I cavalieri dello zodiaco - La Dea della discordia
"I Cavalieri dello Zodiaco - La dea della discordia" è il primo film OAV anime della saga di "Saint Seiya", ed è uscito nel 1987, e l'ho rivisto da poco in DVD. Si tratta di un episodio d'azione ricco di combattimenti, dove i protagonisti sono i grandi cinque Cavalieri dello Zodiaco e la dea Eris.
I disegni e le musiche sono buoni, e la storia è molto convincente e interessante, seppur semplice. Anche il doppiaggio Italiano è molto buono. Qui ci sono da dire due cose interessanti: la prima è che la trama di questo OAV, come anche le armature dei nemici presenti in esso, sono stati realizzati direttamente dal famoso autore di "Saint Seiya", cioè Masami Kurumada. La seconda è che molti elementi di questo OAV sono stati utilizzati molti anni dopo per realizzare i primi volumi del manga di "Saintia Sho".
"Saint Seiya - La dea della discordia" è un OAV consigliatissimo a tutti gli amanti di "Saint Seiya", è un OAV che intrattiene molto bene e, seppur semplice, è confezionato bene in tutti i suoi dettagli, dalla trama ai disegni, un ottimo esempio di animazione giapponese targata 1987.
I disegni e le musiche sono buoni, e la storia è molto convincente e interessante, seppur semplice. Anche il doppiaggio Italiano è molto buono. Qui ci sono da dire due cose interessanti: la prima è che la trama di questo OAV, come anche le armature dei nemici presenti in esso, sono stati realizzati direttamente dal famoso autore di "Saint Seiya", cioè Masami Kurumada. La seconda è che molti elementi di questo OAV sono stati utilizzati molti anni dopo per realizzare i primi volumi del manga di "Saintia Sho".
"Saint Seiya - La dea della discordia" è un OAV consigliatissimo a tutti gli amanti di "Saint Seiya", è un OAV che intrattiene molto bene e, seppur semplice, è confezionato bene in tutti i suoi dettagli, dalla trama ai disegni, un ottimo esempio di animazione giapponese targata 1987.
Erano i primi anni 2000, quando ancora un me bambino, in possesso di una manciata di videocassette, si metteva di fronte a prodotti di questo tipo; nello specifico, i vari film, OAV e quant’altro de “I Cavalieri dello Zodiaco” saranno stati consumati nel vero senso della parola, a furia di essere guardati e riguardati. Poco tempo fa mi sono riavvicinato a questo “mondo”, e con strumenti ben più moderni rispetto alle nostre tanto amate vecchie videocassette ho deciso di riguardarne alcuni, curioso di constatare se fossero ancora in grado di trasmettermi quelle emozioni, e di verificare, anche, in che maniera fossero invecchiati.
Il primo che sono andato a rivedere è stato proprio questo, “La dea della discordia”, primo lungometraggio televisivo dedicato alla serie regolare de “I Cavalieri dello Zodiaco” (nome italianizzato di “Saint Seiya”), e, devo aggiungere, anche con estremo piacere.
Gli anni sono passati, su questo non si può discutere, ma determinati aspetti di questo lungometraggio sembrano non aver sofferto l’avanzare del tempo, ma andrò con ordine.
La trama di base è quella a cui più o meno siamo tutti stati abituati; Seiya “con i quattro amici eroi” (cit.), si troverà di fronte a un’ennesima minaccia, in questo caso la dea della discordia appunto, che rapirà la nostra dea Athena, e con una scusa farà in modo di creare una sorta di lotta contro il tempo (stile giochi anni ‘90) in cui i nostri protagonisti dovranno affrontare un nemico a testa (ovviamente), lasciando poi a Pegasus (o Seiya, non so mai come chiamarlo per non far arrabbiare nessuno), grazie al potere della raccomandazione, scusate, volevo dire della speranza, la possibilità di sconfiggere il male maggiore, e quindi di salvare il mondo.
Se volessimo soffermarci solamente sulla “banalità” della trama, non daremmo merito a quello che è un prodotto che ha come punti di forza altri fattori. Inoltre, andare a stravolgere quelli che sono stati fin lì gli svolgimenti visti, soprattutto per l’epoca, sicuramente non sarebbe stata un’idea apprezzata da tutti.
Ma a cosa mi riferisco quando parlo di punti di forza? Beh, sto parlando dei dialoghi; l’intelligenza, la scorrevolezza e il modo così “aulico” che tutti, e dico tutti, i personaggi utilizzano nel parlare alzano la qualità della visione in modo decisivo, rendendo quello che sarebbe stato un prodotto sufficiente un vero e proprio capolavoro nel suo genere. Personalmente, ricordo a fatica altre opere in grado di darmi sensazioni così particolari semplicemente grazie al doppiaggio italiano. Ad affiancare un così particolare modo di comunicare, vanno dei concetti di tale importanza che vanno a impreziosire e non poco ogni singolo scambio di battute. Questo lungometraggio, sotto questo punto di vista, è infallibile. Gli antagonisti della pellicola, che andranno a sfidare i nostri protagonisti, nonostante alcuni di loro compaiano per una manciata di minuti, sono riusciti a presentarsi davanti allo spettatore in modo completo, pieni di carisma e peculiarità personali. Uno in particolare, Orfeo della Lira, mi è parso identico a come lo ricordavo ormai quasi venti anni fa: un personaggio diventato iconico nonostante un ruolo così poco rilevante, e questo grazie alla maestria con il quale è stato doppiato, alla personalità affascinante donatagli, e al suo strumento di lotta, una lira per l’appunto, accompagnato perennemente da una colonna sonora creata ad hoc per il personaggio, che, per l’appunto, vi invito ad ascoltare.
Questo è stato solo un esempio di tanti altri che potremmo trovare all’interno del mondo de “I Cavalieri dello Zodiaco”, nella serie regolare, in questo film e in molti altri prodotti.
Per quanto riguarda lo svolgimento vero e proprio della storia, non ci sono grandi considerazioni da fare: dopo aver brevemente analizzato la trama a grandi linee, ciò che resta da analizzare è il corretto o meno utilizzo delle tempistiche a disposizione. Durante la visione, diciamo dall’inizio fino a un terzo circa del film, sono stato dell’opinione che i circa quarantacinque minuti di durata fossero pochi; effettivamente, il modo in cui si sono svolti gli eventi l’ho trovato particolarmente frettoloso. Ad esempio, posso citare un inizio estremamente rapido, in cui si passa in un minuto di orologio dalla pace totale alla fine del mondo, oppure i combattimenti visti in tutta la parte centrale sono davvero frettolosi, e forse non rendono onore ai diretti interessati.
Tuttavia, nel finale le tempistiche sono state gestite sicuramente meglio, dando il giusto spazio a un Pegasus ora provvisto di armatura d’oro per scagliare l’attacco decisivo, non prima però di averle prese di santa ragione dall’ultimo nemico, che, come quasi sempre accade, è sempre il più forte.
Come dicevo anche in precedenza, gli anni sono indubbiamente passati dalla creazione di questa pellicola, ma anche lo stile grafico e l’animazione, per quanto ovviamente grezzi, rendono alla perfezione i momenti di combattimento estremo a cui sono costretti i personaggi, rendendo a parer mio inadeguato uno stile di disegno più moderno.
Non mi resta dunque che concludere; il voto finale sarà sicuramente influenzato dal mio così forte attaccamento al mondo di questo anime, “Saint Seiya” per l’appunto, che, grazie anche a questi lungometraggi, riesce a tornare ad appassionarmi con estrema facilità, regalandomi qualche momento di totale spensieratezza, in cui, perché no, immedesimarsi anche nel nostro eroe preferito.
Voto: 8
Il primo che sono andato a rivedere è stato proprio questo, “La dea della discordia”, primo lungometraggio televisivo dedicato alla serie regolare de “I Cavalieri dello Zodiaco” (nome italianizzato di “Saint Seiya”), e, devo aggiungere, anche con estremo piacere.
Gli anni sono passati, su questo non si può discutere, ma determinati aspetti di questo lungometraggio sembrano non aver sofferto l’avanzare del tempo, ma andrò con ordine.
La trama di base è quella a cui più o meno siamo tutti stati abituati; Seiya “con i quattro amici eroi” (cit.), si troverà di fronte a un’ennesima minaccia, in questo caso la dea della discordia appunto, che rapirà la nostra dea Athena, e con una scusa farà in modo di creare una sorta di lotta contro il tempo (stile giochi anni ‘90) in cui i nostri protagonisti dovranno affrontare un nemico a testa (ovviamente), lasciando poi a Pegasus (o Seiya, non so mai come chiamarlo per non far arrabbiare nessuno), grazie al potere della raccomandazione, scusate, volevo dire della speranza, la possibilità di sconfiggere il male maggiore, e quindi di salvare il mondo.
Se volessimo soffermarci solamente sulla “banalità” della trama, non daremmo merito a quello che è un prodotto che ha come punti di forza altri fattori. Inoltre, andare a stravolgere quelli che sono stati fin lì gli svolgimenti visti, soprattutto per l’epoca, sicuramente non sarebbe stata un’idea apprezzata da tutti.
