Ehi, hai sentito la voce che gira? Sembra che le maghe esistano davvero!
Però scommetto che tu già lo sapevi. Sapevi che le maghe sono queste piccole ragazzine che stringono un patto con un dolcissimo animaletto: in cambio della realizzazione di un desiderio a loro scelta le maghe dedicheranno la loro vita a uccidere le cattivissime streghe!
…oppure non è vero?
Nel 2011 esce in Giappone Puella Magi ★ Madoka Magica, uno degli anime più celebri e discussi di tutto il decennio. Un anime che ha rivoluzionato il concetto di mahou shoujo, fino ad allora legato a stereotipi ritenuti troppo difficili da scardinare. Un’opera che è stata amata e che è stata odiata, un caleidoscopio di emozioni e di sofferenze culminate nell'ultimo atto (per ora?) “La Storia della Ribellione”, il lungometraggio uscito nel 2013 che ha confermato nel bene e nel male tutto ciò che si pensava di questa storia mefistofelica.
Quest’anno è arrivata la trasposizione animata dello smartphone game Magia Record: Puella Magi Madoka Magica Side Story, disponibile su VVVVID, ovviamente animata da Shaft e che ha in comune diversi membri dello staff dell’opera originale.
Ehi, hai sentito la voce che gira? Sembra che Madoka Magica sia tornato!
…oppure non è vero?
Museo della Memoria
Il Museo della Memoria è il luogo dove sono registrate le esistenze di tutte le maghe, nel quale le “Ali di Magius” invitano le protagoniste. Non dirò altro in merito alla sua funzione, mi permetto solo di asserire al momento che questo posto sembri volerci spingere al “non dimenticare” da dove questa serie è partita, come se fosse possibile, forse un po' per prendere in giro il fandom e forse un po' per per lanciare un messaggio a nuovi spettatori.
Non sarebbe giusto ma è così, non posso impormi contro la palese realtà dei fatti: è impossibile parlare di Magia Record senza considerare l’esistenza di Madoka Magica. Molti hanno iniziato l’opera aspettandosi un… sequel? Prequel? Qualunque cosa potesse essere era lecito aspettarsi dei forti rimandi stilistici, non solo connessi all'impatto visivo. Non è stato così. Qualcosa che deve essere chiarito è che questa non è una serie che tenta di ricalcare i fasti di Madoka Magica, è una serie dai toni diversi ma esclusivamente pensata ai fan della serie; i riferimenti alla serie principale sono presenti (sì, Madoka Kaname viene citata ben 2 volte) ma si naviga così tanto nel caos che è complesso avere delle aspettative, anche ora che siamo al giro di boa.
Se le Streghe erano frutto della corruzione di anime pie raggirate da un demonio, le Uwasa non sono altro che moniti a non cadere in atteggiamenti disdicevoli. La loro genesi di per sé è un riferimento alle leggende urbane giapponesi indirizzate a un pubblico molto giovane (come quella di “Hanako-san del Gabinetto”, così celebre in questi anni); tecnicamente le Uwasa più che a delle Streghe son quindi vicine a delle yūrei, dei veri e propri fantasmi (attendendo spiegazioni più chiare). Tutto ciò ci aiuta a comprendere il valore didascalico dell’opera: all'interno dell’anime, infatti, troviamo un messaggio contro il bullismo, il nemico più grande è quello realmente invisibile, ovvero i problemi reali che possono avere le ragazzine, costrette a sentire sulle proprie spalle il peso di voci inudibili, quella cattiveria infantile e spesso manifestata in modo indiretto, capace di distruggere la loro vita di adolescenti.
Una grandissima differenza, quindi, risiede nel messaggio finora veicolato; non vi è nessuna presunzione di portare temi complessi o innovativi, anzi, la serie si presenta come “soft”: la morte è solo uno spettro lontano, il bene e il male sembrano due rette parallele e l’amicizia è la cosa che più conta. Questo perlomeno finché il Museo non apre le sue porte, certo.
