Questi sono gli ultimi mesi in Italia per Disney Store, la catena internazionale di negozi specializzati nella vendita di prodotti Disney. La direzione societaria ha comunicato alle organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs di voler chiudere tutti i negozi sul nostro territorio.
"Più di 230 dipendenti occupati nei circa 15 punti vendita", si legge in una nota dei sindacati, "sono ora con il fiato sospeso per la terribile e inaspettata notizia, peraltro arrivata a cose fatte, con la messa in liquidazione della società avvenuta il 19 maggio scorso".
Si legge sul sito di Filcams. “Una decisione grave, di un marchio importante, punto di riferimento in molti centri storici per adulti e bambini, che ha comunicato la decisione senza dare nessuna prospettiva o avanzare proposte per la tutela occupazionale. Immediata la reazione dei sindacati e dei lavoratori che hanno convocato un’assemblea unitaria per il prossimo 25 maggio: un primo urgente confronto sulle iniziative di lotta da mettere in campo”.
In base a quanto fanno sapere i sindacati, la società avrebbe deciso di abbandonare non solo il mercato italiano, ma quello europeo in generale. A marzo Disney aveva annunciato la chiusura per quest'anno di almeno 60 dei suoi negozi in Nord America per concentrarsi principalmente sulle vendite online.
Il fenomeno ci viene spiegato da Stephanie Young, presidente della divisione Disney dei prodotti di consumo, giochi ed editoria. [Fonte: BadTaste.it]
“Mentre le abitudini di consumo si sono spostate verso lo shopping online, la pandemia ha anche drasticamente mutato le aspettative che gli acquirenti hanno verso i rivenditori. Stiamo puntando a creare un’esperienza di e-commerce che sia più interconnessa e flessibile. Un’esperienza in grado di dare ai consumatori l’accesso a prodotti unici e di elevata qualità per tutti i nostri franchise.”
Fonte:agi.it
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Comunque Disney va in un certo senso controcorrente: molti colossi mondiali hanno mostrato come il punto di vendita fisico possa portare un valore aggiunto e un'esperienza per i clienti che l'acquisto online non può dare, basti vedere gli Apple Store etc.
Detto ciò, per quanto ci sia rimasta davvero male per la decisione presa, spero che rivedano le loro politiche per la vendita online. Il sito va ridisegnato, le scorte assortite e le spese di spedizione fatte pagare al massimo per gli ordini sotto i 20 euro.
Beh non direi
A tutti quelli che fanno l'esempio del benzinaio, che prima c erano i cavalli e allora con l'arrivo delle macchine i cocchieri hanno perso il lavoro...
Il progresso è tale (perlomeno a livello socio-economico) quando come nel caso sopra citato il passaggio da cavallo a macchina ha creato lavoro non per 10 persone ma per 100 etc.
Il passaggio da fisico a online è vantaggioso per te che risparmi sul prodotto perche per antonomasia ci sono meno persone a lavorarci tra le tante cose (non è il solo motivo ovviamente, però voglio fermarmi sulle risorse umane).
Quindi si probabilmente si creeranno nuovi posti di lavoro per magazzinieri, per informatici, per il muratore che deve costruire il magazzino.
Ma è pur sempre un calcolo che ti darà una cifra in negativo a livello di persone assunte, perche ne avrai sempre bisogno di meno.
Ora prima che arrivi l'erudito di turno che mi citi il reddito universale o altre situazioni comunque per ORA IRREALISTICHE è chiaro che la situazione non comporti un giusto cambio tra lavori persi e lavori creati.
"Eh ma se ci fosse un buon governo vedi che etc"
Nella pratica io vedo solo sempre più gente a spasso, quindi nessuno andrà all'inferno se compra su internet, però non venitemi a dire che tanto il lavoro si creerà ugualmente, perche dopo un po finisco pure i posti da medico e avvocato...
