Credo lo sapranno ormai tutti ma da ieri sono disponibili su Netflix in 190 paesi del mondo la serie di 26 episodi di Neon Genesis Evangelion con i film The End of Evangelion e Death and Rebirth. La particolarità è che sono on line con un nuovo doppiaggio e un nuovo adattamento, cosa che ha letteralmente fatto insorgere il web e il fandom di anime in particolare. Sul banco degli imputati è finito l'adattamento di Gualtiero Cannarsi. i motivi? diversi!
Abbiamo deciso di fare una rassegna di quelle che sono state le principali opinioni sui siti di settore a cominciare da
Abbiamo deciso di fare una rassegna di quelle che sono state le principali opinioni sui siti di settore a cominciare da
Leganerd, che non ci va per il sottile e dichiara (qui articolo):
"La versione presente sulla piattaforma ha nuove voci ed un nuovo adattamento ad opera di Gualtiero Cannarsi (si, purtroppo sempre lui), il quale è riuscito a rovinare Evangelion, non solo cambiando alcuni nomi senza motivo (gli Angeli sono dibentati Apostoli e l’Unità 01 è diventato Unità Primaria), ma dando all’anime um linguaggio aulico fuori luogo. Solo nel primo episodio non si “contano” le perle ad opera di Cannarsi.
Non c’è quindi da stupirsi se il nuovo adattamento ha scatenato sul web furia ed ironia per una versione dir poco imbarazzante. Quello che resta inspiegabile è come mai si continui a dare fiducia ad una persona che negli anni non ha fatto che suscitare polemiche. Dopo i film dello Studio Ghibli, ora Cannarsi ha colpito Evangelion. Purtroppo."
"La versione presente sulla piattaforma ha nuove voci ed un nuovo adattamento ad opera di Gualtiero Cannarsi (si, purtroppo sempre lui), il quale è riuscito a rovinare Evangelion, non solo cambiando alcuni nomi senza motivo (gli Angeli sono dibentati Apostoli e l’Unità 01 è diventato Unità Primaria), ma dando all’anime um linguaggio aulico fuori luogo. Solo nel primo episodio non si “contano” le perle ad opera di Cannarsi.
Non c’è quindi da stupirsi se il nuovo adattamento ha scatenato sul web furia ed ironia per una versione dir poco imbarazzante. Quello che resta inspiegabile è come mai si continui a dare fiducia ad una persona che negli anni non ha fatto che suscitare polemiche. Dopo i film dello Studio Ghibli, ora Cannarsi ha colpito Evangelion. Purtroppo."
La tocca piano il docmanhattan.blogspot
Con la sua consueta ironia Alessandro Apreda ci regala forse uno degli articoli più letti della giornata, articolo che già dal titolo è tutto un programma: NEON GENESIS EVANGELION SU NETFLIX: LA CANNARSIZZAZIONE SENZA NESSUNA RECALCITRANZA
"Neon Genesis Evangelion è da oggi su Netflix. Il che, per chi è abbonato a retepellicole, consente a) di ripupparsi tutta la serie di Anno in alta definizione, b) di riguardarselo in giapponese sottotitolato, c) di ascoltare i nuovi dialoghi in italiano curati da Cannarsi in cannarsico, con Shinki Ikari, anzi Ikari Shinji, Misato e gli altri che parlano come i personaggi di un film Ghibli curato da Cannarsi. Facendoti venire voglia di prendere a testate un muro dopo cinque minuti [...]
Il nuovo doppiaggio di Evangelion è in effetti una cannarsata di secondo livello. Già responsabile in parte dei dialoghi della prima versione, ora è tornato a Neo Tokyo-3 a briglie sciolte. Bastano cinque minuti del primo episodio, dicevi.
Cinque minuti in cui gli angeli diventano apostoli - il suo nickname è sempre stato Shito, figurati se Cannarsi si lasciava scappare l'occasione per cambiare la traduzione del termine. Nonostante tutti quegli "angel" della versione internazionale e il fatto che per casi del genere, per te, dovrebbe valere sempre la storia del Grande Cocomero di Charlie Brown - il berserk "stato di furia", i cognomi precedono sempre - alla giapponese - i nomi, l'EVA-01 è "Unità Prima", e i militari parlano di attacchi portati "senza nessuna recalcitranza" e di "procedere alla messa in uso come da programmato", prima di chiosare con un "È un vero peccato, ma pare che il turno di voialtri non ci sarà"....
Non sei mai stato tenero con i lavori curati da quest'uomo. Non condividi affatto la sua concezione di adattamento, né le argomentazioni o il tono usati negli anni per sostenerla, indicandola peraltro come unica via percorribile in un mondo di stolti. E certo ti fa meno specie il completamento della cannarsizzazione di Evangelion rispetto a quanto sentito in anni di suoi film Ghibli in cui i bambini parlavano come nonne dell'ottocento che avevano fatto le elementari con Yoda su Dagobah.
Ma questa cosa del fermarti con un "Eh?" ogni tre secondi, quando qualcuno parla, chiedendoti cos'è che hai appena ascoltato, continua a farti un effetto straniante che non ha paragoni. Lo scopo è trasformare ogni scambio, indipendentemente da quanto drammatico sia in originale, in qualcosa di cui ridere con gli amici? In un'ilare gag pronta per un meme da social? Se sì, oh, bingo."
