aver maggiore libertà narrativa e creativa senza dover sottostare alle esigenze di sponsor o reti televisive, una in cui poter raccontare anche storie profonde, mature e adulte, non necessariamente per bambini.
Il successo di tale manifestazione sconvolse gli organizzatori e la Sunrise stessa: più di 15mila persone si erano radunate fuori dallo Studio Alta fin dalla mattina del giorno precedente l'apertura per celebrare con tutti gli onori la loro serie preferita. Accorsero persino le TV, mostrando a tutto il Giappone quel che stava accadendo: gli otaku stavano facendo "coming out". Per milioni di spettatori quella era una curiosità come un'altra, di poca importanza. Ma per molti ragazzi e giovani adulti si aprì un mondo: loro non erano gli unici ad amare anime e fantascienza nonostante la loro età, c'erano migliaia, decine di migliaia di altri con le loro stesse passioni. E si erano radunati insieme per celebrare con tutti gli onori la loro serie animata preferita. Celebre la frase di Tomino:
Quel giorno e quelle parole si marchiarono a fuoco nella storia dell'animazione, portando a sviluppi all'epoca inimmaginabili: la grande passione e il desiderio di creare storie di alcuni degli spettatori della manifestazione avrebbe portato nell'immediato futuro all'avvento di una nuova generazione di creativi: Hideaki Anno, Yoshiyuki Sadamoto, Shouji Kawamori, Haruhiko Mikimoto, Kya Asamiya, Obari, Hirano e tanti altri, successivamente noti come la prima generazione otaku. E, per l'animazione giapponese, nulla sarebbe stato più come prima.
Gundam come disincantata visione della guerra. Guerra come tomba dell'amore; una guerra che però fa crescere. Senza la guerra Lalah non sarebbe divenuta quello che è, dice Char ad Amuro, e torto non si può dargli. La molla che ha causato la maturazione di tutti i personaggi di Gundam altro non è che il dolore, la tristezza, e il suo superamento. Ma senza tale guerra, tutto ciò non sarebbe avvenuto, Amuro sarebbe ancora un semi-otaku, Kai un irritante fifone. Ma Soldati del dolore sembra domandarlo urlando: “Tale maturazione vale tutti questi morti, questa sofferenza, questo immenso e incolmabile vuoto?” E in mezzo a tutto questo Gihren Zabi sentenzia: “Se la razza umana dovesse ancora aumentare di numero, crescerebbe anche la sua mediocrità. E questa deriva va evitata.” Sullo sfondo città distrutte, colonie precipitate, navi e robot a pezzi e tante, tante, tante montagne di cadaveri; poeticamente chiamate polvere di stelle, null'altro che vite spezzate. Quindi, anche...
Gundam come crescita. La crescita di Amuro come individuo, da ragazzino semi-otaku ad uomo maturo e responsabile; crescita tramite l'amore, dall'affetto litigarello con Fraw Bow all'infatuazione infantile per Matilda, donna matura in grado di insegnargli tutto quello che ignora della vita, fino all'incontro con Lalah. Non solo... la crescita di un equipaggio, di Bright, Kai, Fraw Bow, Sayla, Mirai, Hayato e degli stessi bambini. Dunque, in definitiva...
Per approfondire maggiormente il franchise di Gundam, la figura di Yoshiyuki Tomino e tutta l'animazione robotica si consiglia la lettura dell'ottimo saggio Guida ai super e real robot - L'animazione robotica giapponese dal 1980 al 1999 di Jacopo Mistè.
Entrambe le versioni del primo Gundam, serie TV e film, sono disponibili in versioni home video da Dynit e visionabili in streaming sul portale VVVVID.
Dopo un decennio di gavetta, per Tomino arrivò anche l'occasione di debuttare ufficialmente come regista principale di una serie, con l'adattamento dell'omonimo manga di Osamu Tezuka, Umi no Toriton (1972). Fu con la sua successiva regia, tuttavia, che a Tomino si spalancò il mondo dei giganti di metalli a cui avrebbe dedicato (controvoglia) la sua intera carriera: Il prode Raideen (1975), di cui diresse la prima metà senza particolare entusiasmo, a causa di direttive troppo stringenti da parti degli sponsor e l'intenzione dichiarata di fare un'opera senza alcuna velleità narrativa. Decisamente più personali furono le due regie successive, Zambot 3 e Daitarn 3, rispettivamente un dramma di guerra atrocissimo da cui nacque il soprannome Tomino lo sterminatore e una parodia demenziale dell'intero genere robotico. A differenza del grande successo ottenuto da Raideen, si trattò di due flop commerciali, sia come share che come vendite di giocattoli. Fortunatamente, questi due fallimenti non tolsero a Sunrise la fiducia in Tomino, tanto che la settimana successiva alla conclusione di Daitarn 3 iniziò la successiva opera diretta dal regista: Gundam (Kido senshi Gundam, lett. Gundam, il fante mobile - meglio nota in occidente anche come Mobile Suit Gundam).
Anno 0079 dell'Era Spaziale
Nell'anno 0079 dell'Era Spaziale, Side 3, la colonna spaziale più lontana dalla terra, si proclamò Principato di Zeon, dando inizio a una guerra d'indipendenza. Dopo solo un mese di conflitto, le truppe di Zeon e l'esercito federale avevano sterminato circa la metà della popolazione totale. Gli uomini cominciarono a temere l'effetto delle proprie azioni. Si giunse così a una situazione di stallo, che perdurava da poco più di 8 mesi.
