Chobits
“Chobits” è un anime prodotto nel 2002 dallo studio Madhouse e basato sull’omonimo manga realizzato dal celebre gruppo di mangaka CLAMP. La serie si compone di ventiquattro episodi, a cui si aggiungono tre puntate riassuntive (8.5, 16.5 e 24.5) e uno special intitolato “Chibits”.
L’opera si svolge in un presente alternativo in cui i progressi della tecnologia hanno permesso di inserire i personal computer all’interno di robot (chiamati, appunto, persocom) dalle fattezze e comportamenti simili a quelli degli esseri umani. Protagonista della storia è Hideki Motosuwa, ragazzo appena trasferitosi a Tokyo per frequentare una scuola preparatoria in attesa di ripetere il test per l’ammissione all’università. Una sera, mentre sta tornando al suo appartamento, Hideki trova un persocom dalle sembianze di una bellissima ragazza abbandonato tra i rifiuti: dopo averlo acceso, il ragazzo decide di chiamarla Chii e di insegnarle sempre cose nuove.
L’anime, pur essendo evidentemente un’opera di genere sci-fi e dunque permeata di molti misteri, inizia il suo corso quasi come uno slice of life. I primi episodi, infatti, sono molto calmi e spesso davvero divertenti, all’occorrenza “arricchiti” anche da qualche elemento ecchi che non risulta mai troppo fastidioso. Queste prime puntate, in cui non sembra che succeda nulla di particolarmente significante, servono in realtà a far crescere il rapporto tra Chii e Hideki, che è uno degli elementi portanti dell’anime. Allo stesso tempo, assisteremo alla crescita della graziosa persocom, che apprenderà continuamente nuove parole, vivrà nuove esperienze e soprattutto proverà emozioni a lei sconosciute. Verso metà della serie, invece, inizieranno le vicende più interessanti e movimentate, nelle quali scopriremo, a poco a poco, gli innumerevoli misteri legati alla natura speciale di Chii, diversa da tutti gli altri persocom.
Oltre ad una storia che tiene con il fiato sospeso soprattutto verso le ultime battute, uno dei punti forti di “Chobits” è rappresentato dalle tematiche trattate, oggetto anche di altre numerose opere della nostra epoca: possono le macchine avere dei sentimenti? Durante tutta la serie anche Hideki si farà la stessa domanda, in particolare dopo essere venuto a contatto con situazioni non molto diverse dalla sua. Certamente Chii è un persocom un po’ particolare, ma a tale questione non è facile trovare una risposta. Tuttavia una cosa è sicura: i robot non potranno mai sostituire gli umani, ma anche quest’ultimi non saranno in grado di fare altrettanto, poiché ci sono cose che una parte è capace di fare e l’altra no. Non da meno è l’oggetto di cui Chii è alla ricerca: “L’uomo solo per lei”, ovvero una persona che la ami per quello che è, un amore vero e puro, che ben si ricollega al luogo in cui è posto l’interruttore che fa riavviare la persocom.
Altro punto a favore sono sicuramente i personaggi. Ognuno di essi è stato approfondito, e un po’ alla volta veniamo a conoscenza del passato di tutti, anche di coloro che non sembravano tanto importanti ai fini della trama. Nota positiva, che sinceramente non mi aspettavo, è che la storia di ogni comprimario è inevitabilmente legata al mondo dei persocom e alle tematiche sopra descritte. Per quanto riguarda la caratterizzazione in sé per sé, non è stato fatto un lavoro particolarmente accurato, con risvolti psicologici o cose del genere, ma quello che bastava per farci ricordare un po’ di tutti i personaggi.
Passiamo al lato tecnico. Il character design mi è piaciuto molto, del resto parliamo delle CLAMP. Nell’anime subisce qualche calo, anche se la maggior parte delle volte è la faccia di Hideki a farne le spese, mentre le ragazze (persocom e non) sono sempre molto graziose. Animazioni e fondali sono discreti, molto azzeccate le ost. Orecchiabili le sigle, in particolare l’opening “Let me be with you”, il cui ritornello va difficilmente via della testa. Fin da subito, poi, si nota l’ottimo livello della regia, capace di rendere al meglio soprattutto i momenti più divertenti.
In conclusione, “Chobits” è un’opera che parte in tutta leggerezza, per poi diventare sempre più interessante man mano che prosegue, grazie ai numerosi misteri da svelare e alle storie dei comprimari. Tra i difetti troviamo uno o due episodi di troppo (quello del mare o della storia dell’orrore, ad esempio) e il fatto di aver aggiunto qualche personaggio solo verso la fine della serie. Un peccato, poi, la confusione dell’episodio finale, che non ci ha fornito sufficienti spiegazioni per quanto riguarda alcuni aspetti. Una serie, comunque, fortemente consigliata: voto 8.
L’opera si svolge in un presente alternativo in cui i progressi della tecnologia hanno permesso di inserire i personal computer all’interno di robot (chiamati, appunto, persocom) dalle fattezze e comportamenti simili a quelli degli esseri umani. Protagonista della storia è Hideki Motosuwa, ragazzo appena trasferitosi a Tokyo per frequentare una scuola preparatoria in attesa di ripetere il test per l’ammissione all’università. Una sera, mentre sta tornando al suo appartamento, Hideki trova un persocom dalle sembianze di una bellissima ragazza abbandonato tra i rifiuti: dopo averlo acceso, il ragazzo decide di chiamarla Chii e di insegnarle sempre cose nuove.
L’anime, pur essendo evidentemente un’opera di genere sci-fi e dunque permeata di molti misteri, inizia il suo corso quasi come uno slice of life. I primi episodi, infatti, sono molto calmi e spesso davvero divertenti, all’occorrenza “arricchiti” anche da qualche elemento ecchi che non risulta mai troppo fastidioso. Queste prime puntate, in cui non sembra che succeda nulla di particolarmente significante, servono in realtà a far crescere il rapporto tra Chii e Hideki, che è uno degli elementi portanti dell’anime. Allo stesso tempo, assisteremo alla crescita della graziosa persocom, che apprenderà continuamente nuove parole, vivrà nuove esperienze e soprattutto proverà emozioni a lei sconosciute. Verso metà della serie, invece, inizieranno le vicende più interessanti e movimentate, nelle quali scopriremo, a poco a poco, gli innumerevoli misteri legati alla natura speciale di Chii, diversa da tutti gli altri persocom.
Oltre ad una storia che tiene con il fiato sospeso soprattutto verso le ultime battute, uno dei punti forti di “Chobits” è rappresentato dalle tematiche trattate, oggetto anche di altre numerose opere della nostra epoca: possono le macchine avere dei sentimenti? Durante tutta la serie anche Hideki si farà la stessa domanda, in particolare dopo essere venuto a contatto con situazioni non molto diverse dalla sua. Certamente Chii è un persocom un po’ particolare, ma a tale questione non è facile trovare una risposta. Tuttavia una cosa è sicura: i robot non potranno mai sostituire gli umani, ma anche quest’ultimi non saranno in grado di fare altrettanto, poiché ci sono cose che una parte è capace di fare e l’altra no. Non da meno è l’oggetto di cui Chii è alla ricerca: “L’uomo solo per lei”, ovvero una persona che la ami per quello che è, un amore vero e puro, che ben si ricollega al luogo in cui è posto l’interruttore che fa riavviare la persocom.
Altro punto a favore sono sicuramente i personaggi. Ognuno di essi è stato approfondito, e un po’ alla volta veniamo a conoscenza del passato di tutti, anche di coloro che non sembravano tanto importanti ai fini della trama. Nota positiva, che sinceramente non mi aspettavo, è che la storia di ogni comprimario è inevitabilmente legata al mondo dei persocom e alle tematiche sopra descritte. Per quanto riguarda la caratterizzazione in sé per sé, non è stato fatto un lavoro particolarmente accurato, con risvolti psicologici o cose del genere, ma quello che bastava per farci ricordare un po’ di tutti i personaggi.
Passiamo al lato tecnico. Il character design mi è piaciuto molto, del resto parliamo delle CLAMP. Nell’anime subisce qualche calo, anche se la maggior parte delle volte è la faccia di Hideki a farne le spese, mentre le ragazze (persocom e non) sono sempre molto graziose. Animazioni e fondali sono discreti, molto azzeccate le ost. Orecchiabili le sigle, in particolare l’opening “Let me be with you”, il cui ritornello va difficilmente via della testa. Fin da subito, poi, si nota l’ottimo livello della regia, capace di rendere al meglio soprattutto i momenti più divertenti.
In conclusione, “Chobits” è un’opera che parte in tutta leggerezza, per poi diventare sempre più interessante man mano che prosegue, grazie ai numerosi misteri da svelare e alle storie dei comprimari. Tra i difetti troviamo uno o due episodi di troppo (quello del mare o della storia dell’orrore, ad esempio) e il fatto di aver aggiunto qualche personaggio solo verso la fine della serie. Un peccato, poi, la confusione dell’episodio finale, che non ci ha fornito sufficienti spiegazioni per quanto riguarda alcuni aspetti. Una serie, comunque, fortemente consigliata: voto 8.
Questo anime, di genere sentimentale/fantastico, si ambienta in un futuro prossimo. In questo futuro immaginario è tutto uguale al nostro mondo, tranne per il fatto che la tecnologia ha permesso la costruzione e commercializzazione in serie di robot umanoidi molto molto simili agli esseri umani, chiamati persocom. Dei veri e propri cyborgs della letteratura fantascientifica.
Tali robot sono tutti di gradevole aspetto e sono talmente simili e fedeli agli uomini da poterne fare da surrogato.
Il protagonista di questo anime è Hideki, un ragazzo campagnolo matricola universitaria. Egli trova un persocom abbandonato e privo di sistema operativo, dal gradevolissimo aspetto femminile. Lo riattiva e se lo tiene. Dato che non ha sistema operativo, tale persocom necessita di imparare tutto, come se fosse una bimba nel corpo di una adolescente. Nel corso delle puntate il nostro protagonista cercherà di capire di più sulle origini del suo persocom (che chiamerà CHII) e, dato che tale persocom è molto dolce e davvero simile ad una ragazza vera, finirà per innamorarsene. Come ogni storia d'amore troverà ostacoli quali: altri ragazzi interessati a CHII, difficoltà nel rapporto uomini/cyborgs, e altri misteri che non sto a svelarvi.
Il mio parere su questo anime è positivo e gli dò voto DISCRETO (7).
Le sigle di apertura e chiusura sono molto molto gradevoli e azzeccate. Il charachter design è piacevole. L'animazione è discreta, anche se non viene naturalmente messa a dura prova (dato che si tratta di una commedia romantica e non un action-anime). La storia romantica si segue piacevolmente, anche se non arriva a graffiare l'anima e alcuni episodi sono un po' noiosi e superflui. I personaggi hanno una caratterizzazione accettabile, non sono proprio naturali o elaborati, ma nemmeno enfatizzati ed eccessivamente plastici come in altri anime del genere.
In sintesi è un anime discreto la cui visione è consigliata agli amanti del genere romantico. Non lascia il segno, ma si lascia guardare e merita di essere visto.
Tali robot sono tutti di gradevole aspetto e sono talmente simili e fedeli agli uomini da poterne fare da surrogato.
Il protagonista di questo anime è Hideki, un ragazzo campagnolo matricola universitaria. Egli trova un persocom abbandonato e privo di sistema operativo, dal gradevolissimo aspetto femminile. Lo riattiva e se lo tiene. Dato che non ha sistema operativo, tale persocom necessita di imparare tutto, come se fosse una bimba nel corpo di una adolescente. Nel corso delle puntate il nostro protagonista cercherà di capire di più sulle origini del suo persocom (che chiamerà CHII) e, dato che tale persocom è molto dolce e davvero simile ad una ragazza vera, finirà per innamorarsene. Come ogni storia d'amore troverà ostacoli quali: altri ragazzi interessati a CHII, difficoltà nel rapporto uomini/cyborgs, e altri misteri che non sto a svelarvi.
Il mio parere su questo anime è positivo e gli dò voto DISCRETO (7).
Le sigle di apertura e chiusura sono molto molto gradevoli e azzeccate. Il charachter design è piacevole. L'animazione è discreta, anche se non viene naturalmente messa a dura prova (dato che si tratta di una commedia romantica e non un action-anime). La storia romantica si segue piacevolmente, anche se non arriva a graffiare l'anima e alcuni episodi sono un po' noiosi e superflui. I personaggi hanno una caratterizzazione accettabile, non sono proprio naturali o elaborati, ma nemmeno enfatizzati ed eccessivamente plastici come in altri anime del genere.
In sintesi è un anime discreto la cui visione è consigliata agli amanti del genere romantico. Non lascia il segno, ma si lascia guardare e merita di essere visto.
"Chobits" è una serie anime di 24 episodi completa (più un piccolo OAV) tratta dall'omonimo manga.
Trama: Ci troviamo in un mondo dove esistono i persocom, dei robot con sembianze umane capaci di svolgere svariati compiti; il nostro protagonista dopo aver fallito l'esame di ammissione all'università si prenderà un anno di pausa mentre frequenterà una scuola preparatoria. Hideki trasferitosi in città scopre i persocom ma nonostate il suo desiderio di averne uno non possiede abbastanza soldi, per sua fortuna ne troverà uno abbandonato in un vialetto e deciderà di portarselo a casa.
Siamo davanti ad un'altra opera delle famose CLAMP e si nota, il mondo creato questa volta tende di più alla fantascienza che al fantasy ma mantiene comunque il romanticismo e la magia classici dei loro lavori.
A livello tecnico non è una serie eccezionale, anzi l'ho trovato un pelo sotto la media a causa della grafica che talvolta appare eccessivamente piatta tra colori morenti, vestiti anonimi e ambientazioni vuote (sarà pure del 2002 ma non mi sembra una giustificazione valida).
Il punto forte dell'opera ritengo stia nei personaggi, la trama è ben realizzata e le atmosfere pure, tuttavia la vasta varietà di caratteri è quello che rende la visione mai noiosa, dal carattere dolce e innocente di Chii alla più vivace Sumomo ai personaggi più cupi che compariranno col proseguire della storia, creando così buone situazioni e interazioni tra di loro.
Consigliato se volete un buon sentimentale, la tematica di amori tra persone e intelligenze artificiali diventa sempre più reale e "Chobits" dà un sacco di spunti a riguardo, non mancheranno le risate mentre le scene ecchi sono davvero soft (cosa che ho apprezzato e che avrebbe altrimenti stonato con l'atmosfera generale).
Voto Personale: 8
Voto Oggettivo (per quanto possibile) nel Genere: 8
Trama: Ci troviamo in un mondo dove esistono i persocom, dei robot con sembianze umane capaci di svolgere svariati compiti; il nostro protagonista dopo aver fallito l'esame di ammissione all'università si prenderà un anno di pausa mentre frequenterà una scuola preparatoria. Hideki trasferitosi in città scopre i persocom ma nonostate il suo desiderio di averne uno non possiede abbastanza soldi, per sua fortuna ne troverà uno abbandonato in un vialetto e deciderà di portarselo a casa.
Siamo davanti ad un'altra opera delle famose CLAMP e si nota, il mondo creato questa volta tende di più alla fantascienza che al fantasy ma mantiene comunque il romanticismo e la magia classici dei loro lavori.
A livello tecnico non è una serie eccezionale, anzi l'ho trovato un pelo sotto la media a causa della grafica che talvolta appare eccessivamente piatta tra colori morenti, vestiti anonimi e ambientazioni vuote (sarà pure del 2002 ma non mi sembra una giustificazione valida).
Il punto forte dell'opera ritengo stia nei personaggi, la trama è ben realizzata e le atmosfere pure, tuttavia la vasta varietà di caratteri è quello che rende la visione mai noiosa, dal carattere dolce e innocente di Chii alla più vivace Sumomo ai personaggi più cupi che compariranno col proseguire della storia, creando così buone situazioni e interazioni tra di loro.
Consigliato se volete un buon sentimentale, la tematica di amori tra persone e intelligenze artificiali diventa sempre più reale e "Chobits" dà un sacco di spunti a riguardo, non mancheranno le risate mentre le scene ecchi sono davvero soft (cosa che ho apprezzato e che avrebbe altrimenti stonato con l'atmosfera generale).
Voto Personale: 8
Voto Oggettivo (per quanto possibile) nel Genere: 8
Parto dall'idea. Sicuramente l'idea di un mondo diviso fra umani e persocom (o androidi o robot come li volete chiamare) è diffusa e usata tanto sia nel cinema che nell'animazione.
Questa volta, proprio perchè siamo nell'animazione ed i persocom hanno tutti un aspetto gradevole o simpatico (per quanto riguarda le 2 bamboline per esempio...) l'idea mi sembra diversa.
Provo a spiegarmi un po' meglio...
proprio perchè siamo nell'animazione non ci sono particolari differenze grafiche, a parte le orecchie, tra umani e persocom e proprio per questo nasce 'idea di un mondo in cui i sentimenti si mischiano e le relazioni si confondono".
D'altronde succede in numerose occasioni nella storia che il rapporto tra umani ed umani o persocom ed umani diventi qualcosa di anomalo (un po' come ha detto minoru, il ragazzo prodigio del computer) al punto da preferire gli uni agli altri o creare desideri impossibili (e ciascuno dei personaggi maschili e femminili ha avuto qualcosa a che fare a livello familiare/sentimentale con questo).
La trama scorre abbastanza tranquilla permettendo a chii di comporre una sua personalità e comprendere Hideki e il mondo in cui vive. Non ci sono combattimenti, gli unici sono quelli in cui chii decide di difendere la propria integrità e personalità e la fa sembrare ancor di più una, come dice hideki, "brava ragazza".
Cioè si tratta di una lotta, non per il potere o conquista del mondo, ma per la libertà, libertà di decidere come e con chi vivere.
Direi che chii è umannizzata non nel senso biologico del termine ma in un senso emozionale (e qui potrebbero aprirsi altri spunti di riflessione, per me...)
Ho pensato un po' se questo sia stato proprio l'obiettivo degli autori ma non sono ceto di aver preso in questa interpretazione.
Mi sono lasciato condizionare dalla sigla on quel "let me be with you", motivetto canticchiabile e facile da ricordare che mi ha fatto immaginare già prima della puntata come sarebbe potuto terminare.
Mi è parso di notare qualche affinità fra chii e nyu (di elfen lied) e mashiro (di Sakurasou no Pet na Kanojo. Non so se ho preso con questa intuiione nè se sia qualcosa di particolarmente meritevole, è certamente che questi modelli femminili ingenui o con amnesia o senza programmazione di base devono per forza avere caratteristiche simili per far evolvere le storie a cui appartengono.
Il disegno è semplice e lineare ma forse era proprio un obiettivo quello di focalizzare l'attenzionn più sul lato umano che non su quello tecnologico.
Parte ecchi veramente residuale, qualche cosina presente qui e là specie nei primi momenti in cui chii deve essere ancora educata.
Insomma è, per me, una valutazione positiva.
Questa volta, proprio perchè siamo nell'animazione ed i persocom hanno tutti un aspetto gradevole o simpatico (per quanto riguarda le 2 bamboline per esempio...) l'idea mi sembra diversa.
