Gaiking
“Gaiking, il Robot Guerriero” (in originale “Daiku Maryu Gaiking”) è un anime mecha composto da 44 episodi, andato in onda tra il 1976 e il 1977, animato da Toei Animation e arrivato qua in Italia nel 1979, in un periodo in cui le reti televisive italiane erano piene zeppe di serie mecha del calibro di “Ufo Robot Goldrake”, “Jeeg Robot d’Acciaio” “Il Grande Mazinga”, “Danguard A” e così via.
E’ molto particolare la storia della genesi e della creazione di questa serie.
Dopo il successo riscosso, negli anni precedenti, con gli adattamenti animati delle serie mecha di Go Nagai, per la prima volta Toei ha intenzione di creare una serie da zero, senza prendere come riferimento un manga o un soggetto originale da cui trarre gli avvenimenti. Perciò, riunisce un gruppo di designer ed animatori (come Akio Sugino, che si occuperà del character design, o Dan Kobayashi, che ricoprirà il mecha design) tra cui vi è anche Nagai. Si dice che l’idea originale della serie (non è chiaro se fosse relativa al mecha design generale o del Gaiking in specifico, oppure relativa all’intera storia) fosse stata creata da Go Nagai, ma che poi questo fosse stato escluso in seguito dai crediti e dai diritti di copyright, provocando così una diatriba, ed una rottura, tra Nagai e lo studio di animazione (che durerà fino ai primi anni novanta) e un abbandono ai diritti della serie. Nonostante ciò, ci sarà anche la collaborazione con la Dynamic Planning (lo studio creato da Nagai) che assisterà Toei alla realizzazione della serie sino all’episodio 22. Non si sa, però, se la scomparsa dai titoli di coda di questo studio a partire dall’episodio 23 sia per una non accreditazione dei diritti oppure per una collaborazione già prestabilita fino a quell’episodio. Tra l'altro, al tempo, qua in Italia vennero trasmessi solamente i primi 26 episodi e si dovrà aspettare il 2002 perché Yamato Animation doppi e distribuisca gli episodi mancanti.
La trama di "Gaiking, il Robot Guerriero" è molto interessante: il pianeta Zela, situato nella Costellazione del Cigno, a 6000 anni luce dalla Terra, è un mondo prospero e scientificamente molto avanzato. Il suo sole, Sigma, però, a seguito di reazioni nucleari si trasforma in un buco nero, mettendo in grande pericolo l'esistenza degli Zelani, il quale si rifugeranno nel sottosuolo, costruendo un sole artificiale, mentre il loro pianeta viene pian piano attratto dal buco nero. Nel tentativo di trovare una soluzione al terribile destino a cui andavano inesorabilmente contro, gli abitanti di Zela costruiranno un gigantesco robot, Black Darius (o Grande Imperatore Darius nell'adattamento italiano) sperando che questo trovi una soluzione. Darius però, intelligente e crudele, preso da desiderio di conquista, riesce a imporre il suo controllo sulla popolazione e sul pianeta, creando quattro subalterni, i Grandi Quattro (Dankel, Desmond, Killer e Ashmov) ed un esercito chiamato "Armata dell'Orrore Nero", formato da Zelani (trasformati in cyborg, detti "Uomini Uccello", a seguito di un lavaggio del cervello) e da giganteschi mostri robotici/cibernetici chiamati "Mostri Neri". Così, Darius, nella decisione di scegliere un pianeta su cui stanziarsi, sceglie la Terra, che gli antenati della popolazione corrente di Zela aveva già visitato in passato, lasciando tanti segni della loro avanzata tecnologia. A ergersi a difesa dell'umanità vi sarà il Drago Spaziale (Daiku Maryu in originale), una gigantesca astronave da guerra dalla forma di dinosauro, creata dal Professor Daimoni, che ospiterà un intero equipaggio, tra cui ci sarà anche il protagonista Sanshiro. Come possiamo vedere, la serie a differenza di alcune sue predecessori, fonda la sua trama su una tematica di collettività, instaurata dalla presenza di un intero equipaggio (e non un solo pilota) multietnico.
Proprio questa collettività garantisce una buona caratterizzazione e sfaccettatura di tutti i personaggi principali: Sanshiro (giapponese, giocatore professionista di baseball, che diverrà pilota del Gaiking, impulsivo e determinato, dotato di poteri esper, che dovrà rinunciare alla sua passione per pilotare il gigantesco robot), Pete (statunitense, capitano dell'equipaggio, abile pilota del Drago Spaziale, freddo e scontroso, spesso in rivalità con il protagonista), Sakon (neozelandese, sostituto del Professore e mente dell'Equipaggio del Drago Spaziale, intelligente e geniale), il Professor Daimoni (giapponese, ideatore del Drago Spaziale, saggio e fiducioso nei confronti dei membri dell'equipaggio), Midori (l'unica donna a bordo, addetta alle comunicazioni, dolce e comprensiva), Fan Lee (cinese, esperto lottatore di Kung-Fu, responsabile ed abile, pilota dello Skylar), Yamatake (giapponese, lottatore di sumo, sbruffone e impulsivo ma dal buon cuore, pilota del Buzzler), Bunta (giapponese, campione di nuoto, robusto ed altruista, pilota del Nessak) ed Akiro (giapponese, il più piccolo di tutto l'equipaggio, mascotte della serie, spesso protagonista insieme a Yamatake di scene divertenti e insolite).
Purtroppo, però, stessa caratterizzazione non è stata data a Darius e ai Grandi Quattro. Sebbene venga presentato il divario interno che spacca la popolazione di Zela (ovvero la crudeltà e la violenza dell'Armata dell'Orrore Nero di Darius, che vuole conquistare la Terra imponendosi sull'umanità e la diplomazia e la moderazione dei comuni abitanti di Zela, in quale vorrebbero cercare di instaurare un rapporto pacifico con l'uomo) i nemici non sono stati particolarmente approfonditi: hanno ìi personalità, ma sono privi di un grande spessore.
Buono é il mecha design, abbastanza particolare rispetto alle serie mecha precedenti. Più del Gaiking, il vero mecha protagonista della serie é il Daiku Maryu. Raggiunge velocità incredibili sia sulla terra (fino a 200 km/h) che in aria (mach 3) o in mare (fino a 120 nodi) ed é dotato di numerose armi come il "Grande Corno", i "Missili Atomici" o la "Lama Gigante". La testa del Drago Spaziale, staccata da esso, andrà a formare il Gaiking, robottone di circa 60 metri formato da 3 moduli: la testa del Daiku Maryu, che ne forma il corpo, il modulo delle gambe e quello delle braccia. Dal design che lo fa particolarmente assomigliare ad un Mazinger, é anch'esso dotato di numerosi armamenti, come il "Maglio Perforante", il "Raggio a Idrogeno" (o Idroraggio) la "Croce Spaziale", i "Raggi Ottici", i "Raggi Facciali" eccetera. A sua volta, ci sono tre velivoli dediti alle perlustrazioni specifiche dove il Drago Spaziale non può arrivare: lo Skylar, velivolo aereo dalle sembianze di pterosauro, il Nessak, velivolo sottomarino dalle sembianze di plesiosauro ed il Buzzler (chiamato anche Buzzola o Bazoora), velivolo terricolo dalle sembianze di triceratopo. Questi tre velivoli verranno pilotati rispettivamente, come già detto, da Fan Lee, Bunta e Yamatake.
