Lo so, già vi state lamentando che si vedono i panettoni da settimane nei supermercati, figuriamoci se si parla di film ispirati alle festività natalizie anzi proprio alla figura di Babbo Natale.
Quindi perché parlare di Klaus - I segreti del Natale, dal 15 novembre disponibile sulla piattaforma streaming di Netflix? Perché a mio avviso ne vale veramente la pena.
Siamo di fronte infatti al primo film d’animazione Netflix ed è anche il primo film da regista per lo spagnolo Sergio Pablos, per anni collaboratore dei più prestigiosi studi animati come Disney e Illumination.
Colui che sta dietro al successo di Cattivissimo Me ha colto l’occasione di compiere finalmente il grande passo con il suo neonato SPA Studios di Madrid con un’opera che dopo tanto tempo, per il mercato internazionale di matrice occidentale, torna all’utilizzo tradizionale di tecnica animata del disegno a mano. Nuovi strumenti come quelli proprietari di Les films du Poisson Rouge, con base in Francia, hanno permesso poi al team di realizzare una serie di stili di sviluppo visivo unici che rendono i personaggi più tridimensionali e non posti su sfondi dipinti, aiutati anche dallo studio sull’illuminazione organica, volumetrica e di texturing
Lo spiega bene Pablos in una intervista durante l'ultimo Giffoni Film Festival:
"Sono 10 anni che non viene prodotto un film d’animazione 2D con un grande budget, perciò mi sono detto: ricominciamo da dove eravamo. Se non avessimo inventato la CGI ora come sarebbe il 2D? In particolare abbiamo lavorato sulla luce e l’illuminazione, perché ci siamo resi conto che con la tecnologia che possediamo oggi potevamo regalare ai disegni in due dimensioni volume e tridimensionalità. La cosa più interessante è che, dato che non volevamo cambiare la natura dell’animazione a mano, abbiamo creato nuovi software che potessero essere utilizzati dagli animatori, niente di automatico o computerizzato. Sostanzialmente è un software che permette di dipingere il colore e la luce in movimento ed è fantastico perché dato che è manovrato direttamente dall’artista, nessuna scena è illuminata allo stesso modo. Questo per me era importante, perché una delle cose che preferisco dell’animazione tradizionale è che non è perfetta, ma ci sono delle caratteristiche dovute alla mano e allo stile del disegnatore che diventano subito un marchio di fabbrica. Noi abbiamo fatto lo stesso con la luce».
Bellissima anche la canzone di Zara Larson "Invisible", fatta ad hoc per questo film.
Fonti:
www.bestmovie.it
www.ansa.it
www.cinematographe.it
Quindi perché parlare di Klaus - I segreti del Natale, dal 15 novembre disponibile sulla piattaforma streaming di Netflix? Perché a mio avviso ne vale veramente la pena.
Siamo di fronte infatti al primo film d’animazione Netflix ed è anche il primo film da regista per lo spagnolo Sergio Pablos, per anni collaboratore dei più prestigiosi studi animati come Disney e Illumination.
Colui che sta dietro al successo di Cattivissimo Me ha colto l’occasione di compiere finalmente il grande passo con il suo neonato SPA Studios di Madrid con un’opera che dopo tanto tempo, per il mercato internazionale di matrice occidentale, torna all’utilizzo tradizionale di tecnica animata del disegno a mano. Nuovi strumenti come quelli proprietari di Les films du Poisson Rouge, con base in Francia, hanno permesso poi al team di realizzare una serie di stili di sviluppo visivo unici che rendono i personaggi più tridimensionali e non posti su sfondi dipinti, aiutati anche dallo studio sull’illuminazione organica, volumetrica e di texturing
Lo spiega bene Pablos in una intervista durante l'ultimo Giffoni Film Festival:
"Sono 10 anni che non viene prodotto un film d’animazione 2D con un grande budget, perciò mi sono detto: ricominciamo da dove eravamo. Se non avessimo inventato la CGI ora come sarebbe il 2D? In particolare abbiamo lavorato sulla luce e l’illuminazione, perché ci siamo resi conto che con la tecnologia che possediamo oggi potevamo regalare ai disegni in due dimensioni volume e tridimensionalità. La cosa più interessante è che, dato che non volevamo cambiare la natura dell’animazione a mano, abbiamo creato nuovi software che potessero essere utilizzati dagli animatori, niente di automatico o computerizzato. Sostanzialmente è un software che permette di dipingere il colore e la luce in movimento ed è fantastico perché dato che è manovrato direttamente dall’artista, nessuna scena è illuminata allo stesso modo. Questo per me era importante, perché una delle cose che preferisco dell’animazione tradizionale è che non è perfetta, ma ci sono delle caratteristiche dovute alla mano e allo stile del disegnatore che diventano subito un marchio di fabbrica. Noi abbiamo fatto lo stesso con la luce».
