Iblard Jikan
Iblard Jikan non è propriamente un anime nel senso classico, non c'è una trama, una storia, un legame tra le varie scene. E' invece un'opera che suscita emozioni e suggestioni narrate con le immagini di Naohisa Inoue e con la colonna sonora perfettamente fusa con l'opera. Le scene sono quadri animati, quindi fondamentalmente statiti salvo alcuni particolari in movimento o alcuni inserti in CG. Alcune scene sono prese dal quotidiano, altre sono fantastiche con quel sapore tutto giapponese di fondere elementi futuristici nella vita quotidiana. La staticità delle scene arricchita dalle poche animazioni, accompagnate dalla musica e da qualche effetto sonoro, genere un effetto suggestione molto gratificante. In alcune scene sembra di essere affacciati su scorci di vita altrui in altre si cercano gli elementi animati, in altre ancora si osserva stupiti gli elementi fantastici che le compongono. Può sembrare un insieme di screen saver o un video da proiettare in loop in qualche fiera sul monitor lcd al posto del solito acquario, ma ridurre Iblard Jikan a questo livello non gli si rende giustizia. Non è nemmeno l'anime che racconta una storia, quindi stategli lontano se cercate questo. Iblard Jikan è una suggestione e come tale va contestualizzata. Una suggestione che genera un'emozione dalla durata molto breve e come tutte le opere d'arte non è per tutti.
Iblard Jikan (Il tempo di Iblard) è un mediometraggio della durata di trenta minuti prodotto dallo Studio Ghibli nel 2007.
Privo di una qualsiasi trama e dialogo, l'anime si compone di otto parti ognuna scandita da una traccia musicale e mostra una serie di dipinti di Naohisa Inoue, il cui stile è influenzato in particolar modo dalla pittura impressionista di Monet da quella postimpressionista di Cezanne e dalla corrente surrealista.
L'opera si apre con l'inquadratura fissa di un giardino, nella quale si muove una donna che entra in casa affacciandosi poi alla porta che dà sull'esterno. Questo film non si limita a proporre dei fermimmagine dei dipinti, anzi, dà loro la vita.
Oltre alla musica si ode il cinguettare degli uccelli, il fruscio del vento a contatto con l'erba, il leggero fragore delle onde del mare. Le animazioni sono limitate (si parla pur sempre di quadri), ma molto evocative nella loro semplicità.
Anche i personaggi, se presenti, prendono vita e il filo che collega molti dei dipinti è la presenza di figure femminili e in particolare di una ragazzina, che pare volerci mostrare e guidare attraverso questo mondo tanto pacifico, quanto affascinante.
Man mano che si procede con la visione, si nota un mondo in cui l'uomo e la natura convivono in simbiosi: piante, arbusti, alberi di ogni genere avvolgono dolcemente delle piccole case di campagna, andando così a rafforzare uno dei concetti tipici della pittura postimpressionista: la compenetrazione dei colori. Infatti i colori che compongono ogni dipinto si ritrovano in ogni sua parte ad esempio, il verde nella vegetazione è presente sia nelle abitazioni sia nel cielo, così come tutti gli altri colori.
Dall'ambientazione campagnola, ci spostiamo verso dipinti più orientaleggianti; lo si capisce in particolare dalla forma degli edifici, dalla vegetazione locale e dalla musica che ne suggerisce l'atmosfera.
Già dal terzo capitolo lo spettatore scorge anche la componente surrealista di questo stile, non appena si imbatte in case che fluttuano nell'aria sopra a piccoli lembi di terra circondate da singolari oggetti a forma di dirigibile (di cui piano piano assumeranno tutte le caratteristiche), i quali faranno sempre più spesso parte dei dipinti.
Dopo un ritorno ad ambientazioni prettamente forestali, ecco che ci ritroviamo ad ammirare suggestivi paesaggi marittimi, per poi percorrere fino al penultimo capitolo un viaggio all'insegna del surreale, in cui la presenza della natura non stona mai, anzi si fonde alla perfezione con le enormi "sfere di vegetazione" e tutte le forme distorte che caratterizzano questo tipo di pittura, facendocele apprezzare in modo naturale, come se la loro compresenza fosse scontata.
Oltre al dirigibile e alla ragazzina, un altro elemento comune a diversi quadri, è uno strano mezzo di trasporto pubblico che richiama la forma di un Tram, il quale, viaggiando su rotaie talvolta sospese in aria, dà contributo alle atmosfere oniriche che si vengono a creare.
Ad un certo punto, l'attenzione si sposta unicamente su un velivolo nel momento in cui viene azionato da un uomo. Questo momento è l'unico in cui il soggetto dell'inquadratura non è il paesaggio (associandolo ai dirigibili, si può notare come l'anime abbia al suo interno anche l'elemento steampunk).
Ci addentriamo dunque in una cittadina brulicante di vita; l'elemento surreale va piano piano scemando fino al ritorno a paesaggi puramente naturali.
Tutto si chiude con il ritorno a casa della ragazzina, che pare abiti nella medesima casa con cui l'opera era iniziata.
Senz'altro è un'anime atipico (finchè si parla di anime), ma di sicuro merita uno sguardo. Per comprendere ed avvicinarsi sempre di più a ciò che gli autori (dei dipinti e del film) vogliono comunicare attraverso il loro lavoro, sarebbe da vedere e da rivedere. Ma anche solo se avete voglia per un momento di evadere dalla quotidianità di tutti i giorni, se avete bisogno di un attimo per rilassarvi e staccare, buttate un occhio su Iblard Jikan, difficilmente ve ne pentirete.
Privo di una qualsiasi trama e dialogo, l'anime si compone di otto parti ognuna scandita da una traccia musicale e mostra una serie di dipinti di Naohisa Inoue, il cui stile è influenzato in particolar modo dalla pittura impressionista di Monet da quella postimpressionista di Cezanne e dalla corrente surrealista.
L'opera si apre con l'inquadratura fissa di un giardino, nella quale si muove una donna che entra in casa affacciandosi poi alla porta che dà sull'esterno. Questo film non si limita a proporre dei fermimmagine dei dipinti, anzi, dà loro la vita.
Oltre alla musica si ode il cinguettare degli uccelli, il fruscio del vento a contatto con l'erba, il leggero fragore delle onde del mare. Le animazioni sono limitate (si parla pur sempre di quadri), ma molto evocative nella loro semplicità.
Anche i personaggi, se presenti, prendono vita e il filo che collega molti dei dipinti è la presenza di figure femminili e in particolare di una ragazzina, che pare volerci mostrare e guidare attraverso questo mondo tanto pacifico, quanto affascinante.
Man mano che si procede con la visione, si nota un mondo in cui l'uomo e la natura convivono in simbiosi: piante, arbusti, alberi di ogni genere avvolgono dolcemente delle piccole case di campagna, andando così a rafforzare uno dei concetti tipici della pittura postimpressionista: la compenetrazione dei colori. Infatti i colori che compongono ogni dipinto si ritrovano in ogni sua parte ad esempio, il verde nella vegetazione è presente sia nelle abitazioni sia nel cielo, così come tutti gli altri colori.