Dopo che Zeon si è posta in vantaggio nella guerra grazie all'uso di potenti e agili robot giganti da combattimento ravvicinato noti come Mobile Suit, la Federazione si trova costretta a correre ai ripari varando il progetto V, con cui costruire una corazzata e dei Mobile Suit in grado di far volgere a loro favore la guerra. La Corazzata di classe Pegasus White Base ed i Mobile Suit Guntank, Guncannon e Gundam vengono costruiti e inviati su Side 7 per venire testati. La colonia viene tuttavia attaccata dalle forze di Zeon capitanate dal Colonnello Char "Cometa Rossa" Aznable, uno dei più valenti soldati del Principato, obbligando la White Base a una partenza improvvisa insieme al Gundam. Nel combattimento muore la maggior parte del personale militare, sostituito quasi a forza da un mal assortito gruppo di soldati cadetti e civili. In particolare, il potente Gundam viene pilotato da un ragazzino quindicenne, Amuro Ray. Costantemente pressati dalle forze della Cometa Rossa, la White Base e il suo equipaggio si trovano forzatamente coinvolti nella guerra tra la Federazione e Zeon.
Gundam, il fante mobile
La fine degli anni '70 fu un periodo di profondo mutamento per l'animazione giapponese. L'enorme successo del film di Yamato aveva dato il via ad un nuovo Anime Boom e la nascita di riviste di settore che approfondivano opere e autori con rigore e rispetto stava donando all'animazione giapponese un riconoscimento prima impensabile. Il pubblico non era più formato dai soli bambini e i fan più adulti stavano iniziando a richiedere opere mature e narrativamente complesse. Ecco quindi arrivare, timidamente, alcune prime serie robotiche innovative: Tadao Nagahama nella sua "trilogia shojo" iniziò a incentrare le sue opere su tematiche importanti come razzismo e politica, storie d'amore tragiche e sofferte e un'umanizzazione dei nemici; in Danguard vennero dedicati un gran numero di episodi al terribile allenamento dei piloti per imparare a pilotare il robot gigante e venne inserito un nemico umano, seppur ancora esplicitamente malvagio; lo stesso Tomino con Zambot 3 mostrò le devastanti conseguenze delle battaglie tra mecha sulle città e gli abitanti del Giappone, con enormi distese di orfani e sfollati rimasti senza più nulla che vagano per tutta la nazione in cerca di un posto in cui essere al sicuro, e in generale tutta la sofferenza e la distruzione che la guerra può causare. Si trattava di tematiche e aspetti già presenti in passato, ma spesso a relegate a singoli episodi estemporanei, non certo come fulcro centrale di un'opera.
I tempi erano quindi maturi per l'arrivo di un'opera che si affrancasse (quasi) completamente dai vecchi paradigmi dell'animazione robotica per narrare una storia articolata e complessa, con personaggi sfaccettati e ben caratterizzati e tematiche importante e profonde. Fu così che, subito dopo il demenziale Daitarn 3 (che più diverso non avrebbe potuto essere come atmosfere e personaggi), Sunrise e Tomino lanciarono il carico da 90!
Per prima cosa, Tomino eliminò qualsiasi differenza tra protagonisti e antagonisti. Nagahama aveva umanizzato i suoi nemici, donandogli sentimenti e motivazioni convincenti, ma sempre di alieni si trattava, mentre Danguard aveva sì un nemico umano, ma esplicitamente caratterizzato come un malvagio senza scrupoli da sconfiggere per il bene comune. In Gundam invece si toccano vette inesplorate di realismo, le due fazioni in campo sono formate da esseri umani normalissimi, che hanno amici, famiglia, affetti e combattono una guerra come la storia dell'umanità ne è piena, non per la salvezza del mondo ma semplicemente per motivi economici, sociali e politici. Sebbene la famiglia Zabi, reggente di Zeon, possa essere vista come il "nemico malvagio che ha dato il via alla guerra", si tratta semplicemente di un gruppo guidato da motivazioni politiche credibili; parallelamente i "buoni" della Federazione terrestre hanno i loro scheletri nell'armadio, e in base al punto di vista di chi guarda possono essere considerati un gruppo di ricchi corrotti intenzionati e mantenere un controllo assoluto sulle colonie in modo da ottenerne tutti i benefici economici a scapito del benessere delle colonie stesse.
E nel mezzo di questa battaglia ideologica e politica, milioni e milioni di uomini comuni, che combattono ognuno per motivi personali, sia questo l'onore per la propria nazione o anche questioni più pragmatiche come un avanzamento di carriera. Ogni fazione ha i suoi "buoni" e i suoi "cattivi" e se è normale piangere le morti che l'equipaggio della White Base è costretto a sopportare nel suo duro viaggio, è altrettanto difficile non empatizzare e commuoversi per l'ufficiale di Zeon Ramba Ral e la sua compagna Hamon.
Tra personaggi così ottimamente caratterizzati emerge con forza il conflittuale rapporto tra il protagonista Amuro Ray e il comandante Bright Noa. Bright Noa, sottufficiale arruolatosi nell'esercito da poco più di sei mesi si ritrova al comando di un raffazzonato gruppo di giovani inesperti, soldati alle prime armi o addirittura civili finiti quasi per caso alla guida della più potente nave da guerra dell'esercito federale, incapace di trovare la giusta via di mezzo tra inflessibilità militare e amichevole complicità. Tra questi Amuro Ray, quindicenne viziato, genio della meccanica ma immaturo nella vita e nei rapporti umani, l'irritante ed egoista Kai Shiden, la dolce e affettuosa Fraw Bow, Hayato, Sayla e Mirai, ognuno con una propria ben precisa psicologia e un ruolo nella storia. Ciò che lega tutti loro è l'inesperienza, un'ingenuità di fondo che, contrapposta alla durezza e alla crudeltà della guerra, li spingerà lungo un percorso di maturazione ed evoluzione psicologica.
Amuro, alla guida del suo Gundam, si rende conto nel modo più doloroso possibile di chi siano i suoi nemici, non vuoti robot senz'anima, non esseri lontani e indefiniti, bensì esseri umani che vivono, amano, soffrono, che hanno amici, famiglia, persone care. Per la salvezza della White Base Amuro affronta sulla sua pelle tutto il dolore dei nemici che abbatte, dolore che lo forza a crescere, a maturare e a prendere coscienza di sé e del suo ruolo.
