Kurogane no Linebarrels
Anno 2013: quello che sembra essere un meteorite si schianta sulla Terra uccidendo un bambino. Anni dopo il ragazzino è cresciuto, è in salute e non ricorda minimamente dell'avvenimento. È durante il periodo scolastico delle superiori che tale Koichi scoprirà di possedere una forza straordinaria e di poter evocare con comandi vocali un gigantesco e possente robot chiamato Linebarrel. In seguito egli si unirà all'agenzia Juda, composta da altri super-uomini come lui, per combattere la misteriosa rivale Kato, il cui presidente Kato Hisataka viene da un'altra dimensione...
Quando, nel febbraio 2008, fu annunciata la trasposizione animata di "Linebarrels of Iron", non furono pochi coloro che videro in quest'adattamento un probabile capolavoro. Non solo si parlava della trasposizione di uno dei più importanti e innovativi manga robotici moderni (consigliato, tra l'altro, da due leggende immortali come Yoshikazu Yasuhiko e Mamoru Nagano), ma anche, per quanto riguardava lo stile grafico adattato all'animazione, saltava fuori il nome di Hisashi Hirai, dai tempi di "Infinite Ryvius", uno dei più apprezzati (e pagati) chara designer nipponici. Come ciliegina sulla torta spuntava anche che la produzione creativa dell'anime, come in "My-Hime", era affidata a Goro Taniguchi, regista di "PlanetEs" e "Code Geass", e capirete perché, fin da subito, in molti gridassero al capolavoro annunciato. Peccato che quei molti non abbiano fatto troppo caso né al regista, proveniente dai Pokémon, né allo studio di animazione. E se ne sarebbero pentiti... Linebarrels anime non è che l'ombra del manga originale, un mediocre surrogato che non piacerà a nessuno.
Se sulle prime risulta piacevole vedere come gli sceneggiatori della GONZO si siano inizialmente attenuti alla storia principale del fumetto modificando solo, qua e là, personaggi e situazioni - e aggiungendo un sacco di benvenuto fanservice ecchi -, ci si accorge presto di come, man mano che si discosta dal capostipite, l'opera non sappia davvero dove andare a parare con storia e atmosfere.
Non si spiegherebbe sennò l'inconcepibile porsi a metà strada tra serio e faceto di Linebarrels, il non prendere mai una direzione univoca: lo spettacolone è un susseguirsi di fatti drammatici che spesso e volentieri si sposano - o addirittura, peggio, sfociano - nel demenziale più esilarante, come se gli sceneggiatori non volessero mai prendersi sul serio. Può capitare così di vedere, a metà serie, il gruppo dei nostri baldi eroi dividersi: mentre alcuni combattono a rischio della vita contro gli sgherri della Kato, gli altri devono entrare in una base segreta risolvendo quiz e giochi da circo con strip annessi... No comment. La cosa assurda è che inizialmente questo connubio di generi, se non convince, perlomeno intrattiene egregiamente: a dispetto delle musiche orride e dei mecha kitsch (fatti con una CG economichissima), lo spettacolare e graffiante chara di Hirai ammalia, le puntate hanno ritmo e buona parte della serie, pur mischiando serietà e frivolezza, è anche apprezzabile vista la "qualità" da una parte delle gag e dall'altra degli intermezzi "seriosi".
È nel finale - quando, per inciso, l'anime prende una svolta narrativa completamente diversa dal manga - che tutto viene completamente rovinato, "grazie" a un risvolto di trama dall'imbecillità colossale che non solo ridimensionerà tutto quello che s'è visto finora, ma darà adito anche a due puntate finali dalla qualità orribile, composte da un susseguirsi di noiose battaglie e da immolazioni auto-sacrificali da serie z. E' veramente un peccato che il Linebarrels animato sia stato rovinato così, perché a volte l'impressione generale è che un minimo di cura nel prodotto c'è, anche in virtù del fatto che spesso si vede la mano di Goro Taniguchi da dietro le quinte, sia nella struttura narrativa adottata (non è probabilmente un caso che, come in tutte le opere del regista, anche qui abbiamo un punto di svolta narrativo a metà serie), sia nelle citazioni - di s-CRY-ed: Koichi e Yajima scimmiottano come non mai Kazuma e Ryuhou.
