Il 6 aprile 1996, ben venticinque anni fa, iniziava sulle reti televisive giapponesi l'anime di B't X, prodotto dalla TBS e tratto dall'omonimo manga di Masami Kurumada. Si tratta dell'opera che ha riportato alla ribalta l'autore, che dopo la chiusura anticipata di Saint Seiya (che continuerà poi con diversi spin off e un sequel ufficiale dopo diversi anni e per un altro editore) e qualche miniserie di scarso successo abbandona Shueisha per approdare in Kadokawa, dove firma con successo B't X in sedici volumi, tra il 1995 e il 2000.
Siamo in una Terra futuristica governata dall' "Impero Meccanico", un'organizzazione che spadroneggia grazie a tecnologie avanzatissime come i B't, particolari robot senzienti da combattimento i quali funzionano grazie al legame di sangue che li unisce ai loro possessori umani. L'Impero rapisce Kotaro Takamiya, che nonostante la giovane età è uno dei più brillanti scienziati del mondo, per costringerlo a partecipare ai loro progetti, e tocca a suo fratello, l'intrepido Teppei, salvarlo. Durante una colluttazione con gli sgherri dell'Impero, il sangue di Teppei finisce accidentalmente per risvegliare X, un leggendario B't a forma di qilin (creatura della mitologia cinese simile a un cavallo). Uniti da un legame indissolubile, cavaliere e cavalcatura si trovano così a dover affrontare i vari generali dell'Impero, penetrando nella base nemica allo scopo di salvare Kotaro.
E' una storia molto semplice, dalla struttura simile a quella di un videogioco (infiltrati nei vari "livelli" e sconfiggi i vari sgherri minori e il "boss finale"), ma B't X riesce a risultare appassionante per vari motivi. Innanzitutto, la semplice struttura di base rivela poi ben altro, in quanto agli scontri di Teppei si unisce anche una trama ricca di misteri e colpi di scena, che riguardano la vera natura dell'Impero, la sua storia passata, la vera natura del fantomatico Imperatore Meccanico, il passato di X, di Teppei e di Karen (la ragazza che si è presa cura di Teppei da bambino fungendo da sua maestra). I vari comandanti nemici affrontati da Teppei e X saranno tutti personalità molto diverse tra loro: ci saranno personaggi cattivi, infidi, malvagi, senza cuore e senza scrupoli, ma anche personaggi dal carattere più ambiguo, sfumato, di cui verremo a conoscenza delle storie passate o che in qualche modo si uniranno ai nostri eroi passando dalla parte del bene, come l'insistente Metal Face, il misterioso Aramis, il prete Fou, il guerriero cinese Ron o lo scienziato pacifista Hokuto. Tra tutti, troneggia poi l'inquietantissimo Raffaello, l'arma ultima dell'impero nonché vero boss finale della serie: una creatura biologica che cresce e si evolve divorando gli altri esseri viventi e assorbendone l'energia, che gli serve per compiere tutta una serie di inquietantissime mutazioni e ben presto diventerà impossibile da controllare anche per l'Impero stesso.
L'impronta di Masami Kurumada si vede forte e chiara. B't X è indubbiamente un tentativo di rifare, in chiave futuristica e più moderna, quel Saint Seiya che tanto successo aveva avuto in tutto il mondo. Il design del protagonista Teppei è, come tradizione dell'autore, sempre lo stesso (perciò è simile a Seiya, a Jingi di Otoko Zaka, a Ryuji di Ring ni kakero, a Kojiro di Fuma no Kojiro), indossa un'armatura cibernetica e cavalca un robot a forma di cavallo alato (come Seiya che indossava un'armatura a forma di pegaso); Ron è cinese, somiglia a Shiryu del Dragone, il suo nome significa "drago" in cinese e il suo robot ha la forma di un drago, e così via. Kurumada ritorna ancora una volta a mescolare combattimenti e mitologia, stavolta rappresentata in primis dalle quattro bestie che nella mitologia orientale sono associate ai punti cardinali: il qilin dell'ovest rappresentato dal B't X di Teppei (solitamente si associa all'ovest la tigre bianca Baihu/Byakko, ma in alcune leggende essa è sostituita dal qilin), il drago azzurro dell'est Qinglong/Seiryuu rappresentato dal B't Raido di Ron, la fenice rossa Zhuqiao/Suzaku del sud rappresentata dal B't Je t'aime di Fou e la tartaruga Xuan Wu/Genbu del nord rappresentata dal B't Max di Hokuto. La simbologia delle quattro bestie sacre è presente in innumerevoli anime e manga, da Fushigi Yugi a Beyblade, da Yu Yu Hakusho a Digimon Tamers, e trova in B't X uno dei suoi esponenti più famosi, ma vi sono ulteriori elementi culturali e mitologici sparsi lungo tutta la vicenda, soprattutto nel manga che nel finale li porta all'eccesso legando la genesi di tutta la storia al Rinascimento italiano.
