Nodame Cantabile: Paris-Hen
"Nodame Cantabile: Paris-Hen" è il secondo capitolo della saga di Megumi Noda e Shiniki Chiaki, il cosiddetto sequel in undici episodi del 2008 della fortunata prima serie del 2007, di cui rappresenta la continuazione logico-temporale.
Se della prima serie avevo apprezzato l'equilibrio tra i vari possibili elementi caratterizzanti il genere della serie, definendola una classica commedia a tutto tondo, la seconda riprende i "canoni" di genere della prima, senza tuttavia riuscire a raggiungere il livello di "qualità" generale della precedente, avendo solo il pregio di illustrare il possibile consolidamento del rapporto amoroso tra i due protagonisti nella città europea romantica per eccellenza: Parigi.
"Nodame Cantabile: Paris-Hen" riparte dal frettoloso e più o meno romantico finale della prima serie, e lo spettatore potrà osservare Megumi e Shiniki alle prese con la vita in un Paese lontano in una specie di condominio in cui sono presenti altri studenti provenienti da tutto il mondo che ambiscono a diplomarsi al conservatorio di Parigi. Quindi conosceremo nuovi e simpatici personaggi, tra i quali Tanya, Franck, Yunlong, ma anche nuovi insegnanti che prenderanno soprattutto a cuore le sorti della problematica Megumi, e rivedremo alcuni dei personaggi della prima serie che nel frattempo hanno preferito anche loro trasferirsi all'estero, per completare gli studi al di fuori del Giappone, come Kuroki.
Si rivede, e bene, la talentuosa Son Rui, e negli undici episodi le storie, le aspirazioni, i timori, i problemi di tutti si intrecceranno in modo simpatico e piacevole, garantendo quel mix già apprezzato tra ottima musica, commedia, drama, introspezione e crescita personale di questi ventenni a caccia della loro affermazione professionale attraverso un percorso personale di crescita e maturazione. Ma si perdono buona parte dei personaggi che avevano caratterizzato in positivo i primi ventitré episodi, che restano tutti in Giappone.
L'impressione che ho avuto al termine della visione di questa seconda serie è che mi è sembrata un po' "interlocutoria". La prima è riuscita a dare un senso alla trama, introducendo il rapporto tra Shiniki e Megumi, fino all'epilogo finale in cui lui convince lei a seguirlo a Parigi, per continuare assieme nel mondo della musica, a illustrare una bella evoluzione dei personaggi secondari, il ruolo di menthoring di Stresemann, la fobia di Shiniki a volare, il passato del padre di Shiniki, le questioni irrisolte di Megumi e la sua "allergia" a tutto ciò che è disciplina e rigore.
Nella seconda serie non assistiamo a grandissime novità, anzi: la serie è più "Shiniki/Megumi centrica", fatte salve alcune brevi digressioni su alcuni personaggi "secondari" come Tanya o Rui, ma non fa evolvere il loro rapporto, che resta ancora un po' nel "vago" tira e molla con una certa sottotraccia di leggera rivalità o, meglio, di complesso di inferiorità di Megumi nei confronti di Shiniki, dovuto prevalentemente alla sua insicurezza nelle sue capacità, unita alla difficoltà di studiare secondo i canoni classici tipici del conservatorio. Un talento "grezzo" insofferente a tutto ciò che rappresenta una regola: Megumi in questo senso è così poco "giapponese". Infantile, imprevedibile, senza troppo ritegno nel non riuscire a mascherare le sue debolezze, eccessivamente espansiva, altruista, sensibile e capace di attirare la benevolenza e la comprensione degli altri su di sé, grazie al suo modo di fare e pensare fuori da qualsiasi schema. Dalla sua inoltre c'è il grande talento che catalizza l'attenzione di tutti coloro che ne capiscono e che tendono (ma non sempre...) a perdonarle le "licenze" che si prende nell'interpretare in modo personale i brani che suona.
L'impressione che se ne trae è che Megumi a causa del suo carattere e del suo atteggiamento non riesca a emergere rispetto ad altri studenti e che i suoi insegnanti in un certo senso tendano a bloccarla nel suo percorso di crescita, timorosi che possa esplodere loro in mano come una bomba. Anche Shiniki in fin dei conti nutre questo "pregiudizio" nei confronti di Megumi e anche il suo affetto resta sempre più o meno condizionato dall'importanza che per lui riveste la musica "tout court", tanto da diventare assolutamente intransigente anche a livello sentimentale, lasciando Megumi sempre in una sorta di limbo, come se non la prendesse mai sul serio.
Se questo aspetto della storia suscita ilarità, simpatia e comicità, al di sotto della apparenza Megumi sembra costretta a studiare per dimostrare di essere coerente da un lato alle aspettative dei suoi insegnanti (incluso Shiniki) e dall'altro a snaturare la sua personalità e natura per restare inquadrata negli schemi "esogeni" che non le si addicono e che a fasi alterne determinano delle "crisi" di identità della povera ragazza.
Vedere il maestro Auclair chiamarla sempre "bebe-chan" e non per cognome o nome è il sintomo di cui sto cercando di dare una spiegazione, e che francamente alla lunga è anche "fastidioso". E Shiniki ci mette del suo per farla soffrire, sempre focalizzato quasi esclusivamente sulla musica e sulla sua aspirazione di diventare un direttore d'orchestra famoso e capace alla stregua dei suoi punti di riferimento Viera e Stresemann.
In un certo senso, può sembrare fastidioso che lui riesca pian piano ad emergere (in fondo gli affidano la direzione di un'orchestra in disarmo e la rivitalizza) e Megumi no (non le consentono di provare alcun concorso...), se non in certe circostanze, quando qualcuno le dà un po' di credito (come nell'episodio dell'esibizione a Saint Malo), e questo qualcuno non è lui...
Tenendo conto di quanto sopra, mi è pertanto difficile pensare che questa seconda serie riesca a "pareggiare" a livello di voto la prima: se da un punto di vista tecnico il livello resta lo stesso, con il "plus" dell'ambientazione parigina e europea, e con il comparto musicale sempre di eccellenza e con il giusto mix tra parte musicale e commedia, "Nodame Cantabile: Paris-Hen" resta inferiore alla prima serie sotto il punto di vista della trama e sceneggiatura, in cui non sono riuscito ad apprezzare ulteriori significativi avanzamenti nel character development. Sicuramente, si è persa un po' della spensieratezza e comicità tipiche della prima serie e si introduce un minimo di senso di responsabilità in più, ma senza che si percepisca in modo evidente una evoluzione in positivo dei due protagonisti e della loro relazione.
"Dove le parole non arrivano... la musica parla" (L. V. Beethoven), ma, nel caso della protagonista Megumi, sembra che gli autori hanno fatto di tutto per "zittire" e "piegare" un personaggio tanto strambo e a volte anche fastidioso quanto apprezzabile nella sua spontanea ingenuità e nei suoi slanci incontrollabili e ingestibili.
Mi auguro che, con la terza serie finale, venga attribuita a Megumi una apprezzabile evoluzione positiva anche dal punto di vista della "gratificazione" musicale.
Se della prima serie avevo apprezzato l'equilibrio tra i vari possibili elementi caratterizzanti il genere della serie, definendola una classica commedia a tutto tondo, la seconda riprende i "canoni" di genere della prima, senza tuttavia riuscire a raggiungere il livello di "qualità" generale della precedente, avendo solo il pregio di illustrare il possibile consolidamento del rapporto amoroso tra i due protagonisti nella città europea romantica per eccellenza: Parigi.
"Nodame Cantabile: Paris-Hen" riparte dal frettoloso e più o meno romantico finale della prima serie, e lo spettatore potrà osservare Megumi e Shiniki alle prese con la vita in un Paese lontano in una specie di condominio in cui sono presenti altri studenti provenienti da tutto il mondo che ambiscono a diplomarsi al conservatorio di Parigi. Quindi conosceremo nuovi e simpatici personaggi, tra i quali Tanya, Franck, Yunlong, ma anche nuovi insegnanti che prenderanno soprattutto a cuore le sorti della problematica Megumi, e rivedremo alcuni dei personaggi della prima serie che nel frattempo hanno preferito anche loro trasferirsi all'estero, per completare gli studi al di fuori del Giappone, come Kuroki.