Purtroppo la leggendaria incapacità generale GONZO di fare animazione decente e sceneggiare è più potente dei buoni nomi coinvolti nel progetto, e alla fine della fiera il tutto si risolve con il solito déjà vu, ossia la storia dell'animazione nipponica che assiste, demoralizzata, all'ennesimo sperpero di soldi da parte di uno studio nipponico la cui bassa qualità creativa è ormai leggenda.
Quando, nel febbraio 2008, fu annunciata la trasposizione animata di "Linebarrels of Iron", non furono pochi coloro che videro in quest'adattamento un probabile capolavoro. Non solo si parlava della trasposizione di uno dei più importanti e innovativi manga robotici moderni (consigliato, tra l'altro, da due leggende immortali come Yoshikazu Yasuhiko e Mamoru Nagano), ma anche, per quanto riguardava lo stile grafico adattato all'animazione, saltava fuori il nome di Hisashi Hirai, dai tempi di "Infinite Ryvius", uno dei più apprezzati (e pagati) chara designer nipponici. Come ciliegina sulla torta spuntava anche che la produzione creativa dell'anime, come in "My-Hime", era affidata a Goro Taniguchi, regista di "PlanetEs" e "Code Geass", e capirete perché, fin da subito, in molti gridassero al capolavoro annunciato. Peccato che quei molti non abbiano fatto troppo caso né al regista, proveniente dai Pokémon, né allo studio di animazione. E se ne sarebbero pentiti... Linebarrels anime non è che l'ombra del manga originale, un mediocre surrogato che non piacerà a nessuno.
Se sulle prime risulta piacevole vedere come gli sceneggiatori della GONZO si siano inizialmente attenuti alla storia principale del fumetto modificando solo, qua e là, personaggi e situazioni - e aggiungendo un sacco di benvenuto fanservice ecchi -, ci si accorge presto di come, man mano che si discosta dal capostipite, l'opera non sappia davvero dove andare a parare con storia e atmosfere.
Non si spiegherebbe sennò l'inconcepibile porsi a metà strada tra serio e faceto di Linebarrels, il non prendere mai una direzione univoca: lo spettacolone è un susseguirsi di fatti drammatici che spesso e volentieri si sposano - o addirittura, peggio, sfociano - nel demenziale più esilarante, come se gli sceneggiatori non volessero mai prendersi sul serio. Può capitare così di vedere, a metà serie, il gruppo dei nostri baldi eroi dividersi: mentre alcuni combattono a rischio della vita contro gli sgherri della Kato, gli altri devono entrare in una base segreta risolvendo quiz e giochi da circo con strip annessi... No comment. La cosa assurda è che inizialmente questo connubio di generi, se non convince, perlomeno intrattiene egregiamente: a dispetto delle musiche orride e dei mecha kitsch (fatti con una CG economichissima), lo spettacolare e graffiante chara di Hirai ammalia, le puntate hanno ritmo e buona parte della serie, pur mischiando serietà e frivolezza, è anche apprezzabile vista la "qualità" da una parte delle gag e dall'altra degli intermezzi "seriosi".
È nel finale - quando, per inciso, l'anime prende una svolta narrativa completamente diversa dal manga - che tutto viene completamente rovinato, "grazie" a un risvolto di trama dall'imbecillità colossale che non solo ridimensionerà tutto quello che s'è visto finora, ma darà adito anche a due puntate finali dalla qualità orribile, composte da un susseguirsi di noiose battaglie e da immolazioni auto-sacrificali da serie z. E' veramente un peccato che il Linebarrels animato sia stato rovinato così, perché a volte l'impressione generale è che un minimo di cura nel prodotto c'è, anche in virtù del fatto che spesso si vede la mano di Goro Taniguchi da dietro le quinte, sia nella struttura narrativa adottata (non è probabilmente un caso che, come in tutte le opere del regista, anche qui abbiamo un punto di svolta narrativo a metà serie), sia nelle citazioni - di s-CRY-ed: Koichi e Yajima scimmiottano come non mai Kazuma e Ryuhou.
Purtroppo la leggendaria incapacità generale GONZO di fare animazione decente e sceneggiare è più potente dei buoni nomi coinvolti nel progetto, e alla fine della fiera il tutto si risolve con il solito déjà vu, ossia la storia dell'animazione nipponica che assiste, demoralizzata, all'ennesimo sperpero di soldi da parte di uno studio nipponico la cui bassa qualità creativa è ormai leggenda.
