Mobile Suit Gundam ZZ
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>
Al momento della trasmissione, "Z Gundam" mostrò un modo di proporre la guerra su schermo nel modo più drammatico e violento dell'epoca, e perfino il finale non si salvò da questo fato, con la maggior parte dei protagonisti morti in modo ignobile e con l'essere passato dalla soddisfazione della vittoria contro Scirocco al malumore per il destino riservato a Kamille. E, oltre a mettere in luce negativa la figura femminile per via di personaggi come Reccoa e Sarah, le forze di Axis capitanate da Haman erano ancora a piede libero. Quindi il sequel era d'obbligo.
Per fortuna Tomino aveva già previsto il da farsi, dal momento che, a distanza di una settimana dalla conclusione di “Z Gundam”, aveva messo in scena un sequel atipico, che nella prima metà va sul comico leggero, mentre nella seconda metà torna a fare sul serio.
Benvenuti nella guerra di Neo-Zeon di "Gundam ZZ".
La serie prende il via pochi giorni dopo la drammatica conclusione della guerra contro i Titans, e le forze di Axis guidate da Haman approfittano dell'indebolimento della federazione e dell'AEUG per cominciare il loro cammino di conquista sotto il nome di Neo-Zeon. Ovviamente anche il devastato equipaggio dell'Argama è fra i loro bersagli, e questi ultimi sono costretti a scappare, arrivando a chiedere rifugio nella colonia-discarica Shangri-la.
Tra i giovani abitanti della colonia troveremo i protagonisti della vicenda, ovvero il tenace Judau Ashta, sua sorella Lina e suoi amici, Lino, Elle, Beecha e Mondo, che in un normale giorno come tanti finiscono con l'infiltrarsi nell'Argama nel tentativo di rubare materiale, compreso lo Z Gundam, ma, dopo aver conosciuto la pessima situazione dell'equipaggio, privato del pilota di punta Kamille ormai entrato in coma, unita a bizzarre peripezie dovute all'ingresso delle truppe di Neo-Zeon che li porterà a dover dare più volte battaglia con lo Z Gundam pilotato da Judau, decidono infine di entrare a far parte dell'equipaggio, venendo coinvolti nella battaglia contro Neo-Zeon. Judau e amici diverranno i piloti del Gundam Team, ovvero una squadra di Gundam comprendenti un ricostruito Mk-II, lo Z, un nuovo Hyaku-Shiki e in primis il nuovo potentissimo Gundam ZZ, complice l'aiuto della pilota della AEUG Roux.
Ma, col tempo, anche queste giovani vite proveranno sula loro pelle l'orrore della guerra, quando il conflitto diventerà sempre più aspro.
La serie si divide per i toni: i primi sono toni comici, dove la parola d'ordine è risate, dovute tanto al carattere dei nuovi personaggi quanto a situazioni paradossali, come le vicende da spasso nei corridoi dell'Argama o nelle file zeoniane, mentre nella seconda metà si torna alle vicende serie, come piani all'insegna del genocidio o della morte di molti personaggi; i colpi di scena, anche positivi, non mancano.
I nuovi arrivati sono caratterizzati nella media, ma riescono a dare un tono più allegro alle vicende, anche se spesso litigano per chissà cosa, specialmente in schermaglie amorose fra il cast femminile. Anche nelle file di Neo-Zeon si torna a nemici più umani, come il suadente Mashymre Cielo o la prorompente Chara Sun, fino ad arrivare all'imprevedibile Glemy Toto o alle gemelle Puru, o Haman, che avrà molti più approfondimenti di carattere, specialmente quando incrocerà più volte la strada con Judau.
Ovviamente torneranno alcuni personaggi di "Z Gundam", come Fa, gli orfani Shinta e Qum, il capitano Bright, nientemeno che Kamille e la sua lenta ripresa, o i membri di Karada, come Hayato, o il gradito ritorno di Sayla.
Anche questo titolo se la cava graficamente, con il design dei nuovi personaggi molto anni '80, pur accentuando in alcuni passaggi il fanservice, e una pletora di nuovi Mobile Suit accattivanti e bizzarri di aspetto, ma che non scherzano in armamentario e potenza; ovviamente lo ZZ Gundam è un caso particolare, dato che, oltre al suo armamento d'incredibile potenza, necessita dell'agganciamento di tre speciali Core Fighter per potersi formare, richiamando di fatto i super-robot. Anche in ambito sonoro la serie alterna i toni, con musichette movimentate nelle fasi comiche, fino alle orchestre drammatiche nelle fasi serie. Stessa cosa vale per le opening, con la prima spassosa "Anime Janai", e la seconda seria "Silent Voice".
"Gundam ZZ" è un titolo molto particolare, che obbliga la visione se non si è gradito il drammatico finale di "Z Gundam", anche perché è pur sempre un tassello fondamentale per l'U.C (Universal Century).
Al momento della trasmissione, "Z Gundam" mostrò un modo di proporre la guerra su schermo nel modo più drammatico e violento dell'epoca, e perfino il finale non si salvò da questo fato, con la maggior parte dei protagonisti morti in modo ignobile e con l'essere passato dalla soddisfazione della vittoria contro Scirocco al malumore per il destino riservato a Kamille. E, oltre a mettere in luce negativa la figura femminile per via di personaggi come Reccoa e Sarah, le forze di Axis capitanate da Haman erano ancora a piede libero. Quindi il sequel era d'obbligo.
Per fortuna Tomino aveva già previsto il da farsi, dal momento che, a distanza di una settimana dalla conclusione di “Z Gundam”, aveva messo in scena un sequel atipico, che nella prima metà va sul comico leggero, mentre nella seconda metà torna a fare sul serio.
Benvenuti nella guerra di Neo-Zeon di "Gundam ZZ".
La serie prende il via pochi giorni dopo la drammatica conclusione della guerra contro i Titans, e le forze di Axis guidate da Haman approfittano dell'indebolimento della federazione e dell'AEUG per cominciare il loro cammino di conquista sotto il nome di Neo-Zeon. Ovviamente anche il devastato equipaggio dell'Argama è fra i loro bersagli, e questi ultimi sono costretti a scappare, arrivando a chiedere rifugio nella colonia-discarica Shangri-la.
