Shion no Ou
Concordo con chi dice che quest'anime lo conoscono quattro gatti... ora probabilmente saranno cinque, visto che anch'io mi sono unito a loro. Ciò molto probabilmente è dovuto all'argomento trattato, lo shogi (gli scacchi giapponesi), che in Italia sono decisamente sconosciuti, ma soprattutto al ritardo delle release sottotitolate in italiano.
"Shion no Ou" è un anime del 2007 composto da ventidue episodi. La nostra storia ha come protagonista la giovane Shion, che, dopo aver assistito da bambina all'uccisione dei genitori, perde l'uso della parola. Otto anni sono passati da quell'esperienza traumatica, e la nostra giovane protagonista, dopo essere stata adottata da dei vicini, si avvicina al mondo degli shogi grazie anche al padre adottivo. Nel corso della storia Shion avrà modo di affinare le sue capacità, di incontrare avversari sempre più forti e infine di scoprire l'assassino dei suoi genitori.
Il tema dello shogi, gioco strategico giapponese simile agli scacchi europei, fa da cornice all'opera. Pur essendo il motore della vicenda non ne è il nodo centrale. Le partite e la loro componente emotiva e psicologica vengono trasposte in maniera magistrale e veritiera. Poco ci viene spiegato delle regole, ma nonostante tutto l'atmosfera trasmessa è ricca di pathos e suspense. Il mistero, altro elemento molto forte, viene ben trattato e aleggia in tutte le puntate. Ci immergiamo nella vicenda, e anche noi ci chiederemo puntata dopo puntata chi sarà mai questo fantomatico assassino.
Alla fin fine si tratta di un'opera decisamente gradevole e sicuramente da guardare, seppur presenta alcune pecche evidenti. Prima fra tutte il finale, un po' scontato e poco approfondito, che va un po' a intaccare l'intero anime. Ma il difetto più grande secondo me è lo scemare della qualità. La narrazione, le animazioni e il character design sono molto convincenti, almeno fino a tre quarti anime. Poi improvvisamente qualcosa cambia, molto probabilmente avranno cambiato i disegnatori o gli animatori, fatto sta che la qualità cala drasticamente di punto in bianco nel ben mezzo della serie.
In definitiva mi sento di consigliare quest'anime, che seppur poco famoso e decisamente incompreso riesce a intrattenere e interessare gli spettatori. Non si tratta certo di un capolavoro, ma l'atmosfera è decisamente buona e la tensione narrativa non calerà mai nel corso di tutte e ventidue le puntate.
"Shion no Ou" è un anime del 2007 composto da ventidue episodi. La nostra storia ha come protagonista la giovane Shion, che, dopo aver assistito da bambina all'uccisione dei genitori, perde l'uso della parola. Otto anni sono passati da quell'esperienza traumatica, e la nostra giovane protagonista, dopo essere stata adottata da dei vicini, si avvicina al mondo degli shogi grazie anche al padre adottivo. Nel corso della storia Shion avrà modo di affinare le sue capacità, di incontrare avversari sempre più forti e infine di scoprire l'assassino dei suoi genitori.
Il tema dello shogi, gioco strategico giapponese simile agli scacchi europei, fa da cornice all'opera. Pur essendo il motore della vicenda non ne è il nodo centrale. Le partite e la loro componente emotiva e psicologica vengono trasposte in maniera magistrale e veritiera. Poco ci viene spiegato delle regole, ma nonostante tutto l'atmosfera trasmessa è ricca di pathos e suspense. Il mistero, altro elemento molto forte, viene ben trattato e aleggia in tutte le puntate. Ci immergiamo nella vicenda, e anche noi ci chiederemo puntata dopo puntata chi sarà mai questo fantomatico assassino.
Alla fin fine si tratta di un'opera decisamente gradevole e sicuramente da guardare, seppur presenta alcune pecche evidenti. Prima fra tutte il finale, un po' scontato e poco approfondito, che va un po' a intaccare l'intero anime. Ma il difetto più grande secondo me è lo scemare della qualità. La narrazione, le animazioni e il character design sono molto convincenti, almeno fino a tre quarti anime. Poi improvvisamente qualcosa cambia, molto probabilmente avranno cambiato i disegnatori o gli animatori, fatto sta che la qualità cala drasticamente di punto in bianco nel ben mezzo della serie.
In definitiva mi sento di consigliare quest'anime, che seppur poco famoso e decisamente incompreso riesce a intrattenere e interessare gli spettatori. Non si tratta certo di un capolavoro, ma l'atmosfera è decisamente buona e la tensione narrativa non calerà mai nel corso di tutte e ventidue le puntate.
Questa serie animata la conosciamo in quattro gatti: io, l'amico che me l'ha consigliata, i produttori e l'autrice originale dell'opera. Tutto ciò è molto triste se consideriamo la validità della storia, che, pur non essendo un capolavoro, ha il pregio di incuriosire.