Si rivede, e bene, la talentuosa Son Rui, e negli undici episodi le storie, le aspirazioni, i timori, i problemi di tutti si intrecceranno in modo simpatico e piacevole, garantendo quel mix già apprezzato tra ottima musica, commedia, drama, introspezione e crescita personale di questi ventenni a caccia della loro affermazione professionale attraverso un percorso personale di crescita e maturazione. Ma si perdono buona parte dei personaggi che avevano caratterizzato in positivo i primi ventitré episodi, che restano tutti in Giappone.
L'impressione che ho avuto al termine della visione di questa seconda serie è che mi è sembrata un po' "interlocutoria". La prima è riuscita a dare un senso alla trama, introducendo il rapporto tra Shiniki e Megumi, fino all'epilogo finale in cui lui convince lei a seguirlo a Parigi, per continuare assieme nel mondo della musica, a illustrare una bella evoluzione dei personaggi secondari, il ruolo di menthoring di Stresemann, la fobia di Shiniki a volare, il passato del padre di Shiniki, le questioni irrisolte di Megumi e la sua "allergia" a tutto ciò che è disciplina e rigore.
Nella seconda serie non assistiamo a grandissime novità, anzi: la serie è più "Shiniki/Megumi centrica", fatte salve alcune brevi digressioni su alcuni personaggi "secondari" come Tanya o Rui, ma non fa evolvere il loro rapporto, che resta ancora un po' nel "vago" tira e molla con una certa sottotraccia di leggera rivalità o, meglio, di complesso di inferiorità di Megumi nei confronti di Shiniki, dovuto prevalentemente alla sua insicurezza nelle sue capacità, unita alla difficoltà di studiare secondo i canoni classici tipici del conservatorio. Un talento "grezzo" insofferente a tutto ciò che rappresenta una regola: Megumi in questo senso è così poco "giapponese". Infantile, imprevedibile, senza troppo ritegno nel non riuscire a mascherare le sue debolezze, eccessivamente espansiva, altruista, sensibile e capace di attirare la benevolenza e la comprensione degli altri su di sé, grazie al suo modo di fare e pensare fuori da qualsiasi schema. Dalla sua inoltre c'è il grande talento che catalizza l'attenzione di tutti coloro che ne capiscono e che tendono (ma non sempre...) a perdonarle le "licenze" che si prende nell'interpretare in modo personale i brani che suona.
L'impressione che se ne trae è che Megumi a causa del suo carattere e del suo atteggiamento non riesca a emergere rispetto ad altri studenti e che i suoi insegnanti in un certo senso tendano a bloccarla nel suo percorso di crescita, timorosi che possa esplodere loro in mano come una bomba. Anche Shiniki in fin dei conti nutre questo "pregiudizio" nei confronti di Megumi e anche il suo affetto resta sempre più o meno condizionato dall'importanza che per lui riveste la musica "tout court", tanto da diventare assolutamente intransigente anche a livello sentimentale, lasciando Megumi sempre in una sorta di limbo, come se non la prendesse mai sul serio.
Se questo aspetto della storia suscita ilarità, simpatia e comicità, al di sotto della apparenza Megumi sembra costretta a studiare per dimostrare di essere coerente da un lato alle aspettative dei suoi insegnanti (incluso Shiniki) e dall'altro a snaturare la sua personalità e natura per restare inquadrata negli schemi "esogeni" che non le si addicono e che a fasi alterne determinano delle "crisi" di identità della povera ragazza.
Vedere il maestro Auclair chiamarla sempre "bebe-chan" e non per cognome o nome è il sintomo di cui sto cercando di dare una spiegazione, e che francamente alla lunga è anche "fastidioso". E Shiniki ci mette del suo per farla soffrire, sempre focalizzato quasi esclusivamente sulla musica e sulla sua aspirazione di diventare un direttore d'orchestra famoso e capace alla stregua dei suoi punti di riferimento Viera e Stresemann.
In un certo senso, può sembrare fastidioso che lui riesca pian piano ad emergere (in fondo gli affidano la direzione di un'orchestra in disarmo e la rivitalizza) e Megumi no (non le consentono di provare alcun concorso...), se non in certe circostanze, quando qualcuno le dà un po' di credito (come nell'episodio dell'esibizione a Saint Malo), e questo qualcuno non è lui...
Tenendo conto di quanto sopra, mi è pertanto difficile pensare che questa seconda serie riesca a "pareggiare" a livello di voto la prima: se da un punto di vista tecnico il livello resta lo stesso, con il "plus" dell'ambientazione parigina e europea, e con il comparto musicale sempre di eccellenza e con il giusto mix tra parte musicale e commedia, "Nodame Cantabile: Paris-Hen" resta inferiore alla prima serie sotto il punto di vista della trama e sceneggiatura, in cui non sono riuscito ad apprezzare ulteriori significativi avanzamenti nel character development. Sicuramente, si è persa un po' della spensieratezza e comicità tipiche della prima serie e si introduce un minimo di senso di responsabilità in più, ma senza che si percepisca in modo evidente una evoluzione in positivo dei due protagonisti e della loro relazione.
"Dove le parole non arrivano... la musica parla" (L. V. Beethoven), ma, nel caso della protagonista Megumi, sembra che gli autori hanno fatto di tutto per "zittire" e "piegare" un personaggio tanto strambo e a volte anche fastidioso quanto apprezzabile nella sua spontanea ingenuità e nei suoi slanci incontrollabili e ingestibili.
Mi auguro che, con la terza serie finale, venga attribuita a Megumi una apprezzabile evoluzione positiva anche dal punto di vista della "gratificazione" musicale.
Insieme a Parigi
Nella seconda serie, come è intuibile dal titolo, i nostri protagonisti si trasferiscono a Parigi. I due vanno a vivere in un condominio, abitato da studenti di musica, dove finiscono per essere nuovamente vicini di casa, con estrema felicità della ragazza (Shinichi invece pensa a un complotto di sua madre, che è la proprietaria dello stabile). Ed ecco che rincomincia il solito valzer, con Nodame che fa la mogliettina e Shinichi che si tira in disparte... ma le cose non sono come sembrano a un primo sguardo. L'atteggiamento del ragazzo è completamente cambiato e sta cominciando ad accettare i sentimenti della sua stravagante controparte. Le cose in un primo momento scorrono piuttosto tranquillamente e la nostalgia di casa di Nodame viene in una certa misura smorzata dalla presenza del suo adorato senpai. Le cose cambiano quando Shinichi parte in tournée con Stresemann. Nodame si sente abbandonata e cade in depressione. Persino i suoi nuovi amici non riescono a risollevarle il morale.
La ragazza si riscuote quando vede in televisione un'esibizione di Shinichi che sta dirigendo la giovane e famosa pianista cinese Rui Son. Da questo momento cerca di mettere tutta sé stessa nello studio del pianoforte per cercare di migliorarsi, tutto per poter, un giorno, suonare in un concerto sotto la direzione di Shinichi. Al ritorno in Francia del ragazzo le cose sembrano andare meglio, Shinichi accetta apertamente i sentimenti di Nodame, che comincia a considerare come una vera fidanzata, e la loro relazione inizia ad evolversi. Nonostante tutto le gag non sono certo finite... Nodame è la strampalata di sempre e ci fa assistere ad alcune scene decisamente spassose, come quando cerca di imparare la lingua riguardandosi più volte il suo anime preferito doppiato in francese, o quando abbraccia il suo senpai per ricaricarsi e resistere così fino al suo ritorno; arriva perfino a trasformare la sua stanza nel vecchio appartamento che aveva a Tokyo (in pratica un immondezzaio), rendendolo talmente inabitabile che si vede costretta a vivere in quello di Shinichi.