Con la sua consueta ironia Alessandro Apreda ci regala forse uno degli articoli più letti della giornata, articolo che già dal titolo è tutto un programma: NEON GENESIS EVANGELION SU NETFLIX: LA CANNARSIZZAZIONE SENZA NESSUNA RECALCITRANZA
"Neon Genesis Evangelion è da oggi su Netflix. Il che, per chi è abbonato a retepellicole, consente a) di ripupparsi tutta la serie di Anno in alta definizione, b) di riguardarselo in giapponese sottotitolato, c) di ascoltare i nuovi dialoghi in italiano curati da Cannarsi in cannarsico, con Shinki Ikari, anzi Ikari Shinji, Misato e gli altri che parlano come i personaggi di un film Ghibli curato da Cannarsi. Facendoti venire voglia di prendere a testate un muro dopo cinque minuti [...]
Il nuovo doppiaggio di Evangelion è in effetti una cannarsata di secondo livello. Già responsabile in parte dei dialoghi della prima versione, ora è tornato a Neo Tokyo-3 a briglie sciolte. Bastano cinque minuti del primo episodio, dicevi.
Cinque minuti in cui gli angeli diventano apostoli - il suo nickname è sempre stato Shito, figurati se Cannarsi si lasciava scappare l'occasione per cambiare la traduzione del termine. Nonostante tutti quegli "angel" della versione internazionale e il fatto che per casi del genere, per te, dovrebbe valere sempre la storia del Grande Cocomero di Charlie Brown - il berserk "stato di furia", i cognomi precedono sempre - alla giapponese - i nomi, l'EVA-01 è "Unità Prima", e i militari parlano di attacchi portati "senza nessuna recalcitranza" e di "procedere alla messa in uso come da programmato", prima di chiosare con un "È un vero peccato, ma pare che il turno di voialtri non ci sarà"....
Non sei mai stato tenero con i lavori curati da quest'uomo. Non condividi affatto la sua concezione di adattamento, né le argomentazioni o il tono usati negli anni per sostenerla, indicandola peraltro come unica via percorribile in un mondo di stolti. E certo ti fa meno specie il completamento della cannarsizzazione di Evangelion rispetto a quanto sentito in anni di suoi film Ghibli in cui i bambini parlavano come nonne dell'ottocento che avevano fatto le elementari con Yoda su Dagobah.
Ma questa cosa del fermarti con un "Eh?" ogni tre secondi, quando qualcuno parla, chiedendoti cos'è che hai appena ascoltato, continua a farti un effetto straniante che non ha paragoni. Lo scopo è trasformare ogni scambio, indipendentemente da quanto drammatico sia in originale, in qualcosa di cui ridere con gli amici? In un'ilare gag pronta per un meme da social? Se sì, oh, bingo."
Bocciatura senza vie di mezzo anche su Tom's Hardware in un articolo piuttosto ben spiegato di Raffaele Giasi intitolato: "L’enorme problema del nuovo adattamento di Evangelion"
Il problema di Evangelion in questa “Netflix version” è infatti uno, ed esula schiettamente dal prodotto originale la cui qualità, come avrete capito, è fuori scala. Paradossalmente, però, è un problema così grande che finisce per affossare la visione tanto per i cultori quanto per i nuovi arrivati.
Di che stiamo parlando? Dell’adattamento. Una discussione che spesso influisce su tutti i prodotti che arrivano nel nostro paese, dai film alle serie tv, e che spesso riguarda la “legittimazione” di un lavoro che, a conti fatti, in qualche modo snatura l’opera originale. Tuttavia, non è questo il caso in cui si vorrà aprire una lunga, e inutile, diatriba sul senso dell’adattamento in lingua (e dell’annesso doppiaggio), semmai solo constatare la sostanza di un lavoro indegno, se non offensivo.
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Il nuovo adattamento apportato da Netflix, a cura di Gualtiero Cannarsi (storico adattatore della stragrande maggioranza delle edizioni nostrane dei film di Studio Ghibli) è infatti indecente, inutilmente barocco, quanto poi talvolta proprio sgrammaticato e incomprensibile. Ai cultori di Evangelion serviranno forse pochi minuti per rendersi conto che c’è qualcosa che non va, partendo dall’immotivata e inspiegabile volontà di modificare delle terminologie che sono state assodate in ben 19 anni, ovvero dal 2000, data della prima messa in onda sulla nostrana versione di Mtv. Ma fidatevi, non è che ai “non fan” servirà molto di più per capire che ci sono dei problemi che prescindono l’adattare o meno i tecnicismi partoriti dalla serie. Perché il problema è proprio nella sintassi di molte, moltissime linee di dialogo, che sembrano ignorare le più comuni regole di soggetto, predicato e complemento.
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Il nuovo adattamento apportato da Netflix, a cura di Gualtiero Cannarsi (storico adattatore della stragrande maggioranza delle edizioni nostrane dei film di Studio Ghibli) è infatti indecente, inutilmente barocco, quanto poi talvolta proprio sgrammaticato e incomprensibile. Ai cultori di Evangelion serviranno forse pochi minuti per rendersi conto che c’è qualcosa che non va, partendo dall’immotivata e inspiegabile volontà di modificare delle terminologie che sono state assodate in ben 19 anni, ovvero dal 2000, data della prima messa in onda sulla nostrana versione di Mtv. Ma fidatevi, non è che ai “non fan” servirà molto di più per capire che ci sono dei problemi che prescindono l’adattare o meno i tecnicismi partoriti dalla serie. Perché il problema è proprio nella sintassi di molte, moltissime linee di dialogo, che sembrano ignorare le più comuni regole di soggetto, predicato e complemento.
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Capirete che con 19 anni di “tradizione” sulle spalle, pretendere di modificare il nome delle creature di Evangelion ha il sapore di una presa di posizione faziosa e inutile. La pretesa di chi, evidentemente, sentiva il bisogno di dire la propria in nome di una presupposta fedeltà. Una fedeltà che, ripetiamo, sarebbe plausibile se non esistesse disambiguazione, ma così non è.