L'anime ha come tema lo shogi, gli scacchi giapponesi, le cui regole sono abbastanza complicate per chi non è avvezzo al gioco, ma per fortuna il titolo è fruibile anche senza averne delle basi, poiché alle strategie generali delle partite c'è il mistero di un omicidio. Difatti i genitori della protagonista sono stati brutalmente assassinati, con la conseguenza della perdita di parola della piccola Shion. Questa è la prima particolarità che risalta, ovvero la protagonista muta. Tuttavia, attraverso i suoi pensieri, si potrà sentirne la voce e i ragionamenti.
Oltre all'interessante incipit, si può notare come funzioni bene la narrazione: essa non è né troppo lenta né troppo affrettata, bilanciando perfettamente le situazioni dei vari tornei con le parti investigative. La polizia e la stampa spesso giocano un ruolo importante, in quanto sostengono la trama principale e il cast di personaggi. Quindi si ha anche una dose di suspense e leggeri colpi di scena.
Ciò che ho apprezzato è che le partite non durano mai troppo, anzi non si dilungano proprio, cominciano e finiscono quando devono, evitando di protrarsi per più di due episodi, rendendo così la visione realistica. Le tattiche che ogni giocatore formula catturano sempre l'attenzione, anche perché ogni personaggio ha il proprio stile di gioco che si evolve gradualmente in tutta la serie, che siano buoni, cattivi o dei semplici cammei.
Shion è una protagonista che potrei definire eroina, vista la calma e il coraggio che ha a non reagire, se non con la razionalità, alle diverse provocazioni. Malgrado un passato tragico, nel presente ha dei cari che le donano amore e sostegno, e questi sono gli zii e gli amici. A fianco a lei ci sono infatti l'amica Saori e l'affidabile Ayumi: di quest'ultima capiremo meglio le dinamiche che l'hanno portata a entrare nel mondo del professionismo, ed è colei che ha avuto maggiore profondità e crescita.
Durante queste ventidue puntate molti sono i sospetti su chi sia il criminale, e ho dubitato cambiando di soggetto in soggetto, finché non è diventato evidente. Il finale è forse un po' deludente, o comunque non troppo impressionante, considerati i fatti che sono avvenuti prima e che hanno reso il caso agghiacciante.
Ciò che ha saputo soddisfare, invece, sono le descrizioni delle partite di shogi. Il modo in cui ogni mossa viene meditata prima di essere compiuta è sorprendente, tanto che i risultati non sono così prevedibili come si potrebbe inizialmente calcolare. Masaru Katori, l'autrice del manga da cui è tratto l'anime, è un'affermata giocatrice di shogi, tra le kishi più conosciute del panorama, quindi ha potuto gestirne meglio le varie nozioni.
C'è da sottolineare che qualche personaggio, talvolta, appare un po' esagerato, in quanto tende a considerare lo shogi troppo seriamente, tanto che alcune sue azioni e personalità possono risultare illogiche o vagamente ridicole.
Per la maggior parte dell'anime la grafica è buona: c'era del potenziale, ma a causa di un limitato budget verso gli ultimi episodi incombe una quality imbarazzante: vedremo volti cambiati, proporzioni sballate, sfondi sempre meno curati e profili quasi irriconoscibili. Ma chi conosce lo studio Deen sa cosa aspettarsi. A parte ciò, il comparto sonoro aiuta a proseguire con tranquillità il resto. Le voci sono immedesimanti; brava in particolare Ayako Kawasumi, la doppiatrice di Shion, che ha saputo trasmettere ogni tipo di emozione nonostante la difficoltà del personaggio.
Le sigle sono entrambe eccezionali, nonché adatte al contesto. Nell'opening risuonano la rabbia e il caos, mentre nell'ending sopraggiunge la serenità, come se volesse coglierne lo spirito della serie e dei suoi sviluppi, ma se vogliamo pure dello spettatore.
Ordunque, se lo shogi è la vostra preoccupazione per paura di non godere pienamente lo show, sappiate che il problema non sussiste. Ricordo che non bisogna essere necessariamente interessati all'argomento, perché una volta addentrati nella giusta atmosfera i match vi appassioneranno; inoltre, fin dall'inizio è intuibile che la storia ha anche altro da raccontare. E ora la mia curiosità è sapere chi sarà il prossimo a conoscere questa serie impopolare.
L'anime ha come tema lo shogi, gli scacchi giapponesi, le cui regole sono abbastanza complicate per chi non è avvezzo al gioco, ma per fortuna il titolo è fruibile anche senza averne delle basi, poiché alle strategie generali delle partite c'è il mistero di un omicidio. Difatti i genitori della protagonista sono stati brutalmente assassinati, con la conseguenza della perdita di parola della piccola Shion. Questa è la prima particolarità che risalta, ovvero la protagonista muta. Tuttavia, attraverso i suoi pensieri, si potrà sentirne la voce e i ragionamenti.