Siamo in un ipotetico (scarsamente ipotizzabile) Giappone del 2013. Un neo-studente delle superiori, Hayase Koichi, che desidererebbe tanto ottenere rispetto proteggendo le persone, ma che mai vi riesce, si trova un giorno coinvolto in un incidente, uno di quelli abbastanza insoliti (e apparentemente nefasti): dal cielo, un enorme robot piomba a grande velocità proprio sulla sua testa. Una fatalità non certo cruciale, dal momento che il ragazzo riuscirà a "risvegliarsi", e in seguito a pilotare lo stesso mecha, fino al punto da poter reputarsi "paladino della giustizia". Tutto ciò grazie al potere di una speciale fanciulla, trovatasi, guarda caso, sul luogo della sciagura.
Già visto, sentito, gustato, e chi più ne ha più ne metta? Irrimediabilmente non si può far buon viso a cattivo gioco, perché è proprio questo l'incipit di <i>Kurogane no Linebarrels</i>, adattamento animato, suddiviso in ventiquattro episodi, dell'omonimo manga di genere robotico pubblicato a partire dall'ormai lontano dicembre 2004. Ma se l'incipit è, appunto, solo l'inizio, non è giusto sottovalutare ciò che questa serie, in semi-costante ascesa nel corso degli episodi, riesce ad offrire. Difatti, quello che al protagonista delle vicende potrebbe inizialmente sembrare un sogno, per l'appunto, uno di quelli da "cartone animato", si presenterà in men che non si dica sotto le spoglie crude della realtà: troppo grande è il peso della responsabilità, troppo gravi sono le perdite da scontare, troppo veloce è il corso degli eventi, troppo incline all'egoismo è l'essere umano. Senza far gridare al miracolo, ma allo stesso modo senza cascare nel banale o nel noioso, la trama vede generarsi giusto nel finale il proprio disfacimento, causa un'estremizzazione degli avvenimenti piuttosto evitabile.
La realizzazione tecnica è raramente sotto la media. Visivamente tutto si presenta benone, dall'apprezzabile character design alla fenomenale grafica computerizzata, innestata ottimamente.
La colonna sonora si dimostra forse troppo raggiante in alcune situazioni, pur tenendo bene testa sia all'azione frenetica che ai momenti di humour, che non mancano mai. Discreto titolo e poco più.
Già visto, sentito, gustato, e chi più ne ha più ne metta? Irrimediabilmente non si può far buon viso a cattivo gioco, perché è proprio questo l'incipit di <i>Kurogane no Linebarrels</i>, adattamento animato, suddiviso in ventiquattro episodi, dell'omonimo manga di genere robotico pubblicato a partire dall'ormai lontano dicembre 2004. Ma se l'incipit è, appunto, solo l'inizio, non è giusto sottovalutare ciò che questa serie, in semi-costante ascesa nel corso degli episodi, riesce ad offrire. Difatti, quello che al protagonista delle vicende potrebbe inizialmente sembrare un sogno, per l'appunto, uno di quelli da "cartone animato", si presenterà in men che non si dica sotto le spoglie crude della realtà: troppo grande è il peso della responsabilità, troppo gravi sono le perdite da scontare, troppo veloce è il corso degli eventi, troppo incline all'egoismo è l'essere umano. Senza far gridare al miracolo, ma allo stesso modo senza cascare nel banale o nel noioso, la trama vede generarsi giusto nel finale il proprio disfacimento, causa un'estremizzazione degli avvenimenti piuttosto evitabile.
La realizzazione tecnica è raramente sotto la media. Visivamente tutto si presenta benone, dall'apprezzabile character design alla fenomenale grafica computerizzata, innestata ottimamente.
La colonna sonora si dimostra forse troppo raggiante in alcune situazioni, pur tenendo bene testa sia all'azione frenetica che ai momenti di humour, che non mancano mai. Discreto titolo e poco più.
Mi discosto da coloro che dicono che questa serie e' stata un fallimento o da chi reputa questo anime nient'altro che un'opera di contenuto banale.