La questione degli Angeli, che proprio nelle ultime ore infiamma i fan italiani, è comunque del tutto superflua se si considera un qualcosa che, a giudizio di chi vi scrive, è forse molto più grave. L’adattamento scelto da Netflix è infatti spesso incomprensibile e forzatamente barocco, e cerca delle costruzioni grammaticali inspiegabili, se non proprio errate. Gli errori sono numerosi, e si manifestano in ogni episodio, e fa specie che si scontrino persino con i più accurati sottotitoli, che non seguono le logiche dell’adattamento, optando per una traduzione più logica, per quanto forse meno “divertente”.
Non tutte sono decise bocciature, una certa apertura a questo nuovo adattamento arriva da EveryEye in un articolo di Gabriele Laurino intitolato: NEON GENESIS EVANGELION: E SE IL DOPPIAGGIO NETFLIX NON FOSSE COSÌ MALE?
"..Bastano, in effetti, pochissimi minuti di ascolto durante l'incipit del primo episodio di Evangelion per rendersi conto che il nuovo doppiaggio (forte, peraltro, di un cast totalmente rinnovato rispetto a quello proposto da Dynit) è totalmente diverso da quello a cui siamo abituati da sempre. E, prima di continuare, è doveroso sottolineare che non è la prima volta che accade: già Yamato Video, quando tradusse I Cavalieri dello Zodiaco: Lost Canvas, ebbe il coraggio di rimescolare le carte in tavola, proponendo un adattamento italiano più vicino alle nomenclature originali giapponesi...4allo stesso modo in cui la matematica è tutto fuorché opinione, una traduzione seria, attenta, veritiera e rispettosa del testo primo meriti un elogio in più rispetto a una mera operazione di fanservice. D'altronde, se per ogni prodotto fosse possibile accontentare sia i puristi che le masse come nella doppia versione di Dragon Ball Super: Broly saremmo certamente più contenti. In assenza di ciò, invece, impariamo a distinguere la serietà professionale da ciò che vorremmo ascoltare.
Cosa c'entra tutto ciò con il capolavoro di Hideaki Anno? Bene, torniamo ad Evangelion, perché le differenze con l'adattamento originario non sono poche: d'improvviso, gli Angeli sono diventati Apostoli, i mecha come Eva-01 diventano Unità Prima. Lo staff che ha lavorato al nuovo doppiaggio - che, in larga parte, dovrebbe essere lo stesso che ha operato le traduzioni effettuate sulla prima edizione italiana - porta poi gli imprescindibili virtuosismi linguistici di Cannarsi, che tanto hanno fatto discutere i fan della Ghibli nel nostro Paese. Dialoghi anche molto semplici, quindi, vengono infarciti di terminologie ricercate o di linguaggi particolarmente elaborati: linee di testo che, peraltro, stridono fortemente con i sottotitoli proposti dalla piattaforma streaming, che invece snelliscono e semplificano enormemente il linguaggio rispetto alle parti audio.
..
Se pretendessimo che tutto debba venire "occidentalizzato" (soltanto nelle situazioni più formali noi tendiamo a premettere il nostro cognome), perché allora sosteniamo altrettanto strenuamente che anche un manga in italiano debba essere letto da destra verso sinistra? Perché redarguiamo Cannarsi per aver mantenuto un'usanza tutta nipponica se, subito dopo, riempiamo di insulti la casella di posta di Planet Manga per averci propinato l'impaginazione di Akira e Berserk in senso occidentale?"
"..Bastano, in effetti, pochissimi minuti di ascolto durante l'incipit del primo episodio di Evangelion per rendersi conto che il nuovo doppiaggio (forte, peraltro, di un cast totalmente rinnovato rispetto a quello proposto da Dynit) è totalmente diverso da quello a cui siamo abituati da sempre. E, prima di continuare, è doveroso sottolineare che non è la prima volta che accade: già Yamato Video, quando tradusse I Cavalieri dello Zodiaco: Lost Canvas, ebbe il coraggio di rimescolare le carte in tavola, proponendo un adattamento italiano più vicino alle nomenclature originali giapponesi...4allo stesso modo in cui la matematica è tutto fuorché opinione, una traduzione seria, attenta, veritiera e rispettosa del testo primo meriti un elogio in più rispetto a una mera operazione di fanservice. D'altronde, se per ogni prodotto fosse possibile accontentare sia i puristi che le masse come nella doppia versione di Dragon Ball Super: Broly saremmo certamente più contenti. In assenza di ciò, invece, impariamo a distinguere la serietà professionale da ciò che vorremmo ascoltare.
Cosa c'entra tutto ciò con il capolavoro di Hideaki Anno? Bene, torniamo ad Evangelion, perché le differenze con l'adattamento originario non sono poche: d'improvviso, gli Angeli sono diventati Apostoli, i mecha come Eva-01 diventano Unità Prima. Lo staff che ha lavorato al nuovo doppiaggio - che, in larga parte, dovrebbe essere lo stesso che ha operato le traduzioni effettuate sulla prima edizione italiana - porta poi gli imprescindibili virtuosismi linguistici di Cannarsi, che tanto hanno fatto discutere i fan della Ghibli nel nostro Paese. Dialoghi anche molto semplici, quindi, vengono infarciti di terminologie ricercate o di linguaggi particolarmente elaborati: linee di testo che, peraltro, stridono fortemente con i sottotitoli proposti dalla piattaforma streaming, che invece snelliscono e semplificano enormemente il linguaggio rispetto alle parti audio.