Ma a cosa mi riferisco quando parlo di punti di forza? Beh, sto parlando dei dialoghi; l’intelligenza, la scorrevolezza e il modo così “aulico” che tutti, e dico tutti, i personaggi utilizzano nel parlare alzano la qualità della visione in modo decisivo, rendendo quello che sarebbe stato un prodotto sufficiente un vero e proprio capolavoro nel suo genere. Personalmente, ricordo a fatica altre opere in grado di darmi sensazioni così particolari semplicemente grazie al doppiaggio italiano. Ad affiancare un così particolare modo di comunicare, vanno dei concetti di tale importanza che vanno a impreziosire e non poco ogni singolo scambio di battute. Questo lungometraggio, sotto questo punto di vista, è infallibile. Gli antagonisti della pellicola, che andranno a sfidare i nostri protagonisti, nonostante alcuni di loro compaiano per una manciata di minuti, sono riusciti a presentarsi davanti allo spettatore in modo completo, pieni di carisma e peculiarità personali. Uno in particolare, Orfeo della Lira, mi è parso identico a come lo ricordavo ormai quasi venti anni fa: un personaggio diventato iconico nonostante un ruolo così poco rilevante, e questo grazie alla maestria con il quale è stato doppiato, alla personalità affascinante donatagli, e al suo strumento di lotta, una lira per l’appunto, accompagnato perennemente da una colonna sonora creata ad hoc per il personaggio, che, per l’appunto, vi invito ad ascoltare.
Questo è stato solo un esempio di tanti altri che potremmo trovare all’interno del mondo de “I Cavalieri dello Zodiaco”, nella serie regolare, in questo film e in molti altri prodotti.
Per quanto riguarda lo svolgimento vero e proprio della storia, non ci sono grandi considerazioni da fare: dopo aver brevemente analizzato la trama a grandi linee, ciò che resta da analizzare è il corretto o meno utilizzo delle tempistiche a disposizione. Durante la visione, diciamo dall’inizio fino a un terzo circa del film, sono stato dell’opinione che i circa quarantacinque minuti di durata fossero pochi; effettivamente, il modo in cui si sono svolti gli eventi l’ho trovato particolarmente frettoloso. Ad esempio, posso citare un inizio estremamente rapido, in cui si passa in un minuto di orologio dalla pace totale alla fine del mondo, oppure i combattimenti visti in tutta la parte centrale sono davvero frettolosi, e forse non rendono onore ai diretti interessati.
Tuttavia, nel finale le tempistiche sono state gestite sicuramente meglio, dando il giusto spazio a un Pegasus ora provvisto di armatura d’oro per scagliare l’attacco decisivo, non prima però di averle prese di santa ragione dall’ultimo nemico, che, come quasi sempre accade, è sempre il più forte.
Come dicevo anche in precedenza, gli anni sono indubbiamente passati dalla creazione di questa pellicola, ma anche lo stile grafico e l’animazione, per quanto ovviamente grezzi, rendono alla perfezione i momenti di combattimento estremo a cui sono costretti i personaggi, rendendo a parer mio inadeguato uno stile di disegno più moderno.
Non mi resta dunque che concludere; il voto finale sarà sicuramente influenzato dal mio così forte attaccamento al mondo di questo anime, “Saint Seiya” per l’appunto, che, grazie anche a questi lungometraggi, riesce a tornare ad appassionarmi con estrema facilità, regalandomi qualche momento di totale spensieratezza, in cui, perché no, immedesimarsi anche nel nostro eroe preferito.
Voto: 8
"I Cavalieri dello Zodiaco - La Dea della Discordia" è il primo lungometraggio dedicato alla serie classica dei cavalieri, trasmessa nel 1987 per la prima volta. Protagonista è la Dea della contesa(o discordia) Eris, nemica di turno che insieme ai cavalieri ombra sfida Atena e i suoi fidati cavalieri.
La trama è abbastanza banale, troppo simile agli schemi classici della serie, risultando quasi improponibile e monotona. Piacevole il riferimento ad Eris ed alla temuta golden apple, mela d'oro che ha un ruolo chiave sia nel mito greco sia in questo film. Impronobile è Atena che, come al solito, si fa catturrare dal nemico di turno ed apsetta che i cavalieri la salvino da morte certa. Trovare un pretesto, un qualcosa di originale no? La storia è veloce, forse troppo, visto che in 45 minuti circa termina tutto e succede di tutto: dai bambini felici,all'arrivo Discordia, alla battaglia finale. Nella trama apprezzo la comparsa della'armatura del Sagittario, epica allo stato puro ogni volta che viene indossata da Seiya, la mia armatura preferita.
I personagi principali sono i soliti con le loro sfumature tranne uno, Hyoga che appare un novello maschio italiano alla conquista di giovani donzelle. Forse è comparsa la mini storia con la giovane Daisy, personaggio mai comparso prima d'ora nella serie principale e, stranamente qui attratta dal bel biondo, perchè si voleva respingere la famosa tesi del "complesso di Edipo", di cui sarebbe affetta Hyoga? Chi lo sa. I personaggi secondari sono inutili e superflui, buoni soltanto a prendere calci e pugni dai nostri eroi. Infatti i cavalieri ombra si rivelano poca cosa, malgrado qualche espediente come quello usato per ditruggere lo scudo di Shiryu, forzato al massimo, oltre che deleterio. E che dire dell'antagonista principale? Psicologia classica da nemico di uno shonen di basso livello, accettabile se consideriamo che si tratta di un film della durata di 45 minuti. Un personaggio che voglio nominare è Orfeo della Lira, il prototitpo perfetto di Mine, cavaliere di Asgard. Questo Orfeo è liquidato in breve dalla premiata ditta Shun e Ikki, comunque lascia intravvedere uno stile di combattimento basato sulle note musicali che verrà ripreso più volte nella serie, sia in Asgard, sia nella saga dei mari.
Per fortuna a salvare tutto ci pensa la colonna sonora superba che contraddistingue la serie e la rende mitica e degna di essere ricordata. Melodie coinvolgenti e mai banali non fanno mai annoiare lo spettatore, spingendolo a seguire la storia fino alla fine, nonostante sia scontato il finale. Da
promuovere le musiche, in pieno stile Saint Seiya!
Le animazioni e i disegni sono buoni e adeguati al film. Niente di eccezionale, sia chiaro.
In conclusione consiglio a tutti i fan di Saint Seiya questo primo film, schematico e poco originale per molti aspetti, ma gradevole a vedersi nel complesso, specialmente per un fan della serie. Proprio per questo motivo mi sento di assegnare la sufficienza a questo film, a prescindere dalle gravi lacune presenti, ricordando che è difficile convogliare tanti avvenimenti in un'opera commerciale(qual è un lungometraggio non basato sulla serie classica) di durata breve.
La trama è abbastanza banale, troppo simile agli schemi classici della serie, risultando quasi improponibile e monotona. Piacevole il riferimento ad Eris ed alla temuta golden apple, mela d'oro che ha un ruolo chiave sia nel mito greco sia in questo film. Impronobile è Atena che, come al solito, si fa catturrare dal nemico di turno ed apsetta che i cavalieri la salvino da morte certa. Trovare un pretesto, un qualcosa di originale no? La storia è veloce, forse troppo, visto che in 45 minuti circa termina tutto e succede di tutto: dai bambini felici,all'arrivo Discordia, alla battaglia finale. Nella trama apprezzo la comparsa della'armatura del Sagittario, epica allo stato puro ogni volta che viene indossata da Seiya, la mia armatura preferita.
I personagi principali sono i soliti con le loro sfumature tranne uno, Hyoga che appare un novello maschio italiano alla conquista di giovani donzelle. Forse è comparsa la mini storia con la giovane Daisy, personaggio mai comparso prima d'ora nella serie principale e, stranamente qui attratta dal bel biondo, perchè si voleva respingere la famosa tesi del "complesso di Edipo", di cui sarebbe affetta Hyoga? Chi lo sa. I personaggi secondari sono inutili e superflui, buoni soltanto a prendere calci e pugni dai nostri eroi. Infatti i cavalieri ombra si rivelano poca cosa, malgrado qualche espediente come quello usato per ditruggere lo scudo di Shiryu, forzato al massimo, oltre che deleterio. E che dire dell'antagonista principale? Psicologia classica da nemico di uno shonen di basso livello, accettabile se consideriamo che si tratta di un film della durata di 45 minuti. Un personaggio che voglio nominare è Orfeo della Lira, il prototitpo perfetto di Mine, cavaliere di Asgard. Questo Orfeo è liquidato in breve dalla premiata ditta Shun e Ikki, comunque lascia intravvedere uno stile di combattimento basato sulle note musicali che verrà ripreso più volte nella serie, sia in Asgard, sia nella saga dei mari.
Per fortuna a salvare tutto ci pensa la colonna sonora superba che contraddistingue la serie e la rende mitica e degna di essere ricordata. Melodie coinvolgenti e mai banali non fanno mai annoiare lo spettatore, spingendolo a seguire la storia fino alla fine, nonostante sia scontato il finale. Da
promuovere le musiche, in pieno stile Saint Seiya!
Le animazioni e i disegni sono buoni e adeguati al film. Niente di eccezionale, sia chiaro.