Anche in questa serie, ai due protagonisti vengono affiancati dei personaggi secondari ben azzeccati, come il pianista otaku amico di Nodame, la giovane pianista Tanya e la bella Rui Son, che cerca senza successo di attirare l'attenzione di Shinichi, ma che in realtà finisce solo per far ingelosire Nodame. Ovviamente c'è il ritorno di qualche faccia conosciuta come quel maniaco di Stresemann, quella pazza della sua manager e Kuroki, un oboista che era stato membro della Rising Star Orchestra in Giappone e che ha deciso di venire a studiare in Francia. Anche in questa serie la musica è molto importante, ma l'attenzione e il dettaglio che gli erano stati dedicati nella prima serie vengono ridotti, lasciando più spazio ai dialoghi e allo sviluppo dei personaggi. Assistiamo comunque all'esecuzione di diversi classici, partendo da Bach e proseguendo con altri grandi compositori come Rossini, Strauss, Tchaikovsky, Liszt, Ravel, Dukas, Mozart e Schubert. A fare da accompagnamento ad alcuni brani, ci sono perfino le spiegazioni di Shinichi, che racconta la storia che c'è dietro la realizzazione dell'opera. L'esecuzione dei pezzi è sempre opera della Nodame Orchestra con la direzione di Suguru Matsutani. Come sigle abbiamo la opening "Sky High" eseguita dai The Gospellers e la dolce "Tokyo et Paris", riarrangiata sulla base del "Bolero" di Ravel e cantata in francese da Emiri Miyamoto, che fa da sigla di chiusura.
Una cosa che mi sono dimenticato di sottolineare è che in questa serie il tempo scorre velocemente e tra un avvenimento e l'altro passano persino dei mesi. Per quello che riguarda la parte tecnica, gli standard sono più o meno gli stessi della serie precedente, con il character design a cui siamo abituati e dei bellissimi fondali che ricostruiscono le ambientazioni parigine, ma disegnate con uno stile ad acquarello che conferisce ad alcune scene un'aria sognante. C'è un notevole incremento delle animazioni in computer grafica, che mostrano i movimenti di Shinichi quando è alla direzione, fino a raffigurare l'intera orchestra in movimento. Nonostante lo sforzo per migliorare le cose, i difetti evidenziati nella serie precedente rimangono, trasmettendo un certo senso di rigidità nei movimenti dei personaggi. Comunque sia questi difetti vengono completamente oscurati dalla bellezza intrinseca della serie, capace di affascinare con la sua musica e divertire con le strampalerie della nostra adorabile protagonista. E con questo è finito il secondo capitolo della storia di Nodame e Shinichi, che si conclude lasciando campo libero a futuri sviluppi.
Le musiche
In quasi tutti gli episodi, assistiamo a delle interpretazioni di alcuni brani di musica classica. Per quelli a cui può interessare, qui di seguito metto un elenco delle opere con il nome del compositore. I brani sono ordinati per episodio, in ordine di esecuzione.
- Leçon 1: Miroirs - Alborado del Gracioso di Ravel e Concerto per pianoforte n. 1 in Re minore BWV1052 di Bach
- Leçon 2: Sinfonia n. 104 di Haydn, Guglielmo Tell Ouverture di Rossini, Till Eulenspiegels lustige Streiche di Strauss, Ruslan e Ludmilla di Glinka e Concerto per violino e orchestra in Re maggiore Op. 35 di Tchaikovsky
- Leçon 3: Studi trascendentali, S 139 - Mazeppa di Liszt
- Leçon 4: Ma Mère l'Oye IV. Les entretiens de la belle et de la bête di Ravel
- Leçon 6: Capriccio Espagnol di Korsakov
- Leçon 8: L'apprendista stregone di Dukas e Sonata per pianoforte n. 11, K. 331 Mov. 3 (rondo "alla turka") di Mozart
- Leçon 9: Sonata in Re maggiore Allegretto, K576 di Mozart e Jeux d'eau di Ravel
- Leçon 10: Dodici variazioni in Do maggiore sulla canzone francese "Ah, vous dirai-je Maman", Sonata per pianoforte n. 18, Eine kleine Nachtmusik e Sonata per pianoforte n. 8 tutte di Mozart, Legende n. 2 di Liszt, Jeux d'eau di Ravel, Sonata per pianoforte in La minore, D. 845 di Schubert
- Leçon 11: Sinfonia n. 4 "The Inextinguishable", Mov. 4 (Allegro) di Carl Nielsen
Nella seconda serie, come è intuibile dal titolo, i nostri protagonisti si trasferiscono a Parigi. I due vanno a vivere in un condominio, abitato da studenti di musica, dove finiscono per essere nuovamente vicini di casa, con estrema felicità della ragazza (Shinichi invece pensa a un complotto di sua madre, che è la proprietaria dello stabile). Ed ecco che rincomincia il solito valzer, con Nodame che fa la mogliettina e Shinichi che si tira in disparte... ma le cose non sono come sembrano a un primo sguardo. L'atteggiamento del ragazzo è completamente cambiato e sta cominciando ad accettare i sentimenti della sua stravagante controparte. Le cose in un primo momento scorrono piuttosto tranquillamente e la nostalgia di casa di Nodame viene in una certa misura smorzata dalla presenza del suo adorato senpai. Le cose cambiano quando Shinichi parte in tournée con Stresemann. Nodame si sente abbandonata e cade in depressione. Persino i suoi nuovi amici non riescono a risollevarle il morale.
La ragazza si riscuote quando vede in televisione un'esibizione di Shinichi che sta dirigendo la giovane e famosa pianista cinese Rui Son. Da questo momento cerca di mettere tutta sé stessa nello studio del pianoforte per cercare di migliorarsi, tutto per poter, un giorno, suonare in un concerto sotto la direzione di Shinichi. Al ritorno in Francia del ragazzo le cose sembrano andare meglio, Shinichi accetta apertamente i sentimenti di Nodame, che comincia a considerare come una vera fidanzata, e la loro relazione inizia ad evolversi. Nonostante tutto le gag non sono certo finite... Nodame è la strampalata di sempre e ci fa assistere ad alcune scene decisamente spassose, come quando cerca di imparare la lingua riguardandosi più volte il suo anime preferito doppiato in francese, o quando abbraccia il suo senpai per ricaricarsi e resistere così fino al suo ritorno; arriva perfino a trasformare la sua stanza nel vecchio appartamento che aveva a Tokyo (in pratica un immondezzaio), rendendolo talmente inabitabile che si vede costretta a vivere in quello di Shinichi.
Anche in questa serie, ai due protagonisti vengono affiancati dei personaggi secondari ben azzeccati, come il pianista otaku amico di Nodame, la giovane pianista Tanya e la bella Rui Son, che cerca senza successo di attirare l'attenzione di Shinichi, ma che in realtà finisce solo per far ingelosire Nodame. Ovviamente c'è il ritorno di qualche faccia conosciuta come quel maniaco di Stresemann, quella pazza della sua manager e Kuroki, un oboista che era stato membro della Rising Star Orchestra in Giappone e che ha deciso di venire a studiare in Francia. Anche in questa serie la musica è molto importante, ma l'attenzione e il dettaglio che gli erano stati dedicati nella prima serie vengono ridotti, lasciando più spazio ai dialoghi e allo sviluppo dei personaggi. Assistiamo comunque all'esecuzione di diversi classici, partendo da Bach e proseguendo con altri grandi compositori come Rossini, Strauss, Tchaikovsky, Liszt, Ravel, Dukas, Mozart e Schubert. A fare da accompagnamento ad alcuni brani, ci sono perfino le spiegazioni di Shinichi, che racconta la storia che c'è dietro la realizzazione dell'opera. L'esecuzione dei pezzi è sempre opera della Nodame Orchestra con la direzione di Suguru Matsutani. Come sigle abbiamo la opening "Sky High" eseguita dai The Gospellers e la dolce "Tokyo et Paris", riarrangiata sulla base del "Bolero" di Ravel e cantata in francese da Emiri Miyamoto, che fa da sigla di chiusura.