Tra i giovani abitanti della colonia troveremo i protagonisti della vicenda, ovvero il tenace Judau Ashta, sua sorella Lina e suoi amici, Lino, Elle, Beecha e Mondo, che in un normale giorno come tanti finiscono con l'infiltrarsi nell'Argama nel tentativo di rubare materiale, compreso lo Z Gundam, ma, dopo aver conosciuto la pessima situazione dell'equipaggio, privato del pilota di punta Kamille ormai entrato in coma, unita a bizzarre peripezie dovute all'ingresso delle truppe di Neo-Zeon che li porterà a dover dare più volte battaglia con lo Z Gundam pilotato da Judau, decidono infine di entrare a far parte dell'equipaggio, venendo coinvolti nella battaglia contro Neo-Zeon. Judau e amici diverranno i piloti del Gundam Team, ovvero una squadra di Gundam comprendenti un ricostruito Mk-II, lo Z, un nuovo Hyaku-Shiki e in primis il nuovo potentissimo Gundam ZZ, complice l'aiuto della pilota della AEUG Roux.
Ma, col tempo, anche queste giovani vite proveranno sula loro pelle l'orrore della guerra, quando il conflitto diventerà sempre più aspro.
La serie si divide per i toni: i primi sono toni comici, dove la parola d'ordine è risate, dovute tanto al carattere dei nuovi personaggi quanto a situazioni paradossali, come le vicende da spasso nei corridoi dell'Argama o nelle file zeoniane, mentre nella seconda metà si torna alle vicende serie, come piani all'insegna del genocidio o della morte di molti personaggi; i colpi di scena, anche positivi, non mancano.
I nuovi arrivati sono caratterizzati nella media, ma riescono a dare un tono più allegro alle vicende, anche se spesso litigano per chissà cosa, specialmente in schermaglie amorose fra il cast femminile. Anche nelle file di Neo-Zeon si torna a nemici più umani, come il suadente Mashymre Cielo o la prorompente Chara Sun, fino ad arrivare all'imprevedibile Glemy Toto o alle gemelle Puru, o Haman, che avrà molti più approfondimenti di carattere, specialmente quando incrocerà più volte la strada con Judau.
Ovviamente torneranno alcuni personaggi di "Z Gundam", come Fa, gli orfani Shinta e Qum, il capitano Bright, nientemeno che Kamille e la sua lenta ripresa, o i membri di Karada, come Hayato, o il gradito ritorno di Sayla.
Anche questo titolo se la cava graficamente, con il design dei nuovi personaggi molto anni '80, pur accentuando in alcuni passaggi il fanservice, e una pletora di nuovi Mobile Suit accattivanti e bizzarri di aspetto, ma che non scherzano in armamentario e potenza; ovviamente lo ZZ Gundam è un caso particolare, dato che, oltre al suo armamento d'incredibile potenza, necessita dell'agganciamento di tre speciali Core Fighter per potersi formare, richiamando di fatto i super-robot. Anche in ambito sonoro la serie alterna i toni, con musichette movimentate nelle fasi comiche, fino alle orchestre drammatiche nelle fasi serie. Stessa cosa vale per le opening, con la prima spassosa "Anime Janai", e la seconda seria "Silent Voice".
"Gundam ZZ" è un titolo molto particolare, che obbliga la visione se non si è gradito il drammatico finale di "Z Gundam", anche perché è pur sempre un tassello fondamentale per l'U.C (Universal Century).
Prima di iniziare mi pare onesto fare una premessa: tra la posizione dei fanboy di Gundam "va bene tutto purché ci sia Gundam nel titolo" e la posizione dei talebani "l'unico Gundam è quello del 1979 e tutto il resto è inutile" le mie simpatie vanno senz'altro ai talebani. Sono dell'avviso che tutte le storie dell'Universal Century, ovvero ambientate nella stessa linea temporale del Gundam originale, siano inutili. Sono tutte uguali, con sempre i soliti ingredienti: il principato di Zeon, i new types e i Cyber new types, le colonie che cadono sulla Terra, i ragazzini che scorrazzano su navi militari, gli intrighi politici e gli onnipresenti combattimenti tra mobil suit. Tutti elementi che a lungo andare stancano. Va anche ricordato che il primo fra i talebani è lo stesso Yoshiyuki Tomino, che ha sempre detto di essere stato costretto a realizzare seguiti e remake per motivi contrattuali: fosse stato per lui avrebbe solo realizzato lavori originali. Anzi, ha addirittura detto che il motivo per cui ha cominciato a far morire tutto il cast nei suoi anime, guadagnandosi il titolo di sterminatore, era semplicemente quello di rendere impossibile alla produzione chiedergli di realizzare un seguito. Si tratta probabilmente di una battuta semiseria, ma è chiaro che Tomino è un autore che valuta l'originalità grandemente e che non sopporta la minestra riscaldata. Non così il grosso della fan base gundamica, che è andata avanti per trentant'anni a richiedere sempre gli stessi ingredienti.
Fatta questa premessa, è chiaro che la mia valutazione delle serie post 1979 è soggetta a un handicap. Venuta a mancare l'originalità, la valutazione si deve basare sui personaggi, sull'atmosfera della serie e sulla realizzazione tecnica. Secondo questi parametri ZZ Gundam si comporta stranamente bene, molto meglio del suo predecessore Z Gundam. Il merito è dovuto al cambio di registro: ZZ Gundam si presenta come una serie molto più leggera, partendo come una commedia con degli avversari simpaticamente ridicoli, su tutti il cavaliere della rosa Mashymre Cello e la maggiorata fuori di testa Chara Soon. Questo cambio di registro, secondo alcuni imposto dalla produzione, ha fatto infuriare tutti i fan dello Z Gundam, ma ha rallegrato immensamente tutti i suoi detrattori, come il sottoscritto: finalmente Tomino torna a non prendersi sul serio e abbiamo una serie gundamica che ricorda molto di più Xabungle e L-Gaim che il Gundam originale. Addirittura il serissimo Yazan visto nel finale di Z Gundam viene ridotto a macchietta comica sulla falsariga del pistolero Timp di Xabungle, una gran trollata di Tomino che fa diventare un personaggio odioso quasi simpatico.