In conclusione consiglio a tutti i fan di Saint Seiya questo primo film, schematico e poco originale per molti aspetti, ma gradevole a vedersi nel complesso, specialmente per un fan della serie. Proprio per questo motivo mi sento di assegnare la sufficienza a questo film, a prescindere dalle gravi lacune presenti, ricordando che è difficile convogliare tanti avvenimenti in un'opera commerciale(qual è un lungometraggio non basato sulla serie classica) di durata breve.
Il primo film di una serie, si sa, ha un fascino particolare, tanto da essere intitolato pomposamente "The movie" Saint Seiya the movie non fa eccezione ed apre dignitosamente la carrellata di film sui cavalieri. La trama la conosciamo già per cui non serve riassumerla, mi basta sottolineare che dovrebbe essere ambientata subito prima della lotta contro Argor, in cui SIrio perde la vista. Ho trovato gli avversari come cavalieri ben realizzati e accattivanti e Discordia una degna avversaria, con i danni alle armature dei cinque cavalieri un pò troppo intensi ma ancora accettabili (qui le corazze sono di pongo ma solo per metà) Purtroppo i combattimenti sono troppo rapidi e, se fossero durati di più sarebbe stato davvero un ottimo film Bellissima la battuta di Phoenix nel primo doppiaggio, quello non fedele all'originale: fare la guerra, in fondo, è combattere contro un altro sè stesso. Non è facile rendere giustizia al film perchè purtroppo noi l'abbiamo visto a serie finita, come un di più, mentre invece i giapponesi che l'han visto quando la serie era arrivata all'episodio in cui arrivano i cavalieri d'oro, avranno avuto modo di apprezzare le molte novità portate dall'opera e che sarebbero state riprese nella serie: l'armatura della freccia, quella della lira , l'arrivo dell'armatura di sagitter, la perdita dei cinque sensi, la marcia strisciante su una scalinata sorretto dallo spirito degli amici.
Già il tema di questo film è proprio di essere un vivaio di idee per Saint Seiya, ruolo che ricopre oggi più che mai, perchè il fumetto Santhia Sho riprende alla grande le idee film, della lotta con Eris o Discordia, come preferite, compresi i cavalieri di Croce del Sud e Scudo. Mi spiace che la storia tra Cigno e Daisy non sia proseguita, ma forse è meglio così perchè è giusto che lui stia con Flare.
Buona la grafica e le musiche.
Personalmente sono molto affezionato a questo film, alle belle armature degli antagonisti disegnate da Kurumada in persona, dal dibattito se Croce del sud Orione e Scudo siano d'argento o di bronzo per cui non posso negare un meritato sette, pur dispiacendomi che, con una maggior durata, sarebbe potuto arrivare a otto.
Già il tema di questo film è proprio di essere un vivaio di idee per Saint Seiya, ruolo che ricopre oggi più che mai, perchè il fumetto Santhia Sho riprende alla grande le idee film, della lotta con Eris o Discordia, come preferite, compresi i cavalieri di Croce del Sud e Scudo. Mi spiace che la storia tra Cigno e Daisy non sia proseguita, ma forse è meglio così perchè è giusto che lui stia con Flare.
Buona la grafica e le musiche.
Personalmente sono molto affezionato a questo film, alle belle armature degli antagonisti disegnate da Kurumada in persona, dal dibattito se Croce del sud Orione e Scudo siano d'argento o di bronzo per cui non posso negare un meritato sette, pur dispiacendomi che, con una maggior durata, sarebbe potuto arrivare a otto.
Immancabilmente, quando una serie ha successo, ne vengono prodotti uno o più film, allo scopo di cavalcare il successo sbarcando anche al cinema; Saint Seiya non fa eccezione e fra il 1987 e il 1989 ne vengono realizzati ben quattro, slegati dalla trama dell'anime e quindi fuori dalla continuity ma con lo stesso staff di questo, per cui ritroviamo Shingo Araki e Michi Himeno come character designer e direttori artistici, Yoshiyuki Suga e Takao Koyama come sceneggiatori, Seiji Yokoyama alle musiche. Il primo di questi lungometraggi degli anni '80, diretto da Kozo Morishita (già regista della serie tv), si intitola semplicemente Saint Seiya Gekijoban e fu proiettato nelle sale cinematografiche giapponesi il 18 luglio 1987; in Italia giunse col titolo I cavalieri dello zodiaco - La dea della discordia e con lo stesso tipo di adattamento della serie animata, mentre nel ridoppiaggio della Dynamic Italia dei quattro film fatto fra il 1999 e il 2000, con un adattamento più fedele all'originale, è stato ribattezzato Saint Seiya - Seiya il sacro guerriero.
La storia narrata nel film non ha una precisa collocazione nella serie televisiva, anche se i cinque protagonisti indossano i Cloth col primo design, quello della saga del Santuario. Il nemico contro cui Seiya, Shiryu, Hyoga, Shun e Ikki dovranno battersi è Eris, dea della discordia (stranamente ribattezzata proprio Discordia nel primo doppiaggio italiano), che prende possesso del corpo di Eiri, una ragazza che lavora nello stesso orfanotrofio di Miho. Eris mira a vendicarsi della sua arcinemica Atena, per cui la rapisce allo scopo di usare la sua energia vitale per rendere completa la propria reincarnazione; tocca dunque a Seiya e compagni mobilitarsi per salvare Saori, ma dovranno scontrarsi con i cinque Ghost Saint al servizio della dea della discordia, ossia Jager di Orion, Orpheus di Lyra, Yan di Scutum, Christ di Crux Australis e Maya di Sagitta.
Il film introduce una serie di paradigmi che poi diventeranno ricorrenti nei successivi lungometraggi: la cattura di Atena da parte di una divinità nemica, l'ingresso tardivo di Ikki sulla scena per salvare il fratellino Shun che non riesce a sconfiggere l'avversario di turno, lo scontro fra il più forte dei Saint nemici e i cinque eroi, la distruzione dei Bronze Cloth, l'intervento dell'armatura del Sagittario che viene indossata da Seiya per sferrare il colpo di grazia del dio malvagio. La trama è molto banale, fondata com'è sui vari combattimenti, assai sbrigativi e tutt'altro che emozionanti, fra i Bronze Saint e il Ghost Saint di turno per raggiungere il boss finale e salvare la dea Atena, ma ha il pregio di essere stata curata dallo stesso Kurumada, che si è occupato del design delle armature. Anche i nuovi personaggi risentono della scarsa durata del film e della superficialità della narrazione, presentando un approfondimento psicologico praticamente nullo, ma tre di loro si segnalano per il fatto che anticipano delle figure che Kurumada farà comparire più avanti nella sua storia: Maya di Sagitta ha lo stesso Cloth e lo stesso attacco finale di Ptolemy della medesima costellazione; Orpheus di Lyra costituisce il prototipo del cavaliere musicista, incarnato poi da Mime di Benetnasch (solo nell'anime), da Sorrento di Siren e soprattutto da Orpheo di Lyra; l'aspetto fisico di Christ di Crux Australis è riciclato in un secondo momento per Rhadamante della Viverna. Infine, l'idea di uno scontro fra guerrieri di Athena e di Eris sarà alla base, nel 2013, dello spin-off manga tutto al femminile Saintia Sho, disegnato da Chimaki Kuori.
A impreziosire un'opera altrimenti mediocre è l'apporto artistico di Shingo Araki e Michi Himeno, già character designer della serie animata e creatori di quell'inconfondibile stile che ha costituito sicuramente uno dei principali motivi del successo di Saint Seiya; le musiche so-no invece affidate, come già detto, a Seiji Yokoyama, altro nome legato indissolubilmente alla serie animata. In poche parole, è un film tanto povero di contenuti quanto curato nella forma, che si lascia guardare con piacere per via della sua ridotta lunghezza ma che non aggiunge nulla alla saga di Kurumada né offre ritratti memorabili di nuovi personaggi.
La storia narrata nel film non ha una precisa collocazione nella serie televisiva, anche se i cinque protagonisti indossano i Cloth col primo design, quello della saga del Santuario. Il nemico contro cui Seiya, Shiryu, Hyoga, Shun e Ikki dovranno battersi è Eris, dea della discordia (stranamente ribattezzata proprio Discordia nel primo doppiaggio italiano), che prende possesso del corpo di Eiri, una ragazza che lavora nello stesso orfanotrofio di Miho. Eris mira a vendicarsi della sua arcinemica Atena, per cui la rapisce allo scopo di usare la sua energia vitale per rendere completa la propria reincarnazione; tocca dunque a Seiya e compagni mobilitarsi per salvare Saori, ma dovranno scontrarsi con i cinque Ghost Saint al servizio della dea della discordia, ossia Jager di Orion, Orpheus di Lyra, Yan di Scutum, Christ di Crux Australis e Maya di Sagitta.