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Se pretendessimo che tutto debba venire "occidentalizzato" (soltanto nelle situazioni più formali noi tendiamo a premettere il nostro cognome), perché allora sosteniamo altrettanto strenuamente che anche un manga in italiano debba essere letto da destra verso sinistra? Perché redarguiamo Cannarsi per aver mantenuto un'usanza tutta nipponica se, subito dopo, riempiamo di insulti la casella di posta di Planet Manga per averci propinato l'impaginazione di Akira e Berserk in senso occidentale?"
Quindi è falso che sono peggiorati? No, sono peggiorati nel senso che la "cura" generale è calata, che i tempi si sono fatti sempre più stretti, che c'è meno tempo di studiare il prodotto e anche meno attenzione al lato "tecnico". Sul fattore "fedele all'originale"... quella non si è mai cercata più di tanto né prima né adesso.
In Daitarn abbiamo un "T-Toda san " di Reika, diventato " povero sig. Tsukida" e cose così ( in Kakugo abbiamo pure un " inga " che diventa " biozero, calcio diretto del destino !"
Insomma invenzioni degne di un Carrassi.
Ti svelo un segreto: i doppiatori e il direttore del doppiaggio non conoscono il giapponese. Secondo te, la "recitazione" come la fanno saltare fuori? Restando aderenti all'originale che NON conoscono e NON capiscono o "immaginando" in base al disegno e alla loro sensibilità quando hanno il testo davanti? E se la loro "sensibilità" non corrisponde con l'originale (per qualsivoglia motivo), che succede? Illuminami...
Beh, era palese ma ho ritenuto che fosse meglio specificarlo, non si sa mai.
Vedo però che hai evitato tutto il resto, me ne dispiaccio
In alcuni casi era davvero così, purtroppo. Ad esempio in Tenchi Muyo! ci sono moltissime battute fuori campo aggiunte senza motivo (se non quello di fare pagare di più i doppiatori, suppongo).
Non si tratta nemmeno di errori di traduzione, quindi.
Se avete i DVD, basta mettere il primo episodio in giapponese con i sottotitoli, noterete subito il problema. I sottotitoli sono identici al doppiaggio italiano e compaiono anche quando i personaggi non dicono nulla.
Ah si ?? Questa poi......
sembra molto interessante. Chi ha l'abbonamento potrebbe far
sapere di cosa si parla?
https://www.lastampa.it/2019/06/27/spettacoli/il-pasticcio-del-doppiaggio-di-evangelion-doppiatori-pronti-a-lasciare-e-incomprensioni-del-testo-elg4JTOOe4YSrAGNp7e1NO/premium.html?fbclid=IwAR0T34dL_9Jexx7JS0Cz9mebxSHOCDDfculLZjB0L7g4n_ofuHBdbskCN64
Qui il post su Twitter del giornalista che ha scritto l'articolo:
https://twitter.com/jan_novantuno/status/1144191147843215360?ref_src=twsrc%5Egoogle%7Ctwcamp%5Eserp%7Ctwgr%5Etweet
L'ho letto e ci sono parti interessanti, specialmente quelle in cui Mazzotta dice che durante il doppiaggio i doppiatori hanno minacciato di andarsene, che gli è stato impedito di modificare i dialoghi, e che per certi passaggi hanno dovuto guardare la vecchia versione perché non riuscivano a capirci niente.
Alla fine io pure sono riuscito a leggerlo, è agghiacciante quello che c'è scritto nell'articolo.
https://www.facebook.com/rainews.it/videos/445405592926139/
La ragazza di DummySystem finalmente ha centrato il punto!
Che roba. CHE ROBA!
Il 21 giugno su Netflix sono stati caricati i due film di “Evangelion”, “The end of Evangelion” e “Evengelion: Death (true)”, e la serie “Neon Genesis Evangelion”. Il doppiaggio e l’adattamento in italiano sono stati curati rispettivamente da Fabrizio Mazzotta e da Gualtiero Cannarsi. La società che si è occupata della lavorazione è stata la VSI di Roma.
Nel giro di poche ore dalla pubblicazione dei contenuti, su alcuni forum, sui social e su siti dedicati, la nuova versione italiana dell’anime creato da Hideaki Anno è stata duramente criticata. In primis per alcune scelte di traduzione (gli angeli sono diventati apostoli, anche se – dice Cannarsi – per una decisione precisa e per correggere un errore commesso anni fa). E poi per la forma e il tipo di italiano – alto, ricercato, talvolta arcaico e poco accessibile – che sono stati usati.
La posizione di Netflix, di VSI e l’importanza dell’adattamento
Prima di entrare nel merito della questione e quindi provare a ricostruire quella che è la storia di questo nuovo adattamento di “Evangelion”, è importante fare un passo indietro e provare a prendere in esame anche altri tre elementi. Il primo: Netflix, con buone probabilità, almeno nel territorio italiano, ha sottovalutato la portata del fenomeno della serie. Il secondo: non c’è stata piena consapevolezza, da parte della VSI, del tipo di prodotto su cui stavano lavorando. E il terzo e forse più importante: c’è una differenza tra doppiaggio e adattamento; e quello che in questo caso va preso in esame è l’adattamento.
Come hanno detto alcuni dei professionisti coinvolti, la VSI ha avuto un’idea confusa di anime e del suo target di riferimento. “Evangelion” non è stata avvicinata come un prodotto di massa, ma come un titolo per la nicchia.