Una cosa che mi sono dimenticato di sottolineare è che in questa serie il tempo scorre velocemente e tra un avvenimento e l'altro passano persino dei mesi. Per quello che riguarda la parte tecnica, gli standard sono più o meno gli stessi della serie precedente, con il character design a cui siamo abituati e dei bellissimi fondali che ricostruiscono le ambientazioni parigine, ma disegnate con uno stile ad acquarello che conferisce ad alcune scene un'aria sognante. C'è un notevole incremento delle animazioni in computer grafica, che mostrano i movimenti di Shinichi quando è alla direzione, fino a raffigurare l'intera orchestra in movimento. Nonostante lo sforzo per migliorare le cose, i difetti evidenziati nella serie precedente rimangono, trasmettendo un certo senso di rigidità nei movimenti dei personaggi. Comunque sia questi difetti vengono completamente oscurati dalla bellezza intrinseca della serie, capace di affascinare con la sua musica e divertire con le strampalerie della nostra adorabile protagonista. E con questo è finito il secondo capitolo della storia di Nodame e Shinichi, che si conclude lasciando campo libero a futuri sviluppi.
Le musiche
In quasi tutti gli episodi, assistiamo a delle interpretazioni di alcuni brani di musica classica. Per quelli a cui può interessare, qui di seguito metto un elenco delle opere con il nome del compositore. I brani sono ordinati per episodio, in ordine di esecuzione.
- Leçon 1: Miroirs - Alborado del Gracioso di Ravel e Concerto per pianoforte n. 1 in Re minore BWV1052 di Bach
- Leçon 2: Sinfonia n. 104 di Haydn, Guglielmo Tell Ouverture di Rossini, Till Eulenspiegels lustige Streiche di Strauss, Ruslan e Ludmilla di Glinka e Concerto per violino e orchestra in Re maggiore Op. 35 di Tchaikovsky
- Leçon 3: Studi trascendentali, S 139 - Mazeppa di Liszt
- Leçon 4: Ma Mère l'Oye IV. Les entretiens de la belle et de la bête di Ravel
- Leçon 6: Capriccio Espagnol di Korsakov
- Leçon 8: L'apprendista stregone di Dukas e Sonata per pianoforte n. 11, K. 331 Mov. 3 (rondo "alla turka") di Mozart
- Leçon 9: Sonata in Re maggiore Allegretto, K576 di Mozart e Jeux d'eau di Ravel
- Leçon 10: Dodici variazioni in Do maggiore sulla canzone francese "Ah, vous dirai-je Maman", Sonata per pianoforte n. 18, Eine kleine Nachtmusik e Sonata per pianoforte n. 8 tutte di Mozart, Legende n. 2 di Liszt, Jeux d'eau di Ravel, Sonata per pianoforte in La minore, D. 845 di Schubert
- Leçon 11: Sinfonia n. 4 "The Inextinguishable", Mov. 4 (Allegro) di Carl Nielsen
"Nodame Cantabile: Paris-Hen" è una serie composta da undici episodi di durata canonica, attesissimo sequel di "Nodame Cantabile".
La storia riprende dove era stata interrotta al termine delle prima stagione: Nodame e Chiaki sbarcano a Parigi e continuano i loro rispettivi studi. Fra i due quello che sembra avere più successo è ovviamente Chiaki, il quale non esita a farsi conoscere anche fuori dal Giappone per le sue indiscutibili doti. Molto più faticosa è invece la strada che attende Nodame, la quale dovrà affrontare la musica con tutte le proprie forze per sopravvivere in quel mondo pieno di giovani talenti.
Ciò che differenzia pesantemente "Nodame Cantabile: Paris-Hen" dalla prima, fantastica stagione, è principalmente la sua breve, brevissima durata. Undici episodi sono pochi, il tempo stringe, soprattutto considerando che buona parte di esso viene utilizzato per mostrare le esibizioni dei protagonisti. La narrazione ovviamente risente di questo fattore e, rispetto a come ci aveva abituato, procede troppo velocemente, e la storia perde un po' del suo fascino, rimanendo comunque su alti livelli. La trama tutto sommato si sviluppa bene, vengono introdotti una discreta quantità di nuovi personaggi, tutti molto particolari e ben caratterizzati. In compenso vengono però abbandonati gran parte di quelli vecchi, solamente uno se ne salva.
Insomma, nuova ambientazione, nuovi personaggi, nuove melodie, ma stessi Nodame e Chiaki. Il loro rapporto sembra avere una sorta di evoluzione in qualche frangente, ma per un motivo o per l'altro torna sempre al punto di partenza. I problemi d'altronde si presentano sempre nel momento meno opportuno.
Tecnicamente è stato fatto un buon passo avanti da parte del comparto grafico. Più nitide le immagini, curato decisamente meglio il design dei personaggi e il grado di dettaglio dei fondali, più fluide e scorrevoli le animazioni. Dal punto di vista sonoro rimane invariato il doppiaggio, e come per la prima stagione viene lasciato grande spazio alla musica. Tanti pezzi meravigliosi proposti uno in fila all'altro non potranno che farsi apprezzare. Ancora una volta il finale rimane incompiuto, e scarica tutte le responsabilità su un'ultima stagione.
In conclusione, "Nodame Cantabile: Paris-Hen" è un'opera di indubbio valore, ma ben lontana dall'incredibile livello del suo prequel. Ovviamente rimane una visione estremamente piacevole e obbligatoria nel caso siate amanti della saga.
La storia riprende dove era stata interrotta al termine delle prima stagione: Nodame e Chiaki sbarcano a Parigi e continuano i loro rispettivi studi. Fra i due quello che sembra avere più successo è ovviamente Chiaki, il quale non esita a farsi conoscere anche fuori dal Giappone per le sue indiscutibili doti. Molto più faticosa è invece la strada che attende Nodame, la quale dovrà affrontare la musica con tutte le proprie forze per sopravvivere in quel mondo pieno di giovani talenti.
Ciò che differenzia pesantemente "Nodame Cantabile: Paris-Hen" dalla prima, fantastica stagione, è principalmente la sua breve, brevissima durata. Undici episodi sono pochi, il tempo stringe, soprattutto considerando che buona parte di esso viene utilizzato per mostrare le esibizioni dei protagonisti. La narrazione ovviamente risente di questo fattore e, rispetto a come ci aveva abituato, procede troppo velocemente, e la storia perde un po' del suo fascino, rimanendo comunque su alti livelli. La trama tutto sommato si sviluppa bene, vengono introdotti una discreta quantità di nuovi personaggi, tutti molto particolari e ben caratterizzati. In compenso vengono però abbandonati gran parte di quelli vecchi, solamente uno se ne salva.
Insomma, nuova ambientazione, nuovi personaggi, nuove melodie, ma stessi Nodame e Chiaki. Il loro rapporto sembra avere una sorta di evoluzione in qualche frangente, ma per un motivo o per l'altro torna sempre al punto di partenza. I problemi d'altronde si presentano sempre nel momento meno opportuno.
Tecnicamente è stato fatto un buon passo avanti da parte del comparto grafico. Più nitide le immagini, curato decisamente meglio il design dei personaggi e il grado di dettaglio dei fondali, più fluide e scorrevoli le animazioni. Dal punto di vista sonoro rimane invariato il doppiaggio, e come per la prima stagione viene lasciato grande spazio alla musica. Tanti pezzi meravigliosi proposti uno in fila all'altro non potranno che farsi apprezzare. Ancora una volta il finale rimane incompiuto, e scarica tutte le responsabilità su un'ultima stagione.
In conclusione, "Nodame Cantabile: Paris-Hen" è un'opera di indubbio valore, ma ben lontana dall'incredibile livello del suo prequel. Ovviamente rimane una visione estremamente piacevole e obbligatoria nel caso siate amanti della saga.
Dunque: "Nodame Cantabile" è un anime che parla fondamentalmente di musica classica. Si intreccia infatti con la storia dei protagonisti, Nodame e Chiaki, che rispettivamente amano il piano e la direzione di un'orchestra, e che in un certo modo si sono conosciuti quasi per caso. A distanza di qualche anno dal loro primo incontro, Chiaki proporrà qualcosa di strano a Nodame, ed è da qui che inizia Paris Hen.
Trama
Paris Hen inizia infatti da dove abbiamo lasciato la prima serie: vale a dire un bel viaggetto a Parigi per studiare e magari comporre una nuova orchestra. Nemmeno a dirsi, saranno presenti tanti nuovi personaggi, e molte comparse "incomplete" della serie precedente torneranno alla ribalta per completare la loro storia. Tornerà infatti, tanto per fare un paio di nomi, Kuroki, Auclair (bebe-chan!) e qualcun altro qui e là visto un po' per caso. Chiaki poi farà diversi viaggi grazie a un contratto stipulato con l'agenzia di Stresemann... Ma non voglio spoilerare troppo, sarebbe un peccato, anche perché sicuramente ci si perderebbe uno dei migliori anime del decennio.