Questo realismo nella caratterizzazione dei personaggi s'innesta su un'ambientazione decisamente complessa ma completamente credibile. Fu realizzata una vera e propria cronistoria fatta di date, luoghi e eventi specifici a fare da impalcatura a tutte le vicende narrate, preoccupandosi di dare una decisa impronta politica, sociale, ed economica ad ogni fazione in gioco che fosse credibile, tanto che quello narrato in Gundam potrebbe benissimo essere il futuro che attende l'umanità. Lo stesso si può dire per la definizione dei robot. Se escludiamo il Gundam di Amuro, oggettivamente superiore agli avversari per motivi di trama, i mecha, terrestri e di Zeon, sono macchine prodotte in serie, con un preciso codice identificativo per marca e modello; si assiste ad una vera e propria smitizzazione del robot gigante, che qui può esaurire i proiettili, venire sostituito con un modello uguale o superiore e, più in generale, utilizzato come una semplice macchina preconfezionata di cui ne esistono altre migliaia. Come conferma anche lo stesso Tomino, Gundam avrebbe potuto avere dei carri armati al posto dei mobile suit e sarebbe stata praticamente la stessa opera. Si tratta del primo, importante, passo che avrebbe poi portato al cosiddetto real robot, quel (piccolo) gruppo di opere caratterizzato da un sempre maggiore realismo nella definizione dei modelli robotici presenti nelle serie, sebbene a Tomino questo aspetto non fosse mai interessato particolarmente.
Dal fallimento al successo epocale
Succede, a volte, che le opere più innovative non vengano capite al momento della loro uscite, salvo essere successivamente riscoperte e apprezzate. Tale fu la sorte di Gundam. Dopo gli insuccessi di Zambot 3 e Daitarn 3, infatti, il mobile suit bianco fu il terzo flop consecutivo di Tomino (e stessa sorta sarebbe toccata, l'anno successivo, anche a Ideon), tanto che il numero di episodi venne ridotto in corso d'opera dagli originali 52 ai definitivi 43, portando a una netta velocizzazione nella parte conclusiva e all'impossibilità di approfondire al meglio certe tematiche - come i newtype - che avrebbero dovuto caratterizzare la parte conclusiva dell'opera.A portare alla riscoperta e alla degna consacrazione della serie fu una circostanza curiosa e molto particolare, sebbene non unica nella storia dell'animazione giapponese, tanto che anche circa un decennio dopo una cosa simile sarebbe avvenuta anche per il Totoro di Hayao Miyazaki. Trasmesso insieme a La tomba delle lucciole del collega Isao Takahata, i due film avevano deluso le aspettative, incassando meno di quanto preventivato, conquistando la critica ma lasciando abbastanza tiepido il grande pubblico. Fu solo due anni dopo, grazie a un fabbricante di peluche, che Totoro ottenne il successo e la notorietà, tanto da diventare il simbolo della Ghibli: questo costruttore di giocattoli, infatti, ritenendo che non potesse non esistere un peluche di Totoro, insistette a lungo con lo studio per ottenere il permesso di realizzarlo. Inutile dirlo, il peluche fu un enorme successo nei negozi di giocattoli giapponesi.
Una cosa simile avvenne anche per Gundam. Bandai, all'epoca una compagnia specializzata nella produzione di modellini da guerra, intuì il grande potenziale commerciale di Gundam, acquistando da Clover i diritti per lo sfruttamento dell'opera. Sperando di replicare il successo ottenuto dal modello della Yamato, Bandai realizzò dei modellini ad alta qualità dei mecha e delle navi principali dell'opera, da vendere non ai fan di Gundam e degli anime ma agli appassionati di modellini militare, che non conoscevano la serie ma potevano essere incuriositi dalla precisa e ben definitiva cronistoria. Il successo fu talmente incredibile da superare ogni più rosea aspettativa di Bandai. Gundam divenne un'isteria di massa, adulti e bambini adoravano i nuovi modellini, che venivano venduti a un ritmo inimmaginabile, e questo portò anche ad una riscoperta della serie animata. Gundam, che nel 1979 aveva fatto segnare un deludente 5,32% di share, venne replicato ben cinque volte tra il 1981 e il 1984, facendo segnare rispettivamente il 13,12%, 17,85%, 19,40%, 13,83% e 8,60% di share: si trattava di alcuni dei migliori risultati della storia dell'animazione robotica.
In contemporanea alla repliche televisive si decise di realizzare una riduzione cinematografica della serie, memori del successo ottenuto dal film di Yamato. Per l'occasione fu richiamato tutto lo staff principale della serie, in particolar modo Yoshiyuki Tomino, Yoshikazu Yasuhiko e Kunio Okawara. Il compito non era facile, bisognava riassumere 43 episodi da 20 minuti in tre film da poco più di 2 ore ciascuno; andava in pratica eliminata più di metà serie. Assunto questo, Tomino e soci decisero di non operare un mero “taglia e cuci” della serie, ma di andare a migliorare e rifinire quegli aspetti che, per problemi organizzativi, motivi commerciali o limiti temporali, non li avevano convinti a pieno, rendendo contemporaneamente più solida l'intera sceneggiatura. Altro problema con cui si scontrarono fu quello di modificare il ritmo seriale dato da una trasmissione televisiva e fatto di episodi spesso autoconclusivi in quello più lineare di un lungometraggio.
Nel 1981 fu trasmesso il primo film della trilogia, col semplice titolo Mobile Suit Gundam – The Movie (Kido senshi Gundam), che copre all'incirca i primi 13 episodi della serie televisiva. Il primo film, dunque, si concentra principalmente sulla presentazione di buona parte dei personaggi che ci accompagneranno per tutta la storia.
Il secondo lungometraggio della trilogia, Mobile Suit Gundam II – Soldati del dolore (Kido senshi Gundam II – Ai senshi) fu trasmesso quattro mesi dopo il primo e ripercorre la parte centrale della serie (episodi 14-30), quella che si svolge sulla Terra. Perfettamente in linea col titolo scelto, Soldati del dolore raccoglie alcune delle vicende più dolorose e significative dell'intera saga, rendendolo il film emotivamente più pesante della trilogia.