Come prevede anche la trama, elevata al mondo intero invece che al solo Giappone, la serie si presuppone di presentare, integrare a sé e risolvere (con a seguito la sconfitta del nemico) misteri ed enigmi fanta-archeologici e criptozoologici realmente esistenti, come l'origine delle Piramidi, di Stonehenge, delle Statue dell'Isola di Pasqua o dell'Arca di Noé, o ancora di creature come l'Abominevole Uomo delle Nevi o il Mostro di Loch Ness.
Sebbene questa serie, come già mostrato, abbia grossi spunti, che possono risultare particolarmente intriganti, alterna episodi particolarmente interessanti e/o drammatici a episodi che si prendono poco sul serio o che sono poco coinvolgenti. Ogni puntata poi, tranne qualcuna, é autoconclusiva, ovvero la tematica trattata non si propaga per più episodi.
PENSIERO FINALE
"Gaiking, il Robot Guerriero" è stata una bella serie di genere Mecha, dalla trama parecchio interessante, con dei buoni personaggi e un buon mecha design ma che avrebbe potuto dare di più, sfruttando al meglio tutto ciò che ha da offrire. Ciononostante, ne è assolutamente valsa la pensa di guardarla ed anzi, ne consiglio la visione soprattutto agli appassionati del genere o a coloro che non vogliono farsi mancare nessuno tra gli anime robotici classici.
Voto finale: 7-
E’ molto particolare la storia della genesi e della creazione di questa serie.
Dopo il successo riscosso, negli anni precedenti, con gli adattamenti animati delle serie mecha di Go Nagai, per la prima volta Toei ha intenzione di creare una serie da zero, senza prendere come riferimento un manga o un soggetto originale da cui trarre gli avvenimenti. Perciò, riunisce un gruppo di designer ed animatori (come Akio Sugino, che si occuperà del character design, o Dan Kobayashi, che ricoprirà il mecha design) tra cui vi è anche Nagai. Si dice che l’idea originale della serie (non è chiaro se fosse relativa al mecha design generale o del Gaiking in specifico, oppure relativa all’intera storia) fosse stata creata da Go Nagai, ma che poi questo fosse stato escluso in seguito dai crediti e dai diritti di copyright, provocando così una diatriba, ed una rottura, tra Nagai e lo studio di animazione (che durerà fino ai primi anni novanta) e un abbandono ai diritti della serie. Nonostante ciò, ci sarà anche la collaborazione con la Dynamic Planning (lo studio creato da Nagai) che assisterà Toei alla realizzazione della serie sino all’episodio 22. Non si sa, però, se la scomparsa dai titoli di coda di questo studio a partire dall’episodio 23 sia per una non accreditazione dei diritti oppure per una collaborazione già prestabilita fino a quell’episodio. Tra l'altro, al tempo, qua in Italia vennero trasmessi solamente i primi 26 episodi e si dovrà aspettare il 2002 perché Yamato Animation doppi e distribuisca gli episodi mancanti.
La trama di "Gaiking, il Robot Guerriero" è molto interessante: il pianeta Zela, situato nella Costellazione del Cigno, a 6000 anni luce dalla Terra, è un mondo prospero e scientificamente molto avanzato. Il suo sole, Sigma, però, a seguito di reazioni nucleari si trasforma in un buco nero, mettendo in grande pericolo l'esistenza degli Zelani, il quale si rifugeranno nel sottosuolo, costruendo un sole artificiale, mentre il loro pianeta viene pian piano attratto dal buco nero. Nel tentativo di trovare una soluzione al terribile destino a cui andavano inesorabilmente contro, gli abitanti di Zela costruiranno un gigantesco robot, Black Darius (o Grande Imperatore Darius nell'adattamento italiano) sperando che questo trovi una soluzione. Darius però, intelligente e crudele, preso da desiderio di conquista, riesce a imporre il suo controllo sulla popolazione e sul pianeta, creando quattro subalterni, i Grandi Quattro (Dankel, Desmond, Killer e Ashmov) ed un esercito chiamato "Armata dell'Orrore Nero", formato da Zelani (trasformati in cyborg, detti "Uomini Uccello", a seguito di un lavaggio del cervello) e da giganteschi mostri robotici/cibernetici chiamati "Mostri Neri". Così, Darius, nella decisione di scegliere un pianeta su cui stanziarsi, sceglie la Terra, che gli antenati della popolazione corrente di Zela aveva già visitato in passato, lasciando tanti segni della loro avanzata tecnologia. A ergersi a difesa dell'umanità vi sarà il Drago Spaziale (Daiku Maryu in originale), una gigantesca astronave da guerra dalla forma di dinosauro, creata dal Professor Daimoni, che ospiterà un intero equipaggio, tra cui ci sarà anche il protagonista Sanshiro. Come possiamo vedere, la serie a differenza di alcune sue predecessori, fonda la sua trama su una tematica di collettività, instaurata dalla presenza di un intero equipaggio (e non un solo pilota) multietnico.
Proprio questa collettività garantisce una buona caratterizzazione e sfaccettatura di tutti i personaggi principali: Sanshiro (giapponese, giocatore professionista di baseball, che diverrà pilota del Gaiking, impulsivo e determinato, dotato di poteri esper, che dovrà rinunciare alla sua passione per pilotare il gigantesco robot), Pete (statunitense, capitano dell'equipaggio, abile pilota del Drago Spaziale, freddo e scontroso, spesso in rivalità con il protagonista), Sakon (neozelandese, sostituto del Professore e mente dell'Equipaggio del Drago Spaziale, intelligente e geniale), il Professor Daimoni (giapponese, ideatore del Drago Spaziale, saggio e fiducioso nei confronti dei membri dell'equipaggio), Midori (l'unica donna a bordo, addetta alle comunicazioni, dolce e comprensiva), Fan Lee (cinese, esperto lottatore di Kung-Fu, responsabile ed abile, pilota dello Skylar), Yamatake (giapponese, lottatore di sumo, sbruffone e impulsivo ma dal buon cuore, pilota del Buzzler), Bunta (giapponese, campione di nuoto, robusto ed altruista, pilota del Nessak) ed Akiro (giapponese, il più piccolo di tutto l'equipaggio, mascotte della serie, spesso protagonista insieme a Yamatake di scene divertenti e insolite).
Purtroppo, però, stessa caratterizzazione non è stata data a Darius e ai Grandi Quattro. Sebbene venga presentato il divario interno che spacca la popolazione di Zela (ovvero la crudeltà e la violenza dell'Armata dell'Orrore Nero di Darius, che vuole conquistare la Terra imponendosi sull'umanità e la diplomazia e la moderazione dei comuni abitanti di Zela, in quale vorrebbero cercare di instaurare un rapporto pacifico con l'uomo) i nemici non sono stati particolarmente approfonditi: hanno ìi personalità, ma sono privi di un grande spessore.