Provo a spiegarmi un po' meglio...
proprio perchè siamo nell'animazione non ci sono particolari differenze grafiche, a parte le orecchie, tra umani e persocom e proprio per questo nasce 'idea di un mondo in cui i sentimenti si mischiano e le relazioni si confondono".
D'altronde succede in numerose occasioni nella storia che il rapporto tra umani ed umani o persocom ed umani diventi qualcosa di anomalo (un po' come ha detto minoru, il ragazzo prodigio del computer) al punto da preferire gli uni agli altri o creare desideri impossibili (e ciascuno dei personaggi maschili e femminili ha avuto qualcosa a che fare a livello familiare/sentimentale con questo).
La trama scorre abbastanza tranquilla permettendo a chii di comporre una sua personalità e comprendere Hideki e il mondo in cui vive. Non ci sono combattimenti, gli unici sono quelli in cui chii decide di difendere la propria integrità e personalità e la fa sembrare ancor di più una, come dice hideki, "brava ragazza".
Cioè si tratta di una lotta, non per il potere o conquista del mondo, ma per la libertà, libertà di decidere come e con chi vivere.
Direi che chii è umannizzata non nel senso biologico del termine ma in un senso emozionale (e qui potrebbero aprirsi altri spunti di riflessione, per me...)
Ho pensato un po' se questo sia stato proprio l'obiettivo degli autori ma non sono ceto di aver preso in questa interpretazione.
Mi sono lasciato condizionare dalla sigla on quel "let me be with you", motivetto canticchiabile e facile da ricordare che mi ha fatto immaginare già prima della puntata come sarebbe potuto terminare.
Mi è parso di notare qualche affinità fra chii e nyu (di elfen lied) e mashiro (di Sakurasou no Pet na Kanojo. Non so se ho preso con questa intuiione nè se sia qualcosa di particolarmente meritevole, è certamente che questi modelli femminili ingenui o con amnesia o senza programmazione di base devono per forza avere caratteristiche simili per far evolvere le storie a cui appartengono.
Il disegno è semplice e lineare ma forse era proprio un obiettivo quello di focalizzare l'attenzionn più sul lato umano che non su quello tecnologico.
Parte ecchi veramente residuale, qualche cosina presente qui e là specie nei primi momenti in cui chii deve essere ancora educata.
Insomma è, per me, una valutazione positiva.
Dopo aver resistito per sette interminabili, e ripeto, interminabili episodi, posso dire soltanto una cosa: consiglio questo anime alle persone che soffrono d'insonnia. Vi basterà visionare un paio di episodi e cadrete come se niente fosse in un sonno profondo, ve lo assicuro.
Detto questo, sebbene abbia visto solo sette puntate, conosco i vari dettagli della trama, quindi la mia recensione conterrà diversi spoiler.
Inutile dire che l'ho trovato noiosissimo e stupido, una delle peggiori opere delle CLAMP senza ombra di dubbio, un'opera che cerca di trattare un tema delicato come il rapporto uomo-macchina, scadendo però nella banalità e nel ridicolo.
A parte la noia, la grande pecca di questo anime sono senza dubbio i protagonisti, così come tutti gli altri personaggi che popolano la storia.
Hideki è un protagonista del tutto inutile, non combina assolutamente nulla, a parte sanguinare dal naso ed eccitarsi davanti a qualsiasi essere di sesso femminile che respiri, umana o persocom che sia. Ad irritarmi di più è proprio il suo rapporto con Chii. Cioè, lui si eccita sebbene sappia benissimo che lei è una MACCHINA fatta di metallo, plastica e silicone? Ma, alla fine, di che dobbiamo stupirci? D'altronde in questo anime diversi personaggi hanno una relazione amorosa con un persocom (e mai che ce ne sia uno maschio, il 99.9% sono femmine!) e non con una persona vera. Basti pensare al pasticcere Ueda, che una persocom se l'è pure sposata e al marito della professoressa Takako, che ha buttato la moglie fuori di casa perché le preferisce un pezzo di latta, tanto che la povera donna ha dovuto ripiegare su Shinbo...
Alla fine, anche Hideki casca nella trappola mortale, innamorandosi veramente di Chii e dando inizio a una relazione assurda quanto degradante.
Chii è un personaggio noioso, fastidioso e parecchio irritante con questo suo continuo ripetere "Chii". Pur essendo un persocom più avanzato rispetto a tutti gli altri, non è in grado di fare assolutamente NULLA (tanto che Hideki per chattare e ricevere e-mail deve farsi prestare la portatile Sumomo da Shinbo). In più, il suo personaggio viene maltrattato e umiliato fino all'inverosimile. Dopo 23 episodi passati a far capire che non è un semplice computer e che anche lei può provare sentimenti, ecco che si trasforma in una bambolona gonfiabile per quel maniaco di Hideki, venendo formattata ogni volta che fanno sesso (perché lo fanno, e non so COME), avendo lo switch di accensione proprio in QUEL posto. Insomma, nonostante sia un persocom, rappresenta lo stereotipo della donnetta volta solo a soddisfare i desideri del consorte.
Infine, abbiamo Chitose, ovvero la malefica donna che ha dato origine a questo scempio. Non potendo avere figli, lei e il marito (pazzo quanto la moglie e deceduto in circostanze misteriose) si sono costruiti due persocom "sostitutive": Freya e Erda. Le due computerine crebbero felici fino a quando Freya, la maggiore, si innamorò del proprio creatore, dando inizio a un amore impossibile, essendo lei una macchina e non un essere umano ed essendo lui sposato. Invece di riprogrammarla, l'intelligentone fece in modo che lei si lasciasse morire. Tuttavia, prima del blackout definitivo, l'anima di Freya venne assorbita dalla sorellina Erda, che però perse così la propria memoria, trasformandosi in un vero e proprio automa (cioè Chii). A questo punto, i due pazzi sclerotici decisero di disattivare pure lei, ma non dopo averle inserito un assurdo programma attraverso il quale lei avrebbe potuto trovare "l'uomo solo per me", un programma che, in caso di rifiuto, distruggerà non solo Chii/Erda, ma anche tutti gli altri persocom (il senso di questa geniale trovata proprio non l'ho capito). Dopo ciò, Chitose se ne sbarazzò malamente buttandola nella spazzatura, dove sarebbe stata poi raccattata dal primo passante di turno (in questo caso Hideki). Insomma, una madre esemplare, quella che tutti i bambini vorrebbero. Ma anche no! E menomale che non ha mai avuto dei figli veri!
Gli altri personaggi credo che non siano neanche degni di essere ricordati, non sono altro che inutile tappezzeria messa lì giusto per allungare il brodo in una storia già di per sé pessima e alquanto inutile.
In conclusione, un anime completamente privo di una logica e di una trama decente, mi chiedo come abbia fatto a ottenere tutto questo successo, perché veramente, è qualcosa di assurdamente orribile e spaventoso, un vero e proprio insulto anche alla dignità delle donne, per come la vedo io, dato che Chii è capace solo di fare la bambolina gonfiabile (100% donna oggetto) e i personaggi femminili in carne e ossa o si mettono con dei vecchietti di trent'anni più anziani di loro (vedi Yumi e Ueda) o vengono rimpiazzati con delle MACCHINE (perché sono MACCHINE, cristo santo!), come Takako che, personalmente, mi ha fatto una pena assurda.
Voto 3. Se ho evitato di mettergli uno è per i disegni e per le musiche, che possono essere definiti passabili, dopotutto.
Detto questo, sebbene abbia visto solo sette puntate, conosco i vari dettagli della trama, quindi la mia recensione conterrà diversi spoiler.
Inutile dire che l'ho trovato noiosissimo e stupido, una delle peggiori opere delle CLAMP senza ombra di dubbio, un'opera che cerca di trattare un tema delicato come il rapporto uomo-macchina, scadendo però nella banalità e nel ridicolo.
A parte la noia, la grande pecca di questo anime sono senza dubbio i protagonisti, così come tutti gli altri personaggi che popolano la storia.
Hideki è un protagonista del tutto inutile, non combina assolutamente nulla, a parte sanguinare dal naso ed eccitarsi davanti a qualsiasi essere di sesso femminile che respiri, umana o persocom che sia. Ad irritarmi di più è proprio il suo rapporto con Chii. Cioè, lui si eccita sebbene sappia benissimo che lei è una MACCHINA fatta di metallo, plastica e silicone? Ma, alla fine, di che dobbiamo stupirci? D'altronde in questo anime diversi personaggi hanno una relazione amorosa con un persocom (e mai che ce ne sia uno maschio, il 99.9% sono femmine!) e non con una persona vera. Basti pensare al pasticcere Ueda, che una persocom se l'è pure sposata e al marito della professoressa Takako, che ha buttato la moglie fuori di casa perché le preferisce un pezzo di latta, tanto che la povera donna ha dovuto ripiegare su Shinbo...
Alla fine, anche Hideki casca nella trappola mortale, innamorandosi veramente di Chii e dando inizio a una relazione assurda quanto degradante.
Chii è un personaggio noioso, fastidioso e parecchio irritante con questo suo continuo ripetere "Chii". Pur essendo un persocom più avanzato rispetto a tutti gli altri, non è in grado di fare assolutamente NULLA (tanto che Hideki per chattare e ricevere e-mail deve farsi prestare la portatile Sumomo da Shinbo). In più, il suo personaggio viene maltrattato e umiliato fino all'inverosimile. Dopo 23 episodi passati a far capire che non è un semplice computer e che anche lei può provare sentimenti, ecco che si trasforma in una bambolona gonfiabile per quel maniaco di Hideki, venendo formattata ogni volta che fanno sesso (perché lo fanno, e non so COME), avendo lo switch di accensione proprio in QUEL posto. Insomma, nonostante sia un persocom, rappresenta lo stereotipo della donnetta volta solo a soddisfare i desideri del consorte.
Infine, abbiamo Chitose, ovvero la malefica donna che ha dato origine a questo scempio. Non potendo avere figli, lei e il marito (pazzo quanto la moglie e deceduto in circostanze misteriose) si sono costruiti due persocom "sostitutive": Freya e Erda. Le due computerine crebbero felici fino a quando Freya, la maggiore, si innamorò del proprio creatore, dando inizio a un amore impossibile, essendo lei una macchina e non un essere umano ed essendo lui sposato. Invece di riprogrammarla, l'intelligentone fece in modo che lei si lasciasse morire. Tuttavia, prima del blackout definitivo, l'anima di Freya venne assorbita dalla sorellina Erda, che però perse così la propria memoria, trasformandosi in un vero e proprio automa (cioè Chii). A questo punto, i due pazzi sclerotici decisero di disattivare pure lei, ma non dopo averle inserito un assurdo programma attraverso il quale lei avrebbe potuto trovare "l'uomo solo per me", un programma che, in caso di rifiuto, distruggerà non solo Chii/Erda, ma anche tutti gli altri persocom (il senso di questa geniale trovata proprio non l'ho capito). Dopo ciò, Chitose se ne sbarazzò malamente buttandola nella spazzatura, dove sarebbe stata poi raccattata dal primo passante di turno (in questo caso Hideki). Insomma, una madre esemplare, quella che tutti i bambini vorrebbero. Ma anche no! E menomale che non ha mai avuto dei figli veri!
Gli altri personaggi credo che non siano neanche degni di essere ricordati, non sono altro che inutile tappezzeria messa lì giusto per allungare il brodo in una storia già di per sé pessima e alquanto inutile.
In conclusione, un anime completamente privo di una logica e di una trama decente, mi chiedo come abbia fatto a ottenere tutto questo successo, perché veramente, è qualcosa di assurdamente orribile e spaventoso, un vero e proprio insulto anche alla dignità delle donne, per come la vedo io, dato che Chii è capace solo di fare la bambolina gonfiabile (100% donna oggetto) e i personaggi femminili in carne e ossa o si mettono con dei vecchietti di trent'anni più anziani di loro (vedi Yumi e Ueda) o vengono rimpiazzati con delle MACCHINE (perché sono MACCHINE, cristo santo!), come Takako che, personalmente, mi ha fatto una pena assurda.
Voto 3. Se ho evitato di mettergli uno è per i disegni e per le musiche, che possono essere definiti passabili, dopotutto.
Devo dire che "Chobits" è un anime (e un manga, avendolo anche letto), davvero carino e interessante, non solo per la storia ben costruita e i risvolti sentimentali, ma anche per la trama abbastanza complessa e per i contenuti psicologici, riguardanti l'abbandono, per l'importanza che viene dato al sentimento o all'oggetto-robot, che in questo caso assume una valenza diversa.
Nel suo genere direi che è una anime unico, ho visto anche altro di simile, ma nulla di tanto interessante quanto la seguente serie.
Consigliato a quelli a cui piace il genere sentimentale, di fantascienza, qualche scenetta ecchi, e qualche scena comica ben innestata.
I personaggi sono dettagliati, con le loro storie e i loro passati, e ben disegnati. Inoltre anche le colonne sonore sono ben fatte, del tipo quando Chii si perde nei vuoti a pensare o a fissare le stelle la musica è, a parer mio, perfetta. Inoltre alcune scene tengono in tensione lo spettatore, portandolo a visionare subito il successivo episodio o tenendolo bene sulle spine per attendere il nuovo.
Nel suo genere direi che è una anime unico, ho visto anche altro di simile, ma nulla di tanto interessante quanto la seguente serie.
Consigliato a quelli a cui piace il genere sentimentale, di fantascienza, qualche scenetta ecchi, e qualche scena comica ben innestata.
I personaggi sono dettagliati, con le loro storie e i loro passati, e ben disegnati. Inoltre anche le colonne sonore sono ben fatte, del tipo quando Chii si perde nei vuoti a pensare o a fissare le stelle la musica è, a parer mio, perfetta. Inoltre alcune scene tengono in tensione lo spettatore, portandolo a visionare subito il successivo episodio o tenendolo bene sulle spine per attendere il nuovo.
Comincio ringraziando Animeclick.it che mi ha reso partecipe di questo capolavoro. Come noterete, il mio voto è 10 prendendo anche in considerazione la buona fattura audiovisiva di questo titolo prodotto nel 2002.
Una storia a dir poco eccezionale fonde con semplicità gli idealismi sentimentali realistici verso una trama fantasy. Premetto la mia irregolare frenesia nel completare la visione di quest'anime, la cui visione, aggiungo, ho totalizzato in circa nove ore di fila.
Parlando dei personaggi, a parer mio compiono egregiamente i ruoli prestabiliti; aggiungerei che il protagonista si comporta in modo molto umano, anche ricoprendo il ruolo del povero ragazzo di campagna che per motivi quasi ovvi fino ad allora non ha mai avuto successo con le donne.
Sono rimasto stupito dell'assenza di scene che possano presagire inutili espressioni di nudo.
Per concludere vorrei mettere in risalto la qualità espressiva di quest'anime, che mi ha quasi portato le lacrime alle guance.
Grazie per la lettura, vi auguro una buona visione.
Una storia a dir poco eccezionale fonde con semplicità gli idealismi sentimentali realistici verso una trama fantasy. Premetto la mia irregolare frenesia nel completare la visione di quest'anime, la cui visione, aggiungo, ho totalizzato in circa nove ore di fila.
Parlando dei personaggi, a parer mio compiono egregiamente i ruoli prestabiliti; aggiungerei che il protagonista si comporta in modo molto umano, anche ricoprendo il ruolo del povero ragazzo di campagna che per motivi quasi ovvi fino ad allora non ha mai avuto successo con le donne.
Sono rimasto stupito dell'assenza di scene che possano presagire inutili espressioni di nudo.
Per concludere vorrei mettere in risalto la qualità espressiva di quest'anime, che mi ha quasi portato le lacrime alle guance.
Grazie per la lettura, vi auguro una buona visione.
"Chobits" è un anime prodotto nel 2001 dalla Mad House, di genere romantico/drammatico.
La trama
"Chobits" è un anime davvero particolare: non cominciando come altri anime dello stesso genere, si presenta dapprima come una produzione dal taglio prevalentemente umoristico. Il protagonista, Hideki, si è appena trasferito in città dalla campagna per studiare all'università. Siamo però in una realtà particolare, circondata da elementi umanoidi, speciali cyborg da compagnia, che, in un certo senso, mimano quello che oggi fanno tablet e cellulari: viaggiano su internet, si collegano via linea telefonica per fare chiamate, e soprattutto, data la loro forma umanoide, sono molto loquaci e di grande compagnia. Unico problema: costano troppo. Questo Hideki lo sa, e data la sua enorme ristrettezza economica, non può che sognarsi la presenza di un persocom (il nome di questo cyborg) in una casetta come la sua. Caso vuole che una sera, passeggiando per strada, Hideki trovi un persocom tra i rifiuti, apparentemente intatto e molto carino da vedere. E' così che nasceranno una serie di situazioni che porteranno a uno sviluppo dei personaggi molto ben studiato e particolare. Lo spettatore, infatti, avrà modo di vedere e capire come si interfacciano i personaggi con i persocom, e di capire quali sono i problemi e le mentalità di ognuno. Il punto forte di quest'anime è non tanto la storia, quanto la struttura dei personaggi, primari e secondari. Ciò che lascia perplessi è però la mancanza di spiegazioni per alcune cose, facilmente trascurabili nella parte successiva della storia. Possiamo quindi suddividere la storia in due parti: la prima, in cui conosciamo tutti i personaggi e abbiamo modo di capirne i comportamenti, e la seconda, in cui tutti i personaggi trovano un epilogo molto originale per ciascuno.
Lato tecnico
Dal punto di vista tecnico, "Chobits" è un vero e proprio gioiello. Mentre il character design lascia un po' a desiderare, le animazioni sono di prima scelta e sempre molto curate, così come i giochi di ombre e di cura nei particolari di ogni personaggio. Le soundtrack, poi, sono molto caratteristiche e ben strutturate, e accompagnano ogni momento nel migliore dei modi.
Commento finale
"Chobits" è un riuscitissimo anime che tutti devono vedere almeno una volta nella vita, perché dà un'ottima morale sulla vita e la società, e senz'altro è un buon modo per passare il tempo.
Voto Finale: 8.
La trama
"Chobits" è un anime davvero particolare: non cominciando come altri anime dello stesso genere, si presenta dapprima come una produzione dal taglio prevalentemente umoristico. Il protagonista, Hideki, si è appena trasferito in città dalla campagna per studiare all'università. Siamo però in una realtà particolare, circondata da elementi umanoidi, speciali cyborg da compagnia, che, in un certo senso, mimano quello che oggi fanno tablet e cellulari: viaggiano su internet, si collegano via linea telefonica per fare chiamate, e soprattutto, data la loro forma umanoide, sono molto loquaci e di grande compagnia. Unico problema: costano troppo. Questo Hideki lo sa, e data la sua enorme ristrettezza economica, non può che sognarsi la presenza di un persocom (il nome di questo cyborg) in una casetta come la sua. Caso vuole che una sera, passeggiando per strada, Hideki trovi un persocom tra i rifiuti, apparentemente intatto e molto carino da vedere. E' così che nasceranno una serie di situazioni che porteranno a uno sviluppo dei personaggi molto ben studiato e particolare. Lo spettatore, infatti, avrà modo di vedere e capire come si interfacciano i personaggi con i persocom, e di capire quali sono i problemi e le mentalità di ognuno. Il punto forte di quest'anime è non tanto la storia, quanto la struttura dei personaggi, primari e secondari. Ciò che lascia perplessi è però la mancanza di spiegazioni per alcune cose, facilmente trascurabili nella parte successiva della storia. Possiamo quindi suddividere la storia in due parti: la prima, in cui conosciamo tutti i personaggi e abbiamo modo di capirne i comportamenti, e la seconda, in cui tutti i personaggi trovano un epilogo molto originale per ciascuno.
