Highlander: The Search for Vengeance
Una rivisitazione del film e/o uno spin-off a parte in grafica animata. Un anime molto spinto e audace, per via del modo in cui la trama viene presentata e illustrata. Particolarmente controverso nel suo svolgimento e anche molto profondo, poiché tratta di un tema assai delicato e molto ambiguo, il quale presenta molte sfaccettature e fa da sfondo ad una prospettiva che all'apparenza sembra allettante, ma che in realtà non lo è, soprattutto se il motivo che spinge le persone è quello sbagliato.
Tutto questo lo si capisce dal volto del protagonista, sempre in pena e tormentato e i cui occhi sono vuoti e pieni di ansia e di angoscia e costituisce il nucleo tematico centrale della trama attorno e/o attraverso il quale si susseguono le vicende così come dalle intenzioni del suo antagonista il quale fa finta di amare ciò che ama salvo poi distruggerlo. Altra questione fondamentale trattata é la questione della civiltà e delle "civiltà" e di come si susseguano e si dissolvano per rinascere e per morire. Qui viene una sorta di sovrapposizione tra gli esseri umani che creano e costruiscono le loro civiltà e che con esse condividono lo stesso destino e le civiltà che più o meno sopravvivono agli esseri umani e/o che muoiono con essi.
Ciò che spinge il protagonista a compiere quello che compie è un motivo personale, dal quale però si lascia ossessionare, accecare e assordare tanto da non fermarsi ad ascoltare la sua coscienza e/o accettare che quello che è successo è successo. La grafica è piuttosto curata ed è anche brillante. I personaggi sono completamente immersi nella loro ambientazione. La colonna sonora è caratterizzata dalla presenza di tracce di diversi generi, le quali fanno da sottofondo.
Tutto questo lo si capisce dal volto del protagonista, sempre in pena e tormentato e i cui occhi sono vuoti e pieni di ansia e di angoscia e costituisce il nucleo tematico centrale della trama attorno e/o attraverso il quale si susseguono le vicende così come dalle intenzioni del suo antagonista il quale fa finta di amare ciò che ama salvo poi distruggerlo. Altra questione fondamentale trattata é la questione della civiltà e delle "civiltà" e di come si susseguano e si dissolvano per rinascere e per morire. Qui viene una sorta di sovrapposizione tra gli esseri umani che creano e costruiscono le loro civiltà e che con esse condividono lo stesso destino e le civiltà che più o meno sopravvivono agli esseri umani e/o che muoiono con essi.
Ciò che spinge il protagonista a compiere quello che compie è un motivo personale, dal quale però si lascia ossessionare, accecare e assordare tanto da non fermarsi ad ascoltare la sua coscienza e/o accettare che quello che è successo è successo. La grafica è piuttosto curata ed è anche brillante. I personaggi sono completamente immersi nella loro ambientazione. La colonna sonora è caratterizzata dalla presenza di tracce di diversi generi, le quali fanno da sottofondo.
Highlander: Vendetta Immortale è un film d'animazione ambientato nell'universo di Highlander, creato da Gregory Widen. Il lungometraggio è stato diretto da Yoshiaki Kawajiri (Ninja Scroll, Vampire Hunter D: Bloodlust) e scritto da David Abramowitz, che ha lavorato alla sceneggiatura della serie televisiva e di due film. Il film è stata una joint venture tra lo studio Madhouse, che ha lavorato sulle animazioni, e la Imagi, che si è occupata della trama e della colonna sonora. In Italia è stato distribuito direttamente in dvd dalla Dell'Angelo Pictures.
«Un guerriero venne a noi, lui non apparteneva a nessun clan, ma ha combattuto per noi, con tutto il suo coraggio.
Ed è morto per noi. E per noi vivrà in eterno.
Da oggi in avanti egli sarà considerato come nostro fratello, Colin MacLeod, del clan MacLeod.
Dopo un secolo di terrorismo e battaglie universali, la Terra è precipitata nel caos e nella decadenza.
Le nazioni sono state sostituite da città stato, fortezze armate comandate da aspiranti re e demagoghi.
La vita ha poco valore ed è facile morire... eccetto per qualcuno.
Per gli immortali che vivono tra noi, la morte arriva solo se gli viene tagliata la testa.