Terzo e conclusivo lungometraggio della trilogia, Mobile Suit Gundam III – Incontro nello spazio (Kido senshi Gundam III – Memuriai sora) fu trasmesso ad un anno di distanza dal primo e copre gli ultimi 13 episodi della serie televisiva. Incontro nello spazio è il film che maggiormente rielabora e modifica la serie originale, specialmente da un punto di vista prettamente tecnico. C'è infatti da precisare come Yoshikazu Yasuhiko non avesse potuto lavorare all'ultima parte della serie perchè malato, obbligando la Sunrise a trasmettere episodi di qualità inferiore rispetto ai restanti. Tuttavia, su precisa richiesta di Tomino, Yas fu reintegrato nel suo ruolo, e si decise per ridisegnare quasi interamente le scene del film. Altra differenza sostanziale è la sostituzione del G-Fighter (veicolo in grado di agganciarsi col Gundam ed assumere numerose forme, decisamente troppo fantasioso per l'atmosfera realistica dell'opera) col più realistico Core Booster.
Fondamentale, nel passaggio tra serie e film, fu anche la maggior importanza data ai newtype, che nella serie non era stato approfondita a dovere, specialmente a causa della riduzione del numero di episodi complessivi. I newtype, che nell'universo di Gundam rappresentano il nuovo passo evolutivo della razza umana dopo il suo adattamento alla spazio, sono alla base dell'intera filosofia di Gundam. Contrapposti ai vecchi terrestri, ancora ancorati alla forza di gravità del pianeta, i newtype rappresentato la speranza di Tomino in un'umanità migliore, in grado di comprendersi a vicenda e non ripetere gli errori del passato. Una delle caratteristiche dei newtype è infatti quella di poter comunicare tra loro a un livello superiore, empatico, riuscendo quindi a comprendersi profondamente e sviluppare una vera e propria unione emotiva. Contrapposto alla tematica dell'incomunicabilità tra le persone come base della sofferenza e della guerra (tematica cara all'animazione giapponese fin dai tempi di Tezuka), lo sviluppo dei newtype è uno dei maggiori pregi della trilogia cinematografica rispetto alla serie televisiva originale. L'incontro tra i newtype Amuro e Lalah, rielaborato e rifinito nel terzo lungometraggio, è giustamente considerato da molti uno dei momenti più alti della storia dell'animazione giapponese (robotica).
La dichiarazione della nuova era dell'animazione
Il 22 febbraio 1981, all'uscita est della stazione di Shinjuku, Sunrise organizzò una manifestazione atta a promuovere il primo lungometraggio cinematografico di Gundam; insieme allo staff erano presenti alcuni cosplayer dei personaggi principali della serie. Tra questi, un giovane e ancora sconosciuto Mamoru Nagano, vestito da Char Aznable, insieme alla fidanzata Maria Kawamura, vestita da Lalah Sune, lesse un discorso divenuto poi celebre come la Proclamazione della nuova era dell'animazione (Anime shinseiki sengen). Una nuova era in cui l'opera sarebbe venuta prima di ogni altra cosa, in cui aver maggiore libertà narrativa e creativa senza dover sottostare alle esigenze di sponsor o reti televisive, una in cui poter raccontare anche storie profonde, mature e adulte, non necessariamente per bambini.
«E ora, giuriamolo rivolti al futuro.
Noi proclamiamo l'apertura della nostra epoca agli anime e l'inizio della nuova era degli anime»
Noi proclamiamo l'apertura della nostra epoca agli anime e l'inizio della nuova era degli anime»
Il successo di tale manifestazione sconvolse gli organizzatori e la Sunrise stessa: più di 15mila persone si erano radunate fuori dallo Studio Alta fin dalla mattina del giorno precedente l'apertura per celebrare con tutti gli onori la loro serie preferita. Accorsero persino le TV, mostrando a tutto il Giappone quel che stava accadendo: gli otaku stavano facendo "coming out". Per milioni di spettatori quella era una curiosità come un'altra, di poca importanza. Ma per molti ragazzi e giovani adulti si aprì un mondo: loro non erano gli unici ad amare anime e fantascienza nonostante la loro età, c'erano migliaia, decine di migliaia di altri con le loro stesse passioni. E si erano radunati insieme per celebrare con tutti gli onori la loro serie animata preferita. Celebre la frase di Tomino:
“Agli adulti che dicono anime = manga = volgarità vorrei chiedere se capiscono perchè tutti questi giovani si sono radunati qui”
Quel giorno e quelle parole si marchiarono a fuoco nella storia dell'animazione, portando a sviluppi all'epoca inimmaginabili: la grande passione e il desiderio di creare storie di alcuni degli spettatori della manifestazione avrebbe portato nell'immediato futuro all'avvento di una nuova generazione di creativi: Hideaki Anno, Yoshiyuki Sadamoto, Shouji Kawamori, Haruhiko Mikimoto, Kya Asamiya, Obari, Hirano e tanti altri, successivamente noti come la prima generazione otaku. E, per l'animazione giapponese, nulla sarebbe stato più come prima.
Conclusioni
Gundam come disincantata visione della guerra. Guerra come tomba dell'amore; una guerra che però fa crescere. Senza la guerra Lalah non sarebbe divenuta quello che è, dice Char ad Amuro, e torto non si può dargli. La molla che ha causato la maturazione di tutti i personaggi di Gundam altro non è che il dolore, la tristezza, e il suo superamento. Ma senza tale guerra, tutto ciò non sarebbe avvenuto, Amuro sarebbe ancora un semi-otaku, Kai un irritante fifone. Ma Soldati del dolore sembra domandarlo urlando: “Tale maturazione vale tutti questi morti, questa sofferenza, questo immenso e incolmabile vuoto?” E in mezzo a tutto questo Gihren Zabi sentenzia: “Se la razza umana dovesse ancora aumentare di numero, crescerebbe anche la sua mediocrità. E questa deriva va evitata.” Sullo sfondo città distrutte, colonie precipitate, navi e robot a pezzi e tante, tante, tante montagne di cadaveri; poeticamente chiamate polvere di stelle, null'altro che vite spezzate. Quindi, anche...