Buono é il mecha design, abbastanza particolare rispetto alle serie mecha precedenti. Più del Gaiking, il vero mecha protagonista della serie é il Daiku Maryu. Raggiunge velocità incredibili sia sulla terra (fino a 200 km/h) che in aria (mach 3) o in mare (fino a 120 nodi) ed é dotato di numerose armi come il "Grande Corno", i "Missili Atomici" o la "Lama Gigante". La testa del Drago Spaziale, staccata da esso, andrà a formare il Gaiking, robottone di circa 60 metri formato da 3 moduli: la testa del Daiku Maryu, che ne forma il corpo, il modulo delle gambe e quello delle braccia. Dal design che lo fa particolarmente assomigliare ad un Mazinger, é anch'esso dotato di numerosi armamenti, come il "Maglio Perforante", il "Raggio a Idrogeno" (o Idroraggio) la "Croce Spaziale", i "Raggi Ottici", i "Raggi Facciali" eccetera. A sua volta, ci sono tre velivoli dediti alle perlustrazioni specifiche dove il Drago Spaziale non può arrivare: lo Skylar, velivolo aereo dalle sembianze di pterosauro, il Nessak, velivolo sottomarino dalle sembianze di plesiosauro ed il Buzzler (chiamato anche Buzzola o Bazoora), velivolo terricolo dalle sembianze di triceratopo. Questi tre velivoli verranno pilotati rispettivamente, come già detto, da Fan Lee, Bunta e Yamatake.
Come prevede anche la trama, elevata al mondo intero invece che al solo Giappone, la serie si presuppone di presentare, integrare a sé e risolvere (con a seguito la sconfitta del nemico) misteri ed enigmi fanta-archeologici e criptozoologici realmente esistenti, come l'origine delle Piramidi, di Stonehenge, delle Statue dell'Isola di Pasqua o dell'Arca di Noé, o ancora di creature come l'Abominevole Uomo delle Nevi o il Mostro di Loch Ness.
Sebbene questa serie, come già mostrato, abbia grossi spunti, che possono risultare particolarmente intriganti, alterna episodi particolarmente interessanti e/o drammatici a episodi che si prendono poco sul serio o che sono poco coinvolgenti. Ogni puntata poi, tranne qualcuna, é autoconclusiva, ovvero la tematica trattata non si propaga per più episodi.
PENSIERO FINALE
"Gaiking, il Robot Guerriero" è stata una bella serie di genere Mecha, dalla trama parecchio interessante, con dei buoni personaggi e un buon mecha design ma che avrebbe potuto dare di più, sfruttando al meglio tutto ciò che ha da offrire. Ciononostante, ne è assolutamente valsa la pensa di guardarla ed anzi, ne consiglio la visione soprattutto agli appassionati del genere o a coloro che non vogliono farsi mancare nessuno tra gli anime robotici classici.
Voto finale: 7-
"Gaiking" nasce nel periodo di massima espansione del genere robotico: uscito in Giappone nell'aprile 1976, è andato in onda in sovrapposizione con "Jeeg", "Goldrake", "Combattler", "Godam", "Groizer", "Astrorobot Contatto Y" e "Gakeen". Da noi è arrivato tre anni più tardi, in un periodo in cui sulle nostri reti si vedevano ancora più robot giganti che in Giappone, alla fine del 1979. Fa parte della prima generazione di super robot, essendo arrivato dopo "Goldrake", "Mazinga", "Jeeg" e "Danguard" ma prima di "Mazinga Z", "Gundam" e "Getter Robot". Viene ricordato meno di altri robot, un po' perché è effettivamente inferiore, un po' perché la sua trasmissione italiana fu parziale: vennero doppiati soltanto 26 episodi e la serie si interruppe a metà senza alcuna spiegazione, lasciando i bambini in dubbio su come sarebbe andata a finire. Dubbio che venne sciolto soltanto nel 2002, quando la Yamato Video distribuì la serie in DVD, portando a termine il doppiaggio dei 18 episodi mancanti. Doppiaggio che naturalmente non fece uso delle voci originali e che quindi risulta fortemente penalizzato: in particolare la perdita di Romano Malaspina nel ruolo del protagonista Sanshiro è molto pesante, non solo per le indubbie qualità di Malaspina, ma perché quasi tutti i piloti di robot nagaiani hanno lo stesso chara design e giustamente in Italia sono stati doppiati dalla stessa voce; è molta dura vedere un personaggio con la stessa faccia di Hiroshi Shiba o di Ryoma Nagare e con una voce diversa da quella di Romano Malaspina.
Ciò detto, al di là dei problemi dell'edizione italiana, va ammesso che il Gaiking è un robottone minore, certamente non paragonabile con dei pesi massimi come Goldrake e Jeeg. Probabilmente ha pesato molto l'abbandono di Go Nagai: per quanto sia lui l'ideatore della serie, la Toei non volle riconoscere il suo contributo e assegnò il credito al solo Akio Sugino, ottimo autore che ha fatto lavori di prima classe in collaborazione con Osamu Dezaki, a partire da "Rocky Joe", ma che certamente non viene ricordato per i suoi contributi al genere robotico. Forse è per la presenza di Sugino che il Gaiking presenta delle evidenti contaminazioni dal genere spokon: infatti tutti i piloti membri del team del Gaiking sono campioni di diverse discipline sportive e vari episodi presentano caratteristiche tipiche dello spokon. La serie del Gaiking si caratterizza anche per una totale mancanza di sviluppi della trama: a differenza delle classiche serie nagaiane, i nemici non cambiano mai, non muore nessuno e la serie consiste di 44 episodi indipendenti, senza una seppur minima linea evolutiva. Inoltre c'è molta meno attenzione ai combattimenti che in altre serie: il Gaiking non possiede neppure un colpo finale e quasi sempre i robot nemici non vengono sconfitti da lui, ma dal Drago Spaziale (in originale Daikuu Maryuu), la base semovente a forma di dinosauro cornuto che è il vero protagonista della serie. Non a caso il titolo originale è Daikuu Maryuu Gaiking. Anche il design del robot non è uno dei migliori.
Nonostante tutto, la serie non è disprezzabile e a giudizio di chi scrive continua a essere superiore alla maggior parte delle altre serie sue contemporanee. In primo luogo per le musiche, ad opera del grande Michiaki Watanabe, che in quegli anni ha dominato nel campo (sue sono le colonne sonore di "Mazinga Z", del "Grande Mazinga", di "Jeeg" eccetera). Anche il chara design dei nemici è di buon livello: il Grande Darius, un mostruoso e gigantesco vecchio con la bocca sulla fronte, gli uomini uccello, i guerrieri di Zela sono tutti indovinati - i Grandi Quattro invece sono piuttosto ordinari. Bella, a livello visivo, è l'idea della croce mortale, che genera un tunnel spazio temporale attraverso il quale i nemici arrivano sulla Terra. Il Drago spaziale è di grande impatto, con le sue armi e la celebre protezione ad avvolgimento è stato in grado d'imprimersi nella memoria dei bambini.