Il film introduce una serie di paradigmi che poi diventeranno ricorrenti nei successivi lungometraggi: la cattura di Atena da parte di una divinità nemica, l'ingresso tardivo di Ikki sulla scena per salvare il fratellino Shun che non riesce a sconfiggere l'avversario di turno, lo scontro fra il più forte dei Saint nemici e i cinque eroi, la distruzione dei Bronze Cloth, l'intervento dell'armatura del Sagittario che viene indossata da Seiya per sferrare il colpo di grazia del dio malvagio. La trama è molto banale, fondata com'è sui vari combattimenti, assai sbrigativi e tutt'altro che emozionanti, fra i Bronze Saint e il Ghost Saint di turno per raggiungere il boss finale e salvare la dea Atena, ma ha il pregio di essere stata curata dallo stesso Kurumada, che si è occupato del design delle armature. Anche i nuovi personaggi risentono della scarsa durata del film e della superficialità della narrazione, presentando un approfondimento psicologico praticamente nullo, ma tre di loro si segnalano per il fatto che anticipano delle figure che Kurumada farà comparire più avanti nella sua storia: Maya di Sagitta ha lo stesso Cloth e lo stesso attacco finale di Ptolemy della medesima costellazione; Orpheus di Lyra costituisce il prototipo del cavaliere musicista, incarnato poi da Mime di Benetnasch (solo nell'anime), da Sorrento di Siren e soprattutto da Orpheo di Lyra; l'aspetto fisico di Christ di Crux Australis è riciclato in un secondo momento per Rhadamante della Viverna. Infine, l'idea di uno scontro fra guerrieri di Athena e di Eris sarà alla base, nel 2013, dello spin-off manga tutto al femminile Saintia Sho, disegnato da Chimaki Kuori.
A impreziosire un'opera altrimenti mediocre è l'apporto artistico di Shingo Araki e Michi Himeno, già character designer della serie animata e creatori di quell'inconfondibile stile che ha costituito sicuramente uno dei principali motivi del successo di Saint Seiya; le musiche so-no invece affidate, come già detto, a Seiji Yokoyama, altro nome legato indissolubilmente alla serie animata. In poche parole, è un film tanto povero di contenuti quanto curato nella forma, che si lascia guardare con piacere per via della sua ridotta lunghezza ma che non aggiunge nulla alla saga di Kurumada né offre ritratti memorabili di nuovi personaggi.
"La Dea della Discordia" è il primo lungometraggio dedicato alla saga dei Cavalieri dello zodiaco.
Che dire, vidi questo OAV anni fa. Ero letteralmente innamorato dei cavalieri dello zodiaco, avrò consumato le video cassette a via di vedere e rivedere tutti gli OAV di questa serie.
Rivedere questo primo lungometraggio a distanza di anni, mi fa uno strano effetto. È ovvio, abituato oggi alla visione di anime più "moderni", la prima cosa che salta all'occhio è lo stile del disegno, che naturalmente risulta alquanto poco curato e in alcuni momenti anche abbastanza "incasinato". Altro aspetto, è quello del doppiaggio italiano; ne sono veramente affezionato, ma devo riconoscere che avvolte è alquanto fastidioso. Comunque questa era solo una piccola introduzione.
La storia principale che ricorre in questi lungometraggi è la stessa: Athena è in pericolo, Pegasus e gli altri cavalieri accorrono a salvarla, trovano un nemico a testa da battere e alla fine Pegasus salva tutti. Bhe, anche questo non fa eccezione. Questa volta infatti i nostri eroi si troveranno a confronto con la Dea della discordia, che ha intenzione di impadronirsi del corpo della Dea Athena per governare il mondo e farlo sprofondare nelle tenebre. Il resto non ve lo dico tanto lo sapete già.
Nonostante la ripetitività della storia, questi film non mi stancano mai. Questo OAV si sviluppa in modo molto veloce, questo è un aspetto che ho decisamente gradito, dato che durante tutta la durata del film non ho mai trovato il tempo di annoiarmi, in oltre la visione dura più o meno 45 minuti, perciò se proprio non piace, non è poi molto il tempo che si perde.
Comunque, come detto anche prima, la visione di questo film non mi è dispiaciuta affatto, e grazie a questo mi sto ri-appassionando al mondo dei cavalieri dello zodiaco.
Come voto finale do un 7, sicuramente condizionato dal fatto che ne sono incredibilmente affezionato.
Che dire, vidi questo OAV anni fa. Ero letteralmente innamorato dei cavalieri dello zodiaco, avrò consumato le video cassette a via di vedere e rivedere tutti gli OAV di questa serie.
Rivedere questo primo lungometraggio a distanza di anni, mi fa uno strano effetto. È ovvio, abituato oggi alla visione di anime più "moderni", la prima cosa che salta all'occhio è lo stile del disegno, che naturalmente risulta alquanto poco curato e in alcuni momenti anche abbastanza "incasinato". Altro aspetto, è quello del doppiaggio italiano; ne sono veramente affezionato, ma devo riconoscere che avvolte è alquanto fastidioso. Comunque questa era solo una piccola introduzione.
La storia principale che ricorre in questi lungometraggi è la stessa: Athena è in pericolo, Pegasus e gli altri cavalieri accorrono a salvarla, trovano un nemico a testa da battere e alla fine Pegasus salva tutti. Bhe, anche questo non fa eccezione. Questa volta infatti i nostri eroi si troveranno a confronto con la Dea della discordia, che ha intenzione di impadronirsi del corpo della Dea Athena per governare il mondo e farlo sprofondare nelle tenebre. Il resto non ve lo dico tanto lo sapete già.
Nonostante la ripetitività della storia, questi film non mi stancano mai. Questo OAV si sviluppa in modo molto veloce, questo è un aspetto che ho decisamente gradito, dato che durante tutta la durata del film non ho mai trovato il tempo di annoiarmi, in oltre la visione dura più o meno 45 minuti, perciò se proprio non piace, non è poi molto il tempo che si perde.
Comunque, come detto anche prima, la visione di questo film non mi è dispiaciuta affatto, e grazie a questo mi sto ri-appassionando al mondo dei cavalieri dello zodiaco.
Come voto finale do un 7, sicuramente condizionato dal fatto che ne sono incredibilmente affezionato.
Scorrono tranquille le giornate dei cinque Bronze Saint di Tokyo, e in questo momento di quiete Hyoga ha modo di stringere affettuosa amicizia con la bella Eri. Purtroppo una nuova minaccia si profila all'orizzonte: lo spirito rancoroso di Eris, dea della discordia, prende possesso del corpo della ragazza e, per mezzo dei suoi cinque Ghost Saint, rapisce Atena. Suo scopo è quello di risucchiarle, attraverso la famosa Mela della Discordia, tutta l'energia vitale, in modo da impiegarla per resuscitare il suo corpo divino recuperando tutti i suoi poteri. Tenteranno ovviamente di impedirglielo i nostri cinque eroi...
Come qualsiasi gallina dalle uova d'oro, anche la serie animata di Saint Seiya cade per forza, nel suo periodo di massimo successo, sotto le grinfie commerciali Toei Animation, a suo agio nel mungere all'infinito brand popolari per ricavarci, come nel caso di "Dragon Ball" e "Captain Tsubasa", lungometraggi celebrativi assolutamente inutili, spesso mal fatti e palesemente fuori continuity. È anche il caso di quelli basati sul mondo immaginario di Masami Kurumada, anche se almeno possono vantarsi, cosa più unica che rara, dell'apporto nello staff dello stesso autore originale, che nel realizzare nuove armature e personaggi trova, sul finire degli anni Ottanta, nuovi spunti per il prosieguo del suo manga ancora in corso di serializzazione su rivista.
La dea della discordia, il primo di essi, è sicuramente fatto con poca cura, corto e sbrigativo, ma in esso Kurumada inventa due avversari che ispireranno sia lui per il fumetto sia Toei Animation per la serie tv: sono Maya della Freccia e Orfeo della Lira. Il primo è il precursore - di cui possiede anche lo stesso attacco, "Hunting Arrow Express" - del Silver Saint Tramy della medesima costellazione, conosciuto dal lettore/spettatore come lo sgherro che colpisce Atena con una freccia all'entrata delle Dodici Case del Santuario. Il secondo, invece, malinconico individuo equipaggiato con il letale strumento musicale, sarà la primaria fonte di influenza per lo stesso Orfeo che apparirà nella saga di Ade, nonché per il God Saint Mime della stella Benetnasch che Shun, sempre lui, affronta nella saga filler di Asgard. Questi gli unici meriti di un film che, se almeno è tecnicamente superiore alla serie tv (ma questo è il minimo, considerando che si parla di prodotto nato per il cinema), è da dimenticare tout court nel resto. Il suo massimo difetto risiede nelle caratterizzazioni non pervenute di tutti i personaggi del cast, protagonisti compresi. Prezzo da pagare per la sua durata minimale di appena 45 minuti, meno di due episodi televisivi, in cui cerca di scrivere una trama, infarcirla di combattimenti e risolvere tutto con uno scontro finale.