Gualtiero Cannarsi, secondo la nostra ricostruzione, è stato contattato solo in un secondo momento. All’inizio, la VSI aveva coinvolto un altro professionista che ha suggerito di rivolgersi a Cannarsi perché “massimo conoscitore della materia” in Italia. Altro punto dolente emerso dalla nostra ricostruzione: c’è stato un cortocircuito tra le parti coinvolte, e sebbene ci siano stati più volte problemi in sala di doppiaggio è mancata un’effettiva comunicazione tra adattatore e doppiatori.
Il punto di vista di Fabrizio Mazzotta, direttore del doppiaggio di “Evangelion”
«La prima volta che siamo stati contattati è stato intorno agli inizi del dicembre del 2018». Fabrizio Mazzotta, che ha diretto il doppiaggio, è una delle voci e dei volti storici del settore in Italia. Cura adattamenti dal 1981, ha lavorato per diverse società tra cui Fox e Disney. E tiene corsi di adattamento. Segue direzioni del doppiaggio dal 1993, e doppia dal 1972. «Mi hanno contattato perché avevano visto che avevo firmato le prime direzioni e i primi adattamenti di “Evangelion” (in una lettera pubblica firmata da Francesco Di Sanzo, co-fondatore di Dynamic Italia, viene detto che anche quegli adattamenti erano stati lavorati e riscritti da Gualtiero Cannarsi, ndr). Sia della serie, quella andata in onda in televisione su MTV, sia dell’edizione home video dei film. Netflix, in tutto questo processo, non c’era. La cura del doppiaggio è stata affidata alla VSI».
Nella visione di VSI, “Evangelion” è una serie molto specifica che si rivolge a un pubblico specifico. «E l’idea, secondo me, è sbagliata», aggiunge Mazzotta. «Non si può pensare che visto che parliamo di cartoni giapponesi, ci rivolgiamo a un pubblico particolare, con interessi particolari, che ha bisogno di un linguaggio particolare. Perché non è così».
La scelta di Gualtiero Cannarsi, tuttavia, è risultata comoda – almeno in un primo momento – al piano di lavorazione. «Perché io non potevo occuparmi dei dialoghi, essendo in sala di doppiaggio», dice Mazzotta. «E perché, ai tempi dell’edizione televisiva, Gualtiero aveva scritto la maggior parte degli episodi. L’unica cosa che aveva chiesto era di poter rivedere i copioni. E dopo vent’anni, era una richiesta più che legittima».
I problemi in fase di doppiaggio: doppiatori pronti a lasciare, incomprensioni del testo
C’è stato, però, un problema. «Pensavamo che il lavoro sarebbe proceduto velocemente. In realtà Gualtiero ha riscritto i copioni daccapo, facendoci perdere anche tempo rispetto alla tabella di marcia che ci eravamo imposti e che chiedeva Netflix». Alcuni turni di doppiaggio sono stati saltati e una settimana, circa, è stata persa. «Ma questo è il meno. Il vero problema è stata la riscrittura. Perché farraginosa, difficile, incomprensibile. Apostoli o angeli non importa», insiste Mazzotta. «Ha anche un motivo e Gualtiero l’ha spiegato. Il linguaggio, invece, è così involuto e complicato, che ha creato anche dei problemi in sala. Mi creda se le dico che, a un certo punto, i doppiatori volevano abbandonare la serie perché non riuscivano a lavorare e perché non volevano rimetterci la faccia».
Lo stesso Mazzotta, confessa, ha avuto delle difficoltà. Come direttore del doppiaggio ha provato a correggere alcuni passaggi – secondo il suo punto di vista – ma la VSI gliel’ha impedito, dicendo che non si poteva. «Non so che tipo d’accordi avessero stretto. Io ero un loro dipendente, quindi mi sono rimesso alle loro direttive».
Tutta la lavorazione è durata circa un mese e mezzo: «che sono tempi», dice Mazzotta, «normalissimi». Ma come si procede in questi casi? «Arriva la traduzione, per “Evangelion” dal giapponese; e l’adattatore deve adattare: rendere comprensibile una lingua e dei concetti per il suo pubblico di riferimento. Questo, ovviamente, non vuol dire modificare il concetto espresso da una frase. Perché sarebbe travisare». Il problema secondo Mazzotta è stata la forma espressiva scelta da Cannarsi. «Mi va bene che alcuni personaggi parlino in maniera aulica, ma puoi trovare comunque delle frasi comprensibili per tutti».
L’obiettivo ultimo, continua Mazzotta, è avvicinare il pubblico ad un’opera. E non allontanarlo. «L’adattatore, la sua cifra stilistica, non si possono sovrapporre all’opera. Non si devono riconoscere. L’adattatore deve nascondersi. Deve fare un servizio per lo spettatore. Se capire diventa una cosa complicata, fallisce nel suo compito. Se vuoi la fedeltà assoluta, metti l’originale. E va benissimo».
Il compito del direttore del doppiaggio, invece, è leggere i copioni, capire e approfondire la storia, e dare di volta in volta indicazioni ai doppiatori. «E il doppiatore recita. Ma se il testo è scritto male, e non si capisce da che parte cominciarlo o finirlo, risulta difficile anche la recitazione. Alcune volte, in questo caso, siamo stati costretti a tornare ai vecchi copioni anche solo per capire il significato di alcuni passaggi. Eravamo in cinque persone in sala, e nessuno riusciva a capire».
Quindi una criticità c’è stata. «Se non ci fosse stata una reale difficoltà, non ci sarebbe mai stata questa discussione», suggerisce Mazzotta. «Certo che l’opera è importante, ma siccome è così importante devi farla conoscere al pubblico nel migliore dei modi. Tu – doppiatore e adattatore – lavori per il pubblico. Non per te stesso».
