Recensione
Naruto Shippuden
9.0/10
Recensione di Pietro240724
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Attenzione: la recensione contiene spoiler
Dopo tanto tempo di pausa dagli anime e da questo sito, sono tornato a recensire una serie a cui, per innumerevoli motivi, sono emotivamente legato e che porto da sempre nel mio cuore, cosa che ovviamente influenza leggermente il mio voto, nonostante le premesse che tra poco dovrò fare e che mi fa vedere l'intera serie con un occhio nostalgico e da "fan". In ogni caso, parleremo di "Naruto Shippuden", la serie anime per eccellenza dedicata a Naruto (ma la recensione sarà in realtà dedicata praticamente alle due serie, anche se in proporzione differente).
Allora, cominciando con le premesse iniziali, io ho letto da piccolo il manga di "Naruto", che è stato addirittura il mio primo manga, e non avevo mai recuperato in tutti questi anni la serie anime, tranne qualche puntata capitata ogni tanto in TV, fino a quando qualche mese fa ho deciso che era arrivato il momento giusto, ma ovviamente, avendo letto già il manga, sapevo già tutta la storia, e questo può aver influenzato sicuramente la visione dei vari colpi di scena della serie, ma in ogni caso sono passati anni dalla lettura, e quindi il problema non si pone in maniera così grave. Ulteriore premessa, non ho visto davvero completamente la serie, perché diverse puntate filler (non tutte, anzi) le ho saltate, ma erano quelle principalmente più stupide e inutili, dunque spero si possa chiudere un occhio. Detto ciò, posso cominciare veramente la recensione, divisa in punti.
Descrizione generale: "Naruto Shippuden" è il fulcro effettivo della serie "Naruto", perché qui vi è il culmine di ciò che era stato seminato nella prima storica serie, diciamo che è il succo effettivo di tutta la saga, ma, essendo una trasposizione fedele del manga, qui si trova sia l'apice sia la caduta della serie, poiché nella parte finale vi è un calo abbastanza visibile a chiunque, che fa storcere il naso a chiunque abbia amato la storia di Naruto e compagnia. C'è da dire che in realtà la serie riesce in molti punti a tappare (o almeno ci prova) alcune lacune del manga, provando e spesso riuscendo a migliorarlo, nonostante la storia rimanga quella, e ciò è sicuramente un punto in suo favore; la serie riesce a trasmettere e amplificare le emozioni del manga e fa affezionare ai personaggi, facendo arrivare alla cinquecentesima puntata con un velo di tristezza e malinconia ma anche con una grande nostalgia.
Trama: la trama è il seguito della prima serie e parte dal ritorno di Naruto dopo l'allenamento con Jiraya; da qui poi vengono adattati i vari archi e vengono aggiunti altri filler, alcuni abbastanza inutili mentre altri interessanti, anche se spesso (soprattutto verso la fine della serie) posizionati in momenti non adeguati, dato che oltretutto il manga era già finito da tempo. In ogni caso, la trama del manga viene adattata sapientemente e in maniera fedele senza particolari stravolgimenti, ma, come ho detto, il finale della serie, ovvero la fine della quarta guerra e la battaglia con Kaguya, continueranno per sempre a sembrare degli elementi estranei a quello che è sempre stato "Naruto". Va da dire che la serie già dopo la saga di Pain (per me l'apice della serie da quasi tutti i punti di vista) ha un progressivo calo di cui poi parlerò in altri punti, ma essendo uguale al manga, non si può incolpare la trasposizione. Menzioni d'onore vanno fatte a mio parere alla mini-saga di Utakata, alla saga sulla storia di Kakashi e Yamato e a quella sul passato di Itachi, che arricchiscono la storia con elementi interessanti e mai esplorati nel manga; in più, gli ultimi venti episodi della serie sono adattati da romanzi successivi alla fine del manga (post-battaglia Naruto e Sasuke ) molto carini e piacevoli, soprattutto la terza e ultima mini-saga dedicata al matrimonio di Naruto e Hinata, che chiude la serie permettendoci di salutare con dolcezza i vari personaggi e Konoha.