Le somiglianze con Saint Seiya sono innumerevoli, ma ciò che ci fa più piacere ritrovare è il gusto dell'autore nel continuare a scrivere storie intrise di una passione d'altri tempi. B't X tratta un tema estremamente moderno e in linea con le mode dei tempi della sua creazione (anche Chouriki Sentai Ohranger, la serie Super Sentai andata in onda nello stesso periodo di B't X casualmente parlava di un Impero Meccanico che minacciava l'umanità e di un gruppo di eroi che lo affrontavano grazie a robot dalle fattezze di antiche creature mitologiche), ossia quello dello slancio tecnologico e dei pericoli derianti dalla tecnologia, gran cruccio della società degli anni novanta. Tema importantissimo, assente per forza di cose in tutte le altre opere dell'autore, è il rapporto tra l'uomo e la macchina, con questi robot senzienti e legati agli umani da un vincolo di sangue che porta diverse conseguenze e porta cavaliere e cavalcatura a unirsi in un legame dapprima servile e poi fatto di amicizia e complicità. Eppure, anche in questa impalcatura così moderna, l'autore non rinuncia alle caratteristiche immancabili di tutti i suoi manga: gli orfanelli, i veri uomini, le amicizie nate tra le lacrime sul campo di battaglia, i passati tragici, le scene truculente e violentissime e un eroe protagonista dalla volontà incrollabile, che splende di luce propria (nel caso di Teppei la cosa è intesa anche letteralmente) e riesce a vincere perché crede in valori giusti, non si arrende mai e porta dalla sua parte anche i nemici, convincendoli col suo coraggio e le sue convinzioni.
L'anime, trasmesso in 25 episodi sino al 21 settembre del 1996, adatta all'incirca metà manga, prendendosi diverse libertà, con diversi episodi filler e un finale differente. Il successo della serie, tuttavia, porterà alla produzione di ulteriori 14 episodi, raccolti nella serie OAV B't X Neo del 1997, che adatteranno, con svariate differenze e un finale ancora una volta diverso, la seconda parte dell'opera. Le influenze di Saint Seiya si notano a colpo d'occhio anche nella grafica dell'anime, grazie al character design di Eisaku Inoue, che, avendo lavorato proprio a Saint Seiya in precedenza, è riuscito a definire i personaggi di B't X con uno stile nostalgico, a metà tra quello di Kurumada e quello di Shingo Araki (curatore principale dell'anime di Saint Seiya) ma dal sapore del tutto nuovo grazie alla brillante grafica tipicamente anni novanta, che dà il suo meglio nelle animazioni e negli effetti speciali delle battaglie. La passionalità tipicamente shounen d'altri tempi viene perfettamente veicolata anche dal doppiaggio tramite l'ardente voce di Teppei, ossia quella di Nobuyuki Hiyama, che l'anno successivo sarà l'altrettanto passionale Guy Shishio di Yuusha Oh GaoGaiGar.