Gundam come crescita. La crescita di Amuro come individuo, da ragazzino semi-otaku ad uomo maturo e responsabile; crescita tramite l'amore, dall'affetto litigarello con Fraw Bow all'infatuazione infantile per Matilda, donna matura in grado di insegnargli tutto quello che ignora della vita, fino all'incontro con Lalah. Non solo... la crescita di un equipaggio, di Bright, Kai, Fraw Bow, Sayla, Mirai, Hayato e degli stessi bambini. Dunque, in definitiva...
Gundam come evoluzione. Evoluzione dell'essere umano; lasciata la gravità terrestre, pronto a compiere un nuovo passo. Newtype, umani speciali, con una capacità precognitiva più sviluppata. Newtype, esseri in grado di comunicare, di comprendersi a vicenda come mai l'uomo era stato in grado di fare. Newtype, persone in grado di amarsi nel senso più puro e assoluto del termine, un sentimento mai provato prima dall'umanità, un'unione a livello spirituale tra esseri superiori, che non ha nulla di sessuale in sè. Newtype, piloti di abilità superiore, strumenti di morte perfetti. Ma non solo, evoluzione del genere mecha, e dell'animazione giapponese più in generale. Anime newtype, diceva Mamoru Nagano davanti a 15mila persone.
Per approfondire maggiormente il franchise di Gundam, la figura di Yoshiyuki Tomino e tutta l'animazione robotica si consiglia la lettura dell'ottimo saggio Guida ai super e real robot - L'animazione robotica giapponese dal 1980 al 1999 di Jacopo Mistè.
Entrambe le versioni del primo Gundam, serie TV e film, sono disponibili in versioni home video da Dynit e visionabili in streaming sul portale VVVVID.
Il peso storico di Gundam è indiscutibile, e non solo per il mondo dei mecha a mio avviso. Quella nuova generazione otaku che avrebbe ridefinito i canoni del mondo anime/manga partì da lì.
E autori come YAS e il macellaio sono senza dubbio dei pionieri che hanno traghettato nel presente una nuova estetica del futuro.
Tutto in Gundam è newtype.
La storia del peluche di Totoro non la sapevo. Giusto lo spazio dedicato alla "Proclamazione della nuova era dell'animazione" perche' e' da li' che il fenomeno otaku e' diventato pubblico e ufficiale per la prima volta. E' ironico che sia stato dovuto (anche) a Gundam, visto che Tomino ha piu' volte criticato e bistrattato gli otaku, ma tant'e'
La novità più autentica introdotta da Tomino stà soprattutto in questo: non si è limitato a metter in scena solo un anime dedicato ad una guerra futuristica in chiave realistica, ma chiamò il suo pubblico, creando situazioni e personaggi umanissimi su ambedue i fronti, mossi da passioni antiche, ad una riflessione sulla guerra e sui suoi disastri. No ne facciamo però un Genio Isolato, la tradizione pacifista e ha percorso e percorre ancora la migliore cultura nipponica del dopoguerra. Inoltre dobbiamo sempre ricordare come dietro Mobile Suit Gundam c'è un ampio lavoro di squadra. Tralasciando il contributo - non meramente tecnico - di Kunio Okawara, su cui non basterebbero le pagine, non avremmo avuto Gundam senza i character creati da Yas, con una cura certosina anche per le figure secondarie. Nèn può essere assolutamente ignora il contributo di idee che alcuni membri dello staff originale hanno portato, le isole spaziali e la teoria delle particelle Minovsky sono state immesse nella saga da Kenichi Matsuzaki.
Inoltre non saremmo qui a ricordare il quarantennale di Gundam, non parleremmoquasi quotidianamente di questa saga , nè sarebbe certo quella macchina per far soldi che è, senza registi come Yasuhiro Imagawa ( G Gundam), che hanno saputo ispirarsi alle idee base della serie originale per proporlo in modi che forse ci stupiscono ma che ne hanno esaltato le potenzialità adeguandolo non solo ai gusti del pubblico, ma anche e soprattutto mantenendone la credibilità, appoggiandosi alle migliori teorie scientifiche di ogni periodo...E non casualmente ricordo Gundam Seed, Gundam 00, basato su concetti, la distruzione ambientale, l'esauririsi delle risorse energetiche e minerarie, lo Spazio come la vera Nuova Frontiera, le possibilità ed i rischi della Genetica, sulla cui attualità, ai tempi di Greta, dovremmo riflettere, ed il recente Gundam iron Blooded orphans.
L
Grazie
E non solo. Non solo.
Unico appunto, le tematiche razziste e politiche o le storie d'amore nei robot, non le ha introdotte Nagahama. Per dire, il primo anime robotico romantico é stato Gattaiger, pilot film di Goldrake. Così come di razzismo già se ne parlava nel Grande Mazinga e Goldrake e si incoraggiava ad avere il rispetto per gli altri e la natura.
Diciamo che Nagahama ha rifinito e marcato maggiormente questi concetti rispetto ai suoi predecessori, che vi dedicavano solo degli episodi singoli, anzichè renderli il perno centrale dell'opera.
Per quanto riguarda la distinzione tra buono e cattivo, non so voi, ma secondo me ha cominciato ad essere davvero neutra dalle serie successive. Nella prima serie, se si esclude il personaggio di Char e pochi altri, i membri di Zeon sono stati praticamente raffigurati come "cattivi" senza scrupoli filodittatoriali. Quando ho visto la serie, mi risultava davvero difficile pensare a loro come dei buoni. Discorso diverso invece per serie come l'Ottavo Plotone, La guerra in tasca e Thunderbolt (giusto per dirne tre). Qui non c'è davvero differenza e più si andava avanti con le puntate e più lo si notava.