Lato tecnico
Dal punto di vista tecnico, "Chobits" è un vero e proprio gioiello. Mentre il character design lascia un po' a desiderare, le animazioni sono di prima scelta e sempre molto curate, così come i giochi di ombre e di cura nei particolari di ogni personaggio. Le soundtrack, poi, sono molto caratteristiche e ben strutturate, e accompagnano ogni momento nel migliore dei modi.
Commento finale
"Chobits" è un riuscitissimo anime che tutti devono vedere almeno una volta nella vita, perché dà un'ottima morale sulla vita e la società, e senz'altro è un buon modo per passare il tempo.
Voto Finale: 8.
"Ci sono cose che solo i persocom possono fare, e altre che solo gli umani possono": oserei dire che questa è la frase emblema di questo piccolo capolavoro intitolato "Chobits". Appena me l'hanno consigliato è salito in cima agli anime "Da vedere" perché mi è stato posto come la versione decente di "Dears" - che, per chi non lo sa, reputo pessimo -, e devo dire che le somiglianze sono molte e ciò mi fa pensare che "Dears" sia uno dei più grandi plagi della storia degli anime (dovrò, mi sa, correggere quella recensione e passarla da 3 a 2). Intanto "Chobits" si prende il merito di essere originale e davvero interessate.
La storia narra di una ragazzo di nome Hideki che è stato respinto dall'università e si accinge a frequentare un corso di preparazione per accedere alla facoltà da lui scelta l'anno successivo. E' un montanaro che ha sempre vissuto insieme alle mucche ed è, per seguire il corso, costretto a trasferirsi in città.
La vita della città è alquanto diversa da quella monotona e semplice di campagna. Infatti la tecnologia ha preso il sopravvento e tutti posseggono un persocom, ovvero un computer dall'aspetto umano in grado di riuscire a far tutto. Da notare è come sia un mondo alternativo al nostro, visto che sono completamente assenti i cellulari e al loro posto sono presenti questi esseri robotici.
Hideki vuole possedere un persocom ma, come è prevedibile, costa davvero troppo (mi sembra circa 6.000 euro) per un giovane ragazzo. Fatto sta che per caso ne trova uno tra i rifiuti. Con grande stupore Hideki scopre che funziona e decide di chiamarlo Chii. Nonostante funzioni Motosuwa ipotizza che sia difettoso perché non sa fare niente se non dire Chii (da qui la scelta del nome).
Da questo momento in poi parte la vera storia, Hideki istruirà la persocom Chii e cercherà di capire com'è fatta, particolarmente, a livello Software.
La storia è abbastanza interessante, sebbene si riveli abbastanza lenta per gli episodi che vanno dalla puntata 8 alla 16. Semplicemente questi episodi esistono per una ragione specifica e non come riempitivi che qualcuno, come me, giustamente ha ipotizzato durante la visualizzazione. Infatti si assiste ad un'evoluzione del personaggio di Chii, che da essere inutile raggiunge il climax agli episodi finali. Una macchina che si evolve è una macchina speciale, e questo condiziona anche il nostro protagonista che, volente o nolente, subisce anch'egli un'evoluzione o, sarebbe più corretto dire, subisce un processo che gli permette di esprimere ciò che realmente ha provato nel momento in cui ha visto i persocom.
A parte i personaggi quello che trovato interessanti sono le tematiche trattate. Già se ne è discusso grazie al film "Io, robot", ma questo tema risulta, non solo attuale, ma anche interessante. Le macchine hanno sentimenti? O meglio, se si riuscissero a costruire macchine complesse che in base alle occasioni possono scegliere autonomamente cosa fare, è giusto considerarle viventi?
Qualsiasi umano davanti a queste domande rimane disgustato e spiazzato. Generalmente si risponde con un "no" secco. Eppure ci lascia molte riflessioni in quanto, pensandoci solo un po', noi non siamo altro che esseri meccanici che funzionano attraverso segnali chimici ed elettrici. Questo ci lascia sconcertati, visto che ci poniamo alla stregua di robot. "Chobits" gioca con questi nostri sentimenti portandoci a delle situazioni che ci fanno riflettere e ci fanno porre quelle famose domande.
Ho amato quest'anime proprio per questo.
All'inizio pensavo che il lato ecchi e tutte le storie di contorno potessero rendere questa storia piena di fanservice e ricca di parti inutili. Ciò non è avvenuto. Addirittura non saprei dire se "Chobits" sia veramente associabile a un ecchi in quanto compaiono scene di vita "quotidiana" in cui avvengono cose erotiche, ma non sono mai marcate né tantomeno ricercate. Certo, forse il modo di accendere Chii è stato un po' particolare, però senza queste scene, che alla fine rendevano abbastanza comiche le avventure di Chii e Hideki, il ritmo sarebbe stato troppo lento e, quindi, tutto sarebbe stato noioso.
Lo consiglio a coloro a cui è piaciuto "Dears" e a chi ama tutti quei personaggi con delle strane orecchie (per intenderci, come quelle dell'elfo di "The legend of Legendary Heroes").
Il voto comunque non raggiunge l'eccellenza per due motivi. Il disegno innanzitutto non mi ha colpito. I personaggi sono tutti uguali e mi ricorda "Clannad" nelle linee generali (lì addirittura usando photoshop si poteva vedere come cambiassero solo i capelli). I colori sono troppo luminosi e danno fastidio agli occhi. Anche le OST non sono ricercate e sono scarse. Un encomio andrebbe fatto alla regia, che non sbaglia un colpo, ma ovviamente ciò non consente di avere un apparato tecnico eccellente.
L'altro problema è da associare alle voci. Ho odiato la voce di Chii tanto quanto la voce di Rena in "Higurashi no naku koro ni".
Pertanto vi riconsiglio di visionarlo.
La storia narra di una ragazzo di nome Hideki che è stato respinto dall'università e si accinge a frequentare un corso di preparazione per accedere alla facoltà da lui scelta l'anno successivo. E' un montanaro che ha sempre vissuto insieme alle mucche ed è, per seguire il corso, costretto a trasferirsi in città.
La vita della città è alquanto diversa da quella monotona e semplice di campagna. Infatti la tecnologia ha preso il sopravvento e tutti posseggono un persocom, ovvero un computer dall'aspetto umano in grado di riuscire a far tutto. Da notare è come sia un mondo alternativo al nostro, visto che sono completamente assenti i cellulari e al loro posto sono presenti questi esseri robotici.
Hideki vuole possedere un persocom ma, come è prevedibile, costa davvero troppo (mi sembra circa 6.000 euro) per un giovane ragazzo. Fatto sta che per caso ne trova uno tra i rifiuti. Con grande stupore Hideki scopre che funziona e decide di chiamarlo Chii. Nonostante funzioni Motosuwa ipotizza che sia difettoso perché non sa fare niente se non dire Chii (da qui la scelta del nome).
Da questo momento in poi parte la vera storia, Hideki istruirà la persocom Chii e cercherà di capire com'è fatta, particolarmente, a livello Software.
La storia è abbastanza interessante, sebbene si riveli abbastanza lenta per gli episodi che vanno dalla puntata 8 alla 16. Semplicemente questi episodi esistono per una ragione specifica e non come riempitivi che qualcuno, come me, giustamente ha ipotizzato durante la visualizzazione. Infatti si assiste ad un'evoluzione del personaggio di Chii, che da essere inutile raggiunge il climax agli episodi finali. Una macchina che si evolve è una macchina speciale, e questo condiziona anche il nostro protagonista che, volente o nolente, subisce anch'egli un'evoluzione o, sarebbe più corretto dire, subisce un processo che gli permette di esprimere ciò che realmente ha provato nel momento in cui ha visto i persocom.
A parte i personaggi quello che trovato interessanti sono le tematiche trattate. Già se ne è discusso grazie al film "Io, robot", ma questo tema risulta, non solo attuale, ma anche interessante. Le macchine hanno sentimenti? O meglio, se si riuscissero a costruire macchine complesse che in base alle occasioni possono scegliere autonomamente cosa fare, è giusto considerarle viventi?
Qualsiasi umano davanti a queste domande rimane disgustato e spiazzato. Generalmente si risponde con un "no" secco. Eppure ci lascia molte riflessioni in quanto, pensandoci solo un po', noi non siamo altro che esseri meccanici che funzionano attraverso segnali chimici ed elettrici. Questo ci lascia sconcertati, visto che ci poniamo alla stregua di robot. "Chobits" gioca con questi nostri sentimenti portandoci a delle situazioni che ci fanno riflettere e ci fanno porre quelle famose domande.
Ho amato quest'anime proprio per questo.
All'inizio pensavo che il lato ecchi e tutte le storie di contorno potessero rendere questa storia piena di fanservice e ricca di parti inutili. Ciò non è avvenuto. Addirittura non saprei dire se "Chobits" sia veramente associabile a un ecchi in quanto compaiono scene di vita "quotidiana" in cui avvengono cose erotiche, ma non sono mai marcate né tantomeno ricercate. Certo, forse il modo di accendere Chii è stato un po' particolare, però senza queste scene, che alla fine rendevano abbastanza comiche le avventure di Chii e Hideki, il ritmo sarebbe stato troppo lento e, quindi, tutto sarebbe stato noioso.
Lo consiglio a coloro a cui è piaciuto "Dears" e a chi ama tutti quei personaggi con delle strane orecchie (per intenderci, come quelle dell'elfo di "The legend of Legendary Heroes").
Il voto comunque non raggiunge l'eccellenza per due motivi. Il disegno innanzitutto non mi ha colpito. I personaggi sono tutti uguali e mi ricorda "Clannad" nelle linee generali (lì addirittura usando photoshop si poteva vedere come cambiassero solo i capelli). I colori sono troppo luminosi e danno fastidio agli occhi. Anche le OST non sono ricercate e sono scarse. Un encomio andrebbe fatto alla regia, che non sbaglia un colpo, ma ovviamente ciò non consente di avere un apparato tecnico eccellente.
L'altro problema è da associare alle voci. Ho odiato la voce di Chii tanto quanto la voce di Rena in "Higurashi no naku koro ni".
Pertanto vi riconsiglio di visionarlo.
Il motivo per cui ho iniziato la visione di quest'anime è stato innanzitutto il buon numero di recensioni positive, e secondariamente perché questo titolo è stato spesso associato ad altri lavori, magari assai controversi (su tutti: "Elfen Lied"). Soprattutto quest'ultima considerazione mi ha spinto a procurarmi gli episodi di questa serie.
Ahimè, la scelta non si è rivelata, per quanto mi riguarda, positiva. Cosa non mi è piaciuto di quest'anime? Imbarazzo.
Incominciamo con la trama: semplicemente banale, non tanto nelle situazioni, quanto piuttosto nei toni e nei modi in cui i protagonisti le affrontano.
Banale è il rapporto tra il protagonista e Chii, banale la pretesa di fare un'opera con lo sfondo moraleggiante (l'amore vince le differenze). Banale il tentativo da parte degli autori di affermare il principio della convivenza tra diversi - in questo caso tra gli umani e i Persocom -, oserei dire del tutto fuori luogo.
Per sottolineare questi concetti si provvede addirittura a introdurre un personaggio, il quale racconta di quando si è innamorato del suo computer/robot (femmina), e di come l'abbia addirittura sposata, finché la morte non li ha separati: ovvero, rottura dell'hard disk della donzella (sic!).
Insomma, un po' di serietà. Queste idee sarebbero rese molto meglio, se gli sceneggiatori avessero fatto un minimo di sforzo, invece di rendere tutto così infantile. Epica la puntata in cui Chii cammina per le strade scandendo continuamente la parola "pantsu", e non aggiungo altro. Concetti importanti sono stati totalmente banalizzati, come se lo spettatore avesse bisogno di semplificare al massimo le cose per facilitarne la comprensione.
Se non lo si fosse ancora capito, il mio giudizio è negativo.
Ahimè, la scelta non si è rivelata, per quanto mi riguarda, positiva. Cosa non mi è piaciuto di quest'anime? Imbarazzo.
Incominciamo con la trama: semplicemente banale, non tanto nelle situazioni, quanto piuttosto nei toni e nei modi in cui i protagonisti le affrontano.
Banale è il rapporto tra il protagonista e Chii, banale la pretesa di fare un'opera con lo sfondo moraleggiante (l'amore vince le differenze). Banale il tentativo da parte degli autori di affermare il principio della convivenza tra diversi - in questo caso tra gli umani e i Persocom -, oserei dire del tutto fuori luogo.
Per sottolineare questi concetti si provvede addirittura a introdurre un personaggio, il quale racconta di quando si è innamorato del suo computer/robot (femmina), e di come l'abbia addirittura sposata, finché la morte non li ha separati: ovvero, rottura dell'hard disk della donzella (sic!).
Insomma, un po' di serietà. Queste idee sarebbero rese molto meglio, se gli sceneggiatori avessero fatto un minimo di sforzo, invece di rendere tutto così infantile. Epica la puntata in cui Chii cammina per le strade scandendo continuamente la parola "pantsu", e non aggiungo altro. Concetti importanti sono stati totalmente banalizzati, come se lo spettatore avesse bisogno di semplificare al massimo le cose per facilitarne la comprensione.
Se non lo si fosse ancora capito, il mio giudizio è negativo.
Non era la prima volta che affrontavo un anime del genere, ma "Chobits" in qualche modo mi ha lasciato un segno.
La storia ruota intorno ai due protagonisti: Hideki, un ragazzo di campagna che si trasferisce a Tokyo per seguire i corsi di preparazione per tentare di entrare all'università, o più semplicemente lo si può definire un ronin, e Chi, una specie di grazioso robot donna, chiamato "persocom", che Hideki trova per caso per strada. Il ragazzo la porta a casa e, quando riesce ad "accenderla", Chi impara di giorno in giorno parole e concetti nuovi grazie al suo aiuto. Puntata dopo puntata Chi mostra di non essere un persocom come tutti gli altri, anzi c'è il sospetto che si tratti di un chobit, ovvero un persocom che abbia una volontà e un ego proprio e che non necessiti quindi di programmi o software che simulino la personalità desiderata. Però fino alla fine dell'anime non se ne ha certezza, infatti i dubbi verranno chiariti negli ultimi special, che in questa sede non vengono contemplati.
La Madhouse ha sicuramente realizzato un anime di qualità, sebbene il comparto grafico sia molto semplice. E' indubbio che anche la scelta della colonna sonora sia stata azzeccata. Tuttavia, per quanto nel complesso l'anime sia scorrevole, gradevole e ben calibrato, c'è da dire che i primi 14 episodi per me non sono stati così coinvolgenti; dopodiché c'è un'impennata di qualità fino alla fine che compensa l'incertezza iniziale.
Ma veniamo al contenuto della storia. Come dicevo, "Chobits" non è il primo anime del genere che vedo. E' un anime comico, fantascientifico, popolato da una sorta di computer con una fisionomia umana, che ormai sono entrati a fare parte del tessuto sociale giapponese. Ormai li si vedono passeggiare amabilmente a braccetto o mano nella mano con persone comuni. Inoltre i persocom vengono impiegati nel lavoro e nelle faccende quotidiane; vengono persino utilizzati come surrogati nella vita di coppia, il che è abbastanza inquietante a ben vedere.
Quando nell'anime si fa cenno a esseri umani innamorati di persocom e quando si fa un mite riferimento a un ipotetico coinvolgimento di Hideki per Chi, non mi sono affatto appassionata a tale idea, anzi l'ho trovata un po' inconcepibile. C'è chi ha definito tutto questo romantico e struggente, per me invece la parola inaccettabile è la più consona.
Mi sono chiesta come sia possibile innamorarsi di un oggetto i cui sentimenti e qualsiasi sua esternazione siano simulati da un software, che noi stessi abbiamo deciso di installare per avere un persocom che ci sia più affine!
Al di là del tipo di storia e della sua realizzazione, io credo che un anime del genere debba fare riflettere e in un certo senso anche allarmarci su quanto i rapporti umani tra persone reali siano diventati e stiano diventando complicati. Nel mondo rappresentato in Chobits gli esseri umani, che hanno acquistato un persocom, vivono chiusi nella loro solitudine, nell'egoismo e spesso nell'incapacità di comunicare. Essi preferiscono in taluni casi questi automi alle persone reali, con le quali non è necessario un confronto e una crescita, accettando quindi di vivere un evidente autoinganno.
Per me quest'anime ha fatto centro, nel senso che l'autore ha colto nel segno una tendenza all'isolamento in senso generale che può benissimo sfociare in questo tipo di realtà, dove persocom ed esseri umani convivono beatamente insieme.
Per fortuna, rispetto a questo delirio insensato, Hideki è un personaggio che, appunto per le sue semplicità e concretezza, per quanto sia spinto dalle circostanze e attratto dalla conturbante Chi, fino alla fine mantiene il controllo di sé e attende le certezze di cui ha bisogno prima di lasciarsi andare completamente.
"Chobits " è un buon anime, consigliatissimo.
La storia ruota intorno ai due protagonisti: Hideki, un ragazzo di campagna che si trasferisce a Tokyo per seguire i corsi di preparazione per tentare di entrare all'università, o più semplicemente lo si può definire un ronin, e Chi, una specie di grazioso robot donna, chiamato "persocom", che Hideki trova per caso per strada. Il ragazzo la porta a casa e, quando riesce ad "accenderla", Chi impara di giorno in giorno parole e concetti nuovi grazie al suo aiuto. Puntata dopo puntata Chi mostra di non essere un persocom come tutti gli altri, anzi c'è il sospetto che si tratti di un chobit, ovvero un persocom che abbia una volontà e un ego proprio e che non necessiti quindi di programmi o software che simulino la personalità desiderata. Però fino alla fine dell'anime non se ne ha certezza, infatti i dubbi verranno chiariti negli ultimi special, che in questa sede non vengono contemplati.
La Madhouse ha sicuramente realizzato un anime di qualità, sebbene il comparto grafico sia molto semplice. E' indubbio che anche la scelta della colonna sonora sia stata azzeccata. Tuttavia, per quanto nel complesso l'anime sia scorrevole, gradevole e ben calibrato, c'è da dire che i primi 14 episodi per me non sono stati così coinvolgenti; dopodiché c'è un'impennata di qualità fino alla fine che compensa l'incertezza iniziale.
Ma veniamo al contenuto della storia. Come dicevo, "Chobits" non è il primo anime del genere che vedo. E' un anime comico, fantascientifico, popolato da una sorta di computer con una fisionomia umana, che ormai sono entrati a fare parte del tessuto sociale giapponese. Ormai li si vedono passeggiare amabilmente a braccetto o mano nella mano con persone comuni. Inoltre i persocom vengono impiegati nel lavoro e nelle faccende quotidiane; vengono persino utilizzati come surrogati nella vita di coppia, il che è abbastanza inquietante a ben vedere.