L'anime si fregia anche di una splendida colonna sonora orchestrata a firma di Akira Senju (noto per Mobile Suit Victory Gundam e Full Metal Alchemist Brotherhood tra le altre cose), mentre a catalizzare verso B't X l'attenzione di tutta una serie di fan che non erano necessariamente appassionati di anime e manga ma lo erano di musica ci pensa la bellissima sigla iniziale, "Haruka ~ Sailing for my dream", eseguita dai Fence of Defense, rockband estremamente popolare tra la gli anni ottanta e novanta e spesso e volentieri legata in vari modi al mondo degli anime: il bassista Masatoshi Nishimura è, infatti, responsabile della colonna sonora del recente Souten no Ken: Regenesis ed è il braccio dietro agli assoli e alla base strumentale di "Yuzurenai negai" di Naomi Tamura, la celeberrima prima opening di Magic Knight Rayearth.
Uscita come singolo il 27 maggio 1996 e poi inclusa nell'album XXX del 1997, che rappresenta un importante punto di svolta per il gruppo, che cambia casa discografica dopo circa una decina di album pubblicati con la Sony tra il 1987 e il 1995, "Haruka ~ Sailing for my dream" si piazza al trentesimo posto della classifica di Oricon e rappresenta tutt'oggi il singolo dei Fence of Defense di maggior successo di vendite tra quelli realizzati come sigle anime, davanti a "Sara" del 1988 (seconda opening di City Hunter 2) e "Don't look back"/"Standing alone" del 1992 (la seconda coppia di sigle di Mitsuteru Yokoyama Sangokushi, di cui i Fence of Defense hanno anche curato la prima opening "Toki no kawa"). E' una ritmata canzone rock che nel suo testo ci parla di sogni da rincorrere, di ostacoli da superare in nome dell'amore, voli da compiere spiegando le vele in direzione del futuro e di una vita da vivere a pieno ritmo, facendo scintillare la nostra strabordante luce interiore e il nostro coraggio, un testo che perfettamente si addice alla storia di B't X. Da notare, invece, che nelle trasmissioni televisive a Taiwan, come sigla iniziale della serie è stato curiosamente scelto un altro brano, "High Pressure" degli altrettanto celebri T.M. Revolution.
Un manga di successo, una serie tv, una serie OAV ai quali si affiancano anche, come per Saint Seiya, dei modellini, stavolta prodotti da Takara, ed ecco che B't X è pronto a uscire dal Giappone, trovando terreno fertile negli stessi paesi dove Saint Seiya era tanto amato, come la Francia, il Messico, il Cile, il Brasile e i vari paesi dell'America Latina (dove hanno anche realizzato delle cover in spagnolo della sigla iniziale giapponese). In Italia, la Star Comics ha pubblicato il manga tra il 1998 e il 2003 e tra il 1998 e il 1999 è stato trasmesso su TMC e TMC2 l'anime, seguito dalla serie OAV, col titolo B't X - Cavalieri Alati (il rimando a "I Cavalieri dello Zodiaco", ossia Saint Seiya, è chiaramente voluto). Una sigla italiana sostituiva il brano dei Fence of Defense e, al netto di un buon doppiaggio romano (Fabrizio Manfredi e Sandro Iovino sono Teppei e X, a capo di un cast che comprende, tra gli altri, anche pezzi da novanta come Francesco Pannofino, Nino Prester o Claudio Fattoretto), la serie ha purtroppo subito un pesante cambio nei nomi dei personaggi, una semplificazione dei dialoghi e parecchie censure nelle scene di combattimento. GiG ha anche importato in Italia i giocattoli prodotti dalla Takara e la serie ha riscosso un discreto successo su TMC, al contrario del manga che non ha venduto moltissimo. Al giorno d'oggi non è molto ricordata se non dagli appassionati più fedeli dell'autore e del più famoso Saint Seiya, ma rimane comunque un'opera importante nella carriera dell'autore e un'opera che a modo suo ha caratterizzato gli anni novanta e vale la pena di riscoprire.