Come detto, Yachiyo ricorda in diversi modi Homura: entrambe subiscono il peso della “consapevolezza”, portano con sé dei segreti e spesso le troviamo accigliate se non scontrose senza un apparente motivo. Non è raro però vedere la nuova maga sorridere, così come tutte le nuove protagoniste che, nonostante possano aver vissuto dei traumi più o meno gravi, non sembrano emotivamente disastrate come le protagoniste precedenti, talvolta pure incapaci di avere relazioni sociali soddisfacenti. Nel loro volto possiamo scorgere speranza anche nei momenti più tetri, donandoci quella fiducia nel futuro che non appartiene propriamente alla serie. Finora però l’alchimia tra Yachiyo e Iroha non si può paragonare a quella tra Madoka e Homura, anche se la speranza è che i prossimi episodi portino a un’intensificazione del loro rapporto. Il party nella sua totalità è imparagonabile a quello precedente, entrato nella storia dell'animazione a pieno titolo.
Magia Record ha però il grande pregio di provare a continuare il discorso inerente alla natura delle maghe. Parliamo di un universo narrativo che negli anni è stato espanso a dismisura, però magari senza avere il coraggio di introdurre degli elementi che potessero donare quel senso di “closure” alla storia. Conscio che parliamo di un franchise estremamente sadico, bisogna ammettere che chi vede questa serie vuole perlomeno un po’ illudersi; quel che viene introdotto nell’ultima parte dell’anime potrebbe perlomeno portarci a una più ampia comprensione della natura delle Streghe. Non a caso tra le protagoniste ritroviamo Mami, la quale sta cercando a Kamihama il modo di “salvare le maghe”. Le probabilità che il tutto sia deleterio sono alte ma non è da escludere che ciò che scopriremo alla fine della seconda stagione possa essere invece un nuovo inizio/fine (dipende dai punti di vista), che molti fan sentono il bisogno di avere soprattutto dopo le “due” conclusioni precedenti (serie e film).
Mettendo da parte i già citati limiti dell’anime, concludo promuovendo a pieni voti gli ultimi episodi. I toni diventano più maturi e fa capolino lo spettro della morte, facendoci ritrovare un pelo di quella disperazione essenziale per "sentirci a casa". Fino a poco prima, difatti, la morte aleggiava ma con ingenuo imbarazzo, ben consci che non fosse una possibilità reale, per quanto in modo macabro un po’ lo si sperasse. I pregi “tecnici” della serie principale ci sono tutti: musiche sempre godibili, effetti grafici di altissimo impatto, rappresentazione dei vari nemici e dei vari scontri che lasciano puntualmente a bocca aperta. Poco da dire, sotto questo punto di vista viene confermato tutto ciò che c’era di positivo.
Alla fin fine son davvero apprezzabili i misteri che girano intorno la serie, e se rivisti in un secondo momento gli episodi diventano anche molto godibili (ma non tutti hanno, com'è giusto che sia, abbastanza voglia o tempo per farlo). È innegabile però che manchi qualcosa di forte, quel sussulto al quale eravamo abituati e che forse, chissà, potrà arrivare nella seconda stagione.
Del resto, che serie di Madoka sarebbe senza Notte di Walpurgis.
Però scommetto che tu già lo sapevi. Sapevi che le maghe sono queste piccole ragazzine che stringono un patto con un dolcissimo animaletto: in cambio della realizzazione di un desiderio a loro scelta le maghe dedicheranno la loro vita a uccidere le cattivissime streghe!
…oppure non è vero?
Nel 2011 esce in Giappone Puella Magi ★ Madoka Magica, uno degli anime più celebri e discussi di tutto il decennio. Un anime che ha rivoluzionato il concetto di mahou shoujo, fino ad allora legato a stereotipi ritenuti troppo difficili da scardinare. Un’opera che è stata amata e che è stata odiata, un caleidoscopio di emozioni e di sofferenze culminate nell'ultimo atto (per ora?) “La Storia della Ribellione”, il lungometraggio uscito nel 2013 che ha confermato nel bene e nel male tutto ciò che si pensava di questa storia mefistofelica.
Quest’anno è arrivata la trasposizione animata dello smartphone game Magia Record: Puella Magi Madoka Magica Side Story, disponibile su VVVVID, ovviamente animata da Shaft e che ha in comune diversi membri dello staff dell’opera originale.
Ehi, hai sentito la voce che gira? Sembra che Madoka Magica sia tornato!
…oppure non è vero?
Benvenuti a Kamihama
Voci, appunto. O meglio “Uwasa”, ovvero la realizzazione fisica di queste voci, un potere che ricorda sia quello delle Streghe (la connessione tra i due elementi non è stata ancora spiegata) sia vere e proprie maledizioni. “Se scrivi il tuo nome sul sesto gradino, e il nome della persona con cui vuoi rompere sul settimo, è come un certificato di rottura! Non vi è più concesso di riallacciare i rapporti per tutta l’eternità! E se per caso fate pace, chi chiede scusa verrà rapito dal mostro delle catene!”