La posizione di Netflix e VSI: no comment
Mazzotta confessa di aver provato più volte a invitare Gualtiero Cannarsi in sala di doppiaggio, e più volte gli ha telefonato. Ma c’è stato un chiaro rallentamento, forse voluto, forse solo casuale, da parte di VSI, che a un certo punto, dopo la fine della lavorazione dei primi episodi, ha richiamato Cannarsi e ha rielaborato, facendole ridoppiare, alcune parti. Abbiamo provato a contattare la società romana, ma più volte ci è stato detto che non erano interessati a rilasciare alcun tipo di dichiarazione. Abbiamo contattato anche Netflix, che ha dato la stessa risposta. No comment.
Dopo aver sentito Fabrizio Mazzotta, ci siamo trovati quindi davanti a un bivio. Abbiamo capito che le condizioni di lavorazione del nuovo adattamento e del nuovo doppiaggio di “Evangelion” non sono state le migliori, e abbiamo anche scoperto che una parte importante del cast di lavorazione non era a suo agio con i nuovi testi.
In questi giorni, Cannarsi è stato coinvolto in più conversazioni sul tema ed è stato più volte intervistato. Ha avuto modo di spiegare il suo punto di vista. Ma è interessante, ed è per questo che anche noi l’abbiamo raggiunto, affiancare la sua prospettiva a quella di Mazzotta. Perché, paradossalmente, sono quasi opposte.
Il punto di vista di Gualtiero Cannarsi, responsabile dell’adattamento di “Evangelion”
Gualtiero Cannarsi ha cominciato a lavorare nel mondo del doppiaggio per caso, come dice lui stesso. «Entrando da una porta laterale. Non avevo mai pensato di farne parte. Lavoravo per la Granata Press e poi, insieme a parte dello staff, sono entrato in Dynamic Italia (oggi Dynit, ndr). E quando abbiamo cominciato a lavorare all’adattamento di “Evangelion”, di cui ero un appassionato conoscitore, mi sono stati affidati gli adattamenti dei testi e, in parte, la cura del doppiaggio». Parliamo, quindi, del 1997.
Cannarsi ha anche lavorato all’adattamento e al doppiaggio dei film dello Studio Ghibli, e anche in quel caso alcuni fan non hanno nascosto le loro perplessità. Lucky Red, che è la società che distribuisce i film dello studio giapponse, ci ha detto che hanno contattato Cannarsi «perché ci è stato suggerito da un gruppo di fan»: «Abbiamo condiviso questo suggerimento con lo Studio Ghibli, e loro si sono detti d’accordo, anche perché conoscevano già il suo nome. Il nostro rapporto con Gualtiero Cannarsi si è sempre limitato ai film dello Studio Ghibli, con soddisfazione di tutte le parti, poiché lo spirito purista di Gualtiero si sposa con quello di Studio Ghibli, molto attento al doppiaggio, tanto che Gualtiero, per tutti i film, ha lavorato a stretto contatto con lo stesso Studio».
Tornando a “Evangelion” e al suo nuovo adattamento, Cannarsi dice che la prima volta che ha incominciato a interfacciarsi con la VSI i lavori erano già, in parte, iniziati. «Credo di essere stato contattato perché sono l’autore della maggior parte dei testi degli adattamenti della precedente edizione, ed ero anche stato coinvolto nella fase di doppiaggio. VSI, mi è parso, era quasi imbarazzata nel chiamarmi per la nuova edizione. Al contrario, però, ero il primo a voler rifare l’adattamento per migliorarlo».
Ma perché modificare così profondamente i vecchi copioni? «Parliamo di ventidue anni fa. E in ventidue anni la mia cognizione di causa e la mia comprensione delle cose sono aumentate. Non poteva non esserci in me il desiderio di correggere quelle che, per me, erano delle mancanze».
Mancanze, dice Cannarsi. E in questo caso, come accennavamo all’inizio, non ci riferiamo solo a scelte precise di traduzione ma pure all’uso di un italiano particolare. «Ognuno può intendere diversamente che cosa significa adattare», premette Cannarsi. «Nella finzione recitata cinetelevisiva, ci sono l’autore, il traduttore e l’adattatore. Il copione su cui lavora l’adattatore non è fatto della sola traduzione. C’è anche un elemento tecnico, che deve tenere conto di diverse cose. L’adattamento è un ulteriore livello di lavoro».
Ma qual è, quindi, il suo scopo? «Secondo me è quello di trasdurre il più possibile in lingua italiana dei contenuti sia brutalmente linguistici sia espressivi dell’opera originale. La mia intenzione è quella di utilizzare la lingua italiana e le sue strutture per venire incontro alla resa di un’espressività, che è quella giapponese. E chi parla di calchi non sa di che cosa sta parlando».
In questo tipo di approccio, però, il dubbio è che a rimetterci sia il pubblico più ampio. «Il pubblico non è un ente passivo e disinteressato», risponde Cannarsi. «L’adattamento non significa piegare una cultura a un’altra cultura: questo è offensivo. Perché vorrebbe dire che il pubblico non è in grado di comprendere la cultura di partenza». E se poi, come in questo caso, c’è un cortocircuito tra opera adattata e pubblico? «Se il pubblico non vuole impegnarsi, dovrà pagare lo scotto. Dopotutto stiamo parlando di un’opera straniera».
La cosa più importante è l’opera, non il pubblico
Insomma, secondo il punto di vista di Cannarsi il pubblico «non è un ente, e nessuno può dire di esserne un interprete assoluto. Il pubblico non è una persona che ha parlato con me o con lei». Sacrificare un contenuto, per favorire la comprensione, non è concepibile per lui. «Perché se lo elimino, lo eliminerò per tutti. Sia per quelli disinteressati, sia per quelli interessati».