Siamo in una Terra futuristica governata dall' "Impero Meccanico", un'organizzazione che spadroneggia grazie a tecnologie avanzatissime come i B't, particolari robot senzienti da combattimento i quali funzionano grazie al legame di sangue che li unisce ai loro possessori umani. L'Impero rapisce Kotaro Takamiya, che nonostante la giovane età è uno dei più brillanti scienziati del mondo, per costringerlo a partecipare ai loro progetti, e tocca a suo fratello, l'intrepido Teppei, salvarlo. Durante una colluttazione con gli sgherri dell'Impero, il sangue di Teppei finisce accidentalmente per risvegliare X, un leggendario B't a forma di qilin (creatura della mitologia cinese simile a un cavallo). Uniti da un legame indissolubile, cavaliere e cavalcatura si trovano così a dover affrontare i vari generali dell'Impero, penetrando nella base nemica allo scopo di salvare Kotaro.
E' una storia molto semplice, dalla struttura simile a quella di un videogioco (infiltrati nei vari "livelli" e sconfiggi i vari sgherri minori e il "boss finale"), ma B't X riesce a risultare appassionante per vari motivi. Innanzitutto, la semplice struttura di base rivela poi ben altro, in quanto agli scontri di Teppei si unisce anche una trama ricca di misteri e colpi di scena, che riguardano la vera natura dell'Impero, la sua storia passata, la vera natura del fantomatico Imperatore Meccanico, il passato di X, di Teppei e di Karen (la ragazza che si è presa cura di Teppei da bambino fungendo da sua maestra). I vari comandanti nemici affrontati da Teppei e X saranno tutti personalità molto diverse tra loro: ci saranno personaggi cattivi, infidi, malvagi, senza cuore e senza scrupoli, ma anche personaggi dal carattere più ambiguo, sfumato, di cui verremo a conoscenza delle storie passate o che in qualche modo si uniranno ai nostri eroi passando dalla parte del bene, come l'insistente Metal Face, il misterioso Aramis, il prete Fou, il guerriero cinese Ron o lo scienziato pacifista Hokuto. Tra tutti, troneggia poi l'inquietantissimo Raffaello, l'arma ultima dell'impero nonché vero boss finale della serie: una creatura biologica che cresce e si evolve divorando gli altri esseri viventi e assorbendone l'energia, che gli serve per compiere tutta una serie di inquietantissime mutazioni e ben presto diventerà impossibile da controllare anche per l'Impero stesso.
L'impronta di Masami Kurumada si vede forte e chiara. B't X è indubbiamente un tentativo di rifare, in chiave futuristica e più moderna, quel Saint Seiya che tanto successo aveva avuto in tutto il mondo. Il design del protagonista Teppei è, come tradizione dell'autore, sempre lo stesso (perciò è simile a Seiya, a Jingi di Otoko Zaka, a Ryuji di Ring ni kakero, a Kojiro di Fuma no Kojiro), indossa un'armatura cibernetica e cavalca un robot a forma di cavallo alato (come Seiya che indossava un'armatura a forma di pegaso); Ron è cinese, somiglia a Shiryu del Dragone, il suo nome significa "drago" in cinese e il suo robot ha la forma di un drago, e così via. Kurumada ritorna ancora una volta a mescolare combattimenti e mitologia, stavolta rappresentata in primis dalle quattro bestie che nella mitologia orientale sono associate ai punti cardinali: il qilin dell'ovest rappresentato dal B't X di Teppei (solitamente si associa all'ovest la tigre bianca Baihu/Byakko, ma in alcune leggende essa è sostituita dal qilin), il drago azzurro dell'est Qinglong/Seiryuu rappresentato dal B't Raido di Ron, la fenice rossa Zhuqiao/Suzaku del sud rappresentata dal B't Je t'aime di Fou e la tartaruga Xuan Wu/Genbu del nord rappresentata dal B't Max di Hokuto. La simbologia delle quattro bestie sacre è presente in innumerevoli anime e manga, da Fushigi Yugi a Beyblade, da Yu Yu Hakusho a Digimon Tamers, e trova in B't X uno dei suoi esponenti più famosi, ma vi sono ulteriori elementi culturali e mitologici sparsi lungo tutta la vicenda, soprattutto nel manga che nel finale li porta all'eccesso legando la genesi di tutta la storia al Rinascimento italiano.