La protagonista di questa nuova saga è Iroha Tamaki, una giovane maga che ha stipulato un contratto con Kyubey per salvare sua sorella, Ui, da una malattia molto grave. Almeno così sembrerebbe. Perché Ui è scomparsa, nessuno sa che fine abbia fatto ma soprattutto nessuno si ricorda di lei. La sua presenza è svanita dal nostro mondo. Lo stesso Kyubey non ricorda più nulla di lei, nonostante lei fosse il soggetto del contratto stipulato, come se la stessa Iroha con il suo desiderio avesse richiesto di cancellarla dalla memoria di chiunque.
Da precisare che l’opera è solo a metà del suo percorso, quindi per ogni domanda che ha trovato una risposta altri dilemmi si sono palesati; non siamo quindi tenuti a sapere quale fosse la natura del reale desiderio di Iroha, così come che fine abbia fatto Ui o cosa sia il cucciolo di Kyubey che accompagna la protagonista, anche se forse si potrebbe immaginare. La nuova maghetta rosa si ricorda tutto d’un tratto dell’esistenza della sorella e, indagando sull'accaduto, comprende che la risposta risiede a Kamihama, una città che pullula di maghe più forti del normale, streghe più forti del normale, e che si dice che sia il posto in cui le maghe “possano essere salvate”.
La serie rimane sicuramente distante dal “kira kira” classico delle majokko, rimanendo tuttavia altrettanto ben distante anche dall'estremo opposto rappresentato dalla serie principale. Non troverete retorica Goethiana o le sue tinte dark-macabre, si verte perlopiù su un “mistery majokko”, con la maggior parte delle puntate a schema procedurale: sconfiggere l’Uwasa di turno, aiutare una maga che farà parte del party o che rappresenterà un’alleata, il tutto mentre si cercano nuovi indizi per comprendere che fine abbia fatto la piccola Ui.
Ammetto che detto in questo mondo sembrerebbe davvero qualcosa di semplice, ma il più grande difetto di quest’anime corrisponde proprio nella scrittura di ogni singolo episodio: eccessivamente complessa, eccessivamente verbosa e con fin troppi personaggi a fare capolino, il tutto senza il dovuto respiro narrativo che possa permettere di assimilare le informazioni al meglio.
Per evitare spoiler non mi soffermerò sulle “Ali di Magius”, una fazione di maghe che porteranno il caos a Kamihama ma anche negli spettatori. Non sono tanto le loro azioni o le loro motivazioni a essere incomprensibili (o meglio, lo sono nei limiti imposti con correttezza dalla trama), bensì il modo in cui vengono inserite nella storia. Il ritmo narrativo dell’opera è risultato incongruo, andando a rovinare momenti cardine della storia rendendo necessaria più di una visione per episodio, essenziale per assimilare al meglio la totalità delle informazioni. I dubbi possono fare parte dell’esperienza di fruizione, ma il caos che si è venuto a creare con tutti questi elementi in ballo ha rovinato la visione a molti fan.
Apprezzabile il party di protagoniste; Iroha verrà perlopiù accompagnata da Yachiyo Nanami (doppiata dalla sempre ottima Sora Amamiya), una maga veterana di Kamihama e dagli atteggiamenti chiaramente “Homureggianti”. A loro si uniranno altre maghe, finendo per vivere tutte insieme e ricreando situazioni da "simil" slice of life; il tema dell’amicizia e dell’affetto tra compagne rimarrà sempre ben saldo e non sarà una scusa per ghigliottinare il cuore dello spettatore.
Tutto quello detto finora vale esclusivamente per i primi nove episodi della serie.
La protagonista di questa nuova saga è Iroha Tamaki, una giovane maga che ha stipulato un contratto con Kyubey per salvare sua sorella, Ui, da una malattia molto grave. Almeno così sembrerebbe. Perché Ui è scomparsa, nessuno sa che fine abbia fatto ma soprattutto nessuno si ricorda di lei. La sua presenza è svanita dal nostro mondo. Lo stesso Kyubey non ricorda più nulla di lei, nonostante lei fosse il soggetto del contratto stipulato, come se la stessa Iroha con il suo desiderio avesse richiesto di cancellarla dalla memoria di chiunque.