Purtroppo nella seconda parte, quella ambientata sulla Terra, la serie diventa molto più drammatica, con una quantità di morti inutili e di puntate filler tristissime, che stonano con le battute che pure continuano a rimanere. Questa è la parte più debole, ma resta comunque sopportabile grazie al gradevolissimo chara design di Hiroyuki Kitazume. Di questa parte è degno di essere ricordato il cambio di pettinatura di Roux e Elle. La terza e ultima parte continua su un registro più serio che drammatico, ma è comunque interessante perché l'azione torna a svolgersi nello spazio e tornano Mashymre Cello e Chara Soon. Tornano in versione più seria, e il cambio di personalità è giustificato dal condizionamento mentale subito, visto che sono entrambi dei Cyber New Type. In fondo però rimangono sé stessi, si tratta di cambiamento ma non di stravolgimento dei personaggi. In questa parte Tomino rispetta le direttive di non far morire i protagonisti, ma è di manica larga con gli antagonisti e con i comprimari, motivo per cui le puntate finali di ZZ Gundam sono un'ecatombe non inferiore a quella vista nello Z Gundam. Onestamente avrei preferito meno morti.
La storia è più lineare e meglio gestita rispetto a quella di Z Gundam e per fortuna ci sono un po' meno personaggi, anche se sono sempre troppi, un difetto ricorrente di Tomino. Il finale è chiaro e definitivo, non troppo affrettato come nello Z Gundam, che finisce a metà dell'azione, lasciando molti punti interrogativi aperti: se si vuole conoscere il destino di personaggi come Kamille Bidan, Fa Yuiry e Haman Karn la visione di ZZ Gundam è obbligatoria. I fan della serie classica gradiranno le apparizioni di Sayla Mass e Hayato Kobayashi, altra nota positiva della serie. Una nota stonata invece è stata l'introduzione di Puru Two, fotocopia di Elpeo Puru. Errore tanto più grave tenendo conto che era già stato fatto nello Z Gundam, con il personaggio di Rosamia fotocopia di Four: non se ne può più di cyber new type dal destino tragico, ne bastava una, non quattro! Questo per me è il punto più debole della serie; d'altra parte ha un punto di forza notevolissimo nella realizzazione tecnica, che è di prim'ordine. Il chara design lo reputo molto superiore a quello dello Z Gundam, specialmente nei personaggi femminili. Tra questi il migliore è di gran lunga quello di Chara Soon, grazie anche alla voce estremamente caratteristica della sua doppiatrice Hazuki Kadoma. Musiche, animazioni e mecha design sono di prima classe. Come nota di merito, ci tengono a notare che vengono abbandonati gli odiosissimi luccichii e riflessi patinati di Z Gundam, tornando a un stile sobrio e regolare. Insomma si tratta di una serie gradevole e che merita di essere vista.
Fatta questa premessa, è chiaro che la mia valutazione delle serie post 1979 è soggetta a un handicap. Venuta a mancare l'originalità, la valutazione si deve basare sui personaggi, sull'atmosfera della serie e sulla realizzazione tecnica. Secondo questi parametri ZZ Gundam si comporta stranamente bene, molto meglio del suo predecessore Z Gundam. Il merito è dovuto al cambio di registro: ZZ Gundam si presenta come una serie molto più leggera, partendo come una commedia con degli avversari simpaticamente ridicoli, su tutti il cavaliere della rosa Mashymre Cello e la maggiorata fuori di testa Chara Soon. Questo cambio di registro, secondo alcuni imposto dalla produzione, ha fatto infuriare tutti i fan dello Z Gundam, ma ha rallegrato immensamente tutti i suoi detrattori, come il sottoscritto: finalmente Tomino torna a non prendersi sul serio e abbiamo una serie gundamica che ricorda molto di più Xabungle e L-Gaim che il Gundam originale. Addirittura il serissimo Yazan visto nel finale di Z Gundam viene ridotto a macchietta comica sulla falsariga del pistolero Timp di Xabungle, una gran trollata di Tomino che fa diventare un personaggio odioso quasi simpatico.
Purtroppo nella seconda parte, quella ambientata sulla Terra, la serie diventa molto più drammatica, con una quantità di morti inutili e di puntate filler tristissime, che stonano con le battute che pure continuano a rimanere. Questa è la parte più debole, ma resta comunque sopportabile grazie al gradevolissimo chara design di Hiroyuki Kitazume. Di questa parte è degno di essere ricordato il cambio di pettinatura di Roux e Elle. La terza e ultima parte continua su un registro più serio che drammatico, ma è comunque interessante perché l'azione torna a svolgersi nello spazio e tornano Mashymre Cello e Chara Soon. Tornano in versione più seria, e il cambio di personalità è giustificato dal condizionamento mentale subito, visto che sono entrambi dei Cyber New Type. In fondo però rimangono sé stessi, si tratta di cambiamento ma non di stravolgimento dei personaggi. In questa parte Tomino rispetta le direttive di non far morire i protagonisti, ma è di manica larga con gli antagonisti e con i comprimari, motivo per cui le puntate finali di ZZ Gundam sono un'ecatombe non inferiore a quella vista nello Z Gundam. Onestamente avrei preferito meno morti.
La storia è più lineare e meglio gestita rispetto a quella di Z Gundam e per fortuna ci sono un po' meno personaggi, anche se sono sempre troppi, un difetto ricorrente di Tomino. Il finale è chiaro e definitivo, non troppo affrettato come nello Z Gundam, che finisce a metà dell'azione, lasciando molti punti interrogativi aperti: se si vuole conoscere il destino di personaggi come Kamille Bidan, Fa Yuiry e Haman Karn la visione di ZZ Gundam è obbligatoria. I fan della serie classica gradiranno le apparizioni di Sayla Mass e Hayato Kobayashi, altra nota positiva della serie. Una nota stonata invece è stata l'introduzione di Puru Two, fotocopia di Elpeo Puru. Errore tanto più grave tenendo conto che era già stato fatto nello Z Gundam, con il personaggio di Rosamia fotocopia di Four: non se ne può più di cyber new type dal destino tragico, ne bastava una, non quattro! Questo per me è il punto più debole della serie; d'altra parte ha un punto di forza notevolissimo nella realizzazione tecnica, che è di prim'ordine. Il chara design lo reputo molto superiore a quello dello Z Gundam, specialmente nei personaggi femminili. Tra questi il migliore è di gran lunga quello di Chara Soon, grazie anche alla voce estremamente caratteristica della sua doppiatrice Hazuki Kadoma. Musiche, animazioni e mecha design sono di prima classe. Come nota di merito, ci tengono a notare che vengono abbandonati gli odiosissimi luccichii e riflessi patinati di Z Gundam, tornando a un stile sobrio e regolare. Insomma si tratta di una serie gradevole e che merita di essere vista.