Dall'ambientazione campagnola, ci spostiamo verso dipinti più orientaleggianti; lo si capisce in particolare dalla forma degli edifici, dalla vegetazione locale e dalla musica che ne suggerisce l'atmosfera.
Già dal terzo capitolo lo spettatore scorge anche la componente surrealista di questo stile, non appena si imbatte in case che fluttuano nell'aria sopra a piccoli lembi di terra circondate da singolari oggetti a forma di dirigibile (di cui piano piano assumeranno tutte le caratteristiche), i quali faranno sempre più spesso parte dei dipinti.
Dopo un ritorno ad ambientazioni prettamente forestali, ecco che ci ritroviamo ad ammirare suggestivi paesaggi marittimi, per poi percorrere fino al penultimo capitolo un viaggio all'insegna del surreale, in cui la presenza della natura non stona mai, anzi si fonde alla perfezione con le enormi "sfere di vegetazione" e tutte le forme distorte che caratterizzano questo tipo di pittura, facendocele apprezzare in modo naturale, come se la loro compresenza fosse scontata.
Oltre al dirigibile e alla ragazzina, un altro elemento comune a diversi quadri, è uno strano mezzo di trasporto pubblico che richiama la forma di un Tram, il quale, viaggiando su rotaie talvolta sospese in aria, dà contributo alle atmosfere oniriche che si vengono a creare.
Ad un certo punto, l'attenzione si sposta unicamente su un velivolo nel momento in cui viene azionato da un uomo. Questo momento è l'unico in cui il soggetto dell'inquadratura non è il paesaggio (associandolo ai dirigibili, si può notare come l'anime abbia al suo interno anche l'elemento steampunk).
Ci addentriamo dunque in una cittadina brulicante di vita; l'elemento surreale va piano piano scemando fino al ritorno a paesaggi puramente naturali.
Tutto si chiude con il ritorno a casa della ragazzina, che pare abiti nella medesima casa con cui l'opera era iniziata.
Senz'altro è un'anime atipico (finchè si parla di anime), ma di sicuro merita uno sguardo. Per comprendere ed avvicinarsi sempre di più a ciò che gli autori (dei dipinti e del film) vogliono comunicare attraverso il loro lavoro, sarebbe da vedere e da rivedere. Ma anche solo se avete voglia per un momento di evadere dalla quotidianità di tutti i giorni, se avete bisogno di un attimo per rilassarvi e staccare, buttate un occhio su Iblard Jikan, difficilmente ve ne pentirete.
Difficile recensire questo cortometraggio, basti vedere le votazioni delle altre recensioni per rendersi subito conto che è un prodotto che divide nettamente le opinioni, chi lo erige a capolavoro e chi invece lo boccia completamente.
La mia recensione si colloca, purtroppo, nella schiera delle bocciature perché, se indubbio è il valore puramente artistico di "Iblard Jika"n, non lo è il suo valore emotivo. Il paragone con gli screen saver del computer è quanto mai azzeccato infatti, per i 30 minuti del cortometraggio, ci troveremo davanti a una serie di dipinti (bellissimi, questo va sottolineato) nei quali i personaggi si muovono - poca cosa, non certamente ai livelli di un anime che sia tale - accompagnati da una dolce musica, molto rilassante, o noiosa, a seconda dei gusti.
Difficile valutare "Iblard Jikan" come se fosse un normale anime perché tale non è, non bastano sporadiche animazioni di una bambina o di oggetti che si muovono per farlo rientrare in quella categoria. Il mio giudizio pertanto è fortemente influenzato dalla categoria in cui viene inserito il cortometraggio: se lo si vede come un anime, la stroncatura è inevitabile; se lo si vede con un occhio più "artistico", probabilmente non si potrà non rimanerne entusiasti.
Io, purtroppo, non sono riuscito a vederlo in quest'ottica, sono sì rimasto strabiliato (parola forse troppo grossa) dai dipinti, ma nulla di più. Al termine dei 30 minuti, che, ad essere sinceri, sembravano una eternità, non ho provato emozioni, ho avuto un senso di vuoto, mi sono chiesto: "Cosa avranno voluto dire gli autori con ciò? Un semplice esercizio di stile o c'era un senso, una morale che non ho colto?".
Anche nel qual caso vi fosse stata una morale - ben nascosta, va detto - il cortometraggio mi ha annoiato. E' raro il caso in cui si vorrebbe che un corto durasse addirittura meno, ma in questo caso 30 minuti sono veramente eccessivi, forse 10 sarebbero stati perfetti perché, a mio avviso, proponendo mezzora di dipinti si riesce ad annoiare anche il più paziente degli spettatori.
In conclusione "Iblard Jikan" è stata una (quasi) completa delusione, visivamente molto bello ma contenutisticamente vuoto. Il voto sarebbe forse più basso ma i disegni sono talmente belli che almeno un 5, per me, se lo merita.
La mia recensione si colloca, purtroppo, nella schiera delle bocciature perché, se indubbio è il valore puramente artistico di "Iblard Jika"n, non lo è il suo valore emotivo. Il paragone con gli screen saver del computer è quanto mai azzeccato infatti, per i 30 minuti del cortometraggio, ci troveremo davanti a una serie di dipinti (bellissimi, questo va sottolineato) nei quali i personaggi si muovono - poca cosa, non certamente ai livelli di un anime che sia tale - accompagnati da una dolce musica, molto rilassante, o noiosa, a seconda dei gusti.
Difficile valutare "Iblard Jikan" come se fosse un normale anime perché tale non è, non bastano sporadiche animazioni di una bambina o di oggetti che si muovono per farlo rientrare in quella categoria. Il mio giudizio pertanto è fortemente influenzato dalla categoria in cui viene inserito il cortometraggio: se lo si vede come un anime, la stroncatura è inevitabile; se lo si vede con un occhio più "artistico", probabilmente non si potrà non rimanerne entusiasti.
Io, purtroppo, non sono riuscito a vederlo in quest'ottica, sono sì rimasto strabiliato (parola forse troppo grossa) dai dipinti, ma nulla di più. Al termine dei 30 minuti, che, ad essere sinceri, sembravano una eternità, non ho provato emozioni, ho avuto un senso di vuoto, mi sono chiesto: "Cosa avranno voluto dire gli autori con ciò? Un semplice esercizio di stile o c'era un senso, una morale che non ho colto?".
Anche nel qual caso vi fosse stata una morale - ben nascosta, va detto - il cortometraggio mi ha annoiato. E' raro il caso in cui si vorrebbe che un corto durasse addirittura meno, ma in questo caso 30 minuti sono veramente eccessivi, forse 10 sarebbero stati perfetti perché, a mio avviso, proponendo mezzora di dipinti si riesce ad annoiare anche il più paziente degli spettatori.