Le storie non sono male per il periodo: a volte umoristiche, a volte drammatiche, sono mediamente più leggere di quelle di altri robotici nagaiani. La qualità è comunque molto discontinua e accanto a puntate di buon livello se ne trovano altre molto poco interessanti. Dove la serie scade davvero è nei personaggi, perché nessuno di loro rimane impresso: il protagonista Sanshiro è solo un'ombra di altri eroi nagaiani; tutti gli altri comprimari sono anche peggiori. Il Grande Darius ha un buon chara ma il carisma di una melanzana e non è neppure paragonabile al Generale delle Tenebre che vorrebbe scimmiottare. È per questo che è impossibile dare un voto alto alla serie. Resta comunque una serie che si vede gradevolmente per le atmosfere anni settanta e i riferimenti alla cultura giapponese del periodo. L'idea della civiltà extraterrestre che ha visitato la Terra nel passato remoto lasciando vari manufatti ebbe una grande fortuna negli anni settanta, non solo in Giappone (in Italia si vendevano i libri dell'ormai dimenticato Peter Kolosimo); in campo anime l'idea è stata riutilizzata in varie serie posteriori al Gaiking, come "Guyslugger" (1977) e "Capitan Harlock" (1978). D'altra parte il Gaiking ricicla idee di "Jeeg robot d'acciaio" e così in un episodio i nostri eroi si trovano a combattere contro una reincarnazione della regina Himiko e in altra contro delle statuette Haniwa e una campana di bronzo.
Va detto che in un genere famoso per la totale inverosimiglianza scientifica, il Gaiking si distingue per essere ancora più inverosimile della media; le frequenti "spiegazioni scientifiche" su tematiche di genere astronomico fanno mettere le mani nei capelli; ma bisogna portare pazienza.
In Giappone Gaiking è apparentemente più amato di "Goldrake", visto che ne è stato realizzato un remake di recente, e appare nella serie dei super robot moe della Toei, mentre lo stesso non si può dire del "Grendizer". Ma per gli italiani rimarrà sempre un robot di serie B, consigliabile solo agli storici e agli appassionati del genere. Quello che verrà ricordata per sempre è la sua opening italiana, il "Takes me higher" dei Ganymed, gruppo di musica elettronica tedesca della fine degli anni settanta: non aveva nulla a che fare con la sigla originale giapponese, ma è stata comunque una grande scelta. Voto 6,5 che in un giorno di buona potrei arrotondare anche a 7.
Ciò detto, al di là dei problemi dell'edizione italiana, va ammesso che il Gaiking è un robottone minore, certamente non paragonabile con dei pesi massimi come Goldrake e Jeeg. Probabilmente ha pesato molto l'abbandono di Go Nagai: per quanto sia lui l'ideatore della serie, la Toei non volle riconoscere il suo contributo e assegnò il credito al solo Akio Sugino, ottimo autore che ha fatto lavori di prima classe in collaborazione con Osamu Dezaki, a partire da "Rocky Joe", ma che certamente non viene ricordato per i suoi contributi al genere robotico. Forse è per la presenza di Sugino che il Gaiking presenta delle evidenti contaminazioni dal genere spokon: infatti tutti i piloti membri del team del Gaiking sono campioni di diverse discipline sportive e vari episodi presentano caratteristiche tipiche dello spokon. La serie del Gaiking si caratterizza anche per una totale mancanza di sviluppi della trama: a differenza delle classiche serie nagaiane, i nemici non cambiano mai, non muore nessuno e la serie consiste di 44 episodi indipendenti, senza una seppur minima linea evolutiva. Inoltre c'è molta meno attenzione ai combattimenti che in altre serie: il Gaiking non possiede neppure un colpo finale e quasi sempre i robot nemici non vengono sconfitti da lui, ma dal Drago Spaziale (in originale Daikuu Maryuu), la base semovente a forma di dinosauro cornuto che è il vero protagonista della serie. Non a caso il titolo originale è Daikuu Maryuu Gaiking. Anche il design del robot non è uno dei migliori.
Nonostante tutto, la serie non è disprezzabile e a giudizio di chi scrive continua a essere superiore alla maggior parte delle altre serie sue contemporanee. In primo luogo per le musiche, ad opera del grande Michiaki Watanabe, che in quegli anni ha dominato nel campo (sue sono le colonne sonore di "Mazinga Z", del "Grande Mazinga", di "Jeeg" eccetera). Anche il chara design dei nemici è di buon livello: il Grande Darius, un mostruoso e gigantesco vecchio con la bocca sulla fronte, gli uomini uccello, i guerrieri di Zela sono tutti indovinati - i Grandi Quattro invece sono piuttosto ordinari. Bella, a livello visivo, è l'idea della croce mortale, che genera un tunnel spazio temporale attraverso il quale i nemici arrivano sulla Terra. Il Drago spaziale è di grande impatto, con le sue armi e la celebre protezione ad avvolgimento è stato in grado d'imprimersi nella memoria dei bambini.
Le storie non sono male per il periodo: a volte umoristiche, a volte drammatiche, sono mediamente più leggere di quelle di altri robotici nagaiani. La qualità è comunque molto discontinua e accanto a puntate di buon livello se ne trovano altre molto poco interessanti. Dove la serie scade davvero è nei personaggi, perché nessuno di loro rimane impresso: il protagonista Sanshiro è solo un'ombra di altri eroi nagaiani; tutti gli altri comprimari sono anche peggiori. Il Grande Darius ha un buon chara ma il carisma di una melanzana e non è neppure paragonabile al Generale delle Tenebre che vorrebbe scimmiottare. È per questo che è impossibile dare un voto alto alla serie. Resta comunque una serie che si vede gradevolmente per le atmosfere anni settanta e i riferimenti alla cultura giapponese del periodo. L'idea della civiltà extraterrestre che ha visitato la Terra nel passato remoto lasciando vari manufatti ebbe una grande fortuna negli anni settanta, non solo in Giappone (in Italia si vendevano i libri dell'ormai dimenticato Peter Kolosimo); in campo anime l'idea è stata riutilizzata in varie serie posteriori al Gaiking, come "Guyslugger" (1977) e "Capitan Harlock" (1978). D'altra parte il Gaiking ricicla idee di "Jeeg robot d'acciaio" e così in un episodio i nostri eroi si trovano a combattere contro una reincarnazione della regina Himiko e in altra contro delle statuette Haniwa e una campana di bronzo.
Va detto che in un genere famoso per la totale inverosimiglianza scientifica, il Gaiking si distingue per essere ancora più inverosimile della media; le frequenti "spiegazioni scientifiche" su tematiche di genere astronomico fanno mettere le mani nei capelli; ma bisogna portare pazienza.
In Giappone Gaiking è apparentemente più amato di "Goldrake", visto che ne è stato realizzato un remake di recente, e appare nella serie dei super robot moe della Toei, mentre lo stesso non si può dire del "Grendizer". Ma per gli italiani rimarrà sempre un robot di serie B, consigliabile solo agli storici e agli appassionati del genere. Quello che verrà ricordata per sempre è la sua opening italiana, il "Takes me higher" dei Ganymed, gruppo di musica elettronica tedesca della fine degli anni settanta: non aveva nulla a che fare con la sigla originale giapponese, ma è stata comunque una grande scelta. Voto 6,5 che in un giorno di buona potrei arrotondare anche a 7.
