"Non è tutto oro quel che luccica” è il proverbio di cui abuso regolarmente ogni qual volta devo far capire che un prodotto, anime o manga che sia, non mi sembra essere esattamente ciò che invece la sua confezione deluxe vuole mostrare. Proverbio, a mio umile avviso, quanto mai appropriato anche per l'ultimissimo film anime originale targato Netflix, realizzato da Wit Studio, e intitolato Bubble.
Il film ha debuttato in tutto il mondo sul portale della grande N rossa da pochi giorni, il 28 aprile, mentre arriverà nelle sale giapponesi il 13 maggio. Lo staff che è stato scelto per questo progetto è da assoluto blockbuster: alla regia troviamo Tetsuro Araki (L'Attacco dei Giganti, Kabaneri of the Iron Fortress) e alla sceneggiatura, tra gli altri, Gen Urobuchi (Puella Magi Madoka Magica, Psycho-Pass) mentre al character design dei personaggi troviamo addirittura Takeshi Obata (Death Note, Platinum End). Non basta? Ecco che alle musiche ci sarà anche la superstar delle ost Hiroyuki Sawano (L'Attacco dei Giganti, Promare, Owari no Seraph)!
Già dal trailer risuonano nello spettatore quelle "Shinkai vibes" che ultimamente notiamo anche troppo spesso in una parte della cinematografia animata giapponese, con un bel dramma romantico con digressioni post apocalittiche, confezionato ad hoc da alcuni dei nomi più famosi degli anime. Sulla carta, più di qualcuno già così urlerebbe al capolavoro, ma purtroppo non sempre uno staff stellare porta a risultati convincenti e di certo non vi riesce in questa particolare occasione, dove sembra bearsi di un'aspetto visivo davvero ben realizzato a scapito però della scrittura dei personaggi e della storia stessa.
Bubble, dicevamo, è ambientato in una Tokyo post-apocalittica, dove uno strano disastro naturale ha inondato la città e creato una sottocultura di giovani campioni di parkour. Questi giovani si destreggiano, rischiando la vita tra le rovine e le bolle ancora fluttuanti, per sfidarsi e mettersi alla prova sotto l'occhio attento di studiosi e mass media (anche se questo punto è stato appena sfiorato).
In questo scenario, il film segue Hibiki, un giovane la cui vita viene salvata dalla misteriosa Uta, una ragazza dai capelli blu le cui capacità atletiche corrispondono alle sue. Seguendo le orme, citate più volte nel corso dei 100 e passa minuti del film, de La Sirenetta di Hans Christian Andersen, di cui questo film è in pratica un omaggio in chiave anime moderna, Bubble vuole raccontare una storia d'amore in un mondo pericoloso ma affascinante. Il problema è che non ci riesce, almeno non del tutto!
Lo spettatore viene abbagliato dalle incredibili sequenze d'azione animate in cui Hibiki e i suoi amici parkour corrono, saltano e volteggiano attraverso un paesaggio urbano tratteggiato in maniera egregia. Scene realizzate anche grazie all'aiuto di veri professionisti del parkour, per assicurarsi animazioni fluide e il più possibile realistiche, e che fanno pensare a un video musicale o alle sequenze di più di un videogioco. Al di là però di queste, le scene invece più intime, quelle che avrebbero lo scopo di farci empatizzare con i protagonisti, risultano davvero poco convincenti al netto dell'aspetto tecnico sempre di altissima qualità. Colpa degli stessi personaggi, piatti al limite dell'insulso con poche, pochissime eccezioni.
Sto in pratica scrivendo le stesse parole che usai per un altro prodotto Wit Studio molto chiacchierato ma che generò in me la stessa delusione, Vivy -Fluorite Eye’s Song-: "in un florilegio di splendide animazioni in cui sembra bearsi, a questo titolo mancano però sia una narrazione davvero coinvolgente che la profondità del suo personaggio per aspirare ad essere un titolo da “ricordare” anche solo nell'ambito del suo genere".
Come non poter utilizzare le stesse parole con i due protagonisti del film, Hibiki e Uta? La loro storia d'amore, lo abbiamo detto, è il cuore del film, ma a nessuno dei personaggi viene mai data più di qualche accenno di personalità. Hibiki è un campione nella sua disciplina, e ha come vera e unica caratteristica distintiva il fatto che viene facilmente sovrastimolato dai suoni esterni, da qui la sua inclinazione a indossare sempre le cuffie. Aspetto quest'ultimo, che poteva fornire diverse sfumature interessanti, ma che viene utilizzato solo per la storia della canzone che sente e risente dal momento in cui si è trovato coinvolto nella tragedia che ha dato inizio a tutto: l'esplosione della torre di Tokyo.