Personaggi: il fulcro di "Naruto" sono indubbiamente i personaggi, un numero elevatissimo di personaggi tra principali e comprimari che muovono la storia e che riescono, chi più e chi meno, a entrare nel cuore dello spettatore. I personaggi principali sono come nella prima serie Naruto, Sakura e Sasuke, ma quest'ultimo in realtà svolge un cammino separato dagli altri per praticamente tutta la storia fino all'ultima saga, e di fatto ha "meno" spazio degli altri due, anche se la sua presenza viene continuamente (e a un certo punto dà anche abbastanza fastidio) ricordata dai due ex compagni; i tre sono sicuramente cresciuti rispetto alla prima serie, ma l'evoluzione di Naruto e Sasuke fa sembrare ridicola Sakura, che alla resa dei conti è quasi meno influente di Kakashi. Quest'ultimo è un personaggio che in questa serie ha il suo grande momento di gloria ed è sicuramente uno dei migliori (nonché uno dei miei preferiti) insieme a Shikamaru, grande rivelazione di questa serie, che nell'arco dei distruttori immortali riesce a dar vita a uno dei momenti migliori di tutta la serie, prima che essa cominci il suo declino. I comprimari sono gli stessi della prima serie, a cui si aggiungono il capitano Yamato, un bel personaggio soprattutto per il legame che instaura con Naruto, e il sostituto di Sasuke, ovvero Sai, un personaggio misterioso ma che col tempo si impara ad apprezzare; il grande problema di "Shippuden" è che questi personaggi, che fino a metà serie erano dei veri e propri comprimari (Shikamaru e Kakashi in una saga sono praticamente più protagonisti di Naruto, e anche la vendetta di Sasuke mette in ombra il protagonista), dalla saga di Pain in poi vengono accantonati, per lasciare spazio al solo Naruto, mossa non molto positiva, perché non riesce a dare una giusta conclusione ad alcune storyline (la fine di Neji sembra buttata lì solo per dare almeno nella morte un senso a un personaggio dimenticato dall'autore), e ciò mi ha fatto un po' storcere il naso. Senza dubbio però, a dominare "Shippuden", sono gli antagonisti, la misteriosa organizzazione Alba già accennata nella prima serie, che è alla ricerca di Naruto e della altre forze portanti, composta da tutti membri impossibili da dimenticare per l'accurato lavoro di design e di personalità fatto dall'autore, e che rende tutti i combattimenti con loro iconici e che hanno contribuito alla fama di "Naruto"; spiccano sicuramente il burattinaio Sasori, che ha un grande combattimento con Sakura (l'unico in cui Sakura riesce a spiccare), il suo compagno Deidara, uno dei miei personaggi preferiti per la sua personalità, il duo immortale Hidan e Kakuzu, probabilmente il miglior duo di Alba con il combattimento migliore dopo quello con Pain, il fratello di Sasuke, Itachi, uno dei personaggi meglio scritti dall'autore e che è protagonista del più grande colpo di scena della serie, e il suo compagno Kisame, un personaggio piacevole che alla fine dimostra il suo valore, per arrivare poi al capo (o quasi) Pain/Nagato, probabilmente l'antagonista migliore insieme a Madara con un combattimento e una saga che sono il climax di "Shippuden". A loro si aggiungono poi nella seconda metà della serie i "veri" antagonisti, ovvero Tobi, il misterioso uomo mascherato che inizialmente sembra essere un pagliaccio, ma che poi si rivela col tempo essere il vero capo di Alba, Zetsu, un personaggio che l'autore gestisce bene, ma che fa decadere nel finale buttandola, mi si perdoni il termine, in caciara, e Madara, il vero antagonista della serie e personaggio monumentale soprattutto per il suo rapporto con il primo Hokage Hashirama. Ci sarebbero altre migliaia di personaggi, ma servirebbero giorni per elencarli, dico solo che "Naruto" ha come punto di forza tutti questi personaggi.
