Time of Eve
"Il futuro, probabilmente il Giappone. I robot sono stati utilizzati da tempo nella pratica e gli androidi sono appena entrati in uso".
Così l'incipit di ogni episodio della serie anime "Eve no Jikan" ("Time of Eve"), sei episodi andati in onda tra l'estate del 2008 e quella del 2009, a firma del regista Yasuhiro Yoshiura di cui ho già visto la sua opera più recente ossia "Sing a bit of Harmony" (2021).
Quasi un auspicio, un'utopia positiva ancora da realizzarsi ma cui l'umanità dovrebbe tendere...
L'imprinting di "Time of Eve" mi ha ricordato un po' quello della sua opera più recente: slice of life in salsa fantascientifica che partendo dalla narrazione delle interazioni più semplici e quotidiane tra IA e umani porta lo spettatore a riflettere su temi non solo legati alla fantascienza ma anche alla discriminazione di macchine senzienti e capaci a loro modo di autodeterminarsi nei loro processi di volizione, senza essere legati esclusivamente alla esecuzione di ordini umani, mantenendo comunque fede agli stingenti limiti delle leggi della robotica.
Mi ha nuovamente colpito in senso moderatamente positivo il regista con il suo stile molto pacato in cui i robot/androidi e in generale le IA sono al servizio degli umani senza nessun tipo di istinto di ribellione o di sovvertimento dell'ordine precostituito. E in questo senso ho rivisto, in meglio, un po' l'impostazione di una serie recente, "The gene of AI", che riprende a suo modo lo stile slice of life di "Time of Eve" inclusa la struttura episodica e senza un vero e proprio filo conduttore, sebbene negli episodi finali tenda poi a sviluppare il solito cliché della IA ostile e manipolatrice dell'umanità. L'idea di una pacifica convivenza tra esseri umani e umanoidi/androidi mi ha sempre affascinato al pari dell'idea di vedere anche la possibilità di interazioni sentimentali tra umani e androidi e tra androidi stessi.
“Ogni spirito profondo ha bisogno di una maschera.” (F. W. Nietzsche)
Di "Time of Eve" mi ha colpito e divertito un particolare aspetto che a memoria non mi è parso di aver ancora visto in altre produzioni animate o manga. Gli androidi interagiscono con gli umani comportandosi come quasi automi e rispondono in modo immediato ai comandi senza discutere. Per essere facilmente distinguibili dagli umani e quindi quando sono in servizio, presentano sopra il campo una sorta di aureola olografica animata. Non mostrano particolari emozioni o espressioni che possano far trasparire ciò che pensano... sembrano in tutto e per tutto "macchine" che obbediscono agli ordini, eseguono senza eccezioni le richieste ricevute e rispondono a tutte le domande che vengono loro formulate senza opinare o discutere.
L'aspetto divertente è che uno dei due protagonisti umani della serie, Rikuo, proprietario di un androide femmina di nome Sammy, scopre che quest'ultima si reca di sua spontanea volontà, in un determinato posto che poi scoprirà essere una sorta di bar senza avvertire il proprietario/padrone e mascherando tale circostanza con la scusa di eseguire delle commissioni fuori casa. A Rikuo, al suo compagno di classe delle superiori Masaki e quindi anche allo spettatore si apre un mondo completamente diverso da quello tipicamente "master/slave" ottusamente triste delle macchine: il luogo "segreto" non è altro che una sorta di circolo in cui gli androidi si ritrovano per vivere come meglio credono in modo molto o del tutto simile a quello degli umani. E per farlo spengono quella specie di aureola che li rende come "marchiati" per essere facilmente distinguibili dagli umani. Anche il futuro ci riserva sempre il tema già arcinoto di contrassegnare i c.d. "diversi", a buon intenditor...
Chiunque entri in questo circolo/locale di ritrovo si troverà in tremenda difficoltà per capire se un avventore seduto ad un tavolo sia o meno un androide... E la regola per gli avventori del caffè è tanto semplice quanto perentoria: "Regola del Time of Eve: in questo caffè non ci saranno discriminazioni tra esseri umani e robot. Gentili clienti, per favore collaborate. Seguite la regola e buon divertimento."
Il bi-polarismo degli androidi clienti è spiazzante: non solo per i due protagonisti della serie, ma anche per lo spettatore. Gli androidi fuori da questa "zona franca" ritornano ad indossare la loro "maschera" di macchine e a comportarsi come automi, celando nel profondo la loro capacità di autodeterminazione e di valutazione del loro comportamento secondo le regole del libero arbitrio. Molto più umano anche degli stessi umani e di una particolare frangia che nella serie appartiene al c.d. Comitato Etico che osteggia l'evoluzione degli androidi ad esseri senzienti e cercando di mantenerli ad un livello di macchine esecutrici.
Il filo conduttore che lega i pochi episodi della serie è l'evoluzione dell'approccio di Rikuo e Masaki agli androidi, rendendosi conto che anche da piccoli si erano comunque affezionati ai loro robot e/o androidi. Non vado oltre per non spoilerare, ma sono molto toccanti alcune scene tra le quali quelle di Rikuo con Sammy quando quest'ultima cambia la miscela del caffè che gli prepara senza che quest'ultimo glielo avesse chiesto, la scena del robot malconcio che termina di funzionare proprio davanti a Rikuo, o quella del robot di Masaki che viene riprogrammato dal padre dopo aver trasgredito ad un ordine... senza contare quando Sammy cambia acconciatura per recarsi al Time of Eve...
Yasuhiro Yoshiura propone pertanto una visione dell'IA molto meno cyberpunk e cupa delle opere anche di animazione più famose sul genere dell'IA. Chi ha apprezzato tra i tanti "Blade Runner", "Terminator", "Matrix", "Ghost in the shell", "Serial Experiments Lain", "Texhnolyze", "Ergo Proxy", ecc. si ritroverà un po' spiazzato dall'approccio positivo e a tratti anche ingenuo con cui vengono descritte le interazioni tra umani e androidi e tra gli androidi stessi. C'è molta meno ontologia e astrattezza e molta più concretezza, realismo, sentimenti e dolcezza. In un certo senso se nei capolavori della fantascienza l'IA è comunque sempre antagonista dell'umanità, in questa serie (e anche in "The gene of AI") si rovescia l'approccio vedendo le IA dal punto di vista positivo come entità anche senzienti capaci di interagire, comportarsi e provare sentimenti al pari degli umani un po' come in quella serie Live Action "Meglio di noi" di qualche anno fa.
Lo stile grafico va di conseguenza: il chara-design molto semplice e dolce, quasi camuffatorio delle differenze tra umani e macchine. Le ambientazioni sembrano quelle di un mondo attuale, senza macchine volanti, astronavi, voli e missioni spaziali con colori spenti e pastellati nelle ambientazioni fuori dal circolo "Time of Eve" e con colori più vividi e profondi una volta dentro il caffè, quasi a evidenziare la confortevolezza, la positività e la rilevanza dell'ambiente rispetto all'esterno.
Pertanto, più che una serie di fantascienza, "Time of Eve" mi è sembrato uno slice of life dove il messaggio più profondo è maggiormente legato al tema della discriminazione in tutte le sue forme: “chiuderci nelle paure del diverso ci rende persone peggiori” (R. Sidoli) e ahimè "Time of eve" ci dimostra ancora una volta che, vuoi che si tratti di esseri umani o di entità senzienti, l'umanità ricade sempre vittima della paura del "diverso" e nella negazione della tolleranza... Sarà valido anche per le macchine una volta umanizzate?
Così l'incipit di ogni episodio della serie anime "Eve no Jikan" ("Time of Eve"), sei episodi andati in onda tra l'estate del 2008 e quella del 2009, a firma del regista Yasuhiro Yoshiura di cui ho già visto la sua opera più recente ossia "Sing a bit of Harmony" (2021).
Quasi un auspicio, un'utopia positiva ancora da realizzarsi ma cui l'umanità dovrebbe tendere...
L'imprinting di "Time of Eve" mi ha ricordato un po' quello della sua opera più recente: slice of life in salsa fantascientifica che partendo dalla narrazione delle interazioni più semplici e quotidiane tra IA e umani porta lo spettatore a riflettere su temi non solo legati alla fantascienza ma anche alla discriminazione di macchine senzienti e capaci a loro modo di autodeterminarsi nei loro processi di volizione, senza essere legati esclusivamente alla esecuzione di ordini umani, mantenendo comunque fede agli stingenti limiti delle leggi della robotica.
Mi ha nuovamente colpito in senso moderatamente positivo il regista con il suo stile molto pacato in cui i robot/androidi e in generale le IA sono al servizio degli umani senza nessun tipo di istinto di ribellione o di sovvertimento dell'ordine precostituito. E in questo senso ho rivisto, in meglio, un po' l'impostazione di una serie recente, "The gene of AI", che riprende a suo modo lo stile slice of life di "Time of Eve" inclusa la struttura episodica e senza un vero e proprio filo conduttore, sebbene negli episodi finali tenda poi a sviluppare il solito cliché della IA ostile e manipolatrice dell'umanità. L'idea di una pacifica convivenza tra esseri umani e umanoidi/androidi mi ha sempre affascinato al pari dell'idea di vedere anche la possibilità di interazioni sentimentali tra umani e androidi e tra androidi stessi.
“Ogni spirito profondo ha bisogno di una maschera.” (F. W. Nietzsche)
Di "Time of Eve" mi ha colpito e divertito un particolare aspetto che a memoria non mi è parso di aver ancora visto in altre produzioni animate o manga. Gli androidi interagiscono con gli umani comportandosi come quasi automi e rispondono in modo immediato ai comandi senza discutere. Per essere facilmente distinguibili dagli umani e quindi quando sono in servizio, presentano sopra il campo una sorta di aureola olografica animata. Non mostrano particolari emozioni o espressioni che possano far trasparire ciò che pensano... sembrano in tutto e per tutto "macchine" che obbediscono agli ordini, eseguono senza eccezioni le richieste ricevute e rispondono a tutte le domande che vengono loro formulate senza opinare o discutere.
L'aspetto divertente è che uno dei due protagonisti umani della serie, Rikuo, proprietario di un androide femmina di nome Sammy, scopre che quest'ultima si reca di sua spontanea volontà, in un determinato posto che poi scoprirà essere una sorta di bar senza avvertire il proprietario/padrone e mascherando tale circostanza con la scusa di eseguire delle commissioni fuori casa. A Rikuo, al suo compagno di classe delle superiori Masaki e quindi anche allo spettatore si apre un mondo completamente diverso da quello tipicamente "master/slave" ottusamente triste delle macchine: il luogo "segreto" non è altro che una sorta di circolo in cui gli androidi si ritrovano per vivere come meglio credono in modo molto o del tutto simile a quello degli umani. E per farlo spengono quella specie di aureola che li rende come "marchiati" per essere facilmente distinguibili dagli umani. Anche il futuro ci riserva sempre il tema già arcinoto di contrassegnare i c.d. "diversi", a buon intenditor...
Chiunque entri in questo circolo/locale di ritrovo si troverà in tremenda difficoltà per capire se un avventore seduto ad un tavolo sia o meno un androide... E la regola per gli avventori del caffè è tanto semplice quanto perentoria: "Regola del Time of Eve: in questo caffè non ci saranno discriminazioni tra esseri umani e robot. Gentili clienti, per favore collaborate. Seguite la regola e buon divertimento."