Questa è la storia di un immortale. Colin MacLeod.
E della sua eterna ricerca di vendetta.»
Highlander - l'ultimo immortale fu un vero e proprio capolavoro quando uscì nel 1986. Tra gli anni ottanta e novanta, il fascino di questa saga portò alla realizzazione di diverse produzioni legate all'universo degli Highlander. Purtroppo, la qualità di questi lavori è peggiorata con il passare del tempo fino a raggiungere un livello davvero scadente negli ultimi anni. Finalmente, dopo più di vent'anni dall'esordio cinematografico degli immortali creati da Gregory Widen, arriva un prodotto all'altezza del primo film. Yoshiaki Kawajiri, con la sua maestria nel campo dell'animazione, riesce a riportare in auge la saga degli immortali con questo Highlander: Vendetta Immortale. La sceneggiatura realizzata da David Abramowitz, uno dei più importanti sceneggiatori della serie televisiva, non è proprio originale, ma riesce comunque a dare una ventata di novità alla saga. Come un piacevole ritorno alle origini.
Viene conservata la struttura narrativa del film con Christopher Lambert, costituita da continui flashback ad epoche storiche precedenti, grazie ai quali viene mostrato il passato del protagonista, infondendogli una forte caratterizzazione. Caratterizzazione che purtroppo risulta non molto approfondita, probabilmente anche a causa dei tagli operati in post-produzione, a cui Kawajiri non si è potuto opporre. Il personaggio di Colin ricorda, sotto molti aspetti, il Connor McLeod interpretato da Lambert; perfino il suo aspetto, ricorda l'attore americano in alcune scene del film. Come ogni Highlander che si rispetti, anche Colin appartiene al clan McLeod, anche se questo legame risulta un po' forzato. A differenza di Connor, che ha vissuto pienamente innumerevoli vite, Colin passa tutta la sua esistenza in cerca di vendetta, un intento omicida sanguinoso che non segue nessuna logica se non l'istinto. E' questo desiderio di vendetta l'unica cosa che ha significato nella sua vita e che lo spinge ad andare avanti, rinunciando a qualsiasi tipo di legame, se non quello dell'odio.
La qualità tecnica è davvero spettacolare. Bellissimi disegni e un'animazione curata ed elegante, con un character design che ricorda gli altri lavori del regista e un buon mecha design, che si rifà allo stile della polizia-gestapo già vista in altri prodotti del genere. Stupende le scenografie, che vanno dall'imponente palazzo di Marcus, al centro della futura New York, fino alla riproduzione di uno scorcio dell'antica Roma. Kawajiri da' nuovamente prova delle sue capacità registiche e, utilizzando movimenti di camera ad opera d'arte, ci regala delle splendide inquadrature. Bellissimi i cambi di scena legati ai flashback che, focalizzando l'attenzione su un particolare, ci trasportano in epoche remote, e da esse di nuovo al presente. Infine, ma di certo non ultimo, i memorabili ed epici scontri (ovviamente a colpi di spada) che riescono a coinvolgere lo spettatore, catturandone l'attenzione.
La colonna sonora, ad opera della parte americana dello staff, è piuttosto varia e spazia tra musiche moderne e antiche, cambiando in tandem con l'alternarsi delle scene. Davvero notevole il motivo suonato con la chitarra elettrica da Marcus, durante le prime battute del film. Inoltre va segnalata la presenza di "The Sacrament" degli HIM come ending theme. Kawajiri e Abramowitz riescono a coniugare perfettamente una delle più famose saghe americane con l'animazione giapponese. Il risultato finale è un lungometraggio decisamente di alto livello. Highlander: Vendetta Immortale riporta sullo schermo la saga degli immortali, con un nuovo capitolo in grado di risollevare un filone ormai in decadenza da anni. Un ottimo prodotto che, per gli appassionati alla saga degli Highlander, sarà sicuramente imperdibile.
«Un guerriero venne a noi, lui non apparteneva a nessun clan, ma ha combattuto per noi, con tutto il suo coraggio.
Ed è morto per noi. E per noi vivrà in eterno.
Da oggi in avanti egli sarà considerato come nostro fratello, Colin MacLeod, del clan MacLeod.