Detto ciò, per ora il sito non mi ha mai invogliato a comprare nulla e chi mi conosce sa che la mia stanza potrebbe essere scambiata per un Disneystore. Se questa scelta sarà accompagnata da una rivisitazione delle vendite online (spese di spedizione, organizzazione del sito e delle scorta ecc) la potrei anche capire ma così com'è ora stanno solo perdendo degli importanti punti di riferimento nelle grandi città.
Immagino avranno fatto i loro calcoli. In fondo è pur sempre la Disney.
E questo lo sai perchè...
E questo lo sai perchè... vorrei far presente che le macchine hanno creato lavori che nel 1800 erano impensabili, tutta la parte legata all'elettronica che per dire è un aspetto recente che si è aggiunta ad un'invenzione di secoli prima, i desiner dei macchinari del montaggio ( sì, anche le macchine che costruiscono le macchine hanno ingegneri, manutentori e supervisori solo per loro ), tutta la ricerca per la conversione elettrica etc. Ci sono professionalità legate all'E-commerce che probabilmente nè tu nè io conosciamo o che adesso neanche esistono.
Si ma sono mestieri che richiedono alta formazione che non tutti sono in grado di ricevere o semplicemente portati a fare.
Se in nazioni come il Giappone la disoccupazione non esiste a momenti non è perche ci sono tanti ingeneri, bensi perche anche il muratore è un mestiere tutelato e preparato.
Il discorso è sempre quello, a guardare cecamente avanti si perde solo, ci si può benissimo evolvere potenziando il passato, altrimenti crei un imbuto.
PS: A me con questi colossi sembra di star tornando all'800 per come trattano le persone.
Tipo gli animatori?
Chissà perché il tasso di suicidi in ambito lavorativo è così alto.
Ma di quale Giappone parli ?
Quindi la soluzione è smettere di specializzarsi perchè incapaci di tenere il passo col progresso tecnologico? A parte che no, l'alta formazione è disponibile a tutti proprio grazie al fatto che oggi ci sono miriadi di branche differenti in grado di coinvolgere ogni inclinazione personale. Al massimo si può discutere come rendere i percorsi formativi più alla portata delle tasche di tutti ( specialmente in Stati dove l'istruzione è un lusso ).
Veramente no, le tutele lavorative giapponesi sono tra le più inefficienti tra i Paesi del primo mondo. Ah, buona parte della mancanza di disoccupazione è dovuta al fatto che le donne sopra i venticinque anni subiscono mobbing per licenziarsi in quanto "vecchie " , lavori che in Italia NON VENGONO OCCUPATI dagli italiani perchè GIUSTAMENTE ritenuti sfruttamento. Anche in Arabia saudita hanno un'ottima cultura del lavoro mi dicono.
Evolvere potenziando il passato non vuol dire tenere forzatamente in via settori inefficienti. Vuol dire investire nello sviluppo. Cosa che ha portato a creare in America l'e-commerce mentre in Italia eravamo ancora alle guerra supermercati vs negozietto di quartiere.
A me pare che sia ben nota la mania, ad esempio, dei ristoratori italiani di non mettere in regola i dipendenti, o perchè non parliamo di chi prende i badanti in casa? Non mi pare che tutti i trentenni italiani che lavorano in nero lo facciano con Amazon. Anzi, questa il giorno stesso ti mette in regola.
2) Non sto dicendo che in un azienda italiana si lavori meglio che da Amazon, (magari), o facendo paragoni specifici, perche alla fine rimane una guerra tra "poveri".
Il mio discorso era partito semplicemente dal dire che svoltare tutto sul commercio digitale oggettivamente sta portando ulteriore disoccupazione, e che dire che tanto il progresso è questo, equivale a lavarsi la coscienza.
Facciamoci a capire, non sto dicendo che Amazon è venuta a togliere lavoro agli italiani, semplicemente è un altra situazione X che si è andata ad aggiungere ad un intero alfabeto degli ultimi anni.
Poi oh, come dite voi alla fine chi perde il lavoro a 50 anni fa sempre in tempo a studiare informatica o design, è facilissimo, dobbiamo essere flessibili no?
Poi vabbè, all'Università si studia anche etica aziendale ma molti fanno finta che non esista...
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