Recensione
Una delle serie entrate con maggior forza nell'immaginario collettivo italiano. E non poteva che essere così in un paese calciofilo come il nostro. Chi, maschio, tra i 20 e i 40 anni non si è appassionato alle vicende che vedono come protagonisti Holly e Benji (più Holly a dire il vero)? E chi non ricorda con il sorriso il campo che sembra lungo chilometri e le tattiche di alcune squadre come "la gabbia" del S. Francis o "l'attacco a valanga" della Flynet? E le incredibili (vabbè, di realismo c'è ben poco sempre) delle strategie usate da alcuni personaggi come i fratelli Derrick?
Valutare quest'anime, che ha segnato l'infanzia di molti, senza effetto nostalgia è difficile. Lo stesso mio voto, 7, risente del mio amore generazionale per questa serie che, parlando di uno sport come il calcio, amatissimo, non poteva che segnare la storia degli anime visti in Italia.
Perché bisogna dirlo, analizzato oggettivamente l'anime non è un capolavoro. Manca la profondità di altre serie che si possono definire sportive (come lo straordinario Rocky Joe). Inutile raccontare un po' della trama che più o meno tutti conoscono: una serie di partite con al centro soprattutto la sfida tra Holly e Mark Lenders.
Ma va bene così. Con la sua semplicità, i suoi difetti, resta un anime impossibile da dimenticare.
Valutare quest'anime, che ha segnato l'infanzia di molti, senza effetto nostalgia è difficile. Lo stesso mio voto, 7, risente del mio amore generazionale per questa serie che, parlando di uno sport come il calcio, amatissimo, non poteva che segnare la storia degli anime visti in Italia.
Perché bisogna dirlo, analizzato oggettivamente l'anime non è un capolavoro. Manca la profondità di altre serie che si possono definire sportive (come lo straordinario Rocky Joe). Inutile raccontare un po' della trama che più o meno tutti conoscono: una serie di partite con al centro soprattutto la sfida tra Holly e Mark Lenders.
Ma va bene così. Con la sua semplicità, i suoi difetti, resta un anime impossibile da dimenticare.