Questo è un anime mecha particolare, che fa confluire intorno alla sua trama più argomenti; se ne possono contare un bel po', ma è giusto citare quelli più in rilievo.
C'è il tema dello sport, visto attraverso il baseball, che viene praticato dal protagonista. La sua collocazione non è un caso, ma ci dimostra il punto da cui tutta la storia prende forma. Difatti in questo anime il tema principale è sicuramente la collettività, vista nelle sue figure più vaste, nelle sue figure più rappresentative che danno il tratto più marcato dell'opera.
Dicevamo della collettività: si comincia con un gioco a squadre, dove inizialmente la bravura e i progressi del protagonista lo rendono sicuramente un personaggio di spicco, ma anche uno estremamente incline alla solitudine di chi ha talento. Difatti chi ha talento o eccelle in qualche disciplina non sempre viene ben visto da tutti, c'è sempre una radice di odio che nel tempo viene coltivata da chi ne prova ira e invidia mal riposta.
Qui però entrano altri fattori, come la minaccia aliena, come il fatto che tale situazione possa definitivamente cambiare la vita del protagonista, costretto a un handicap che mai avrebbe immaginato di ritrovarsi.
Dalla collettività della squadra in cui si trovava a giocare nasce un nuovo contesto dove si formerà la sua restante esistenza dopo una difficile cura, trovando in altre persone delle motivazioni più alte dello sport che prima praticava. Ma lo spirito che muove le sue azioni è rimasto sempre intatto, con la generosità e la disponibilità di sempre, elementi che saranno per lui motivo di facile inserimento nella nuova collettività dove risiederà. Difatti questa nuova collettività può contare di diverse persone provenienti da ogni parte del mondo, le quali si legheranno al protagonista in un vincolo dell'amicizia praticamente inossidabile, dove la diversità e il razzismo sono banditi per sempre, nel fine che si raggiungono gli altri protagonisti dell'anime.
Quindi ci viene da pensare che la morale di quest'anime non ci porta immediatamente a disegnarne i contorni del Gaiking o del Drago Spaziale; essi sono praticamente fuori da questo discorso, lo sono praticamente solo a livello simbolico di ciò che questa nuova collettività rappresenta per il protagonista. Un legame molto forte, che nemmeno le forze aliene che ne contrastano i protagonisti possono lontanamente immaginare.
La morale dell'autore è quindi utopica, ovvero di un mondo dove l'aiutare il prossimo e il destinare un futuro migliore alle genti diventano le priorità assolute su cui gli automa dovranno combattere e dovranno unirsi in un'unica macchina molto potente.
Abbiamo l'unione, quindi, l'unione data dall'amicizia, dall'amore verso gli altri, nell'adottare chi è solo, e un cenno abbastanza evidente lo troviamo in uno dei protagonisti. Viene affrontato quindi anche il tema dell'adozione come vincolo per donare un futuro migliore a coloro cui il destino aveva detto il contrario, per donare un mondo dove la pace è possibile solo grazie all'aiuto congiunto di tutti coloro che credono nella bontà e nell'amicizia tra uomini.
C'è il tema dello sport, visto attraverso il baseball, che viene praticato dal protagonista. La sua collocazione non è un caso, ma ci dimostra il punto da cui tutta la storia prende forma. Difatti in questo anime il tema principale è sicuramente la collettività, vista nelle sue figure più vaste, nelle sue figure più rappresentative che danno il tratto più marcato dell'opera.
Dicevamo della collettività: si comincia con un gioco a squadre, dove inizialmente la bravura e i progressi del protagonista lo rendono sicuramente un personaggio di spicco, ma anche uno estremamente incline alla solitudine di chi ha talento. Difatti chi ha talento o eccelle in qualche disciplina non sempre viene ben visto da tutti, c'è sempre una radice di odio che nel tempo viene coltivata da chi ne prova ira e invidia mal riposta.
Qui però entrano altri fattori, come la minaccia aliena, come il fatto che tale situazione possa definitivamente cambiare la vita del protagonista, costretto a un handicap che mai avrebbe immaginato di ritrovarsi.
Dalla collettività della squadra in cui si trovava a giocare nasce un nuovo contesto dove si formerà la sua restante esistenza dopo una difficile cura, trovando in altre persone delle motivazioni più alte dello sport che prima praticava. Ma lo spirito che muove le sue azioni è rimasto sempre intatto, con la generosità e la disponibilità di sempre, elementi che saranno per lui motivo di facile inserimento nella nuova collettività dove risiederà. Difatti questa nuova collettività può contare di diverse persone provenienti da ogni parte del mondo, le quali si legheranno al protagonista in un vincolo dell'amicizia praticamente inossidabile, dove la diversità e il razzismo sono banditi per sempre, nel fine che si raggiungono gli altri protagonisti dell'anime.
Quindi ci viene da pensare che la morale di quest'anime non ci porta immediatamente a disegnarne i contorni del Gaiking o del Drago Spaziale; essi sono praticamente fuori da questo discorso, lo sono praticamente solo a livello simbolico di ciò che questa nuova collettività rappresenta per il protagonista. Un legame molto forte, che nemmeno le forze aliene che ne contrastano i protagonisti possono lontanamente immaginare.
La morale dell'autore è quindi utopica, ovvero di un mondo dove l'aiutare il prossimo e il destinare un futuro migliore alle genti diventano le priorità assolute su cui gli automa dovranno combattere e dovranno unirsi in un'unica macchina molto potente.
Abbiamo l'unione, quindi, l'unione data dall'amicizia, dall'amore verso gli altri, nell'adottare chi è solo, e un cenno abbastanza evidente lo troviamo in uno dei protagonisti. Viene affrontato quindi anche il tema dell'adozione come vincolo per donare un futuro migliore a coloro cui il destino aveva detto il contrario, per donare un mondo dove la pace è possibile solo grazie all'aiuto congiunto di tutti coloro che credono nella bontà e nell'amicizia tra uomini.
Questa è stata la serie che ha segnato la presa di distanza di Go Nagai dalla Toei Doga, in un momento in cui il genere dei super robot stava raggiungendo il suo culmine. Giunta in Italia nei primissimi anni '80, è entrata, come altre serie del periodo, nel cuore della prima generazione di appassionati di anime. In effetti presenta degli spunti interessanti, come ad esempio il fatto che l'equipaggio del Drago Spaziale (il cui design, abbastanza complicato, tutto sommato è stato reso più che bene nell'animazione) sia composto da personaggi di diverse nazionalità, persino anche da un'aliena, e per di più con alle spalle storie a volte assai drammatiche, che nel corso della serie poi vengono riprese in singoli episodi.
Altra caratteristica che un po' contraddistingue questa serie dalle precedenti nagaiane è il fatto che lo scenario dell'azione non è limitato al solo Giappone, ma si estende praticamente al mondo intero con il contorno di miti e leggende di ogni luogo, ai quali nella narrazione viene data spiegazione.