Il protagonista, come menzionato da altre persone, non e' il classico predestinato, ne' il figo che risolve tutte le situazioni con classe e moderazione, bensi' un totale incapace, un piagnucolone, un fifone, qualcuno che non sa minimamente imporsi. L'originalita' della trama e' mettere in risalto le emozioni e i vari stati d'animo degli "sconfitti". E' facile attribuire la massima onorificenza al protagonista aitante e forte, ma gli autori di Linebarrels hanno cercato di creare qualcosa di veramente alternativo. Lo sviluppo della relazione Pilota-Machina e' un qualcosa di analogo a quello di EVA, tranne per il fatto che il machina puo' assumere forme diverse e poteri diversi a seconda dell'umore del pilota, implementando alcune novita' come la rigenerazione del machina e del factor, la sincronizzazione fisica e cerebrale e la possibilita' di "evocarlo" ovunque.
Questo vento di novita' e' un gesto di grande coraggio che va premiato poiche' l'anime, per motivi a mio modo di vedere, puramente commerciali, si e' dovuto attenere al limite di 24 puntate sviluppando in definitiva una storia niente male, con una carenza di caratterizzazione dei vari personaggio dovuta, ripeto, al limite di 24 episodi. Per me Kurogane no Linebarells e' stato, e potrebbe essere con un eventuale seguito o remake fedele al manga, un potenziale capolavoro da non sottovalutare minimamente, poiche' come gia' detto si e' rivelato la vera nuova serie robotica degli anni 2000, poiche' e' lontano dai vari rifacimenti o aggiornamenti dei vari Gundam o Robottoni come MazinKaiser, i vari Getta Robot ecc.
Il protagonista, come menzionato da altre persone, non e' il classico predestinato, ne' il figo che risolve tutte le situazioni con classe e moderazione, bensi' un totale incapace, un piagnucolone, un fifone, qualcuno che non sa minimamente imporsi. L'originalita' della trama e' mettere in risalto le emozioni e i vari stati d'animo degli "sconfitti". E' facile attribuire la massima onorificenza al protagonista aitante e forte, ma gli autori di Linebarrels hanno cercato di creare qualcosa di veramente alternativo. Lo sviluppo della relazione Pilota-Machina e' un qualcosa di analogo a quello di EVA, tranne per il fatto che il machina puo' assumere forme diverse e poteri diversi a seconda dell'umore del pilota, implementando alcune novita' come la rigenerazione del machina e del factor, la sincronizzazione fisica e cerebrale e la possibilita' di "evocarlo" ovunque.
Questo vento di novita' e' un gesto di grande coraggio che va premiato poiche' l'anime, per motivi a mio modo di vedere, puramente commerciali, si e' dovuto attenere al limite di 24 puntate sviluppando in definitiva una storia niente male, con una carenza di caratterizzazione dei vari personaggio dovuta, ripeto, al limite di 24 episodi. Per me Kurogane no Linebarells e' stato, e potrebbe essere con un eventuale seguito o remake fedele al manga, un potenziale capolavoro da non sottovalutare minimamente, poiche' come gia' detto si e' rivelato la vera nuova serie robotica degli anni 2000, poiche' e' lontano dai vari rifacimenti o aggiornamenti dei vari Gundam o Robottoni come MazinKaiser, i vari Getta Robot ecc.
Ops non mi ero accorto che non avevo detto la mia su questo anime :-))
Sinceramente non mi sono appassionato molto e non ho sentito minimamente quella voglia irrefrenabile di vedere l'episodio successivo, come invece mi è accaduto nel vedere altri anime in questo periodo, come Seirei no moribito, oppure shura no toki, Scryed o altro insomma, tutti anime da 9 per il mio gusto personale.
Non tanto per il fan-service sempre abbondante e vistoso, piuttosto che CG in ogni scontro o altro, ma proprio per la trama e la sceneggiatura che non hanno dalla loro parte invogliato particolarmente la visione, per me...
Di certo passata la metà dell'anime ci sono dei colpi di scena interessanti che sembrano far decollare l'anime, ma dopo poco si capisce che era solo un abbaglio di un sole, uscito dopo un temporale...
Pertanto è un anime sufficiente ma che non offre molto e che va visto, a mio avviso, senza troppe pretese, abbastanza leggero e, forse, adatto anche ad un pubblico più giovane, fanservice a parte....