Quando nell'anime si fa cenno a esseri umani innamorati di persocom e quando si fa un mite riferimento a un ipotetico coinvolgimento di Hideki per Chi, non mi sono affatto appassionata a tale idea, anzi l'ho trovata un po' inconcepibile. C'è chi ha definito tutto questo romantico e struggente, per me invece la parola inaccettabile è la più consona.
Mi sono chiesta come sia possibile innamorarsi di un oggetto i cui sentimenti e qualsiasi sua esternazione siano simulati da un software, che noi stessi abbiamo deciso di installare per avere un persocom che ci sia più affine!
Al di là del tipo di storia e della sua realizzazione, io credo che un anime del genere debba fare riflettere e in un certo senso anche allarmarci su quanto i rapporti umani tra persone reali siano diventati e stiano diventando complicati. Nel mondo rappresentato in Chobits gli esseri umani, che hanno acquistato un persocom, vivono chiusi nella loro solitudine, nell'egoismo e spesso nell'incapacità di comunicare. Essi preferiscono in taluni casi questi automi alle persone reali, con le quali non è necessario un confronto e una crescita, accettando quindi di vivere un evidente autoinganno.
Per me quest'anime ha fatto centro, nel senso che l'autore ha colto nel segno una tendenza all'isolamento in senso generale che può benissimo sfociare in questo tipo di realtà, dove persocom ed esseri umani convivono beatamente insieme.
Per fortuna, rispetto a questo delirio insensato, Hideki è un personaggio che, appunto per le sue semplicità e concretezza, per quanto sia spinto dalle circostanze e attratto dalla conturbante Chi, fino alla fine mantiene il controllo di sé e attende le certezze di cui ha bisogno prima di lasciarsi andare completamente.
"Chobits " è un buon anime, consigliatissimo.
E' stupefacente constatare come la fantascienza, grazie alla fantasia di alcuni scrittori, sia stata spesso in grado di anticipare, anzi in un certo senso di prevedere, invenzioni e conoscenze scientifiche poi effettivamente realizzate.
Dunque l'idea di un mondo futuristico popolato da persocom, se da un lato può far sorridere, dall'altro non può nemmeno essere escluso a priori; e se ciò dovesse realmente avverarsi le problematiche presentate in questo "Chobits" diverrebbero terribilmente attuali e risulterebbero molto più complesse rispetto a quelle prospettate dallo stesso Asimov (il padre dei racconti sui robot), che si limitava ad affrontare il solo problema della sicurezza degli esseri umani contro una potenziale minaccia derivante dalla diffusione di macchine dotate d'intelligenza artificiale. Le tre leggi della robotica proposte dall'autore, infatti, sembrano trascurare l'aspetto sociale derivante dalla convivenza tra uomo e robot; ma in fondo Asimov viveva in un periodo diverso dal nostro in cui si passano molte ore della nostra giornata a comunicare attraverso delle macchine.
"Chobits" immagina un mondo in cui i computer non sono composti visivamente da una tastiera, un monitor e un case, ma hard disk, modem, ram e rom sono collocati all'interno di un corpo umano in grado d'interagire con l'uomo e con l'ambiente esterno. Questi "persocom" sono in sostanza dei veri e propri robot uguali, esternamente, in tutto e per tutto agli esseri umani. Ma se così dev'essere perché non dargli anche un bell'aspetto?
Hideki è un ragazzo di campagna trasferitosi a Tokio per seguire i corsi della scuola preparatoria in vista degli esami di ammissione all'università. Pur non avendone mai visti prima, ne rimane immediatamente affascinato ma, data la sua carenza di fondi, non è in grado di comprarsene uno. Ma Hideki è anche un ragazzo fortunato: passeggiando per strada trova un bellissimo persocom abbandonato nell'immondizia e, rapito anche del bell'aspetto di lei (si tratta di un persocom femmina ovviamente) decide di portarselo a casa. Peccato che non abbia alcuna nozione su come funzionino questi aggeggi e tutto ciò lo esporrà a notevoli problemi; in più il suo si rivelerà essere un persocom molto speciale, appartenente a una serie la cui origine è avvolta nel mistero e il cui nome è appunto "chobits".
"Chobits" è un anime che può essere analizzato sotto due diversi aspetti: quello dell'originalità della trama e quella dell'originalità del significato dell'opera.
Sotto il primo aspetto quest'anime non propone nulla di nuovo, con personaggi già visti, un susseguirsi di eventi abbastanza prevedibili e un finale scontatissimo. La prima metà dei ventiquattro episodi in cui si compone non è molto accattivante e qualche volta sfiora la noia: c'è il solito ragazzo sfigato, un insieme di ragazze tendenti al moe e una serie di situazioni che cercano di divertire lo spettatore con scarsi risultati. L'anime decolla, invece, nella seconda parte in quanto riesce a trasmettere tutta una serie di domande la cui risposta si rivelerà ben più complessa di quanto si possa immaginare.
E' questa la parte che va analizzata per l'originalità del significato dell'opera e che raccoglie il mio consenso. L'autore sembra volere denunciare l'esistenza di una naturale affinità dell'uomo verso le macchine che, anche senza sfociare nel fanatismo, può generare fenomeni di ambigua dipendenza. Quindi così come oggi molti ragazzi passano ore e ore incollati a Facebook, in questa realtà alternativa il legame di tipo sociale che s'instaura con la tecnologia viene a essere aumentato esponenzialmente, fino a diventare addirittura paradossale: ora che la macchina si è fatta uomo (o donna) ci si ritrova a chiedersi se sia da considerarsi lecito o provare dei sentimenti verso una macchina. I persocom sono del tutto identici agli esseri umani e manifestano tutte quelle qualità per le quali sono stati programmati al fine di soddisfare pienamente l'utenza: è davvero così irrealistico pensare che ci si possa innamorare di loro? La risposta è che ciò è perfettamente plausibile; ma che ciò debba essere considerato o meno anche ammissibile è, invece, un quesito che rimane aperto e che probabilmente avrà una risposta diversa a seconda della sensibilità di ognuno.
Aldilà dell'opinione dell'autore, che io non condivido pienamente, ciò che ho apprezzato è il fatto che esponga l'esistenza di una questione sociale legata allo sviluppo tecnologico e informatico: quest'ultimo può senza dubbio essere fonte di grandi vantaggi nel modo e nelle forme di comunicare; tuttavia potrebbe anche generare una serie di problemi inizialmente non previsti. E' giusto non limitare lo sviluppo; prima però bisognerebbe cercare di educare la società civile al fine di non coglierla impreparata alle nuove scoperte.
Dunque l'idea di un mondo futuristico popolato da persocom, se da un lato può far sorridere, dall'altro non può nemmeno essere escluso a priori; e se ciò dovesse realmente avverarsi le problematiche presentate in questo "Chobits" diverrebbero terribilmente attuali e risulterebbero molto più complesse rispetto a quelle prospettate dallo stesso Asimov (il padre dei racconti sui robot), che si limitava ad affrontare il solo problema della sicurezza degli esseri umani contro una potenziale minaccia derivante dalla diffusione di macchine dotate d'intelligenza artificiale. Le tre leggi della robotica proposte dall'autore, infatti, sembrano trascurare l'aspetto sociale derivante dalla convivenza tra uomo e robot; ma in fondo Asimov viveva in un periodo diverso dal nostro in cui si passano molte ore della nostra giornata a comunicare attraverso delle macchine.
"Chobits" immagina un mondo in cui i computer non sono composti visivamente da una tastiera, un monitor e un case, ma hard disk, modem, ram e rom sono collocati all'interno di un corpo umano in grado d'interagire con l'uomo e con l'ambiente esterno. Questi "persocom" sono in sostanza dei veri e propri robot uguali, esternamente, in tutto e per tutto agli esseri umani. Ma se così dev'essere perché non dargli anche un bell'aspetto?
Hideki è un ragazzo di campagna trasferitosi a Tokio per seguire i corsi della scuola preparatoria in vista degli esami di ammissione all'università. Pur non avendone mai visti prima, ne rimane immediatamente affascinato ma, data la sua carenza di fondi, non è in grado di comprarsene uno. Ma Hideki è anche un ragazzo fortunato: passeggiando per strada trova un bellissimo persocom abbandonato nell'immondizia e, rapito anche del bell'aspetto di lei (si tratta di un persocom femmina ovviamente) decide di portarselo a casa. Peccato che non abbia alcuna nozione su come funzionino questi aggeggi e tutto ciò lo esporrà a notevoli problemi; in più il suo si rivelerà essere un persocom molto speciale, appartenente a una serie la cui origine è avvolta nel mistero e il cui nome è appunto "chobits".
"Chobits" è un anime che può essere analizzato sotto due diversi aspetti: quello dell'originalità della trama e quella dell'originalità del significato dell'opera.
Sotto il primo aspetto quest'anime non propone nulla di nuovo, con personaggi già visti, un susseguirsi di eventi abbastanza prevedibili e un finale scontatissimo. La prima metà dei ventiquattro episodi in cui si compone non è molto accattivante e qualche volta sfiora la noia: c'è il solito ragazzo sfigato, un insieme di ragazze tendenti al moe e una serie di situazioni che cercano di divertire lo spettatore con scarsi risultati. L'anime decolla, invece, nella seconda parte in quanto riesce a trasmettere tutta una serie di domande la cui risposta si rivelerà ben più complessa di quanto si possa immaginare.
E' questa la parte che va analizzata per l'originalità del significato dell'opera e che raccoglie il mio consenso. L'autore sembra volere denunciare l'esistenza di una naturale affinità dell'uomo verso le macchine che, anche senza sfociare nel fanatismo, può generare fenomeni di ambigua dipendenza. Quindi così come oggi molti ragazzi passano ore e ore incollati a Facebook, in questa realtà alternativa il legame di tipo sociale che s'instaura con la tecnologia viene a essere aumentato esponenzialmente, fino a diventare addirittura paradossale: ora che la macchina si è fatta uomo (o donna) ci si ritrova a chiedersi se sia da considerarsi lecito o provare dei sentimenti verso una macchina. I persocom sono del tutto identici agli esseri umani e manifestano tutte quelle qualità per le quali sono stati programmati al fine di soddisfare pienamente l'utenza: è davvero così irrealistico pensare che ci si possa innamorare di loro? La risposta è che ciò è perfettamente plausibile; ma che ciò debba essere considerato o meno anche ammissibile è, invece, un quesito che rimane aperto e che probabilmente avrà una risposta diversa a seconda della sensibilità di ognuno.
Aldilà dell'opinione dell'autore, che io non condivido pienamente, ciò che ho apprezzato è il fatto che esponga l'esistenza di una questione sociale legata allo sviluppo tecnologico e informatico: quest'ultimo può senza dubbio essere fonte di grandi vantaggi nel modo e nelle forme di comunicare; tuttavia potrebbe anche generare una serie di problemi inizialmente non previsti. E' giusto non limitare lo sviluppo; prima però bisognerebbe cercare di educare la società civile al fine di non coglierla impreparata alle nuove scoperte.
"Chobits" è una serie anime tratta da un omonimo manga della CLAMP.
La storia si ambienta in un futuro prossimo dove sono stati inventati dei computer umanoidi chiamati persocom. Il protagonista è Hideki, uno sventurato campagnolo, che trova uno dei robot nella spazzatura. Lo accende e la poveretta (è una lei) sa dire solo "Chii", e così verrà chiamata dal nuovo padrone. Ma lei è diversa dalle altre, possiede una volontà e la capacità di innamorarsi.
Su questa premessa si svolge un divertissement romantico, ironico, con non pochi echi da "Blade Runner". L'importante è intrattenere e questa piccola perla vi riesce perfettamente. Straordinari i personaggi: dalla graziosa Chii all'esplosivo batuffoletto iperattivo Sumomo.
La cosa importante è l'intrattenimento fresco e delizioso, con qualche malizia. Poi contiene anche un'interessante riflessione sulle relazioni interpresonali. "Chobits" è assolutamente da vedere.
La storia si ambienta in un futuro prossimo dove sono stati inventati dei computer umanoidi chiamati persocom. Il protagonista è Hideki, uno sventurato campagnolo, che trova uno dei robot nella spazzatura. Lo accende e la poveretta (è una lei) sa dire solo "Chii", e così verrà chiamata dal nuovo padrone. Ma lei è diversa dalle altre, possiede una volontà e la capacità di innamorarsi.
Su questa premessa si svolge un divertissement romantico, ironico, con non pochi echi da "Blade Runner". L'importante è intrattenere e questa piccola perla vi riesce perfettamente. Straordinari i personaggi: dalla graziosa Chii all'esplosivo batuffoletto iperattivo Sumomo.
La cosa importante è l'intrattenimento fresco e delizioso, con qualche malizia. Poi contiene anche un'interessante riflessione sulle relazioni interpresonali. "Chobits" è assolutamente da vedere.
<b>Attenzione! Contiene possibili spoiler!</b>
Trovo ellissimo quest'anime. Ha una storia semplice, tra l'altro neanche originalissima, però sviluppata molto bene e con un'incredibile delicatezza nonostante diversi momenti decisamente ecchi, soprattutto nella prima metà degli episodi. Non si tratta però di fanservice gratuito, ma di situazioni anche abbastanza giustificate date le circostanze.
Anche se la storia d'amore principale è quella tra Hideki (ragazzo umano squattrinato di campagna che cerca di entrare all'università) e Chii (ragazza androide di altissimo livello tecnologico), ce ne sono alcune altre che si riveleranno essere delle inaspettate sorprese, molto belle e toccanti.
I personaggi non sono molti ma li ho trovati tutti simpatici e con un ruolo ben preciso senza essere delle semplici comparse messe nella storia a caso. Alcuni di loro sono assolutamente indimenticabili - Sumomo - e persino quelli che dovrebbero essere gli "antagonisti", alla fine, risultano avere buone intenzioni.
Bellissima ritengo anche l'idea del libro illustrato che legge Chii nel corso della storia, che poi si scoprirà essere molto più di una semplice favola.
Carinissime trovo le musiche, sia le sigle - quella iniziale resterà sempre la stessa, mentre quella di chiusura cambierà quando la trama prenderà una svolta più seria rispetto all'atmosfera più allegra e innocente della prima parte - sia le canzoni all'interno degli episodi.
Il finale è in un certo qual modo aperto, ma senza ombra di dubbio un lieto fine, e ho trovato alquanto ironico che, malgrado all'inizio Hideki non potesse permettersi neanche un persocom, finirà poi con l'averne ben tre!
Trovo ellissimo quest'anime. Ha una storia semplice, tra l'altro neanche originalissima, però sviluppata molto bene e con un'incredibile delicatezza nonostante diversi momenti decisamente ecchi, soprattutto nella prima metà degli episodi. Non si tratta però di fanservice gratuito, ma di situazioni anche abbastanza giustificate date le circostanze.
Anche se la storia d'amore principale è quella tra Hideki (ragazzo umano squattrinato di campagna che cerca di entrare all'università) e Chii (ragazza androide di altissimo livello tecnologico), ce ne sono alcune altre che si riveleranno essere delle inaspettate sorprese, molto belle e toccanti.
I personaggi non sono molti ma li ho trovati tutti simpatici e con un ruolo ben preciso senza essere delle semplici comparse messe nella storia a caso. Alcuni di loro sono assolutamente indimenticabili - Sumomo - e persino quelli che dovrebbero essere gli "antagonisti", alla fine, risultano avere buone intenzioni.
Bellissima ritengo anche l'idea del libro illustrato che legge Chii nel corso della storia, che poi si scoprirà essere molto più di una semplice favola.
Carinissime trovo le musiche, sia le sigle - quella iniziale resterà sempre la stessa, mentre quella di chiusura cambierà quando la trama prenderà una svolta più seria rispetto all'atmosfera più allegra e innocente della prima parte - sia le canzoni all'interno degli episodi.
Il finale è in un certo qual modo aperto, ma senza ombra di dubbio un lieto fine, e ho trovato alquanto ironico che, malgrado all'inizio Hideki non potesse permettersi neanche un persocom, finirà poi con l'averne ben tre!
Chobits parte molto bene, storiella carina: il solito protagonista maschile, una ragazza molto particolare, bella, uno stile di disegno soffice e gradevole, colonne sonore azzeccate, una storiella divertente piena di piccoli avvenimenti che non mancano mai di strappare un sincero sorriso, e alcuni personaggi stravaganti e divertenti. Ma più si segue l'anime e si entra nella storia e più ci si rende conto che qualcosa non va.
Partiamo con il fatto che le relazioni sentimentali di alcuni personaggi sono alquanto improbabili e aggiungiamo anche che l'anime esibisce un'incoerenza enorme dal punto di vista tecnologico, come ha detto qualcuno, in un epoca di robot non possono certo esistere televisori stile anni '90 a cui per di più i robot vi s'interfacciano tramite piccoli connettori che sembrano la via di mezzo tra l'RCA e il jack 3.5mm. Tra l'altro con il passare degli eventi la storia passa dall'essere una divertente commedia a una specie di film action di serie B con elementi fantasy piuttosto assurdi e inverosimili.
Per concludere direi che l'anime ha gettato buone basi in partenza, ma che non ha saputo sfruttarle in seguito, lasciando lo spettatore quasi deluso. Quindi possiamo dire che l' anime è godibile, purché ci si sappia accontentare dei medium.
Partiamo con il fatto che le relazioni sentimentali di alcuni personaggi sono alquanto improbabili e aggiungiamo anche che l'anime esibisce un'incoerenza enorme dal punto di vista tecnologico, come ha detto qualcuno, in un epoca di robot non possono certo esistere televisori stile anni '90 a cui per di più i robot vi s'interfacciano tramite piccoli connettori che sembrano la via di mezzo tra l'RCA e il jack 3.5mm. Tra l'altro con il passare degli eventi la storia passa dall'essere una divertente commedia a una specie di film action di serie B con elementi fantasy piuttosto assurdi e inverosimili.
Per concludere direi che l'anime ha gettato buone basi in partenza, ma che non ha saputo sfruttarle in seguito, lasciando lo spettatore quasi deluso. Quindi possiamo dire che l' anime è godibile, purché ci si sappia accontentare dei medium.
CLAMP, un nome, una garanzia di qualità. Questa è la versione animata di "Chobits", 24 episodi di piacevole allegria e spensieratezza.
Ecco la trama: Hideki Motosuwa, il protagonista della storia, è uno studente "ronin", in altre parole non riesce a superare gli esami per accedere all'università e quindi è un ripetente. Inoltre economicamente non è che se la cavi benissimo, tanto da non potersi permettere un PC. Infatti, l'epoca in cui è ambientata la vicenda è un futuro non troppo lontano, in cui esistono i "perso-com": dei PC in tutto e per tutto, ma dalle sembianze di bellissime ragazze.