Spesso "ZZ Gundam" viene trattato male, criticato e messo in disparte da molti fan della saga (incluso lo stesso Tomino, che lo ha rinnegato con i tre pietosi film riassuntivi di "Z Gundam"). Trovo che questo atteggiamento sia piuttosto ingiusto: sembra che i detrattori non tengano conto dei contrasti presenti tra il regista e la produzione, che da sempre rovinano le sue opere, e dei picchi vertiginosi che quest'anime raggiunge nella seconda parte, quella più matura e melodrammatica. Ma procediamo con ordine. Dopo le atmosfere pesanti e la serietà di "Z Gundam", la Bandai impone a Tomino di abbassare il target a cui rivolgere il sequel dello Z, in modo da aumentare i profitti derivanti dalla vendita di modellini. Quindi nelle prime puntate della serie abbiamo a che fare con un gruppetto di imbecilli che "cazzeggia" in giro per la colonia di Shangri-la, tra i quali spicca il protagonista Judau Ashta, un perdigiorno sempliciotto e di buon cuore. Dopo un po' arriva pure il gundam che da il titolo all'opera, che vanta di una sequenza di assemblamento che ricorda molto quelle dei super-robot del passato. A questo punto gli elementi per far contenta la Bandai ci sono tutti, tuttavia il pubblico capisce che con la guerra non si scherza, come testimonia il (giustamente) basso indice di share. A questo punto Tomino riceve l'ordine di alzare il target e il livello di serietà dell'opera, e qui ci regala dei momenti veramente memorabili, riabilita Haman Karn e le concede tutto lo spazio di cui ha bisogno, introduce una delle prime loli della storia, Elpeo Puru, che si rivelerà essere un personaggio indimenticabile e ben caratterizzato.
Di solito, alcuni robotici anni '80 presentano un'alta densità di episodi filler nella parte centrale della serie. "ZZ Gundam" invece fa l'opposto, propinandoli tutti all'inizio. I primi 18 episodi della serie sono il nulla assoluto: presentano delle gag scontatissime, sfociano spesso nel trash (l'avventura nella colonia moon-moon, in cui risiedono i penosi "ninja spaziali"), nel fanservice puro (mi chiedo chi si possa eccitare con un primo piano inguinale della sorella minorenne di Judau). Insomma, snaturano completamente il concept gundamico originale e la tensione creata nei fan con il finale tragico dello Z.
Dal diciannovesimo episodio in poi, con l'entrata in scena di Elpeo Puru e di Haman Karn, i veri capisaldi dell'opera, la situazione cambia in meglio: Judau la smette di "cazzeggiare" e inizia, come la maggior parte dei protagonisti delle opere di Tomino, a ribellarsi al mondo degli adulti; con lui crescono bruscamente anche tutti gli altri personaggi, che da semplici macchiette assumono una caratterizzazione ben definita. L'atmosfera si fa sempre più seria, cupa e opprimente, a tratti drammatica, seppure non ai livelli del celebre predecessore. Gli stacchetti comici comunque non mancano, e questa volta riescono anche a strappare un sorriso, alleggerendo l'atmosfera tesa e rendendo la visione più coinvolgente. Le puntate veramente indimenticabili sono la ventisettesima e la ventottesima, l'epico ritorno in scena di Kamille, alla trentaquattresima, e uno dei migliori "colony drop" di sempre, alla trentacinquesima. Le puntate finali sono splendide, epiche e mettono bene in evidenza il pensiero di Tomino, riassunto egregiamente nel discorso di Judau del penultimo episodio.
A livello puramente tecnico, "ZZ Gundam" è eccellente sotto tutti gli aspetti: il character design del veterano Hiroyuki Kitazume, che curerà anche quello del film "Char's counterattack", non fa affatto rimpiangere quello di YAS; il mecha design di Kunio Okawara fa il suo lavoro egregiamente, sfornando nuovi modelli di mecha tra cui spicca l'imponente MRX-010 Psycho Gundam Mk-II; le animazioni sono decisamente all'avanguardia per l'epoca e superano senza problemi quelle di molte serie degli anni '90. Essendo "ZZ Gundam" molto vario nella scelta delle ambientazioni, il design dei fondali è molto pittorico e di qualità: si passa dallo spazio alla città di Dakar, nel deserto, alla nuvolosa Dublino, fino ad arrivare a città sotterranee e a colonie che ricordano China Town. Musicalmente parlando, la scelta di riciclare i brani dello Z si rivela ottima. Inoltre, la seconda sigla di apertura, "Silent Voice", è una delle migliori di tutto il franchise gundamico. Da brividi!
La sceneggiatura della seconda parte di "ZZ Gundam" è scritta bene. A parte qualche scelta infelice, la mancanza di un cast eccessivo di personaggi ben caratterizzati e di trecento fazioni in lotta tra loro rendono la visione meno confusionaria e più lineare rispetto al predecessore.
Finalmente Haman Karn, che nello Z avrebbe meritato più spazio, può esprimere pienamente il suo pensiero e mostrarsi in tutto il suo carisma, rivelandosi una figura affascinante, tragica e calcolatrice. Un'antagonista perfetta.
Nello sviluppo dei combattimenti "ZZ Gundam" istituisce il cosiddetto "Gundam Team", composto dal Gundam Mk-II, dallo Z Gundam e dallo ZZ Gundam. Spesso i protagonisti cambieranno mecha a seconda della battaglia o della missione da svolgere: ad esempio nel deserto utilizzare lo Z si rivelerà un'ottima scelta, data la sua leggerezza e versatilità.