Il bi-polarismo degli androidi clienti è spiazzante: non solo per i due protagonisti della serie, ma anche per lo spettatore. Gli androidi fuori da questa "zona franca" ritornano ad indossare la loro "maschera" di macchine e a comportarsi come automi, celando nel profondo la loro capacità di autodeterminazione e di valutazione del loro comportamento secondo le regole del libero arbitrio. Molto più umano anche degli stessi umani e di una particolare frangia che nella serie appartiene al c.d. Comitato Etico che osteggia l'evoluzione degli androidi ad esseri senzienti e cercando di mantenerli ad un livello di macchine esecutrici.
Il filo conduttore che lega i pochi episodi della serie è l'evoluzione dell'approccio di Rikuo e Masaki agli androidi, rendendosi conto che anche da piccoli si erano comunque affezionati ai loro robot e/o androidi. Non vado oltre per non spoilerare, ma sono molto toccanti alcune scene tra le quali quelle di Rikuo con Sammy quando quest'ultima cambia la miscela del caffè che gli prepara senza che quest'ultimo glielo avesse chiesto, la scena del robot malconcio che termina di funzionare proprio davanti a Rikuo, o quella del robot di Masaki che viene riprogrammato dal padre dopo aver trasgredito ad un ordine... senza contare quando Sammy cambia acconciatura per recarsi al Time of Eve...
Yasuhiro Yoshiura propone pertanto una visione dell'IA molto meno cyberpunk e cupa delle opere anche di animazione più famose sul genere dell'IA. Chi ha apprezzato tra i tanti "Blade Runner", "Terminator", "Matrix", "Ghost in the shell", "Serial Experiments Lain", "Texhnolyze", "Ergo Proxy", ecc. si ritroverà un po' spiazzato dall'approccio positivo e a tratti anche ingenuo con cui vengono descritte le interazioni tra umani e androidi e tra gli androidi stessi. C'è molta meno ontologia e astrattezza e molta più concretezza, realismo, sentimenti e dolcezza. In un certo senso se nei capolavori della fantascienza l'IA è comunque sempre antagonista dell'umanità, in questa serie (e anche in "The gene of AI") si rovescia l'approccio vedendo le IA dal punto di vista positivo come entità anche senzienti capaci di interagire, comportarsi e provare sentimenti al pari degli umani un po' come in quella serie Live Action "Meglio di noi" di qualche anno fa.
Lo stile grafico va di conseguenza: il chara-design molto semplice e dolce, quasi camuffatorio delle differenze tra umani e macchine. Le ambientazioni sembrano quelle di un mondo attuale, senza macchine volanti, astronavi, voli e missioni spaziali con colori spenti e pastellati nelle ambientazioni fuori dal circolo "Time of Eve" e con colori più vividi e profondi una volta dentro il caffè, quasi a evidenziare la confortevolezza, la positività e la rilevanza dell'ambiente rispetto all'esterno.
Pertanto, più che una serie di fantascienza, "Time of Eve" mi è sembrato uno slice of life dove il messaggio più profondo è maggiormente legato al tema della discriminazione in tutte le sue forme: “chiuderci nelle paure del diverso ci rende persone peggiori” (R. Sidoli) e ahimè "Time of eve" ci dimostra ancora una volta che, vuoi che si tratti di esseri umani o di entità senzienti, l'umanità ricade sempre vittima della paura del "diverso" e nella negazione della tolleranza... Sarà valido anche per le macchine una volta umanizzate?
"Time of Eve" è un'opera intrigante e con una buona idea di fondo, ma poco approfondita, sicuramente con un maggior minutaggio sarebbe stata di livello superiore.
La storia non è troppo pretenziosa, ma comunque è gradevole e con diversi spunti di riflessione degni di nota, su tutti i legami fra androidi e umani e la reciproca sfera emotiva. Peccato, appunto, per la scarsa durata che non consente, a mio avviso, una seria conclusione alla trama, con diverse domande che rimangono in sospeso, ne consente un'adeguato approfondimento sui personaggi che ne escono abbastanza danneggiati.
Consiglio la visione a chi è in cerca di un titolo che non abbia tanti episodi o impegnativo, ma comunque piacevole.
Voto finale: 6.
La storia non è troppo pretenziosa, ma comunque è gradevole e con diversi spunti di riflessione degni di nota, su tutti i legami fra androidi e umani e la reciproca sfera emotiva. Peccato, appunto, per la scarsa durata che non consente, a mio avviso, una seria conclusione alla trama, con diverse domande che rimangono in sospeso, ne consente un'adeguato approfondimento sui personaggi che ne escono abbastanza danneggiati.
Consiglio la visione a chi è in cerca di un titolo che non abbia tanti episodi o impegnativo, ma comunque piacevole.
Voto finale: 6.
"Time of Eve" ("Eve no Jikan") è un original net anime prodotto dallo Studio Rikka in collaborazione con DIRECTIONS e distribuito in rete tra l'1 agosto 2008 e il 18 settembre 2009. Una versione sottotitolata in inglese è andata in streaming su Crunchyroll a partire dal 2 ottobre 2008, mentre una versione con i sottotitoli in italiano è stata resa disponibile a partire dal 16 dicembre 2008 ed è andata in streaming anche sul sito di MTV Italia. Nel 2010 è stata realizzata anche una versione cinematografica intitolata "Eve no Jikan Gekijouban" ("Time Of Eve: The Movie"), che raggruppa tutti e sei gli episodi, rimontandoli con l'aggiunta di nuove scene, per una durata complessiva di 105 minuti. "Time of Eve" ha ricevuto una calda accoglienza sia nella comunità di internet sia a livello internazionale con la sua versione cinematografica, vincendo diversi premi e onorificenze.
Le tre leggi della robotica
«Un robot non può recare danno a un essere umano né può permettere che,
a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani,
purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa
non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.»
"Time of Eve"
Supponiamo di ritrovarci in un prossimo futuro, dove la presenza dei robot nella nostra vita quotidiana è diventata una cosa normalissima. Con il passare del tempo il loro aspetto si è evoluto fino a renderli identici agli esseri umani, ma questo ha dato vita a degli atteggiamenti contrastanti da parte delle persone. C'è chi ha incominciato a trattare questi androidi più gentilmente, ma altri trovano questo loro aspetto aberrante e spingono per disfarsene. Comunque la maggior parte delle persone continua a servirsene e li tratta alla stregua di elettrodomestici. La storia si svolge in una città, probabilmente in Giappone (come dice la frase di apertura), dove nelle strade si accalcano persone e androidi, tanto simili nell'aspetto quanto diversi sono in realtà. Ma in una viuzza secondaria, dietro un anonimo ingresso, si cela un locale molto particolare, piccolo e accogliente, dove non si fanno distinzioni fra umani e robot. La proprietaria è molto gentile e la clientela è decisamente eterogenea. I due ragazzi protagonisti di questa storia scoprono questo caffè in circostanze piuttosto particolari. All'inizio rimangono spiazzati da questo posto, ma, per un motivo o per l'altro, continuano ad andarci, un giorno dopo l'altro, fino a che entrano a far parte di questa strana e variegata famiglia.
La tematica della discriminazione tra umani e robot è abbastanza diffusa nell'animazione giapponese, senza contare la letteratura e i manga; ci sono letteralmente decine di storie che trattano questo argomento. Per fare qualche esempio posso citare opere come "Alita", "Armitage III" o "Bubblegum Crisis", pietre miliari come "Tetsuwan Atom", fino forse all'esempio più lampante rappresentato da "Ghost in the Shell". Si potrebbe pensare che questa tematica sia ormai stata esplorata in tutte le sue sfaccettature, ma questo "Time of Eve" vi farà ricredere. Viene completamente accantonato qualunque sviluppo avventuroso, o le implicazioni filosofiche che caratterizzano i lavori di Mamoru Oshii, e viene concentrata tutta la storia sull'aspetto emotivo. In questa atmosfera tranquilla e accogliente viene mostrato un mondo dove gli androidi hanno un disperato desiderio di amare, ma sono consapevoli di dover rispettare le regole dettate dall'uomo e quindi si autoimpongono dei limiti per non violare tali regole. Sono robot che non odiano i loro padroni per essere trattati alla stregua di semplici mezzi, ma, anche se lo tengono nascosto, provano affetto per gli esseri umani che sono costretti a servire. Si tratta di un viaggio alla scoperta dei sentimenti nascosti in questi esseri artificiali, dei loro più intimi desideri e perfino dei loro sogni.
La trama è strutturata in modo che ogni episodio possa essere considerato come un vero e proprio cortometraggio. Un episodio alla volta, Rikuo e Masaki fanno la conoscenza dei clienti del locale e, conversando di volta in volta con ognuno di loro, portano lo spettatore a scoprire che si tratta di umani o androidi. In queste conversazioni vengono citate spesso le tre leggi della robotica (quelle che ho riportato sopra), arrivando a delle interpretazioni degne dello stesso Asimov. Il ritmo della narrazione è molto pacato e lascia ampio spazio alle riflessioni, ma questo non influisce negativamente sulla visione, anzi, lascia allo spettatore il tempo per assimilare quello che viene raccontato dai personaggi. Uno dei punti di forza di questo anime è proprio il fatto di raccontare i piccoli drammi e le riflessioni dei protagonisti in maniera comprensibile, e a volte in modo davvero profondo, ma senza appesantire la narrazione. Di volta in volta osserviamo da vicino i personaggi, seguendone l'approfondimento psicologico. Partendo da una semplice impressione iniziale, vediamo affiorare lentamente le loro emozioni fino a renderli incredibilmente umani (perfino gli androidi), con tutti i loro dubbi, le loro incertezze e i loro desideri.
I sei episodi di cui è composta la serie si lasciano però dietro qualche domanda senza risposta, come la vera identità di Setoro o quale sia il passato di Nagi e i motivi che l'hanno spinta ad aprire il suo locale. Fortunatamente questi interrogativi vengono chiariti con la versione cinematografica, in cui vengono inserite alcune scene aggiuntive. Oltre a questo viene introdotta una trama di fondo che tratta di un misterioso codice sorgente legato all'evoluzione degli androidi e che sembra essere l'origine dei loro sentimenti. Tecnicamente parlando, lo Studio Rikka adotta uno stile di animazione molto pulito che mischia grafica 2D e 3D. Le animazioni e i disegni sono nella media, non mi sento di segnalare grossi difetti, ma neanche di sottolineare grandi pregi. Non ci sono scene molto movimentate e le animazioni si concentrano principalmente sui piccoli movimenti, come quelli ci possono essere durante una conversazione a un tavolo di un caffè, o sulle panoramiche degli ambienti. Gli ambienti invece sono davvero ben realizzati, arricchiti da un ottimo uso di ombre e luci, e un sapiente utilizzo dei colori, che sottolineano il contrasto tra il mondo esterno e il piccolo caffè.
