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    "Mai fiore più orgoglioso sbocciò nella mia vita. Tu, loto di fiamma scarlatta, tu eri il vento che sfiorava la mia cima. Lo senti? È il poema del vento e degli alberi. Il fremere della mia giovinezza."

    Queste righe fanno da intermezzo ad una delle opere più particolari dell'animazione nipponica.

    1887.
    Un giovane uomo, Serge Battour, è in visita all'istituto Lacombrade, nei pressi di Arles, l'ex collegio in cui studiò e dove visse la sua adole1 [ continua a leggere]

    7.0/10
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    Ci sono corde che non si spezzano mai, tese su abissi profondi ma robuste come ponti che sanno dove portano.
    Uno di questi ponti è Chiaki J. Konaka, sceneggiatore culto della nuova animazione seriale nipponica. Konaka è un cultore di quelle filosofie "dell'oltre", che non rivelano le loro mete e possono lasciare oscuro anche il percorso. Col suo stile, dal sapore criptico e dal peso autoriale, spesso riesce però a fornire un affresco composito d1 [ continua a leggere]

    8.5/10
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    Forse non esiste una condizione più alienante di quella di essere un bambino.
    Tutto è più dilatato in quello status. La realtà, lo spazio e il tempo hanno contorni mastodontici.
    Vedere il mondo con gli occhi di un bambino significa prendere il tè con Einstein e Schrödinger, seduti sulle ginocchia di Freud.

    Nel film "Mirai no Mirai" di Mamoru Hosoda si riesce a cogliere quanto possa essere debilitante la lotta per assumere un'identità, nel più v1 [ continua a leggere]
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    Quando un sistema è in crisi ha bisogno soprattutto di una cosa. Del mito.
    Un mito di sé stesso che faccia da fondamento alla sua esistenza e da giustificazione dei suoi problemi. Un eidos che sia l'architettura su cui apporre la propria narrazione.

    Dopo "Momotaro no Umiwashi", nel 1944 l'allora Ministero della Marina commissiona al veterano dell'animazione, Mitsuyo Seo, un nuovo film di propaganda rivolto al mondo dell'infanzia.
    "Momotaro: Umi1 [ continua a leggere]
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    Sembra che esista un imperativo nell'esistenza umana. Tutto deve.
    Deve essere. Deve essere fatto. Deve essere ottenuto. Tutto sia.
    Come se fosse proibito anche solo ipotizzare che esistano orizzonti inviolati.

    Cos'è quindi la magia, se non un "sei's gewesen", un imperativo, un richiamo al controllo assoluto?

    Questa domanda si presenta nella sua forma più pura ed essenziale nel film "Mary e il fiore della strega".

    La storia parte dalle esperie1 [ continua a leggere]
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    La Storia la scrivono i vincitori. Se le vicende degli ultimi decenni (o secoli) si fossero svolte in maniera diversa o addirittura opposta, forse la nostra percezione delle cose, i nostri libri di scuola, e perfino la cultura popolare parlerebbero un linguaggio diverso.

    Cosa succede allora se si dà un'occhiata alla versione dei vinti? Si riescono a capire le ragioni della sconfitta? O magari si scopre che la semantica, la retorica, i punti di1 [ continua a leggere]
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    Tradurre la complessità di un'opera non è mai facile. Si deve partire dalla premessa che nella trasposizione qualcosa andrà perso. Tagli, modifiche, aggiustamenti, sono inevitabili. Come è pure da tenere in conto che ogni traduzione è di fatto un'interpretazione, che a livello tecnico o stilistico può discostarsi dal modello originale. E di molto. Ma cosa avviene quando, oltre a riproporre un canovaccio e uno schema già usati, si comincia a sper1 [ continua a leggere]
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    Le tragedie si possono raccontare in tanti modi. Con la retorica, con l'enfasi delle emozioni, con la forza del dramma. Queste sono però le strategie più facili per veicolare un messaggio. Esasperati, i toni della tragedia perdono in sostanza. O peggio, possono diventare la parodia di sé stessi. Bisogna avere un cuore di pietra per vedere il finale di "Love Story" e non scoppiare... a ridere.

    C'è chi sceglie strade meno convenzionali per raccon1 [ continua a leggere]

    9.5/10
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    Siete capaci di immaginare la morte di mille persone? Di migliaia? Di milioni? Secondo una certa forma di pensiero, no. Nemmeno a livello teorico. Questo perché la nostra capacità di immaginare non riesce a tenere il passo del nostro potenziale. Possiamo fare più di quanto possiamo immaginare. E questo non è un bene. È male. Molto male.

    "E se un giorno... tu ottenessi all'improvviso un potere sovrumano... come useresti quella forza? Diventeres1 [ continua a leggere]

    9.5/10
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    C'era un tempo in cui si guardava alla Natura con timore reverenziale e con senso di riscatto, non solo con odio. Una riflessione leopardiana ci riporta all'epoca in cui i vegani abitavano una stella lontana, e l'Uomo viveva ancora il suo ambiente come una frontiera da conquistare. In fede a questo contesto anche gli shonen e gli spokon si nutrivano del modello io vs rivale, laddove il rivale è l'altro indefinito da battere; sia un animale cui d1 [ continua a leggere]

    10.0/10
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    Ci sono opere che non possono essere ignorate, non perché rappresentino necessariamente un punto di svolta, ma perché semplicemente riescono a comunicare con efficacia disarmante. "Berserk" in questo senso è un capolavoro. Tratto da un fumetto underground divenuto poi di culto, è la riduzione/rielaborazione meglio riuscita per un manga. La realizzazione nel complesso è attinente al periodo di produzione ed è abbastanza classica, ma la capacità e1 [ continua a leggere]