Meine Liebe
L'azione prende avvio nel 1935. Siamo in uno Stato immaginario i cui strateghi sono formati all'Accademia delle rose e vengono selezionati tra gli strahl.
Essi sono cinque, ma il protagonista indiscusso è Orpheus, un giovane nobile la cui aspirazione, nata dalla perdita tragica dell'amata sorella, Robertine, è poter aiutare la formazione di un regno di pace, privo di dissidi. Gli altri quattro sono mere spalle, piatte nel loro muoversi e parlare, tranne forse Ludwig, la cui vena polemica e l'apparenza gelida e impostata lo fanno emergere su un giovane Camus, tenero come i fiori con cui parla e abile precettore, Edward, figlio illegittimo ma riconosciuto dal padre, dal carattere aperto e leale, e Naoki, il cui padre ha desiderato per lui una vita lontana dal suo Paese minacciato da subbugli interni e la cui natura è silenziosa e gentile.
Figura in chiaroscuro e forse troppo vaga nel suo definirsi un mero, umile scrittore, è Isaac, le cui apparizioni e rivelazioni lo velano di mistero, il quale poi finisce per diventare il personaggio adeguato a far da pezza a situazioni dove i nostri candidati strahl, legati alle regole dell'accademia, non possono agire. E che mai sarà definito... non avevano idee a mantenere il mistero fine a sé stesso? Faticavano a dare più spessore a questo deus ex machina con la camicia aperta?
La trama è insipida: i primi episodi descrivono ciascuno un personaggio, dopodiché tutto si incentra sui patemi e sui patimenti morali di Orpheus. Non ci sono episodi memorabili, né vicende così decisive. Il finale è patetico: gli eventi che l'hanno scatenato si muovono tardi, quando ormai l'attenzione è scemata, i suoi protagonisti appaiono muoversi in maniera incoerente in un balletto dove l'insensatezza la fa da padrona.
L'antagonista è sempre lì, immobile come uno di quei quadri angoscianti. Agisce, fa, nessuno nota nulla e, quando poi rivela cosa lo spinge prima di fuggire fortunosamente (ma dai!), cadranno un po' di braccia, ma, si sa, a volte la vendetta non è solo un piatto freddo da servire... in alcune occasioni bisogna esagerare per vendicare i propri buoni sentimenti così orrendamente feriti.
L'impressione è che si sia puntato tutto sulla bellezza del protagonista e delle sue spalle, ma la povertà del tema così insipidamente sviluppato e un finale che fa intendere le intenzioni che c'erano di creare qualcosa di buono, ma che non sono pervenute allo spettatore, aggiungendo poi la presenza di spiriti che, boh, fanno la loro figura accessoria e banaluccia, perché attesi al varco, rendono la visione di quest'anime una fatica insostenibile.
Opening ed ending sono orecchiabili, ma dopo una simile recensione immaginatevi se voglio sentirle ancora. I fondali meritano davvero e i personaggi hanno un loro perché estetico, ma non basta così poco a salvare un anime incapace di decollare davvero e di sopravvivere a pathos quasi zero.
Essi sono cinque, ma il protagonista indiscusso è Orpheus, un giovane nobile la cui aspirazione, nata dalla perdita tragica dell'amata sorella, Robertine, è poter aiutare la formazione di un regno di pace, privo di dissidi. Gli altri quattro sono mere spalle, piatte nel loro muoversi e parlare, tranne forse Ludwig, la cui vena polemica e l'apparenza gelida e impostata lo fanno emergere su un giovane Camus, tenero come i fiori con cui parla e abile precettore, Edward, figlio illegittimo ma riconosciuto dal padre, dal carattere aperto e leale, e Naoki, il cui padre ha desiderato per lui una vita lontana dal suo Paese minacciato da subbugli interni e la cui natura è silenziosa e gentile.
Figura in chiaroscuro e forse troppo vaga nel suo definirsi un mero, umile scrittore, è Isaac, le cui apparizioni e rivelazioni lo velano di mistero, il quale poi finisce per diventare il personaggio adeguato a far da pezza a situazioni dove i nostri candidati strahl, legati alle regole dell'accademia, non possono agire. E che mai sarà definito... non avevano idee a mantenere il mistero fine a sé stesso? Faticavano a dare più spessore a questo deus ex machina con la camicia aperta?