In conclusione "Iblard Jikan" è stata una (quasi) completa delusione, visivamente molto bello ma contenutisticamente vuoto. Il voto sarebbe forse più basso ma i disegni sono talmente belli che almeno un 5, per me, se lo merita.
Mi trovo un po' in imbarazzo a valutare un'opera di questo tipo, ma tanto per cominciare vorrei premettere che la definizione di "anime" le calza realmente "larga" quindi, a prescindere da quella che sarà la valutazione finale, è bene tenere a mente che Iblard Jikan non è un anime nel vero senso della parola e ora ve ne spiego le ragioni. Trattasi di un gradevole esperimento nel quale sono presi come sfondi dei veri e propri dipinti paesaggistici ai quali sono state pregevolmente applicati alcuni elementi animati, per intendersi. Qualche volta vedremo una persona che esce di casa o che cammina in un campo o che prende un "tram", ma più frequentemente il tutto si limiterà al muoversi delle nuvole, a qualche evento atmosferico, al vento che muove le fronde di un albero o l'erba di un campo di grano, alle placide acque di un lago o di uno stagno. Cose di questo tipo. Il tutto accompagnato da note melodiche realizzate con strumenti quali pianoforte, chitarra, arpa, cornamusa et similia.
A ben vedere l'esito è piacevole, ma definirlo "anime" francamente mi sembra un tantino eccessivo. Non vi è alcuna trama di fondo, vi sembrerà di osservare un originale slideshow di quadri. Ai più "anziani" potrebbe far tornare in mente l'intervallo RAI che, per chi non lo sapesse, altro non era che un intermezzo riempitivo mandato in onda tra una trasmissione e l'altra con note e immagini rilassanti. Proprio questo è l'effetto che mi ha fatto Iblard Jikan, un qualcosa di molto rilassante, quasi terapeutico volendo.
La chiamano "animazione sperimentale"; può piacere o non piacere. In questo caso, obiettivamente, di animato c'è ben poco, tuttavia gli elementi animati sono stati inseriti incredibilmente bene in un contesto pittorico, tanto da non risultarvi affatto estranei.
Proseguendo con l'opera avremo modo di accorgerci che il mondo rappresentato in Iblard Jikan è molto meno banale e scontato di quel che potrebbe apparirci nei primi minuti di visione. Si tratta invece di paesaggi da sogno, sempre più fantastici, naturalistici ma che vivono in un perfetto equilibrio tecnologico. Per realizzarli devono essere servite un'ottima fantasia e una certa sensibilità.
Dura 30 minuti, inizialmente potrebbero sembrarvi interminabili, forse verso la fine vorrete andasse avanti ancora per sviscerare il più possibile i segreti di questo mondo da favola.
A ben vedere l'esito è piacevole, ma definirlo "anime" francamente mi sembra un tantino eccessivo. Non vi è alcuna trama di fondo, vi sembrerà di osservare un originale slideshow di quadri. Ai più "anziani" potrebbe far tornare in mente l'intervallo RAI che, per chi non lo sapesse, altro non era che un intermezzo riempitivo mandato in onda tra una trasmissione e l'altra con note e immagini rilassanti. Proprio questo è l'effetto che mi ha fatto Iblard Jikan, un qualcosa di molto rilassante, quasi terapeutico volendo.
La chiamano "animazione sperimentale"; può piacere o non piacere. In questo caso, obiettivamente, di animato c'è ben poco, tuttavia gli elementi animati sono stati inseriti incredibilmente bene in un contesto pittorico, tanto da non risultarvi affatto estranei.
Proseguendo con l'opera avremo modo di accorgerci che il mondo rappresentato in Iblard Jikan è molto meno banale e scontato di quel che potrebbe apparirci nei primi minuti di visione. Si tratta invece di paesaggi da sogno, sempre più fantastici, naturalistici ma che vivono in un perfetto equilibrio tecnologico. Per realizzarli devono essere servite un'ottima fantasia e una certa sensibilità.
Dura 30 minuti, inizialmente potrebbero sembrarvi interminabili, forse verso la fine vorrete andasse avanti ancora per sviscerare il più possibile i segreti di questo mondo da favola.
Ho deciso di guardare Iblard Jikan spinto dall’alto numero di recensioni positive, per capire se questo titolo così particolare meritasse davvero questi voti. Ebbene, secondo me, no.
Iblard Jikan è un prodotto davvero particolare, si tratta di un “anime” (virgolettato apposta) lungo ben trenta minuti, in cui si vedono dei quadri, delle immagini fisse, che scorrono una dopo l’altra, con solo qualche piccolo elemento che vi si muove sopra, come persone o veicoli, accompagnati da un sottofondo musicale.
Il problema è questo, più che un anime, sembra di guardare una rassegna di sfondi per PC o un qualche screensaver.
I disegni dei “quadri” sono molto belli, quello sì, onirici e con bellissimi colori, ma, cavolo, se voglio guardare una mostra, vado in pinacoteca.
Le animazioni riguardano solo poche cose che si muovono, e alcuni personaggi, che però non sono mai al centro del dipinto, ma ne sono solo una piccola parte. C’è anche l’uso della CG, usata principalmente per animare i veicoli che si vedono, quali una specie di aereo e dei tram.
Le musiche son molto buone, belle da ascoltare, fanno benissimo quello che devono fare, ovvero essere solo un sottofondo, anche se alcune poco s’integrano con le scene mostrate.
Sono stati trenta minuti molto lunghi, mi è sembrato di averli persi, perché alla fine Iblard Jikan non mi ha dato niente in cambio, non un’emozione, non un particolare da ricordare, nulla, se non la noia.
Non capisco l’esistenza di un prodotto del genere, lo scopo per il quale è stato creato.
Un anime per me dovrebbe intrattenere, e non fare addormentare lo spettatore.
Iblard Jikan è un prodotto davvero particolare, si tratta di un “anime” (virgolettato apposta) lungo ben trenta minuti, in cui si vedono dei quadri, delle immagini fisse, che scorrono una dopo l’altra, con solo qualche piccolo elemento che vi si muove sopra, come persone o veicoli, accompagnati da un sottofondo musicale.
Il problema è questo, più che un anime, sembra di guardare una rassegna di sfondi per PC o un qualche screensaver.
I disegni dei “quadri” sono molto belli, quello sì, onirici e con bellissimi colori, ma, cavolo, se voglio guardare una mostra, vado in pinacoteca.
Le animazioni riguardano solo poche cose che si muovono, e alcuni personaggi, che però non sono mai al centro del dipinto, ma ne sono solo una piccola parte. C’è anche l’uso della CG, usata principalmente per animare i veicoli che si vedono, quali una specie di aereo e dei tram.