E che dire della sua controparte femminile? Uta, una misteriosa ragazza bolla che lo salva da una morte certa, ma che, a parte rari momenti, appare piuttosto bidimensionale.
Torniamo al discorso iniziale: non basta creare una storia "alla Shinkai" per decretarne il successo, anzi si rischia un altissimo effetto di deja vù che alla lunga rischia di far stancare lo spettatore, persino quello occasionale. Bubble è visivamente sbalorditivo e ricco di azione con alcuni momenti davvero intensi e persino avvincenti. Quanto fatto di buono viene però sciupato dai personaggi e da una trama davvero poco ispirati, nonostante i nomi importanti dietro lo script, che trovano la summa in un finale piuttosto telefonato e privo di qualsivoglia pathos, chiaramente ricercato invece dagli autori. Non aiuta neanche il doppiaggio italiano, zoppicante in più di un personaggio, sicuramente non uno dei peggiori di Netflix (che già non brilla per adattamenti e localizzazioni) ma sicuramente ben lontano dagli standard a cui ci hanno abituato altre visioni.
Un film insomma che riesce anche a intrattenere per quella ora e passa di visione, ma di cui non resterà alcun ricordo una volta spento lo schermo.
Il film ha debuttato in tutto il mondo sul portale della grande N rossa da pochi giorni, il 28 aprile, mentre arriverà nelle sale giapponesi il 13 maggio. Lo staff che è stato scelto per questo progetto è da assoluto blockbuster: alla regia troviamo Tetsuro Araki (L'Attacco dei Giganti, Kabaneri of the Iron Fortress) e alla sceneggiatura, tra gli altri, Gen Urobuchi (Puella Magi Madoka Magica, Psycho-Pass) mentre al character design dei personaggi troviamo addirittura Takeshi Obata (Death Note, Platinum End). Non basta? Ecco che alle musiche ci sarà anche la superstar delle ost Hiroyuki Sawano (L'Attacco dei Giganti, Promare, Owari no Seraph)!
Trama: La storia è ambientata a Tokyo, dopo che sul mondo sono piovute delle strane bolle che hanno infranto le leggi di gravità.
Tagliata fuori dal mondo esterno, la città è diventata una sorta di parco giochi per un gruppo di giovani che hanno perso le loro famiglie, fungendo da campo di battaglia per le sfide di parkour. Hibiki, un giovane asso noto per il suo stile di gioco pericoloso, un giorno fa una mossa spericolata e precipita nel mare ma, per fortuna, viene salvato da Uta, una ragazza dai poteri misteriosi. La coppia in quel momento sente uno strano suono, udibile solo da loro. Cosa c'è dietro a tutto questo? Perchè Uta è apparsa così all'improvviso a Hibiki? Il loro incontro porterà ad una rivelazione che cambierà il mondo.
Tagliata fuori dal mondo esterno, la città è diventata una sorta di parco giochi per un gruppo di giovani che hanno perso le loro famiglie, fungendo da campo di battaglia per le sfide di parkour. Hibiki, un giovane asso noto per il suo stile di gioco pericoloso, un giorno fa una mossa spericolata e precipita nel mare ma, per fortuna, viene salvato da Uta, una ragazza dai poteri misteriosi. La coppia in quel momento sente uno strano suono, udibile solo da loro. Cosa c'è dietro a tutto questo? Perchè Uta è apparsa così all'improvviso a Hibiki? Il loro incontro porterà ad una rivelazione che cambierà il mondo.
Già dal trailer risuonano nello spettatore quelle "Shinkai vibes" che ultimamente notiamo anche troppo spesso in una parte della cinematografia animata giapponese, con un bel dramma romantico con digressioni post apocalittiche, confezionato ad hoc da alcuni dei nomi più famosi degli anime. Sulla carta, più di qualcuno già così urlerebbe al capolavoro, ma purtroppo non sempre uno staff stellare porta a risultati convincenti e di certo non vi riesce in questa particolare occasione, dove sembra bearsi di un'aspetto visivo davvero ben realizzato a scapito però della scrittura dei personaggi e della storia stessa.
Bubble, dicevamo, è ambientato in una Tokyo post-apocalittica, dove uno strano disastro naturale ha inondato la città e creato una sottocultura di giovani campioni di parkour. Questi giovani si destreggiano, rischiando la vita tra le rovine e le bolle ancora fluttuanti, per sfidarsi e mettersi alla prova sotto l'occhio attento di studiosi e mass media (anche se questo punto è stato appena sfiorato).