In più, nella visione di Cannarsi sembra non contare la fruizione immediata e presente del prodotto, in questo caso “Evangelion”. «Non riesco a capire perché le persone debbano dare così tanta importanza al momento, al presente, in cui vivono. Avessi ragionato così, ventidue anni fa, nel primo adattamento, non avrei potuto usare alcune espressioni. Oggi ci sono gli influencer e gli youtuber; venti anni fa non c’erano, e tra vent’anni non ci saranno». Aggiunge: «Non bisogna dare troppa importanza al pubblico. Perché l’arte resta, il pubblico passa».
Cannarsi è convinto, praticamente inamovibile, nella sua posizione. «Se io riduco la complessità alla semplicità, instupidisco il contenuto. Ho sacrificato. Ho tolto. E non si può sacrificare il contenuto sull’altare della divulgazione».
Ma la cultura non dovrebbe essere accessibile a tutti? A costo, anche, di utilizzare un linguaggio più accessibile? «Questa è una visione che non potrò mai accettare. La cosa più importante è che si rispetti lo spirito dell’opera. È proprio questo quello che dà accessibilità. Se ti do una cosa mistificata per semplificazione, ti sto ingannando. Io devo darti il vero». Ma non c’è il rischio, al contrario, di una mistificazione per complicazione? «Non funziona all’opposto, e parlo per me. L’accessibilità è all’essenza delle cose. Se le cambio, ti prendo in giro». “Evangelion”, quindi, è un’opera per pochi? «È un’opera per tutti quelli che si preparano a impegnarsi per capirla».
Viene da chiedersi, a questo punto, se il problema non sia stata la poca chiarezza delle direttive della VSI, la società di doppiaggio. Cannarsi dice di no: «Non credo».
Cannarsi: sta allo spettatore impegnarsi o meno nella comprensione
Davanti alle critiche che gli vengono mosse, Cannarsi dice che quelli che le muovono «sono persone come tutti: nel 2019, alla loro età, si fa così». Ma è stato il pubblico che ha reso “Evangelion” quella che è oggi. «Una cosa è il successo commerciale, un’altra cosa è l’opera in sé. E nel caso dell’adattamento, c’entra solo il valore come opera. Il mio adattamento è fruibile; dipende se lo spettatore vuole applicarsi o no». Quindi, secondo lei, è ancora una volta un problema del singolo. «Inevitabilmente. Chi voleva divertirsi con “Evangelion”, e si ritrova davanti a un’opera complicata, scaricherà la sua frustrazione sull’opera stessa. E va bene. Tanto passeranno degli anni ed “Evangelion” rimarrà. Io non posso entrare nella testa delle persone e dire loro cosa fare».
Perché la stessa cosa non si ripresenta con altri anime, come “Dragon ball”? «Quello è un adattamento banalizzante e sciatto. Nasconde la verità dell’opera e nessuno se ne accorge». L’unico modo giusto per adattare, allora, è il suo? «Io sto criticando l’adattamento, non la persona». L’adattamento viene da una persona, però. «Ma la persona non è quello che fa. Io non posso sapere se ai miei colleghi che hanno fatto “Dragon ball” sia stato chiesto quel tipo di adattamento, e loro a malincuore l’abbiano fatto così».
Un’altra cosa che Cannarsi ha sempre ripetuto è che non gli interessa del mercato e di come i suoi colleghi lavorano. «Non si può pensare al numero; bisogna entrare nel merito. Non so se c’è qualcun altro che lavora come me, e non mi importa. Non faccio scelte sulla base di quello che fanno gli altri. Veramente siete così eterodeterminati? Fa paura; fa davvero paura». In un’intervista rilascia al sito Badtaste, Cannarsi aveva dichiarato di non sapere cosa fosse Netflix. «E non importa. Perché l’opera non è nata per Netflix. “Evangelion” è nata per la televisione giapponese. Non bisogna lasciarsi influenzare da come quell’opera, quest’anno, viene diffusa. Le cose cambiano velocemente. Perché le persone si danno così tanta importanza?».
Conclusioni
Come abbiamo già detto, il caso – se di caso vogliamo parlare – del nuovo adattamento e del nuovo doppiaggio di “Evangelion” mostra una contrapposizione di punti di vista. E diventa chiara una cosa. La vera criticità, per quanto paradossale possa sembrare, non è tanto Cannarsi che ha preso determinate decisioni, quanto piuttosto l’idea che c’era a monte da parte di Netflix – che si è limitata, in un certo senso, ad appaltare il lavoro – e di VSI di questo nuovo adattamento.
È mancata, in altre parole, una visione d’insieme. Ed è stato privilegiato un approccio particolare – quello, appunto, di Cannarsi – che non ha tenuto conto, e non vuole tenere conto, del cosiddetto pubblico mainstream. È un serpente che si morde la coda. E anche se se ne può parlare, resta il fatto che il pubblico – indefinibile, vaghissimo, impossibile da censire: per carità – è il ricevente finale di un’opera, e se non riesce a fruirne c’è, di base, un errore. Qualcuno può vederlo; qualcun altro, invece, no. Ma anche questa, a modo suo, è una questione di sensibilità. E “Evangelion”, così, rischia per rimanere confinata in uno spazio che non merita.
Sì Cananarsi ma io credo che Youtube e questi "Youtuber" tra 20 anni ci saranno, tu no probabilmente!
[...]