Dopo un secolo di terrorismo e battaglie universali, la Terra è precipitata nel caos e nella decadenza.
Le nazioni sono state sostituite da città stato, fortezze armate comandate da aspiranti re e demagoghi.
La vita ha poco valore ed è facile morire... eccetto per qualcuno.
Per gli immortali che vivono tra noi, la morte arriva solo se gli viene tagliata la testa.
Questa è la storia di un immortale. Colin MacLeod.
E della sua eterna ricerca di vendetta.»
Highlander - l'ultimo immortale fu un vero e proprio capolavoro quando uscì nel 1986. Tra gli anni ottanta e novanta, il fascino di questa saga portò alla realizzazione di diverse produzioni legate all'universo degli Highlander. Purtroppo, la qualità di questi lavori è peggiorata con il passare del tempo fino a raggiungere un livello davvero scadente negli ultimi anni. Finalmente, dopo più di vent'anni dall'esordio cinematografico degli immortali creati da Gregory Widen, arriva un prodotto all'altezza del primo film. Yoshiaki Kawajiri, con la sua maestria nel campo dell'animazione, riesce a riportare in auge la saga degli immortali con questo Highlander: Vendetta Immortale. La sceneggiatura realizzata da David Abramowitz, uno dei più importanti sceneggiatori della serie televisiva, non è proprio originale, ma riesce comunque a dare una ventata di novità alla saga. Come un piacevole ritorno alle origini.
Viene conservata la struttura narrativa del film con Christopher Lambert, costituita da continui flashback ad epoche storiche precedenti, grazie ai quali viene mostrato il passato del protagonista, infondendogli una forte caratterizzazione. Caratterizzazione che purtroppo risulta non molto approfondita, probabilmente anche a causa dei tagli operati in post-produzione, a cui Kawajiri non si è potuto opporre. Il personaggio di Colin ricorda, sotto molti aspetti, il Connor McLeod interpretato da Lambert; perfino il suo aspetto, ricorda l'attore americano in alcune scene del film. Come ogni Highlander che si rispetti, anche Colin appartiene al clan McLeod, anche se questo legame risulta un po' forzato. A differenza di Connor, che ha vissuto pienamente innumerevoli vite, Colin passa tutta la sua esistenza in cerca di vendetta, un intento omicida sanguinoso che non segue nessuna logica se non l'istinto. E' questo desiderio di vendetta l'unica cosa che ha significato nella sua vita e che lo spinge ad andare avanti, rinunciando a qualsiasi tipo di legame, se non quello dell'odio.
La qualità tecnica è davvero spettacolare. Bellissimi disegni e un'animazione curata ed elegante, con un character design che ricorda gli altri lavori del regista e un buon mecha design, che si rifà allo stile della polizia-gestapo già vista in altri prodotti del genere. Stupende le scenografie, che vanno dall'imponente palazzo di Marcus, al centro della futura New York, fino alla riproduzione di uno scorcio dell'antica Roma. Kawajiri da' nuovamente prova delle sue capacità registiche e, utilizzando movimenti di camera ad opera d'arte, ci regala delle splendide inquadrature. Bellissimi i cambi di scena legati ai flashback che, focalizzando l'attenzione su un particolare, ci trasportano in epoche remote, e da esse di nuovo al presente. Infine, ma di certo non ultimo, i memorabili ed epici scontri (ovviamente a colpi di spada) che riescono a coinvolgere lo spettatore, catturandone l'attenzione.
La colonna sonora, ad opera della parte americana dello staff, è piuttosto varia e spazia tra musiche moderne e antiche, cambiando in tandem con l'alternarsi delle scene. Davvero notevole il motivo suonato con la chitarra elettrica da Marcus, durante le prime battute del film. Inoltre va segnalata la presenza di "The Sacrament" degli HIM come ending theme. Kawajiri e Abramowitz riescono a coniugare perfettamente una delle più famose saghe americane con l'animazione giapponese. Il risultato finale è un lungometraggio decisamente di alto livello. Highlander: Vendetta Immortale riporta sullo schermo la saga degli immortali, con un nuovo capitolo in grado di risollevare un filone ormai in decadenza da anni. Un ottimo prodotto che, per gli appassionati alla saga degli Highlander, sarà sicuramente imperdibile.