In questo scenario, il film segue Hibiki, un giovane la cui vita viene salvata dalla misteriosa Uta, una ragazza dai capelli blu le cui capacità atletiche corrispondono alle sue. Seguendo le orme, citate più volte nel corso dei 100 e passa minuti del film, de La Sirenetta di Hans Christian Andersen, di cui questo film è in pratica un omaggio in chiave anime moderna, Bubble vuole raccontare una storia d'amore in un mondo pericoloso ma affascinante. Il problema è che non ci riesce, almeno non del tutto!
Lo spettatore viene abbagliato dalle incredibili sequenze d'azione animate in cui Hibiki e i suoi amici parkour corrono, saltano e volteggiano attraverso un paesaggio urbano tratteggiato in maniera egregia. Scene realizzate anche grazie all'aiuto di veri professionisti del parkour, per assicurarsi animazioni fluide e il più possibile realistiche, e che fanno pensare a un video musicale o alle sequenze di più di un videogioco. Al di là però di queste, le scene invece più intime, quelle che avrebbero lo scopo di farci empatizzare con i protagonisti, risultano davvero poco convincenti al netto dell'aspetto tecnico sempre di altissima qualità. Colpa degli stessi personaggi, piatti al limite dell'insulso con poche, pochissime eccezioni.
Sto in pratica scrivendo le stesse parole che usai per un altro prodotto Wit Studio molto chiacchierato ma che generò in me la stessa delusione, Vivy -Fluorite Eye’s Song-: "in un florilegio di splendide animazioni in cui sembra bearsi, a questo titolo mancano però sia una narrazione davvero coinvolgente che la profondità del suo personaggio per aspirare ad essere un titolo da “ricordare” anche solo nell'ambito del suo genere".
Come non poter utilizzare le stesse parole con i due protagonisti del film, Hibiki e Uta? La loro storia d'amore, lo abbiamo detto, è il cuore del film, ma a nessuno dei personaggi viene mai data più di qualche accenno di personalità. Hibiki è un campione nella sua disciplina, e ha come vera e unica caratteristica distintiva il fatto che viene facilmente sovrastimolato dai suoni esterni, da qui la sua inclinazione a indossare sempre le cuffie. Aspetto quest'ultimo, che poteva fornire diverse sfumature interessanti, ma che viene utilizzato solo per la storia della canzone che sente e risente dal momento in cui si è trovato coinvolto nella tragedia che ha dato inizio a tutto: l'esplosione della torre di Tokyo.
E che dire della sua controparte femminile? Uta, una misteriosa ragazza bolla che lo salva da una morte certa, ma che, a parte rari momenti, appare piuttosto bidimensionale.
Torniamo al discorso iniziale: non basta creare una storia "alla Shinkai" per decretarne il successo, anzi si rischia un altissimo effetto di deja vù che alla lunga rischia di far stancare lo spettatore, persino quello occasionale. Bubble è visivamente sbalorditivo e ricco di azione con alcuni momenti davvero intensi e persino avvincenti. Quanto fatto di buono viene però sciupato dai personaggi e da una trama davvero poco ispirati, nonostante i nomi importanti dietro lo script, che trovano la summa in un finale piuttosto telefonato e privo di qualsivoglia pathos, chiaramente ricercato invece dagli autori. Non aiuta neanche il doppiaggio italiano, zoppicante in più di un personaggio, sicuramente non uno dei peggiori di Netflix (che già non brilla per adattamenti e localizzazioni) ma sicuramente ben lontano dagli standard a cui ci hanno abituato altre visioni.
Un film insomma che riesce anche a intrattenere per quella ora e passa di visione, ma di cui non resterà alcun ricordo una volta spento lo schermo.
Pro
- Animazioni spettacolari
- La ost di Sawano
Contro
- Personaggi piatti, in primis i protagonisti
- Trama piuttosto scontata
- Quel senso di già visto piuttosto evidente
Conto che incassi al di sotto delle aspettative spingano a un cambiamento nella direzione da intraprendere.
L'opera deve insegnare, emozionare, creare immedesimazione, prima ancora che essere una bellezza per la vista. Tutte cose riconosciute da questa ottima analisi.
Ed è un peccato e un'aggravante pensare che invece c'era un cast anche alla sceneggiatura che poteva offrire molto di più
Per il resto concordo con la valutazione, quando ho guardato il film l'unica cosa che ho pensato è "quanta animazione sprecata"
Dato che si parla tanto di Shinkai con questa tipologia di film, per me Your Name e Weathering with You (prendo i più commerciali) sono su un altro livello rispetto a Bubble.