In definitiva, secondo me "ZZ Gundam" è un buon robotico, senza troppe pretese e con momenti veramente memorabili. Caduto nel dimenticatoio per le prime demenziali diciotto puntate e per il confronto scorretto con il suo celebre predecessore, mi sento in dovere di proporlo come titolo fondamentale nella continuity dell'UC gundamico, disabilitando i tre penosi film riassuntivi "Z Gundam - A New Translation" che lo rinnegano. Inoltre, il recente "Gundam Unicorn" si riallaccia allo ZZ, in quanto in esso compare una delle cloni di Elpeo Puru create da Glemy Toto; questo fatto mette in evidenza che "ZZ Gundam" stia subendo una rivalutazione positiva anche in Giappone.
Le situazioni lasciate in sospeso dal finale di "Z Gundam", come il destino di Kamille Bidan e di Haman Karn, vengono risolte egregiamente da questa serie, il cui finale mi ha molto soddisfatto.
In conclusione, i veri fan della saga UC devono tenere bene a mente questa cronologia: "Gundam 0079", "Z Gundam", "ZZ Gundam", "Char's counterattack". Data l'elevata mediocrità dei recenti titoli gundamici (tra cui metto in primis "Gundam Wing" con tutti i suoi derivati) e della maggiorparte delle serie robotiche contemporanee, create unicamente per fare fanservice, riscoprire "ZZ Gundam" potrebbe rivelarsi una bella sorpresa.
Di solito, alcuni robotici anni '80 presentano un'alta densità di episodi filler nella parte centrale della serie. "ZZ Gundam" invece fa l'opposto, propinandoli tutti all'inizio. I primi 18 episodi della serie sono il nulla assoluto: presentano delle gag scontatissime, sfociano spesso nel trash (l'avventura nella colonia moon-moon, in cui risiedono i penosi "ninja spaziali"), nel fanservice puro (mi chiedo chi si possa eccitare con un primo piano inguinale della sorella minorenne di Judau). Insomma, snaturano completamente il concept gundamico originale e la tensione creata nei fan con il finale tragico dello Z.
Dal diciannovesimo episodio in poi, con l'entrata in scena di Elpeo Puru e di Haman Karn, i veri capisaldi dell'opera, la situazione cambia in meglio: Judau la smette di "cazzeggiare" e inizia, come la maggior parte dei protagonisti delle opere di Tomino, a ribellarsi al mondo degli adulti; con lui crescono bruscamente anche tutti gli altri personaggi, che da semplici macchiette assumono una caratterizzazione ben definita. L'atmosfera si fa sempre più seria, cupa e opprimente, a tratti drammatica, seppure non ai livelli del celebre predecessore. Gli stacchetti comici comunque non mancano, e questa volta riescono anche a strappare un sorriso, alleggerendo l'atmosfera tesa e rendendo la visione più coinvolgente. Le puntate veramente indimenticabili sono la ventisettesima e la ventottesima, l'epico ritorno in scena di Kamille, alla trentaquattresima, e uno dei migliori "colony drop" di sempre, alla trentacinquesima. Le puntate finali sono splendide, epiche e mettono bene in evidenza il pensiero di Tomino, riassunto egregiamente nel discorso di Judau del penultimo episodio.
A livello puramente tecnico, "ZZ Gundam" è eccellente sotto tutti gli aspetti: il character design del veterano Hiroyuki Kitazume, che curerà anche quello del film "Char's counterattack", non fa affatto rimpiangere quello di YAS; il mecha design di Kunio Okawara fa il suo lavoro egregiamente, sfornando nuovi modelli di mecha tra cui spicca l'imponente MRX-010 Psycho Gundam Mk-II; le animazioni sono decisamente all'avanguardia per l'epoca e superano senza problemi quelle di molte serie degli anni '90. Essendo "ZZ Gundam" molto vario nella scelta delle ambientazioni, il design dei fondali è molto pittorico e di qualità: si passa dallo spazio alla città di Dakar, nel deserto, alla nuvolosa Dublino, fino ad arrivare a città sotterranee e a colonie che ricordano China Town. Musicalmente parlando, la scelta di riciclare i brani dello Z si rivela ottima. Inoltre, la seconda sigla di apertura, "Silent Voice", è una delle migliori di tutto il franchise gundamico. Da brividi!
La sceneggiatura della seconda parte di "ZZ Gundam" è scritta bene. A parte qualche scelta infelice, la mancanza di un cast eccessivo di personaggi ben caratterizzati e di trecento fazioni in lotta tra loro rendono la visione meno confusionaria e più lineare rispetto al predecessore.
Finalmente Haman Karn, che nello Z avrebbe meritato più spazio, può esprimere pienamente il suo pensiero e mostrarsi in tutto il suo carisma, rivelandosi una figura affascinante, tragica e calcolatrice. Un'antagonista perfetta.
Nello sviluppo dei combattimenti "ZZ Gundam" istituisce il cosiddetto "Gundam Team", composto dal Gundam Mk-II, dallo Z Gundam e dallo ZZ Gundam. Spesso i protagonisti cambieranno mecha a seconda della battaglia o della missione da svolgere: ad esempio nel deserto utilizzare lo Z si rivelerà un'ottima scelta, data la sua leggerezza e versatilità.
In definitiva, secondo me "ZZ Gundam" è un buon robotico, senza troppe pretese e con momenti veramente memorabili. Caduto nel dimenticatoio per le prime demenziali diciotto puntate e per il confronto scorretto con il suo celebre predecessore, mi sento in dovere di proporlo come titolo fondamentale nella continuity dell'UC gundamico, disabilitando i tre penosi film riassuntivi "Z Gundam - A New Translation" che lo rinnegano. Inoltre, il recente "Gundam Unicorn" si riallaccia allo ZZ, in quanto in esso compare una delle cloni di Elpeo Puru create da Glemy Toto; questo fatto mette in evidenza che "ZZ Gundam" stia subendo una rivalutazione positiva anche in Giappone.
Le situazioni lasciate in sospeso dal finale di "Z Gundam", come il destino di Kamille Bidan e di Haman Karn, vengono risolte egregiamente da questa serie, il cui finale mi ha molto soddisfatto.