Secondo me, la prima serie risente ancora delle influenze Super Robotiche dell'epoca.
Però non facciamole passare come delle novità introdotte da Gundam, visto che già se ne parlava in opere del secolo scorso, da La Corazzata Yamato a Kyashan
Sì, hai ragione, intendevo dire che lì diventano centrali e non più relegati a singoli episodi. Specifico meglio nella news.
Sul discorso nemici / cattivi, secondo me MOLTO dipende dal punto di vista. Noi vediamo quasi sempre il punto di vista della Federazione, ci affezioniamo a quei personaggi, e quindi siamo portati a considerarli migliori. Come in ogni ribellione / guerra d'indipendenza, i rivoluzionari sono visti come terroristi pericolosi da quelli verso cui si ribellano e come eroi da chi si ribella. Certo, viene spontaneo considerarli nemici perchè hanno dato via alla guerra, ma poi leggi nella cronistoria che quando Zeon cercava l'indipendenza la Federazione terrestre ha tramutato la base lunare in una stazione militare per porre loro pressione.
In ottica più personale, invece, guardando agli singoli zeoniani abbiamo:
Char è una figura controversa, ma non lo considerei cattivo. Tra l'altro non lo considererei nemmeno Zeoniano puro dato come si evolve la sua storia. Garma nemmeno viene ritratto come un cattivo, anzi molto dolce con la fidanzata e Char, onorevole, e intenzionato principalmente a rendere orgogliosa la sorella maggiore. Ramba Ral direi che non c'è nemmeno da discuterne. La stella trinaria nera è semplicemente un gruppo di soldati professionisti. Gli ordinano di distruggere il Gundam e la White Base e loro quello cercano di fare. Il tizio delle miniere coi capelli viola e fissato col percuotere il bicchiere, sì, è chiaramente mostrato negativamente, quasi più simile a un nemico dei vecchi super robot. Poi ci sono i newtype Challia Bull e Lalah, che non mi pare si possano considerare negativamente.
Si passa poi agli Zabi. Di Garma abbiamo già detto. Dozle è un guerrafondaio ma ama comunque tantissimo la sua famiglia e combatte per loro. Non l'ideale ma lo considererei neutro. Kicylia più cattiva la considererei cinica, ma effettivamente siamo in territori parecchio grigi. Gihren sì, viene persino paragonato da Hitler al padre, lui è chiaramente mostrato in maniera negativa. Infine il capofamiglia, figura decisamente controversa. Sì, ha ucciso Zeon per istaurare un governo militare, ma tutto quello che ha fatto è per rendersi indipendente da un governo corrotto (quello della Federazione). Qui si torna a quanto detto sopra, è un terrorista pericoloso per la Federazione, e un eroe per Zeon. Non lo vedo in modo negativo, specialmente dopo che ci raccontano della sua reazione al fato di Garma.
Per cui, personalmente, gli unici di Zeon che ritengo chiaramente negativi sono Gihren e il tizio col bicchiere. Non c'è nemmeno paragone, per esempio, con i Titans di Z Gundam, lì si caratterizzati molto ma molto più negativamente.
Onestamente, pensandoci ora, non sono convinto che la vittoria della Federazione su Zeon nella prima serie possa essere vista molto positivamente... è vero, un paese governato da uno come Gihren Zabi potrebbe non essere l'ideale, ma in ottica più ampia ciò ha permesso ai ricchi terrestri di proseguire a rimpinzarsi sulla povertà altrui.
Buon compleanno GAndam.
Ah una cosa
Sieg Zeon, Sieg Zeon
Digressione più interessante di quel che credi @Slanzard, davvero è proprio a questo che mi riferivo parlando del ruolo di Yas. Riguardo ai singoli personaggi, Char è fra tutti la personalità più controversa - anche più di Degwin Zabi - almeno fin quando non si capisce una cosa: Char si vuole si vendicare della famiglia Zabi, ma non "In nome del Padre",...No, agisce per vendicare i torti subiti dalla mamma. Per vendicare quel piccolo bambino che ha dovuto abbandonare la madre per salvarsi e salvare Sayla.
Per questo percorre una strada così crudele con se stesso - neppure Lalah avrebbe potuto cambiare la sua rotta - anche se forse, ad un certo punto, l'idea di legarsi a Kicylia, altro personalità fortemente ambigua, gli sovviene. Nell'ultima parte della serie. Kicylia è la personalità più forte nella famiglia Zabi, capace di crudelta terribili, ma anche di attenzioni agli aspetti umani che manca negli altri fratelli. ( nessuno di loro però ha figli, nota, salvo Dozle). Ed anche l'unica ad occuparsi seriamente della Guerra sulla Terra.
D'altra parte successivamente nel costruire il nuovo Zeon, Char si è ispirato più alla linea di condotta di Kicylia, che a quelle di suo padre medesimo.
Riguardo al Duca Zabi, in Gundam Origini l'esimio Yas ha fatto capire ancora meglio la sua figura, un uomo politico a tutto tondo, che usa la guerra per scopi politici, pensa di poterla usare, come hanno fatto per secoli i politici della Terra ma finisce con il mettersi nelle mani ad un personaggio totalmente inaffidabile come Gihren che insegue non la formazione di uno Stato, e forse manco di una dinastia ( finalità che sono il vero orizzonte di Degwin e della stessa Kycilia ) ma un Piano Millenaristico piuttosto insensato come lo storico Degwin sà bene.
Riguardo alla questione della vittoria della Federazione....il problema è che nessuno, tranne il Maresciallo Rebil aveva un'idea, vera, di cosa fare dopo. Impongono una Pace Cartaginese a Zeon, ed agli Spacenoid. Gonfi di un potere che in effetti, a ben vedere, ha basi fragilissime. E si portava appresso problemi enormi.