Pure nel campo dei nemici alieni vi sono spesso singoli individui, o piccoli gruppi, che hanno remore o dubbi rispetto alla condotta di Darius e dei Quattro Re che guidano le loro armate, se non addirittura dei veri e propri tentativi di rivolta. Purtroppo questa serie dopo il 26° episodio (e cioè dal punto in cui s'interrompe nella trasmissione televisiva italiana) subisce un drammatico calo qualitativo, sia dal punto di vista di disegno e animazione, sia da quello della sceneggiatura. Vi sono episodi talmente idioti, come quello della balena Moby Dick, oppure quello in cui Yamagatake sconfigge un enorme alieno lottatore di sumo scorregiandogli in faccia, che farebbero specie persino in una serie demenziale come Yattaman!
Altra cosa che ne abbassa parecchio la mia valutazione è pure il finale piuttosto raffazzonato e banale, che stride parecchio con le premesse assai intriganti di questa serie.
Nella porzione trasmessa in TV si deve segnalare, a fronte di un adattamento piuttosto grossolano dei dialoghi, per contro un ottimo cast di doppiatori con voci mitiche, come quelle di Romano Malaspina e di Roberto Del Giudice. Invece il doppiaggio italiano della seconda parte risulta assai meno convincente, con una distribuzione delle voci fatta piuttosto male.
Per queste ragioni ho valutato la prima metà della serie con voto 7, mentre allal restante ho assegnato un 5 (d'incoraggiamento!); la media è quindi un 6, che indica di fatto non una bocciatura totale, però un bel po' di delusione rispetto a quello che avrebbe potuto essere viste le premesse.
Altra caratteristica che un po' contraddistingue questa serie dalle precedenti nagaiane è il fatto che lo scenario dell'azione non è limitato al solo Giappone, ma si estende praticamente al mondo intero con il contorno di miti e leggende di ogni luogo, ai quali nella narrazione viene data spiegazione.
Pure nel campo dei nemici alieni vi sono spesso singoli individui, o piccoli gruppi, che hanno remore o dubbi rispetto alla condotta di Darius e dei Quattro Re che guidano le loro armate, se non addirittura dei veri e propri tentativi di rivolta. Purtroppo questa serie dopo il 26° episodio (e cioè dal punto in cui s'interrompe nella trasmissione televisiva italiana) subisce un drammatico calo qualitativo, sia dal punto di vista di disegno e animazione, sia da quello della sceneggiatura. Vi sono episodi talmente idioti, come quello della balena Moby Dick, oppure quello in cui Yamagatake sconfigge un enorme alieno lottatore di sumo scorregiandogli in faccia, che farebbero specie persino in una serie demenziale come Yattaman!
Altra cosa che ne abbassa parecchio la mia valutazione è pure il finale piuttosto raffazzonato e banale, che stride parecchio con le premesse assai intriganti di questa serie.
Nella porzione trasmessa in TV si deve segnalare, a fronte di un adattamento piuttosto grossolano dei dialoghi, per contro un ottimo cast di doppiatori con voci mitiche, come quelle di Romano Malaspina e di Roberto Del Giudice. Invece il doppiaggio italiano della seconda parte risulta assai meno convincente, con una distribuzione delle voci fatta piuttosto male.
Per queste ragioni ho valutato la prima metà della serie con voto 7, mentre allal restante ho assegnato un 5 (d'incoraggiamento!); la media è quindi un 6, che indica di fatto non una bocciatura totale, però un bel po' di delusione rispetto a quello che avrebbe potuto essere viste le premesse.
Anche se ha scarso successo lo trovo molto piacevole . Fra i personaggi, a meritarsi gli elogi è il professor Daimoni, che ha saputo costruire un gruppo compatto pronto a intervenire in caso di attacco degli invasori spaziali, e anche per essere stato il progettista del "drago spaziale".
Quello che non attira molta simpatia è Pete perché troppo scontroso per i miei gusti, eppure un capitano dovrebbe fornire un ottimo esempio di rispetto del prossimo; anche Sakron lo è, pero caratterialmente è differente da Pete - da non dimenticare che Sakron è dotato di un'intelligenza molto superiore.
<b>ATTENZIONE! PARTE CONTENENTE SPOILER!</b>
Molto bello il penultimo episodio dove i superstiti del pianeta Zela si oppongono all'imperatore Darius il grande, il quale insieme ai quattro grandi li abbandona al loro destino. Ma grazie a un congegno gravitazionale costruito in gran segreto, i superstiti trasformano la loro città in astronave per riuscire a fuggire a una morte sicura.
<b>FINE SPOILER</b>
Quello che mi ha particolarmente deluso è la canzone, la grafica invece è ottima, e per quanto riguarda la durata degli episodi, essa è ottimale.
Si parla tanto del nuovo Gaiking - Legend of Daiku Mryu: confesso che ho visto il video di questa nuova serie, ma essendo tradizionalista preferisco il mitico Gaiking di Sanshirio, perché mi ha lasciato una breccia nel cuore.
Voto 10
Quello che non attira molta simpatia è Pete perché troppo scontroso per i miei gusti, eppure un capitano dovrebbe fornire un ottimo esempio di rispetto del prossimo; anche Sakron lo è, pero caratterialmente è differente da Pete - da non dimenticare che Sakron è dotato di un'intelligenza molto superiore.
<b>ATTENZIONE! PARTE CONTENENTE SPOILER!</b>
Molto bello il penultimo episodio dove i superstiti del pianeta Zela si oppongono all'imperatore Darius il grande, il quale insieme ai quattro grandi li abbandona al loro destino. Ma grazie a un congegno gravitazionale costruito in gran segreto, i superstiti trasformano la loro città in astronave per riuscire a fuggire a una morte sicura.
<b>FINE SPOILER</b>
Quello che mi ha particolarmente deluso è la canzone, la grafica invece è ottima, e per quanto riguarda la durata degli episodi, essa è ottimale.
Si parla tanto del nuovo Gaiking - Legend of Daiku Mryu: confesso che ho visto il video di questa nuova serie, ma essendo tradizionalista preferisco il mitico Gaiking di Sanshirio, perché mi ha lasciato una breccia nel cuore.
Voto 10
Mi ricordo benissimo di questa serie! Ricordo che mi affascinava molto e credo che ancora oggi sia una delle serie più amate in Giappone! Le avventure del drago spaziale sono rimaste impresse nella mia memoria. Alcune scene sono dei momenti memorabili dell'animazione, come quando il protagonista durante lo scontro con il primo mostro, è sul punto di perire. Questa serie è una degna rappresentante dell'epoca robotica, con tutti i canoni tipici delle serie classiche. Una serie che ha tutto ciò che un vero appassionato può chiedere. Da non perdere!
Un anime che ho sempre visto poco ma che mi ha sempre intrigato da bambino, forse proprio perché non riuscivo mai a vederlo tutto, fatto sta che da grande quando mi sono rifatto ho trovato un finale molto scontato gli episodi erano lenti e l'attenzione calava molto con la prosecuzione degli episodi.