Le musiche son molto buone, belle da ascoltare, fanno benissimo quello che devono fare, ovvero essere solo un sottofondo, anche se alcune poco s’integrano con le scene mostrate.
Sono stati trenta minuti molto lunghi, mi è sembrato di averli persi, perché alla fine Iblard Jikan non mi ha dato niente in cambio, non un’emozione, non un particolare da ricordare, nulla, se non la noia.
Non capisco l’esistenza di un prodotto del genere, lo scopo per il quale è stato creato.
Un anime per me dovrebbe intrattenere, e non fare addormentare lo spettatore.
Iblard Jikan è un cortometraggio di trenta minuti di cui si diceva (specie leggendo le altre recensioni) un gran bene. Dopo averlo visto, a quanto pare, mi toccherà fare l'avvocato del diavolo in quanto non ritengo condivisibile tutto questo entusiasmo.
Probabilmente potrò essere considerato come una persona dalla scarsa sensibilità artistica; chissà magari è pure vero. Ma non posso non chiedermi se questo è davvero la giusta sede per azzardare commenti su questo titolo: secondo me no e passo a spiegare il perché.
Un libro fatto di illustrazioni e un romanzo possono essere valutati inserendoli in una stessa categoria? E' ovvio che entrambi sono stati creati utilizzando dei fogli, ma ciò non li pone certo sullo stesso piano; così il primo andrà valutato da un punto di vista pittorico o fotografico mentre l'altro secondo un punto di vista legato alla critica letteraria.
Allo stesso modo Iblard Jikan è certamente un prodotto d'animazione, ma può essere considerato secondo i canoni propri di un anime? A seconda di come si deciderà di rispondere a questa domanda si otterrà il punteggio da assegnarsi.
Questo cortometraggio mi ha riportato alla mente il famoso "intervallo" trasmesso dai canali RAI fra un programma e l'altro in cui venivano mostrate delle "cartoline" dei posti più belli del nostro paese. Per trenta minuti infatti vengono mostrati una serie di disegni il cui stile sembra ispirarsi vagamente all'Impressionismo, ossia a quella corrente pittorica nata nella seconda metà dell'ottocento, rivista però in chiave fantasy. Così troviamo case costruite fra o sugli alberi, mezzi di trasporto che ricordano un passato non troppo lontano ma che funzionano in modo tale da fare intravedere un livello tecnologico di gran lunga superiore al nostro, scene di vita campestre su cui aleggiano immagini che volutamente stonano con l'ambiente circostante. Il tutto ha un impatto che definirei "interessante" e riesce obiettivamente a infondere un'idea di pace e benessere emotivo.
Le animazioni sono rare: in particolare si concentrano su una bambina dal vestito bianco o rosa che di tanto in tanto si muove per fare qualcosa. I dialoghi sono, invece, completamente assenti, sostituiti da una musica di sottofondo che, ancora una volta, mi ha ricordato il già citato "intervallo" delle reti RAI.
L'impressione ottica è dunque gradevole ma, ancora una volta, mi chiedo: può questo essere considerato un anime? Secondo me no. Pur essendo un semplice cortometraggio non è con azioni e parole che trasmette emozioni a chi lo osserva; io lo vedo meglio come un apprezzabile insieme di disegni che avranno una loro valenza artistica ma che vanno anche collocati in una diversa categoria artistica. Per essere più chiari: non è possibile confrontare Monet e Pirandello mettendoli sullo stesso piano.
Per questi motivi, dovendo in questa sede dare una valutazione di Iblard Jikan in quanto anime, questa non potrà essere certo positiva. Pensate se a un compito in classe d'Italiano uno studente invece di svolgere la traccia disegnasse sul foglio un ritratto di una ragazza bellissima: il disegno verrebbe certamente apprezzato ma, per quanto riguarda la materia in questione, il fanciullo si beccherebbe un indiscutibile due. Che io estendo anche a questo cortometraggio ma solo perché, così come il tema, lo ritengo fuori traccia.
Probabilmente potrò essere considerato come una persona dalla scarsa sensibilità artistica; chissà magari è pure vero. Ma non posso non chiedermi se questo è davvero la giusta sede per azzardare commenti su questo titolo: secondo me no e passo a spiegare il perché.
Un libro fatto di illustrazioni e un romanzo possono essere valutati inserendoli in una stessa categoria? E' ovvio che entrambi sono stati creati utilizzando dei fogli, ma ciò non li pone certo sullo stesso piano; così il primo andrà valutato da un punto di vista pittorico o fotografico mentre l'altro secondo un punto di vista legato alla critica letteraria.
Allo stesso modo Iblard Jikan è certamente un prodotto d'animazione, ma può essere considerato secondo i canoni propri di un anime? A seconda di come si deciderà di rispondere a questa domanda si otterrà il punteggio da assegnarsi.
Questo cortometraggio mi ha riportato alla mente il famoso "intervallo" trasmesso dai canali RAI fra un programma e l'altro in cui venivano mostrate delle "cartoline" dei posti più belli del nostro paese. Per trenta minuti infatti vengono mostrati una serie di disegni il cui stile sembra ispirarsi vagamente all'Impressionismo, ossia a quella corrente pittorica nata nella seconda metà dell'ottocento, rivista però in chiave fantasy. Così troviamo case costruite fra o sugli alberi, mezzi di trasporto che ricordano un passato non troppo lontano ma che funzionano in modo tale da fare intravedere un livello tecnologico di gran lunga superiore al nostro, scene di vita campestre su cui aleggiano immagini che volutamente stonano con l'ambiente circostante. Il tutto ha un impatto che definirei "interessante" e riesce obiettivamente a infondere un'idea di pace e benessere emotivo.
Le animazioni sono rare: in particolare si concentrano su una bambina dal vestito bianco o rosa che di tanto in tanto si muove per fare qualcosa. I dialoghi sono, invece, completamente assenti, sostituiti da una musica di sottofondo che, ancora una volta, mi ha ricordato il già citato "intervallo" delle reti RAI.
L'impressione ottica è dunque gradevole ma, ancora una volta, mi chiedo: può questo essere considerato un anime? Secondo me no. Pur essendo un semplice cortometraggio non è con azioni e parole che trasmette emozioni a chi lo osserva; io lo vedo meglio come un apprezzabile insieme di disegni che avranno una loro valenza artistica ma che vanno anche collocati in una diversa categoria artistica. Per essere più chiari: non è possibile confrontare Monet e Pirandello mettendoli sullo stesso piano.
Per questi motivi, dovendo in questa sede dare una valutazione di Iblard Jikan in quanto anime, questa non potrà essere certo positiva. Pensate se a un compito in classe d'Italiano uno studente invece di svolgere la traccia disegnasse sul foglio un ritratto di una ragazza bellissima: il disegno verrebbe certamente apprezzato ma, per quanto riguarda la materia in questione, il fanciullo si beccherebbe un indiscutibile due. Che io estendo anche a questo cortometraggio ma solo perché, così come il tema, lo ritengo fuori traccia.