In conclusione, i veri fan della saga UC devono tenere bene a mente questa cronologia: "Gundam 0079", "Z Gundam", "ZZ Gundam", "Char's counterattack". Data l'elevata mediocrità dei recenti titoli gundamici (tra cui metto in primis "Gundam Wing" con tutti i suoi derivati) e della maggiorparte delle serie robotiche contemporanee, create unicamente per fare fanservice, riscoprire "ZZ Gundam" potrebbe rivelarsi una bella sorpresa.
Era Spaziale, anno 0088. Dopo aver annientato i Titans l'AEUG volge ora la sua lotta verso Haman Karn che, assieme alla piccola Mineva Zabi, guida sull'asteroide Axis la rinascita dell'esercito di Zeon per dichiarare nuovamente guerra alla Federazione Terrestre, ormai militarmente stremata. Al posto di Kamille, ormai impossibilitato a combattere ancora, c'è ora Judau Ashta, giovane scavezzacollo proveniente della colonia di Shangri-la (Side 1), che insieme ai suoi amici e alla sorellina si unisce alla flotta dell'Argama...
Terza serie televisiva del franchise e seguito diretto del mitologico Z Gundam, Gundam ZZ è anch'esso entrato nella storia come il predecessore. In termini però nettamente opposti, nei termini di prima, grande pecora nera dell'intera saga, scontentando tutti i fan all'epoca al punto tale che, in tempi recenti, Tomino stesso cercherà inutilmente di mandarlo fuori continuity con i tre film riassuntivi di Z. Fortunatamente quello che è orribile ieri non lo è per forza oggi, e "grazie" a ben altro tipo di pattume animato uscito sotto lo sguardo rassegnato del mobile suit bianco (Wing, X e il recentissimo, atroce AGE), ZZ ha modo di trovare una tardiva, seppur non eclatante riabilitazione.
Quello che certamente colpisce a primo acchito di ZZ, rispetto al passato, è il netto cambio di atmosfere: se Z Gundam dall'inizio alla fine è oscuro e drammatico, in questo sequel i toni cupi si smorzano paurosamente per fare spazio, sopratutto inizialmente, ad atmosfere infantili e umoristiche, stranianti per chi si è abituato ai temi opprimenti del predecessore. Basta solo ascoltare la prima opening dell'anime, "Anime ja nai" (letteralmente "non è solo un anime"), per capire quale stravolgimento sia stato operato per assurde imposizioni marketing di Sunrise atte a renderlo usufruibile a un pubblico infantile.
Ironicamente bisogna dare atto che sotto questa luce umoristica ZZ, a suo modo, si fa vedere, quasi da poterlo definire simpatico: diverse gag sono carine, così come alcuni dei nuovi personaggi, considerati ovviamente nella loro sola accezione buffonesca, tra cui un demente generale di Neo Zeon e una comandante zeoniana dall'improponibile acconciatura glam. I vecchi in compenso, stravolti per adeguarsi alla nuova concezione ridanciana (come il malvagio Yazan e l'onnipresente capitano Bright), diventano inguardabili. Unica eccezione il villain della serie, l'affascinante Haman Karn già vista in Z Gundam, la sola a mantenere la sua storica caratterizzazione, e per questo tanto carismatica da primeggiare sulla totalità del cast, anche per effetto della mancanza di un corrispettivo altrettanto eroico nell'insignificante protagonista Judau. Pur riuscendo, si diceva, ad apprezzare ZZ nella sua inedita forma infantile, in più momenti ci si domanda però che ne è della storia epica lasciata in sospeso, ora incentrata su bambini petulanti e dispettosi, ridicoli ufficiali di Neo Zeon e un avanzamento di trama lentissimo, ripetitivo e in alcuni casi addirittura trash (l'avventura in due parti sulla colonia Moon Moon).
La risposta ce la dà Tomino dopo i primi 17 infantili episodi, quando decide curiosamente di abbandonare il timbro umoristico. Appaiono personaggi cupi, la gente inizia a morire (sopratutto eroi storici della prima serie) e ZZ si tinge, timidamente, di dramma. Oltretutto le precedenti personalità demenziali subiscono un'abissale evoluzione, passando nettamente da cretini a seriosi, esempio più incredibile il prima ridicolo e ora figo Mashimer Cello. Da serie goffa Gundam ZZ decolla avvicinandosi più volte alle atmosfere di Z Gundam: si fanno strada intrighi politici, rapimenti, morti, e anche la trashosissima sigla d'apertura iniziale viene finalmente abbandonata a favore di una più consona. Sembra che tutto incominci a ingranare, ma ecco che, di punto in bianco, verso gli ultimi episodi si torna alle atmosfere iniziali di scherno puro, per poi giungere a una fase conclusiva dove serio e faceto si rincorrono continuamente anche nel (teoricamente) drammatico finale. Come se Tomino continui a non avere idee chiare sulle atmosfere che intende adottare, o sia costretto da Sunrise a tornare subito sui suoi passi. Basti pensare a come viene gestito male un personaggio tragico sulla carta come la piccola Elpeo Ple, newtype artificiale creata per andare in guerra, potenzialmente inquietante per la sua purezza innocente da bambina nel compiere crudeltà, ma poi cambia schieramento, allora è rimpiazzata da un clone, allora si sacrifica e via così di azioni che una piccola come lei non dovrebbe in teoria riuscire a pensare.
Gundam ZZ è una serie atipica, sicuramente altalenante, che inizialmente schifa, ma che a lungo andare dimostra delle qualità. Non si può minimamente definirla riuscita visti i continui cambi di atmosfere e un numero davvero eccessivo di filler, ma racconta alcuni rari intermezzi davvero riusciti, toccanti o apocalittici (tra cui uno dei migliori colony drop di sempre), e reca in sé diversi degli embrioni che hanno fatto grandi Gundam e Z Gundam. Embrioni che vanno ricercati nell'intrigante soggetto principale, nel comparto tecnico all'avanguardia, nei chara (il neo-entrato Hiroyuki Kitazume, che aggiorna Yoshikazu Yasuhiko senza stravolgerlo e con altrettanta classe) e mecha accattivanti e dettagliati. Senza dimenticarsi le musiche, anonime nelle nuove sonorità, ma basate anche su pezzi vecchi riciclati dall'indimenticabile OST di Z Gundam.