Oltre all'interessante incipit, si può notare come funzioni bene la narrazione: essa non è né troppo lenta né troppo affrettata, bilanciando perfettamente le situazioni dei vari tornei con le parti investigative. La polizia e la stampa spesso giocano un ruolo importante, in quanto sostengono la trama principale e il cast di personaggi. Quindi si ha anche una dose di suspense e leggeri colpi di scena.
Ciò che ho apprezzato è che le partite non durano mai troppo, anzi non si dilungano proprio, cominciano e finiscono quando devono, evitando di protrarsi per più di due episodi, rendendo così la visione realistica. Le tattiche che ogni giocatore formula catturano sempre l'attenzione, anche perché ogni personaggio ha il proprio stile di gioco che si evolve gradualmente in tutta la serie, che siano buoni, cattivi o dei semplici cammei.
Shion è una protagonista che potrei definire eroina, vista la calma e il coraggio che ha a non reagire, se non con la razionalità, alle diverse provocazioni. Malgrado un passato tragico, nel presente ha dei cari che le donano amore e sostegno, e questi sono gli zii e gli amici. A fianco a lei ci sono infatti l'amica Saori e l'affidabile Ayumi: di quest'ultima capiremo meglio le dinamiche che l'hanno portata a entrare nel mondo del professionismo, ed è colei che ha avuto maggiore profondità e crescita.
Durante queste ventidue puntate molti sono i sospetti su chi sia il criminale, e ho dubitato cambiando di soggetto in soggetto, finché non è diventato evidente. Il finale è forse un po' deludente, o comunque non troppo impressionante, considerati i fatti che sono avvenuti prima e che hanno reso il caso agghiacciante.
Ciò che ha saputo soddisfare, invece, sono le descrizioni delle partite di shogi. Il modo in cui ogni mossa viene meditata prima di essere compiuta è sorprendente, tanto che i risultati non sono così prevedibili come si potrebbe inizialmente calcolare. Masaru Katori, l'autrice del manga da cui è tratto l'anime, è un'affermata giocatrice di shogi, tra le kishi più conosciute del panorama, quindi ha potuto gestirne meglio le varie nozioni.
C'è da sottolineare che qualche personaggio, talvolta, appare un po' esagerato, in quanto tende a considerare lo shogi troppo seriamente, tanto che alcune sue azioni e personalità possono risultare illogiche o vagamente ridicole.
Per la maggior parte dell'anime la grafica è buona: c'era del potenziale, ma a causa di un limitato budget verso gli ultimi episodi incombe una quality imbarazzante: vedremo volti cambiati, proporzioni sballate, sfondi sempre meno curati e profili quasi irriconoscibili. Ma chi conosce lo studio Deen sa cosa aspettarsi. A parte ciò, il comparto sonoro aiuta a proseguire con tranquillità il resto. Le voci sono immedesimanti; brava in particolare Ayako Kawasumi, la doppiatrice di Shion, che ha saputo trasmettere ogni tipo di emozione nonostante la difficoltà del personaggio.
Le sigle sono entrambe eccezionali, nonché adatte al contesto. Nell'opening risuonano la rabbia e il caos, mentre nell'ending sopraggiunge la serenità, come se volesse coglierne lo spirito della serie e dei suoi sviluppi, ma se vogliamo pure dello spettatore.
Ordunque, se lo shogi è la vostra preoccupazione per paura di non godere pienamente lo show, sappiate che il problema non sussiste. Ricordo che non bisogna essere necessariamente interessati all'argomento, perché una volta addentrati nella giusta atmosfera i match vi appassioneranno; inoltre, fin dall'inizio è intuibile che la storia ha anche altro da raccontare. E ora la mia curiosità è sapere chi sarà il prossimo a conoscere questa serie impopolare.
Nonostante non abbia ancora finito di guardare l'animazione mi sento di gratificare questo titolo: ho sempre pensato che il gioco degli scacchi giapponesi (shogi) fosse la brutta copia del nostro e per altro meno interessante. Ebbene, dopo aver visto questa animazione ho dovuto ricredermi, perche' mi ha fatto appassionare a tal punto che non ho potuto fare a meno di comprare un manuale ed iniziare a giocare.
Shogi a parte, la trama e' piuttosto interessante e non banale anche se non si capisce nulla del gioco, come me durante i primi episodi; ovviamente guardandolo capendo almeno superficialmente cosa succede nelle numerose partite giocate, e' meglio.
Shogi a parte, la trama e' piuttosto interessante e non banale anche se non si capisce nulla del gioco, come me durante i primi episodi; ovviamente guardandolo capendo almeno superficialmente cosa succede nelle numerose partite giocate, e' meglio.