Colin McLeod è un immortale, uno dei pochi individui a solcare la Terra in tutte le sue ere, immune alla morte, raggiungibile solo per decapitazione. Egli vaga nel mondo da oltre duemila anni senza altro scopo se non prendersi la sua vendetta contro Marcus Octavius, altro immortale reo di aver distrutto la sua vita passata. Ora, in un mondo post-apocalittico, Colin è nuovamente prossimo a vendicarsi, dopo millenni di fallimenti. Ci riuscirà stavolta?
Highlander si presenta per quello che mi ha dato l'impressione essere la versione animata di un action film americano (con una spruzzata di elementi giapponesi), tanto la trama sembra seguire quelli che sono i canoni tradizionali di un certo cinema (prevalentemente degli '80). In cosa si traduce ciò? In uno sviluppo della trama per la maggior parte del tempo prevedibile, con nessun evento che sia una vera sorpresa, visto che sono tutti momenti che si sono già visti in decine di film dal vivo. E la cosa in certi momenti raggiunge livelli imbarazzanti, con scene talmente banali che uno potrebbe anche vergognarsi a vederle (e mi riferisco al finale). Questo problema si sposta anche sugli elementi di contorno, quali l'ambientazione (l'ennesima Terra devastata da un olocausto, con tanto di organizzazione dominante e relativa resistenza), e i personaggi, macchiette prevedibili e conoscibili a priori in tutte le loro sfaccettature, poiché, ripeto, seguono gli stessi canoni ormai diventati classici, se non stantii. A risaltare tra i personaggi, comunque, abbiamo Colin e Marcus, che, pur non sfuggendo a questa omologazione, si presentano piuttosto interessanti e accattivanti, specie il secondo. Comunque, a dispetto di quanto detto finora, il film non è completamente da buttare. Nonostante evidenti problemi di sceneggiatura, ci sono anche diversi momenti interessanti, dove il film rallenta la velocità con cui procede (infatti spesso ho avuto l'impressione che si andasse con una certa fretta, con relativo problema nello sviluppo del tutto, con scene che s'interrompevano bruscamente) e si prende il tempo per focalizzarsi su certi momenti, che risultano decisamente coinvolgenti (su tutti, il passato di Colin).
Il discorso è ambiguo anche sul piano tecnico. Graficamente Highlander è una piccola perla, con un tratto dei personaggi decisamente poco convenzionale nelle produzioni nipponiche. Ottima resa degli effetti speciali e delle animazioni, che servono perfettamente a rendere le scene d'azione, piuttosto spettacolari. Di contro, sul piano del sonoro, abbiamo un doppiaggio inglese (la lingua in cui l'ho visto) spesso scandaloso, con una recitazione che nel migliore dei casi è discreta, nel peggiore fin troppo sopra le righe.
Tanti pro e contro per un film di cui comunque posso anche consigliare la visione, visto che in fondo si lascia guardare piacevolmente, sempre che siate in grado di soprassedere ad una sceneggiatura un po' debole.
PS: un paio di considerazioni doverose. Possibile che in duemila anni Colin non riuscisse a procurarsi una spada decente? E quanto culo può avere Dahlia nello scansare i proiettili?
Voto: 7
Highlander si presenta per quello che mi ha dato l'impressione essere la versione animata di un action film americano (con una spruzzata di elementi giapponesi), tanto la trama sembra seguire quelli che sono i canoni tradizionali di un certo cinema (prevalentemente degli '80). In cosa si traduce ciò? In uno sviluppo della trama per la maggior parte del tempo prevedibile, con nessun evento che sia una vera sorpresa, visto che sono tutti momenti che si sono già visti in decine di film dal vivo. E la cosa in certi momenti raggiunge livelli imbarazzanti, con scene talmente banali che uno potrebbe anche vergognarsi a vederle (e mi riferisco al finale). Questo problema si sposta anche sugli elementi di contorno, quali l'ambientazione (l'ennesima Terra devastata da un olocausto, con tanto di organizzazione dominante e relativa resistenza), e i personaggi, macchiette prevedibili e conoscibili a priori in tutte le loro sfaccettature, poiché, ripeto, seguono gli stessi canoni ormai diventati classici, se non stantii. A risaltare tra i personaggi, comunque, abbiamo Colin e Marcus, che, pur non sfuggendo a questa omologazione, si presentano piuttosto interessanti e accattivanti, specie il secondo. Comunque, a dispetto di quanto detto finora, il film non è completamente da buttare. Nonostante evidenti problemi di sceneggiatura, ci sono anche diversi momenti interessanti, dove il film rallenta la velocità con cui procede (infatti spesso ho avuto l'impressione che si andasse con una certa fretta, con relativo problema nello sviluppo del tutto, con scene che s'interrompevano bruscamente) e si prende il tempo per focalizzarsi su certi momenti, che risultano decisamente coinvolgenti (su tutti, il passato di Colin).