Le somiglianze con Saint Seiya sono innumerevoli, ma ciò che ci fa più piacere ritrovare è il gusto dell'autore nel continuare a scrivere storie intrise di una passione d'altri tempi. B't X tratta un tema estremamente moderno e in linea con le mode dei tempi della sua creazione (anche Chouriki Sentai Ohranger, la serie Super Sentai andata in onda nello stesso periodo di B't X casualmente parlava di un Impero Meccanico che minacciava l'umanità e di un gruppo di eroi che lo affrontavano grazie a robot dalle fattezze di antiche creature mitologiche), ossia quello dello slancio tecnologico e dei pericoli derianti dalla tecnologia, gran cruccio della società degli anni novanta. Tema importantissimo, assente per forza di cose in tutte le altre opere dell'autore, è il rapporto tra l'uomo e la macchina, con questi robot senzienti e legati agli umani da un vincolo di sangue che porta diverse conseguenze e porta cavaliere e cavalcatura a unirsi in un legame dapprima servile e poi fatto di amicizia e complicità. Eppure, anche in questa impalcatura così moderna, l'autore non rinuncia alle caratteristiche immancabili di tutti i suoi manga: gli orfanelli, i veri uomini, le amicizie nate tra le lacrime sul campo di battaglia, i passati tragici, le scene truculente e violentissime e un eroe protagonista dalla volontà incrollabile, che splende di luce propria (nel caso di Teppei la cosa è intesa anche letteralmente) e riesce a vincere perché crede in valori giusti, non si arrende mai e porta dalla sua parte anche i nemici, convincendoli col suo coraggio e le sue convinzioni.
L'anime, trasmesso in 25 episodi sino al 21 settembre del 1996, adatta all'incirca metà manga, prendendosi diverse libertà, con diversi episodi filler e un finale differente. Il successo della serie, tuttavia, porterà alla produzione di ulteriori 14 episodi, raccolti nella serie OAV B't X Neo del 1997, che adatteranno, con svariate differenze e un finale ancora una volta diverso, la seconda parte dell'opera. Le influenze di Saint Seiya si notano a colpo d'occhio anche nella grafica dell'anime, grazie al character design di Eisaku Inoue, che, avendo lavorato proprio a Saint Seiya in precedenza, è riuscito a definire i personaggi di B't X con uno stile nostalgico, a metà tra quello di Kurumada e quello di Shingo Araki (curatore principale dell'anime di Saint Seiya) ma dal sapore del tutto nuovo grazie alla brillante grafica tipicamente anni novanta, che dà il suo meglio nelle animazioni e negli effetti speciali delle battaglie. La passionalità tipicamente shounen d'altri tempi viene perfettamente veicolata anche dal doppiaggio tramite l'ardente voce di Teppei, ossia quella di Nobuyuki Hiyama, che l'anno successivo sarà l'altrettanto passionale Guy Shishio di Yuusha Oh GaoGaiGar.
L'anime si fregia anche di una splendida colonna sonora orchestrata a firma di Akira Senju (noto per Mobile Suit Victory Gundam e Full Metal Alchemist Brotherhood tra le altre cose), mentre a catalizzare verso B't X l'attenzione di tutta una serie di fan che non erano necessariamente appassionati di anime e manga ma lo erano di musica ci pensa la bellissima sigla iniziale, "Haruka ~ Sailing for my dream", eseguita dai Fence of Defense, rockband estremamente popolare tra la gli anni ottanta e novanta e spesso e volentieri legata in vari modi al mondo degli anime: il bassista Masatoshi Nishimura è, infatti, responsabile della colonna sonora del recente Souten no Ken: Regenesis ed è il braccio dietro agli assoli e alla base strumentale di "Yuzurenai negai" di Naomi Tamura, la celeberrima prima opening di Magic Knight Rayearth.
Vorrei rincorrere i miei sogni, alzando le vele al cielo, fino a un lontano futuro.
Cominciare davvero, illuminando tutto con una forza strabordante e un'incommensurabile luce.