La trama è stata evidenziata da altri e pertanto evito di ripeterla, comunque una trama abbastanza conosciuta, che sembra voler dare qualcosa di diverso ma che in realtà non offre poi molto e con un finale alquanto deludente sotto ogni aspettativa, veramente inconcludente come finale...
Un design non male e a volte leggermente spigoloso, un mecha molto particolare che a me non ha entusiasmato, animazioni in CG molto belle anche se a volte sembrano poco curate, una colonna sonora non male, la opening non mi dispiaceva, mi ha ricordavo AVENGER stesso stile (infatti il gruppo è lo stesso che la canta).
Questo è tutto.
Sinceramente non mi sono appassionato molto e non ho sentito minimamente quella voglia irrefrenabile di vedere l'episodio successivo, come invece mi è accaduto nel vedere altri anime in questo periodo, come Seirei no moribito, oppure shura no toki, Scryed o altro insomma, tutti anime da 9 per il mio gusto personale.
Non tanto per il fan-service sempre abbondante e vistoso, piuttosto che CG in ogni scontro o altro, ma proprio per la trama e la sceneggiatura che non hanno dalla loro parte invogliato particolarmente la visione, per me...
Di certo passata la metà dell'anime ci sono dei colpi di scena interessanti che sembrano far decollare l'anime, ma dopo poco si capisce che era solo un abbaglio di un sole, uscito dopo un temporale...
Pertanto è un anime sufficiente ma che non offre molto e che va visto, a mio avviso, senza troppe pretese, abbastanza leggero e, forse, adatto anche ad un pubblico più giovane, fanservice a parte....
La trama è stata evidenziata da altri e pertanto evito di ripeterla, comunque una trama abbastanza conosciuta, che sembra voler dare qualcosa di diverso ma che in realtà non offre poi molto e con un finale alquanto deludente sotto ogni aspettativa, veramente inconcludente come finale...
Un design non male e a volte leggermente spigoloso, un mecha molto particolare che a me non ha entusiasmato, animazioni in CG molto belle anche se a volte sembrano poco curate, una colonna sonora non male, la opening non mi dispiaceva, mi ha ricordavo AVENGER stesso stile (infatti il gruppo è lo stesso che la canta).
Questo è tutto.
La trama di Linebarrels of Iron potrebbe essere l'archetipo di ogni anime robotico, dove il protagonista, fino a quel momento ragazzo qualsiasi, per un motivo casuale si ritrova pilota di un robot con cui decide di ergersi a paladino della giustizia e difensore dei deboli. Dico potrebbe perché questo anime si differenzia dagli altri per il senso distorto e molto personale che ha il ragazzo della giustizia, che lo porta non sempre alle scelte giuste e le cui conseguenze non sono sempre positive. Il character design risulta particolare, con un tratto leggermente spigoloso e a tratti sporco, che si addice bene all'atmosfera che si respira in questa serie. Anche se in alcuni casi la qualità cala visibilmente, arrivando addirittura a cambiare l'aspetto di alcuni personaggi. Le animazioni sono abbastanza fluide per quanto riguarda personaggi e in generale per tutto quello che non riguarda i mecha, mentre per questi ultimi, che si è deciso di realizzare completamente in CG, le animazioni risultano un po' scattose, non so se volutamente o meno. Questo non toglie che in quest'anime si è compiuto un ulteriore passo avanti nell'utilizzo di questa tecnica. I colori risultano vividi e ben definiti. Da notare che per quanto riguarda gli scontri fra i mecha, si è deciso di ambientarli per la maggior parte delle volte di notte o comunque a giornata inoltrata, in modo da dover utilizzare colorazioni scure, forse per diminuire il dettaglio necessario. Le musiche svolgono il loro dovere, senza però risultare molto coinvolgenti o ispirate. La opening si differenzia invece per l'effetto contrario. A opera degli ALI Project, "suona" fin troppo particolare, in linea con il loro sound, con cambi di tempo, sia musicalmente che vocalmente, e controcanti. Di certo è una canzone che si fa notare, ma difficilmente si può definire orecchiabile.