La città, le strade, la scuola e perfino la casa di Rikuo sono caratterizzate da una prevalenza di grigi e colori spenti, ma oltrepassando la porta del "Time of Eve" sembra di entrare in un altro mondo, accogliente e pieno di vita, caratterizzato dai colori caldi del legno e della foresta proiettata sulle pareti del locale. Il tutto è esaltato dall'ottimo il lavoro fatto da Yasuhiro Yoshiura, che si è occupato sia della regia che della sceneggiatura. La colonna sonora è composta principalmente da brani strumentali che accompagnano i protagonisti nelle loro conversazioni e che riescono ad esaltare l'atmosfera suggestiva che permea tutta la serie. Le uniche canzoni sono la dolcissima "I Have a Dream", eseguita dalle Kalafina (ma inclusa solo nella versione cinematografica), e la ending "Yasashii Jikan no Naka de", composta da Tooru Okada e cantata da Rie Tanaka (doppiatrice di Sammy). Questo "Eve no Jikan" è una delle più piacevoli sorprese dell'animazione degli ultimi anni, un'opera che ha la straordinaria capacità di dare vita a dei personaggi tangibili, seguendone con discrezione lo sviluppo e rivelando con un tocco delicato i loro sentimenti più nascosti.
«Are you enjoying the Time of Eve?»
Le tre leggi della robotica
«Un robot non può recare danno a un essere umano né può permettere che,
a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani,
purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa
non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.»
"Time of Eve"
Supponiamo di ritrovarci in un prossimo futuro, dove la presenza dei robot nella nostra vita quotidiana è diventata una cosa normalissima. Con il passare del tempo il loro aspetto si è evoluto fino a renderli identici agli esseri umani, ma questo ha dato vita a degli atteggiamenti contrastanti da parte delle persone. C'è chi ha incominciato a trattare questi androidi più gentilmente, ma altri trovano questo loro aspetto aberrante e spingono per disfarsene. Comunque la maggior parte delle persone continua a servirsene e li tratta alla stregua di elettrodomestici. La storia si svolge in una città, probabilmente in Giappone (come dice la frase di apertura), dove nelle strade si accalcano persone e androidi, tanto simili nell'aspetto quanto diversi sono in realtà. Ma in una viuzza secondaria, dietro un anonimo ingresso, si cela un locale molto particolare, piccolo e accogliente, dove non si fanno distinzioni fra umani e robot. La proprietaria è molto gentile e la clientela è decisamente eterogenea. I due ragazzi protagonisti di questa storia scoprono questo caffè in circostanze piuttosto particolari. All'inizio rimangono spiazzati da questo posto, ma, per un motivo o per l'altro, continuano ad andarci, un giorno dopo l'altro, fino a che entrano a far parte di questa strana e variegata famiglia.
La tematica della discriminazione tra umani e robot è abbastanza diffusa nell'animazione giapponese, senza contare la letteratura e i manga; ci sono letteralmente decine di storie che trattano questo argomento. Per fare qualche esempio posso citare opere come "Alita", "Armitage III" o "Bubblegum Crisis", pietre miliari come "Tetsuwan Atom", fino forse all'esempio più lampante rappresentato da "Ghost in the Shell". Si potrebbe pensare che questa tematica sia ormai stata esplorata in tutte le sue sfaccettature, ma questo "Time of Eve" vi farà ricredere. Viene completamente accantonato qualunque sviluppo avventuroso, o le implicazioni filosofiche che caratterizzano i lavori di Mamoru Oshii, e viene concentrata tutta la storia sull'aspetto emotivo. In questa atmosfera tranquilla e accogliente viene mostrato un mondo dove gli androidi hanno un disperato desiderio di amare, ma sono consapevoli di dover rispettare le regole dettate dall'uomo e quindi si autoimpongono dei limiti per non violare tali regole. Sono robot che non odiano i loro padroni per essere trattati alla stregua di semplici mezzi, ma, anche se lo tengono nascosto, provano affetto per gli esseri umani che sono costretti a servire. Si tratta di un viaggio alla scoperta dei sentimenti nascosti in questi esseri artificiali, dei loro più intimi desideri e perfino dei loro sogni.
La trama è strutturata in modo che ogni episodio possa essere considerato come un vero e proprio cortometraggio. Un episodio alla volta, Rikuo e Masaki fanno la conoscenza dei clienti del locale e, conversando di volta in volta con ognuno di loro, portano lo spettatore a scoprire che si tratta di umani o androidi. In queste conversazioni vengono citate spesso le tre leggi della robotica (quelle che ho riportato sopra), arrivando a delle interpretazioni degne dello stesso Asimov. Il ritmo della narrazione è molto pacato e lascia ampio spazio alle riflessioni, ma questo non influisce negativamente sulla visione, anzi, lascia allo spettatore il tempo per assimilare quello che viene raccontato dai personaggi. Uno dei punti di forza di questo anime è proprio il fatto di raccontare i piccoli drammi e le riflessioni dei protagonisti in maniera comprensibile, e a volte in modo davvero profondo, ma senza appesantire la narrazione. Di volta in volta osserviamo da vicino i personaggi, seguendone l'approfondimento psicologico. Partendo da una semplice impressione iniziale, vediamo affiorare lentamente le loro emozioni fino a renderli incredibilmente umani (perfino gli androidi), con tutti i loro dubbi, le loro incertezze e i loro desideri.
I sei episodi di cui è composta la serie si lasciano però dietro qualche domanda senza risposta, come la vera identità di Setoro o quale sia il passato di Nagi e i motivi che l'hanno spinta ad aprire il suo locale. Fortunatamente questi interrogativi vengono chiariti con la versione cinematografica, in cui vengono inserite alcune scene aggiuntive. Oltre a questo viene introdotta una trama di fondo che tratta di un misterioso codice sorgente legato all'evoluzione degli androidi e che sembra essere l'origine dei loro sentimenti. Tecnicamente parlando, lo Studio Rikka adotta uno stile di animazione molto pulito che mischia grafica 2D e 3D. Le animazioni e i disegni sono nella media, non mi sento di segnalare grossi difetti, ma neanche di sottolineare grandi pregi. Non ci sono scene molto movimentate e le animazioni si concentrano principalmente sui piccoli movimenti, come quelli ci possono essere durante una conversazione a un tavolo di un caffè, o sulle panoramiche degli ambienti. Gli ambienti invece sono davvero ben realizzati, arricchiti da un ottimo uso di ombre e luci, e un sapiente utilizzo dei colori, che sottolineano il contrasto tra il mondo esterno e il piccolo caffè.
La città, le strade, la scuola e perfino la casa di Rikuo sono caratterizzate da una prevalenza di grigi e colori spenti, ma oltrepassando la porta del "Time of Eve" sembra di entrare in un altro mondo, accogliente e pieno di vita, caratterizzato dai colori caldi del legno e della foresta proiettata sulle pareti del locale. Il tutto è esaltato dall'ottimo il lavoro fatto da Yasuhiro Yoshiura, che si è occupato sia della regia che della sceneggiatura. La colonna sonora è composta principalmente da brani strumentali che accompagnano i protagonisti nelle loro conversazioni e che riescono ad esaltare l'atmosfera suggestiva che permea tutta la serie. Le uniche canzoni sono la dolcissima "I Have a Dream", eseguita dalle Kalafina (ma inclusa solo nella versione cinematografica), e la ending "Yasashii Jikan no Naka de", composta da Tooru Okada e cantata da Rie Tanaka (doppiatrice di Sammy). Questo "Eve no Jikan" è una delle più piacevoli sorprese dell'animazione degli ultimi anni, un'opera che ha la straordinaria capacità di dare vita a dei personaggi tangibili, seguendone con discrezione lo sviluppo e rivelando con un tocco delicato i loro sentimenti più nascosti.
«Are you enjoying the Time of Eve?»
"Time of Eve" è un original net anime del 2008, prodotto da Studio Rikka e Directions. E' composto da sei episodi della durata di circa quindici minuti ciascuno, ad eccezione dell'ultimo, di lunghezza doppia.
Trama: futuro. Forse in Giappone. Da diversi anni gli uomini si avvalgono dell'aiuto di sofisticati androidi nello svolgimento di varie attività, in particolare come domestici, nonostante il range di possibilità di impiego sia in costante ampliamento. Il giovane Rikuo, dopo essersi reso conto che Sammy, l'androide al servizio della sua famiglia, si reca di sua spontanea volontà (e senza informarne i propri padroni) in un luogo particolare, decide di investigare insieme al suo amico Masaki. Scopre così il Tempo di Eve, un locale seminascosto in cui umani e androidi sono trattati alla stessa maniera, come pari, e sono svincolati da qualunque pregiudizio e discriminazione. Qui, i due ragazzi incontreranno svariati personaggi, tutti con le proprie storie personali, che li costringeranno a interrogarsi sul rapporto uomini-robot, sulle loro differenze e sulle loro similitudini.
La cosa incredibile di "Time of Eve" è che non impone allo spettatore idee preconcette o una morale particolare e/o buonista, ma si limita ad esporgli una serie di eventi ed esperienze che hanno vissuto i protagonisti, lasciandogli la libertà di sviluppare un proprio pensiero riguardo le varie tematiche riportate. A questo proposito, l'immedesimazione con Rikuo e Masaki è profonda e istantanea: è facilmente percepibile lo spaesamento di cui i due sono preda, quando messi di fronte a un universo di cui ignoravano totalmente l'esistenza e che va contro tutte le certezze che la loro società gli aveva, in un modo o nell'altro, inculcato finora.
Nonostante le caratterizzazioni opposte, che vedono Rikuo insicuro e pacifico e Masaki più intraprendente e diffidente, questi due studenti, almeno inizialmente, non hanno delle posizioni nette nei confronti degli androidi, né troppo compiacenti né eccessivamente avverse. Sono automi, oggetti. Avanzatissimi, ma pur sempre oggetti, qualcosa che non amano e non odiano. Ciononostante, in un Paese in cui il Comitato Etico compie una spietata campagna mediatica per prevenire l'eccessiva empatia con gli androidi e promuovendo il ritorno a uno stile di vita più naturale e al calore famigliare, limitando i rapporti con le macchine, sempre troppo frequenti, Rikuo e Masaki rimangono spiazzati dall'incredibile umanità dei robot avventori del locale, i cui comportamenti li rendono letteralmente indistinguibili dalle persone normali e la cui vera natura diventa evidente solo dopo una confessione spontanea o un'attentissima analisi.
A volte timidi, a volte estroversi, a volte premurosi, i frequentatori abituali del Tempo di Eve sono ben lontani da quei freddi automi, riconoscibilissimi dai cerchi luminosi digitali sospesi, come aureole, sulle loro teste (non visualizzati nel Tempo di Eve), che sbrigano con obbedienza assoluta le commissioni per i propri padroni, accettando ogni maltrattamento e ogni complimento senza lasciar trasparire alcuna emozione. Invece, dietro quei volti impassibili, si nasconde il desiderio di amare, di essere felici e di rendere felici le proprie famiglie, con cui avvertono un forte legame al di là del rapporto prodotto/proprietario, arrivando ad aggirare e reinterpretare le celeberrime Tre Leggi della Robotica cui sono sottoposti.
Ciascuna puntata indaga un personaggio diverso, scandagliandone le caratteristiche principali e le preoccupazioni, offrendo numerose occasioni per riflettere sul vero significato della vita, dell'anima e dei sentimenti. Non mancano certo i conflitti, dovuti a relazioni tra uomini e androidi ancora immature, contaminate da luoghi comuni, mancanza di fiducia, convinzioni errate e dall'impossibilità di accettare rapidamente ciò che è contrario a quanto si era dato per scontato fino a quel momento.