Il discorso è ambiguo anche sul piano tecnico. Graficamente Highlander è una piccola perla, con un tratto dei personaggi decisamente poco convenzionale nelle produzioni nipponiche. Ottima resa degli effetti speciali e delle animazioni, che servono perfettamente a rendere le scene d'azione, piuttosto spettacolari. Di contro, sul piano del sonoro, abbiamo un doppiaggio inglese (la lingua in cui l'ho visto) spesso scandaloso, con una recitazione che nel migliore dei casi è discreta, nel peggiore fin troppo sopra le righe.
Tanti pro e contro per un film di cui comunque posso anche consigliare la visione, visto che in fondo si lascia guardare piacevolmente, sempre che siate in grado di soprassedere ad una sceneggiatura un po' debole.
PS: un paio di considerazioni doverose. Possibile che in duemila anni Colin non riuscisse a procurarsi una spada decente? E quanto culo può avere Dahlia nello scansare i proiettili?
Voto: 7
''<i>Ne resterà soltanto uno</i>'', chi non ha mai sentito questa frase, filo conduttore di tutta la saga cinematografica e televisiva degli Immortali? Nel 2007 la <b>IMAGI Animation Int.</b>, una società cinese con sede a Hong Kong e filiali in USA, che dalla sua fondazione nel 2000 ha acquistato i diritti per la realizzazione di diversi nuovi prodotti d'animazione, licenze importanti come i giapponesi <i>Gatchaman</i> e <i>Astroboy</i>, sforna un nuovo capitolo della storia infinita con protagonista un potente spadaccino del clan MacLeod.
Il nuovo film, d'animazione stavolta, segue la già collaudata struttura dei suoi predecessori, fatta di una trama piuttosto lineare inframmezzata da flashback che raccontano il passato del nostro immortale, ma utilizzando come campo da battaglia principale un'ambientazione futuristica.
Siamo nell'anno 2.187, in una apocalittica New York del futuro, uno scenario già visto in molte altre pellicole di fantascienza, con uomini divisi tra cittadini di una metropoli utopistica, e reietti relegati nelle discariche, a vivere di espedienti. Tra bande di emarginati che sembrano uscite da film come <i>Mad Max Oltre la sfera del Tuono</i> o <i>Judge Dredd</i>, e scorci urbani che riportano alla mente le fogne di <i>Demolition Man</i> con <i>Stallone</i>, Colin MacLeod si muove in cerca di una vendetta attesa da millenni. Il motore di tutto è ancora una volta una donna, Dahlia, uccisa dal suo acerrimo nemico, l'immortale Marcus, inseguito attraverso tutta la storia umana, partendo dalle Highlands scozzesi, passando per l'impero romano, quello napoleonico, fino allo sbarco in Normandia, nei cieli della seconda guerra mondiale, e fino al futuro, oggi. Il più classico dei duelli tra immortali sarà infine combattuto. Una storia già vista e sentita, quindi ma, nonostante tutto, resa piacevolissima dalla regia di <b>Yoshiaki Kawagiri</b>, uno dei maggiori direttori dell'animazione giapponese, probabilmente il più commerciale. Il lungometraggio, destinato al mercato dell’Home Video, gode di una realizzazione tecnica di notevole fattura, in cui il tipico stile dell'autore emerge innegabile, ricordando chiaramente altre sue opere come i film d'animazione <i>Ninja Scroll, Vampire Hunter D: Bloodlust</i> o alcuni cortometraggi per <i>The Animatrix</i>. Le animazioni e i disegni di <b>Madhouse</b> (<i>X - The Movie, Alexander the Great, Metropolis</i>), sono di qualità decisamente elevata. Pur essendo un prodotto destinato al mercato dei DVD, la cura non è inferiore ad un titolo pensato per le sale cinematografiche, surclassando molti prodotti della sua stessa categoria e tante recenti animazioni che in Giappone sono state prodotte per il cinema (un esempio su tutti, i due nuovi film animati del progetto <i>Hokuto no Ken: Shin Kyuseishu Densetsu</i>).