Poi, dopo gli eventi di Gundam 0083, i cari mestatori nel torbido hanno avuto vita facile ad imporsi. La tecnica del Capro Espiatorio, funziona sempre.
Le tematiche razziali mancano spesso nelle serie animate attuali - con alcune eccezioni come Aldnoah Zero, un tempo, invece erano molto presenti. Questo meriterebbe un discorso a se.
P.P.S. si queste elucubrazioni sono solo "for fan only".
Allo scorso Cartoomics, sul tema Gundam in Italia e domande inerenti, le risposte di Cavazzoni sono sembrate disinteressate o che non sapesse di cosa si parlasse.
Nello specifico si parlava del progetto NT Narrative.
A me ha colpito per come ha risposto ed è sembrato disinteressato al brand
Ho avuto la netta sensazione che prima di vedere ancora Gundam in italiano passerà molto tempo ragazzi
Ditemi la vostra opinione in merito
Cavazzoni è interessato alle STORIE. Non è questione di Brand.
Sa bene una cosa, molte storie, molti anime di Gundam si reggono ANCHE su una potente pubblicità dedicata. Un sostegno al marketing, che qui da noi non c'è.
Gundam Narrative, è la sua idea, si vende "solo" a chi ha seguito Gundam Unicorn, e perchè se non hai seguito quella saga sarai poco interssat - ed i non buoni risultati degli USA, malgrado l'apporto di Bandai, forse glielo hanno confermato..Si può anche prendere ma..successivamente.
Puntare sulla Trilogia, non è sbagliato, c'è il nome di Tomino di mezzo, una possibile serie manga, una serie di personaggi molto noti - sul nostro mercato-
no, non sbaglia affatto.
Temo che un simiile ragionamento, puntiamo sul noto, sia alla base dell'assenza di edizioni ufficiali di serie OAV fondanti come Gundam ottavo plotone.
In linea di massima concordo con quello che dici.
Su ottavo plotone io credo che Cavazzoni non ci voglia proprio sentire, adducendo come scusante il fatto che è una serie vecchia e con poco seguito, preferendo serie più recenti del brand, oltre agli elevati costi di doppiaggio.
Le serie recenti ci sono e non le considera.
Boh io non capisco, mi starò rincoglionendo con l'età può essere...
Tra l'altro, tornando su ottavo plotone essendo una serie ambientata nell' Universal Century, serie molto valida vista nel 2011 dal sottoscritto, che ti ha chiesto tutto il fandom per anni, che conta, se non ricordo male 6 episodi da mezz'ora l'uno, vado a memoria amico.
Se il Cavazzoni mi tira in ballo le motivazioni che ho scritto sopra, io rimango abbastanza perplesso non so tu come la vedi.
Fosse una serie che non ti chiede nessuno e di 50 e passa episodi potrei capire ma è l'esatto opposto
Comunque io personalmente me la sono messa via, anche se la speranza è l'ultima a morire, essendo fan del brand ragazzi.
Gundam Iron Blooded Orphans è stata proposta da VVVVID! Ed è forse la miglior serie dai tempi della prima stagione di Gundam Seed. Non doppiata, fà niente, il doppiaggio costa sul serio - se lo si vuole ben fatto - e li ci vuole una RETE TV che finanzi il tutto.Od un grandissimo risultato.
Non ha fatto molti numeri la saga dei Tekkadan, non ho ben capito perchè, se l'abbiam seguita tutti su Gundam Info o meno, ma sicuramente l'attenzione alle novità c'è.
L'Ottavo Plotone avrebbe un suo spazio, ma non isolato, probabilmente.
Non vorrei dire una castroneria ma il mancato passaggio sulle TV generaliste di Gundam Z, non sui canali tematici che si sono affermati solo successivamente, ha un pò danneggiato la franchise da noi.
Ricordo che Gundam Wing rilanciò la saga di Gundam in Italia a suo tempo, probabilmente se Mediaset invece di nasconderselo avesse usato quella serie forse qualcosa sarebbe cambiato.
Ci vuole un progetto per rilanciare Gundam. Ma al momento manca, anche per disinteresse della Bandai.
Stai sfondando un portone del mio cuore di appassionato di Gundam.
Concordo con te ogni parola amico.
Puoi togliere il forse.
Quando una sere anime ambientata nel U.C. ? e da Gundam Victory che manca.
Innanzitutto, molte sue frecciatine verso Amuro erano più che giustificate, visto che Amuro spesso si comportava come un ragazzino viziato soltanto perchè era il pilota del Gundam.
Egoista perchè poi? Al massimo codardo, come si definirà lui stesso più di una volta, ma alla fine ha sempre pensato al bene dei suoi compagni, persino quando aveva deciso - o meglio, credeva di aver deciso - di abbandonare tutto, una volta che la WB era arrivata in Irlanda. La scena in cui urla "ma cosa fanno? perchè combattono così" descrive perfettamente questo lato di Kai.
A parte Ryu, che è sempre stato un pò il fratello maggiore di tutti dall'inizio alla fine, Kai si è dimostrato più maturo di Amuro il predestinato, Sayla la madonnina infilzata, Hayato il rosicone e Fraw la casalinga frustrata: questi sì che li ho trovati irritanti, anche se poi hanno avuto qualche forma di crescita alla fine della serie.
Kai rimane comunque il più sveglio.
Puoi mettetela via, in Italia di Gundam vende poco, a meno non si tratti della prima serie, acquistata non solo dagli appassionati ma anche dai soliti girellari. Gli altri titoli sono stati tutti, chi più chi meno, dei fallimenti economici. Sono cose che Cavazzoni ripete da anni.
Se non hai problemi con l'inglese fa come me: in USA sono uscite tutte le serie animate in BD, con audio giapponese e sottotitoli in inglese (e non solo quelle, ci sono anchhe tutti gli altri anime robotici non Gundam di Tomino!). Costano anche poco. Fa l'investimento di un lettore BD multiregionale altrimenti scordati per sempre di collezionare Gundam su supporto fisico ufficiale.