Ho riflettuto a lungo sull'opportunità di recensire Iblard Jikan o meno. La mia inclinazione naturale sarebbe stata quella di non recensirlo, perché in generale non sono un cultore del cinema sperimentale - le opere sperimentali che ho apprezzato sono rarissime, Muramashi ne è un esempio. Quello che mi ha fatto decidere è vedere che tutte le recensioni presenti su AnimeClick sono a senso unico: i 10 si sprecano, sembra che quest'anime sia il più grande capolavoro della storia dell'animazione. Questo risultato secondo me è del tutto artificioso: sono convinto che a moltissima gente Iblard Jikan non sia piaciuto, il problema è che si sono decisi a recensirlo soltanto persone che amano questo genere di animazione.
Se Iblard Jikan fosse una collezione di screen savers per computer, anche il mio voto sarebbe 10: il problema è che io da un anime mi aspetto ben più di una dolce musichetta e di belle immagini. Iblard Jikan è soporifero all'estremo e non sono riuscito in nessun modo a resistere per 30 minuti, mi sono addormentato poco prima di essere arrivato a metà.
Sono un buzzurro che non capisce l'arte? Può essere, ma anche i buzzurri che non capiscono l'arte secondo me hanno il diritto di scrivere recensioni. Scrivo questa a beneficio di tutti coloro i quali non sono particolarmente interessati a guardare per 30 minuti una collezione di screensavers. Personalmente consiglio Iblard Jikan soltanto ai critici d'arte e a chi soffre d'insonnia. Per me è stato assolutamente inguardabile.
Se Iblard Jikan fosse una collezione di screen savers per computer, anche il mio voto sarebbe 10: il problema è che io da un anime mi aspetto ben più di una dolce musichetta e di belle immagini. Iblard Jikan è soporifero all'estremo e non sono riuscito in nessun modo a resistere per 30 minuti, mi sono addormentato poco prima di essere arrivato a metà.
Sono un buzzurro che non capisce l'arte? Può essere, ma anche i buzzurri che non capiscono l'arte secondo me hanno il diritto di scrivere recensioni. Scrivo questa a beneficio di tutti coloro i quali non sono particolarmente interessati a guardare per 30 minuti una collezione di screensavers. Personalmente consiglio Iblard Jikan soltanto ai critici d'arte e a chi soffre d'insonnia. Per me è stato assolutamente inguardabile.
Iblard Jikan è il film che più mi ha fatto riflettere sul significato dell’animazione in se stessa. Guardo da anni anime (fin dall’infanzia, quando ancora li chiamavamo cartoni), ma raramente mi era sorta una domanda che può sembrare inutile per alcuni, quanto profonda e carica di significato per altri: l’animazione è arte?
La risposta che mi davo prima della visione di Iblard Jikan era più legata all’aspetto creativo e fantastico della realizzazione di questo tipo di prodotti. Insomma, ponevo i libri e gli anime, quelli profondi, sia ben chiaro che non mi sto riferendo a tutti i generi senza distinzione, sullo stesso piano in quanto entrambi ci fanno immedesimare in personaggi e fanno correre la nostra fantasia - i primi donandoci inoltre la possibilità di creare in mondo da zero. Qui, in pochi istanti, tutto cambia, le convinzioni si sgretolano di fronte a quella che posso definire senza ripensamenti estetica pura. La risposta che dà Iblard Jikan al mio quesito è forte e chiara: l’animazione si immedesima e si fonde nell’arte, riuscendo se possibile a darle una nuova dimensione.
Il prodotto in questione dura appena 30 minuti, tempo più che sufficiente per rimanere abbagliati dalla bellezza infinita dei quadri realizzati dallo studio Ghibli con la regia di Naohisa Inoue. L’anime, se si vuol definire tale, è una sequenza di vere e proprie tavole realizzate con uno stile che rimanda ai capolavori di impressionisti come Manet, Monet, Cezanne, Degas; ma con l’influenza del “pointillisme” (puntinismo o divisionismo) di Signac e Seurat. Le immagini presentate sono veri e propri prodotti di un mondo legato ai sogni e alla fantasia più pura e sfrenata; è difficile portarvi dei paragoni per descrivervi meglio i soggetti rappresentati, in quanto sono dipinti onirici arricchiti con una vena di follia - come ogni sogno. Vediamo dei tram viaggiare su rotaie sospese nel nulla, astronavi simili a mongolfiere, picchi altissimi incastonati in una natura rigogliosa e in pace con l’umanità, città futuristiche immerse in luci tenui e ammalianti, templi e luoghi degni dei mondi proposti dal film di Peter Pan della Disney e distese d’acqua sterminate.
È proprio sul tema dell’acqua che mi volevo soffermare: nelle prime immagini è proprio quest’ultima a ricordarci che siamo di fronte ad un prodotto d’animazione, in quanto unico elemento in costante movimento ed evoluzione (grazie ai riflessi, tema molto caro agli impressionisti come si può dimostrare dalla loro opera simbolo “Impression, soleil levant” di Monet).
Sembra quasi che con l’avanzare della narrazione – e della giornata che trascorre - si voglia, man mano, rendere tributo agli elementi fondamentali: si parte con la Terra, per proseguire con l’acqua, con il vento e, infine, concludendo con il fuoco e la luce che rischiarano le tenebre.
L’opera d’arte è correlata alle avvolgenti musiche di Kiyonori Matsuo che rendono al visione ancora più particolare e affascinante.
Iblard Jinkan è un capolavoro senza precedenti che apre ufficialmente il museo artistico dell’animazione.
La risposta che mi davo prima della visione di Iblard Jikan era più legata all’aspetto creativo e fantastico della realizzazione di questo tipo di prodotti. Insomma, ponevo i libri e gli anime, quelli profondi, sia ben chiaro che non mi sto riferendo a tutti i generi senza distinzione, sullo stesso piano in quanto entrambi ci fanno immedesimare in personaggi e fanno correre la nostra fantasia - i primi donandoci inoltre la possibilità di creare in mondo da zero. Qui, in pochi istanti, tutto cambia, le convinzioni si sgretolano di fronte a quella che posso definire senza ripensamenti estetica pura. La risposta che dà Iblard Jikan al mio quesito è forte e chiara: l’animazione si immedesima e si fonde nell’arte, riuscendo se possibile a darle una nuova dimensione.