Anche a causa della brevità degli episodi, i personaggi, con qualche eccezione, non vengono approfonditi in modo particolarmente incisivo, tuttavia, seppur con le loro personalità accennate, legate a pochi elementi distintivi, tutti risultano affascinanti, capaci di coinvolgere, emozionare e toccare le coscienze, scuotendole dal torpore mentale indotto da una società che giudica senza conoscere.
Dal punto di vista tecnico, come già fu per "Pale Cocoon", che in questa serie gode di un breve cameo, a stupire è l'impressionante realismo delle ambientazioni, ricalcate da luoghi reali, in cui è evidente il ricorso alla CG e in cui ogni arredo e suppellettile è preciso in ogni minimo dettaglio.
Il design dei personaggi è curato e tutto sommato gradevole. I volti dei personaggi, poi, sono vagamente inespressivi e non sono rare le facce imbambolate dallo stupore, peculiarità che contribuiscono notevolmente ad assottigliare ulteriormente la linea di demarcazione tra umani e androidi. Comunque, la mimica facciale si rende più varia e mobile in occasione delle scene più intense e di quelle comiche, alcune delle quali sono a dir poco spassose.
Buone le animazioni, così come la colonna sonora, sempre delicata, e il doppiaggio. Davvero ottima la regia, piuttosto estroversa.
"Time of Eve" è una miniserie molto intrigante e toccante, coadiuvata da una componente grafica d'eccezione e personaggi forti e credibili, dotati di una carica emotiva straordinaria, a prescindere dalla propria natura di macchine o umana. Una storia che lascia molti punti in sospeso, stuzzicando continuamente la curiosità dello spettatore, bramoso di conoscere più a fondo le motivazioni dietro le diverse forze in gioco, divise tra chi, come Nagi (colei che gestisce il Tempo di Eve), crede nell'uguaglianza tra tutti gli esseri senzienti, siano essi artificiali o naturali, e lotta con tutto il cuore per raggiungere il proprio obiettivo, accorrendo in soccorso di chiunque ne abbia più bisogno, e chi, al contrario, vede gli androidi come meri strumenti, la cui somiglianza eccessiva con gli umani stessi e la dipendenza che questi ultimi stanno sviluppando nei loro confronti sono considerate addirittura pericolose per il futuro dell'umanità intera.
Un simile conflitto, come è facilmente intuibile, non può avere una soluzione definita, che dipende, invece, dalla sensibilità di chi osserva la situazione, sebbene l'anime tenda verso il fronte per la libertà di espressione dei robot, affinché possano mostrarsi per ciò che veramente sono, con tutte le conquiste affettive annesse, indirizzando l'opinione dello spettatore in questa direzione.
In conclusione "Time of Eve" è un anime dalle grandi qualità, che riesce ad alternare con intelligenza e criterio i momenti commoventi e quelli più leggeri e divertenti, dando vita a storie delicate ed emozionanti che si intrecciano in un insieme organico e sorprendente, ricco di interessanti spunti di riflessione.
Un piccolo capolavoro della fantascienza.
Trama: futuro. Forse in Giappone. Da diversi anni gli uomini si avvalgono dell'aiuto di sofisticati androidi nello svolgimento di varie attività, in particolare come domestici, nonostante il range di possibilità di impiego sia in costante ampliamento. Il giovane Rikuo, dopo essersi reso conto che Sammy, l'androide al servizio della sua famiglia, si reca di sua spontanea volontà (e senza informarne i propri padroni) in un luogo particolare, decide di investigare insieme al suo amico Masaki. Scopre così il Tempo di Eve, un locale seminascosto in cui umani e androidi sono trattati alla stessa maniera, come pari, e sono svincolati da qualunque pregiudizio e discriminazione. Qui, i due ragazzi incontreranno svariati personaggi, tutti con le proprie storie personali, che li costringeranno a interrogarsi sul rapporto uomini-robot, sulle loro differenze e sulle loro similitudini.
La cosa incredibile di "Time of Eve" è che non impone allo spettatore idee preconcette o una morale particolare e/o buonista, ma si limita ad esporgli una serie di eventi ed esperienze che hanno vissuto i protagonisti, lasciandogli la libertà di sviluppare un proprio pensiero riguardo le varie tematiche riportate. A questo proposito, l'immedesimazione con Rikuo e Masaki è profonda e istantanea: è facilmente percepibile lo spaesamento di cui i due sono preda, quando messi di fronte a un universo di cui ignoravano totalmente l'esistenza e che va contro tutte le certezze che la loro società gli aveva, in un modo o nell'altro, inculcato finora.
Nonostante le caratterizzazioni opposte, che vedono Rikuo insicuro e pacifico e Masaki più intraprendente e diffidente, questi due studenti, almeno inizialmente, non hanno delle posizioni nette nei confronti degli androidi, né troppo compiacenti né eccessivamente avverse. Sono automi, oggetti. Avanzatissimi, ma pur sempre oggetti, qualcosa che non amano e non odiano. Ciononostante, in un Paese in cui il Comitato Etico compie una spietata campagna mediatica per prevenire l'eccessiva empatia con gli androidi e promuovendo il ritorno a uno stile di vita più naturale e al calore famigliare, limitando i rapporti con le macchine, sempre troppo frequenti, Rikuo e Masaki rimangono spiazzati dall'incredibile umanità dei robot avventori del locale, i cui comportamenti li rendono letteralmente indistinguibili dalle persone normali e la cui vera natura diventa evidente solo dopo una confessione spontanea o un'attentissima analisi.
A volte timidi, a volte estroversi, a volte premurosi, i frequentatori abituali del Tempo di Eve sono ben lontani da quei freddi automi, riconoscibilissimi dai cerchi luminosi digitali sospesi, come aureole, sulle loro teste (non visualizzati nel Tempo di Eve), che sbrigano con obbedienza assoluta le commissioni per i propri padroni, accettando ogni maltrattamento e ogni complimento senza lasciar trasparire alcuna emozione. Invece, dietro quei volti impassibili, si nasconde il desiderio di amare, di essere felici e di rendere felici le proprie famiglie, con cui avvertono un forte legame al di là del rapporto prodotto/proprietario, arrivando ad aggirare e reinterpretare le celeberrime Tre Leggi della Robotica cui sono sottoposti.
Ciascuna puntata indaga un personaggio diverso, scandagliandone le caratteristiche principali e le preoccupazioni, offrendo numerose occasioni per riflettere sul vero significato della vita, dell'anima e dei sentimenti. Non mancano certo i conflitti, dovuti a relazioni tra uomini e androidi ancora immature, contaminate da luoghi comuni, mancanza di fiducia, convinzioni errate e dall'impossibilità di accettare rapidamente ciò che è contrario a quanto si era dato per scontato fino a quel momento.
Anche a causa della brevità degli episodi, i personaggi, con qualche eccezione, non vengono approfonditi in modo particolarmente incisivo, tuttavia, seppur con le loro personalità accennate, legate a pochi elementi distintivi, tutti risultano affascinanti, capaci di coinvolgere, emozionare e toccare le coscienze, scuotendole dal torpore mentale indotto da una società che giudica senza conoscere.
Dal punto di vista tecnico, come già fu per "Pale Cocoon", che in questa serie gode di un breve cameo, a stupire è l'impressionante realismo delle ambientazioni, ricalcate da luoghi reali, in cui è evidente il ricorso alla CG e in cui ogni arredo e suppellettile è preciso in ogni minimo dettaglio.
Il design dei personaggi è curato e tutto sommato gradevole. I volti dei personaggi, poi, sono vagamente inespressivi e non sono rare le facce imbambolate dallo stupore, peculiarità che contribuiscono notevolmente ad assottigliare ulteriormente la linea di demarcazione tra umani e androidi. Comunque, la mimica facciale si rende più varia e mobile in occasione delle scene più intense e di quelle comiche, alcune delle quali sono a dir poco spassose.
Buone le animazioni, così come la colonna sonora, sempre delicata, e il doppiaggio. Davvero ottima la regia, piuttosto estroversa.
"Time of Eve" è una miniserie molto intrigante e toccante, coadiuvata da una componente grafica d'eccezione e personaggi forti e credibili, dotati di una carica emotiva straordinaria, a prescindere dalla propria natura di macchine o umana. Una storia che lascia molti punti in sospeso, stuzzicando continuamente la curiosità dello spettatore, bramoso di conoscere più a fondo le motivazioni dietro le diverse forze in gioco, divise tra chi, come Nagi (colei che gestisce il Tempo di Eve), crede nell'uguaglianza tra tutti gli esseri senzienti, siano essi artificiali o naturali, e lotta con tutto il cuore per raggiungere il proprio obiettivo, accorrendo in soccorso di chiunque ne abbia più bisogno, e chi, al contrario, vede gli androidi come meri strumenti, la cui somiglianza eccessiva con gli umani stessi e la dipendenza che questi ultimi stanno sviluppando nei loro confronti sono considerate addirittura pericolose per il futuro dell'umanità intera.
Un simile conflitto, come è facilmente intuibile, non può avere una soluzione definita, che dipende, invece, dalla sensibilità di chi osserva la situazione, sebbene l'anime tenda verso il fronte per la libertà di espressione dei robot, affinché possano mostrarsi per ciò che veramente sono, con tutte le conquiste affettive annesse, indirizzando l'opinione dello spettatore in questa direzione.
In conclusione "Time of Eve" è un anime dalle grandi qualità, che riesce ad alternare con intelligenza e criterio i momenti commoventi e quelli più leggeri e divertenti, dando vita a storie delicate ed emozionanti che si intrecciano in un insieme organico e sorprendente, ricco di interessanti spunti di riflessione.
Un piccolo capolavoro della fantascienza.
"Time of Eve" è una perfetta combinazione di elementi futuristici e slice-of-life, e si potrebbe definirlo un prodotto realistico e innovativo.
A livello visivo è a dir poco spettacolare: c'è una spinta all'estetica combinando personaggi 2D e sfondi 3D per produrre un prodotto che riflette in maniera abbastanza precisa la modernità del prossimo futuro. Molto peso ha anche la fotografia. Mentre gran parte degli OAV vengono girati dal punto di vista della terza persona, di tanto in tanto si passa alla prima persona e questo consente agli spettatori di immergersi nel mondo di "Time of Eve" in maniera davvero coinvolgente.
Anche i disegni dei personaggi sono particolari, donando ai personaggi una luce più soft, che certamente è diversa dai disegni che solitamente vediamo negli anime di questi periodi.
I personaggi stessi sono la vera forza motrice della storia. I due personaggi principali, Rikuo e Masaki, sono persone sfaccettate che hanno apparentemente un'avversione verso i cyborg per motivi abbastanza legittimi. Seguendo la storia riusciamo a vedere la loro realizzazione mentre vengono a patti con la loro disillusione in maniera graduale e coerente; inoltre i personaggi secondari hanno tutti le loro storie individuali posteriori, che li rendono parte di quel meccanismo.
L'ultimo aspetto di "Time of Eve" che assicura saldamente il suo posto nel "top" dell'animazione giapponese è il suo tema: esso prende in prestito alcuni elementi fondamentali dalla raccolta di romanzi "Io, Robot" di Asimov, quali le tre leggi della robotica. Tuttavia, le somiglianze finiscono qui. Ci sono anche diversi temi di fondo che vengono esposti e disseminati negli OAV, come ad esempio la mancanza di volontà di avventurarsi verso l'ignoto, la superficialità e varie altre piaghe sociali.