Il caso vuole che un giorno fra la spazzatura veda una bellissima ragazza, che gli pare essere proprio un perso-com e quindi la porta con sé. Ora il problema sta nell'accenderlo, un'impresa, anche imbarazzante. Il PC si attiva e la fanciulla, tanto graziosa quanto pesante (poiché è pur sempre un PC) prende vita, e l'unica cosa che sa dire è "Chii". Così Hideki la chiama proprio Chii e la loro convivenza inizierà.
La storia è bella e intrigante, il personaggio di Chii non è per niente banale, anzi, il contrario. E' un PC che sembra provare sentimenti e questo non può essere, i PC non hanno sentimenti, sono macchine. Ma se Chii fosse un esemplare di "Chobits", tutto questo potrebbe essere vero.
Vi devo anche segnalare un "libro illustrato" presente nell'anime, "La città deserta", quando vedrete quelle parti state ben attenti, hanno un significato simbolico davvero importante.
"Chobits" è davvero un anime da vedere, mi è molto piaciuto. Non stanca, e si riescono a capire tutti gli eventi. I personaggi secondari che appaiono hanno un ruolo ben preciso e uno scopo.
La grafica è davvero ben fatta. I colori spaziano da una situazione a un'altra. I disegni sono delicati, proprio come quelli del manga omonimo. Le CLAMP hanno fatto un ottimo lavoro. Le gag simpatiche e imbarazzanti non mancheranno, e questo è un altro elemento positivo della serie!
Chobits è un anime in certi aspetti misterioso e oscuro, ma non farete a meno di scrutare fra le clip elementi che attireranno la vostra attenzione.
L'opening giapponese vi entrerà subito in testa. "Let me be with you" è così orecchiabile e tenera che la canticchierete per una settimana. L'ending è garbata e non potrete fare a meno di ascoltarla per intero.
Un'altra nota positiva è che la serie sarà un'occasione per imparare qualche parola in Giapponese. Dico sul serio. Certi dialoghi sono fatti apposta per fare imparare parole nuove a Chii, e Hideki ci metterà tutto l'impegno possibile.
Consiglio la visione di quest'anime a chi vuole assaporare qualcosa di nuovo, che profuma di dolcezza e di fondamenti simbolici. L'amore può sorpassare qualunque cosa, anche il desiderio carnale. Il solo stare in compagnia di qualcuno che si ama può dare calore e sicurezza.
Do un 9 pieno a questo anime. Vale proprio la pena di vederlo.
Ecco la trama: Hideki Motosuwa, il protagonista della storia, è uno studente "ronin", in altre parole non riesce a superare gli esami per accedere all'università e quindi è un ripetente. Inoltre economicamente non è che se la cavi benissimo, tanto da non potersi permettere un PC. Infatti, l'epoca in cui è ambientata la vicenda è un futuro non troppo lontano, in cui esistono i "perso-com": dei PC in tutto e per tutto, ma dalle sembianze di bellissime ragazze.
Il caso vuole che un giorno fra la spazzatura veda una bellissima ragazza, che gli pare essere proprio un perso-com e quindi la porta con sé. Ora il problema sta nell'accenderlo, un'impresa, anche imbarazzante. Il PC si attiva e la fanciulla, tanto graziosa quanto pesante (poiché è pur sempre un PC) prende vita, e l'unica cosa che sa dire è "Chii". Così Hideki la chiama proprio Chii e la loro convivenza inizierà.
La storia è bella e intrigante, il personaggio di Chii non è per niente banale, anzi, il contrario. E' un PC che sembra provare sentimenti e questo non può essere, i PC non hanno sentimenti, sono macchine. Ma se Chii fosse un esemplare di "Chobits", tutto questo potrebbe essere vero.
Vi devo anche segnalare un "libro illustrato" presente nell'anime, "La città deserta", quando vedrete quelle parti state ben attenti, hanno un significato simbolico davvero importante.
"Chobits" è davvero un anime da vedere, mi è molto piaciuto. Non stanca, e si riescono a capire tutti gli eventi. I personaggi secondari che appaiono hanno un ruolo ben preciso e uno scopo.
La grafica è davvero ben fatta. I colori spaziano da una situazione a un'altra. I disegni sono delicati, proprio come quelli del manga omonimo. Le CLAMP hanno fatto un ottimo lavoro. Le gag simpatiche e imbarazzanti non mancheranno, e questo è un altro elemento positivo della serie!
Chobits è un anime in certi aspetti misterioso e oscuro, ma non farete a meno di scrutare fra le clip elementi che attireranno la vostra attenzione.
L'opening giapponese vi entrerà subito in testa. "Let me be with you" è così orecchiabile e tenera che la canticchierete per una settimana. L'ending è garbata e non potrete fare a meno di ascoltarla per intero.
Un'altra nota positiva è che la serie sarà un'occasione per imparare qualche parola in Giapponese. Dico sul serio. Certi dialoghi sono fatti apposta per fare imparare parole nuove a Chii, e Hideki ci metterà tutto l'impegno possibile.
Consiglio la visione di quest'anime a chi vuole assaporare qualcosa di nuovo, che profuma di dolcezza e di fondamenti simbolici. L'amore può sorpassare qualunque cosa, anche il desiderio carnale. Il solo stare in compagnia di qualcuno che si ama può dare calore e sicurezza.
Do un 9 pieno a questo anime. Vale proprio la pena di vederlo.
Chobits è un anime molto bello, degno lavoro delle Clamp. All'inizio sembra che abbia una trama superficiale ma tocca in realtà un tasto importante: il rapporto tra umani e robot o simili.
I personaggi (in particolare Elda, Freya-Chii e Sumomo) sono disegnati molto bene, sembrano dipinti e in più trovo l'intro meravigliosa. Senza contare che nonostante il genere un po' "ecchi-comico" l'anime sa essere serio, anche se a volte...
Un 10 se lo merita proprio, per disegni, musiche, personaggi, trama, insomma ve lo consiglio vivamente.
I personaggi (in particolare Elda, Freya-Chii e Sumomo) sono disegnati molto bene, sembrano dipinti e in più trovo l'intro meravigliosa. Senza contare che nonostante il genere un po' "ecchi-comico" l'anime sa essere serio, anche se a volte...
Un 10 se lo merita proprio, per disegni, musiche, personaggi, trama, insomma ve lo consiglio vivamente.
Sarà strano, sarà diverso da quello che pensano gli altri, ma una sufficienza a quest'anime non la posso proprio dare.
Sì, bei disegni, musiche ascoltabili, trama piuttosto innovativa... ma noioso in un modo assurdo.
Spesso ci si lamenta degli anime di 12 episodi, si dice che tutto succede troppo in fretta, che avrebbero dovuto avere più spazio e più episodi per mostrarci la storia; qui accade proprio li contrario: troppi episodi, troppi episodi in cui non succede niente. E' tutto troppo lento, pare di non arrivare mai alla fine.
Io non sono riuscita a guardarlo tutto, mi sono sforzata, davvero, ma ho dato forfait al 18° episodio.
Consiglio Chobits solo a persone con una grande pazienza.
Sì, bei disegni, musiche ascoltabili, trama piuttosto innovativa... ma noioso in un modo assurdo.
Spesso ci si lamenta degli anime di 12 episodi, si dice che tutto succede troppo in fretta, che avrebbero dovuto avere più spazio e più episodi per mostrarci la storia; qui accade proprio li contrario: troppi episodi, troppi episodi in cui non succede niente. E' tutto troppo lento, pare di non arrivare mai alla fine.
Io non sono riuscita a guardarlo tutto, mi sono sforzata, davvero, ma ho dato forfait al 18° episodio.
Consiglio Chobits solo a persone con una grande pazienza.
Devo confessare (a mio demerito) che la mia prima impressione è stata molto, molto negativa. Una specie di incrocio tra Yūsaku Godai e Ataru Moroboshi trova nella spazzatura il feticcio otaku definitivo: una real doll seminuda con occhi enormi, orecchie vagamente animali - un must -, nessuna volontà e un’ingenuità da iper-minorenne; se la porta in camera e la attiva toccandola “lì”. Ossignùr. E allora che succede? La bella androide inizia a esprimersi a versetti zuccherosi e si mette a imitare i gesti del nuovo padrone. Che palle, mi sono detto, una storia già vista e per giunta condita di una dose insopportabile di melassa “kawaii”, alla quale sono allergico. Lo sfigato di turno si ritrova per le mani la solita disponibilissima aliena/dea/cosa sexy, evviva! Yawn.
Per fortuna ho resistito ancora una puntata o due, perché la storia decolla e si costruisce per piccoli tocchi molto delicati, in mezzopiano, sviluppandosi a poco a poco in modo tale che diventa impossibile non affezionarsi ai personaggi. Sempre in equilibrio sul filo ma senza mai cadere nello sdolcinato, Chii diventa una figura deliziosa e fresca, grazie anche alla splendida voce originale.
Qualcuno potrebbe obbiettare che Tokyo non è un paesotto dove tutti si conoscono e basta girare due isolati per avere sottomano tutti i bandoli della matassa, oppure che di amministratrici di condominio vedove perennemente impegnate a spazzare l’ingresso ne bastava già una, ma il tutto è talmente focalizzato sulla coppia di protagonisti che il resto è una mera quinta.
Il comparto grafico è quello che è, molto spartano e funzionale (a parte la caratterizzazione sempre azzeccata di Chii), tanto che a volte sembra di avere a che fare con un anime degli anni ottanta, ma alcune delle musiche sono molto belle, soprattutto nei passaggi “onirici” ispirati al libro misterioso.
La morale della favola ha qualcosa di perturbante, soprattutto per chi si aspettava un finale alla "Pinocchio/Sirenetta", ma tant’è: giapponesi sono e giapponesi resteranno - vedi anche l’accenno di sottotrama tecno-edipica verso la fine. Chobits è una parabola graziosa, tenera e accattivante, senza inutili sbavature “ecchi”. Sono proprio contento di averlo visto. Adesso bisognerà solo trovare un modo per levarsi dalla testa la vocina irresistibile di Chii che esclama “Hideki”…
Per fortuna ho resistito ancora una puntata o due, perché la storia decolla e si costruisce per piccoli tocchi molto delicati, in mezzopiano, sviluppandosi a poco a poco in modo tale che diventa impossibile non affezionarsi ai personaggi. Sempre in equilibrio sul filo ma senza mai cadere nello sdolcinato, Chii diventa una figura deliziosa e fresca, grazie anche alla splendida voce originale.
Qualcuno potrebbe obbiettare che Tokyo non è un paesotto dove tutti si conoscono e basta girare due isolati per avere sottomano tutti i bandoli della matassa, oppure che di amministratrici di condominio vedove perennemente impegnate a spazzare l’ingresso ne bastava già una, ma il tutto è talmente focalizzato sulla coppia di protagonisti che il resto è una mera quinta.
Il comparto grafico è quello che è, molto spartano e funzionale (a parte la caratterizzazione sempre azzeccata di Chii), tanto che a volte sembra di avere a che fare con un anime degli anni ottanta, ma alcune delle musiche sono molto belle, soprattutto nei passaggi “onirici” ispirati al libro misterioso.
La morale della favola ha qualcosa di perturbante, soprattutto per chi si aspettava un finale alla "Pinocchio/Sirenetta", ma tant’è: giapponesi sono e giapponesi resteranno - vedi anche l’accenno di sottotrama tecno-edipica verso la fine. Chobits è una parabola graziosa, tenera e accattivante, senza inutili sbavature “ecchi”. Sono proprio contento di averlo visto. Adesso bisognerà solo trovare un modo per levarsi dalla testa la vocina irresistibile di Chii che esclama “Hideki”…
Chobits è una serie anime di ventiquattro episodi. A colpire subito lo spettatore è sicuramente la protagonista Chii, che a prima vista sembra una ragazza davvero molto carina ed educata, con una voce pacata e soave. Chii è in realtà un persocom, cioè un personal computer ma con fattezze umane, più precisamente dall’aspetto di ragazza.
La trama racconta di un ragazzo, Hideki, che dopo avere fallito l’esame di ammissione all’università si trasferisce a Tokyo. Una sera, per sbaglio, vede tra i rifiuti, quella che sembra essere a tutti gli effetti una ragazza. Dopo un attimo di stupore, Hideki la raccoglie, e decide di portarla al sicuro nella sua abitazione. Qui, Hideki, nota con piacere, ma anche con imbarazzo, che la ragazza è molto carina e che, soprattutto, si tratti di un persocom, un computer dalle fattezze umane.
Avere un persocom era da sempre il desiderio di Hideki, ma, visto l’elevato costo, non poteva permettersene uno. Dopo qualche tentennamento decide di attivarlo, ma per farlo deve premere il pulsante d’accensione, che si trova nella zona più intima del corpo femminile. Un imbarazzatissimo Hideki preme il pulsante, e Chii si accende. Chii, essendo stata formattata, non sa nulla, non è in grado neppure di parlare, infatti, l’unico verso che pronuncia è un dolce chii, per questo Hideki decide di assegnargli quel nome. Buona parte della serie vede dunque impegnato Hideki ad insegnare le cose più elementari al suo persocom, dall’interagire con le persone al ringraziare, salutare, ecc. Non mancheranno le scene divertenti e profonde
Un altro aspetto molto significativo è il significato finale che vuole dare l’opera che, se capito, risulta davvero profonda. Hideki, infatti, passando molto tempo con Chii, finisce con l’innamorarsene, ma è combattuto perché sa che non si tratta di una persona reale.
I disegni, che sono a cura delle Clamp, e le animazioni sono buoni. Tutti i personaggi sono ben caratterizzati e hanno un buon design.
Il doppiaggio giapponese, perché purtroppo Chobits non è stato ancora tradotto in italiano, è molto buono, e in particolare la voce di Chii è carina da ascoltare.
Buone anche tutte le sigle, quella d’apertura e le due di chiusura.
Consiglio a tutti questa serie, perché piacevole e divertente, ma anche profonda e con un significato da capire, davvero bello.
La trama racconta di un ragazzo, Hideki, che dopo avere fallito l’esame di ammissione all’università si trasferisce a Tokyo. Una sera, per sbaglio, vede tra i rifiuti, quella che sembra essere a tutti gli effetti una ragazza. Dopo un attimo di stupore, Hideki la raccoglie, e decide di portarla al sicuro nella sua abitazione. Qui, Hideki, nota con piacere, ma anche con imbarazzo, che la ragazza è molto carina e che, soprattutto, si tratti di un persocom, un computer dalle fattezze umane.
Avere un persocom era da sempre il desiderio di Hideki, ma, visto l’elevato costo, non poteva permettersene uno. Dopo qualche tentennamento decide di attivarlo, ma per farlo deve premere il pulsante d’accensione, che si trova nella zona più intima del corpo femminile. Un imbarazzatissimo Hideki preme il pulsante, e Chii si accende. Chii, essendo stata formattata, non sa nulla, non è in grado neppure di parlare, infatti, l’unico verso che pronuncia è un dolce chii, per questo Hideki decide di assegnargli quel nome. Buona parte della serie vede dunque impegnato Hideki ad insegnare le cose più elementari al suo persocom, dall’interagire con le persone al ringraziare, salutare, ecc. Non mancheranno le scene divertenti e profonde
Un altro aspetto molto significativo è il significato finale che vuole dare l’opera che, se capito, risulta davvero profonda. Hideki, infatti, passando molto tempo con Chii, finisce con l’innamorarsene, ma è combattuto perché sa che non si tratta di una persona reale.
I disegni, che sono a cura delle Clamp, e le animazioni sono buoni. Tutti i personaggi sono ben caratterizzati e hanno un buon design.
Il doppiaggio giapponese, perché purtroppo Chobits non è stato ancora tradotto in italiano, è molto buono, e in particolare la voce di Chii è carina da ascoltare.
Buone anche tutte le sigle, quella d’apertura e le due di chiusura.
Consiglio a tutti questa serie, perché piacevole e divertente, ma anche profonda e con un significato da capire, davvero bello.
Chobits ha una storia divertente e romantica che mi è davvero piaciuta. Ho iniziato a vederla senza grandi aspettative, invece è stata un gradevole sorpresa. La storia è ormai nota, e ha al centro l'evoluzione del rapporto tra un ragazzo e un'androide trovata "per caso". La naturalezza di lei, la goffaggine di lui, le situazioni che si creano nei primi episodi sono davvero da morire dal ridere, poi la storia si evolve e diventa, a tratti, più seria, senza però perdere il filo del buonumore e portando comunque, come lecito aspettarsi, anche un messaggio d'amore.
Se non l'avete ancora guardato, cosa state aspettando?
Se non l'avete ancora guardato, cosa state aspettando?
L'anime Chobits in una sola parola? (Secondo me) Divino! Quest'anime a mio avviso è stato realizzato molto bene e la trama è appassionante. Questa storia parla di persone che perdono i rapporti con gli umani per sostituirli ai persocom in fondo è anche realista. In fondo è così che sono le persone oggi: non parlo di gente che parla con i robot, a questo non siamo ancora arrivati (meno male), però ci si conosce su internet e si è perso il rapporto interpersonale.
Nonostante ciò, esce qui lo sfondo dell'amore. L'amore che in ogni modo supera tutti i limiti, che il cuore di chi ami sia di un essere vivo o meno non importa.
Chobits è fantascientifico, sì, ma in un certo senso anche reale. Mi è piaciuto tantissimo e consiglio espressamente di vederlo.
Nonostante ciò, esce qui lo sfondo dell'amore. L'amore che in ogni modo supera tutti i limiti, che il cuore di chi ami sia di un essere vivo o meno non importa.
Chobits è fantascientifico, sì, ma in un certo senso anche reale. Mi è piaciuto tantissimo e consiglio espressamente di vederlo.
Finita di vedere questa serie delle CLAMP di qualche anno fa, devo dire che mi è piaciuta.
L'inizio è divertente e ci sono battute a doppi sensi, inoltre Chii è pucciosissima.
Verso la fine la serie inizia a farsi più seria e inizia a presentarsi il dilemma se un essere umano possa amare un robot, che in questo caso sono praticamente identici agli esseri umani tranne per il fatto di non poter provare sentimenti; non tutti però, sennò la serie non avrebbe avuto senso.
Ho visto anche lo special Chibits e non è nulla di straordinario.
<b>ATTENZIONE! SPOILER SOTTO!</b>
Il finale è commovente però mi è dispiaciuto che Hideki e Chii non si siano mai baciati.
L'inizio è divertente e ci sono battute a doppi sensi, inoltre Chii è pucciosissima.
Verso la fine la serie inizia a farsi più seria e inizia a presentarsi il dilemma se un essere umano possa amare un robot, che in questo caso sono praticamente identici agli esseri umani tranne per il fatto di non poter provare sentimenti; non tutti però, sennò la serie non avrebbe avuto senso.
Ho visto anche lo special Chibits e non è nulla di straordinario.
<b>ATTENZIONE! SPOILER SOTTO!</b>
Il finale è commovente però mi è dispiaciuto che Hideki e Chii non si siano mai baciati.
Questa è un'opera che non ha eguali ed è considerata una dei cavalli di battaglia delle mitiche Clamp! I disegni rimangono semplici e rispecchiano alla perfezione la storia, rendendola viva più che mai.