Vedremo come si evolverà la situazione..Intanto riascoltiamoci qualcosina di bello
A proposito sul Wall G ad Odaiba hanno proieettato il video celebrativo per i 40 anni di Gundam, ma per ora circola solo in formato bootleg.
Forse anche leggermente incompleta. Aspettiamo "L'ufficialità"...
Allora 00 la ritengo superiore al livello qualitativo, MA devia di molti rispetto alle tematiche tipiche di Gundam.
Per forza, solo gli americani sono 300 milioni piu' qualche altro centinaio di milioni di persone che parla inglese come prima lingua, piu' qualche miliardo che lo capisce abbastanza, e' un mercato sterminato. In Europa hai N lingue diverse con N >> 1, fare un sacco di versioni localizzate non gli conviene.
il sito!
Riguardo a Gundam: ovviamente è una delle mie saghe preferite...non in tutte le sue
declinazioni comunque. La U.C. è quella che mi piace di più: la varietà dei mecha, i
tantissimi personaggi le loro caratterizzazioni, la loro crescita, gli scontri di ideali,
le motivazioni più disparate (personali, politiche, ideologiche, per amore, per vendetta...)
Un brand Epico, che credo tra 1000 anni sarà ancora d'interesse!
Mmm prova Gundam 00 e Gundam Iron blooded orphans e sappimi dire. @alessiox1, ringraziandoti per aver ricordato Gundam 00 - che chissà perchè dimentico sempre di citare, la sua prima parte è davvero interessante e bella devo però notare una cosa: Gundam 00 non contraddice e non devia in realtà dalle tematiche di Gundam proposte nelle serie UC. Ne amplia lo spazio.
Il punto ovviamente è che dobbiamo guardare le saghe nel complesso, in particolare se è vero che il Gundam del 79 rappresenta le radici dell'albero, senza le quali non si va da nessuna parte, è altrettanto vero che Mobile Suit Gundam Z - e Gundam 0083 - ne rappresentano il fusto principale. E li dentro, in nuce, troviamo tantissime delle tematiche che poi sono sviluppate in Gundam 00 - e pure in Sed - come la manipolazione delle persone così da trasformarle in armi umane. Così come il peso sempre più grande sulla vita politica delle Compagnie come la Anheim Electronics, - il cui Presidente non ha caso è detto: "Il Re della luna"- Tematiche rivisitate e ben sviluppate in Gundam unicorn.
L'assenza di Colonie Spaziali in Gundam 00 non deve suscitare perplessità. Le colonie Spaziali erano uno degli argomenti base dell'esplorazione spaziale negli anni setttanta ed ottanta, Il successo della Stazione Spaziale Internazionale, alcuni problemi saltati fuori nelle missioni e lo stesso modificarsi del gusto del pubblico, hanno indotto il cambiamento di rotta.
Il loro posto è preso dagli Ascensori Spaziali! Dalle basi costruite negli asteroidi, e dall'esplorazione di Giove. Che sono i must della scienza di questi anni.
Ho idea che fra un quattro-cinque anni si inizierà a parlare dell'esplorazione della Luna, seguendo gli sviluppi che sia la NASA che la nostra ESA ( e la medesima JAXA, per tacer dei cinesi) hanno preso e scommetterei un ritorno delle tematiche ambientalistiche e forse dell'emergere di compagnie spaziali privati..
Certo mi potrai rispondere che in Gundam 00 ci sono gli ALieni, mai visti prima..Ma gli Alieni rappresentano l'incontro con "l'Altro da Noi".Più che con generici extraterrestri.
Le ho viste entrambe! Iron blooded Orfans mi è piaciuto parecchio, anche se non ho gradito molto alcune scelte della storia... Come hanno improntato i Mobil Armor! :/
Gundam 00 era partito anche benino... Ma poi è andato in declino secondo me... Troppo lungo poi, troppi episodi!
Il film finale? No comment per me!
Quello che dici sui bambini giapponesi è vero, ed è vero che l'influenza degli appassionati di anime sull'industria non era totale come oggi, ma date alla mano gli animefan (intesi come "appassionati di animazione, che comprano rivisite, gadget e modellini di anime") sono nati nel 1977 con il film di Yamato, e ciò che è venuto dopo ha iniziato a riflettere la loro influenza: pubblico femminile maggiormente coinvolto con i vari bishounen e storie d'amore più in vista di prima, target delle storie che si alzano (scomparsa graduale degli onnipresenti siparietti comici e maggiore dramma, basi vedere Nagahama), più enfasi su trama e personaggi rispetto a schematismi tokusatsu, contesti sci-fi e di space opera onnipresenti...
Sottolineo che, oltre ai fan di animazione, all'epoca gli anime avevano un numero variegato di telespettatori.
Aggiungiamo anche l'età: dai 0 ai 90.
Oggi , purtroppo, non è più così.
Sono scelte amaramente reali. (
Sul film credo che si sia tutti concordi su questo punto: per la carne messa al fuoco ce ne voleva un'altro. E' troppo compresso. Chiude delle linee narrative con una frettolosità eccessiva . ( l'unica completa è quella di Patrick e della sua Colonnella.) e pure confusa.
Grazie Gundam!
P.s er stare in tema serie animate,oltre alla prima serie(assieme a Ottavo Plotone MS e 0080 War in The Pocket),la mia prediletta è la prima serie di Seed.
Oh per tre motivi.
A) Gundam Age non è "Orrido" ma è un'occasione persa, chi lo ha gestito inizialmente voleva forse troppo innovare. In se l'idea non era male sia chiaro. La terza serie vale il biglietto, ma il progetto probabilmente non è ben lievitato
B) Fermo restando che Reconguista in G non doveva essere una serie di Gundam, lo è solo per motivi finanziari, stiamo aspettando il film. ) od i film).
C) Se è per questo non mi sembra che molti abbiano accennato a G Gundam, eppure. Od a Turn A, che celebra il suo anniversario quest'anno.
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