Lato tecnico
A differenza della prima serie, di 23 episodi, questa seconda serie è stata confezionata con "mezza stagione": appena 11 episodi, molto meglio strutturati e meglio disegnati. Il character design ha subìto un balzo di qualità, e questo è un bene, anche perché, ricordiamolo, Nodame Cantabile non brilla di certo per il chara design. Per quanto riguarda poi la grafica 3D, so che è indispensabile, ma è abusata, avrei preferito più momenti in still standing piuttosto che riprese, magari dall'alto, con Chiaki che dirige l'orchestra e pare un alieno per la lunghezza spropositata delle braccia. Insomma, i movimenti sono anche poco naturali, ed è per questo che avrei preferito qualcosa di più statico. Per quanto riguarda le OST e le sigle, devo dire che c'è stato un "occhio di riguardo": se nell'opening abbiamo una canzone che ricorda in qualche verso quella della prima serie, nell'ending abbiamo una splendida canzone cantata in francese, che ci fa comprendere che non è più il tempo del Giappone, ma che i nostri amici protagonisti hanno come "sfondato" nel mondo della musica. Le OST come sempre sono sublimi.
Commento finale
E' strano a dirsi, ma a me Nodame Cantabile non fa né caldo né freddo, anche se non posso farne a meno. E' questa la strana caratteristica di quest'anime. Può non piacerti, ma ti cattura. E' questo che mi spinge a vedere anche il finale.
Voto finale: 9.
Trama
Paris Hen inizia infatti da dove abbiamo lasciato la prima serie: vale a dire un bel viaggetto a Parigi per studiare e magari comporre una nuova orchestra. Nemmeno a dirsi, saranno presenti tanti nuovi personaggi, e molte comparse "incomplete" della serie precedente torneranno alla ribalta per completare la loro storia. Tornerà infatti, tanto per fare un paio di nomi, Kuroki, Auclair (bebe-chan!) e qualcun altro qui e là visto un po' per caso. Chiaki poi farà diversi viaggi grazie a un contratto stipulato con l'agenzia di Stresemann... Ma non voglio spoilerare troppo, sarebbe un peccato, anche perché sicuramente ci si perderebbe uno dei migliori anime del decennio.
Lato tecnico
A differenza della prima serie, di 23 episodi, questa seconda serie è stata confezionata con "mezza stagione": appena 11 episodi, molto meglio strutturati e meglio disegnati. Il character design ha subìto un balzo di qualità, e questo è un bene, anche perché, ricordiamolo, Nodame Cantabile non brilla di certo per il chara design. Per quanto riguarda poi la grafica 3D, so che è indispensabile, ma è abusata, avrei preferito più momenti in still standing piuttosto che riprese, magari dall'alto, con Chiaki che dirige l'orchestra e pare un alieno per la lunghezza spropositata delle braccia. Insomma, i movimenti sono anche poco naturali, ed è per questo che avrei preferito qualcosa di più statico. Per quanto riguarda le OST e le sigle, devo dire che c'è stato un "occhio di riguardo": se nell'opening abbiamo una canzone che ricorda in qualche verso quella della prima serie, nell'ending abbiamo una splendida canzone cantata in francese, che ci fa comprendere che non è più il tempo del Giappone, ma che i nostri amici protagonisti hanno come "sfondato" nel mondo della musica. Le OST come sempre sono sublimi.
Commento finale
E' strano a dirsi, ma a me Nodame Cantabile non fa né caldo né freddo, anche se non posso farne a meno. E' questa la strana caratteristica di quest'anime. Può non piacerti, ma ti cattura. E' questo che mi spinge a vedere anche il finale.
Voto finale: 9.
È questa la seconda serie dedicata alla coppia di musicisti più strana del panorama anime-manga della storia, ovvero Nodame Megumi e Shinichi Chiaki.
Dopo la conclusione della prima, coinvolgente, romantica e spassosissima serie, i due protagonisti lasciano il Giappone per recarsi in Francia e studiare musica in una più prestigiosa scuola di Parigi città. Più precisamente, Chiaki si troverà ad avere a che fare con una nuova orchestra, mentre Noda alle prese con un insegnante ostico e difficile da trattare, passerà un altro brutto momento d’insicurezza e incertezza riguardo il proprio futuro.
Considerando la struttura narrativa dell’opera nella sua interezza, si evince una semplice linearità ove le vicende dei due giovanissimi innamorati proseguono affiancate da nuove “comparse” di stampo francese (piuttosto vago), anche se a volte pare che la loro presenza sia studiata e inserita prevalentemente ai fini di creare le solite, tediose, classiche complicazioni amorose presenti in molte storie sentimentali, frutto di uno stile shoujo fin troppo banale, come l’ormai consumato triangolo amoroso - o almeno presunto, visto l’ormai saldo rapporto che esiste fra Noda e Chiaki -, ma che a un certo punto dell’anime parrebbe divenire una minaccia quasi reale alla felicità della coppia.
Preso nel complesso Nodame Paris Hen non ha niente di meno rispetto alla prima serie, pezzi musicali classici e d’atmosfera compresi, senza tralasciare il design che segue in tutto e per tutto il manga, ma nonostante un livello globale di tutto rispetto, risulta leggermente inferiore alla stagione animata che l’ha preceduta.
Vivisezionando la trama, soltanto nel corso della seconda metà, con l’appropinquarsi degli episodi finali, il ritmo della narrazione aumenta e i fatti si fanno più interessanti, poiché alcuni passaggi iniziali rallentano l’andamento della vicenda in maniera esagerata, forse un po’ troppo macchinosa, e sviano dai binari principali che hanno tenuto impegnato lo spettatore sin dalla prima puntata della prima serie, ovvero il rapporto curioso che c’è sia fra i due protagonisti, sia rispetto alla musica che loro stessi amano, apprendono, sfoggiano ed esplorano.
Il livello d’animazione non è niente d’eccezionale, ma è scontato e inutile dire che l’anime non ha alcun interesse nello stupire tramite effetti speciali o scene d’azione di sorta. I principi su cui si basa e la magica, delicata armonia generata dall’incontro fra amore e musica classica bastano e avanzano per fare di questo prodotto qualcosa di davvero interessante.
Aspetto di vedere “Nodame Finale” (l’ultima stagione di tredici episodi) per scoprire la conclusione della saga.
Dopo la conclusione della prima, coinvolgente, romantica e spassosissima serie, i due protagonisti lasciano il Giappone per recarsi in Francia e studiare musica in una più prestigiosa scuola di Parigi città. Più precisamente, Chiaki si troverà ad avere a che fare con una nuova orchestra, mentre Noda alle prese con un insegnante ostico e difficile da trattare, passerà un altro brutto momento d’insicurezza e incertezza riguardo il proprio futuro.
Considerando la struttura narrativa dell’opera nella sua interezza, si evince una semplice linearità ove le vicende dei due giovanissimi innamorati proseguono affiancate da nuove “comparse” di stampo francese (piuttosto vago), anche se a volte pare che la loro presenza sia studiata e inserita prevalentemente ai fini di creare le solite, tediose, classiche complicazioni amorose presenti in molte storie sentimentali, frutto di uno stile shoujo fin troppo banale, come l’ormai consumato triangolo amoroso - o almeno presunto, visto l’ormai saldo rapporto che esiste fra Noda e Chiaki -, ma che a un certo punto dell’anime parrebbe divenire una minaccia quasi reale alla felicità della coppia.
Preso nel complesso Nodame Paris Hen non ha niente di meno rispetto alla prima serie, pezzi musicali classici e d’atmosfera compresi, senza tralasciare il design che segue in tutto e per tutto il manga, ma nonostante un livello globale di tutto rispetto, risulta leggermente inferiore alla stagione animata che l’ha preceduta.