Personalmente, mi aspettavo di più da questa serie: i presupposti per risultare un ottimo anime c'erano tutti. Presupposti che però, a mio avviso non son stati rispettati. La trama parte bene, ma andando avanti si perde in colpi di scena a volte inefficaci, e che richiamano, non so se involontariamente o meno, altri anime. Così come l'aspetto e la caratterizzazione di alcuni personaggi. Il finale poi stona con l'atmosfera che si respira per tutto l'anime, dando un senso di "fuori luogo". In definitiva non è un brutto anime, ma sono dell'avviso che se avesse continuato con quell'aria di originalità che c'era all'inizio della serie, percorrendo una strada non battuta, invece di una conosciuta e quindi più sicura, avrebbe di certo giovato al risultato finale. Insomma, un'anime che cerca di essere originale, ma che si adagia sulla sufficienza.
Personalmente, mi aspettavo di più da questa serie: i presupposti per risultare un ottimo anime c'erano tutti. Presupposti che però, a mio avviso non son stati rispettati. La trama parte bene, ma andando avanti si perde in colpi di scena a volte inefficaci, e che richiamano, non so se involontariamente o meno, altri anime. Così come l'aspetto e la caratterizzazione di alcuni personaggi. Il finale poi stona con l'atmosfera che si respira per tutto l'anime, dando un senso di "fuori luogo". In definitiva non è un brutto anime, ma sono dell'avviso che se avesse continuato con quell'aria di originalità che c'era all'inizio della serie, percorrendo una strada non battuta, invece di una conosciuta e quindi più sicura, avrebbe di certo giovato al risultato finale. Insomma, un'anime che cerca di essere originale, ma che si adagia sulla sufficienza.
Escludendo le numerose serie moderne di Gundam e i vari remake dei classici, Linebarrels è forse la serie che più di ogni altra può essere considerata il vero anime di robottoni degli anni 2000.
Senza pretese di essere un capolavoro assoluto, Linebarrels riesce dove molti altri hanno fallito. Raccoglie tutti i maggiori cliché, non solo dei classici nagaiani, ma anche dei più moderni Evangelion e affini, ma invece che riproporli in modo banale e scontato li rivolta come un guanto, li riplasma rendendoli moderni e credibili, soprattutto per quanto riguarda le caratterizzazioni dei personaggi.
In particolare il protagonista, Kouichi, è davvero il main character più insolito che si sia mai visto in un anime di questo genere.
Non è predestinato dal destino, non è un soldato, non è figlio di uno scienziato che ha creato il robot e non ha alcuna particolare eredità da raccogliere. Diviene il pilota del robot per puro caso (gli cade letteralmente in testa mentre va a comprare dei panini per i bulletti della scuola!).
E per Kouichi, trovatosi dal ruolo di debole e inetto (sempre protetto dall'amico Yajima, che in un anime più ordinario sarebbe diventato lui il pilota del robot principale) a quello dell'eroe in possesso di un robot potentissimo e una forza spropositata, la reazione è tutt'altro che scontata.
Abusa del suo potere in modo del tutto superficiale, si autoproclama "paladino della giustizia" senza avere la minima idea di quale responsabilità comporti il suo potere, spesso creando situazioni esilaranti, e altre volte piuttosto tragiche.
L'anime in sé presenta comunque degli alti e bassi, soprattutto in una manciata di episodi nei quali i siparietti comici e il fanservice risultano un po' invasivi, ma nel complesso la narrazione non annoia mai e anche le situazioni all'apparenza più scontate finiscono per sfociare in qualcosa di inatteso e coinvolgente.
Dal punto di vista tecnico, il character design di Hisashi Hirai, seppur non al livello di Gundam Seed, è piuttosto gradevole, anche se dopo un po' di episodi i disegni tendono a subire un leggero calo qualitativo.
Migliorano invece di episodio in episodio le animazioni dei mecha in CG.
Va inoltre detto che la serie TV si discosta di molto dal manga al quale si ispira, e quindi si rende interessante seguire entrambi senza correre il rischio di annoiarsi.
Consigliatissimo a tutti gli appassionati di robottoni e non.
Senza pretese di essere un capolavoro assoluto, Linebarrels riesce dove molti altri hanno fallito. Raccoglie tutti i maggiori cliché, non solo dei classici nagaiani, ma anche dei più moderni Evangelion e affini, ma invece che riproporli in modo banale e scontato li rivolta come un guanto, li riplasma rendendoli moderni e credibili, soprattutto per quanto riguarda le caratterizzazioni dei personaggi.