Il prodotto in questione dura appena 30 minuti, tempo più che sufficiente per rimanere abbagliati dalla bellezza infinita dei quadri realizzati dallo studio Ghibli con la regia di Naohisa Inoue. L’anime, se si vuol definire tale, è una sequenza di vere e proprie tavole realizzate con uno stile che rimanda ai capolavori di impressionisti come Manet, Monet, Cezanne, Degas; ma con l’influenza del “pointillisme” (puntinismo o divisionismo) di Signac e Seurat. Le immagini presentate sono veri e propri prodotti di un mondo legato ai sogni e alla fantasia più pura e sfrenata; è difficile portarvi dei paragoni per descrivervi meglio i soggetti rappresentati, in quanto sono dipinti onirici arricchiti con una vena di follia - come ogni sogno. Vediamo dei tram viaggiare su rotaie sospese nel nulla, astronavi simili a mongolfiere, picchi altissimi incastonati in una natura rigogliosa e in pace con l’umanità, città futuristiche immerse in luci tenui e ammalianti, templi e luoghi degni dei mondi proposti dal film di Peter Pan della Disney e distese d’acqua sterminate.
È proprio sul tema dell’acqua che mi volevo soffermare: nelle prime immagini è proprio quest’ultima a ricordarci che siamo di fronte ad un prodotto d’animazione, in quanto unico elemento in costante movimento ed evoluzione (grazie ai riflessi, tema molto caro agli impressionisti come si può dimostrare dalla loro opera simbolo “Impression, soleil levant” di Monet).
Sembra quasi che con l’avanzare della narrazione – e della giornata che trascorre - si voglia, man mano, rendere tributo agli elementi fondamentali: si parte con la Terra, per proseguire con l’acqua, con il vento e, infine, concludendo con il fuoco e la luce che rischiarano le tenebre.
L’opera d’arte è correlata alle avvolgenti musiche di Kiyonori Matsuo che rendono al visione ancora più particolare e affascinante.
Iblard Jinkan è un capolavoro senza precedenti che apre ufficialmente il museo artistico dell’animazione.
Iblard Jikan è il frutto di una forma d'arte che si sposa con una musica di sottofondo molto accogliente. E' un opera talmente particolare che faccio fatica a collocarla in un genere ben preciso. Ed è proprio questa particolarità che la rende così meravigliosa ai miei occhi.
Avendo visto solamente diversi anime che seguono una loro trama e che rimangono strettamente “confinati” a quest'ultima, mi ha sorpreso molto che i significati di quest'opera, fortemente simbolica, sono talmente tanti che sarebbe impossibile coglierli tutti.
L'esposizione artistica presenta diversi dipinti animati dai colori molto vivaci, intensi, brillanti, molteplici ed emozionanti tali da comporre uno stile artistico molto vicino all'impressionismo. I dipinti hanno una grande capacità di fare immergere lo spettatore in un mondo pacifico, utopico e fantasioso che sembra essere gestito dalla natura poiché essa sembra dominare maggiormente le scene in quanto gli esseri umani sono solamente visti nelle loro faccende quotidiane oppure in qualche ricerca che ognuno di noi compie.
Il viaggio che mi ha colpito maggiormente è quello di una bambina che cammina, corre, vola al fine di osservare un mondo così meraviglioso e spettacolare. In questa bambina si riflette parzialmente l'anima di tutti i bambini secondo me, poiché è insito in ogni bambino l'istinto di curiosare, di conoscere e di guardare il mondo con occhi colmi di stupore e meraviglia, una qualità che, secondo il grande filosofo greco Aristotele, ogni uomo saggio dovrebbe possedere.
In alcune scene, forse a causa della mia insufficiente fantasia, ho avuto purtroppo qualche problema di interpretazione su cui probabilmente ritornerò in seguito per afferrare ulteriori significati.
Consiglio Iblard Jinkan vivamente a ogni persona che sia giovane, adulta o anziana, poiché rappresenta un'opera che può essere letta a diversi livelli, da quelli più semplici a quelli più complicati.
Come ho già evidenziato prima, tra gli anime che ho visto questo è l'unico a non avere una trama. Tuttavia, come sosteneva il grande Guicciardini, “è necessario che l'uomo savio sappia usare la 'discrezione' ossia quella capacità di giudicare ogni singola esperienza con giudizio e ponderazione poiché non esistono casi simili tra loro ma solamente diversissime situazioni ed eccezioni”.
E a mio parere Iblard Jikan rappresenta un'eccezione che lo rende unico nel suo genere.
Avendo visto solamente diversi anime che seguono una loro trama e che rimangono strettamente “confinati” a quest'ultima, mi ha sorpreso molto che i significati di quest'opera, fortemente simbolica, sono talmente tanti che sarebbe impossibile coglierli tutti.
L'esposizione artistica presenta diversi dipinti animati dai colori molto vivaci, intensi, brillanti, molteplici ed emozionanti tali da comporre uno stile artistico molto vicino all'impressionismo. I dipinti hanno una grande capacità di fare immergere lo spettatore in un mondo pacifico, utopico e fantasioso che sembra essere gestito dalla natura poiché essa sembra dominare maggiormente le scene in quanto gli esseri umani sono solamente visti nelle loro faccende quotidiane oppure in qualche ricerca che ognuno di noi compie.
Il viaggio che mi ha colpito maggiormente è quello di una bambina che cammina, corre, vola al fine di osservare un mondo così meraviglioso e spettacolare. In questa bambina si riflette parzialmente l'anima di tutti i bambini secondo me, poiché è insito in ogni bambino l'istinto di curiosare, di conoscere e di guardare il mondo con occhi colmi di stupore e meraviglia, una qualità che, secondo il grande filosofo greco Aristotele, ogni uomo saggio dovrebbe possedere.
In alcune scene, forse a causa della mia insufficiente fantasia, ho avuto purtroppo qualche problema di interpretazione su cui probabilmente ritornerò in seguito per afferrare ulteriori significati.
Consiglio Iblard Jinkan vivamente a ogni persona che sia giovane, adulta o anziana, poiché rappresenta un'opera che può essere letta a diversi livelli, da quelli più semplici a quelli più complicati.
Come ho già evidenziato prima, tra gli anime che ho visto questo è l'unico a non avere una trama. Tuttavia, come sosteneva il grande Guicciardini, “è necessario che l'uomo savio sappia usare la 'discrezione' ossia quella capacità di giudicare ogni singola esperienza con giudizio e ponderazione poiché non esistono casi simili tra loro ma solamente diversissime situazioni ed eccezioni”.
E a mio parere Iblard Jikan rappresenta un'eccezione che lo rende unico nel suo genere.
Possono le parole scritte fare anche solo lontanamente comprendere a chi sta leggendo questa righe quale sublime esperienza per i due sensi dell'udito e della vista sia la visione di questo cortometraggio? Io credo proprio di no, certe cose vanno provate sulla propria pelle, credendo sulla parola, per poi esclamare davanti a uno schermo parole di stupore. Che lo studio Ghibli fosse sinonimo di magia, nel senso di capacità di risvegliare in noi quel bambino tendente alla meraviglia, questa non è certo una novità, ma fa piacere poi constatare anche come in un periodo in cui tutto diventa sempre più commerciale esso riesca a sfornare una piccola opera d'arte come questo Iblard Jikan.