E' un'opera molto appassionante perchè descrive la paura per qualcosa di sconosciuto, la voglia di sapere di più, la tristezza per l'allontanamento di qualcuno e la gioia per averlo ritrovato. C'è proprio di tutto di più in questa serie, fantascienza, sentimento, mistero... tutte caratteristiche che fanno della serie un qualcosa di unico e surreale.
E' un'opera molto appassionante perchè descrive la paura per qualcosa di sconosciuto, la voglia di sapere di più, la tristezza per l'allontanamento di qualcuno e la gioia per averlo ritrovato. C'è proprio di tutto di più in questa serie, fantascienza, sentimento, mistero... tutte caratteristiche che fanno della serie un qualcosa di unico e surreale.
A mio avviso questo anime andrebbe visto diverse volte per poter comprenderne le possibilità, ma soprattutto per apprezzare quelle geniette malate delle CLAMP.
Chobits si colloca cronologicamente in un flusso centrale tra le opere delle calmp, seguendo "Angelic Layer " e poi proseguendo in "Kobato ", almeno per i luoghi e i personaggi. Come normale che sia, tutte le opere del gruppetto sadico-femminista-mangaka entrano di norma nel Multiverso CLAMP.
E Chobits non fa eccezioni.
La storia, se la leggete di corsa, sembra un semplicissimo anime di sentimenti e mutande come tanti altri, condito di "ecchi" e fan service come si deve al giorno d'oggi. Ma c'è molto di più. Le relazioni tra i protagonisti si evolvono e si trasformano, i temi che attraversano i discorsi sono tanti e complessi. Alla base di tutto, le CLAMP si sono poste delle domande semplici a cui dare una risposta direi sia difficile per chiunque. Domande del tipo: "Chi sono io?", "Posso essere amato per ciò che sono?", "Ciò che sono va bene?", "Come mi vedono gli altri?". I sentimenti si sprecano nell'anime, i personaggi sono caratterizzati benissimo, ma qualche pecca nell'animazione c 'è; buono il sonoro, ma senza gridare al miracolo naturalmente.
Punto di forza, se devo dirla tutta, è la sceneggiatura, che regala lentamente tasselli di un puzzle che si svelerà solo nelle ultime puntate. Un finale che forse di lieto ha ben poco pensando alla storia che lo ha creato.
Una nota di merito va data alle sequenze che raccontano il libro illustrato (non sto a parlarvi della trama) che legge Chii. L'idea è resa bene e i disegni passano dall'animazione all'illustrazione animati con un effetto stupefacente.
Un anime per tutti, anche per quelli come me che di dolce tenere e gentile hanno al massimo il cuscino.
Chobits si colloca cronologicamente in un flusso centrale tra le opere delle calmp, seguendo "Angelic Layer " e poi proseguendo in "Kobato ", almeno per i luoghi e i personaggi. Come normale che sia, tutte le opere del gruppetto sadico-femminista-mangaka entrano di norma nel Multiverso CLAMP.
E Chobits non fa eccezioni.
La storia, se la leggete di corsa, sembra un semplicissimo anime di sentimenti e mutande come tanti altri, condito di "ecchi" e fan service come si deve al giorno d'oggi. Ma c'è molto di più. Le relazioni tra i protagonisti si evolvono e si trasformano, i temi che attraversano i discorsi sono tanti e complessi. Alla base di tutto, le CLAMP si sono poste delle domande semplici a cui dare una risposta direi sia difficile per chiunque. Domande del tipo: "Chi sono io?", "Posso essere amato per ciò che sono?", "Ciò che sono va bene?", "Come mi vedono gli altri?". I sentimenti si sprecano nell'anime, i personaggi sono caratterizzati benissimo, ma qualche pecca nell'animazione c 'è; buono il sonoro, ma senza gridare al miracolo naturalmente.
Punto di forza, se devo dirla tutta, è la sceneggiatura, che regala lentamente tasselli di un puzzle che si svelerà solo nelle ultime puntate. Un finale che forse di lieto ha ben poco pensando alla storia che lo ha creato.
Una nota di merito va data alle sequenze che raccontano il libro illustrato (non sto a parlarvi della trama) che legge Chii. L'idea è resa bene e i disegni passano dall'animazione all'illustrazione animati con un effetto stupefacente.
Un anime per tutti, anche per quelli come me che di dolce tenere e gentile hanno al massimo il cuscino.
Ecco che mi appresto a recensire uno degli anime subbati più belli che abbia mai visto! Ok, sono le Clamp e già qualcuno saprà che sono una loro grande fan. Ma ogni loro storia riesce ad essere diversa e mai ripetitiva. Chobits è un anime semplice, ma stupendo. Tutta la sua meraviglia è custodita nella tenera protagonista della storia, il persocom Chii, un concentrato di tecnologia che prova sentimenti allo stato puro e ha in sè l'ingenuità di un bambino. Il giovane Hideki la trova tra i rifiuti e la porta a casa. Da quel momento la sua vita cambierà, perchè Chii oltre a imparare tante cose sulla vita, saprà stargli vicino e amarlo come una vera fidanzata.
La storia è dolcissima e delicata e i disegni sono assolutamente fantastici, da restarne incantati. I co-protagonisti non sono da meno. Da citare su tutti il mini-percom Sumomo che fa letteralmente scompisciare dalle risate!!! Il tutto raccontato con maestria, e non puoi fare a meno di restare incollato allo schermo aspettando e meravigliandoti di ogni progresso che fa Chii nella vita quotidiana. Episodio dopo episodio, si scoprirà anche il motivo per cui Chii è stata creata e ogni tassello verrà messo al posto giusto entro la fine della serie. Un anime davvero bello che merita assolutamente di essere visto. Appassionati e non delle Clamp, Chobits vi aspetta!
La storia è dolcissima e delicata e i disegni sono assolutamente fantastici, da restarne incantati. I co-protagonisti non sono da meno. Da citare su tutti il mini-percom Sumomo che fa letteralmente scompisciare dalle risate!!! Il tutto raccontato con maestria, e non puoi fare a meno di restare incollato allo schermo aspettando e meravigliandoti di ogni progresso che fa Chii nella vita quotidiana. Episodio dopo episodio, si scoprirà anche il motivo per cui Chii è stata creata e ogni tassello verrà messo al posto giusto entro la fine della serie. Un anime davvero bello che merita assolutamente di essere visto. Appassionati e non delle Clamp, Chobits vi aspetta!
Tratto dall'omonimo manga delle prolifiche "gattone di Osaka", quest'anime sembra condividerne sia i punti di forza che i punti deboli.
La storia è semplice, quasi un pretesto per mettere in piedi la più classica delle situazioni di "amore impossibile", quello tra una macchina e un essere umano. Impossibile non prendere subito in simpatia Chii, la protagonista di quest'opera, che come un bambino appena nato non conosce nulla del mondo in cui vive e finisce così per causare non pochi imbarazzi al suo "master" Hideki. Questo è probabilmente il miglior aspetto dell'opera: spiegare a Chii gli elementi di base della società civile, anche quelli che si danno più per scontati, significa di fatto riflettere sul reale valore di quegli stessi elementi. Purtroppo i momenti di "riflessione" nell'anime non sono supportati da una trama altrettanto profonda (il finale è decisamente poco significativo), e i personaggi, ad eccezione di Hideki, hanno una personalità piuttosto statica. Inoltre, come spesso accade per le opere delle CLAMP, gli elementi più "pruriginosi" del manga vengono edulcorati e attenuati nella versione animata (per esempio durante il passaggio "dalla carta al cartone" si è persa traccia delle allusioni di natura sessuale presenti nel finale del manga).
Tecnicamente l'anime non si distingue dalla massa. Buono il character design, ricalcato su quello originale, e discrete le animazioni. Nella trasposizione animata l'opera ha guadagnato in vivacità, grazie ai colori accesi, ma ha perso un po' di quella morbidezza e di quella dolcezza caratteristiche di molti lavori delle autrici.
La colonna sonora è frizzante, ironica e ben realizzata, anche se non si può certo definire un'opera d'arte. Interessante, per l'atmosfera nostalgica che rispecchia i timori di Chii, il pezzo "Ningyo hime".
L'anime si segue con piacere, soprattutto grazie ai notevoli spunti comici e vagamente ecchi disseminati qua e là all'interno della serie. A ben vedere però si tratta di un lavoro che sembra promettere molto ma che in realtà mantiene poco. Dovendo dare una definizione direi che questa è un'opera molto "furba", perché grazie ad alcuni espedienti riesce sempre e comunque a mantenere viva l'attenzione dello spettatore.
La storia è semplice, quasi un pretesto per mettere in piedi la più classica delle situazioni di "amore impossibile", quello tra una macchina e un essere umano. Impossibile non prendere subito in simpatia Chii, la protagonista di quest'opera, che come un bambino appena nato non conosce nulla del mondo in cui vive e finisce così per causare non pochi imbarazzi al suo "master" Hideki. Questo è probabilmente il miglior aspetto dell'opera: spiegare a Chii gli elementi di base della società civile, anche quelli che si danno più per scontati, significa di fatto riflettere sul reale valore di quegli stessi elementi. Purtroppo i momenti di "riflessione" nell'anime non sono supportati da una trama altrettanto profonda (il finale è decisamente poco significativo), e i personaggi, ad eccezione di Hideki, hanno una personalità piuttosto statica. Inoltre, come spesso accade per le opere delle CLAMP, gli elementi più "pruriginosi" del manga vengono edulcorati e attenuati nella versione animata (per esempio durante il passaggio "dalla carta al cartone" si è persa traccia delle allusioni di natura sessuale presenti nel finale del manga).
Tecnicamente l'anime non si distingue dalla massa. Buono il character design, ricalcato su quello originale, e discrete le animazioni. Nella trasposizione animata l'opera ha guadagnato in vivacità, grazie ai colori accesi, ma ha perso un po' di quella morbidezza e di quella dolcezza caratteristiche di molti lavori delle autrici.
La colonna sonora è frizzante, ironica e ben realizzata, anche se non si può certo definire un'opera d'arte. Interessante, per l'atmosfera nostalgica che rispecchia i timori di Chii, il pezzo "Ningyo hime".
L'anime si segue con piacere, soprattutto grazie ai notevoli spunti comici e vagamente ecchi disseminati qua e là all'interno della serie. A ben vedere però si tratta di un lavoro che sembra promettere molto ma che in realtà mantiene poco. Dovendo dare una definizione direi che questa è un'opera molto "furba", perché grazie ad alcuni espedienti riesce sempre e comunque a mantenere viva l'attenzione dello spettatore.
Chobits è un anime veramente speciale che fa della semplicità il suo punto forte, caratterizzato da una trama buona e personaggi caratteristici, rappresenta un piccolo capolavoro da guardare quando si ha la consapevolezza di volere essere trascinati dal prodotto puntata per puntata per vedere il proseguo. La trama è abbastanza piacevole e scorre fluida già dal primo episodio basandosi sulla "relazione " tra un ragazzo e un particolare persocom (una specie di computer che ha aspetto umano),che ha bisogno di una grande mano per vivere la vita quotidiana alla quale inizialmente era totalmente inadatta. Come detto i personaggi sono molto caratteristici quasi nella loro totalità, soprattutto il protagonista Hideki, che ne dovrà passare tante per educare la sua nuova amica,e la stessa Chii, che con il trascorrere del tempo dovrà imparare come si vive, che rappresenta un essere totalmente indifeso ma che nasconde un grande segreto che potrebbe mettere in serio pericolo la vita di qualcuno. Tutti gli altri personaggi sono simpatici e sono veramente difficili da dimenticare, Soprattutto l' inimitabile Sumomo che ci farà sempre divertire con la sua simpatia, e gli altri amici ognuno dei quali ha una propria storia interessante intersecata con la trama. Anche l' animazione è molto ben fatta e le musiche sono adatte all'atmosfera che l'anime trasmette unica e indimenticabile. Premetto che non mi aspettavo davvero che mi piacesse cosi tanto un anime del genere, ma secondo il mio punto di vista merita tanto e di essere guardato da più persone possibili ,soprattutto per coloro che non vogliono cimentarsi a vedere un anime con una trama difficile e vogliono veramente godersi un buon prodotto.
Chobits è un anime di 24 episodi tratto dall'omonimo manga creato dalle CLAMP, se interessa il manga è edito in Italia dalla Star Comics, l'anime invece ancora non è approdato in via ufficiale nel nostro Paese.
La storia prende avvio con l'entrata in scena di Hideki Motosuwa uno studente, o meglio un’aspirante studente universitario che si trasferisce in città al fine di superare il test di ingresso. Appena giunto nella metropoli Hideki ha modo di confrontarsi con una realtà profondamente diversa da quella ove aveva vissuto sin a quel momento, difatti percorrendo le strade è possibile notare la presenza di tantissimi persocon, un’evoluzione dei normali computer, dotati di un perfetto aspetto umano. Per quanto possa essere affascinato dai persocon Hideki rimane pur sempre uno studente squattrinato e il suo desiderio di possederne uno sembra destinato a rimanere irrealizzabile, se non che dirigendosi verso la sua nuova abitazione scorge, abbandonata tra i rifiuti, un persocon di nome Chii. Come si può capire pertanto l’anime da qui in poi affronta le vicende riguardanti Hideki e Chii e il mistero che avvolge quest’ultima. Principalmente il metodo di narrazione sfrutta i vari personaggi secondari,come Hiroshi Shinbo, amico di Hideki, o Minoru Kokubunji, un piccolo genio, e delle relative “sotto storie” mediante cui poi affrontare di riflesso il tema principale fino a quando negli episodi finali il palco viene lasciato interamente ai due attori principali.
Quanto alla struttura va detto che ci sono molte scene ecchi e numerosi i momenti comici, soprattutto quando la più completa innocenza di Chii si contrappone ad un Hideki sempre più imbarazzato, ma andando avanti il tema si sposta principalmente sull’amore e sull’accettazione del diverso. I personaggi sono molto curati a livello caratteriale, in particolare i due protagonisti poiché come ho detto all’inizio si gioca molto sul contrasto. Per quanto riguarda l’animazione l’ho trovata di buona qualità e nei disegni, o meglio nella realizzazione dei personaggi, si nota decisamente lo stile CLAMP, quanto al doppiaggio grandiosa Rie Tanaka nell’interpretazione di Chii, lì per lì non l’avrei mai associata alla Suigintou di Rozen Maiden e invece è proprio lei.
In conclusione un anime molto bello, capace di alternare momenti comici a momenti più intensi, nel complesso vale la pena vederlo e lo reputo un ottimo prodotto, chiaramente questo giudizio va letto tenendo conto del genere a cui appartiene quest’anime.
La storia prende avvio con l'entrata in scena di Hideki Motosuwa uno studente, o meglio un’aspirante studente universitario che si trasferisce in città al fine di superare il test di ingresso. Appena giunto nella metropoli Hideki ha modo di confrontarsi con una realtà profondamente diversa da quella ove aveva vissuto sin a quel momento, difatti percorrendo le strade è possibile notare la presenza di tantissimi persocon, un’evoluzione dei normali computer, dotati di un perfetto aspetto umano. Per quanto possa essere affascinato dai persocon Hideki rimane pur sempre uno studente squattrinato e il suo desiderio di possederne uno sembra destinato a rimanere irrealizzabile, se non che dirigendosi verso la sua nuova abitazione scorge, abbandonata tra i rifiuti, un persocon di nome Chii. Come si può capire pertanto l’anime da qui in poi affronta le vicende riguardanti Hideki e Chii e il mistero che avvolge quest’ultima. Principalmente il metodo di narrazione sfrutta i vari personaggi secondari,come Hiroshi Shinbo, amico di Hideki, o Minoru Kokubunji, un piccolo genio, e delle relative “sotto storie” mediante cui poi affrontare di riflesso il tema principale fino a quando negli episodi finali il palco viene lasciato interamente ai due attori principali.
Quanto alla struttura va detto che ci sono molte scene ecchi e numerosi i momenti comici, soprattutto quando la più completa innocenza di Chii si contrappone ad un Hideki sempre più imbarazzato, ma andando avanti il tema si sposta principalmente sull’amore e sull’accettazione del diverso. I personaggi sono molto curati a livello caratteriale, in particolare i due protagonisti poiché come ho detto all’inizio si gioca molto sul contrasto. Per quanto riguarda l’animazione l’ho trovata di buona qualità e nei disegni, o meglio nella realizzazione dei personaggi, si nota decisamente lo stile CLAMP, quanto al doppiaggio grandiosa Rie Tanaka nell’interpretazione di Chii, lì per lì non l’avrei mai associata alla Suigintou di Rozen Maiden e invece è proprio lei.
In conclusione un anime molto bello, capace di alternare momenti comici a momenti più intensi, nel complesso vale la pena vederlo e lo reputo un ottimo prodotto, chiaramente questo giudizio va letto tenendo conto del genere a cui appartiene quest’anime.
Conobbi l’anime Chobits solo dopo aver visto un’immagine di Kotoko. Io sono sempre stata molto appassionata di tutto ciò che riguardasse la tecnologia o l’utilizzo del computer. E di fatto i Persocom sono computer. L’anime di Chobits riguarda principalmente la storia di un ragazzo vissuto sempre in campagna di nome Hideki, i quale dopo aver fallito gli esami di ammissione all’università, si trasferisce in città. Qui viene a conoscenza dei Persocom, computer dalla forma umana adatti a ogni tipo di attività e programmabili in qualsiasi maniera, arrivando a creare assistenti perfetti, commessi educati e disponibili e quant’altro. Hideki è affascinato da questi Persocom, tuttavia non riuscirà mai a comprarne uno a causa della mancanza di fondi. Difatti troverà il suo Persocom nella pattumiera. La trama non è male, ma è abbastanza vuota. Le situazioni imbarazzanti causate da Hideki lo fanno apparire molto pervertito, è uno dei difetti che maggiormente mi ha colpito. Non è un brutto anime, ma è tutto scontato (salve qualche imprevisto). La cosa che più mi ha disturbato in quest’anime è, che se ero partita con le migliori intenzioni per questi Persocom, alla fine della storia ti rendi conto che non c’è un solo personaggio che non abbia sofferto a causa di questi Androidi, e finisci per odiarli (persino il panettiere che da lavoro a Chii, ha sofferto). Ho trovato molto carina la fine di quest’anime. Do sette, ma è un po’ gonfiato, devo ammetterlo.
Questa è una delle serie Clamp entrate ormai nella storia dell'animazione giapponese, amata è che ha ispirato decine e decine di altri autori non solo nel mondo degli anime e dei cartoni animati. Sebbene Clamp usino spesso e volentieri i propri personaggi usandoli per coprire vari ruoli, nominandoli in maniera differente nelle varie storie e dandogli ruoli uno differente dall'altro, vi potrà capitare di rivedere la dolce Chobits anche in Tsubasa Chronicles, sotto panni totalmente differenti.