Il risultato non può che essere mediocre, con i cinque guerrieri di Eris che assurgono a pura carne da macello, mono-caratterizzati e insignificanti, abbattuti nell'arco di poco più di 4 minuti dagli eroi invincibili. Peccato che questi ultimi, escluso il protagonista Seiya, siano altrettanto scandalosi: dopo la loro velocissima battaglia spariscono dalle scene per non farvi più ritorno (memorabile la parte di Shun, il cui ruolo consiste nel recitare due parole in croce e venire annientato in un colpo solo da Orfeo, senza attaccare neanche una volta). Degno della bruttezza dei combattimenti, se possibile, anche lo sviluppo della "trama", che diventa, per la sua banalità, il canovaccio predefinito di quasi tutti i film successivi: una divinità prende possesso del corpo di un amico degli eroi (in questo caso la ragazza innamorata di Hyoga), e, con l'ausilio di questo nuovo alleato e dei suoi sacri guerrieri, rapisce Atena minacciandole la vita. A salvarla arrivano i cinque eroi, che annientano gli inutili guerrieri del dio in questione e Seiya lo sconfigge con un colpo solo, facendo ricorso alla solita forza del cameratismo e a quella, meno ridicola, dell'armatura d'oro del Sagittario, destinata a correre sempre in suo soccorso all'ultimo istante per chissà che motivo. Altri cliché inaugurati nei film sono sicuramente la consueta scenetta di Shun annientato dal nemico di turno e salvato da suo fratello Ikki, così come il più forte dei Saint nemici che da solo sconfigge quasi tutti gli eroi proteggendo il suo signore nella battaglia finale, prima di conoscere anche lui la rabbia di Seiya e dell'armatura d'oro.
Una "storia" ridotta ai minimi termini, sia in questo caso sia in quello dei successivi lungometraggi, altri non è che un pretesto per fare scontrare gli eroi con i soliti tirapiedi del cattivo, per mostrare nuove armature appariscenti e nuovi Saint. Poco importa, quindi, se ai fini di continuity è impossibile tenere conto degli avvenimenti di questi film, dove le armature dei protagonisti finiscono sempre a pezzi - e, come sa il fan, non possono venire ricostruite facilmente - o il resistentissimo scudo di Shiryu disintegrato dal primo Ghost Saint che passa. Quello che chiedono gli appassionati e che Toei vende loro sono azione incessante, gli splendidi disegni di Shingo Araki, l'epica colonna sonora di Seiji Yokoyama che snocciola pezzi inediti, le animazioni fluidissime e di grande fisicità, copiose scene splatter e fondali mangniloquenti, dati da arene di lotta ricavate da desolate architetture greche provenienti da un passato lontanissimo e dimenticato - e chi se ne importa se è ridicolo l'assunto che i Greci abbiano eretto santuari alla dea della discordia in Giappone! Del tutto irrilevanti sono anche i pretesti usati per ogni nuova puntata filmica, come in questo caso l'accennata love story tra Hyoga ed Eri, inventata per chissà quale motivo, visto che la cosa non ha la minima conseguenza sull'intreccio, tanto che i due neanche si scambiano una sola parola dopo la possessione di lei.
La dea della discordia è sicuramente una visione futile, ma per quegli ingredienti irresistibili appena accennati e il gran ritmo si fa apprezzare ugualmente, facendo rimpiangere solo la durata fin troppo esigua dei combattimenti. Il film è apprezzabile, nonostante le oggettive deficienze, da parte di fan, anche se questo non giustifica la minima cura in esso riversata da Toei Animation.
Nota: un plauso all'edizione italiana in DVD a opera di Yamato Video, che oltre a contemplare il doppiaggio storico italiano, come al solito fedele ai dettami aulici di Enrico Carabelli, reintegra anche il ridoppiaggio operato anni prima dalla defunta Dynamic Italia, fedelissimo ai dialoghi originali e oltretutto ben interpretato, con voci finalmente azzeccate e in linea con quelle giovanili originali. Questa l'unica versione per cui valga la pena vedere il film.
Come qualsiasi gallina dalle uova d'oro, anche la serie animata di Saint Seiya cade per forza, nel suo periodo di massimo successo, sotto le grinfie commerciali Toei Animation, a suo agio nel mungere all'infinito brand popolari per ricavarci, come nel caso di "Dragon Ball" e "Captain Tsubasa", lungometraggi celebrativi assolutamente inutili, spesso mal fatti e palesemente fuori continuity. È anche il caso di quelli basati sul mondo immaginario di Masami Kurumada, anche se almeno possono vantarsi, cosa più unica che rara, dell'apporto nello staff dello stesso autore originale, che nel realizzare nuove armature e personaggi trova, sul finire degli anni Ottanta, nuovi spunti per il prosieguo del suo manga ancora in corso di serializzazione su rivista.
La dea della discordia, il primo di essi, è sicuramente fatto con poca cura, corto e sbrigativo, ma in esso Kurumada inventa due avversari che ispireranno sia lui per il fumetto sia Toei Animation per la serie tv: sono Maya della Freccia e Orfeo della Lira. Il primo è il precursore - di cui possiede anche lo stesso attacco, "Hunting Arrow Express" - del Silver Saint Tramy della medesima costellazione, conosciuto dal lettore/spettatore come lo sgherro che colpisce Atena con una freccia all'entrata delle Dodici Case del Santuario. Il secondo, invece, malinconico individuo equipaggiato con il letale strumento musicale, sarà la primaria fonte di influenza per lo stesso Orfeo che apparirà nella saga di Ade, nonché per il God Saint Mime della stella Benetnasch che Shun, sempre lui, affronta nella saga filler di Asgard. Questi gli unici meriti di un film che, se almeno è tecnicamente superiore alla serie tv (ma questo è il minimo, considerando che si parla di prodotto nato per il cinema), è da dimenticare tout court nel resto. Il suo massimo difetto risiede nelle caratterizzazioni non pervenute di tutti i personaggi del cast, protagonisti compresi. Prezzo da pagare per la sua durata minimale di appena 45 minuti, meno di due episodi televisivi, in cui cerca di scrivere una trama, infarcirla di combattimenti e risolvere tutto con uno scontro finale.
Il risultato non può che essere mediocre, con i cinque guerrieri di Eris che assurgono a pura carne da macello, mono-caratterizzati e insignificanti, abbattuti nell'arco di poco più di 4 minuti dagli eroi invincibili. Peccato che questi ultimi, escluso il protagonista Seiya, siano altrettanto scandalosi: dopo la loro velocissima battaglia spariscono dalle scene per non farvi più ritorno (memorabile la parte di Shun, il cui ruolo consiste nel recitare due parole in croce e venire annientato in un colpo solo da Orfeo, senza attaccare neanche una volta). Degno della bruttezza dei combattimenti, se possibile, anche lo sviluppo della "trama", che diventa, per la sua banalità, il canovaccio predefinito di quasi tutti i film successivi: una divinità prende possesso del corpo di un amico degli eroi (in questo caso la ragazza innamorata di Hyoga), e, con l'ausilio di questo nuovo alleato e dei suoi sacri guerrieri, rapisce Atena minacciandole la vita. A salvarla arrivano i cinque eroi, che annientano gli inutili guerrieri del dio in questione e Seiya lo sconfigge con un colpo solo, facendo ricorso alla solita forza del cameratismo e a quella, meno ridicola, dell'armatura d'oro del Sagittario, destinata a correre sempre in suo soccorso all'ultimo istante per chissà che motivo. Altri cliché inaugurati nei film sono sicuramente la consueta scenetta di Shun annientato dal nemico di turno e salvato da suo fratello Ikki, così come il più forte dei Saint nemici che da solo sconfigge quasi tutti gli eroi proteggendo il suo signore nella battaglia finale, prima di conoscere anche lui la rabbia di Seiya e dell'armatura d'oro.
Una "storia" ridotta ai minimi termini, sia in questo caso sia in quello dei successivi lungometraggi, altri non è che un pretesto per fare scontrare gli eroi con i soliti tirapiedi del cattivo, per mostrare nuove armature appariscenti e nuovi Saint. Poco importa, quindi, se ai fini di continuity è impossibile tenere conto degli avvenimenti di questi film, dove le armature dei protagonisti finiscono sempre a pezzi - e, come sa il fan, non possono venire ricostruite facilmente - o il resistentissimo scudo di Shiryu disintegrato dal primo Ghost Saint che passa. Quello che chiedono gli appassionati e che Toei vende loro sono azione incessante, gli splendidi disegni di Shingo Araki, l'epica colonna sonora di Seiji Yokoyama che snocciola pezzi inediti, le animazioni fluidissime e di grande fisicità, copiose scene splatter e fondali mangniloquenti, dati da arene di lotta ricavate da desolate architetture greche provenienti da un passato lontanissimo e dimenticato - e chi se ne importa se è ridicolo l'assunto che i Greci abbiano eretto santuari alla dea della discordia in Giappone! Del tutto irrilevanti sono anche i pretesti usati per ogni nuova puntata filmica, come in questo caso l'accennata love story tra Hyoga ed Eri, inventata per chissà quale motivo, visto che la cosa non ha la minima conseguenza sull'intreccio, tanto che i due neanche si scambiano una sola parola dopo la possessione di lei.
La dea della discordia è sicuramente una visione futile, ma per quegli ingredienti irresistibili appena accennati e il gran ritmo si fa apprezzare ugualmente, facendo rimpiangere solo la durata fin troppo esigua dei combattimenti. Il film è apprezzabile, nonostante le oggettive deficienze, da parte di fan, anche se questo non giustifica la minima cura in esso riversata da Toei Animation.