Niente animali antropomorfi, niente che faccia ridere, niente dialoghi se non poche parole che si contano sulle cinque dite. Iblard Jikan è mezzora di viaggio, un viaggio onirico che, valorizzato in toto dalle nuova tecnologia dell'alta definizione, ci trascina attraverso paesaggi di una natura incontaminata in ambienti all'inizio reali poi invece sempre più surreali, come se la nostra fantasia prendesse il volo su una nuvola o su uno dei bizzarri palloni aerostatici che ci vengono mostrati. Una musica pacata in puro stile new age è la colonna sonora di questi quadri che prendono vita davanti ai nostri occhi, in un ruscello che si muove quieto così come in una risacca marina. Sembra quasi d'immergersi nella bruma sentendo l'odore della terra e dei campi, sembra quasi di perdersi nel gioco di luci di queste città da sogno mentre il finale ci lascia un senso di pace e un'incredulità sconcertante di avere provato tutto questo in solo mezzora.
Certo non è un film per tutti e forse va scelto anche il momento in cui visionarlo ( sicuramente calmo e privo di pensieri negativi ); siamo di fronte a qualcosa di sperimentale e come capita in questi casi non a tutti può piacere, proprio perché non nasce per piacere a tutti. Volete provare un sogno ad occhi aperti? Fatevi avanti allora!
Una curiosità: i dipinti mi risultano essere del pittore contemporaneo Naohisa Inoue anche se, persino alla vista di un ignorante in materia di pittura come me, sembrano usciti dal pennello di qualche maestro impressionista.
Niente animali antropomorfi, niente che faccia ridere, niente dialoghi se non poche parole che si contano sulle cinque dite. Iblard Jikan è mezzora di viaggio, un viaggio onirico che, valorizzato in toto dalle nuova tecnologia dell'alta definizione, ci trascina attraverso paesaggi di una natura incontaminata in ambienti all'inizio reali poi invece sempre più surreali, come se la nostra fantasia prendesse il volo su una nuvola o su uno dei bizzarri palloni aerostatici che ci vengono mostrati. Una musica pacata in puro stile new age è la colonna sonora di questi quadri che prendono vita davanti ai nostri occhi, in un ruscello che si muove quieto così come in una risacca marina. Sembra quasi d'immergersi nella bruma sentendo l'odore della terra e dei campi, sembra quasi di perdersi nel gioco di luci di queste città da sogno mentre il finale ci lascia un senso di pace e un'incredulità sconcertante di avere provato tutto questo in solo mezzora.
Certo non è un film per tutti e forse va scelto anche il momento in cui visionarlo ( sicuramente calmo e privo di pensieri negativi ); siamo di fronte a qualcosa di sperimentale e come capita in questi casi non a tutti può piacere, proprio perché non nasce per piacere a tutti. Volete provare un sogno ad occhi aperti? Fatevi avanti allora!
Una curiosità: i dipinti mi risultano essere del pittore contemporaneo Naohisa Inoue anche se, persino alla vista di un ignorante in materia di pittura come me, sembrano usciti dal pennello di qualche maestro impressionista.
Iblard Jikan, cortometraggio di circa trenta minuti, è una delle ultime fatiche dello Studio Ghibli. Più che di un anime, si tratta di un quadro impressionista in perenne movimento, caratterizzato da una cura maniacale per il dettaglio (con la computer grafica poi si possono fare miracoli anche senza eccedere) e da un'atmosfera magica, intrisa dell'ingenuo stupore che caratterizza quasi tutte le produzioni Ghibli.
C'è quasi da perdersi in questo viaggio onirico, tra astronavi gonfiabili, pianeti cavi, mari fluttuanti, moderne cittadine immerse nella natura e sfumati paesaggi campagnoli. Ad accompagnare questo incredibile sogno a occhi aperti abbiamo un'ottima colonna sonora, dal gusto quasi new age, perfetta per amplificare le sensazioni del filmato, che è privo di dialoghi. Inoltre qua e là fanno capolino alcuni personaggi di altri film dello studio Ghibli, come ad esempio Aku da "La città incantata").
Potrebbe non piacere a tutti, per una certa lentezza nello svolgimento o per l'assenza di una vera e propria trama (il filo logico però c'è), che potrebbe far sembrare il risultato fine a se stesso, un lampo artistico che però non lascia nulla; ma vi assicuro che questo è un prodotto sublime, che merita assolutamente di essere visto. Magari in HD, per potere coglierne tutte le sfumature.
C'è quasi da perdersi in questo viaggio onirico, tra astronavi gonfiabili, pianeti cavi, mari fluttuanti, moderne cittadine immerse nella natura e sfumati paesaggi campagnoli. Ad accompagnare questo incredibile sogno a occhi aperti abbiamo un'ottima colonna sonora, dal gusto quasi new age, perfetta per amplificare le sensazioni del filmato, che è privo di dialoghi. Inoltre qua e là fanno capolino alcuni personaggi di altri film dello studio Ghibli, come ad esempio Aku da "La città incantata").
Potrebbe non piacere a tutti, per una certa lentezza nello svolgimento o per l'assenza di una vera e propria trama (il filo logico però c'è), che potrebbe far sembrare il risultato fine a se stesso, un lampo artistico che però non lascia nulla; ma vi assicuro che questo è un prodotto sublime, che merita assolutamente di essere visto. Magari in HD, per potere coglierne tutte le sfumature.
Iblard Jikan è un quadro fatto a mo' di anime. Una tavolozza dove gli autori si sono sbizzarriti a creare paesaggi da fiaba, talvolta rurali, talvolta cittadini.
Le immagini, come è ovvio che sia, rimangono fisse per ogni scorcio che ci viene presentato, per dare la possibilità allo spettatore di gustare appieno ogni più piccolo dettaglio. Qua e là alcuni piccoli particolari si animano per pochi secondi, per poi tornare a far parte pienamente del “quadro”: una figura umana fa capolino da dietro una finestra, un'altra cammina solitaria lungo un sentiero inondato di fiori, un'altra ancora sale su un tram vecchio stile (liberty), un bambino gioca con un cane.
Non mancano neanche elementi surreali, con figure che si librano in volo, o che saltano da un posto all'altro come libellule; strani macchinari solcano il cielo, sorvolando strutture architettoniche ora minimaliste, ora colossali.
In quest'anime c'è molto di quello che la mente umana può immaginare, anche se trae spunto da tanti autori diversi, che con le loro opere (o meglio, con il loro stile), hanno sicuramente influenzato il lavoro dei disegnatori; gli impressionisti, tanto per incominciare. Certi scorci della natura ricordano molto i dipinti di pittori come Manet, Monet, Cezanne. Oppure i surrealisti, come Magritte: basti guardare gli oggetti sospesi per aria, i tram uscire dalle montagne o sferragliare su binari sostenuti dal niente.