La trama è quanto mai banale ma davvero incisiva, nulla di eccezionale o troppo originale: uno studente che ha fallito l'esame d'ammissione all'università si trasferisce in città, per l'esattezza Tokyo, per preparare meglio l'esame d'ammissione. Il mondo in cui vive pare essere identico al nostro se non fosse che una tecnologia molto più progredita della nostra reale, ha derivato una sorta di robot chiamati persocon, ovvero bambole dotate di un cervello cibernetico, simili in tutto e per tutto alle persone vere, ma accondiscendenti e silenziose con una semplice pressione di un pulsante. Può sembrare aberrante, eppure la gente compra volentieri questi "oggetti", (o meglio chi se li può permettere), visto il costo elevato, e hanno un successo tale che alcune persone arrivano addirittura a sostituire le persone care che hanno perso o che non riescono a trovare con questi pupazzi che paiono vivi. Hideki, lo studente in questione, ne trova uno, fortuitamente, sotto casa, gettato accanto ai rifiuti pronto per essere raccolto dal camion dell'immondizia. ha inizio qui una storia divertente, struggente, romantica e psicologicamente profondissima, che esplora l'animo umano nei rapporti personali, parla delle difficoltà che talvolta la gente ha nel rapportarsi al prossimo, ricama brevi storie di alcune persone alle prese con problemi tristi ma quanto mai veri, come la perdita di un figlio, la scomparsa dell'amante, ma allo stesso tempo riesce a far divertire con gag sempre misurate e mai fuori luogo. L'anime ha un fanservice superficiale, quasi inutile ai fini della storia vera e propria, e che a volte non guasta affatto, non appare mai forzato (tranne che in rari punti) e si crea del tutto naturale. è una versione adattata eccellentemente dall'omonimo manga, dai colori brillanti, le animazioni fluide, di grande qualità tecnica, i character design è quello delle Clamp, può piacere o no, ma questo a mio parere non cambia il grande lavoro in chobits: l'anime riesce a riproporre ancora una volta, in chiave romantica, quasi onirica surreale, il rapporto esistenziale fra uomo e macchina, la possibilità di un essere meccanico di poter ragionare come un essere vivente, il fatto che ci si possa affezionare ad esso come fosse in carne ed ossa, la difficoltà e i problemi delle persone che piuttosto di affrontare la realtà della vita preferiscono rifugiarsi in un mondo artefatto, una sorta di sogno accanto a creature fittizie che invece di comprendere la reale situazione non possono fare altro, alla fine, che annuire tristemente prive di giudizio e coscienza. Ma per tutti i persocon è davvero così? a quanto pare no, e la "magia", pare dietro l'angolo.
Un anime sicuramente da vedere, con tematiche profonde e abbastanza mature. Un piccolo capolavoro.
La trama è quanto mai banale ma davvero incisiva, nulla di eccezionale o troppo originale: uno studente che ha fallito l'esame d'ammissione all'università si trasferisce in città, per l'esattezza Tokyo, per preparare meglio l'esame d'ammissione. Il mondo in cui vive pare essere identico al nostro se non fosse che una tecnologia molto più progredita della nostra reale, ha derivato una sorta di robot chiamati persocon, ovvero bambole dotate di un cervello cibernetico, simili in tutto e per tutto alle persone vere, ma accondiscendenti e silenziose con una semplice pressione di un pulsante. Può sembrare aberrante, eppure la gente compra volentieri questi "oggetti", (o meglio chi se li può permettere), visto il costo elevato, e hanno un successo tale che alcune persone arrivano addirittura a sostituire le persone care che hanno perso o che non riescono a trovare con questi pupazzi che paiono vivi. Hideki, lo studente in questione, ne trova uno, fortuitamente, sotto casa, gettato accanto ai rifiuti pronto per essere raccolto dal camion dell'immondizia. ha inizio qui una storia divertente, struggente, romantica e psicologicamente profondissima, che esplora l'animo umano nei rapporti personali, parla delle difficoltà che talvolta la gente ha nel rapportarsi al prossimo, ricama brevi storie di alcune persone alle prese con problemi tristi ma quanto mai veri, come la perdita di un figlio, la scomparsa dell'amante, ma allo stesso tempo riesce a far divertire con gag sempre misurate e mai fuori luogo. L'anime ha un fanservice superficiale, quasi inutile ai fini della storia vera e propria, e che a volte non guasta affatto, non appare mai forzato (tranne che in rari punti) e si crea del tutto naturale. è una versione adattata eccellentemente dall'omonimo manga, dai colori brillanti, le animazioni fluide, di grande qualità tecnica, i character design è quello delle Clamp, può piacere o no, ma questo a mio parere non cambia il grande lavoro in chobits: l'anime riesce a riproporre ancora una volta, in chiave romantica, quasi onirica surreale, il rapporto esistenziale fra uomo e macchina, la possibilità di un essere meccanico di poter ragionare come un essere vivente, il fatto che ci si possa affezionare ad esso come fosse in carne ed ossa, la difficoltà e i problemi delle persone che piuttosto di affrontare la realtà della vita preferiscono rifugiarsi in un mondo artefatto, una sorta di sogno accanto a creature fittizie che invece di comprendere la reale situazione non possono fare altro, alla fine, che annuire tristemente prive di giudizio e coscienza. Ma per tutti i persocon è davvero così? a quanto pare no, e la "magia", pare dietro l'angolo.
Un anime sicuramente da vedere, con tematiche profonde e abbastanza mature. Un piccolo capolavoro.
Siamo in un futuro molto prossimo, nel quale i computer sono stati sostituiti dai “persocon”: PC ancora più sofisticati di quelli attuali, le cui sembianze umane permettono loro di aiutarci anche come facchini, camerieri, accompagnatori, eccetera.
“Chobits” è una commedia romantica che ha per protagonisti un “bravo” ed ingenuo ragazzo di campagna negato per l’informatica (Hideki) ed il suo persocon dalle sembianze di una dolce fanciulla (Chii). Essendo stata “resettata”, l’androide inizialmente non sa né parlare né far altro: Hideki si trova così tra le mani una ragazza in tutto e per tutto sviluppata, ma con le conoscenze di una neonata… Inizia così una decina di gustose puntate incentrate sugli sforzi di Hideki per istruire Chii e sugli infiniti imbarazzi che gli procura l’assoluta ingenuità di lei; grazie al fatto che le CLAMP sono donne, tali situazioni incentrate quasi sempre sul sesso non sono mai volgari (fanservice ed ecchi sono miracolosamente ridotti al minimo) e creano un’atmosfera di divertente sensualità, godibilissima, una volta tanto, anche per il pubblico femminile.
Nel frattempo, il protagonista s’interroga spesso sull’alienazione cui possono ridursi i proprietari di queste macchine, e man mano che la storia prende forma, quella che poteva risultare niente più che una commediola maliziosa senza pretese inizia a diventare qualcosa di molto più complesso. Anzitutto, Chii è tanto carina quanto misteriosa: trovata da Hideki in mezzo ai rifiuti, ha però una potenza maggiore a qualsiasi modello conosciuto… Si fa quindi strada la possibilità che si tratti di un Chobits, secondo la leggenda metropolitana, una serie illegale di persocon con la facoltà di apprendere e di provare sentimenti. Evolvendosi, grazie alla sua singolarità, la relazione tra Hideki e Chii prende risvolti addirittura esistenziali: l’affetto sempre più intenso di Hideki per un computer (sofisticatissimo, ok, ma pur sempre un computer) dà il via ad una serie di riflessioni su quale sia la vera natura dell’amore, mentre Chii, scoprendo concetti quali la solitudine e l’appartenenza, prende coscienza della necessità degli affetti in maniera molto toccante (il libricino a fumetti in cui s’immerge sempre di più è la trovata più poetica dell’intera storia).
A questo punto la serie sarebbe potuta diventare il capolavoro delle CLAMP… Invece:
a) Il mistero Chobits rimane praticamente tale, aggirato vergognosamente con due fuochi d’artificio;
b) Il percorso personale di Hideki e Chii si conclude in maniera assolutamente banale, se non proprio forzata;
c) Le riflessioni sul controverso rapporto uomo/macchina si risolvono in un ingiustificato quanto spudorato ridimensionamento del problema.
Immensa delusione. Un voto molto alto si è trasformato in un 7,5.
Consiglio le prime puntate di questo anime a tutti, perché, secondo me, possono piacere quasi a tutti. Vedete voi quanto addentrarvi…
“Chobits” è una commedia romantica che ha per protagonisti un “bravo” ed ingenuo ragazzo di campagna negato per l’informatica (Hideki) ed il suo persocon dalle sembianze di una dolce fanciulla (Chii). Essendo stata “resettata”, l’androide inizialmente non sa né parlare né far altro: Hideki si trova così tra le mani una ragazza in tutto e per tutto sviluppata, ma con le conoscenze di una neonata… Inizia così una decina di gustose puntate incentrate sugli sforzi di Hideki per istruire Chii e sugli infiniti imbarazzi che gli procura l’assoluta ingenuità di lei; grazie al fatto che le CLAMP sono donne, tali situazioni incentrate quasi sempre sul sesso non sono mai volgari (fanservice ed ecchi sono miracolosamente ridotti al minimo) e creano un’atmosfera di divertente sensualità, godibilissima, una volta tanto, anche per il pubblico femminile.
Nel frattempo, il protagonista s’interroga spesso sull’alienazione cui possono ridursi i proprietari di queste macchine, e man mano che la storia prende forma, quella che poteva risultare niente più che una commediola maliziosa senza pretese inizia a diventare qualcosa di molto più complesso. Anzitutto, Chii è tanto carina quanto misteriosa: trovata da Hideki in mezzo ai rifiuti, ha però una potenza maggiore a qualsiasi modello conosciuto… Si fa quindi strada la possibilità che si tratti di un Chobits, secondo la leggenda metropolitana, una serie illegale di persocon con la facoltà di apprendere e di provare sentimenti. Evolvendosi, grazie alla sua singolarità, la relazione tra Hideki e Chii prende risvolti addirittura esistenziali: l’affetto sempre più intenso di Hideki per un computer (sofisticatissimo, ok, ma pur sempre un computer) dà il via ad una serie di riflessioni su quale sia la vera natura dell’amore, mentre Chii, scoprendo concetti quali la solitudine e l’appartenenza, prende coscienza della necessità degli affetti in maniera molto toccante (il libricino a fumetti in cui s’immerge sempre di più è la trovata più poetica dell’intera storia).
A questo punto la serie sarebbe potuta diventare il capolavoro delle CLAMP… Invece:
a) Il mistero Chobits rimane praticamente tale, aggirato vergognosamente con due fuochi d’artificio;
b) Il percorso personale di Hideki e Chii si conclude in maniera assolutamente banale, se non proprio forzata;
c) Le riflessioni sul controverso rapporto uomo/macchina si risolvono in un ingiustificato quanto spudorato ridimensionamento del problema.
Immensa delusione. Un voto molto alto si è trasformato in un 7,5.
Consiglio le prime puntate di questo anime a tutti, perché, secondo me, possono piacere quasi a tutti. Vedete voi quanto addentrarvi…
Secondo me è davvero stupendo! Ho visto tutte le puntate (più la puntata extra) e penso sia straordinario! I disegni abbastanza semplici ma adorabili e la trama molto carina! Un punto a favore di questo anime è il fatto che fa commuovere (almeno per me è stato così) e a mio parere il libro che legge Chii è davvero profondo e adatto per farvici una riflessione! U.U Insomma consiglio di vederlo, magari prima vedere l'anime e in seguito il manga (che è molto più bello), perché se si facesse il contrario non si apprezzerebbe l'anime! ^^
L'anime Chobits in una sola parola? Divino! Questo anime è stato realizzato molto bene e la trama appassionante, non solo dal punto di vista di anime ma anche di storia. Questa storia che parla di persone che perdono i rapporti con gli umani per sostituirli ai persocom infondo è anche realista. Infondo è così che sono le persone oggi: non parlo di gente che parla con i robot, a questo non siamo ancora arrivati (meno male) però ci si conosce su internet e si è perso il rapporto interpersonale. Nonostante ciò esce qui lo sfondo dell'amore. L'amore che in ogni modo supera tutti i limiti, che il cuore di chi ami sia di un essere vivo o meno non importa.
Fantascientifico, sì, ma in un certo senso anche reale. Mi è piaciuto tantissimo e consiglio espressamente di vederlo.
Fantascientifico, sì, ma in un certo senso anche reale. Mi è piaciuto tantissimo e consiglio espressamente di vederlo.
Il mio primo 10 va a Chobits, che in una parola posso solo definirlo STUPENDO. Chii è così dolce e tenera, un personaggio meraviglioso, me ne sono subito innamorata. Hideki a volte è un po' ingenuo, ma questo fa parte del suo fascino di "bravo ragazzo". La colonna sonora è deliziosa, che dire, mi è piaciuto tutto, anche le puntate dove lei appariva poco e davano corso alla storia!
Devo dire che sono rimasto positivamente impressionato da questo anime. Ovviamente non a tutti può piacere in quanto molto incentrato sul rapporto sentimentale tra uomo e "macchina", ma la dolcezza e innocenza di Chii sono riusciti a conquistarmi assolutamente. Solo per il suo personaggio vale la pena di guardare ogni singolo frame di ogni episodio.
Anime che non mi ha colpito molto, anzi, direi per nulla, trovo i disegni molto belli ed è solo per quello che gli do 3, ma per la trama non si può fare nulla, veramente brutta, si poteva fare di meglio e sviluppare la storia in modo migliore, molto stupido il fatto di aver trovato per caso un perscom (robot a forma di donne con una tecnologia avanzata) con delle funzioni molto più avanzate degli altri comuni perscom. Almeno il protagonista non è uno dei soliti scemi di turno che sono timidi, ed incapaci di fare ogni cosa e per finire penso che sia una anime degno della mediaset.
NO SPOILER. Ho trovato Chobits un'anime davvero carino e l'ho scoperto un'pò per caso, cioè leggendo le recensioni di "Elfin Lied" (che è tutt'altro tipo di anime, ma stupendo) a cui il personaggio femminile somiglia molto. Chii, la protagonista, è la tenerezza allo stato puro, Hideky, il protagonista, il tipico studente impacciato, e i due vivranno insieme una bellissima storia, magari un'pò scontata, ma molto molto romantica, oltre che divertente! Io sono rimasto stupito di quanto mi sia piaciuto questo anime, visto che di solito preferisco i robottoni o i supereroi, e lo consiglio davvero a tutti per i suoi buoni propositi e sentimenti, soprattutto alle ragazze. Il tutto è condito da bellissimi disegni e una colonna sonora azzeccata composta da fantastici corettini stile commedia all'italiana e la partecipazione, tra l'altro, di un componente dei pizzicato five, una delle band giappo anni 80-90 più famose, anche in italia. Quindi il mio voto è un bel 8, anche per tutti i tentativi di copia di altri anime. CARINO, DIVERTENTE E ROMANTICO.
Il voto può sembrare un po’ basso, ma è solo che, avendo dato 8 ad anime che ci sono piaciuti di più, per coerenza a Chobits dovevamo dare 7. Ma in realtà è sicuramente un anime che merita e l’abbiamo seguito con molto piacere.
Fin dalla prima puntata si rimane conquistati dalla dolcissima Chii e non possono che piacere anche tutti gli altri personaggi, sempre carini e gentili. La storia è dolce, romantica, tenerissima. E sono numerosi anche i momenti divertenti, spesso basati su situazioni equivoche.
Interessante è anche il tema del rapporto fra uomini e macchine, quanto le macchine possano provare sentimenti umani e quanto sia giusto, da parte degli umani, provarne per le macchine.
In conclusione, è un anime carinissimo, dolce e divertente, consigliato a tutti quelli che amano le commedie romantiche.
Fin dalla prima puntata si rimane conquistati dalla dolcissima Chii e non possono che piacere anche tutti gli altri personaggi, sempre carini e gentili. La storia è dolce, romantica, tenerissima. E sono numerosi anche i momenti divertenti, spesso basati su situazioni equivoche.
Interessante è anche il tema del rapporto fra uomini e macchine, quanto le macchine possano provare sentimenti umani e quanto sia giusto, da parte degli umani, provarne per le macchine.
In conclusione, è un anime carinissimo, dolce e divertente, consigliato a tutti quelli che amano le commedie romantiche.
Dal paese forse più tecnologicamente avanzato in fatto di robotica non poteva non essere realizzato un anime simile.
Dopo tutto forse è il sogno di qualsiasi persona avere un robot con sembianze umane in grado di fare quasi tutto quello che normalmente può fare un essere umano
Chi non vorrebbe avere qualcosa del genere? un pò come avere un computer portatile che parla, si muove, ma che può fare molto altro ancora.
Se questi "computer" poi sono anche molto graziosi non si può proprio chiedere di più.
Chobits è una serie piuttosto leggera e facile da seguire (oddio, c'è qualche parte che non è semplicissima per chi non conosce le basi dell'informatica, ma chi non le conosce ai giorni d'oggi?)
approfondisce i rapporti che si possono venire a creare tra questi esseri artificiali, chiamati Persocom, e gli esseri umani e le conseguenze non sempre positive che possono verificarsi.
Il tutto è condito da una comicità semplice per lo più a sfondo sessuale, ma non volgare e quasi priva di fanservice che mi ha fatto sorridere per quasi tutti gli episodi.
In due parole: molto divertente
Dopo tutto forse è il sogno di qualsiasi persona avere un robot con sembianze umane in grado di fare quasi tutto quello che normalmente può fare un essere umano
Chi non vorrebbe avere qualcosa del genere? un pò come avere un computer portatile che parla, si muove, ma che può fare molto altro ancora.
Se questi "computer" poi sono anche molto graziosi non si può proprio chiedere di più.
Chobits è una serie piuttosto leggera e facile da seguire (oddio, c'è qualche parte che non è semplicissima per chi non conosce le basi dell'informatica, ma chi non le conosce ai giorni d'oggi?)
approfondisce i rapporti che si possono venire a creare tra questi esseri artificiali, chiamati Persocom, e gli esseri umani e le conseguenze non sempre positive che possono verificarsi.
Il tutto è condito da una comicità semplice per lo più a sfondo sessuale, ma non volgare e quasi priva di fanservice che mi ha fatto sorridere per quasi tutti gli episodi.
In due parole: molto divertente
Devo dire che è davvero bellissimo! Un anime con la A maiuscola!! Trama sensazionale, attinente al manga. Colori e disegni perfetti. Davvero molto molto ben fatto: Chii è stata presa molto bene come personaggio e tutte le gaff di Hideki sono molto concentrate! Ben fatto, e' un anime molto particolare che ci aiuta a capire l'amore proibito, a volte, fra un essere umano e un androide.
Ho aspettato di poter vede questo anime con trepidazione da quando, anni fa, vidi per la prima volta i disegni su una rivista di manga. L'unico pregio della serie probabilmente sono i disegni, davvero molto molto belli, ma per il resto, è insulso. Fin'ora la storia di basa su imbarazzanti incomprensioni tra il maniaco Hideki e la tenera persocom Chii. Davvero abominevole, andare avanti episodio dopo episodio (certe volte anche minuto dopo minuto all'interno della serie) mi sta risultando davvero pesante.
Ci tengo a precisare che questo anime mi ha divertito come pochi, ma colpisce molto anche il rapporto che piano piano si crea fra Hideki [che sarebbe il protagonista] e Chii [che sarebbe il persocon]. Cosa è un persocon? I persocon sono come esseri umani ma, facendo un esempio, per andare a fare compere ha bisogno di un software. Comunque secondo me è un altro capolavoro delle Clamp, ottimi disegni e buone animazioni, storia molto intensa e grande umorismo, detto questo vi saluto.