Con questo mio amore, per te oltrepasserò tutto, anche le nuvole
Supererò ogni ostacolo, ogni problema, ogni cosa, verso il domani...
Cominciare davvero, illuminando tutto con una forza strabordante e un'incommensurabile luce.
Con questo mio amore, per te oltrepasserò tutto, anche le nuvole
Supererò ogni ostacolo, ogni problema, ogni cosa, verso il domani...
Uscita come singolo il 27 maggio 1996 e poi inclusa nell'album XXX del 1997, che rappresenta un importante punto di svolta per il gruppo, che cambia casa discografica dopo circa una decina di album pubblicati con la Sony tra il 1987 e il 1995, "Haruka ~ Sailing for my dream" si piazza al trentesimo posto della classifica di Oricon e rappresenta tutt'oggi il singolo dei Fence of Defense di maggior successo di vendite tra quelli realizzati come sigle anime, davanti a "Sara" del 1988 (seconda opening di City Hunter 2) e "Don't look back"/"Standing alone" del 1992 (la seconda coppia di sigle di Mitsuteru Yokoyama Sangokushi, di cui i Fence of Defense hanno anche curato la prima opening "Toki no kawa"). E' una ritmata canzone rock che nel suo testo ci parla di sogni da rincorrere, di ostacoli da superare in nome dell'amore, voli da compiere spiegando le vele in direzione del futuro e di una vita da vivere a pieno ritmo, facendo scintillare la nostra strabordante luce interiore e il nostro coraggio, un testo che perfettamente si addice alla storia di B't X. Da notare, invece, che nelle trasmissioni televisive a Taiwan, come sigla iniziale della serie è stato curiosamente scelto un altro brano, "High Pressure" degli altrettanto celebri T.M. Revolution.
Un manga di successo, una serie tv, una serie OAV ai quali si affiancano anche, come per Saint Seiya, dei modellini, stavolta prodotti da Takara, ed ecco che B't X è pronto a uscire dal Giappone, trovando terreno fertile negli stessi paesi dove Saint Seiya era tanto amato, come la Francia, il Messico, il Cile, il Brasile e i vari paesi dell'America Latina (dove hanno anche realizzato delle cover in spagnolo della sigla iniziale giapponese). In Italia, la Star Comics ha pubblicato il manga tra il 1998 e il 2003 e tra il 1998 e il 1999 è stato trasmesso su TMC e TMC2 l'anime, seguito dalla serie OAV, col titolo B't X - Cavalieri Alati (il rimando a "I Cavalieri dello Zodiaco", ossia Saint Seiya, è chiaramente voluto). Una sigla italiana sostituiva il brano dei Fence of Defense e, al netto di un buon doppiaggio romano (Fabrizio Manfredi e Sandro Iovino sono Teppei e X, a capo di un cast che comprende, tra gli altri, anche pezzi da novanta come Francesco Pannofino, Nino Prester o Claudio Fattoretto), la serie ha purtroppo subito un pesante cambio nei nomi dei personaggi, una semplificazione dei dialoghi e parecchie censure nelle scene di combattimento. GiG ha anche importato in Italia i giocattoli prodotti dalla Takara e la serie ha riscosso un discreto successo su TMC, al contrario del manga che non ha venduto moltissimo. Al giorno d'oggi non è molto ricordata se non dagli appassionati più fedeli dell'autore e del più famoso Saint Seiya, ma rimane comunque un'opera importante nella carriera dell'autore e un'opera che a modo suo ha caratterizzato gli anni novanta e vale la pena di riscoprire.