Alla fine di tutto ciò si potrebbe dire che sia un fatto inequivocabile che "Time of Eve" abbia raggiunto un successo trascendente sia come anime slice-of-life che sci-fi.
A livello visivo è a dir poco spettacolare: c'è una spinta all'estetica combinando personaggi 2D e sfondi 3D per produrre un prodotto che riflette in maniera abbastanza precisa la modernità del prossimo futuro. Molto peso ha anche la fotografia. Mentre gran parte degli OAV vengono girati dal punto di vista della terza persona, di tanto in tanto si passa alla prima persona e questo consente agli spettatori di immergersi nel mondo di "Time of Eve" in maniera davvero coinvolgente.
Anche i disegni dei personaggi sono particolari, donando ai personaggi una luce più soft, che certamente è diversa dai disegni che solitamente vediamo negli anime di questi periodi.
I personaggi stessi sono la vera forza motrice della storia. I due personaggi principali, Rikuo e Masaki, sono persone sfaccettate che hanno apparentemente un'avversione verso i cyborg per motivi abbastanza legittimi. Seguendo la storia riusciamo a vedere la loro realizzazione mentre vengono a patti con la loro disillusione in maniera graduale e coerente; inoltre i personaggi secondari hanno tutti le loro storie individuali posteriori, che li rendono parte di quel meccanismo.
L'ultimo aspetto di "Time of Eve" che assicura saldamente il suo posto nel "top" dell'animazione giapponese è il suo tema: esso prende in prestito alcuni elementi fondamentali dalla raccolta di romanzi "Io, Robot" di Asimov, quali le tre leggi della robotica. Tuttavia, le somiglianze finiscono qui. Ci sono anche diversi temi di fondo che vengono esposti e disseminati negli OAV, come ad esempio la mancanza di volontà di avventurarsi verso l'ignoto, la superficialità e varie altre piaghe sociali.
Alla fine di tutto ciò si potrebbe dire che sia un fatto inequivocabile che "Time of Eve" abbia raggiunto un successo trascendente sia come anime slice-of-life che sci-fi.
In un futuro non meglio specificato, robot umanoidi vivono in famiglia, servendo gli umani, da essi virtualmente indistinguibili. Forse per questo ogni androide ha una specie di aureola sulla testa, spesso l'unico modo di riconoscerlo. E, mentre è in atto una pesante campagna mediatica contro l'uso degli androidi, accusati di essere pericolosi per lo sviluppo dei giovani, che li trattano spesso in modo troppo paritario, alcuni robot cominciano ad agire apparentemente di testa propria, recandosi in un bar chiamato Time of Eve. Lì vige l'unica regola del divieto di distinzione fra umani e non umani, che possono interagire e comprendersi vicendevolmente senza il fardello di muri eretti fra di loro. E se, per certi modelli, è difficile discriminare tra umano e macchina, attenersi alla regola della casa anche coi modelli più antiquati può diventare malinconicamente ridicolo.
Mi fa sempre un certo effetto, dopo tanti anni, trovare ancora storie che citano le insuperabili leggi della robotica di Asimov. E insuperabili lo sono davvero, se addirittura nella scienza reale vengono usate, come lessi tempo fa. Ma sto divagando. Eppure, ci sono altri riferimenti a storie sci-fi: per esempio, LUH e THX 1138 sono nomi presi direttamente dal film con lo stesso titolo, anche se il contesto è molto diverso.
In un mondo dove sembrano esserci sempre più androidi, impiegati per scopi sempre più vari, è possibile rimanere umani, senza farsi sopraffare? E quale potrà mai essere la definizione di umano? E, ancora, perché sembra sia in atto quasi una cospirazione per sostituire le persone con delle macchine, visto che, a camminare per strada, non si vede quasi altro che "aureole"? Quel che è certo è che una cospirazione esiste, ed è invece quella di chi osteggia il largo impiego di androidi.
Molti umani li trattano in modo sgarbato, e deridono chi si rivolge loro in modo più educato, 'umano'. Eppure, non stiamo forse tutti cercando di vivere senza ferirci vicendevolmente? Ma, anche con le migliori intenzioni, gli umani si feriscono, e si feriscono anche umani e androidi o, addirittura, gli androidi quando interagiscono fra di loro. Se succede questo quando, nel bar di EVE, non si riesce a riconoscere la natura di chi ci sta di fronte, non significa forse che non esistono differenze? O forse, paradossalmente, sono proprio le troppe differenze a rendere impossibile il riconoscimento? Ma la civile coabitazione è possibile, e la reciproca comprensione, addirittura l'amore, non sono assurdità, nemmeno se avvengono fra esseri naturali e artificiali.
E' un'opera decisamente valida, dalla magnifica grafica, specialmente per quanto riguarda le ambientazioni. Ho gradito particolarmente le animazioni e i repentini cambi di punti di vista, che danno a molte scene un taglio quasi da film. Un po' meno mi sono piaciuti gli occhi di alcuni soggetti, ma è forse l'unico appunto che posso fare al comparto grafico, che ho apprezzato molto, specie perché i personaggi sono molto ben differenziati.
Anche la parte sonora è davvero molto ben curata e serve benissimo la storia.
Intendiamoci, non si può certo gridare al miracolo per l'originalità del concetto, ma trovo che venga portato avanti in modo abbastanza originale, pur con le pecche derivanti dall'essere un lavoro breve. Del resto, con l'ambientazione quasi esclusiva dentro un bar, e i personaggi limitati, se fosse stato più lungo sarebbe stato noioso. Così, porta a segno il messaggio senza noia. Un'opera ottima sotto ogni aspetto, che mi sento di consigliare a chiunque.
Mi fa sempre un certo effetto, dopo tanti anni, trovare ancora storie che citano le insuperabili leggi della robotica di Asimov. E insuperabili lo sono davvero, se addirittura nella scienza reale vengono usate, come lessi tempo fa. Ma sto divagando. Eppure, ci sono altri riferimenti a storie sci-fi: per esempio, LUH e THX 1138 sono nomi presi direttamente dal film con lo stesso titolo, anche se il contesto è molto diverso.
In un mondo dove sembrano esserci sempre più androidi, impiegati per scopi sempre più vari, è possibile rimanere umani, senza farsi sopraffare? E quale potrà mai essere la definizione di umano? E, ancora, perché sembra sia in atto quasi una cospirazione per sostituire le persone con delle macchine, visto che, a camminare per strada, non si vede quasi altro che "aureole"? Quel che è certo è che una cospirazione esiste, ed è invece quella di chi osteggia il largo impiego di androidi.
Molti umani li trattano in modo sgarbato, e deridono chi si rivolge loro in modo più educato, 'umano'. Eppure, non stiamo forse tutti cercando di vivere senza ferirci vicendevolmente? Ma, anche con le migliori intenzioni, gli umani si feriscono, e si feriscono anche umani e androidi o, addirittura, gli androidi quando interagiscono fra di loro. Se succede questo quando, nel bar di EVE, non si riesce a riconoscere la natura di chi ci sta di fronte, non significa forse che non esistono differenze? O forse, paradossalmente, sono proprio le troppe differenze a rendere impossibile il riconoscimento? Ma la civile coabitazione è possibile, e la reciproca comprensione, addirittura l'amore, non sono assurdità, nemmeno se avvengono fra esseri naturali e artificiali.
E' un'opera decisamente valida, dalla magnifica grafica, specialmente per quanto riguarda le ambientazioni. Ho gradito particolarmente le animazioni e i repentini cambi di punti di vista, che danno a molte scene un taglio quasi da film. Un po' meno mi sono piaciuti gli occhi di alcuni soggetti, ma è forse l'unico appunto che posso fare al comparto grafico, che ho apprezzato molto, specie perché i personaggi sono molto ben differenziati.
Anche la parte sonora è davvero molto ben curata e serve benissimo la storia.
Intendiamoci, non si può certo gridare al miracolo per l'originalità del concetto, ma trovo che venga portato avanti in modo abbastanza originale, pur con le pecche derivanti dall'essere un lavoro breve. Del resto, con l'ambientazione quasi esclusiva dentro un bar, e i personaggi limitati, se fosse stato più lungo sarebbe stato noioso. Così, porta a segno il messaggio senza noia. Un'opera ottima sotto ogni aspetto, che mi sento di consigliare a chiunque.
Anime di 6 episodii, poi uniti in un unico film, diretto da Yasuhiro Yoshiura, Ivu no Jikan (non capisco perché chiamarlo "Eve" quando per traslitterare in romaji bisogna adoperare le giuste sillabe pronunciate) è la solita storia sugli androidi.
Cosa accade in un mondo in cui robot antropomorfi prendono sempre più spazio ed importanza? Ovviamente si entra in un conflitto con gli umani e così via.
Time of Eve falla un po' nel rappresentare gli androidi, esseri troppo umanizzati e troppo volenti sembrare umani. Quando questi organismi si ritrovano in alcune cosiddette "zone grigie", ossia zone in cui le 3 leggi della robotica continuano ad essere rispettate, ma saltano i principi discriminatorii fra umani e non, perdono l'aureola che li caratterizza e si comportano totalmente come la specie Homo sapiens. Non solo leggono, si amano e così via, ma mostrano anche che, nel momento in cui ritornano nel mondo vero e proprio, ossia fuori dalla zona grigia, consciamente bloccano questo flusso di vita ed emozioni in loro insito, fingendo con gli umani di essere macchine.
Credo che questa concezione di base dell'anime in questione sia un po' troppo teatrale, diciamo poco seria. Per di più la tesi di fondo secondo cui la discriminazione fra i due esseri sia sbagliata è assolutamente inaccettabile ai miei occhi. Citando un detto rumeno a sua volta citato da Codreanu: "Eguaglianza è trattare cose differenti in modo differente".
I 6 episodii, inoltre, sono proposti sempre nello stesso ambiente, cioè il caratteristico bar - tra l'altro molto simile allo stesso visibile in Mizu no Kotoba, che mi sembra sia una sorta di preludio di Ivu no Jikan, sia per lo scenario, che per la barista - il che rende il tutto un po' monotono, anche perché le vicende son poche e non tutti i personaggi sono analizzati a fondo, umani ed androidi. Interessante, difatti, la rivelazione finale riguardante la barista, ma il tutto rimane un semplice accenno. Avrei preferito che fosse maggiormente analizzata quella vicenda piuttosto che porre la solita storia strappa-lacrime nell'ultimo episodio.
La grafica, però, c'è da dire che è ottima, cristallina e fluida, un piacere da guardare.
Di conseguenza, credo che di anime asimoviani ce ne siano di migliori, ma di certo Ivu no Jikan non è una perdita di tempo, è pur sempre un ottimo prodotto con qualche pecca.
Cosa accade in un mondo in cui robot antropomorfi prendono sempre più spazio ed importanza? Ovviamente si entra in un conflitto con gli umani e così via.