Nota: un plauso all'edizione italiana in DVD a opera di Yamato Video, che oltre a contemplare il doppiaggio storico italiano, come al solito fedele ai dettami aulici di Enrico Carabelli, reintegra anche il ridoppiaggio operato anni prima dalla defunta Dynamic Italia, fedelissimo ai dialoghi originali e oltretutto ben interpretato, con voci finalmente azzeccate e in linea con quelle giovanili originali. Questa l'unica versione per cui valga la pena vedere il film.
"I Cavalieri dello Zodiaco" (in lingua originale: "Saint Seya") hanno anche una serie di numerosi OAV. Questa volta il titolo da me recensito è "La Dea della Discordia": finalmente uno scontro tra Dee parenti (in quanto una prozia e l'altra nipote, anche se, trattandosi di divinità, l'età non conta).
L'OAV può essere visto comunque, dato che la storia si rivela parallela a quella principale e non di completamento, poiché narra tutt'altro. L'OAV è consigliato, come tutta la serie, agli amanti dei combattimenti, dei superpoteri e dell'azione.
La storia narra delle imprese dei nostri cinque eroi contro Eris, la Dea della Discordia: per capirci, colei che con la sua Mela d'Oro scatenò la guerra di Troia. I protagonisti sono tutti e cinque gli eroi, tuttavia, finalmente Crystal trova un'amore, anche se sfortunato in quanto si rivelerà il contenitore corporeo di Eris, e Athena non si ficca nei guai da sola in quanto viene rapita.
I disegni sono in linea con quelli dell'anime, il sonoro anche, ma la storia ha bei colpi di scena fino alla fine. Inoltre i personaggi dei Ghost Five sono davvero trattati bene e sono una bella novità.
Il punto di vista è da spettatori rispetto alla storia dei cavalieri, in particolare alla storia di Eris che si sente derubata da Athena. A mio parere la narrazione è organica anche se non lineare, non va in parallelo o non ha connessione connessione né con il manga né, tanto meno, con l'anime.
Storia affascinante, nuovi personaggi, discordie e tradimento: do un bel 8.
L'OAV può essere visto comunque, dato che la storia si rivela parallela a quella principale e non di completamento, poiché narra tutt'altro. L'OAV è consigliato, come tutta la serie, agli amanti dei combattimenti, dei superpoteri e dell'azione.
La storia narra delle imprese dei nostri cinque eroi contro Eris, la Dea della Discordia: per capirci, colei che con la sua Mela d'Oro scatenò la guerra di Troia. I protagonisti sono tutti e cinque gli eroi, tuttavia, finalmente Crystal trova un'amore, anche se sfortunato in quanto si rivelerà il contenitore corporeo di Eris, e Athena non si ficca nei guai da sola in quanto viene rapita.
I disegni sono in linea con quelli dell'anime, il sonoro anche, ma la storia ha bei colpi di scena fino alla fine. Inoltre i personaggi dei Ghost Five sono davvero trattati bene e sono una bella novità.
Il punto di vista è da spettatori rispetto alla storia dei cavalieri, in particolare alla storia di Eris che si sente derubata da Athena. A mio parere la narrazione è organica anche se non lineare, non va in parallelo o non ha connessione connessione né con il manga né, tanto meno, con l'anime.
Storia affascinante, nuovi personaggi, discordie e tradimento: do un bel 8.
Vidi questo primo OAV de "I cavalieri dello zodiaco" tanti anni fa, nei bei tempi in cui una rete locale trasmetteva un OAV, di anime dei più svariati generi, una volta alla settimana la domenica pomeriggio.
Degli OAV realizzati finora sui cavalieri e che io ho visto, "La dea della discordia" è per me al 2° posto. I combattimenti non sono nulla di eccezionale rispetto a quelli che vediamo nella serie (anche se è comprensibile, considerando che devono essere concentrati tutti in circa un'ora di film), però c'è di positivo che stavolta Isabel non si va a cacciare nei guai di sua volontà come sua abitudine, ma è rapita, poverina.
Bello il personaggio di Daisy, peccato che appaia solo in questa circostanza, anche perché pure Crystal meriterebbe una compagnia femminile, poverino.
Il mio voto è 8,5, ma dato che non esiste scrivo 9.
Degli OAV realizzati finora sui cavalieri e che io ho visto, "La dea della discordia" è per me al 2° posto. I combattimenti non sono nulla di eccezionale rispetto a quelli che vediamo nella serie (anche se è comprensibile, considerando che devono essere concentrati tutti in circa un'ora di film), però c'è di positivo che stavolta Isabel non si va a cacciare nei guai di sua volontà come sua abitudine, ma è rapita, poverina.
Bello il personaggio di Daisy, peccato che appaia solo in questa circostanza, anche perché pure Crystal meriterebbe una compagnia femminile, poverino.
Il mio voto è 8,5, ma dato che non esiste scrivo 9.
Sia chiaro: detesto quasi a priori qualsiasi cosa sia stato fatto su Saint Seiya che non abbia come oggetto la battaglia attraverso le 12 case, anche se, chissà perché, continuo a guardarlo. E' tutto estremamente ripetitivo e privo della benché minima originalità. Finita la guerra civile, i cavalieri cominciano a prendersela con tutte le diverse divinità del cielo: oddio, in realtà non sono mai loro ad attaccare briga, ma in fondo è così che va. In questo OAV è il turno della dea della discordia coi suoi tirapiedi.
Riconosco il fatto che una serie di successo genera aspettative per dei sequel e che tanto più grande è la richiesta tanto più sarà l'interesse commerciale a produrli: in sostanza siamo vittime di un male che noi stessi generiamo. A volte il gioco vale anche la candela: ci costringiamo a vedere episodi veramente pessimi per poi essere però ricompensati con altri più degni di nota. Ma non è questo il caso, qui subiamo e basta.
Che dire di questo OAV oltre che è proprio proprio brutto? La trama è sempre la stessa, Athena è in pericolo i cavalieri affrontano il solito percorsi a ostacoli per salvarla, i cavalieri d'oro sono inerti o accumulano figure di m... ecc. ecc.
Ora dico: va bene le esigenze commerciali di cui sopra, ma trovare qualcuno con uno straccio d'idea un po' diversa dal solito è così difficile?
Se volete un consiglio non guardate 'sto OAV nemmeno sotto tortura.
Riconosco il fatto che una serie di successo genera aspettative per dei sequel e che tanto più grande è la richiesta tanto più sarà l'interesse commerciale a produrli: in sostanza siamo vittime di un male che noi stessi generiamo. A volte il gioco vale anche la candela: ci costringiamo a vedere episodi veramente pessimi per poi essere però ricompensati con altri più degni di nota. Ma non è questo il caso, qui subiamo e basta.
Che dire di questo OAV oltre che è proprio proprio brutto? La trama è sempre la stessa, Athena è in pericolo i cavalieri affrontano il solito percorsi a ostacoli per salvarla, i cavalieri d'oro sono inerti o accumulano figure di m... ecc. ecc.
Ora dico: va bene le esigenze commerciali di cui sopra, ma trovare qualcuno con uno straccio d'idea un po' diversa dal solito è così difficile?
Se volete un consiglio non guardate 'sto OAV nemmeno sotto tortura.
Questa prima pellicola cinematografica dedicata a I Cavalieri dello Zodiaco riassume, nel giro di 45 minuti circa, i tratti salienti che caratterizzano questa serie, e cioè l'apparizione di un nuovo nemico che può contare su una schiera di guerrieri a lui fedeli, ma che viene infine facilmente sconfitto grazie alla comparsa dell'armatura d'oro del Sagittario, che giunge in soccorso di Pegasus, l'eroe in cui sono riposte le speranze di salvezza dell'intera umanità.
Il preludio alla battaglia è molto simpatico in quanto è ambientato nel collegio St. George, dove i nostri beniamini trovano un attimo di svago trascorrendo momenti spensierati in compagnia dei piccoli orfani e fanno la conoscenza di Daisy, una nuova educatrice, di cui fra l'altro Crystal si invaghisce. Daisy in realtà è destinata a ospitare nel suo corpo Eris, la dea della Discordia, e ciò avviene quando entra in possesso della Mela della Discordia, caduta come una cometa dal cielo. In seguito, riunisce attorno a sé i Ghost Five, dei guerrieri richiamati alla vita grazie ai suoi poteri.
I combattimenti che i nostri eroi ingaggiano con questi Ghost Five sono brevi e di non particolare rilievo, fatta eccezione quelli con Orfeo della Lira e con Serian di Orione. In particolare degna di nota è la lotta che Andromeda sostiene con Orfeo: sarà solo per il fascino esercitato da quest'ultimo che, oltre a essere identico in tutto e per tutto al mitico Mime di Benetnash, ha anche la sua stessa voce, cioè quella del venerabile Enrico Carabelli.
Ultima nota di merito spetta alla colonna sonora, le cui tracce sono contenute perlopiù nel secondo CD dedicato alle musiche presenti nell'anime de I Cavalieri dello Zodiaco. A mio parere, il migliore BGM è sicuramente quello intitolato "Jaakushin Eris", ossia "Eris, Divinità malvagia", perché rende perfettamente l'atmosfera magica che si respira quando la Mela d'Oro cade dal cielo stellato sulla Terra.