NOTA DELL'AUTORE Per quanto riguarda l'analisi della parte musicale dell'opera, un ringraziamento speciale va ad un mio carissimo amico giapponese, che si è preso grande cura di me quando abitavo nella prefettura di Aichi e che ancora oggi rappresenta un fondamentale ponte fra me e il Giappone. Grande fan dei Fence of Defense, con la sua tanto inaspettata quanto straordinaria interpretazione di "Haruka ~ Sailing for my dream" a una gara di karaoke, i tanti discorsi sulla band, sulle loro sigle anime e le volte che abbiamo provato a cantare i loro brani in duetto al karaoke (ovviamente lui riuscendoci alla perfezione, io un po' meno) mi ha aperto un mondo scoperchiando un vaso di Pandora che era sepolto da molti anni. Questo articolo non sarebbe nato, senza il suo fondamentale contributo, perciò segno anche questa nella già lunghissima lista di cose per cui devo ringraziarlo.
Sarebbe bello, che ripublicassero il manga e facessero l edizione home video...
Magari Yamato o Dynit
Questo perché, a quanto mi risulta, il manga non era ancora terminato al momento della sua trasposizione animata: perciò l'anime
E non dimentichiamo che entrambi i manga tentarono di replicare il successo economico di Saint Seiya (soprattutto dal punto di vista del merchandising.. che alla fine spinse Kurumada a creare opere markettare concettualmente simili).
da piccolo mi era piaciuto un casino, ma cosa la triste è che non hanno fatto manco le repliche su nessun canale negli ultimi anni (20 anni e più).
ma qualcuno a ancora i diritti del anime in italia ?.
Paradossalmente... Non posso confrontarlo ai cavalieri dello Zodiaco perchè quest'ultima serie non l'ho mai vista. Neanche un episodio.
adesso sento il bisogno di recuperarmi il manga XD
Non so se qualcuno pubblicherà mai quel manga, comunque io preferirei vedere pubblicato "Ring ni Kakero", mi sembra di gran lunga migliore.
L'anime l'ho guardicchiato quando lo davano su TMC ma l'ho recuperato interamente in lingua originale tre anni fa, su consiglio di un carissimo amico giapponese che mi ha fatto ricordare della sua esistenza cantando la (bellissima) sigla a una gara di karaoke a cui abbiamo partecipato e facendomi appassionare alla band e riappassionare alla serie. Chiaramente a un certo punto prende una strada diversa dal manga, ha diversi filler e forse il finale è meno bello, ma l'anime merita, anche solo per il character design vecchio stampo applicato alla bellissima grafica anni '90, le musiche, la trama di fondo col rapporto uomo/macchina e i molti misteri dell'Impero Meccanico, i flashback dei personaggi e il coraggio del protagonista, che non si arrende mai davanti alle difficoltà ed è un eroe tutto d'un pezzo davvero affascinante. L'unico difetto è che, contrariamente a Saint Seiya, non ci sono duecento versioni strumentali della sigla usate dentro gli episodi
Devo rimediare.
Ma la colonna sonora di B'tX non è per niente male, eh, ho anche un CD preso annnorum fa, lo riascolto sempre volentieri.
Non credo, TMC (l'antenato dell'attuale LA7) era l'unico canale che deteneva i diritti di questa e di molte altre serie, dopo che TMC ha chiuso i battenti nessun editore o tv si è mai degnato di replicarle, farne un'edizione dvd/blu ray o renderle disponibili online su qualche piattaforma
Sia quel che sia, tanto non credo che lo rivedremo mai da nessuna parte, né in home video né streaming, quasi quasi mi metto a rivedere la serie senza noiose censure e dialoghi modificati!
Cos'hai di bello? Io ho recuperato negli scorsi anni solo Teppei ed X, nonché Madonna (o come diavolo l'avevano chiamata) senza però Metal Face/Faccia di Metallo!
inoltre , per carità è normale negli anime col manga ancora in corso troppi, filler.
senza contare che "uno scemo su un cavallo di latta che fa lo scemo con una banda di scemi non mi sembra troppo avvincente"(un no prize a chi mi dice da che rivista ho estrapolato la frase)
Beh, Fuma no Kojiro è una serie più breve di Ring ni Kakero dunque penso che ci siano più possibilità. Magari la porta J-POP una volta terminata Otoko Zaka. Ci spero sempre xD
Speriamo davvero ^^
Condivido alla grandissima, ost epiche che mi hanno segnato profondamente, ancora oggi le ascolto volentieri, avrei voluto che le lasciassero anche nelle produzioni più moderne, peccato che Yokohama sia trapassato.