Tematiche: nonostante sia un battle shonen, "Naruto Shippuden" arriva a toccare tematiche ben più profonde del semplice scazzottarsi e 'volemose bene', giungendo a vere lotte di ideali e discussioni sulla guerra e sull'odio, sull'amicizia e sulla vendetta, sul potere e sulla politica, questo soprattutto nella prima parte fino alla saga di Pain/riunione dei Cinque Kage, poiché dalla seconda metà in poi, con l'inizio della quarta guerra, tutto ciò viene quasi del tutto messo da parte e, tranne alcuni scontri ideologici come quello tra Naruto e Obito, le scazzottate e i colpi di scena improvvisati la fanno da padrone, riavvicinando "Naruto" al classico canone del battle shonen, ma nonostante momenti come il discorso finale della vecchia Chiyo, il confronto tra Shikamaru e suo padre post-morte di Asuma, la filosofia del grande maestro Jiraya e le sue volontà, per finire con il grande scontro/confronto tra Naruto e Nagato, sono ciò che rendono "Naruto" un anime speciale e unico nel suo genere.
Comparto tecnico: questo punto è difficile da valutare, poiché le animazioni per la maggior parte della serie sono nella media, con alcuni picchi sia in positivo (saga dei distruttori immortali, saga della vendetta, flashback sull'attacco della volpe a nove code, combattimento tra Kakashi e Obito, e per finire il meraviglioso scontro finale tra Naruto e Sasuke nella valle dell'epilogo) sia in negativo (la maggior parte delle saghe filler, tranne alcune eccezioni come quella di Utakata e quella "speciale potere", il combattimento tra Naruto trasformato e Pain, diventato ormai un meme, e l'ultima parte della quarta guerra, animata spesso in maniera molto approssimativa con alcune eccezioni), ma tutto ciò è controbilanciato da un comparto sonoro di grandissima qualità, con opening e ending indimenticabili e OST divenute ormai storia.
Conclusione: "Naruto Shippuden" è sicuramente un anime con diversi difetti, più o meno gravi, ma secondo me questi difetti passano in secondo piano rispetto ai pregi e a una storia che, pur con diversi cali, riesce a emozionare e appassionare fino alla fine, con un episodio finale che fa quasi scendere una lacrima a chi è cresciuto con il ninja biondo e i suoi amici. E... arrivederci Konoha.
Dopo tanto tempo di pausa dagli anime e da questo sito, sono tornato a recensire una serie a cui, per innumerevoli motivi, sono emotivamente legato e che porto da sempre nel mio cuore, cosa che ovviamente influenza leggermente il mio voto, nonostante le premesse che tra poco dovrò fare e che mi fa vedere l'intera serie con un occhio nostalgico e da "fan". In ogni caso, parleremo di "Naruto Shippuden", la serie anime per eccellenza dedicata a Naruto (ma la recensione sarà in realtà dedicata praticamente alle due serie, anche se in proporzione differente).
Allora, cominciando con le premesse iniziali, io ho letto da piccolo il manga di "Naruto", che è stato addirittura il mio primo manga, e non avevo mai recuperato in tutti questi anni la serie anime, tranne qualche puntata capitata ogni tanto in TV, fino a quando qualche mese fa ho deciso che era arrivato il momento giusto, ma ovviamente, avendo letto già il manga, sapevo già tutta la storia, e questo può aver influenzato sicuramente la visione dei vari colpi di scena della serie, ma in ogni caso sono passati anni dalla lettura, e quindi il problema non si pone in maniera così grave. Ulteriore premessa, non ho visto davvero completamente la serie, perché diverse puntate filler (non tutte, anzi) le ho saltate, ma erano quelle principalmente più stupide e inutili, dunque spero si possa chiudere un occhio. Detto ciò, posso cominciare veramente la recensione, divisa in punti.
Descrizione generale: "Naruto Shippuden" è il fulcro effettivo della serie "Naruto", perché qui vi è il culmine di ciò che era stato seminato nella prima storica serie, diciamo che è il succo effettivo di tutta la saga, ma, essendo una trasposizione fedele del manga, qui si trova sia l'apice sia la caduta della serie, poiché nella parte finale vi è un calo abbastanza visibile a chiunque, che fa storcere il naso a chiunque abbia amato la storia di Naruto e compagnia. C'è da dire che in realtà la serie riesce in molti punti a tappare (o almeno ci prova) alcune lacune del manga, provando e spesso riuscendo a migliorarlo, nonostante la storia rimanga quella, e ciò è sicuramente un punto in suo favore; la serie riesce a trasmettere e amplificare le emozioni del manga e fa affezionare ai personaggi, facendo arrivare alla cinquecentesima puntata con un velo di tristezza e malinconia ma anche con una grande nostalgia.