La versione visionata era in alta qualità, così che ne ho potuto valutare e apprezzare meglio le immagini, col doppiaggio americano, forse un po’ troppo forzato nella recitazione. <br>
Attendiamo quindi l’edizione italiana, con Colin doppiato magari dal grande <i>Alessandro Rossi</i>, che già aveva dato voce a Duncan McLeod nella bella serie di telefilm anni 90 con <i>Adrian Paul</i>, dopo la presentazione della pellicola al <i><b>Future Film Festival 2008</b></i>.
In definitiva, certo, non un capolavoro, ma un'opera piacevole e ben raccontata, probabilmente uno dei migliori film dedicati ad Highlander assieme al primo con <i>Christopher Lambert</i>. Questo prodotto fa anche ben sperare sulla qualità finale degli altri progetti in corso per la IMAGI già citati all’inizio. Da segnalare l'Ending Theme, "<a href="http://www.youtube.com/watch?v=FEIkG9uSZ8Y">Sacrament</a>" by HIM.
Il nuovo film, d'animazione stavolta, segue la già collaudata struttura dei suoi predecessori, fatta di una trama piuttosto lineare inframmezzata da flashback che raccontano il passato del nostro immortale, ma utilizzando come campo da battaglia principale un'ambientazione futuristica.
Siamo nell'anno 2.187, in una apocalittica New York del futuro, uno scenario già visto in molte altre pellicole di fantascienza, con uomini divisi tra cittadini di una metropoli utopistica, e reietti relegati nelle discariche, a vivere di espedienti. Tra bande di emarginati che sembrano uscite da film come <i>Mad Max Oltre la sfera del Tuono</i> o <i>Judge Dredd</i>, e scorci urbani che riportano alla mente le fogne di <i>Demolition Man</i> con <i>Stallone</i>, Colin MacLeod si muove in cerca di una vendetta attesa da millenni. Il motore di tutto è ancora una volta una donna, Dahlia, uccisa dal suo acerrimo nemico, l'immortale Marcus, inseguito attraverso tutta la storia umana, partendo dalle Highlands scozzesi, passando per l'impero romano, quello napoleonico, fino allo sbarco in Normandia, nei cieli della seconda guerra mondiale, e fino al futuro, oggi. Il più classico dei duelli tra immortali sarà infine combattuto. Una storia già vista e sentita, quindi ma, nonostante tutto, resa piacevolissima dalla regia di <b>Yoshiaki Kawagiri</b>, uno dei maggiori direttori dell'animazione giapponese, probabilmente il più commerciale. Il lungometraggio, destinato al mercato dell’Home Video, gode di una realizzazione tecnica di notevole fattura, in cui il tipico stile dell'autore emerge innegabile, ricordando chiaramente altre sue opere come i film d'animazione <i>Ninja Scroll, Vampire Hunter D: Bloodlust</i> o alcuni cortometraggi per <i>The Animatrix</i>. Le animazioni e i disegni di <b>Madhouse</b> (<i>X - The Movie, Alexander the Great, Metropolis</i>), sono di qualità decisamente elevata. Pur essendo un prodotto destinato al mercato dei DVD, la cura non è inferiore ad un titolo pensato per le sale cinematografiche, surclassando molti prodotti della sua stessa categoria e tante recenti animazioni che in Giappone sono state prodotte per il cinema (un esempio su tutti, i due nuovi film animati del progetto <i>Hokuto no Ken: Shin Kyuseishu Densetsu</i>).
La versione visionata era in alta qualità, così che ne ho potuto valutare e apprezzare meglio le immagini, col doppiaggio americano, forse un po’ troppo forzato nella recitazione. <br>
Attendiamo quindi l’edizione italiana, con Colin doppiato magari dal grande <i>Alessandro Rossi</i>, che già aveva dato voce a Duncan McLeod nella bella serie di telefilm anni 90 con <i>Adrian Paul</i>, dopo la presentazione della pellicola al <i><b>Future Film Festival 2008</b></i>.