La trama è insipida: i primi episodi descrivono ciascuno un personaggio, dopodiché tutto si incentra sui patemi e sui patimenti morali di Orpheus. Non ci sono episodi memorabili, né vicende così decisive. Il finale è patetico: gli eventi che l'hanno scatenato si muovono tardi, quando ormai l'attenzione è scemata, i suoi protagonisti appaiono muoversi in maniera incoerente in un balletto dove l'insensatezza la fa da padrona.
L'antagonista è sempre lì, immobile come uno di quei quadri angoscianti. Agisce, fa, nessuno nota nulla e, quando poi rivela cosa lo spinge prima di fuggire fortunosamente (ma dai!), cadranno un po' di braccia, ma, si sa, a volte la vendetta non è solo un piatto freddo da servire... in alcune occasioni bisogna esagerare per vendicare i propri buoni sentimenti così orrendamente feriti.
L'impressione è che si sia puntato tutto sulla bellezza del protagonista e delle sue spalle, ma la povertà del tema così insipidamente sviluppato e un finale che fa intendere le intenzioni che c'erano di creare qualcosa di buono, ma che non sono pervenute allo spettatore, aggiungendo poi la presenza di spiriti che, boh, fanno la loro figura accessoria e banaluccia, perché attesi al varco, rendono la visione di quest'anime una fatica insostenibile.
Opening ed ending sono orecchiabili, ma dopo una simile recensione immaginatevi se voglio sentirle ancora. I fondali meritano davvero e i personaggi hanno un loro perché estetico, ma non basta così poco a salvare un anime incapace di decollare davvero e di sopravvivere a pathos quasi zero.
Siamo in Europa, anno 1935, Il regno di Kuchen ha un'accademia chiamata Rosenstolz, dove vengono istruiti ragazzi e ragazze di buona e nobile famiglia. Cinque di essi sono stati scelti per l'addestramento necessario a diventare degli "strahl" e ricoprire in futuro cariche politiche all'interno del governo. Già all'inizio abbiamo il protagonista Orpheus che rimane traumatizzato dalla morte della sorella in un attentato diretto alla sua famiglia, edi carattere buono ed affidabile con gran senso di giustizia. Il secondo protagonista, Ludwig, sarà il suo diretto antagonista: dal carattere altero, tiene i suoi parteggiatori in pugno mettendo tutti in soggezione, in realtà poi si scopriranno anche lati teneri, ma i due non si posson proprio soffrire.
Ho guardato tutta la serie e anche Meine Liebe Wieder, e anche se sono praticamente onnivora, non posso dire che sia tra le migliori in costume. A parte i nomi assurdi tipo l'isola germanica di Torta, l'accademia Orgoglio di rose, o il conte von Marmellata, da questa storia avrebbero potuto ricavarne qualcosa in più. Ha comunque un carattere cupo come i colori dei fotogrammi, ed i disegni son troppo spogli, i personaggi risultano a volte rigidi come se fossero imbottiti di paglia ed alcuni caratteri sono troppo piatti; e poi il direttore dell'accademia è proprio la ciliegina sulla torta, con la capigliatura a boccoloni. Spiacente, ma non bastano un paio di protagonisti bellocci per fare qualcosa che rimanga impresso a lungo nella memoria, io stessa dopo aver visto tutto non mi ricordo praticamente che la meta´dell'accaduto, ciò vuol dire che non è riuscito a catturare la mia attenzione.
Posso dare un 7 giusto perché nell'insieme la storia ha delle parti originali e ben descritte, con un po' d'intrigo politico.
Ho guardato tutta la serie e anche Meine Liebe Wieder, e anche se sono praticamente onnivora, non posso dire che sia tra le migliori in costume. A parte i nomi assurdi tipo l'isola germanica di Torta, l'accademia Orgoglio di rose, o il conte von Marmellata, da questa storia avrebbero potuto ricavarne qualcosa in più. Ha comunque un carattere cupo come i colori dei fotogrammi, ed i disegni son troppo spogli, i personaggi risultano a volte rigidi come se fossero imbottiti di paglia ed alcuni caratteri sono troppo piatti; e poi il direttore dell'accademia è proprio la ciliegina sulla torta, con la capigliatura a boccoloni. Spiacente, ma non bastano un paio di protagonisti bellocci per fare qualcosa che rimanga impresso a lungo nella memoria, io stessa dopo aver visto tutto non mi ricordo praticamente che la meta´dell'accaduto, ciò vuol dire che non è riuscito a catturare la mia attenzione.
Posso dare un 7 giusto perché nell'insieme la storia ha delle parti originali e ben descritte, con un po' d'intrigo politico.