Veramente...
Comunque sì la ragione della modifica di trama nell'anime è sicuramente quella, infatti vengono saltati tanti combattimenti che nel manga erano presenti più lo scontro finale con Raffaello, nell'anime vengono aggiunti altri scontri filler nella prima parte della storia.
Bt'X è un opera secondo me che s'è ben adattata e sceneggiata e ovviamente con il giusto budget potrebbero farne un buon film live action.
Mi ricordo che in Italia veniva trasmesso e replicato diverse volte dal canale televisivo TMC, che non sò sé esiste amcora.
Quanti ricordi.
Chiamalo scemo. 😂 Ci sono un infinità di mangaka che si possono solo sognare i soldi che ha fatto Kurumada con Saint Seiya e merchandise derivato. Nel 2012 uscì la classifica dei mangaka che avevano guadagnato di più nella storia dei manga, è Kurumada era nella top 30.
Non ricordo la stima ma s'è non mi sbaglio era più di 3 miliardi di yen, cioè tipo oltre 20 milioni di euro guadagnati, beato lui 🤐
Mentre TMC2, una volta rivale di MTV, è stato sotituito da quest'ultima. Cmq, io ricordo di aver seguito Bt'x su TMC2, che avevano un bel programma di anime classici di fantascienza che trasmettevano la sera. Bt'x e Daimos mi sono rimasti nei ricordi come i migliori, anche se ce n'erano altri altrettanto belli.
Il "contenitore" si chiamava Cartoonia e andava in onda il lunedì in prima serata. Io mi ricordo che trasmise anche Arbegas e Vultus V.
Sì, grazie! Era Cartoonia e dava dei bei cartoni.
Concordo ^^
A livello manga B't X compete tranquillamente con Saint Seiya, anzi praticamente è come fosse una nuova serie dei cavalieri di Athena ma meglio disegnata, futuristica, del resto la mitologia è ben presente pure qui.
A livello anime la serie tv classica di Saint Seiya è migliore, in B't X mancano Shingo Araki e Michi Himeno e già solo questo lo penalizza fortemente, in più il tratto è troppo fedele a quello Kurumadiano che se da una parte è buona cosa per i fans dello stile del mangaka dall'altro si viene a perdere una grafica più ricercata e aggraziata come ci ha abituato bene Saint Seiya.
Inoltre per quanto riguarda le versioni italiane dei due anime, Saint Seiya vince ancora di netto, ha un doppiaggio italiano curatissimo con quei toni aulici che lo elevano ad opera teatrale, B't X invece gode di un doppiaggio italiano meno impegnato per così dire anche se le voci scelte sono ottime.
Saint Seiya classico è uno dei 100 anime preferiti al mondo dai fans, parliamo ormai di un classico della storia degli anime, lo stesso il manga classico di Saint Seiya che è tra i 100 manga più venduti della storia.
Per ora ho visto solo gli anime delle rispettive serie.
Sinceramente, anche se trovo Saint Seiya un gran bel cartone animato con delle sigle favolose (sia quelle italiane che quelle giapponesi, la sigla inglese dell'ultimo remake non mi è piaciuta molto, nonostante fosse il brano originale giapponese interpretato in inglese da un altro cantante), anche a me Bt'x è piaciuto un po' di più.
Non so, l'ho trovato un po' più maturo.
Cmq, aspetto il salario di questo mese per recuperare il manga, ne ho trovato un'offerta di seconda mano (edizione coreana). Spero rimanga ancora in vendita, intanto lo tengo nel carrello.
Io ho X, più o meno intero e forse pezzi vari
Bello...vorrei recuperare anche altri BT, ma su eBay li vendono anche a 200€ l'uno...
Un po' troppo per i miei gusti, peccato.
Quoto pure le virgole.
I DVD Giapponesi ci sono sicuro. 10 anni fa circa mi ricordo che uscirono in Giappone, dove regalavano anche il CD delle musiche, canzoni ecc di B'tX.
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