Vivisezionando la trama, soltanto nel corso della seconda metà, con l’appropinquarsi degli episodi finali, il ritmo della narrazione aumenta e i fatti si fanno più interessanti, poiché alcuni passaggi iniziali rallentano l’andamento della vicenda in maniera esagerata, forse un po’ troppo macchinosa, e sviano dai binari principali che hanno tenuto impegnato lo spettatore sin dalla prima puntata della prima serie, ovvero il rapporto curioso che c’è sia fra i due protagonisti, sia rispetto alla musica che loro stessi amano, apprendono, sfoggiano ed esplorano.
Il livello d’animazione non è niente d’eccezionale, ma è scontato e inutile dire che l’anime non ha alcun interesse nello stupire tramite effetti speciali o scene d’azione di sorta. I principi su cui si basa e la magica, delicata armonia generata dall’incontro fra amore e musica classica bastano e avanzano per fare di questo prodotto qualcosa di davvero interessante.
Aspetto di vedere “Nodame Finale” (l’ultima stagione di tredici episodi) per scoprire la conclusione della saga.
Seconda stagione per una delle serie josei più brillanti degli ultimi anni: <i>Nodame Cantabile</i>.
Megumi e Shinichi giungono in Francia, soggiornano a Parigi per proseguire i propri studi e vedono pararsi dinanzi nuove opportunità, che premieranno i sacrifici compiuti. Ma la permanenza in Europa non è soltanto questo, bensì un'occasione per conoscere persone nuove e soprattutto se stessi. Resta invariato il tocco gaudioso della prima stagione - vedasi i primi due esilaranti episodi - ma finalmente ci si può permettere di inquadrare la strampalata coppia di protagonisti in un'ottica che ne accolga non solo i dilettevoli diverbi e le attività di musicisti, ma anche il progressivo avvicinamento sentimentale.
Ed è proprio l'inamovibile direttore d'orchestra, stavolta, a rendersi finalmente conto di dovere crescere anche sotto questo punto di vista, non tradendo i suoi stessi sentimenti, mentre la voglia di maturare di Nodame sembra più che mai orientata verso la carriera personale, senza mai trascurare il suo adorato senpai.
Il bello è che tale prospettiva non accusa minimamente il rischio di trasformare il tutto in una sceneggiata romantica, dal momento che l'atmosfera giocosa permeante ogni episodio lascia trasparire con naturalezza l'andamento dell'evoluzione caratteriale dei personaggi, senza mai rinunciare all'intenzione primaria di fare sorridere.
Tutti i pregi maggiori della serie del 2008 sono dunque qui ri-esibiti e ottimizzati, a partire dal superbo apparato tecnico, ancora più impressionante; ovviamente vi è poi in primo piano la colonna sonora, che fa di musica classica d'autore, mista a piacevoli brani d'accompagnamento, il suo pane quotidiano; anche le sigle sono ancora una volta ben curate.
<i>Paris-Hen</i> non rovina le attese dimostrandosi perfettamente all'altezza della prima serie, ma non chiude l'arco narrativo, cosa che avverrà nella terza stagione: infatti è nelle battute finali che si nota forse un calo, dato dall'esigenza di dovere 'salutare' il pubblico senza troppi fronzoli. Nonostante ciò, la voglia di sapere come andrà a finire non si farà certo aspettare.
Megumi e Shinichi giungono in Francia, soggiornano a Parigi per proseguire i propri studi e vedono pararsi dinanzi nuove opportunità, che premieranno i sacrifici compiuti. Ma la permanenza in Europa non è soltanto questo, bensì un'occasione per conoscere persone nuove e soprattutto se stessi. Resta invariato il tocco gaudioso della prima stagione - vedasi i primi due esilaranti episodi - ma finalmente ci si può permettere di inquadrare la strampalata coppia di protagonisti in un'ottica che ne accolga non solo i dilettevoli diverbi e le attività di musicisti, ma anche il progressivo avvicinamento sentimentale.
Ed è proprio l'inamovibile direttore d'orchestra, stavolta, a rendersi finalmente conto di dovere crescere anche sotto questo punto di vista, non tradendo i suoi stessi sentimenti, mentre la voglia di maturare di Nodame sembra più che mai orientata verso la carriera personale, senza mai trascurare il suo adorato senpai.
Il bello è che tale prospettiva non accusa minimamente il rischio di trasformare il tutto in una sceneggiata romantica, dal momento che l'atmosfera giocosa permeante ogni episodio lascia trasparire con naturalezza l'andamento dell'evoluzione caratteriale dei personaggi, senza mai rinunciare all'intenzione primaria di fare sorridere.
Tutti i pregi maggiori della serie del 2008 sono dunque qui ri-esibiti e ottimizzati, a partire dal superbo apparato tecnico, ancora più impressionante; ovviamente vi è poi in primo piano la colonna sonora, che fa di musica classica d'autore, mista a piacevoli brani d'accompagnamento, il suo pane quotidiano; anche le sigle sono ancora una volta ben curate.
<i>Paris-Hen</i> non rovina le attese dimostrandosi perfettamente all'altezza della prima serie, ma non chiude l'arco narrativo, cosa che avverrà nella terza stagione: infatti è nelle battute finali che si nota forse un calo, dato dall'esigenza di dovere 'salutare' il pubblico senza troppi fronzoli. Nonostante ciò, la voglia di sapere come andrà a finire non si farà certo aspettare.
Nodame Cantabile: Paris-Hen non è semplicemente un anime, è molto di più. Come le stupende musiche al suo interno, rigorosamente di stampo classico (Schubert, Mozart, Liszt, Ravel, ecc.), Nodame Cantabile è un'opera d'arte che, come tale, non saprà non coinvolgervi, specie se siete degli amanti della buona musica. Sono poche le serie che riescono a essere seguite con la stessa fluidità, forse perché Nodame Cantabile non è particolarmente pesante, grazie anche al numero relativamente esiguo di episodi (ricordo però che è già in corso una terza serie, Nodame Cantabile: Finale).
A prima vista, il disegno potrebbe sembrare molto grezzo, "vecchio", ma non bisogna fidarsi dell'apparenza, il tratto è, invece, molto piacevole e delicato.
Una piccola nota va alle animazioni, non sempre molto fluide, a volte la "grafica da computer" si fa sentire, ma è davvero un andare a cercare l'ago nel pagliaio.
Venendo alla trama (preferisco non approfondirla troppo per non rovinare la visione), la serie continua da dove l'avevamo lasciata, con Megumi Noda (Nodame) e Chiaki Shinichi finalmente a Parigi per proseguire i loro studi, lei di piano e lui per direttore d'orchestra. Oltre a fare vecchi incontri, i due faranno nuove conoscenze. Nodame è cresciuta indubbiamente, certamente a darle questa evoluzione è la vita del conservatorio e, in particolare, il duro allenamento, soprattutto grazie al maestro che la seguirà negli studi. E Chiaki? Non è certamente da meno, anche per lui sono tempi duri, ma con duro lavoro e con passione riuscirà a risollevare le sorti di un'orchestra che sembrava ormai perduta.
Il rapporto tra i due verrà approfondito, finalmente Chiaki si mostrerà più risoluto, comprendendo la vera natura dei suoi sentimenti.
Come classico della serie, che è anche una commedia, non mancheranno le varie gag comiche che l'hanno caratterizzata fin dalla prima stagione; riuscirà certamente a strapparvi un sorriso per più d'un motivo. Ma bando alle ciance - gyabooo! Se non l'avete ancora fatto è l'ora di vedere questa serie che, vi assicuro, è una chicca.
A prima vista, il disegno potrebbe sembrare molto grezzo, "vecchio", ma non bisogna fidarsi dell'apparenza, il tratto è, invece, molto piacevole e delicato.
Una piccola nota va alle animazioni, non sempre molto fluide, a volte la "grafica da computer" si fa sentire, ma è davvero un andare a cercare l'ago nel pagliaio.