Time of Eve falla un po' nel rappresentare gli androidi, esseri troppo umanizzati e troppo volenti sembrare umani. Quando questi organismi si ritrovano in alcune cosiddette "zone grigie", ossia zone in cui le 3 leggi della robotica continuano ad essere rispettate, ma saltano i principi discriminatorii fra umani e non, perdono l'aureola che li caratterizza e si comportano totalmente come la specie Homo sapiens. Non solo leggono, si amano e così via, ma mostrano anche che, nel momento in cui ritornano nel mondo vero e proprio, ossia fuori dalla zona grigia, consciamente bloccano questo flusso di vita ed emozioni in loro insito, fingendo con gli umani di essere macchine.
Credo che questa concezione di base dell'anime in questione sia un po' troppo teatrale, diciamo poco seria. Per di più la tesi di fondo secondo cui la discriminazione fra i due esseri sia sbagliata è assolutamente inaccettabile ai miei occhi. Citando un detto rumeno a sua volta citato da Codreanu: "Eguaglianza è trattare cose differenti in modo differente".
I 6 episodii, inoltre, sono proposti sempre nello stesso ambiente, cioè il caratteristico bar - tra l'altro molto simile allo stesso visibile in Mizu no Kotoba, che mi sembra sia una sorta di preludio di Ivu no Jikan, sia per lo scenario, che per la barista - il che rende il tutto un po' monotono, anche perché le vicende son poche e non tutti i personaggi sono analizzati a fondo, umani ed androidi. Interessante, difatti, la rivelazione finale riguardante la barista, ma il tutto rimane un semplice accenno. Avrei preferito che fosse maggiormente analizzata quella vicenda piuttosto che porre la solita storia strappa-lacrime nell'ultimo episodio.
La grafica, però, c'è da dire che è ottima, cristallina e fluida, un piacere da guardare.
Di conseguenza, credo che di anime asimoviani ce ne siano di migliori, ma di certo Ivu no Jikan non è una perdita di tempo, è pur sempre un ottimo prodotto con qualche pecca.
A quanto pare sono il primo a fare una recensione negativa su questo anime, sembra piacere a tutti e non c'è una sola recensione al di sotto del 7.
Personalmente non mi sembra di vedere tutta questa profondità, il tema è già visto, gli androidi non sono proprio il massimo del originalità e soprattutto la monotonia la fa da padrone.
Ho visto time of eve e mi sono annoiato mortalmente per tutte e 6 le puntate. Secondo me non si può fare un amime di cosi poche puntate, non c'è tempo per trasmettere nulla, emozioni, sentimenti, è troppo breve! specialmente in Time of eve dove le puntate sono della durata di 15 minuti.
La trama, sempre se cosi si può chiamare, parla di androidi che in un futuro recente sono comunemente usati dagli umani. Purtroppo in questo periodo alcune persone sono attratte dagli androidi in quanto simili in tutto e per tutto agli umani ad eccezione di un anello situato sopra la testa. Per affrontare questo problema si sono fatte avanti diverse campagne pubblicitarie che hanno riscosso molto successo. Il protagonista, Rikuo, cresce proprio provando indifferenza verso gli androidi, un giorno scopre un anomalia nel suo androide, risale al problema e si reca in un cafè chiamato ''time of eve'' in questo cafè solo una regola, non fare discriminazioni fra umani ed androidi.
L'intera vicenda si svolge in questo bar, dove in ogni puntata ci sono degli spunti psicologici tratti dalle varie vicende personali che ogni robot possiede.
Mi ripeto, personalmente questo anime non mi ha detto proprio nulla, ad altri magari sarà piaciuto ma a me sembra solo di aver perso tempo, perché in 15 minuti di puntata non c'è il tempo neanche di ricordarsi i nomi dei personaggi.
Una nota positiva però c'è, i disegni. Futuristici è dire poco i personaggi sono disegnati con un design davvero splendido e questo e SOLO questo è il motivo del mio 3.
In conclusione i gusti sono personali quindi non vi dico di non guardarlo, anche perché per il momento sono l'unico che lo scredita cosi tanto, questo vuol dire che a parecchia altra gente è piaciuto.
Guardatelo e fatemi sapere che ne pensate!
Personalmente non mi sembra di vedere tutta questa profondità, il tema è già visto, gli androidi non sono proprio il massimo del originalità e soprattutto la monotonia la fa da padrone.
Ho visto time of eve e mi sono annoiato mortalmente per tutte e 6 le puntate. Secondo me non si può fare un amime di cosi poche puntate, non c'è tempo per trasmettere nulla, emozioni, sentimenti, è troppo breve! specialmente in Time of eve dove le puntate sono della durata di 15 minuti.
La trama, sempre se cosi si può chiamare, parla di androidi che in un futuro recente sono comunemente usati dagli umani. Purtroppo in questo periodo alcune persone sono attratte dagli androidi in quanto simili in tutto e per tutto agli umani ad eccezione di un anello situato sopra la testa. Per affrontare questo problema si sono fatte avanti diverse campagne pubblicitarie che hanno riscosso molto successo. Il protagonista, Rikuo, cresce proprio provando indifferenza verso gli androidi, un giorno scopre un anomalia nel suo androide, risale al problema e si reca in un cafè chiamato ''time of eve'' in questo cafè solo una regola, non fare discriminazioni fra umani ed androidi.
L'intera vicenda si svolge in questo bar, dove in ogni puntata ci sono degli spunti psicologici tratti dalle varie vicende personali che ogni robot possiede.
Mi ripeto, personalmente questo anime non mi ha detto proprio nulla, ad altri magari sarà piaciuto ma a me sembra solo di aver perso tempo, perché in 15 minuti di puntata non c'è il tempo neanche di ricordarsi i nomi dei personaggi.
Una nota positiva però c'è, i disegni. Futuristici è dire poco i personaggi sono disegnati con un design davvero splendido e questo e SOLO questo è il motivo del mio 3.
In conclusione i gusti sono personali quindi non vi dico di non guardarlo, anche perché per il momento sono l'unico che lo scredita cosi tanto, questo vuol dire che a parecchia altra gente è piaciuto.
Guardatelo e fatemi sapere che ne pensate!
In un tempo non troppo lontano gli umani e i robot, o meglio gli androidi, convivono amichevolmente, ma una barriera di pregiudizi e incomprensioni li separa.
Questo anime si sviluppa nell'arco di un paio d'ore; piacevolmente. Sei episodi che scorrono semplici e lineari senza troppe pretese nel presentare il rapporto tra umani e androidi e senza cercare troppo di addentrarsi in tematiche troppo lunghe per essere affrontate degnamente nel poco tempo a disposizione. Ugualmente riesce a dare spunti di riflessione tutt'altro che banali sia per gli amanti della fantascienza che non.
Un assaggio forse di una serie più articolata, ma questa è un'altra storia. Consigliato.
Questo anime si sviluppa nell'arco di un paio d'ore; piacevolmente. Sei episodi che scorrono semplici e lineari senza troppe pretese nel presentare il rapporto tra umani e androidi e senza cercare troppo di addentrarsi in tematiche troppo lunghe per essere affrontate degnamente nel poco tempo a disposizione. Ugualmente riesce a dare spunti di riflessione tutt'altro che banali sia per gli amanti della fantascienza che non.
Un assaggio forse di una serie più articolata, ma questa è un'altra storia. Consigliato.
Time of Eve si può vedere in due modi, in formato ONA (puntate singole) o in formato OAV (film intero con qualche scena aggiuntiva), ma entrambi ripercorrono la medesima storia: in un futuro non troppo lontano l'umanità si serve comunemente di androidi senzienti considerati alla stregua di servi se non schiavi, tale pensiero è fomentato da un'organizzazione che si oppone invece al naturale comportamento umano che tende alla convivenza e allo scambio reciproco anziché porre barriere e "muri".
In questo quadro generale si inseriscono personaggi comuni senza essere troppo cliché, che iniziano a frequentare un insolito bar nel quale è formalmente proibito fare distinzione tra esseri umani e androidi. Vicende tra il quotidiano e il banale si susseguono placide e senza troppi intoppi impregnando l'ambiente di un piacevole aroma utopico/distopico e restituendo qualche emozione senza troppo entusiasmo (un po' come il caffè che viene puntualmente servito al protagonista).
Una storia semplice che porta con sé tematiche importanti come "il diverso" e "il pensiero di chi consideriamo diverso", nonché le "leggi della robotica" (riferimento sublime ad Asimov e al suo "Io Robot", capolavoro indiscusso) tutte ben affrontate. Un onestissimo 7 che, se confrontato con molti altri come il pluri-acclamato "Chobit" (che, a parte l'iniziale entusiasmo e l'innovativa qualità grafica, ineguagliabile per gli standard dell'epoca, mi deluse profondamente), il finto-distopico polpettone dai toni altisonanti "Ergo Proxy" e lo psichedelico "Lain" (anche lui con un finale deludentissimo), meriterebbe 8 e forse una seconda serie. Consigliatissimo per passare un paio d'ore di perfetta armonia.
In questo quadro generale si inseriscono personaggi comuni senza essere troppo cliché, che iniziano a frequentare un insolito bar nel quale è formalmente proibito fare distinzione tra esseri umani e androidi. Vicende tra il quotidiano e il banale si susseguono placide e senza troppi intoppi impregnando l'ambiente di un piacevole aroma utopico/distopico e restituendo qualche emozione senza troppo entusiasmo (un po' come il caffè che viene puntualmente servito al protagonista).
Una storia semplice che porta con sé tematiche importanti come "il diverso" e "il pensiero di chi consideriamo diverso", nonché le "leggi della robotica" (riferimento sublime ad Asimov e al suo "Io Robot", capolavoro indiscusso) tutte ben affrontate. Un onestissimo 7 che, se confrontato con molti altri come il pluri-acclamato "Chobit" (che, a parte l'iniziale entusiasmo e l'innovativa qualità grafica, ineguagliabile per gli standard dell'epoca, mi deluse profondamente), il finto-distopico polpettone dai toni altisonanti "Ergo Proxy" e lo psichedelico "Lain" (anche lui con un finale deludentissimo), meriterebbe 8 e forse una seconda serie. Consigliatissimo per passare un paio d'ore di perfetta armonia.
Bello, bello, bello. Non si può dire altrimenti di questo breve anime, il cui unico difetto è, appunto, che sono solo 6 episodi. Una storia futuribile inserita però in un'ambientazione - simile in tutto e per tutto al Giappone dei giorni nostri - che di fantascientifico ha poco e nulla. Il tema portante, cioè androidi che cominciano a provare emozioni umane,non è certo una novità, la fantascienza nipponica e non ha da sempre affrontato questo argomento. ToE in particolare si ispira, a mio parere, alle opere di Isaac Asimov, nello specifico al Ciclo dei Robot. Ma lo fa, per l'appunto, in un modo personale e innovativo. L'idea del locale e delle storie che gli girano intorno, il tutto visto attraverso gli occhi dei due giovani protagonisti umani è suggestiva e geniale. Consigliato senza riserve, tranne a chi ama le serie di pura azione.
Time of Eve è davvero un ottimo prodotto, non c'è che dire. All'inizio ero scettico nel vederlo, perché si presentava ai miei occhi come il solito anime in cui si parla dei rapporti tra umani e androidi. In realtà i contenuti sono molto originali. In genere un androide è inferiore ad un umano, deve sottostargli e deve seguire le tre leggi della robotica. Ma tutto questo non vale in un locale che prende il nome di Time of Eve, il Tempo di Eva, in cui vige una regola fondamentale: in questo locale non si fa distinzione fra androidi e umani.