Addirittura mi sono entusiasmato di più per il nuovo Gaikin (the legendo of dayku maryu) che però del vecchio ha soltanto il nome e poco altro... Sicuramente un anime che piace alla vecchia guardia, ma nonostante io ne faccia parte ed abbia il modello della bandai in collezione, debbo dire che l'anime è uno standard dell'epoca con molti stereotipi...
La cosa molto originale ed allo stesso tempo alquanto inquietante era la faccenda dei buchi neri, devo dire che su queste cose (spazio, buchi neri stelle e pianeti) ero molto ferrato a scuola proprio per via della mia "cultura" di anime robotici e non...
Insomma un titolo che è per nostalgici dei robottoni d'epoca e che difficilmente potrebbe interessare un pubblico diverso da questo.
Addirittura mi sono entusiasmato di più per il nuovo Gaikin (the legendo of dayku maryu) che però del vecchio ha soltanto il nome e poco altro... Sicuramente un anime che piace alla vecchia guardia, ma nonostante io ne faccia parte ed abbia il modello della bandai in collezione, debbo dire che l'anime è uno standard dell'epoca con molti stereotipi...
La cosa molto originale ed allo stesso tempo alquanto inquietante era la faccenda dei buchi neri, devo dire che su queste cose (spazio, buchi neri stelle e pianeti) ero molto ferrato a scuola proprio per via della mia "cultura" di anime robotici e non...
Insomma un titolo che è per nostalgici dei robottoni d'epoca e che difficilmente potrebbe interessare un pubblico diverso da questo.
Serie robotica nagaiana di seconda fascia dell’età d’oro del genere (1976), "Daiky Maryu Gaiking" é nota anche perchè segnò la rottura del rapporto fra il suo celebre autore e la Toei Animation che, non si sa bene perchè, omise di inserire il nome dell’ideatore della serie nei credits e nei copyrights, con conseguenti strascichi legali che si protrassero per dieci anni, fino alla definitiva riconciliazione.
Forse sulla carta a suo tempo prometteva più di quel che poi mantenne, fatto sta che, nonostante una certa fama di cui ancora oggi gode fra gli appassionati di anime (comunque non paragonabile a quella raggiunta da Mazinga e C.), ci troviamo sicuramente di fronte ad un robottone di quelli “minori”, senza molta personalità che lo evidenzi fra tanti altri. Un motivo di qualche interesse che si può rilevare nella serie é dato dalla fantarcheologia e dalla criptozoologia, che all’epoca, in tempi di “moda” del paranormale e degli ufo importata dall’America, godevano ancora di un certo credito, qui presenti a fare da sfondo a diversi episodi (vedi ad es. le piste di Nazca nell’episodio n° 9 e il mostro di Lockness nel n° 42). Altre particolarità si possono ritrovare nelle citazioni sparse qua e là nei vari episodi e tratte da fonti disparate compresa la realtà stessa: curioso in proposito il duello col mostro di fronte a Mont Saint Michel, in Francia. La ricchezza e la varietà delle citazioni in Gaiking è forse l’unica nota che lo contraddistingue e lo fa ricordare. Ma lo script, combattimenti compresi, in generale é decisamente meno spettacolare e coinvolgente di altre serie dell’autore e di altri autori, e, dopo aver visto un Getta Robot o un Daitarn, lo scarto si nota. I personaggi mancano di spessore e di carisma (impensabile ad esempio paragonare Sanshiro a Actarus o a Hiroshi) e anche i nemici non sono certo granchè (abitanti di un pianeta in via di estinzione, Zela, che attaccano la Terra con i loro “mostri neri” materializzandosi attraverso buchi neri). Tutto ciò é probabilmente dovuto alla controversia di cui sopra fra Nagai e la casa di produzione che deve aver nuociuto alla riuscita del cartone. Inoltre l’adattamento italiano é fra i più penosi ed imbarazzanti di sempre. Basti soltanto citare a memoria le prime parole dell’incipit del primo episodio: “L’universo sconfinato. Vi sono delle cose orribili al di là della descrizione che vi attende. I buchi neri sono solo delle cose incredibili che si muovono. Ma che cosa sono questi buchi neri? Dicono che siano delle trappole.........”, per la serie: meno canne!;-D In una mia classifica personale, dal robot peggiore al migliore, lo pongo subito al secondo posto dopo "Groizer X" e "Gackeen" a pari merito. Col secondo é stato talvolta confuso per via dell’assonanza del nome, ma anche la qualità in effetti si attesta su livelli simili, senza contare altre similitudini narrative. Li accomuna inoltre la bella sigla migliore dell’anime stesso: in Gaiking, insolitamente, é un tipico, godibile e orecchiabile pezzo di disco music anni ‘70, "It takes me higher", eseguita dai Ganymed.
Non mancano alcuni elementi tipici dell’estetica nagaiana, con le consuete riprese da altre serie, come Sanshiro, il pilota del robot, che tende sempre ad anteporre la sua passione sportiva per il baseball al dovere di difendere la Terra dagli invasori, in questo - ma solo in questo - simile ad Hiroshi di Jeeg, o a Takeru del succitato "Gackeen", e alcuni nomi e riferimenti, del tipo dei guerrieri Haniwa o la regina Himiko negli episodi n° 33 e 37 rispettivamente. Gli episodi, se si escludono i primi due e gli ultimi due, sono tutti autoconclusivi ed indipendenti l’uno dall’altro. Un’autocitazione abbastanza significativa la troviamo nel romantico, melodrammatico e commovente episodio n° 40, quello della Rosa Smeraldina, narrato in flashback e riecheggiante alla lontana nei toni quello della "tragedia di Getter Q" in Getta Robot grazie allo stesso commento musicale. Il finale é fra i meno emozionanti di sempre, ed assomiglia pure in questo a "Gackeen".
Quando fu trasmesso la prima volta nel nostro paese nel 1979 sulle emittenti locali col titolo “Gaiking il robot guerriero”, fu tra le prime serie robotiche ad arrivare dal Giappone e questo spiega forse una certa popolarità che conquistò presso il pubblico dei bambini e degli adolescenti di allora, a dispetto della sua qualità non superlativa, in un momento in cui gli effetti della spinta propulsiva e dell’entusiasmo suscitati dall’esplosione dell’animazione del sol levante in Italia erano ancora al loro massimo. Dei 44 episodi di cui si compone la serie ne furono comunque trasmessi soltanto 26, come per non pochi altri cartoni giunti da noi “monchi”, e solo in anni recenti gli episodi inediti sono stati ridoppiati e resi disponibili su Vhs dalla Yamato Video (esattamente come per Gackeen), come era giusto, a prescindere dalla qualità dell’opera in sè.
Nel 2005 é stato realizzato un remake dal titolo "Gaiking - Legend of Daiku Maryu" (Gaiking - La leggenda del Drago Spaziale), completamente differente in quasi tutto, tranne alcuni mecha design fra cui il robot protagonista stesso ed il Drago Spaziale del titolo, che narra vicende che non c’entrano assolutamente nulla con quelle della serie storica.