Il preludio alla battaglia è molto simpatico in quanto è ambientato nel collegio St. George, dove i nostri beniamini trovano un attimo di svago trascorrendo momenti spensierati in compagnia dei piccoli orfani e fanno la conoscenza di Daisy, una nuova educatrice, di cui fra l'altro Crystal si invaghisce. Daisy in realtà è destinata a ospitare nel suo corpo Eris, la dea della Discordia, e ciò avviene quando entra in possesso della Mela della Discordia, caduta come una cometa dal cielo. In seguito, riunisce attorno a sé i Ghost Five, dei guerrieri richiamati alla vita grazie ai suoi poteri.
I combattimenti che i nostri eroi ingaggiano con questi Ghost Five sono brevi e di non particolare rilievo, fatta eccezione quelli con Orfeo della Lira e con Serian di Orione. In particolare degna di nota è la lotta che Andromeda sostiene con Orfeo: sarà solo per il fascino esercitato da quest'ultimo che, oltre a essere identico in tutto e per tutto al mitico Mime di Benetnash, ha anche la sua stessa voce, cioè quella del venerabile Enrico Carabelli.
Ultima nota di merito spetta alla colonna sonora, le cui tracce sono contenute perlopiù nel secondo CD dedicato alle musiche presenti nell'anime de I Cavalieri dello Zodiaco. A mio parere, il migliore BGM è sicuramente quello intitolato "Jaakushin Eris", ossia "Eris, Divinità malvagia", perché rende perfettamente l'atmosfera magica che si respira quando la Mela d'Oro cade dal cielo stellato sulla Terra.
Primo lungometraggio dedicato ai Cavalieri dello Zodiaco, "I Cavalieri dello Zodiaco - La Dea della Discordia" è un OAV di 45 minuti disegnato dal bravissimo Shingo Araki. La storia è molto semplice: Discordia, liberatasi dalla cometa che la imprigionava, s'impossessa del corpo di una ragazza e, tramite lei, rapisce Lady Isabel per rubarle la sua essenza divina con lo scopo di ritornare a piena vita. I nostri cinque eroi si troveranno quindi ad affrontare i Ghost Saints, resuscitati da discordia, per salvare la loro dea.
Sebbene la storia sia interessante, il poco tempo a disposizione non permette di svilupparla a dovere. Così gli scontri sono risibili, in quanto vengono usati tutti i tipici cliché made in Toei e non (Andromeda salvato da Phoenix, Pegasus affronta il primo e ultimo avversario, Crystal affronta un guerriero legato alle energie fredde ecc.) e nessuno dei nemici, tranne forse l'ultimo, risulta particolarmente pericoloso. Tuttavia il film incarna tutti i principi cardine della serie, sviluppandoli nel loro schema più classico e quindi più apprezzabile. Nel complesso questo è un gradevolissimo maxi-episodio, consigliato soprattutto a chi si approccia per la prima volta alla serie.
Sebbene la storia sia interessante, il poco tempo a disposizione non permette di svilupparla a dovere. Così gli scontri sono risibili, in quanto vengono usati tutti i tipici cliché made in Toei e non (Andromeda salvato da Phoenix, Pegasus affronta il primo e ultimo avversario, Crystal affronta un guerriero legato alle energie fredde ecc.) e nessuno dei nemici, tranne forse l'ultimo, risulta particolarmente pericoloso. Tuttavia il film incarna tutti i principi cardine della serie, sviluppandoli nel loro schema più classico e quindi più apprezzabile. Nel complesso questo è un gradevolissimo maxi-episodio, consigliato soprattutto a chi si approccia per la prima volta alla serie.
Grazie al successo riscosso dalla serie televisiva in molti paesi del mondo, viene prodotto il primo lungometraggio dedicato alle vicende del protagonista Seiya e dei suoi compagni.
Oav non in continuità con la saga originale, offre combattimenti molto spettacolari che già avevano trovato un largo e popolare consenso in seno alla serie televisiva trasmessa in quegli anni.
Il film venne trasmesso per la prima volta in Giappone nel 1987, parallelamente agli episodi riguardanti la saga del Grande Tempio.
La lunghezza moderata del film non approfondisce più di tanto la trama, privando gli spettatori degli spettacolari momenti di caratterizzazione che avevano contribuito al successo della serie. Troviamo semmai un susseguirsi di combattimenti tra Saints in un lasso di tempo ridotto, la cui spettacolarità si basa soprattutto sulla velocità di scontro. Il nemico stavolta è rappresentato da una divinità nemica di Athena fin dai tempi della mitologia, quando nel bel mezzo di un banchetto tra dei, e irata per non aver ricevuto inviti a parteciparvi, Eris, dea della Discordia, lanciò un pomo d’oro, origine delle annose contese tre Era, Athena e Afrodite… questo stesso pomo d’oro nel film diviene l’emblema affascinante di una divinità infera, che si risveglia nel cuore della notte, rivendicando a sé la vita di cavalieri che hanno donato a lei la propria anima pur di tornare a vedere la luce del sole e di scappare agli orrori del regno dei morti.
Il contrasto tra la luce solare della Tokyo dove giocano i bambini del collegio Saint Charles e la penombra del tempio di Eris, risorto tra le rovine di antiche civiltà è affascinante, così come sono affascinanti i saints decaduti che combattono per la dea della Discordia: uomini che in passato furono dotati di onore e gloria in battaglia adesso sono disposti all’infamia pur di sfuggire all’oblio che tutto cancella. Figure di eroi mitici affascinanti come quella di Orpheo; il suo vago profilo si coglie nello scontro con Ikki/Phoenix, il cui pugno diabolico ne riporta alla mente la vita da musico greco...
Il contrasto tra luce ed ombra, tra la luce dei luminosi cosmi dei Saints di Atena e le ombre dei cavalieri di Eris sorti dalle oscure profondità della terra ripercorre sul piano simbolico l’annoso contrasto tra luce e tenebre, tra bene e male.
La trama, rispetto agli altri oav che verranno di seguito, non presenta però elementi molto emozionanti, e forse ciò è dovuto soprattutto alla brevità della durata, per cui troviamo tantissimi spunti che però non vengono molto approfonditi. La carenza della trama invece viene compensata con un comparto tecnico perfetto, curato da nomi che avevano già dato modo di dimostrare le proprie virtù durante la trasmissione della serie classica.
La direzione delle animazioni, come il character design sono di altissima qualità, rappresentano davvero la perfezione di quegli anni e i nomi di Shingo Araki e di Michi Imeno dopo quest’opera passeranno alla storia, lasciando un profondo segno. La sceneggiatura ci presenta fondali splendidi nelle immagini del santuario di Discordia, che evocano il fascino dell'antica Grecia.
La regia, nonostante la carenza di profondità della trama, rivela ancora una volta la bravura di Kozo Morishita, il cui modo di condurre gli scontri toccata e fuga tra saints è davvero spettacolare, confermando la giusta fama che aveva già raggiunto con la direzione di alcuni episodi della serie animata.
Ed il tocco finale va alle splendide note di Seiji Yokoyama, che con grande maestria accompagnano alla perfezione gli scontri tra eroi di divinità nemiche… note cupe, piene di grave solennità si alternano alle note solari e leggere che accompagnano la vittoria della giustizia grazie ai valori dell’amicizia e dell’amore.
L’opera dunque è tecnicamente perfetta, ma non può meritare un voto molto alto perché non apporta nulla di emozionante alla trama, che invece nell’anime a episodi era stata davvero articolata e piena di tensione e di suspense. Non potendo dunque colpire lo spettatore come aveva fatto egregiamente la serie televisiva, il lungometraggio merita un voto che premi soprattutto la perfezione tecnica. Tuttavia proprio per questo motivo è un film da guardare soprattutto per farsi trasportare dalla visione dei colori vividi dell’animazione degli anni ’80 unita alla leggerezza e alla grazia dei corpi disegnati dalla coppia Araki /Imeno.
Oav non in continuità con la saga originale, offre combattimenti molto spettacolari che già avevano trovato un largo e popolare consenso in seno alla serie televisiva trasmessa in quegli anni.
Il film venne trasmesso per la prima volta in Giappone nel 1987, parallelamente agli episodi riguardanti la saga del Grande Tempio.
La lunghezza moderata del film non approfondisce più di tanto la trama, privando gli spettatori degli spettacolari momenti di caratterizzazione che avevano contribuito al successo della serie. Troviamo semmai un susseguirsi di combattimenti tra Saints in un lasso di tempo ridotto, la cui spettacolarità si basa soprattutto sulla velocità di scontro. Il nemico stavolta è rappresentato da una divinità nemica di Athena fin dai tempi della mitologia, quando nel bel mezzo di un banchetto tra dei, e irata per non aver ricevuto inviti a parteciparvi, Eris, dea della Discordia, lanciò un pomo d’oro, origine delle annose contese tre Era, Athena e Afrodite… questo stesso pomo d’oro nel film diviene l’emblema affascinante di una divinità infera, che si risveglia nel cuore della notte, rivendicando a sé la vita di cavalieri che hanno donato a lei la propria anima pur di tornare a vedere la luce del sole e di scappare agli orrori del regno dei morti.