Quest'anime è abbastanza scorrevole, facile da seguire. Lo consiglierei a molti. Molto interessante è l'evoluzione psicologica dei personaggi e soprattutto del protagonista Rikuo.
La grafica è ottima; magari gli effetti digitali risultano eccessivi e innaturali, ma nonostante ciò Time of Eve rimane un ottimo prodotto.
Quest'anime è abbastanza scorrevole, facile da seguire. Lo consiglierei a molti. Molto interessante è l'evoluzione psicologica dei personaggi e soprattutto del protagonista Rikuo.
La grafica è ottima; magari gli effetti digitali risultano eccessivi e innaturali, ma nonostante ciò Time of Eve rimane un ottimo prodotto.
Questo anime è curato nei minimi dettagli, in particolare per quanto concerne i sentimenti dei personaggi (siano essi robot che umani): da quelli più semplici dei bambini a quelli più complicati degli adulti. L'opera mi ha fatto riflettere sul fatto che spesso noi diamo tutto per scontato, ma se ci trovassimo al posto di coloro che diamo per scontati, capiremmo quanto li facciamo stare male.
anche dal punto di vista grafico ho trovato l'anime particolarmente curato anche se l'uso dell'animazione al computer a volte è un po' eccessiva (come ad esempio nel caso del riflesso del sole).
Consiglio caldamente di vederlo dato che anche la sua durata non è eccessiva (dura più o meno come un film).
anche dal punto di vista grafico ho trovato l'anime particolarmente curato anche se l'uso dell'animazione al computer a volte è un po' eccessiva (come ad esempio nel caso del riflesso del sole).
Consiglio caldamente di vederlo dato che anche la sua durata non è eccessiva (dura più o meno come un film).
Diciamocelo: siamo fin troppo abituati alle storielle moraliste sugli androidi. Si finisce sempre per cadere nei soliti cliché sentimentali, e in "tecno-bolle" farcite di filosofia spicciola a non finire.
Time of Eve parla di androidi. E di umani. Ma ne parla talmente bene, con una tale leggerezza priva di retorica, che mi sono dimenticato di aver visto e letto decine e decine di opere che trattano lo stesso tema.
<i>"Are you enjoying the Time of Eve?"</i> L’anime si apre con questa frase sul cellulare del protagonista, Rikuo. Da tempo il suo androide, Sammy, si comporta in modo strano, compiendo percorsi non stabiliti nella sua programmazione e agendo in modo indipendente. Rikuo e il suo amico, Masaki (il quale ha un rapporto particolare con gli androidi), decidono di investigare, seguendo i movimenti di Sammy, finché non giungono a un locale dall’aria sospetta: il Tempo di Eva.
<i>"In questo locale non si fa distinzione tra umani e robot".</i>
La trama, se di trama possiamo parlare, si svolge interamente all’interno del locale. Qui, Rikuo e Masaki avranno la possibilità di intrecciare rapporti con i clienti, approfondire la conoscenza degli androidi e osservare il mondo dal loro punto di vista. Dialoghi, domande, risposte, mezze risposte, cose non dette, e lasciate trapelare. Se cercate l’azione, lasciate perdere Time of Eve. La vicenda si snoda attraverso i dialoghi che Rikuo e Masaki intraprendono con i clienti. E la vera goduria dell’anime sta nell’osservare l’evoluzione dei protagonisti, in conflitto tra la campagna pubblicitaria anti-androidi del Comitato Etico e la propria, intima necessità di proiettare il proprio affetto verso un qualcuno, che dalla società viene considerato un qualcosa. Necessità non solo dei protagonisti, ma di tutto il genere umano.
Animazione ottima, regia sublime, colonna sonora stupenda, che accompagna le scene in una sorta di sospensione poetica. E, ciliegina sulla torta, essendo un ONA, è completamente gratuito.
Motivi per non vederlo?
Time of Eve parla di androidi. E di umani. Ma ne parla talmente bene, con una tale leggerezza priva di retorica, che mi sono dimenticato di aver visto e letto decine e decine di opere che trattano lo stesso tema.
<i>"Are you enjoying the Time of Eve?"</i> L’anime si apre con questa frase sul cellulare del protagonista, Rikuo. Da tempo il suo androide, Sammy, si comporta in modo strano, compiendo percorsi non stabiliti nella sua programmazione e agendo in modo indipendente. Rikuo e il suo amico, Masaki (il quale ha un rapporto particolare con gli androidi), decidono di investigare, seguendo i movimenti di Sammy, finché non giungono a un locale dall’aria sospetta: il Tempo di Eva.
<i>"In questo locale non si fa distinzione tra umani e robot".</i>
La trama, se di trama possiamo parlare, si svolge interamente all’interno del locale. Qui, Rikuo e Masaki avranno la possibilità di intrecciare rapporti con i clienti, approfondire la conoscenza degli androidi e osservare il mondo dal loro punto di vista. Dialoghi, domande, risposte, mezze risposte, cose non dette, e lasciate trapelare. Se cercate l’azione, lasciate perdere Time of Eve. La vicenda si snoda attraverso i dialoghi che Rikuo e Masaki intraprendono con i clienti. E la vera goduria dell’anime sta nell’osservare l’evoluzione dei protagonisti, in conflitto tra la campagna pubblicitaria anti-androidi del Comitato Etico e la propria, intima necessità di proiettare il proprio affetto verso un qualcuno, che dalla società viene considerato un qualcosa. Necessità non solo dei protagonisti, ma di tutto il genere umano.
Animazione ottima, regia sublime, colonna sonora stupenda, che accompagna le scene in una sorta di sospensione poetica. E, ciliegina sulla torta, essendo un ONA, è completamente gratuito.
Motivi per non vederlo?
Eve no Jikan è una serie relativamente breve che è stata rilasciata tra il 2008 e il 2009. La storia è divisa in sei atti, ma la maggior parte di loro durano solo circa 15 minuti e nel complesso si può pensare a questa serie come all'equivalente di un film di due ore. Eve no Jikan è ambientata in un ambiente futuristico (probabilmente il Giappone, dicono il titoli di apertura), dove gli androidi sono diventati una presenza all'ordine del giorno. Il nostro personaggio principale, Rikuo, è un giovane studente di liceo che, in casa, possiede uno di questi androidi e viene costantemente preso in giro da sua sorella per essere un potenziale "androholic", ossia gente ossessionata dagli androidi e che li tratta come esseri umani. La maggior parte della storia si svolge in un piccolo caffè dove vige una sola regola: nessuna discriminazione tra esseri umani e androidi. Questo è il posto che Rikuo e un suo amico incontrano per caso. Rikuo, frequentando abitualmente questo locale, inizia a sviluppare una maggiore comprensione e apprezzamento per gli androidi al di là delle convenzioni comuni del mondo esterno.
Penso che molte persone sarebbero d'accordo sul fatto che i temi generali presentati in Eve no Jikan non siano del tutto nuovi, e lo dico anche non avendo una conoscenza approfondita del genere sci-fi da cui la serie deriva. Ma questo non significa che non possa essere accattivante. Mi è piaciuto guardare i personaggi principali che interagiscono con gli avventori del bar, come pure il modo abbastanza “leggero” con cui è stato presentato il retroterra di alcuni di questi personaggi, che a prima vista non si riesce a capire se siano androidi o esseri umani.
Eve no Jikan è generalmente un serie leggera, ma contiene alcuni momenti toccanti in tutto l’arco dei 6 episodi. Molti di questi momenti scaturiscono dalle discriminazione nei confronti degli androidi e del loro ruolo nella società umana - l'idea generale è in qualche modo familiare, ma l'esecuzione è molto ben rifinita. C'è un ritmo divertente e meraviglioso che permea tutti gli episodi, che ho trovato molto fresco, e la natura semplice di molti dei momenti più drammatici è stata efficace. I limiti di Eve no Jikan sono sicuramente da imputare alla ridotta quantità di tempo a disposizione. Questo è, come ho detto, una serie breve, e quando i titoli di coda iniziavano ad apparire sullo schermo avrei invece voluto disperatamente che l'episodio continuasse. Non posso fare a meno di pensare che ci sia un grande potenziale che non è stato ancora completamente esplorato in questo prodotto.
I valori di produzione di quest'anime sono eccezionali - in particolare la grafica, che è assolutamente sbalorditiva. L'opera è molto fresca e piacevole, ma il regista unisce anche una varietà di differenti trucchi visivi che conferiscono alla serie un unico aspetto molto accattivante. Un esempio è la combinazione di elementi 2D e 3D, in particolare per quanto riguarda l'angolazione della telecamera, che si muove spesso in tre dimensioni invece di rimanere in un unico punto fisso. Queste tecniche visive spiccano in Eve no Jikan, che è probabilmente una delle serie anime visivamente più soddisfacente che abbia mai visto.
La musica e il suono sono anche loro abbastanza divertenti. Tutti i doppiatori forniscono ottime prestazioni, e la canzone finale che chiude la serie, anche se abbastanza semplice, colpisce per le sue animazioni.
Nel complesso, anche se Eva no Jikan è stato un piacere assoluto che ho goduto minuto per minuto, credo ancora che ci sia un grande potenziale non sfruttato. Eppure, sono felice di aver visto la serie come c’è stata presentata, libera dai soliti cliché degli anime più comuni e focalizzata su una buona narrazione e su personaggi e atmosfere credibili. La sua relativa brevità potrebbe avere danneggiato il potenziale per un duraturo impatto emotivo, ma questo è sicuramente una delle produzioni di più elevata qualità di questa primo decennio.
Lo raccomando vivamente.
Penso che molte persone sarebbero d'accordo sul fatto che i temi generali presentati in Eve no Jikan non siano del tutto nuovi, e lo dico anche non avendo una conoscenza approfondita del genere sci-fi da cui la serie deriva. Ma questo non significa che non possa essere accattivante. Mi è piaciuto guardare i personaggi principali che interagiscono con gli avventori del bar, come pure il modo abbastanza “leggero” con cui è stato presentato il retroterra di alcuni di questi personaggi, che a prima vista non si riesce a capire se siano androidi o esseri umani.
Eve no Jikan è generalmente un serie leggera, ma contiene alcuni momenti toccanti in tutto l’arco dei 6 episodi. Molti di questi momenti scaturiscono dalle discriminazione nei confronti degli androidi e del loro ruolo nella società umana - l'idea generale è in qualche modo familiare, ma l'esecuzione è molto ben rifinita. C'è un ritmo divertente e meraviglioso che permea tutti gli episodi, che ho trovato molto fresco, e la natura semplice di molti dei momenti più drammatici è stata efficace. I limiti di Eve no Jikan sono sicuramente da imputare alla ridotta quantità di tempo a disposizione. Questo è, come ho detto, una serie breve, e quando i titoli di coda iniziavano ad apparire sullo schermo avrei invece voluto disperatamente che l'episodio continuasse. Non posso fare a meno di pensare che ci sia un grande potenziale che non è stato ancora completamente esplorato in questo prodotto.