Trama: la trama è il seguito della prima serie e parte dal ritorno di Naruto dopo l'allenamento con Jiraya; da qui poi vengono adattati i vari archi e vengono aggiunti altri filler, alcuni abbastanza inutili mentre altri interessanti, anche se spesso (soprattutto verso la fine della serie) posizionati in momenti non adeguati, dato che oltretutto il manga era già finito da tempo. In ogni caso, la trama del manga viene adattata sapientemente e in maniera fedele senza particolari stravolgimenti, ma, come ho detto, il finale della serie, ovvero la fine della quarta guerra e la battaglia con Kaguya, continueranno per sempre a sembrare degli elementi estranei a quello che è sempre stato "Naruto". Va da dire che la serie già dopo la saga di Pain (per me l'apice della serie da quasi tutti i punti di vista) ha un progressivo calo di cui poi parlerò in altri punti, ma essendo uguale al manga, non si può incolpare la trasposizione. Menzioni d'onore vanno fatte a mio parere alla mini-saga di Utakata, alla saga sulla storia di Kakashi e Yamato e a quella sul passato di Itachi, che arricchiscono la storia con elementi interessanti e mai esplorati nel manga; in più, gli ultimi venti episodi della serie sono adattati da romanzi successivi alla fine del manga (post-battaglia Naruto e Sasuke ) molto carini e piacevoli, soprattutto la terza e ultima mini-saga dedicata al matrimonio di Naruto e Hinata, che chiude la serie permettendoci di salutare con dolcezza i vari personaggi e Konoha.
Personaggi: il fulcro di "Naruto" sono indubbiamente i personaggi, un numero elevatissimo di personaggi tra principali e comprimari che muovono la storia e che riescono, chi più e chi meno, a entrare nel cuore dello spettatore. I personaggi principali sono come nella prima serie Naruto, Sakura e Sasuke, ma quest'ultimo in realtà svolge un cammino separato dagli altri per praticamente tutta la storia fino all'ultima saga, e di fatto ha "meno" spazio degli altri due, anche se la sua presenza viene continuamente (e a un certo punto dà anche abbastanza fastidio) ricordata dai due ex compagni; i tre sono sicuramente cresciuti rispetto alla prima serie, ma l'evoluzione di Naruto e Sasuke fa sembrare ridicola Sakura, che alla resa dei conti è quasi meno influente di Kakashi. Quest'ultimo è un personaggio che in questa serie ha il suo grande momento di gloria ed è sicuramente uno dei migliori (nonché uno dei miei preferiti) insieme a Shikamaru, grande rivelazione di questa serie, che nell'arco dei distruttori immortali riesce a dar vita a uno dei momenti migliori di tutta la serie, prima che essa cominci il suo declino. I comprimari sono gli stessi della prima serie, a cui si aggiungono il capitano Yamato, un bel personaggio soprattutto per il legame che instaura con Naruto, e il sostituto di Sasuke, ovvero Sai, un personaggio misterioso ma che col tempo si impara ad apprezzare; il grande problema di "Shippuden" è che questi personaggi, che fino a metà serie erano dei veri e propri comprimari (Shikamaru e Kakashi in una saga sono praticamente più protagonisti di Naruto, e anche la vendetta di Sasuke mette in ombra il protagonista), dalla saga di Pain in poi vengono accantonati, per lasciare spazio al solo Naruto, mossa non molto positiva, perché non riesce a dare una giusta conclusione ad alcune storyline (la fine di Neji sembra buttata lì solo per dare almeno nella morte un senso a un personaggio dimenticato dall'autore), e ciò mi ha fatto un po' storcere il naso. Senza dubbio però, a dominare "Shippuden", sono gli antagonisti, la misteriosa organizzazione Alba già accennata nella prima serie, che è alla ricerca di Naruto e della altre forze portanti, composta da tutti membri impossibili da dimenticare per l'accurato lavoro di design e di personalità fatto