Da precisare che l’opera è solo a metà del suo percorso, quindi per ogni domanda che ha trovato una risposta altri dilemmi si sono palesati; non siamo quindi tenuti a sapere quale fosse la natura del reale desiderio di Iroha, così come che fine abbia fatto Ui o cosa sia il cucciolo di Kyubey che accompagna la protagonista, anche se forse si potrebbe immaginare. La nuova maghetta rosa si ricorda tutto d’un tratto dell’esistenza della sorella e, indagando sull'accaduto, comprende che la risposta risiede a Kamihama, una città che pullula di maghe più forti del normale, streghe più forti del normale, e che si dice che sia il posto in cui le maghe “possano essere salvate”.
La serie rimane sicuramente distante dal “kira kira” classico delle majokko, rimanendo tuttavia altrettanto ben distante anche dall'estremo opposto rappresentato dalla serie principale. Non troverete retorica Goethiana o le sue tinte dark-macabre, si verte perlopiù su un “mistery majokko”, con la maggior parte delle puntate a schema procedurale: sconfiggere l’Uwasa di turno, aiutare una maga che farà parte del party o che rappresenterà un’alleata, il tutto mentre si cercano nuovi indizi per comprendere che fine abbia fatto la piccola Ui.
Ammetto che detto in questo mondo sembrerebbe davvero qualcosa di semplice, ma il più grande difetto di quest’anime corrisponde proprio nella scrittura di ogni singolo episodio: eccessivamente complessa, eccessivamente verbosa e con fin troppi personaggi a fare capolino, il tutto senza il dovuto respiro narrativo che possa permettere di assimilare le informazioni al meglio.
Per evitare spoiler non mi soffermerò sulle “Ali di Magius”, una fazione di maghe che porteranno il caos a Kamihama ma anche negli spettatori. Non sono tanto le loro azioni o le loro motivazioni a essere incomprensibili (o meglio, lo sono nei limiti imposti con correttezza dalla trama), bensì il modo in cui vengono inserite nella storia. Il ritmo narrativo dell’opera è risultato incongruo, andando a rovinare momenti cardine della storia rendendo necessaria più di una visione per episodio, essenziale per assimilare al meglio la totalità delle informazioni. I dubbi possono fare parte dell’esperienza di fruizione, ma il caos che si è venuto a creare con tutti questi elementi in ballo ha rovinato la visione a molti fan.
Apprezzabile il party di protagoniste; Iroha verrà perlopiù accompagnata da Yachiyo Nanami (doppiata dalla sempre ottima Sora Amamiya), una maga veterana di Kamihama e dagli atteggiamenti chiaramente “Homureggianti”. A loro si uniranno altre maghe, finendo per vivere tutte insieme e ricreando situazioni da "simil" slice of life; il tema dell’amicizia e dell’affetto tra compagne rimarrà sempre ben saldo e non sarà una scusa per ghigliottinare il cuore dello spettatore.
Tutto quello detto finora vale esclusivamente per i primi nove episodi della serie.
Museo della Memoria
Il Museo della Memoria è il luogo dove sono registrate le esistenze di tutte le maghe, nel quale le “Ali di Magius” invitano le protagoniste. Non dirò altro in merito alla sua funzione, mi permetto solo di asserire al momento che questo posto sembri volerci spingere al “non dimenticare” da dove questa serie è partita, come se fosse possibile, forse un po' per prendere in giro il fandom e forse un po' per per lanciare un messaggio a nuovi spettatori.
Non sarebbe giusto ma è così, non posso impormi contro la palese realtà dei fatti: è impossibile parlare di Magia Record senza considerare l’esistenza di Madoka Magica. Molti hanno iniziato l’opera aspettandosi un… sequel? Prequel? Qualunque cosa potesse essere era lecito aspettarsi dei forti rimandi stilistici, non solo connessi all'impatto visivo. Non è stato così. Qualcosa che deve essere chiarito è che questa non è una serie che tenta di ricalcare i fasti di Madoka Magica, è una serie dai toni diversi ma esclusivamente pensata ai fan della serie; i riferimenti alla serie principale sono presenti (sì, Madoka Kaname viene citata ben 2 volte) ma si naviga così tanto nel caos che è complesso avere delle aspettative, anche ora che siamo al giro di boa.