Guardando con attenzione si possono ravvisare altre influenze: a un certo punto, sullo sfondo dell'inquadratura, si vede una enorme torre. Uguale in tutto e per tutto alla “Torre di Babele” di Brueghel il Vecchio. E d'altronde, quelle macchine volanti che si vedono in certi momenti, non sono forse un omaggio al maestro per antonomasia, Miyazaki?
Ho paura che si potrebbe andare avanti in questo modo per parecchio tempo. Ogni visione porta a scoprire qualcosa di nuovo, un nuovo dettaglio, un nuovo stile da cui si è tratta ispirazione, oppure una vera e propria citazione di qualche artista del passato.
Guardatelo e riguardatelo più volte.
Le immagini, come è ovvio che sia, rimangono fisse per ogni scorcio che ci viene presentato, per dare la possibilità allo spettatore di gustare appieno ogni più piccolo dettaglio. Qua e là alcuni piccoli particolari si animano per pochi secondi, per poi tornare a far parte pienamente del “quadro”: una figura umana fa capolino da dietro una finestra, un'altra cammina solitaria lungo un sentiero inondato di fiori, un'altra ancora sale su un tram vecchio stile (liberty), un bambino gioca con un cane.
Non mancano neanche elementi surreali, con figure che si librano in volo, o che saltano da un posto all'altro come libellule; strani macchinari solcano il cielo, sorvolando strutture architettoniche ora minimaliste, ora colossali.
In quest'anime c'è molto di quello che la mente umana può immaginare, anche se trae spunto da tanti autori diversi, che con le loro opere (o meglio, con il loro stile), hanno sicuramente influenzato il lavoro dei disegnatori; gli impressionisti, tanto per incominciare. Certi scorci della natura ricordano molto i dipinti di pittori come Manet, Monet, Cezanne. Oppure i surrealisti, come Magritte: basti guardare gli oggetti sospesi per aria, i tram uscire dalle montagne o sferragliare su binari sostenuti dal niente.
Guardando con attenzione si possono ravvisare altre influenze: a un certo punto, sullo sfondo dell'inquadratura, si vede una enorme torre. Uguale in tutto e per tutto alla “Torre di Babele” di Brueghel il Vecchio. E d'altronde, quelle macchine volanti che si vedono in certi momenti, non sono forse un omaggio al maestro per antonomasia, Miyazaki?
Ho paura che si potrebbe andare avanti in questo modo per parecchio tempo. Ogni visione porta a scoprire qualcosa di nuovo, un nuovo dettaglio, un nuovo stile da cui si è tratta ispirazione, oppure una vera e propria citazione di qualche artista del passato.
Guardatelo e riguardatelo più volte.
E’ Magia! E’ magico l’isola di Jikan. Un’opera che porta alla ribalta dei quadri, i quali vivono e si modellano di fronte allo spettatore. Questo progetto parla con il linguaggio della Lanterna magica, dell’espressionismo cinematografico sovietico della prima metà del secolo e del futurismo europeo dei primi anni venti. Il film dicevo mostra dei quadri d’espressionismo molto coinvolgenti, il soggetto del quadro non è pilotato dalla camera o dal montaggio, ma dal soggetto stesso che nel quadro prende a muoversi, vive, poi si stampa sul quadro evolvendo da un dinamico ad uno statico (e viceversa) con colori e luci anticate! Assurdo ma il futurismo e l’espressionismo del cinema qui vivono! Guardate ogni scena che passa a quella dopo con lo sfumato, senza tagli, qui maestro un montaggio preistorico, quasi “assente” ma significativo nello sfumare una scena all’altra , infatti esprime serenità e calma. Poi i quadri, dunque i 4 lati della camera lavorano su panoramiche o piani d’ambiente, esterne e mai interni, la camera si muove pochissimo, dice che il soggetto non lo indicherà lei , o il montaggio ma lo inquadrano da lontano. Eccellente . Ben due linguaggi cinematografici narrativi che narrano in parallelo la stessa cosa (ti presentiamo un oggetto d’insieme con serenità e calma, ma il soggetto si presenta da sé). Il soggetto o protagonista cinematografico si presenta da solo e quando entra in scena lo fa dicendo sono qui! Per esempio l’acqua in movimento sinuoso che poi continua con una carrozzina e, va avanti con l’erba che si muove. Ancora, i palloni che volano su traiettorie assurde, i tram del novecento barocco torinese (già, Myiazaki si documenta in Italia per alcune chicche quali i tram e va anche a Parigi al riguardo) che viaggiano nell’inquadratura. Oppure le luci che illuminano dei fiori e delle piante e delle donne, per poi inabissarsi in colori e tonalità scure. L’aeroplano – insetto che ti cattura muovendo delle parti . la colonna sonora ti zooma sul soggetto, sul significato che devi catturare senza lasciarti vagare troppo con la fantasia, ma ti emoziona tanto! Le città volanti, il frastuono del vento e la bimba che sospesa in volo riprende a volare dinamicamente. E’ il presente sospeso, riacceso e risospeso e poi le lucciole azzurre con le loro assurde traiettorie (ricordate , traiettorie già viste nel vento, nell’acqua, nei tram e così via). Nulla è per caso, è tutto un significato quest’opera artistica , mattone primo di un nuovo cinema d’avanguardia futuristica ad impatto espressionista.
Adesso gli tocca conquistare il cinema di Venezia.
Adesso gli tocca conquistare il cinema di Venezia.
Per un puro capolavoro, una totale e semplice goduria per gli occhi, la trama non serve. Iblard Jikan è un cortometraggio creato per il puro scopo di mostrare di cosa possono essere capaci dei geniali animatori con in mano dei dipinti a tempera. E direi che hanno fatto un lavoro d'una qualità che supera qualsiasi immaginazione. Ciò che manca in storia, viene abbondantemente ripagato nella dolcezza e piacere di trovarsi davanti a dei paesaggi da sogno, ambientazioni coronate da una colonna sonora completamente calzante, che non si merita meno del 10.
Appena finito di vedere. Posso dire che è un capolavoro assoluto. Vi bloccherete a vedere le immagini, catturati dalla magia dello stile così dolce e sognante. Peccato duri solo 30 minuti, ma 30 minuti da autentica opera d'arte. Musiche fantastiche, rare volte mi sono così soffermato sull'immagine, è realmente un sogno trasposto in animazione. Ce ne fossero di opere così, invece dei vari Death Note così osannati e così VUOTI.
Lasciandosi alle spalle i normali parametri di valutazione, questa "opera d'arte" è un bellissimo viaggio onirico e visivo. Mancherà forse di una trama ben definita, ma è davvero così determinante di fronte ad una simile unione di musiche evocative, immagini "vive" e visionarietà? Un'incredibile prova di animazione, un'incantevole mondo dove perdersi in più di una visione, al fine di cogliere tutti i particolari, nonchè un esempio di come rendere divertente una mostra per un pubblico più giovane. Tutto questo è Iblard, ma forse anche di più.