Su un terreno fertile e da lungo tempo battuto come i film del Natale, l’intento del regista Sergio Pablos era quello di focalizzarsi sempre sui buoni sentimenti in maniera originale e innovativa, spogliando Babbo Natale e la sua nascita di quell’aurea per lo più leggendaria e spirituale. C'è da dire che proprio l'essere una storia di Natale stava per far naufragare questa pellicola, nessuno infatti voleva investire in un progetto a scatola chiusa quando erano in produzione super corazzate come Frozen 2. Netflix ha detto si solo alla terza proposta, quando ormai le linee editoriali erano a favore della realizzazione di propri film animati originali di cui Klaus sarà l'apripista.
Trama: Jesper (la voce è di Marco Mengoni), il peggior e più viziato studente dell'Accademia delle Poste, viene spedito, per punizione, dal padre su un'isola ghiacciata, oltre il Circolo Polare Artico, dove la gente del posto è animata solo da pure odio e non pensa certo di spedire lettere (cosa che potrebbe redimerlo). In questa terra senza cuore al di là del circolo polare artico dove due famiglie estese, gli Ellingboe e i Krum, mantengono viva la loro discordia in onore della tradizione, Jesper trova un'alleata in Alva, insegnante del posto che ha rinunciato al suo lavoro perché i bambini non vanno a scuola, e poi in Klaus (Francesco Pannofino), misterioso falegname dal passato triste che vive da solo in una baita piena di giocattoli realizzati a mano. Dopo tutta una serie di avventure, diffidenze e difficoltà, queste improbabili amicizie di Jesper sapranno riportare l'allegria a Smeerensburg ricreando anche una nuova tradizione fatta di generosità, magia e calze appese al camino con cura. Perché, proprio come ricorda il film, una buona azione ne ispira sempre un'altra, anche in un luogo lontano e ghiacciato.
Bellissima anche la canzone di Zara Larson "Invisible", fatta ad hoc per questo film.
Fonti:
www.bestmovie.it
www.ansa.it
www.cinematographe.it
Lo stile spigoloso e tirato via da cartone yankee anni 90 non mi fa impazzire.
Belle le animazioni.
La storia sarà roba da attentato alla vita dei diabetici
E se non sbaglio ha realizzato ultimamente un corto per un video musicale...dovrei recuperarlo sulla rete, di notevole interesse.
Secondo, siamo di fronte ad un nuovo inizio del cinema in 2D?? Penso che la cosa sia malposta - scusamene - credo, lo dico spessissimo, che il disegno 2D sia e rimanga, la base dell'animazione. E dell'ideazione. ANCHE quando lo si realizzi con tavolette grafiche, dietro vi deve essere una piena padronanza del disegno a matita, delle tecniche che hanno fatto la storia del disegno, dell'animazione - e e mi permettete anche della pittura - E basta dare unocchiata ai dietro le quinte dei film Pixar ed anche Disney, ma non solo, per capirlo.
C'è una cultura dell'animazione che trascende il veicolo, dciamo così. Poi si dovrebbe porre il tema dei contenuti.
La CG, SOPRATTUTTO come la vediamo usata in certi film......solo, lo ripeto, per risparmiare, non serve ad altro che a scatenar polemiche.
Magari è pure incensata, ma davvero, una CG usata per coprire buchi narrativi e/o "stupefare" con "Effettoni Speciali", non va da niuna parte.
Badate, non ce la ho con gli "effettoni Speciali" ( come curiosità sapete che ad un certo punto negli anni 80-90 si scatenò una vera e propria gara fra gli studi di animazione nipponici a creare l'esplosione più spettacolare? Più intensa, fracassona e piena di effetti speciali), ce la ho con la "corsa al Ribasso".
