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9.0/10
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<b>Attenzione: lievi spoiler</b>
Recensire un manga di Adachi non è impresa facile, perché tutte le sue storie hanno la stessa impronta, che si tratti di tipologia di personaggi, di modo di porre le scene, di stile descrittivo, il che rischia di portare a ripetere sempre gli stessi complimenti per ciascuno dei suoi manga che vengono recensiti. Anche qui quindi si trovano i pannelli silenziosi, la dolcezza nella descrizione dell'amore, dei drammi, dell'amicizia, la caratterizzazione buonista ma affascinante dei personaggi, l'umorismo particolare che si basa sulle individualità dei personaggi e sull'autore che non si prende mai sul serio.
Fortunatamente, ogni storia possiede anche una propria individualità che permette di distinguerle ed apprezzarle in maniere diverse. Per ora Crossgame è salita nell'olimpo delle storie di Adachi e cercherò di spiegare perché senza ripetere cose che ho già detto per Rough.

La trama, come spesso succede, è soprattutto romantica avvolta intorno ad una questione sportiva (in questo caso, il baseball). Si seguono infatti le vicende di Ko, che diventa il lanciatore di punta della sua squadra delle superiori, sia a livello sportivo con il suo obiettivo di raggiungere il koshien, sia a livello amoroso, non solo suo ma anche degli altri personaggi che si avvicendano nella storia.
La prima cosa che mi è piaciuta di Crossgame è stato, infatti, l'incredibile cast di personaggi che fin dall'inizio ha fatto parte di questa storia, sia dentro sia fuori dal campo. Anche nelle storie precedenti erano presenti altri personaggi, amici/amiche dei protagonisti, ma non ho trovato che avessero il ruolo predominante che invece possiedono qui. Ko è l'ace della squadra e il lanciatore, ma fondamentale per la squadra è anche il ricevitore, l'amico-rivale in amore, e anche il battitore, con la sua storia personale e la sua crescita. L'intera squadra assume quindi una grande importanza non solamente legata al protagonista, e anche i personaggi minori meno caratterizzati hanno il loro momento di brillare. I personaggi comunque non mancano anche fuori dal campo; laddove la protagonista era generalmente unica, qui il cast femminile si allarga a ben quattro personaggi, ciascuna con la loro storia personale, senza considerare naturalmente genitori, amici e fratelli.

Da questo punto di vista, grandemente apprezzato anche il fatto che Aoba abbia avuto un ruolo molto importante all'interno dell'aspetto sportivo del baseball. Laddove la protagonista in Rough faceva sport ma non ne era caratterizzata, e laddove quella di Touch basava il suo obiettivo sugli sforzi degli altri, prima di trovarne uno personale, qui Aoba è coinvolta in prima persona nelle attività del club di baseball, essendo lei stessa una lanciatrice. Rimane comunque al bordo durante le partite, ma il suo apporto negli allenamenti e nella storia personale sportiva di Ko è fondamentale e predominante, il che mi ha fatto seguire le vicende con ancora più attenzione perché lei ne faceva parte, non era solo l'osservatrice esterna delle partite.
Da questo punto di vista, forse proprio per questo motivo, ho trovato in Crossgame un migliore bilanciamento tra l'aspetto sportivo e quello romantico. In Touch, i due erano quasi del tutto separati, tanto che in certi volumi lo sport era così predominante da farti dimenticare della storia d'amore. In Rough, lo sport era importante ma per la storia d'amore faceva effettivamente da sfondo. Qui, al contrario, ho trovato un modo di narrare che permetteva di concentrarsi sui due aspetti contemporaneamente, senza che l'uno diventi predominante sull'altro. All'interno delle partite non si perde mai il punto di vista di realizzare anche il sogno di Wakaba, ma allo stesso modo le partite restano entusiasmanti e avvincenti, con grande cameratismo fra i personaggi e attenzione ai loro obiettivi personali.
Il trope utilizzato in questo caso da Adachi per sviluppare la coppia protagonista è quello del 'dico che ti odio ma in realtà ti amo' che è forse quello che apprezzo di meno al mondo. La bravura dell'autore sta nel fatto che, nonostante questo fastidiosissimo cliché, il rapporto fra i protagonisti è ben svolto. C'è l'irritazione di vederli continuamente litigare quando tu, come lettore, sai benissimo che finiranno per mettersi assieme perché tutto punta in quella direzione, ma non si riesce ad odiare la storia né i personaggi. Loro, la loro caratterizzazione, il loro rapporto, il rapporto con gli altri sono tutte cose che rendono Crossgame completo e distraggono l'attenzione da ciò che in altre tipologie di storie si odierebbe.

Se devo trovare un difetto all'interno della storia, è la trattazione dei 'rivali amorosi'. Come ho detto prima, Adachi segue uno schema molto preciso in cui la coppia protagonista è decisa fin dall'inizio (e se c'è qualche dubbio, viene risolto in modo definitivo quasi subito, in modo molto definitivo!) per cui qualsiasi possibile interferenza da parte di ragazzi/ragazze interessati ai protagonisti è destinata a rimanere un tentativo. In più, si aggiunge che la maggior parte dei personaggi sono sostanzialmente buoni, per cui il sapere che un amico ama la stessa ragazza, o che il ragazzo a cui si è interessati potrebbe amare un'altra, non crea alcuna tensione all'interno della trama né fra i personaggi, è semplicemente una cosa che succede. La gelosia, se c'è, viene semplicemente mostrata attraverso uno sguardo o un silenzio, ma non porta mai effettivamente ad uno sviluppo. Questo andrebbe benissimo se lo scopo fosse semplicemente mostrare che ci sono amori che restano non corrisposti ma nonostante questo si può restare amici, o che si vuole supportare la persona che si ama a prescindere dal fatto che ci ricambi o no; tuttavia, in Crossgame diventa un problema quando certi personaggi sembrano essere inseriti dal nulla all'unico scopo di muovere le acque, cosa che però non avviene.
Fortunatamente, Adachi svicola facilmente questo difetto dando ai 'rivali' altri scopi, altri interessi, altre storie che non li focalizzano affatto sull'essere un possibile interesse amoroso. C'è un unico personaggio che rimane a questo livello, difatti la sua presenza si riduce a praticamente zero perché non riesce ad avere più scopo nella storia, mentre gli altri risultano comunque interessanti e contribuiscono al miglioramento di quel cast di cui ho parlato e che rende la storia così interessante.
La fine avrebbe potuto essere perfetta anche prima dell'ultimo capitolo, con la definitiva risoluzione fra i protagonisti, ma anche la scelta di terminarla con l'ultimo capitolo non è male. E' una fine conclusa ma allo stesso tempo aperta, e in un certo senso è la fusione tra Rough (dove molto era stato lasciato aperto) e Touch (dove tutto era stato chiuso, anche troppo) e per questo, a mio parere, le supera entrambe.
Personalmente, se una persona venisse a chiedermi da quale manga cominciare per leggere Adachi, ora come ora gli direi senza dubbio Crossgame.