In definitiva, certo, non un capolavoro, ma un'opera piacevole e ben raccontata, probabilmente uno dei migliori film dedicati ad Highlander assieme al primo con <i>Christopher Lambert</i>. Questo prodotto fa anche ben sperare sulla qualità finale degli altri progetti in corso per la IMAGI già citati all’inizio. Da segnalare l'Ending Theme, "<a href="http://www.youtube.com/watch?v=FEIkG9uSZ8Y">Sacrament</a>" by HIM.
Premessa necessaria: per me, la storia degli Immortali nasce e muore con il primo, bellissimo film. Almeno, così pensavo prima di vedere questo bel film giapponese, dagli Autori del (bellissimo) Ninja's Sword, uno degli animé più belli - e truci, del decennio passato.
E la parentela, diciamolo subito, si nota subito - molto più stretta con i precursori nipponici che con il brand a stelle e strisce.
Ordunque, la storia di fondo PARREBBE sempre la solita. L'inizio, poi, è clamorosamente omaggio al primo film... con una differenza, che salta all'occhio però solo dopo che la storia è già andata oltre... abbiamo la solita battaglia in Scozia, la morte, presunta, del nostro protagonista, che perisce mirando un cavaliere dall'aspetto minaccioso. Dettaglio, i due si conoscono... In effetti, ciò che vediamo è solo un momento "in medias res": la loro saga va avanti da quasi mille e seicento anni. i due (a dire il vero, tre) immortali si danno la caccia dall'epoca della conquista romana di britannia, si inseguono e tentano di uccidersi a vicenda per completare un duello iniziato (I think) durante la rivolta di Calgago ("... faranno il deserto, e lo chiameranno pace"). La storia dal passato si trascina nel futuro, passando - come ci viene narrato tramite flashback più o meno riusciti - attraverso i quattro angoli del globo, fino al presente narrativo, costituito da una New York devastata dal solito global warming (nel secondo film era il buco nell'ozono... almeno si sono aggiornati).
Questa "ricerca della vendetta" porterà inifne i due protagonisti della storia, Colin McLeod (ma, per una volta, non è un McLeod di nascita, anche se le prime, bellissime scene, lo farebbero sospettare) e Marcus a scannarsi a vicenda per impedire l'annichilimento del genere umano (ecco, questo è l'aspetto forse più pacchiano della storia, e che si sarebbe potuto evitare).
Come avete notato, non sono sceso nei dettagli per non rovinare la visione a chi volesse dare un'occhiata al film.
Parlando dell'aspetto complessivo, il film è ben riuscito. Ha ritmo, le scene di battaglia sono ben realizzate, ed anche lo script (una volta tanto) non è proprio disastroso. Come invece è il doppiaggio americano - non tanto per la traduzione, che non giudico, quanto per l'infima qualità dello stesso. Presente il primo doppiaggio italiano di Ken il Guerriero? Ecco.
Del resto, ve lo confesso, le aspettative erano alte: al di là dei nostri immortali, scozzesi o meno, le mani ed i pennini dietro la realizzazione del film erano di qualità eccelsa. Purtroppo, e questo va detto, proprio la parentela con Ninja's Sword si fa sentire. I personaggi, intesi come chara e come scrittura, piuttosto che personaggi a sé stanti sembrano i protagonisti (vecchiaccio compreso: chi ha visto capirà) del film di cui si diceva, e la stessa storia pare, specialmente quando vediamo i flash-back giapponesi (ma perché gli immortali finiscono sempre per imbracciare delle katane???), un Ninja's Sword capitolo secondo. L'unica cosa è che qui non siamo nell'aftermath di Sekigahara, come nel film di cui sopra, ma al massimo nell'ottavo secolo (e quindi vorrei sapere come mai Colin McLeod abbia potuto procurarsi una katana, visto che avrebbero iniziato a fabbricarle solo trecento anni dopo... ma non sottilizziamo).