Poi la questione Netflix....la parola magica è ""Dopo 10 anni arriva finalmente un film ad alto budget "
Se Netflix, investe, e cura la produzione lasciando spazio artistico ai realizzatori ci saranno risultati magari altalenanti, ma la qualità tenderà all'alto...( e non solo nei film, guardatevi un pò Il principe dei Draghi, arrivato alal terza stagione) ..se continuerà nell'idea di "riempire il palinsesto", non andremo da nessuna parte.
Sarebbe interessante chiedere a Netflix qualcosa su come decide la produzione di un'opera.
Ovvero chiederlo anche all'egregio Pablo. Il segreto per capire dove andremo a finire nell'era dello scontro fra i colossi dello streaming, potrebbe stare nel capire "Come" si passa da certe produzioni fatte tirando al risparmio a questi progetti.
Finalmente qualcuno che ne parla. Se chiamano Mengoni e l'Angiolini a doppiare il risultato non può che essere pessimo
Purtroppo questa brutta piega di far doppiare a gente non del mestiere non si sta esaurendo e la colpa è tutta italiana stavolta...
Qui almeno hanno messo Pannofino su Klaus ea differenza si sente con gli altri...
Detto questo, il film non mi attira molto come contenuto, ma ovviamente stiamo parlando del ritorno del 2D (dopo La Principessa e il Ranocchio mi pare di capire), inoltre apprezzo molto la gestione delle luci, un problemino dei vecchi film Disney, non me ne vogliate, è proprio la mancanza di tridimensionalità, che dagli anni 90 ha cominciato a farsi sentire parecchio, anche visti i livelli raggiunti dai prodotti nipponici. In definitiva, non vedo l'ora di vederlo e soprattutto vedere a cosa porterà!
Davvero non ci arrivi ?
Questo è un prodotto retorico e zuccheroso per famiglie che venderai in tutto il Mondo, e quindi ha un alto potenziale commerciale e conseguente budget, mentre chessò , un anime come Crybaby , pieno di sesso e violenza , per forza di cose è un prodotto di nicchia e quindi avrà un budget ridotto.
A me questi cartoni retorici e buonisti mi hanno sempre fatto vomitare, ho sempre preferito l'animazione nipponca perché più "vera" nel raccontare le cose della vita.
Se poi si mettono a cantare ogni 2 minuti, vade retro, Santa !
Ah in questo film non cantano
Ha senso perché serve a spiegare perché un film per famiglie ha un target più vasto e quindi si spende di più su esso , mentre un cartone rivolto agli adulti no.
Ci sarà un motivo se la Disney fa da da quando è nata, fa quasi esclusivamente film buonisti con principesse che cantano, no (tutta colpa di Dumbo!) ?
Che esagerazione! Immagino che il problema non sia l'intero cast, ma solo Mengoni e Angiolini, vero? Se è così, anche io sono d'accordo con commenti come quello di Ironic, però secondo me in questo caso ci troviamo davanti a due recitazioni tutto sommato quanto meno accettabili. Non siamo ai livelli di Sio (Wirt, Over The Garden Wall).
Over the garden wall ho provato a sentirlo in italiano, ma mi è bastato sentire il doppiaggio osceno di Gregory per tornare al doppiaggio originale, ma che si erano fumati quando hanno fatto il casting?
Vai tranquillo, è un film godibilissimo, niente affatto zuccheroso, la storia è lineare ma non scontata.
Retorici e buonisti..va bhè. Continuiamo a volerci male.
Sono due produzioni completamente diverse come è stato detto, ma hanno in comune due elementi: il grande valore dei propri autori. Il produttore. Un portale Streaming. Non un consorzio di gruppi che si occupano di cinematografia d'animazione classica.
E su questo si dovrebbe puntare l'attenzione.