Come qualcuno ha gia osservato, gli episodi sono 27+1 special.
Passiamo al sodo.
Pregi: differentemente da alcune serie con un finale drammatico, questo ha un lieto fine, e questo mi ha fatto davvero molto piacere; il desegno soft rende gia l'idea di una lovestory; le prime puntate sono molto divertenti sia per il comportamento ingenuo di lei che per le reazioni esagerate di lui; i colpi di scena ci sono e riescono a coinvolgere lo spettatore.
Difetti: se all'inizio era carino vedere le varie situazioni bizzarre createsi dalla convivenza tra i protagonisti, dopo un po', verso metà anime( come spesso accade) sia ha un calo di interesse, ovvero invece che approfondire i protagonisti, sono raccontate le storielle di personaggi secondari( anche se serviranno per creare una cornice di fatti per inquadrare il finale); troppi episodi inutili, ovvero ce ne sono ben 3 che si trovano piu o meno dopo ogni 9 ep, in cui prendendo come pretesa un dialogo tra due personaggi, vengono riviste le vicende accadute negli ep precedenti, proprio come un riassunto( ho visto serie molto piu lunghe senza nemmeno un ep riassuntivo-_-'); non c'è abbastanza approfondimento psicologico nei personaggi, dal momento che è una love story e non una commedia demenziale:-D.
E' comunque interessante da vedere, dopo tutto.
7.5-
Passiamo al sodo.
Pregi: differentemente da alcune serie con un finale drammatico, questo ha un lieto fine, e questo mi ha fatto davvero molto piacere; il desegno soft rende gia l'idea di una lovestory; le prime puntate sono molto divertenti sia per il comportamento ingenuo di lei che per le reazioni esagerate di lui; i colpi di scena ci sono e riescono a coinvolgere lo spettatore.
Difetti: se all'inizio era carino vedere le varie situazioni bizzarre createsi dalla convivenza tra i protagonisti, dopo un po', verso metà anime( come spesso accade) sia ha un calo di interesse, ovvero invece che approfondire i protagonisti, sono raccontate le storielle di personaggi secondari( anche se serviranno per creare una cornice di fatti per inquadrare il finale); troppi episodi inutili, ovvero ce ne sono ben 3 che si trovano piu o meno dopo ogni 9 ep, in cui prendendo come pretesa un dialogo tra due personaggi, vengono riviste le vicende accadute negli ep precedenti, proprio come un riassunto( ho visto serie molto piu lunghe senza nemmeno un ep riassuntivo-_-'); non c'è abbastanza approfondimento psicologico nei personaggi, dal momento che è una love story e non una commedia demenziale:-D.
E' comunque interessante da vedere, dopo tutto.
7.5-
Ho visto solo 15 episodi, ma posso già dire che vale la pena di vederlo. Non penso sia un anime molto sofisticato o intrecciato, la storia è semplice ma moooooooooooolto bella. A volte è realistico (Hideki che rimane in mezzo alla strada per correre verso Chii e viene preso a maleparole) ...e a volte no (i televisori "vecchi" rispetto ai sofisticatissimi persocom).
Anche il disegno è molto carino, secondo me. Da vedere ASSOLUTAMENTE.
Anche il disegno è molto carino, secondo me. Da vedere ASSOLUTAMENTE.
Visto ovviamente in giapponse con sottotitoli in italiano. Avendo letto precedentemente il manga da cui è tratto, il parallelo viene d'obbligo e devo dire che per una volta la spunta l'anime! Bello, il ritmo è quello giusto, a volte sono inserite (mi pare solo un paio) alcune puntate decisamente "riempitive" ma che non guastano per conoscere comunque meglio i personaggi. Non rispecchia al 100% il manga ma va oltre, riesce nel finale a spiegare quello che il manga non era riuscito a fare appieno. Insomma una delle migliori trasposizioni mai fatte a mio parere. Un plauso anche ai doppiatori originali: la voce di Chii è esattamente come mi aspettavo che fosse.
Ottimo sotto ogni punto di vista. La storia è "fresca" e divertente e stranamente non ho trovato nessuna puntata noiosa o banale(forse un paio un po fini a se stesse ma comunque divertenti). Quello che penso distingua più di tutto quest'anime è il character desingn curato nei minimi dettagli, dove spiccano su tutti i personaggi di Sumomo e Chi.
Il finale inoltre riserva diversi colpi di scena e sicuramente e il finale è tutt'altro che scontato.
Insomma un anime assolutamente da vedere.
Il finale inoltre riserva diversi colpi di scena e sicuramente e il finale è tutt'altro che scontato.
Insomma un anime assolutamente da vedere.
Carino, però poco realistico: ma è possibile che la tecnologia dell'era dei persocom conviva con i televisori anni 90? Mi spiego meglio: ogni volta che collegano un persocom con il televisore di Hideki provo un senso d'incredulità. E poi, lo spinotto nero fa veramente ribrezzo: non era meglio un collegamento wireless?
Ma solo io sono fanatico della tecnologia? O forse, il target non è proprio gente come me?
L'idea di base è molto originale ma lo sviluppo non è certo il massimo. Ci sono parti che possono essere benissimo omessi per arricchire un po' di più la trama che è fondamentalmente misera. In particolar modo, il finale mi è sembrato quasi sbrigativo e non troppo chiaro.
La musica: pur essendo la classica colonna sonora di questo genere di anime mi è piaciuta veramente molto. Forse è proprio grazie all'atmosfera da essa creata, che nell'episodio del matrimonio tra il pasticiere e la persocom, Chobits è riuscito a commuovermi. :)
L'elemento ecchi sta bene così com'è. Un po' di più e diventa seriamente ridicolo.
Se vi piace il genere vi consiglio caldamente di guardarlo...
Chobits racconta la storia di Hideki, un ragazzo di campagna che arriva in citt? per proseguire i propri studi e dare una svolta alla propria vita. Lo scenario ? quello di un mondo in un futuro non molto lontano, in cui gli uomini sono abituati a vivere insieme a dei cyborg (intelligenze artificiali dall'aspetto umano) chiamati 'persocom', i quali vengono usati per gli scopi pi? disparati: come aiutanti nel lavoro, nelle faccende domestiche, rispondono al telefono, consentono di ricevere e mandare email, fanno ricerche su internet, ecc., e a volte vengono usati semplicemente per compagnia, un po' come degli animali domestici.
Hideki, provenendo dalla campagna, non ha molta conoscenza relativamente al mondo dei computer, dei persocom, ecc. e quando arriva in citt? rimane molto colpito da come i persocom si siano perfettamente integrati nel mondo degli esseri umani e, soprattutto, di come i persocom siano incredibilmente somiglianti a delle persone vere e proprie. Vorrebbe comprarne uno per s?, ma si rende conto che sono eccessivamente costosi. Tuttavia, una sera, tornando nel suo appartamento in citt?, trova un persocom dall'aspetto femminile abbandonato fra i rifiuti: pensa che qualcuno lo abbia gettato l? perch? difettoso, ma decide di portarselo comunque a casa e vedere se riesce a farlo funzionare. Dopo un bel po' di tentativi riesce a trovare lo switch per accenderlo (non vi dico dove si trova lo switch...) e la prima sillaba che pronuncia il persocom ?: 'Ciii' e per questo Hideki decide di chiamarla 'Chi' (pronunciato 'ci').
A differenza dei comuni persocom, 'Chi' pare non aver installato nessun programma comportamentale, linguistico o altro, quindi sar? compito di Hideki insegnarle tutto, fin dalle cose pi? elementari (e imbarazzanti).
Le puntate, inizialmente, si svolgono essenzialmente sul tema dell'apprendimento di 'Chi' di nuove cose e sull'affezionamento sempre maggiore di Hideki nei suoi confronti, ma anche sul sorgere di perplessit?, da parte di quest'ultimo, sulle relazioni possibili fra umani e persocom. Il cartone, all'inizio sembra molto leggero, ma pian piano fa venir fuori la sua vera natura sentimentale/drammatica, pur mantenendo sempre una buona carica di simpatia e comicit? (soprattutto nella prima met? della serie). Tuttavia, devo ammettere che alcune puntate centrali mi hanno decisamente annoiato.
Anche in questa serie vi ? del fan-service (poco in realt?, ma sufficiente a non poter trasmettere il cartone su una nostra tv nazionale, in orari pomeridiani, a meno di drastici tagli e censure). Le musichette di inizio e chiusura sono davvero molto carine e orecchiabili, cos? come sono ben fatte quelle che fanno da sottofondo agli eventi del cartone.
In definitiva, un buon cartone per chi ama il genere sentimentale con spunti di comicit? e per chi vuole riflettere sulle possibili implicazioni derivanti dalla creazione di cyborg dalle fattezze e comportamenti umani. Non aspettatevi un capolavoro per?.
Hideki, provenendo dalla campagna, non ha molta conoscenza relativamente al mondo dei computer, dei persocom, ecc. e quando arriva in citt? rimane molto colpito da come i persocom si siano perfettamente integrati nel mondo degli esseri umani e, soprattutto, di come i persocom siano incredibilmente somiglianti a delle persone vere e proprie. Vorrebbe comprarne uno per s?, ma si rende conto che sono eccessivamente costosi. Tuttavia, una sera, tornando nel suo appartamento in citt?, trova un persocom dall'aspetto femminile abbandonato fra i rifiuti: pensa che qualcuno lo abbia gettato l? perch? difettoso, ma decide di portarselo comunque a casa e vedere se riesce a farlo funzionare. Dopo un bel po' di tentativi riesce a trovare lo switch per accenderlo (non vi dico dove si trova lo switch...) e la prima sillaba che pronuncia il persocom ?: 'Ciii' e per questo Hideki decide di chiamarla 'Chi' (pronunciato 'ci').
A differenza dei comuni persocom, 'Chi' pare non aver installato nessun programma comportamentale, linguistico o altro, quindi sar? compito di Hideki insegnarle tutto, fin dalle cose pi? elementari (e imbarazzanti).
Le puntate, inizialmente, si svolgono essenzialmente sul tema dell'apprendimento di 'Chi' di nuove cose e sull'affezionamento sempre maggiore di Hideki nei suoi confronti, ma anche sul sorgere di perplessit?, da parte di quest'ultimo, sulle relazioni possibili fra umani e persocom. Il cartone, all'inizio sembra molto leggero, ma pian piano fa venir fuori la sua vera natura sentimentale/drammatica, pur mantenendo sempre una buona carica di simpatia e comicit? (soprattutto nella prima met? della serie). Tuttavia, devo ammettere che alcune puntate centrali mi hanno decisamente annoiato.
Anche in questa serie vi ? del fan-service (poco in realt?, ma sufficiente a non poter trasmettere il cartone su una nostra tv nazionale, in orari pomeridiani, a meno di drastici tagli e censure). Le musichette di inizio e chiusura sono davvero molto carine e orecchiabili, cos? come sono ben fatte quelle che fanno da sottofondo agli eventi del cartone.
In definitiva, un buon cartone per chi ama il genere sentimentale con spunti di comicit? e per chi vuole riflettere sulle possibili implicazioni derivanti dalla creazione di cyborg dalle fattezze e comportamenti umani. Non aspettatevi un capolavoro per?.
All'inizio é piuttosto tranquillo, Hideki che incontra Chii, i primi incontri con nuovi amici, i pasticci, gli equivoci, eh eh.... però verso dalla metà fino alla fine vengono introdotte atmosfere più cupe del tipo: "Aiuto! gli alieni ci invadono" oppure "lo scienzato pazzo che inventa un super Persocon per conquistare il mondo". Comunque andrebbe bene per una trasmissione TV che però non rimarrebbe granché al passaggio della censura(soprattutto Mediaset) perché la storia é complicatuccia per chi non é pratico nell'ambito informatico (domanda ai principianti di Informatica: Chi sa qualcosa sul Sistema Operativo? e i principianti dicono: BOOOOOOH!) capito? e potrebbero perfino stravolgere la storia com'era successo ai tempi "Piccoli Problemi di Cuore" alias "Marmelade Boy".
Non ho mai amato molto le storie delle CLAMP, ma per ogni regola esiste sempre un'eccezione...
L'anime di Chobits è riuscito a intrattenermi e a divertirmi fino alla fine, grazie soprattutto ai personaggi e al disegno assai gradevole. Anche la storia mi ha sufficientemente soddisfatto. Presente anche l'elemento kawaii nonchè l'elemento ecchi, sebbene in quantità modeste (ringraziando il cielo). Ottima colonna sonora.
Una serie divertente e romantica, adatta direi a tutti i palati o quasi :)
L'anime di Chobits è riuscito a intrattenermi e a divertirmi fino alla fine, grazie soprattutto ai personaggi e al disegno assai gradevole. Anche la storia mi ha sufficientemente soddisfatto. Presente anche l'elemento kawaii nonchè l'elemento ecchi, sebbene in quantità modeste (ringraziando il cielo). Ottima colonna sonora.
Una serie divertente e romantica, adatta direi a tutti i palati o quasi :)
Stupendo, non c'è altro da dire. Segue bnissimo il manga, anzi, in moltye cose riesce a puntualizzare elementi non ben delineati nel manga. laddove invece ci sono delle discordanze, esse vengono superate brillantemente. Direi cheè uno dei pochi anime che sono riuscita ad apprezzare come e per certi versi anche più del manga stesso. Le voci perfette, i disegni bellissimi. La tenerezza che si prova per Chii nel manga, non viene assolutamente meno nell'anime.
Ho adorato questo manga (l'unico che con video Girl sia riuscito davvero a commuovermi, e l'unico a cui, come profondità dei sentimenti che esprime, sono riuscita a comparare) e la serie mi ha proprio soddisfatta!
Ho adorato questo manga (l'unico che con video Girl sia riuscito davvero a commuovermi, e l'unico a cui, come profondità dei sentimenti che esprime, sono riuscita a comparare) e la serie mi ha proprio soddisfatta!
Al primo impatto Chobits mi ha ricordato un po' quelle commedie trash-sexy all'italiana anni '70 (specialmente come musiche). Però devo dire che alla fine un messaggio nascosto su cui riflettere c'è (e non è neanche troppo nascosto). Se a questo aggiungiamo nel corso della visione più volte è riuscito a strapparmi qualche sorriso, direi che una sufficienza abbondante ci può stare :)
STUPENDO!!! Un Anime bello quanto il manga di videogirl ai... Ora quando le cose sono fatte bene si vede e si sente nel cuore; e da questi episodi esce fuori la nostalgia di quelle sensazioni uniche che sono la sincerità dei sentimeti. Del resto se Chii non la degna rappresentate dei sentimenti più puri, chi potrebbe esserlo (dei piccoli maialini come noi uomini ;)?
Chobits è uno dei migliori anime che io abbia mai visto.
Purtroppo però manca un punto solo nel raggiungere l'eccellenza: si tratta del "coraggio"
Mi spiego subito. L'idea di base è ottima. L'anime tratta del rapporto tra persocon e persone
Fin qui la tematica è sviluppata egregiamente. Quanto un robot, quasi indistinguibile da un essere umano può assomigliare ad un umano? Cosa gli manca per sostituirlo completamente? L'anima? E come si chiama l'anima, la mente, nel mondo dei robot? Quello che più assomiglia all'anima sarebbe il Sistema Operativo, cosa che a Chii, la protagonista manca. Cosa fa muovere Chii? Forse un'anima sintetica, forse Chii è l'ultimo passo dell'evoluzione, verso la trasformazione di una bambola in una ragazza vera.
L'anime intorno al rapporto fra Chii e Hideki, il protagonista, si sviluppa più comodamente come il classico videogioco ad appuntamenti, o come un anime Harem (alla tenchi, dove un ragazzo deve interagire con n ragazze stupende). Ad un certo punto però le relazioni con le altre ragazze vengono velocemente terminate e l'unico rapporto resta quello tra Chii e Hideki. L'unico ad essere sviluppato fino in fondo. Le altre restano comunque in secondo piano. Questo primo fatto mi ha fatto storcere un po il naso. Perchè far svoltare l'anime in una direzione troppo ben definita, e alla fine banale, invece di svilupparne le potenzialità che un intreccio fra tanti personaggi poteva avere?
Inoltre Chii, all'inizo dell'anime non ha capacità di base. Hideki deve insegnarle tutto! Ma tutto! anche a mettersi le mutandine o a fare il bagno. Senza trasformare Chobits in un Hentai, l'elemento Ecci poteva essere un po più definito, avrebbe dato più pepe a tutta la storia. Invece quest'elemento, per ragioni evidenti di target, non è stato sviluppato, rimanendo al livello di puro fanservice.
Da tutto ciò esce comunque un anime bellissimo. Da vedere sicuramente. Se gli autori avessereo avuto il "coraggio" di sviluppare un po di più il rapporto tra i personaggi e il lato "Ecci" intrinseco in un anime del genere, Chobits sarebbe uscito un capolavoro. Avrebbe meritato un bell'11!!
Purtroppo però manca un punto solo nel raggiungere l'eccellenza: si tratta del "coraggio"
Mi spiego subito. L'idea di base è ottima. L'anime tratta del rapporto tra persocon e persone
Fin qui la tematica è sviluppata egregiamente. Quanto un robot, quasi indistinguibile da un essere umano può assomigliare ad un umano? Cosa gli manca per sostituirlo completamente? L'anima? E come si chiama l'anima, la mente, nel mondo dei robot? Quello che più assomiglia all'anima sarebbe il Sistema Operativo, cosa che a Chii, la protagonista manca. Cosa fa muovere Chii? Forse un'anima sintetica, forse Chii è l'ultimo passo dell'evoluzione, verso la trasformazione di una bambola in una ragazza vera.
L'anime intorno al rapporto fra Chii e Hideki, il protagonista, si sviluppa più comodamente come il classico videogioco ad appuntamenti, o come un anime Harem (alla tenchi, dove un ragazzo deve interagire con n ragazze stupende). Ad un certo punto però le relazioni con le altre ragazze vengono velocemente terminate e l'unico rapporto resta quello tra Chii e Hideki. L'unico ad essere sviluppato fino in fondo. Le altre restano comunque in secondo piano. Questo primo fatto mi ha fatto storcere un po il naso. Perchè far svoltare l'anime in una direzione troppo ben definita, e alla fine banale, invece di svilupparne le potenzialità che un intreccio fra tanti personaggi poteva avere?
Inoltre Chii, all'inizo dell'anime non ha capacità di base. Hideki deve insegnarle tutto! Ma tutto! anche a mettersi le mutandine o a fare il bagno. Senza trasformare Chobits in un Hentai, l'elemento Ecci poteva essere un po più definito, avrebbe dato più pepe a tutta la storia. Invece quest'elemento, per ragioni evidenti di target, non è stato sviluppato, rimanendo al livello di puro fanservice.
Da tutto ciò esce comunque un anime bellissimo. Da vedere sicuramente. Se gli autori avessereo avuto il "coraggio" di sviluppare un po di più il rapporto tra i personaggi e il lato "Ecci" intrinseco in un anime del genere, Chobits sarebbe uscito un capolavoro. Avrebbe meritato un bell'11!!