Chi non vuole saperne di "rovinarsi" il ricordo di Z con il suo contraddittorio sequel può tranquillamente saltarlo e godersi Il contrattacco di Char (con il senno di poi, dalla prima opening sembra che già in ZZ era prevista l'apparizione della Cometa Rossa, ma alla fine salta perché Tomino convince i produttori a finanziare il lungometraggio), ma sia cosciente però che tale visione è indispensabile per capire il recentissimo Gundam Unicorn, nel quale si torna a parlare di newtype artificiali e di cloni di Elpeo Ple. Questa categoria sappia comunque che si perde chicche di un certo interesse, come il destino di Haman Karn, Kamille Bidan e Hayato Kobayashi, e il ritorno di Sayla Mass.
Terza serie televisiva del franchise e seguito diretto del mitologico Z Gundam, Gundam ZZ è anch'esso entrato nella storia come il predecessore. In termini però nettamente opposti, nei termini di prima, grande pecora nera dell'intera saga, scontentando tutti i fan all'epoca al punto tale che, in tempi recenti, Tomino stesso cercherà inutilmente di mandarlo fuori continuity con i tre film riassuntivi di Z. Fortunatamente quello che è orribile ieri non lo è per forza oggi, e "grazie" a ben altro tipo di pattume animato uscito sotto lo sguardo rassegnato del mobile suit bianco (Wing, X e il recentissimo, atroce AGE), ZZ ha modo di trovare una tardiva, seppur non eclatante riabilitazione.
Quello che certamente colpisce a primo acchito di ZZ, rispetto al passato, è il netto cambio di atmosfere: se Z Gundam dall'inizio alla fine è oscuro e drammatico, in questo sequel i toni cupi si smorzano paurosamente per fare spazio, sopratutto inizialmente, ad atmosfere infantili e umoristiche, stranianti per chi si è abituato ai temi opprimenti del predecessore. Basta solo ascoltare la prima opening dell'anime, "Anime ja nai" (letteralmente "non è solo un anime"), per capire quale stravolgimento sia stato operato per assurde imposizioni marketing di Sunrise atte a renderlo usufruibile a un pubblico infantile.
Ironicamente bisogna dare atto che sotto questa luce umoristica ZZ, a suo modo, si fa vedere, quasi da poterlo definire simpatico: diverse gag sono carine, così come alcuni dei nuovi personaggi, considerati ovviamente nella loro sola accezione buffonesca, tra cui un demente generale di Neo Zeon e una comandante zeoniana dall'improponibile acconciatura glam. I vecchi in compenso, stravolti per adeguarsi alla nuova concezione ridanciana (come il malvagio Yazan e l'onnipresente capitano Bright), diventano inguardabili. Unica eccezione il villain della serie, l'affascinante Haman Karn già vista in Z Gundam, la sola a mantenere la sua storica caratterizzazione, e per questo tanto carismatica da primeggiare sulla totalità del cast, anche per effetto della mancanza di un corrispettivo altrettanto eroico nell'insignificante protagonista Judau. Pur riuscendo, si diceva, ad apprezzare ZZ nella sua inedita forma infantile, in più momenti ci si domanda però che ne è della storia epica lasciata in sospeso, ora incentrata su bambini petulanti e dispettosi, ridicoli ufficiali di Neo Zeon e un avanzamento di trama lentissimo, ripetitivo e in alcuni casi addirittura trash (l'avventura in due parti sulla colonia Moon Moon).
La risposta ce la dà Tomino dopo i primi 17 infantili episodi, quando decide curiosamente di abbandonare il timbro umoristico. Appaiono personaggi cupi, la gente inizia a morire (sopratutto eroi storici della prima serie) e ZZ si tinge, timidamente, di dramma. Oltretutto le precedenti personalità demenziali subiscono un'abissale evoluzione, passando nettamente da cretini a seriosi, esempio più incredibile il prima ridicolo e ora figo Mashimer Cello. Da serie goffa Gundam ZZ decolla avvicinandosi più volte alle atmosfere di Z Gundam: si fanno strada intrighi politici, rapimenti, morti, e anche la trashosissima sigla d'apertura iniziale viene finalmente abbandonata a favore di una più consona. Sembra che tutto incominci a ingranare, ma ecco che, di punto in bianco, verso gli ultimi episodi si torna alle atmosfere iniziali di scherno puro, per poi giungere a una fase conclusiva dove serio e faceto si rincorrono continuamente anche nel (teoricamente) drammatico finale. Come se Tomino continui a non avere idee chiare sulle atmosfere che intende adottare, o sia costretto da Sunrise a tornare subito sui suoi passi. Basti pensare a come viene gestito male un personaggio tragico sulla carta come la piccola Elpeo Ple, newtype artificiale creata per andare in guerra, potenzialmente inquietante per la sua purezza innocente da bambina nel compiere crudeltà, ma poi cambia schieramento, allora è rimpiazzata da un clone, allora si sacrifica e via così di azioni che una piccola come lei non dovrebbe in teoria riuscire a pensare.
Gundam ZZ è una serie atipica, sicuramente altalenante, che inizialmente schifa, ma che a lungo andare dimostra delle qualità. Non si può minimamente definirla riuscita visti i continui cambi di atmosfere e un numero davvero eccessivo di filler, ma racconta alcuni rari intermezzi davvero riusciti, toccanti o apocalittici (tra cui uno dei migliori colony drop di sempre), e reca in sé diversi degli embrioni che hanno fatto grandi Gundam e Z Gundam. Embrioni che vanno ricercati nell'intrigante soggetto principale, nel comparto tecnico all'avanguardia, nei chara (il neo-entrato Hiroyuki Kitazume, che aggiorna Yoshikazu Yasuhiko senza stravolgerlo e con altrettanta classe) e mecha accattivanti e dettagliati. Senza dimenticarsi le musiche, anonime nelle nuove sonorità, ma basate anche su pezzi vecchi riciclati dall'indimenticabile OST di Z Gundam.