Ed allacciandoci a questo discorso vale la pena ricordare che nel prossimo decennio i servizi di streaming avranno un ruolo ancora più preponderante; parlando di animazione si sta avendo un vero e proprio riallieamento di forze: Netflix ha dalla sua Dreamworks Animation e Nickelodeon (con il quale Netflix, sulla scia del successo dei film animati di quest'estate basati sui Nicktoons Invader Zim e Rocko's Modern Life ha appena annunciato una parternship) senza poi contare i vari talentoni ingaggiati come Alex Hirsch, Glen Keane e Craig McKracken, Disney ovviamente potrà attingere alle serie prodotte da loro e infine l'imminente HBO Max darà una nuova casa a Cartoon Network, cominciando con quattro episodi speciali di un'ora di Adventure Time attesi per l'anno prossimo.
La carne al fuoco sarà molta, portafogli permettendo.
*spagnolo (meglio dire occidentale), mi correggo, pensavo fosse una produzione americana, visto che il regista ha lavorato per Disney
Grgory e suo fratello avevano la (pessima ) voce del fumettista e cantautore Sio
Be, se lo produce Metflix, è americano, non importa che lo abbia realizzato uno studio europeo o che.
Se no, tanti cartoni TV Disney sarebbero da considerare giapponesi o coreani, visto li fa realizzare lì!
Ma assolutamente no!
Lo studio SAP è Spagnolo, con sede a Madrid. Tutta la gente che ci lavora è europea, e quasi la metà dei "tecnici" sono italiani. Lo dico perchè ho una carissima persona che ha lavorato al film e mi ha raccontato le fasi di lavorazione.
Netflix ha solo cacciato la moneta per realizzare il film, senza interferire minimamente sullo sviluppo.
Hai detto niente!
Cmq il tuo ragionamento non è sbagliato, ma dato che la produzione è americana ,verrebbe considerato come tale.
Anche Fievel conquista il West era tutto fatto in Inghilterra come pur Roger Rabbit ( tranne la sequenza a Cartunia, fatta in USA).
O il film di Zio Paperone e la Lampada magica,che mi pare fosse francese.
Così, per dire.
Stai facendo un po' di confusione...qui stiamo parlando di un film fatto proprio in spagna, e in ogni caso il discorso non cambia, quello che conta è da dove "parte" il progetto, un po' come OPM è Madhouse (e non Bones) o Adrian è italiano (ma di italiano ci sarà solo Manara...). Queste cose non te le inventi, cerchi su Wikipedia e se dice che è spagnolo è spagnolo.
Quello che però non capisci è che la Spagna ha una mentalità europea diversa da quella yankee, solo ce siccome questi ultimi sganciano i soldi, decidono ogni aspetto della pellicola ( non ha caso, come tutti i prodotti Netflix, è scritto da due americani ), quindi rimane un prodotto americano nel midollo ( come il nuvo Saint Seiya Netflix)
Non a caso sono andati a chiamare uno studio spagnolo di un tizio che aveva lavorato per Disney , quindi dallo stile americano al 100%, con la differenza ce lo studio iberico avrà lavorato per un budget che sarà stato un decimo di quanto avrebbe richiesto uno studio yankee .... capisci perché farlo in Spagna ?
Si...
...ma quindi è spagnolo.
Tra l' altro si sta scoprendo che anche tanti italiani ci hanno lavorato...davvero tante buone cose porta questo film
Motivo in più per vederlo allora!
Meno sarcasmo : forse non sai che tutte le serie tv Disney e Hanna e Barbera che vedevi da piccolo in tv erano fatte o in Giappone o in Corea.
Vengono considerate americane, o coreane/giapponesi ?
I Simpson sono coreani al 100%, ma mi pare siano considerati americani, no ?
Così la piantate di sfottere.
E' spagnolo nella manodopera ma non nel progetto :La torre Eiffel è attribuita all' omonimo progettista, o agli operai che l'hanno costruita ?
Se tu dirigi un film, ma la sceneggiatura l'ha scritta un altro, e Netflix , cioè ci hi sgancia i soldi e ha approvato la sceneggiatura , ti dice " fai così, fai cosà" il film di chi è ?
Tuo o di chi ha preso tutte le decisioni importanti ?
E' così difficile da capire ?
Dura 1 ora e 30 minuti, consigliato. Non fermatevi alla grafica.
Vero. C'è un forte senso e parecchie idee in questo film.
"This holiday season, join the nearly 30 million households around the world who enjoyed Klaus in its first four weeks on Netflix!"
Quel numero lì, se vero, è una buona notizia.
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