Il contrasto tra la luce solare della Tokyo dove giocano i bambini del collegio Saint Charles e la penombra del tempio di Eris, risorto tra le rovine di antiche civiltà è affascinante, così come sono affascinanti i saints decaduti che combattono per la dea della Discordia: uomini che in passato furono dotati di onore e gloria in battaglia adesso sono disposti all’infamia pur di sfuggire all’oblio che tutto cancella. Figure di eroi mitici affascinanti come quella di Orpheo; il suo vago profilo si coglie nello scontro con Ikki/Phoenix, il cui pugno diabolico ne riporta alla mente la vita da musico greco...
Il contrasto tra luce ed ombra, tra la luce dei luminosi cosmi dei Saints di Atena e le ombre dei cavalieri di Eris sorti dalle oscure profondità della terra ripercorre sul piano simbolico l’annoso contrasto tra luce e tenebre, tra bene e male.
La trama, rispetto agli altri oav che verranno di seguito, non presenta però elementi molto emozionanti, e forse ciò è dovuto soprattutto alla brevità della durata, per cui troviamo tantissimi spunti che però non vengono molto approfonditi. La carenza della trama invece viene compensata con un comparto tecnico perfetto, curato da nomi che avevano già dato modo di dimostrare le proprie virtù durante la trasmissione della serie classica.
La direzione delle animazioni, come il character design sono di altissima qualità, rappresentano davvero la perfezione di quegli anni e i nomi di Shingo Araki e di Michi Imeno dopo quest’opera passeranno alla storia, lasciando un profondo segno. La sceneggiatura ci presenta fondali splendidi nelle immagini del santuario di Discordia, che evocano il fascino dell'antica Grecia.
La regia, nonostante la carenza di profondità della trama, rivela ancora una volta la bravura di Kozo Morishita, il cui modo di condurre gli scontri toccata e fuga tra saints è davvero spettacolare, confermando la giusta fama che aveva già raggiunto con la direzione di alcuni episodi della serie animata.
Ed il tocco finale va alle splendide note di Seiji Yokoyama, che con grande maestria accompagnano alla perfezione gli scontri tra eroi di divinità nemiche… note cupe, piene di grave solennità si alternano alle note solari e leggere che accompagnano la vittoria della giustizia grazie ai valori dell’amicizia e dell’amore.
L’opera dunque è tecnicamente perfetta, ma non può meritare un voto molto alto perché non apporta nulla di emozionante alla trama, che invece nell’anime a episodi era stata davvero articolata e piena di tensione e di suspense. Non potendo dunque colpire lo spettatore come aveva fatto egregiamente la serie televisiva, il lungometraggio merita un voto che premi soprattutto la perfezione tecnica. Tuttavia proprio per questo motivo è un film da guardare soprattutto per farsi trasportare dalla visione dei colori vividi dell’animazione degli anni ’80 unita alla leggerezza e alla grazia dei corpi disegnati dalla coppia Araki /Imeno.
Il primo OAV dedicato a Saint Seiya, narra un episodio inedito, poiché non narrato né nella serie TV né nel manga, e di difficile collocazione all'interno della continuity, tutte particolarità che si ripeteranno anche negli OAV successivi, eccettuato l' ultimo. Il film ripete su scala ridotta il canovaccio generale della serie TV, con i Sacri Guerrieri della dea Athena impegnati in una corsa contro il tempo per salvarle la vita. A causa della brevità dell' OAV, i combattimenti sono molto più sbrigativi di quanto visto nella serie, con scontri che si risolvono nel giro di pochi minuti, e soltanto il duello finale gode di una certa lunghezza. Tuttavia la regia ha compiuto un lavoro magistrale, riuscendo a renderli comunque funzionali e a non offuscare le caratteristiche principali dei protagonisti, che risaltano comunque nonostante il breve tempo di permanenza su schermo. L' OAV è inoltre imperdibile poiché consente di vedere un' intera avventura dei Cavalieri totalmente realizzata dalla coppia di disegnatori principe della serie, Araki e Himeno, ed ammirare così i Sacri Guerrieri in tutto il loro splendore, anche se in questo OAV i due non hanno ancora raggiunto i picchi qualitativi che toccheranno negli OAV successivi e nella seconda parte della serie TV. Grazie alla recente edizione in DVD di Yamato, possiamo goderci l' avventura con ben tre tracce audio, la prima secondo il doppiaggio storico, la seconda con un nuovo doppiaggio fedele all' adattamento originale, la terza in originale jap puro e semplice. Entrambi i doppiaggi italiani sono splendidamente realizzati. I Fan dei CdZ non dovrebbero perderselo, mentre gli altri potrebbero rimanere delusi dalla brevità della vicenda, ma in ogni caso trattandosi di un OAV splendidamente disegnato e sceneggiato non è una cattiva idea vederselo.
La mia prima recensione la dedico al primo film cinematografico dei Cavalieri dello Zodiaco, visto per bene solo qualche giorno fa...
La trama è quella che conosciamo, con Atena - Lady Isabel in pericolo e i nostri pronti a tutto pur di salvarla prima che tramonti il sole...
Interessanti però, accanto agli ottimi disegni della coppia collaudata Araki - Imeno, gli spunti nuovi che il film offre: il personaggio di Daisy e il suo rapporto con Cristal, l'apparizione di Orfeo, che anticipa tanto Mime quanto l'Orfeo della serie di Hades, il cavaliere Lesia molto simile al Beteljeuse della serie classica. Tanti spunti da cercare e comparare...
Insomma gli appassionati dei Cavalieri dello Zodiaco non possono perdere questo film!
La trama è quella che conosciamo, con Atena - Lady Isabel in pericolo e i nostri pronti a tutto pur di salvarla prima che tramonti il sole...
Interessanti però, accanto agli ottimi disegni della coppia collaudata Araki - Imeno, gli spunti nuovi che il film offre: il personaggio di Daisy e il suo rapporto con Cristal, l'apparizione di Orfeo, che anticipa tanto Mime quanto l'Orfeo della serie di Hades, il cavaliere Lesia molto simile al Beteljeuse della serie classica. Tanti spunti da cercare e comparare...
Insomma gli appassionati dei Cavalieri dello Zodiaco non possono perdere questo film!
Per la prima volta il mito di Saint Seya viene trasportato sullo schermo cinematografico. Questo è il primo film dei nostri eroici cavalieri. Questa pellicola porta con se tutti i pregi e i difetti dei titoli dedicati ai cavalieri di bronzo. La trama scontata e banale, eventi ripetitivi e sconclusionati, combattimenti veloci e in molti casi assurdi. Però è il primo film perciò detiene il pregio di non aver copiato ma creato lo schema madre di tutti i film successivi. Il nemico di turno è la dea della discordia che si impossessa di una ragazza (Daisy) per portare morte e distruzione nel mondo. I Cavalieri, dopo mille e mille botte subite, si risvegliano dal coma e battono tutti i nemici. Normale routine. Questo lavoro comunque si fa apprezzare particolarmente per una cura tecnica superiore alla media. Del chara design di Shingo Araki e Miki Himeno non ci si può lamentare perchè trova una dimensione veramente ottima. Mai le armature hanno brillato così tanto di luce propria. Le animazioni sono buone e i combattimenti risultano piacevoli anche se non toccano mai l'epicità della serie. Alla regia troviamo il solito Kozo Morishita che grazie alla sua tecnica dona un dinamismo eccezionale alle scene. Zoom, carrellate, panoramiche sono il pane quotidiano di un regista che ha fatto la fortuna di questa serie. Per il resto tutto rientra nella norma.
Nessuna rivoluzione, se siete degli appassionati dovete assolutamente dare una visione a questo film.
Nessuna rivoluzione, se siete degli appassionati dovete assolutamente dare una visione a questo film.
Il primo film cinematografico su "Saint Seiya" è uno spettacolo visivo che di certo non lascia indifferenti. Il tratto di Shingo Araki e Miki Himeno è qualcosa di meraviglioso. La storia di per sé è carina, ambientata in luoghi molto ben realizzati: interessante è la possessione di Daisy da parte di Discordia e il legame "speciale" ma solo accennato che nasce tra la stessa ragazza e Crystal. Unica pecca è la brevità degli scontri, che si susseguono senza sosta, a volte anche sin troppo brevi: allungare un po' la durata del film per svilupparli meglio non sarebbe stata una cattiva idea. E' l'ultima volta di Carabelli come direttore di doppiaggio della versione italiana: infatti, dei quattro film usciti fino ad ora questo è sicuramente quello doppiato meglio sia come adattamento che come interpretazione dei personaggi. Interessante è l'effetto del "parlato sopra" in scene che in originale sono piatte e senza mordente. Un bell'otto pieno: consigliato.
Episodio con un'ottima colorazione che esalta meglio le vecchie armature dei cavalieri, ma un pò ripetitivo nelle battaglie e nel canovaccio rispetto alla serie animata. E' l'ultima volta in cui si può ascoltare Carabelli prima della sua scomparsa, doppia Orfeo della Lira cantori. I fondali sono ben realizzati, ma mancano dell'esaltazione dei luoghi dove si svolgono le scene come accade in episodi cardine della serie. Personaggio apprezzabile è Daisy, che viene posseduta dalla dea della discordia ed ha una "relazione" con Cristal. E senza dubbio il motivo inedito per cui va visto questo film.