dall'autore, e che rende tutti i combattimenti con loro iconici e che hanno contribuito alla fama di "Naruto"; spiccano sicuramente il burattinaio Sasori, che ha un grande combattimento con Sakura (l'unico in cui Sakura riesce a spiccare), il suo compagno Deidara, uno dei miei personaggi preferiti per la sua personalità, il duo immortale Hidan e Kakuzu, probabilmente il miglior duo di Alba con il combattimento migliore dopo quello con Pain, il fratello di Sasuke, Itachi, uno dei personaggi meglio scritti dall'autore e che è protagonista del più grande colpo di scena della serie, e il suo compagno Kisame, un personaggio piacevole che alla fine dimostra il suo valore, per arrivare poi al capo (o quasi) Pain/Nagato, probabilmente l'antagonista migliore insieme a Madara con un combattimento e una saga che sono il climax di "Shippuden". A loro si aggiungono poi nella seconda metà della serie i "veri" antagonisti, ovvero Tobi, il misterioso uomo mascherato che inizialmente sembra essere un pagliaccio, ma che poi si rivela col tempo essere il vero capo di Alba, Zetsu, un personaggio che l'autore gestisce bene, ma che fa decadere nel finale buttandola, mi si perdoni il termine, in caciara, e Madara, il vero antagonista della serie e personaggio monumentale soprattutto per il suo rapporto con il primo Hokage Hashirama. Ci sarebbero altre migliaia di personaggi, ma servirebbero giorni per elencarli, dico solo che "Naruto" ha come punto di forza tutti questi personaggi.
Tematiche: nonostante sia un battle shonen, "Naruto Shippuden" arriva a toccare tematiche ben più profonde del semplice scazzottarsi e 'volemose bene', giungendo a vere lotte di ideali e discussioni sulla guerra e sull'odio, sull'amicizia e sulla vendetta, sul potere e sulla politica, questo soprattutto nella prima parte fino alla saga di Pain/riunione dei Cinque Kage, poiché dalla seconda metà in poi, con l'inizio della quarta guerra, tutto ciò viene quasi del tutto messo da parte e, tranne alcuni scontri ideologici come quello tra Naruto e Obito, le scazzottate e i colpi di scena improvvisati la fanno da padrone, riavvicinando "Naruto" al classico canone del battle shonen, ma nonostante momenti come il discorso finale della vecchia Chiyo, il confronto tra Shikamaru e suo padre post-morte di Asuma, la filosofia del grande maestro Jiraya e le sue volontà, per finire con il grande scontro/confronto tra Naruto e Nagato, sono ciò che rendono "Naruto" un anime speciale e unico nel suo genere.
Comparto tecnico: questo punto è difficile da valutare, poiché le animazioni per la maggior parte della serie sono nella media, con alcuni picchi sia in positivo (saga dei distruttori immortali, saga della vendetta, flashback sull'attacco della volpe a nove code, combattimento tra Kakashi e Obito, e per finire il meraviglioso scontro finale tra Naruto e Sasuke nella valle dell'epilogo) sia in negativo (la maggior parte delle saghe filler, tranne alcune eccezioni come quella di Utakata e quella "speciale potere", il combattimento tra Naruto trasformato e Pain, diventato ormai un meme, e l'ultima parte della quarta guerra, animata spesso in maniera molto approssimativa con alcune eccezioni), ma tutto ciò è controbilanciato da un comparto sonoro di grandissima qualità, con opening e ending indimenticabili e OST divenute ormai storia.
Conclusione: "Naruto Shippuden" è sicuramente un anime con diversi difetti, più o meno gravi, ma secondo me questi difetti passano in secondo piano rispetto ai pregi e a una storia che, pur con diversi cali, riesce a emozionare e appassionare fino alla fine, con un episodio finale che fa quasi scendere una lacrima a chi è cresciuto con il ninja biondo e i suoi amici. E... arrivederci Konoha.
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