Se qualcuno me lo chiedesse non saprei neanche come descrivere il protagonista da quanto è piatto (per non parlare della ragazza, ma per quello ci passo anche su)
Sti giappi stanno sviluppando un grosso problema con i cliché
Mezzo si e mezzo no, non è ne brutto ne bello, è average
Vabbè, fagli vedere Maquia, si trova gratis con pubblicità su Chili, credo che gli piacerà:
https://it.chili.com/content/maquia-2018/8ad9a423-4ffa-45cc-a270-99179b2acbdd
TOTALMENTE LEGALE, ci tengo a sottolinearlo, nel caso qualcuno avesse dei dubbi.
ma con un ottimo comparto visivo
siamo da quelle parti
Gran parte dei daloghi sono solo spiegoni e comunque la storia continua a non avere senso. L'altra parte invece, è composta da frasi fatte e battute cringe.
Anche il comparto tecnico, per quanto di livello, non mi ha fatto impazzire. Mi sembrava di vedere un videogioco sia nelle scene di azione che nel design dei personaggi (anche quelli abbastanza opinabili). Poi ho trovato fastidiosissimo il cambio di disegno in certe scene madri , per lo più romantiche, con tratti più dettagliati, occhi, ciglia e capelli più sbrilluccicanti, proprio come succede nei videogiochi. L'unica cosa che mi è piaciuta è la grafica e la musica di quella massa di bolle cattiva. Ma per me è bocciato
Aggiungiamo nomi grossi messi solo per attirare l'attenzione senza sapere quanto peso abbiano messo effettivamente sulla produzione (Urobuchi in questo caso) e la ricetta per la mediocrità è pronta
Bhe in questo caso si esagera...lo staff c'era ed erano nomi notissimi.
a livello mainstream sono nomi importanti
ti ringrazio del suggerimento, ma lo avevo già visto quando lo hanno dato su Amazon mi sembra qualche tempo fa e onestamente non mi è dispiaciuto, ma non è che mi abbia fatto impazzire ed era anche un po' troppo lento per i gusti di mio marito per cui all'epoca non l'ho proposto, sapevo che mi sarei tirata la zappa sui piedi.
Eh purtroppo si, Maquia è uno degli ultimi film di animazione non scontati che hanno fatto, ed è passato un bel po' dai tempi di Maquia.
È la visione autorale che manca, una cosa che (giusto per fare un po il boomer) Oshii, Kon e Miyazaki avevano e che adesso scarseggia assai.
Urobuchi ormai vive di rendita di immagine per ciò che ha fatto 10 anni fa.
Un film che non ti lascia nulla dopo che hai finito di vederlo, una bella scatola vuota. Peccato
Certamente i personaggi non sono il massimo dell'approfondimento, ma mi è piaciuta molto tutta la metafora della bolla in cui si era chiuso il protagonista che poi riesce scoppiare e a tornare a vivere con gli altri, trovo che sia davvero un buon prodotto e non mi pento di averlo visto, anzi lo rivedrei volentieri.
Lungi da me definirlo capolavoro, ma a parer mio non si merita tutta la cattiveria che ho visto su vari siti dove fioccano i 4 e i 2.
Se fosse stato un film da 4 significherebbe che c'hanno provato ma hanno fallito, questi invece manco c'hanno provato anche se avevano tutte le capacita per provarci. hanno fatto un film su binari sicuri e fin troppo ben solcati, di quelli che si dimenticano in una settimana.
C'è da dire che almeno Belle era chiaro nei suoi intenti, questo invece non si capisce dove vuole andare a parare
(E aggiungo che neanche a me belle è piaciuto più di tanto, perciò...)
ma su netflix trovi roba molto interessante, se vuoi. idem per amazon.
vedo che gia ti hanno suggerito maquia.
ma cosa vuol dire? 😂 ha una sequela di tracce davvero notevoli ormai; in tutta onestà ha un bel repertorio (alcune sono semplicemente memorabili, come tutti sappiamo...).
Maybe you need some freedom (cit)
Cmq, non si spiega esattamente cos'è che abbia causato quel fenomeno naturale, ma a me personalmente pareva che si trattava di un'invasione aliena. Ciò rende più interessante tutto il film, dato che tale visione di un'altra forma intelligente extraterrestre raramente ci viene presentata in altri lavori.