Venendo alla trama (preferisco non approfondirla troppo per non rovinare la visione), la serie continua da dove l'avevamo lasciata, con Megumi Noda (Nodame) e Chiaki Shinichi finalmente a Parigi per proseguire i loro studi, lei di piano e lui per direttore d'orchestra. Oltre a fare vecchi incontri, i due faranno nuove conoscenze. Nodame è cresciuta indubbiamente, certamente a darle questa evoluzione è la vita del conservatorio e, in particolare, il duro allenamento, soprattutto grazie al maestro che la seguirà negli studi. E Chiaki? Non è certamente da meno, anche per lui sono tempi duri, ma con duro lavoro e con passione riuscirà a risollevare le sorti di un'orchestra che sembrava ormai perduta.
Il rapporto tra i due verrà approfondito, finalmente Chiaki si mostrerà più risoluto, comprendendo la vera natura dei suoi sentimenti.
Come classico della serie, che è anche una commedia, non mancheranno le varie gag comiche che l'hanno caratterizzata fin dalla prima stagione; riuscirà certamente a strapparvi un sorriso per più d'un motivo. Ma bando alle ciance - gyabooo! Se non l'avete ancora fatto è l'ora di vedere questa serie che, vi assicuro, è una chicca.
Si riparte... dalla Francia. La storia di Nodame Cantabile: Paris-Hen ci catapulta direttamente attraverso le disavventure di questi due stravaganti protagonisti, questa volta tra i vicoli di una Parigi fatta di suoni e colori pastellati.
Nodame è cresciuta, la vedremo risalire un sentiero che la porterà a maturare durante gli 11 episodi, mostrandoci alcuni nuovi risvolti del suo carattere, capace di prendere decisioni importanti e di sapere affrontare con chiarezza la sua vita.
Anche Chiaki si dimostrerà più risoluto, forte delle sue grandi abilità, affronterà una nuova sfida ricca di ostacoli.
Ma quell'amore a volte poco definito, che continua a scavare dentro di loro diventando parte di ogni gesto, saprà riempire gli ultimi barlumi di indecisione lasciando ai due protagonisti nuovi sentimenti da gestire.
Alla fine della storia, di una comunque appagante visione, rimane un piccolo vuoto, come se mancasse un tassello. Quel piccolo segmento che ci rende "unici". Ma d'altronde è il peso che deve portare ogni "seguito", dove l'effetto novità è costretto a vedersi relegare in un piccolo angolino nascosto, lasciando tutto alla sola forza dei personaggi e della storia, l'unico elemento trascinante. E questo Paris-Hen non sfugge alla dura regola, ma lo fa con dignità, trasportandoci ancora una volta attraverso un viaggio ricco di emozioni, che grazie a un comparto sonoro di prim'ordine, riesce a trasmettere sensazioni profonde che passano con semplicità dal sorriso alla commozione.
Troviamo una carrellata di personaggi unici, stravaganti, divertenti, a volte malinconici, capaci di rivestire alla perfezione quel ruolo di "cornice" che gli è stato cucito addosso.
Chi ha amato la prima serie non può esimersi dalla visione di questo "seguito". Perché Nodame è un personaggio fantastico, e se anche la storia non avrà lo stesso impatto dei primi 24 episodi, la nostra amata eroina riuscirà da sola a tenervi incollati davanti allo schermo fino alla chiusura del sipario.
Gyabo!
Nodame è cresciuta, la vedremo risalire un sentiero che la porterà a maturare durante gli 11 episodi, mostrandoci alcuni nuovi risvolti del suo carattere, capace di prendere decisioni importanti e di sapere affrontare con chiarezza la sua vita.
Anche Chiaki si dimostrerà più risoluto, forte delle sue grandi abilità, affronterà una nuova sfida ricca di ostacoli.
Ma quell'amore a volte poco definito, che continua a scavare dentro di loro diventando parte di ogni gesto, saprà riempire gli ultimi barlumi di indecisione lasciando ai due protagonisti nuovi sentimenti da gestire.
Alla fine della storia, di una comunque appagante visione, rimane un piccolo vuoto, come se mancasse un tassello. Quel piccolo segmento che ci rende "unici". Ma d'altronde è il peso che deve portare ogni "seguito", dove l'effetto novità è costretto a vedersi relegare in un piccolo angolino nascosto, lasciando tutto alla sola forza dei personaggi e della storia, l'unico elemento trascinante. E questo Paris-Hen non sfugge alla dura regola, ma lo fa con dignità, trasportandoci ancora una volta attraverso un viaggio ricco di emozioni, che grazie a un comparto sonoro di prim'ordine, riesce a trasmettere sensazioni profonde che passano con semplicità dal sorriso alla commozione.
Troviamo una carrellata di personaggi unici, stravaganti, divertenti, a volte malinconici, capaci di rivestire alla perfezione quel ruolo di "cornice" che gli è stato cucito addosso.
Chi ha amato la prima serie non può esimersi dalla visione di questo "seguito". Perché Nodame è un personaggio fantastico, e se anche la storia non avrà lo stesso impatto dei primi 24 episodi, la nostra amata eroina riuscirà da sola a tenervi incollati davanti allo schermo fino alla chiusura del sipario.
Gyabo!
Trama, Nodame e Chiaki. Siamo a Parigi. Chiaki continua a perseguire il suo sogno di diventare un famoso maestro d’orchestra. Da prima parte in tuornée con Streseman, ma quasi subito gli viene affidata la conduzione di una rinomata orchestra parigina, che sta attraversando un periodo di crisi ed ha perso l’originario splendore. Chiaki dovrà rimboccarsi le maniche per farsi accettare dai musicisti più anziani, sanare le discordie interne, lavorare sui difetti dell’orchestra e, soprattutto, riconquistare il grande pubblico. Nodame, dal canto suo, si impegna nello studio del pianoforte presso il conservatorio, trovando non poche difficoltà. Il suo maestro infatti la soprannomina “bebè chan”. Ma anche lei ora ha un obiettivo: diventare una grande pianista per poter suonare condotta da Chiaki. Anche a Parigi i due protagonisti continuano a vivere porta a porta, in uno stabile abitato da giovani musicisti. I rapporti di vicinato non cambiano.
<b>[ATTENZIONE! SPOILER SULLA PRIMA SERIE]</b>
Assistendo agli immutati atteggiamenti reciproci dei protagonisti ci chiediamo se quell’abbraccio a fine prima serie abbia significato la creazione di una coppia, oppure no. L’atteggiamento di Nodame continua ad essere ridicolmente adorabile e Chiaki la continua a trattare come un animaletto. Ma è solo apparenza, perché nel profondo le dinamiche sentimentali sono cambiate, è solo la loro esteriorizzazione che è molto lenta. Ma è proprio il rapporto di questa strana coppia il bello dell’anime che vive delle loro gag continue. È divertente vedere come Nodame cerchi di imparare la lingua abbuffandosi di puntate di anime doppiate in francese. In tutto e per tutto ha sempre dei metodi astrusi.
Per quanto riguarda i personaggi secondari c'è da dire che sono indubbiamente simpatici, in particolar modo il pianista otaku amico di Nodame. Ma non reggono il confronto con quelle della prima stagione. Sicuramente una pecca risulta l’aver scelto quasi tutti pianisti con l’unica eccezione rappresentata da Kuroki (oboista presente nel cast Giapponese). Mancano personaggi della forza comica del timpanista Masumi Okuyama, ma anche le convincenti storie d’amore di sottofondo come quella tra i violinisti Mine e Kiyora Miki . Il personaggio di Rui Son poteva rappresentare una valida antagonista a Nodame, ma non decolla. Forse ciò è dovuto al fatto che l’anime si sviluppa nella metà degli episodi e quindi con la metà del tempo?
Veniamo ora all'animazione. Sostanzialmente è in sintonia con quella della prima serie, ma qui in più viene dato largo spazio alle ambientazioni parigine, ben ricostruite. Si nota uno sforzo di evoluzione nell’animazione durante i concerti e le esibizioni: vengono seguiti i movimenti delle braccia di Chiaki mentre conduce, i movimenti degli strumenti vari, e lo scorrere delle dita sulla tastiera. Anche se tutto sembra poco fluido e legnoso è pur sempre un passo avanti rispetto alla prima stagione.
A livello musicale, la opening non è niente di che, mentre è apprezzabile l'ending. La selezione musicale qui è meno ampia e lo stesso spazio lasciato alle esibizioni è più ristretto. Ciò potrà risultare gradito o sgradito a seconda di quanto abbiate amato o tollerato le lunghe esibizioni della prima serie.