A scanso di equivoci, tuttavia, non sconsiglio la visione di Gaiking agli amanti dell’animazione giapponese che non l’avessero ancora visto: per quanto mi riguarda, é valsa pur sempre la pena vederlo. Magari non é fra quelli da proporre ai bambini di oggi per far loro conoscere e farli appassionare ai cartoni animati che tanto fecero divertire i loro genitori.:-)
Forse sulla carta a suo tempo prometteva più di quel che poi mantenne, fatto sta che, nonostante una certa fama di cui ancora oggi gode fra gli appassionati di anime (comunque non paragonabile a quella raggiunta da Mazinga e C.), ci troviamo sicuramente di fronte ad un robottone di quelli “minori”, senza molta personalità che lo evidenzi fra tanti altri. Un motivo di qualche interesse che si può rilevare nella serie é dato dalla fantarcheologia e dalla criptozoologia, che all’epoca, in tempi di “moda” del paranormale e degli ufo importata dall’America, godevano ancora di un certo credito, qui presenti a fare da sfondo a diversi episodi (vedi ad es. le piste di Nazca nell’episodio n° 9 e il mostro di Lockness nel n° 42). Altre particolarità si possono ritrovare nelle citazioni sparse qua e là nei vari episodi e tratte da fonti disparate compresa la realtà stessa: curioso in proposito il duello col mostro di fronte a Mont Saint Michel, in Francia. La ricchezza e la varietà delle citazioni in Gaiking è forse l’unica nota che lo contraddistingue e lo fa ricordare. Ma lo script, combattimenti compresi, in generale é decisamente meno spettacolare e coinvolgente di altre serie dell’autore e di altri autori, e, dopo aver visto un Getta Robot o un Daitarn, lo scarto si nota. I personaggi mancano di spessore e di carisma (impensabile ad esempio paragonare Sanshiro a Actarus o a Hiroshi) e anche i nemici non sono certo granchè (abitanti di un pianeta in via di estinzione, Zela, che attaccano la Terra con i loro “mostri neri” materializzandosi attraverso buchi neri). Tutto ciò é probabilmente dovuto alla controversia di cui sopra fra Nagai e la casa di produzione che deve aver nuociuto alla riuscita del cartone. Inoltre l’adattamento italiano é fra i più penosi ed imbarazzanti di sempre. Basti soltanto citare a memoria le prime parole dell’incipit del primo episodio: “L’universo sconfinato. Vi sono delle cose orribili al di là della descrizione che vi attende. I buchi neri sono solo delle cose incredibili che si muovono. Ma che cosa sono questi buchi neri? Dicono che siano delle trappole.........”, per la serie: meno canne!;-D In una mia classifica personale, dal robot peggiore al migliore, lo pongo subito al secondo posto dopo "Groizer X" e "Gackeen" a pari merito. Col secondo é stato talvolta confuso per via dell’assonanza del nome, ma anche la qualità in effetti si attesta su livelli simili, senza contare altre similitudini narrative. Li accomuna inoltre la bella sigla migliore dell’anime stesso: in Gaiking, insolitamente, é un tipico, godibile e orecchiabile pezzo di disco music anni ‘70, "It takes me higher", eseguita dai Ganymed.
Non mancano alcuni elementi tipici dell’estetica nagaiana, con le consuete riprese da altre serie, come Sanshiro, il pilota del robot, che tende sempre ad anteporre la sua passione sportiva per il baseball al dovere di difendere la Terra dagli invasori, in questo - ma solo in questo - simile ad Hiroshi di Jeeg, o a Takeru del succitato "Gackeen", e alcuni nomi e riferimenti, del tipo dei guerrieri Haniwa o la regina Himiko negli episodi n° 33 e 37 rispettivamente. Gli episodi, se si escludono i primi due e gli ultimi due, sono tutti autoconclusivi ed indipendenti l’uno dall’altro. Un’autocitazione abbastanza significativa la troviamo nel romantico, melodrammatico e commovente episodio n° 40, quello della Rosa Smeraldina, narrato in flashback e riecheggiante alla lontana nei toni quello della "tragedia di Getter Q" in Getta Robot grazie allo stesso commento musicale. Il finale é fra i meno emozionanti di sempre, ed assomiglia pure in questo a "Gackeen".
Quando fu trasmesso la prima volta nel nostro paese nel 1979 sulle emittenti locali col titolo “Gaiking il robot guerriero”, fu tra le prime serie robotiche ad arrivare dal Giappone e questo spiega forse una certa popolarità che conquistò presso il pubblico dei bambini e degli adolescenti di allora, a dispetto della sua qualità non superlativa, in un momento in cui gli effetti della spinta propulsiva e dell’entusiasmo suscitati dall’esplosione dell’animazione del sol levante in Italia erano ancora al loro massimo. Dei 44 episodi di cui si compone la serie ne furono comunque trasmessi soltanto 26, come per non pochi altri cartoni giunti da noi “monchi”, e solo in anni recenti gli episodi inediti sono stati ridoppiati e resi disponibili su Vhs dalla Yamato Video (esattamente come per Gackeen), come era giusto, a prescindere dalla qualità dell’opera in sè.
Nel 2005 é stato realizzato un remake dal titolo "Gaiking - Legend of Daiku Maryu" (Gaiking - La leggenda del Drago Spaziale), completamente differente in quasi tutto, tranne alcuni mecha design fra cui il robot protagonista stesso ed il Drago Spaziale del titolo, che narra vicende che non c’entrano assolutamente nulla con quelle della serie storica.
A scanso di equivoci, tuttavia, non sconsiglio la visione di Gaiking agli amanti dell’animazione giapponese che non l’avessero ancora visto: per quanto mi riguarda, é valsa pur sempre la pena vederlo. Magari non é fra quelli da proporre ai bambini di oggi per far loro conoscere e farli appassionare ai cartoni animati che tanto fecero divertire i loro genitori.:-)
Questo Gaiking condivide molto poco con il suo recente remake se non il mecha e l'uso di qualche nome. Non sono mai riuscito a vederlo completo essendomi fermato al 26esrimo episodio della storica prima trasmissione italiana alla fine degli anni '70-primi anni '80. La serie era stata ideata da Nagai anche se poi venne sviluppata senza di lui (cosa che causò diversi strascichi legali). Tuttavia la sua mano, o almeno la sua influenza, c'è ed è palpabile in ogni fotogramma. Ricordo Gaiking come un anime ben più violento e cupo di quanto non fossero i vari Mazinga o Getter con diverse sequenze che non lesinavano la violenza fisica o vere e proprie torture (memorabile la sequenza del "lavaggio del cervello"!). Anche la narrazione della devastazione provocata dal Buco Nero di Zela era davvero inquietante!
Nonostante sia stato disconosciuto da Nagai, Gaiking resta nell'immaginario collettivo di noi fan come un vero classico dell'animazione "robottona". Da non perdere!
Nonostante sia stato disconosciuto da Nagai, Gaiking resta nell'immaginario collettivo di noi fan come un vero classico dell'animazione "robottona". Da non perdere!