Aggiungo anche che, ogni tanto, quando i ritratti dei protagonisti diventano "troppo belli" per motivi di espressione delle emozioni di Uta, è un dettaglio che ho trovato.... interessante, un po', ma contemporaneamente un filo troppo drammatico. Mi ricorda le emoji che usiamo spesso qui in Corea quando vogliamo esagerare.
Sì, effettivamente, il film aveva anche le sue qualità. Per questo mi apparve un po' un peccato... Un film con un bel potenziale che poteva essere sfruttato un po' meglio. Cmq, concordo, non è un capolavoro, ma non era malaccio.
Alla gente sui vari siti e social su internet, poi, poace sempre esagerare con le critiche.
però vedere certe animazioni sprecate dentro una trama del genere, è proprio un colpo al cuore!
il problema non penso sia nella solita trama già vista e rivista (in quel caso sarebbe cmq una piacevole visione)
è in una trama che richiama trame già viste, ma lo fa male...
Maybe you need some ears
Meravigliosa evoluzione! dai depositari del buon gusto sugli anime di qualche anno fa, ai depositari del buon gusto sulle ost.
Io vorrei sentire una ost anime fatta dagli Zu, ma sembra che Wit Studio non abbia un contratto con loro.
20 anni fa ci beccavamo Giorgio Vanni, fatti bastare Sawano.
Cosa c’entra Giorgio Vanni, che faceva le sigle, con Sawano?
Avevo paura che fosse il solito film anime tutto fumo (animazione/fondali) e niente arrosto (trama), e dalla recensione sembra che purtroppo sia stato confermato.
Peccato.
Comunque Sawano ha proprio creato un suo stile, che mi basta sentire una nota e capisco che è lui, il che non so dire se è un bene (unicità) o se è un male (ridondanza musicale) sinceramente.
Io capisco che una ost è di Juky Kayura o di Kensuke Ushio dai primi 10 secondi, (e probabilmente l'uomo Gatto ci riuscirebbe in un secondo) e questo vale anche per i compositori di ost occidentali come Hans Zimmer. La stragrande maggioranza delle ost sono cosi': devono fare da sottofondo o enfatizzare, non essere prime donne e rubare la scena ai personaggi.
Quindi non so esattamente perchè lamentarsi di Sawano, che cosa si vuole di più? Sergio Leone?
Io non sto denigrando Sawano, però devo ammettere che tende più o meno a fare le canzoni con gli stessi ritmi strumentali, mentre magari altri artisti dello stesso ambito tendono a variare e sperimentare da anime ad anime.
Era solo un mio commento estemporaneo.
Poi rimane una questione di gusti, se piace non ho nulla in contrario, per carità.
Temo che rimarrai deluso
Fai bene a dirmelo, grazie, come qui tutti hanno fatto bene a dire le lor impressioni negative, l'ideale sarebbe avvicinarsi a qualunque titolo senza mai aspettarsi qualcosa... Ma a chi ha saputo creare alcune delle mie opere preferite (Fate Zero e Madoka in questo caso) darò sempre almeno uno sguardo ai loro lavori (futuri e passati).
Urobuchi accreditato alla sceneggiatura e poi il lavoro lo fanno gli stagisti alla psycho pass 2.
è un pò come negli anni '00 quando nelle locandine dei film scrivevano "Tarantino present:"
Non sono assolutamente d'accordo, l'animazione è prima di tutto intrattenimento e in quanto tale la prima cosa che deve fare è intrattenere stop. L'educazione dello spettatore non deve essere un aspetto necessario perché un'opera sia valida.
Nemmeno l'immedesimazione deve essere un'aspetto da dare per fondamentale.
Dopo neanche 5 minuti comunque abbiamo switchato sull'audio originale, almeno non abbiamo sottratto altra qualità all'esperienza. Storia scontata purtroppo, non appena è apparso chiaro il rimando all'opera di Andersen (quindi quasi subito), non è rimasto che attendere di vedere come si sarebbe arrivati all'unico epilogo possibile.
la storia d'amore fra due specie così diverse. Ho sperato sino all'ultimo in un finale diverso
Dopo averlo visto confermo... una vera porcària!
sembra il tipico film anime pieno di clique che esce da 10 anni anche senza Netflix nel nome
Beh guarda qualche lungometraggio netflix, hanno tutti lo stesso problema: la scrittura.
(parere personale eh...)
poi hai ragione anche te anche se ogni tanto qualche film che considero fatto bene c'è ancora. Gentaglia come me che è cresciuta con Miazaki ha i gusti difficili
L'ultimo film d'animazione che aveva una scrittura originale e ben fatta è stato Maquia, e sono passati anni...
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