I valori di produzione di quest'anime sono eccezionali - in particolare la grafica, che è assolutamente sbalorditiva. L'opera è molto fresca e piacevole, ma il regista unisce anche una varietà di differenti trucchi visivi che conferiscono alla serie un unico aspetto molto accattivante. Un esempio è la combinazione di elementi 2D e 3D, in particolare per quanto riguarda l'angolazione della telecamera, che si muove spesso in tre dimensioni invece di rimanere in un unico punto fisso. Queste tecniche visive spiccano in Eve no Jikan, che è probabilmente una delle serie anime visivamente più soddisfacente che abbia mai visto.
La musica e il suono sono anche loro abbastanza divertenti. Tutti i doppiatori forniscono ottime prestazioni, e la canzone finale che chiude la serie, anche se abbastanza semplice, colpisce per le sue animazioni.
Nel complesso, anche se Eva no Jikan è stato un piacere assoluto che ho goduto minuto per minuto, credo ancora che ci sia un grande potenziale non sfruttato. Eppure, sono felice di aver visto la serie come c’è stata presentata, libera dai soliti cliché degli anime più comuni e focalizzata su una buona narrazione e su personaggi e atmosfere credibili. La sua relativa brevità potrebbe avere danneggiato il potenziale per un duraturo impatto emotivo, ma questo è sicuramente una delle produzioni di più elevata qualità di questa primo decennio.
Lo raccomando vivamente.
Time of Eve è un titolo fantastico, ben costruito sia nel comparto grafico che nello sviluppo dei personaggi, con una trama elaborata con cura che introduce nel mercato un prodotto fresco, riflessivo ed istruttivo. Anche se non condivido la scelta dei produttori, in quanto al numero degli episodi, questo Anime si propone come un must del genere e pertanto consiglio la visione a chi cerca novità e particolarità senza ricercare l'azione come punto a favore.
L’anime si sviluppa intorno ad una tematica sociale che trae spunto, tra le altre cose, dalle opere di Asimov. Il contrasto interiore dei protagonisti nell’approcciarsi a macchine che sia per il loro aspetto sia per la loro evoluta Intelligenza Artificiale sono sempre più definibili come individui è una problematica con la quale, se non i nostri figli, forse i nostri nipoti dovranno scontrarsi. Cos’è l’intelligenza? Cos’è la vita? Cosa l’individualità? Domande che traspaiono tra le righe di un ottimo prodotto che può far riflettere.
Consigliata la visione a tutti, direttamente in streaming dal sito di MTV (sottotitolato in italiano).
<span><a href="http://uskebasi.wordpress.com/2010/01/09/time-of-eve/" class="smarterwiki-linkify">http://uskebasi.wordpress.com/2010/01/09/time-of-eve/</a></span>
Consigliata la visione a tutti, direttamente in streaming dal sito di MTV (sottotitolato in italiano).
<span><a href="http://uskebasi.wordpress.com/2010/01/09/time-of-eve/" class="smarterwiki-linkify">http://uskebasi.wordpress.com/2010/01/09/time-of-eve/</a></span>
Time od Eve è ottimo prodotto, sia dal punto di vista dei contenuti che delle animazioni. Vengono esplorati diversi aspetti del rapporto uomo-macchina, offrendo notevoli spunti alla riflessione personale. I temi trattati non sono affatto banali, ma vengono affrontati con semplicità, senza che lo spettatore né risulti annoiato. Molto interessante è anche l'evoluzione dei protagonisti nel corso degli episodi. In sostanza, è un anime che si rivede con piacere e di cui consiglio caldamente la visione.
Sebbene abbia molti punti di contatto con Chobits in Time Of EVE il tema del rapporto con "l'estraneo" credo sia trattato maggiormente al livello sociale più che intimistico. Il robot diventa il simbolo di una diversità che va compresa ed accettata rifuggendo da luoghi comuni, preconcetti, diffidenze e paure. La diffidenza per ciò che appare diverso, manipolate dai media, porta ad aumentare l'incomprensione, sviare l'attenzione dai problemi reali e talvolta a catalizzare consensi. Non dico che ci sia sempre malafede, ma lo sforzo di comprendere, di capire al di la delle nostre angosce è il messaggio di questo lavoro che raccoglie meriti anche nel disegno e nell'animazione.
Questo anime risulta essere abbastanza semplice da capire e la trama è abbastanza carina.
In una Tokyo del futuro insieme agli umani girano anche dei robot che hanno il compito di aiutare gli umani in qualunque faccenda: casalinga, lavorativa... Se avete presente lo si può paragonare a Chobits dove i PC girano insieme agli umani e li aiutano in ogni modo.
A differenza di Chobits dove si vedono PC con aspetti solo femminili, in questo anime ci sono robot da aspetti maschili. A differenza di Chobits, questi sono ROBOT e non PC perchè seguono le tre leggi della robotica cosa che in Chobits non succede perchè il creatore dei PC dagli aspetti umani voleva che loro facessero parte della società e che non seguissero le tre leggi della robotica:
1)Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
2)Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
3)Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima e con la Seconda Legge.
Apparentemente i robot aiutano gli umani e fanno solo quello che il loro software programmato dice di fare ma in realtà sembra che vivono una loro vita personale come gli umani andando in un bar dove i clienti non devono fare domande e fare distinzione tra robot e umani.
In una Tokyo del futuro insieme agli umani girano anche dei robot che hanno il compito di aiutare gli umani in qualunque faccenda: casalinga, lavorativa... Se avete presente lo si può paragonare a Chobits dove i PC girano insieme agli umani e li aiutano in ogni modo.
A differenza di Chobits dove si vedono PC con aspetti solo femminili, in questo anime ci sono robot da aspetti maschili. A differenza di Chobits, questi sono ROBOT e non PC perchè seguono le tre leggi della robotica cosa che in Chobits non succede perchè il creatore dei PC dagli aspetti umani voleva che loro facessero parte della società e che non seguissero le tre leggi della robotica:
1)Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
2)Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
3)Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima e con la Seconda Legge.
Apparentemente i robot aiutano gli umani e fanno solo quello che il loro software programmato dice di fare ma in realtà sembra che vivono una loro vita personale come gli umani andando in un bar dove i clienti non devono fare domande e fare distinzione tra robot e umani.
Questo anime è davvero molto interessante,la trame sebbene raccontata in pochi episodi(mi sembra 6)si svolge molto chiaramente.
Lo stile del disegno utilizzato è davvero ben realizzato e mi piace molto,i personaggi sono altrettanto godibili sia di aspetto che di carattere,finora quello che preferisco di più è il personaggio di Sammy e di Akiko-chan.
La colonna sonora,sebbene sprovvista di opening e ending è composta davvero in modo eccellente,melodie utilizzate nei giusti momenti.
Il doppiaggio è davvero sensazionale,da notare il modo in cui si esprimono gli androidi quando sono "al lavoro" e quando invece si trovano nel locale di Nagi-san.
La storia parla della vita di Tokyo dopo l'introduzione nella vita quotidiana degli androidi,che hanno in tutto e per tutto le sembianze di un essere umano,ma che hanno un programma installato al loro interno,il caso vuole che l'androide di Rikuo si rechi di tanto in tanto,e di propria volontà,al locale "Time of Eve" ,luogo in cui gli androidi e gli uomini sono trattati in modo uguale,creatrice del locale è Nagi,una ragazza che crede nel "cuore degli androidi",nonostante lo scetticismo Rikuo si recherà abitualmente dopo scuola nel locale e passo dopo passo capirà che anche gli androidi hanno un cuore.
Credo che questa storia sia oltremodo interessante,un pò scopiazzata da Chobits delle CLAMP,ma interessante lo stesso,molte sono le similitudini con Chobits: robot,segno di differenza(in Chobits le orecchie e in Time of Eve l'anello sulla testa),scandalo tra rapporti umani-robot.
Ma nonostante tutto l'anime è bellissimo e si distacca da Chobits grazie all'introduzione del locale "Time of Eve" e ai problemi trattati in ogni episodio.
Nel complesso gli dò un bel 9 perchè davvero se lo merita,perciò che aspettate??
Andate sul sito di MTV e guardatelo GRATIS!
Lo stile del disegno utilizzato è davvero ben realizzato e mi piace molto,i personaggi sono altrettanto godibili sia di aspetto che di carattere,finora quello che preferisco di più è il personaggio di Sammy e di Akiko-chan.
La colonna sonora,sebbene sprovvista di opening e ending è composta davvero in modo eccellente,melodie utilizzate nei giusti momenti.
Il doppiaggio è davvero sensazionale,da notare il modo in cui si esprimono gli androidi quando sono "al lavoro" e quando invece si trovano nel locale di Nagi-san.
La storia parla della vita di Tokyo dopo l'introduzione nella vita quotidiana degli androidi,che hanno in tutto e per tutto le sembianze di un essere umano,ma che hanno un programma installato al loro interno,il caso vuole che l'androide di Rikuo si rechi di tanto in tanto,e di propria volontà,al locale "Time of Eve" ,luogo in cui gli androidi e gli uomini sono trattati in modo uguale,creatrice del locale è Nagi,una ragazza che crede nel "cuore degli androidi",nonostante lo scetticismo Rikuo si recherà abitualmente dopo scuola nel locale e passo dopo passo capirà che anche gli androidi hanno un cuore.
Credo che questa storia sia oltremodo interessante,un pò scopiazzata da Chobits delle CLAMP,ma interessante lo stesso,molte sono le similitudini con Chobits: robot,segno di differenza(in Chobits le orecchie e in Time of Eve l'anello sulla testa),scandalo tra rapporti umani-robot.
Ma nonostante tutto l'anime è bellissimo e si distacca da Chobits grazie all'introduzione del locale "Time of Eve" e ai problemi trattati in ogni episodio.
Nel complesso gli dò un bel 9 perchè davvero se lo merita,perciò che aspettate??
Andate sul sito di MTV e guardatelo GRATIS!
Lo Studio Rikka (Pale Cocoon, Mizu No Kotoba) è sempre stato un produttore secondario con lavori apprezzabili solo dopo una seconda visione; Time of Eve invece risulta piuttosto semplice da comprendere e le tematiche trattate seppur banali riescono a penetrare l'animo dello spettatore; un altro elemento da far notare è il grande miglioramento nel campo del Character Design rispetto alle precedenti produzioni.
Colonna sonora buona ed animazioni ottime.
Time of Eve è ambientato in un futuro caratterizzato dall'esistenza di robot dall'aspetto umano (androidi), per differenziare queste due "razze" gli androidi portano un anello sopra il capo (una specie di aureola).
Un giorno Rikuo esaminando la cronologia del proprio robot scopre che nel tragitto per tornare a casa ha effettuato una deviazione, Rikuo sospettoso segue il proprio androide e lo vede entrare in uno strano locale.
Nota: l'anime fa riferimento alle tre leggi della robotica di Isaac Asimov (elemento presente anche in Mizu No Kotoba).
Colonna sonora buona ed animazioni ottime.
Time of Eve è ambientato in un futuro caratterizzato dall'esistenza di robot dall'aspetto umano (androidi), per differenziare queste due "razze" gli androidi portano un anello sopra il capo (una specie di aureola).
Un giorno Rikuo esaminando la cronologia del proprio robot scopre che nel tragitto per tornare a casa ha effettuato una deviazione, Rikuo sospettoso segue il proprio androide e lo vede entrare in uno strano locale.
Nota: l'anime fa riferimento alle tre leggi della robotica di Isaac Asimov (elemento presente anche in Mizu No Kotoba).