Chi non vuole saperne di "rovinarsi" il ricordo di Z con il suo contraddittorio sequel può tranquillamente saltarlo e godersi Il contrattacco di Char (con il senno di poi, dalla prima opening sembra che già in ZZ era prevista l'apparizione della Cometa Rossa, ma alla fine salta perché Tomino convince i produttori a finanziare il lungometraggio), ma sia cosciente però che tale visione è indispensabile per capire il recentissimo Gundam Unicorn, nel quale si torna a parlare di newtype artificiali e di cloni di Elpeo Ple. Questa categoria sappia comunque che si perde chicche di un certo interesse, come il destino di Haman Karn, Kamille Bidan e Hayato Kobayashi, e il ritorno di Sayla Mass.
La nuova serie dedicata a Gundam aveva l'obiettivo primario di essere meno sanguinolenta della serie precedente, o comunque era indirizzata ad un pubblico più giovane, quindi gli autori dell'opera pensarono bene di innovare la narrazione con dei tratti sicuramente più giovani e freschi.
E difatti le "forze fresche" sono l'elemento principale che diversificano la serie dalla precedente, anche se il filone narrativo praticamente parte dalla fine della scorsa serie, dunque lo scopo sarà la riorganizzazione delle forze terrestri per combattere col nuovo automa da cui prende il nome la serie i nemici alieni.
L'intento degli autori lo ritroviamo anche nei protagonisti, fra i quali vengono arruolati dei giovani di belle speranze per il successo della missione, che si dimostrano capaci di fronteggiare i nemici con autorità e anche un pò di spericolatezza.
Questo è un particolare che sarà caratteristico in questa serie, che è tendente a rinvigorire e rendere meno seriosa la narrazione, in altre parole vedere l'aspetto dell'opera attraverso gli occhi e le emozioni di un protagonista più piccolo d'età, per dare quindi alla serie un aspetto "giovane" anche attraverso gli elementi che la caratterizzano, che sono presenti ovviamente in ogni episodio.
L'opera vuole farci capire che il problema dell'età per la maturità è praticamente irrilevante, se una persona ha talento e dedizione per quello che fa, tutto ciò non conosce anagrafe o similari, ma conosce la granitica voglia di raggiungere un determinato fine, un determinato scopo nella vita con qualsiasi mezzo, e tale situazione la ritroviamo attraverso i protagonisti, la cui trasposizione nella nostra realtà avviene proprio attraverso l'allegoria della gioventù rappresentata dai protagonisti dell'opera, in cui non esistono preclusioni alla difesa della terra, in cui l'evoluzione della specie, e quindi la garanzia di un futuro per le generazioni che verranno dipende anche da questo importante fattore, e tutto ciò dipenderà sempre dai valori che ci hanno trasmesso le precedenti generazioni, è un continuo tramandare, se si opera bene nella nostra epoca, possiamo far ereditare a chi verrà dopo di noi un futuro migliore, a mio avviso, questo è il significato più importante che questo anime ci può fornire.
E difatti le "forze fresche" sono l'elemento principale che diversificano la serie dalla precedente, anche se il filone narrativo praticamente parte dalla fine della scorsa serie, dunque lo scopo sarà la riorganizzazione delle forze terrestri per combattere col nuovo automa da cui prende il nome la serie i nemici alieni.
L'intento degli autori lo ritroviamo anche nei protagonisti, fra i quali vengono arruolati dei giovani di belle speranze per il successo della missione, che si dimostrano capaci di fronteggiare i nemici con autorità e anche un pò di spericolatezza.
Questo è un particolare che sarà caratteristico in questa serie, che è tendente a rinvigorire e rendere meno seriosa la narrazione, in altre parole vedere l'aspetto dell'opera attraverso gli occhi e le emozioni di un protagonista più piccolo d'età, per dare quindi alla serie un aspetto "giovane" anche attraverso gli elementi che la caratterizzano, che sono presenti ovviamente in ogni episodio.
L'opera vuole farci capire che il problema dell'età per la maturità è praticamente irrilevante, se una persona ha talento e dedizione per quello che fa, tutto ciò non conosce anagrafe o similari, ma conosce la granitica voglia di raggiungere un determinato fine, un determinato scopo nella vita con qualsiasi mezzo, e tale situazione la ritroviamo attraverso i protagonisti, la cui trasposizione nella nostra realtà avviene proprio attraverso l'allegoria della gioventù rappresentata dai protagonisti dell'opera, in cui non esistono preclusioni alla difesa della terra, in cui l'evoluzione della specie, e quindi la garanzia di un futuro per le generazioni che verranno dipende anche da questo importante fattore, e tutto ciò dipenderà sempre dai valori che ci hanno trasmesso le precedenti generazioni, è un continuo tramandare, se si opera bene nella nostra epoca, possiamo far ereditare a chi verrà dopo di noi un futuro migliore, a mio avviso, questo è il significato più importante che questo anime ci può fornire.
La serie doveva essere volutamente orientata ad un pubblico di età infantile e in effetti nei primi quindici episodi circa, le miriadi di gag demenziali lo confermano. Per questo motivo la serie ha avuto scarso seguito da parte del pubblico al punto tale da indurre gli autori a cambiare drasticamente il tono narrativo, facendolo ripiombare in una certa serietà (ma non troppo) che ha sempre contraddistinto Gundam. La trama in effetti prende una piega sempre più concitata dando un senso allo scopo dei personaggi, i quali formano un vero gruppo affiatato solo dopo alcune puntate. Forse questa è la serie dove si vedono più Gundam fare parte di una stessa fazione, tanto è vero che viene creato il "Gundam Team". L'opera nel complesso è apprezzabile comunque ma, chi ama la serie non pretenda troppo.
Sicuramente la più debole tra tutte le serie UC. Inizia immediatamente dopo la conclusione di Z e del suo catartico bagno di sangue. La Sunrise chiese a Tomino di smussare la tragicità dei toni e questo avviene in maniera non sistematica ma davvero spiazzante. In certi episodi non si capisce bene come Gundam, ovvero l'anime Si-Fi "real" per eccellenza si trasformi in un surrogato di Daitarn 3 o Trider G7 costituito essenzialmente da siparietti demenziali che a volte durano per episodi interi! (I ninja aztechi spaziali... ma stiamo scherzando?!?). A volte la trama si riporta su atmosfere più "consone" e con un finale che richiama le serie più classiche. Solo per gli ultramaniaci che collezionano serie di Gundam anche quando in effetti non ne vale la pena.