Chiudendo il conto, un film invero migliore di quelli live action che l'hanno preceduto. Penalizzato solo dai difetti di cui si è detto, e dalla scarsa cura dedicata ad un paio di comprimari, che forse avrebbero meritato maggiore attenzione. Soprattutto, merito agli Autori di aver percepito la giusta vena malinconica del primo film, che invero pervade tutto questo tSfV, e che invece aveva abbandonato tutte le precedenti creazioni del Brand, pervase da un insopportabile senso di cartoonosità e di baracconate.
Mi è piaciuto 'sto film... dite che lo si capisce?
E la parentela, diciamolo subito, si nota subito - molto più stretta con i precursori nipponici che con il brand a stelle e strisce.
Ordunque, la storia di fondo PARREBBE sempre la solita. L'inizio, poi, è clamorosamente omaggio al primo film... con una differenza, che salta all'occhio però solo dopo che la storia è già andata oltre... abbiamo la solita battaglia in Scozia, la morte, presunta, del nostro protagonista, che perisce mirando un cavaliere dall'aspetto minaccioso. Dettaglio, i due si conoscono... In effetti, ciò che vediamo è solo un momento "in medias res": la loro saga va avanti da quasi mille e seicento anni. i due (a dire il vero, tre) immortali si danno la caccia dall'epoca della conquista romana di britannia, si inseguono e tentano di uccidersi a vicenda per completare un duello iniziato (I think) durante la rivolta di Calgago ("... faranno il deserto, e lo chiameranno pace"). La storia dal passato si trascina nel futuro, passando - come ci viene narrato tramite flashback più o meno riusciti - attraverso i quattro angoli del globo, fino al presente narrativo, costituito da una New York devastata dal solito global warming (nel secondo film era il buco nell'ozono... almeno si sono aggiornati).
Questa "ricerca della vendetta" porterà inifne i due protagonisti della storia, Colin McLeod (ma, per una volta, non è un McLeod di nascita, anche se le prime, bellissime scene, lo farebbero sospettare) e Marcus a scannarsi a vicenda per impedire l'annichilimento del genere umano (ecco, questo è l'aspetto forse più pacchiano della storia, e che si sarebbe potuto evitare).
Come avete notato, non sono sceso nei dettagli per non rovinare la visione a chi volesse dare un'occhiata al film.
Parlando dell'aspetto complessivo, il film è ben riuscito. Ha ritmo, le scene di battaglia sono ben realizzate, ed anche lo script (una volta tanto) non è proprio disastroso. Come invece è il doppiaggio americano - non tanto per la traduzione, che non giudico, quanto per l'infima qualità dello stesso. Presente il primo doppiaggio italiano di Ken il Guerriero? Ecco.
Del resto, ve lo confesso, le aspettative erano alte: al di là dei nostri immortali, scozzesi o meno, le mani ed i pennini dietro la realizzazione del film erano di qualità eccelsa. Purtroppo, e questo va detto, proprio la parentela con Ninja's Sword si fa sentire. I personaggi, intesi come chara e come scrittura, piuttosto che personaggi a sé stanti sembrano i protagonisti (vecchiaccio compreso: chi ha visto capirà) del film di cui si diceva, e la stessa storia pare, specialmente quando vediamo i flash-back giapponesi (ma perché gli immortali finiscono sempre per imbracciare delle katane???), un Ninja's Sword capitolo secondo. L'unica cosa è che qui non siamo nell'aftermath di Sekigahara, come nel film di cui sopra, ma al massimo nell'ottavo secolo (e quindi vorrei sapere come mai Colin McLeod abbia potuto procurarsi una katana, visto che avrebbero iniziato a fabbricarle solo trecento anni dopo... ma non sottilizziamo).
Chiudendo il conto, un film invero migliore di quelli live action che l'hanno preceduto. Penalizzato solo dai difetti di cui si è detto, e dalla scarsa cura dedicata ad un paio di comprimari, che forse avrebbero meritato maggiore attenzione. Soprattutto, merito agli Autori di aver percepito la giusta vena malinconica del primo film, che invero pervade tutto questo tSfV, e che invece aveva abbandonato tutte le precedenti creazioni del Brand, pervase da un insopportabile senso di cartoonosità e di baracconate.
Mi è piaciuto 'sto film... dite che lo si capisce?