Se le Streghe erano frutto della corruzione di anime pie raggirate da un demonio, le Uwasa non sono altro che moniti a non cadere in atteggiamenti disdicevoli. La loro genesi di per sé è un riferimento alle leggende urbane giapponesi indirizzate a un pubblico molto giovane (come quella di “Hanako-san del Gabinetto”, così celebre in questi anni); tecnicamente le Uwasa più che a delle Streghe son quindi vicine a delle yūrei, dei veri e propri fantasmi (attendendo spiegazioni più chiare). Tutto ciò ci aiuta a comprendere il valore didascalico dell’opera: all'interno dell’anime, infatti, troviamo un messaggio contro il bullismo, il nemico più grande è quello realmente invisibile, ovvero i problemi reali che possono avere le ragazzine, costrette a sentire sulle proprie spalle il peso di voci inudibili, quella cattiveria infantile e spesso manifestata in modo indiretto, capace di distruggere la loro vita di adolescenti.
Una grandissima differenza, quindi, risiede nel messaggio finora veicolato; non vi è nessuna presunzione di portare temi complessi o innovativi, anzi, la serie si presenta come “soft”: la morte è solo uno spettro lontano, il bene e il male sembrano due rette parallele e l’amicizia è la cosa che più conta. Questo perlomeno finché il Museo non apre le sue porte, certo.
Come detto, Yachiyo ricorda in diversi modi Homura: entrambe subiscono il peso della “consapevolezza”, portano con sé dei segreti e spesso le troviamo accigliate se non scontrose senza un apparente motivo. Non è raro però vedere la nuova maga sorridere, così come tutte le nuove protagoniste che, nonostante possano aver vissuto dei traumi più o meno gravi, non sembrano emotivamente disastrate come le protagoniste precedenti, talvolta pure incapaci di avere relazioni sociali soddisfacenti. Nel loro volto possiamo scorgere speranza anche nei momenti più tetri, donandoci quella fiducia nel futuro che non appartiene propriamente alla serie. Finora però l’alchimia tra Yachiyo e Iroha non si può paragonare a quella tra Madoka e Homura, anche se la speranza è che i prossimi episodi portino a un’intensificazione del loro rapporto. Il party nella sua totalità è imparagonabile a quello precedente, entrato nella storia dell'animazione a pieno titolo.
Magia Record ha però il grande pregio di provare a continuare il discorso inerente alla natura delle maghe. Parliamo di un universo narrativo che negli anni è stato espanso a dismisura, però magari senza avere il coraggio di introdurre degli elementi che potessero donare quel senso di “closure” alla storia. Conscio che parliamo di un franchise estremamente sadico, bisogna ammettere che chi vede questa serie vuole perlomeno un po’ illudersi; quel che viene introdotto nell’ultima parte dell’anime potrebbe perlomeno portarci a una più ampia comprensione della natura delle Streghe. Non a caso tra le protagoniste ritroviamo Mami, la quale sta cercando a Kamihama il modo di “salvare le maghe”. Le probabilità che il tutto sia deleterio sono alte ma non è da escludere che ciò che scopriremo alla fine della seconda stagione possa essere invece un nuovo inizio/fine (dipende dai punti di vista), che molti fan sentono il bisogno di avere soprattutto dopo le “due” conclusioni precedenti (serie e film).
Mettendo da parte i già citati limiti dell’anime, concludo promuovendo a pieni voti gli ultimi episodi. I toni diventano più maturi e fa capolino lo spettro della morte, facendoci ritrovare un pelo di quella disperazione essenziale per "sentirci a casa". Fino a poco prima, difatti, la morte aleggiava ma con ingenuo imbarazzo, ben consci che non fosse una possibilità reale, per quanto in modo macabro un po’ lo si sperasse. I pregi “tecnici” della serie principale ci sono tutti: musiche sempre godibili, effetti grafici di altissimo impatto, rappresentazione dei vari nemici e dei vari scontri che lasciano puntualmente a bocca aperta. Poco da dire, sotto questo punto di vista viene confermato tutto ciò che c’era di positivo.
Alla fin fine son davvero apprezzabili i misteri che girano intorno la serie, e se rivisti in un secondo momento gli episodi diventano anche molto godibili (ma non tutti hanno, com'è giusto che sia, abbastanza voglia o tempo per farlo). È innegabile però che manchi qualcosa di forte, quel sussulto al quale eravamo abituati e che forse, chissà, potrà arrivare nella seconda stagione.
Del resto, che serie di Madoka sarebbe senza Notte di Walpurgis.