Non ho parole inoltre nel constatare come Netflix e soprattutto la società di doppiaggio se ne siano semplicemente lavate le mani.
Preoccupante in fine lo spettro che vedo dietro le ulteriori recenti complicazioni a cui ha accennato Cavazzoni nell'ultimo interveto: che ci sia la possibilità di un'imposizione del doppiaggio di Netflix per l'eventuale tanto agoniata edizione Home Video?
https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/quot-anime-quot-de-li-mortacci-vostri-rsquo-adattamento-italiano-207029.htm
Questo mi ricorda di quando dissi ciò anni fa a Cannarsi sul forum del P-chan, e si arrabbiò dicendo che non era vero .
Il problema di Cannarsi e non capire che anime e manga in jap sono scritti con dialoghi semplice per essere compresi dalle masse (salvo eccezioni che confermano la regola ).
Quindi, rendendoli ermetici ed elitari ( e lui è un elitario, odia le cose destinate al volgo e preferisce quelle che solo poche persone possono avere/capire ) compire un tradimento dell' opera.
Immagino che se adattasse e doppiasse DB, sbaglierebbe tutto ( già una volta disse che metterebbe a Goku la voce di Ilaria Stagni, il primo Bart Simpson )
Non so se sia vero, ma nella diretta di RaiNews hanno
detto che la Lucky Red è soddisfata del metodo di lavoro
del Sommo (e che quindi sono pronti ad affidargli nuovi incarichi).
P.S.: L'articolo de La Stampa è stato rilasciato pubblicamente:
https://www.lastampa.it/2019/06/27/spettacoli/il-pasticcio-del-doppiaggio-di-evangelion-doppiatori-pronti-a-lasciare-e-incomprensioni-del-testo-elg4JTOOe4YSrAGNp7e1NO/print.html?fbclid=IwAR1zDS6cDgTN52xB2W64ds7805NvqGDWt1COn8EYWd1EryRDzby68dp9CGw
Mah dall'uscita dell'ultimo Ghibli (tre anni fa) non l'hanno più fatto quindi ho qualche dubbio in merito.
Di nulla, andava condiviso!! Grazie anzi a Sim per la segnalazione
bhe no, la scelta più giusta in assoluto sarebbe prendere i doppiatori giapponesi e farli tradurre a loro in italiano XD
Figurati! È un articolo molto interessante, che conferma quello che molti pensavano. È giusto che tutta l’utenza possa leggerlo e farsi una propria idea.
Prova a vedere la diretta di RaiNews (ho condiviso il link) negli ultimi minuti affermano che la Lucky Red è molto contenta del lavoro del Sommo.
Consiglio di vederla lo stesso perché è molto interessante. Come ospite c’è Eleonora Caruso (fondatrice di Dummy System ed esperta di NGE).
Si , però io ho sempre trovato orribile già la voce nipponica di Goku adulto, e ok attenersi all' originale, ma se l'originale fa scelte discutibili, io devo essere così fesso da imitarle ?
Ha fatto bene chi all' epoca scelse Torrisi, che oltre ad avere un timbro che ricordava un pò quello nipponico era sicuramente migliore (anche Cananrsi lo trovava "adattissimo e pressoché irripetibie " )
Però anche in Eva , Shinji era doppiato da una donna e di sicuro Cannarsi avrebbe scelto una ragazza per lui se avesse diretto un ridoppiaggio.
Quello di Mazzotta non gli piacerà di sicuro , come voci e recitazione, e lo ha sicuramente ascoltato , ma evita di parlarne per quieto vivere ( quindi detrattori, sappiate che se odiate il ridoppiaggio di EVA, lo odia anche Cannarsi. Mal comune , mezzo gaudio, no ?)
No.
Lui poteva evitare di fare questo schifo, noi possiamo solo subirlo e protestare.
Perché non le intasiamo la casella email di proteste? >:D
https://www.facebook.com/netflixitalia/posts/2489951947716762
Ridoppiano tutto ?
Quindi questa prima versione diventerà un doppiaggio ultra raro e introvabile ?
Mii che storia....
Anche perché a dirigere c'è il mediocre Mazzotta, famoso per stravolgere i dialoghi in fase di adattamento .
Nel frattempo , qualche testa cadrà di sicuro ( compatisco il povero diavolo che ha consigliato Cannarsi per l'adattamento )
Guarda, sicuramente qualunque doppiaggiofuturo sarà meglio dello scempio attuale
Vero ma c'è da dire che un'ammissione di negligenza di Netflix su un proprio prodotto non è qualcosa che si vede tutti i giorni perdipiù accompagnato da una dichiarazione d'intenti di risolvere il problema. Siamo sempre qui a lamentarci che il pubblico italiano non conta un c***o ma questa è la prova che comunque si ci può far ascoltare.
Nel senso che tolgono il video e lasciano uno schermo nero col doppiaggio di Shito?
Amo i tipi di Dummy System. Brava Caruso.
p.s. grazie.
non lo useranno mai
Gli costerà sempre meno rimettere mano ai dialoghi più astrusi , e avranno sempre un doppiaggio loro in eterno .
Nel senso che lasciano il doppiaggio così come è, e cambiano solo termini come "apostoli" , "stato di furia" ecc... e lì si che cl'internet esplode .
E magari pure la pazienza di Netflix
Credo che tecnicamente sia molto più veloce e pratico ridoppiare tutto piuttosto che andare a cercare i singoli dialoghi con i termini sbagliati e fare delle "toppe" audio, che difficilmente riuscirebbero bene.
Da quel che ho letto il doppiaggio era stato fatto in appena due settimane, se non ricordo male.
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