In particolare il protagonista, Kouichi, è davvero il main character più insolito che si sia mai visto in un anime di questo genere.
Non è predestinato dal destino, non è un soldato, non è figlio di uno scienziato che ha creato il robot e non ha alcuna particolare eredità da raccogliere. Diviene il pilota del robot per puro caso (gli cade letteralmente in testa mentre va a comprare dei panini per i bulletti della scuola!).
E per Kouichi, trovatosi dal ruolo di debole e inetto (sempre protetto dall'amico Yajima, che in un anime più ordinario sarebbe diventato lui il pilota del robot principale) a quello dell'eroe in possesso di un robot potentissimo e una forza spropositata, la reazione è tutt'altro che scontata.
Abusa del suo potere in modo del tutto superficiale, si autoproclama "paladino della giustizia" senza avere la minima idea di quale responsabilità comporti il suo potere, spesso creando situazioni esilaranti, e altre volte piuttosto tragiche.
L'anime in sé presenta comunque degli alti e bassi, soprattutto in una manciata di episodi nei quali i siparietti comici e il fanservice risultano un po' invasivi, ma nel complesso la narrazione non annoia mai e anche le situazioni all'apparenza più scontate finiscono per sfociare in qualcosa di inatteso e coinvolgente.
Dal punto di vista tecnico, il character design di Hisashi Hirai, seppur non al livello di Gundam Seed, è piuttosto gradevole, anche se dopo un po' di episodi i disegni tendono a subire un leggero calo qualitativo.
Migliorano invece di episodio in episodio le animazioni dei mecha in CG.
Va inoltre detto che la serie TV si discosta di molto dal manga al quale si ispira, e quindi si rende interessante seguire entrambi senza correre il rischio di annoiarsi.
Consigliatissimo a tutti gli appassionati di robottoni e non.
Kouichi Hayase assieme ai suoi amici d'infanzia Yajima e Ritsuko frequenta il liceo. Purtroppo, fin dalla più tenera infanzia, Kouichi è sempre stato vittima delle angherie dei suoi compagni di giochi e di scuola. Yajima lo ha sempre difeso dalle angherie e Ritsuko, la ragazza di cui entrambi sono innamorati, lo ha sempre consolato. Ma ora improvvisamente dal cielo piomba un'enorme robot.
Nell'impatto Kouichi è morto ma ritorna in vita grazie all'intervento di Emi Kizaki una ragazza che si trova all'interno del robot e che per lo shock ha perso la memoria. Grazie a questo intervento Kouichi riuscirà a pilotare il robot Linebarrels.
Questi non è l'unico robot giunto sulla terra ma ne esistono altri raccolti dall'organizzazione governativa Juda che li utilizza per combattere chi vuole conquistare il mondo.
Non sono un appassionato del genere robotico, ed era dai tempi di Evangelion che non ne vedevo uno ma questa serie è davvero starordinaria.
Trovo la storia davvero ben fatta ricca di colpi di scena e i protagonisti della serie sono ben caratterizzati caratterialmente e psicologicamente. L'animazione è buona con uso di 3d. L'unico punto a sfavore che vedo è il disegno che può a tratti apparire grezzo ma sempre funzionale alla storia.
Davvero una serie entusiasmante e consigliata.
Nell'impatto Kouichi è morto ma ritorna in vita grazie all'intervento di Emi Kizaki una ragazza che si trova all'interno del robot e che per lo shock ha perso la memoria. Grazie a questo intervento Kouichi riuscirà a pilotare il robot Linebarrels.
Questi non è l'unico robot giunto sulla terra ma ne esistono altri raccolti dall'organizzazione governativa Juda che li utilizza per combattere chi vuole conquistare il mondo.
Non sono un appassionato del genere robotico, ed era dai tempi di Evangelion che non ne vedevo uno ma questa serie è davvero starordinaria.
Trovo la storia davvero ben fatta ricca di colpi di scena e i protagonisti della serie sono ben caratterizzati caratterialmente e psicologicamente. L'animazione è buona con uso di 3d. L'unico punto a sfavore che vedo è il disegno che può a tratti apparire grezzo ma sempre funzionale alla storia.
Davvero una serie entusiasmante e consigliata.