Pro
- Il valore tecnico dell'opera è eccelso
- I fan di Madoka possono essere soddisfatti dei vari rimandi
- La fine fa molto (molto) ben sperare per la seconda stagione
Contro
- La sceneggiatura della maggior parte degli episodi è gestita malissimo
- I fan di Madoka potrebbero detestare quanto Magia Record sia "soft"
- Al momento manca quell'alchimia tra le protagoniste, quel fascino immortale
eh leggi la recensione lol
sì, il difetto più grande è palesemente quello
sì sì infatti, dall'episodio 9 in poi... gli ultimi episodi mi han fatto alzare la media dell'anime di un bel po'
Per me questa prima parte di Magireco è da sufficienza piena. Fra tanti alti e bassi, direi che dopotutto è stata una discreta introduzione a questo nuovo universo alternativo di Madoka. All'inizio ho fatto un po' fatica a seguire per bene la trama, poi per fortuna la narrazione è migliorata parecchio sul finale. Anche non avendo giocato il gioco originale, sono riuscito a farmi un'idea su questo nuovo contesto (un po' diverso da quello della serie principale, ma non meno interessante). Ci sono molti altri aspetti sui quali sono dubbioso, personaggi in primis: c'è chi ha brillato e chi no, ma del resto c'è ancora tutta una seconda parte da guardare. Certo che le premesse viste nell'ultimo episodio fanno ben sperare.
posso scommettere l'occhio di un ciclope che nella seconda parte, questa qui ci tira l'ennesima "fregatura", e allora saremo tutti contenti. altrimenti sarà una delusione. Il trip mentale e l'allegoria che presentano il primo Madoka sono irraggiungibili ma comounque colonne portanti da cui non credo vorranno scostarsi piu di tanto
A me la prima stagione di Madoka piacque molto pur non trasformandomi in una sua fan hardcore, e ne riconosco la validità artistica, questa invece pur trovandola a suo modo molto carina (adoro anche le leggende metropolitane quindi questo era pane per i miei denti XD) come dice l'articolo sicuramente è proprio su un altro livello.
Detto questo, la finirò e spero che questo slot di episodi mi spinga ad aspettare la nuova serie con buone aspettative ^^
La trama non mi ha colpito e madoka è uno dei miei anime preferiti(se non il mio preferito). Speriamo nella seconda stagione
P.S. Mi avete creato alte aspettative per gli ultimi due episodi! Spero di restarne soddisfatto!
Speriamo di non dover aspettare molto per una seconda stagione.
Io sto al tuo stesso punto e la penso allo stesso modo ...vediamo sti ultimi ep
Ottimo... così magari mi convinco a finirlo dato che sono ferma più o meno lì xD
Non posso che ribadire quello che viene detto nella recensione e nei commenti...
Purtroppo si sente tantissimo che è un anime tratto da un videogame per smartphone. Troppi personaggi, troppo poco tempo lasciato alla crescita degli stessi o ad una narrazione più coesa... Ho fatto veramente fatica da un certo punto in poi, mi è calato tantissimo l'interesse. Un gran peccato perché le ost erano superbe, e c'erano punti di animazione altissimi.
Proverò comunque a finirlo, però a questo punto non so se guarderò la s2.
Rimangono ancora dubbi e dilemmi ma gli ultimi episodi cercano di prepararci alla prossima saga che, a mio avviso, promette proprio bene
Si aspetta come continua ma l'interesse è sotto le scarpe.
Ma per favore dai, hanno dovuto riciclare i pezzi della serie principale perché altrimenti la colonna sonora, non più firmata da Yuki Kajiura, sarebbe stata completamente anonima.
Tutto sommato se devo trovare un pregio a questa prima parte di Magia Record è che mi ha convinto a non proseguire ulteriormente la visione (proprio come aveva fatto Rebellion alla fine).
Insomma, per me Madoka è un franchise morto che può giusto insegnare agli angeli a decostruire le serie di maghette.
Iroha però è una chiavica, un clone peggiorato di Madoka (la cui mancanza di determinazione però ha una spiegazione, che almeno per il momento Iroha non ha), e Yachiyo è Homura all'acqua di rose. Una delle cose che più mi ha deluso è stata la caratterizzazione dei "cattivi".
L'estetica è affascinante, anche più dell'originale. Non male la colonna sonora, anche se l'assenza di Yuki Kajiura nei pezzi inediti si fa sentire.
Ceh, quindi: musiche sempre godibili
@justalilim: sono d'accordo col tuo secondo spoiler, e non mi vergogno di dire che ho aspettative alte per quell'evento.
Sì comunque, le protagoniste non valgono la metà della metà delle precedenti, è uno dei difetti peggiori... però do un po' di fiducia ancora alla loro caratterizzazione
La prossima volta dovrebbero farsi furbi e rimandare direttamente la serie originale cambiando il volto dei personaggi e le doppiatrici, così avresti potuto dargli anche 90-95 invece di solo 73
No urobuchi?
Ahi ahi ahi ahi ahi!
Quindi si, tragedie, disperazione, tensione costante e horror abbassati del 95%.
Ma andando oltre tutto questo, lo studio è sempre Shaft che ha fatto ancora una volta un ottimo lavoro considerato che questa volta era un adattamento. Le animazioni, le scene di combattimento e l'atmosfera generale nelle tane delle Streghe hanno stile da vendere, le musiche poi sono sempre ottime (con Yuki Kajiura sarebbe stato il top) e soprattutto siamo ancora a metà di quella che immagino sia solo la prima parte della storia del gioco, poche risposte e tante domande, normale.
Paragonarlo ad un capolavoro come Madoka Magica non ha senso, va preso a sé per quello che è, e la recensione ha fatto un buon lavoro in questo, anche io penso gli darei solo un 7.5 almeno per il momento, troppo confusionario in certe parti.
I misteri sono interessanti, i personaggi mi piacciono tutti e l'atmosfera è perfetta.
Aggiungo che proprio la protagonista a mio parere ha una marcia in più rispetto a Madoka. È più proattiva e questo elemento mi piace molto.
Beh se gli togliamo l'imprinting di Madoka Magica resta una serie noiosissima con personalità scialbe che, dopo 10 episodi fatti e disfatti sparando personaggi nuovi come se non ci fosse un domani, getta le base negli ultimi tre per costruire, forse, una storia interessante nella seconda parte di più o meno prossima visione, realizzato però molto bene. Non mi sembra giusto legare questo titolo ad un altro così importante e poi far finta che non abbia niente a che fare col primo, il titolo lo richiama, il mondo è lo stesso, compaiono gli stessi personaggi, come posso far finta che debba essere tutto diverso? Potevano farlo volendo eh, non serve mica il timbro Madoka Magica per creare storie con delle mahou shojo, se avessero creato una storia nuova senza sfruttare un marchio famoso per richiamare attenzione non avrei avuto nulla da ridire, ma probabilmente l'avrei droppato dopo 3-4 episodi.
Ma non è nato per essere slegato da Madoka Magica... voglio dire, è così che nascono tutti i franchise, c'è una prima serie hit, si stabilisce un largo fanbase che chiede un qualunque tipo di seguito, annusano la possibilità di farci soldi e nascono giochi come questo. Specialmente nel caso dei mobage è risaputo che sono pochi ad avere una storia curata e hanno sempre un botto di personaggi.
Alla fine come già detto esiste proprio per i fan dell'originale ma senza pretendere di essere dello stesso calibro.
In larga parte comunque queste sono riflessioni che ho letto da parte di chi ci gioca, per me l'anime è stato più che decente anche per il fattore nostalgia, ma forse neanche nella top 10 degli anime invernali.
Spero almeno che esca a breve in Europa così posso godermelo...sono tre anni che lo aspetto.
Comunque bella recensione complimenti!
detto questo, è ovvio che non può dare le stesse sensazioni di madoka magika perché sappiamo già cosa sono le streghe e sappiamo già tutto, il punto della trama è proprio capire cosa c'è dietro questo posto particolare dove esistono i doppler e dove i kyube non possono entrare,è chiaro poi che siamo a metà storia quindi a maggior ragione se mai lo si potrebbe paragonare con i primi 5 episodi di madoka. è chiaro che con un cast così ampio serva molto più tempo per caratterizzarli tutti e per creare le basi per una buona trama, che di fatto secondo me ha. voglio dire che bisognerebbe limitarsi a considerarla una prima parte incompleta, tanto è vero che non ha appunto un finale. quindi il paragone con madoka è stupido su due fronti.
a me onestamente sta piacendo, sono riusciti a creare un buon cast, la trama si è diramata lentamente ma neppure tanto e c'è già moltissima carne al fuoco su cui riflettere e fare congetture
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