Nodame Cantabile Paris Hen in sostanza mi è piaciuto molto, come il precedente. Ritengo che i fan non rimarranno delusi da questo sequel. Ora aspetto impazientemente gli ulteriori sviluppi della terza e ultima serie. Gyabooooooo!
<b>[ATTENZIONE! SPOILER SULLA PRIMA SERIE]</b>
Assistendo agli immutati atteggiamenti reciproci dei protagonisti ci chiediamo se quell’abbraccio a fine prima serie abbia significato la creazione di una coppia, oppure no. L’atteggiamento di Nodame continua ad essere ridicolmente adorabile e Chiaki la continua a trattare come un animaletto. Ma è solo apparenza, perché nel profondo le dinamiche sentimentali sono cambiate, è solo la loro esteriorizzazione che è molto lenta. Ma è proprio il rapporto di questa strana coppia il bello dell’anime che vive delle loro gag continue. È divertente vedere come Nodame cerchi di imparare la lingua abbuffandosi di puntate di anime doppiate in francese. In tutto e per tutto ha sempre dei metodi astrusi.
Per quanto riguarda i personaggi secondari c'è da dire che sono indubbiamente simpatici, in particolar modo il pianista otaku amico di Nodame. Ma non reggono il confronto con quelle della prima stagione. Sicuramente una pecca risulta l’aver scelto quasi tutti pianisti con l’unica eccezione rappresentata da Kuroki (oboista presente nel cast Giapponese). Mancano personaggi della forza comica del timpanista Masumi Okuyama, ma anche le convincenti storie d’amore di sottofondo come quella tra i violinisti Mine e Kiyora Miki . Il personaggio di Rui Son poteva rappresentare una valida antagonista a Nodame, ma non decolla. Forse ciò è dovuto al fatto che l’anime si sviluppa nella metà degli episodi e quindi con la metà del tempo?
Veniamo ora all'animazione. Sostanzialmente è in sintonia con quella della prima serie, ma qui in più viene dato largo spazio alle ambientazioni parigine, ben ricostruite. Si nota uno sforzo di evoluzione nell’animazione durante i concerti e le esibizioni: vengono seguiti i movimenti delle braccia di Chiaki mentre conduce, i movimenti degli strumenti vari, e lo scorrere delle dita sulla tastiera. Anche se tutto sembra poco fluido e legnoso è pur sempre un passo avanti rispetto alla prima stagione.
A livello musicale, la opening non è niente di che, mentre è apprezzabile l'ending. La selezione musicale qui è meno ampia e lo stesso spazio lasciato alle esibizioni è più ristretto. Ciò potrà risultare gradito o sgradito a seconda di quanto abbiate amato o tollerato le lunghe esibizioni della prima serie.
Nodame Cantabile Paris Hen in sostanza mi è piaciuto molto, come il precedente. Ritengo che i fan non rimarranno delusi da questo sequel. Ora aspetto impazientemente gli ulteriori sviluppi della terza e ultima serie. Gyabooooooo!
Se potessi concretizzare con un voto quel che penso di Nodame Cantabile probabilmente dovrei dire "più infinito" perchè questo anime/manga è semplicemente un CAPOLAVORO.
La seconda serie dell'anime, ovvero "Nodame Cantabile Paris Hen" è composta da 11 episodi ed è ambientata, come intuibile dal titolo, a Parigi. Rispetto alla prima serie, i sentimenti dei personaggi Chiaki Shinichi e Megumi Noda vengono molto sviluppati sempre all'interno del contesto musicale. Finalmente Chiaki capisce cosa rappresenta per lui la "sporca" ma tanto dolce Nodame mentre quest'ultima cerca di fare del piano una sorta di lavoro, sempre pronta ad impegnarsi nonostante i rifiuti con il sogno di poter un giorno finalmente suonare in un orchestra, magari diretta da Chiaki stesso che intanto gira per il mondo con il maestro Stresemann a dirigere orchestre. Tanti altri personaggi incontreranno i due nel loro cammino verso la felicità, tutti di grande rilevanza e vecchie conoscenze del passato..
Un anime bellissimo e molto divertente in gradi di colpire il cuore per chi lo segue..Forse rispetto alla prima serie c'è meno approfondimento dei vari pezzi musicale che si sentono nell'anime, vi è molto più spazio ai dialoghi.
Ciò non influisce comunque sulla qualità di questo ottimo anime! E ho apprezzato particolarmente la scelta dei produttori di non mettere un finale a casaccio solo per concluderlo velocemente come fatto per altri lavori. Segue abbastanza fedelmente il manga anche se ovviamente essendo di 11 episodi è abbastanza risolutivo.
Sono in trepida della chiacchierata terza serie e conclusiva dal nome "Nodame Cantabile: Finale", posticipata appositamente per seguire il manga ormai vicino alla sua fine.
Non fatevi trarre in inganno dal disegno.. Nodame Cantabile è bellissimo!
Un anime nonché manga da vedere e rivedere.. E perchè no, magari può rendere un po' tutte le persone "cantabili" !! :DD
La seconda serie dell'anime, ovvero "Nodame Cantabile Paris Hen" è composta da 11 episodi ed è ambientata, come intuibile dal titolo, a Parigi. Rispetto alla prima serie, i sentimenti dei personaggi Chiaki Shinichi e Megumi Noda vengono molto sviluppati sempre all'interno del contesto musicale. Finalmente Chiaki capisce cosa rappresenta per lui la "sporca" ma tanto dolce Nodame mentre quest'ultima cerca di fare del piano una sorta di lavoro, sempre pronta ad impegnarsi nonostante i rifiuti con il sogno di poter un giorno finalmente suonare in un orchestra, magari diretta da Chiaki stesso che intanto gira per il mondo con il maestro Stresemann a dirigere orchestre. Tanti altri personaggi incontreranno i due nel loro cammino verso la felicità, tutti di grande rilevanza e vecchie conoscenze del passato..
Un anime bellissimo e molto divertente in gradi di colpire il cuore per chi lo segue..Forse rispetto alla prima serie c'è meno approfondimento dei vari pezzi musicale che si sentono nell'anime, vi è molto più spazio ai dialoghi.
Ciò non influisce comunque sulla qualità di questo ottimo anime! E ho apprezzato particolarmente la scelta dei produttori di non mettere un finale a casaccio solo per concluderlo velocemente come fatto per altri lavori. Segue abbastanza fedelmente il manga anche se ovviamente essendo di 11 episodi è abbastanza risolutivo.
Sono in trepida della chiacchierata terza serie e conclusiva dal nome "Nodame Cantabile: Finale", posticipata appositamente per seguire il manga ormai vicino alla sua fine.
Non fatevi trarre in inganno dal disegno.. Nodame Cantabile è bellissimo!
Un anime nonché manga da vedere e rivedere.. E perchè no, magari può rendere un po' tutte le persone "cantabili" !! :DD
Probabilmente io sono la persona meno indicata per recensire questo anime, semplicemente perché io sono molto di parte: adoro in modo viscerale questa serie, sia essa in forma di manga, anime e dorama.
Ammetto però di essermi avvicinata a questa serie con un po' di pregiudizi, rispetto alla prima, perché questa volta avevo prima letto il manga e poi visto la serie, a differenza della prima che ho visto prima di leggere tutto il manga.
Ciò nonostante, l'ho trovata molto ben fatta: certo, a volte non sono stata d'accordo con alcune scelte - tipo il concorso di Chiaki, che si è svolto in una sola puntata, mentre nel manga è molto più lungo e complesso, oppure altre scene modificate ed eliminate - ma nel complesso l'ho trovato ben fatto: la trama è seguita fedelmente e le gang di Nodame e Chiaki sono state mantenute, anche se con qualche differenza, ogni tanto. Ho riso come una pazza, nonostante sapessi benissimo cosa aspettarmi, anzi, forse per questo motivo ho riso anche di più.
Sulle musiche non si discute neanche: è un anime sulla musica classica e si vede. Le sigle, ad essere sincera, non mi sono piaciute moltissimo: all'iniziale, dopo un po' mi sono abituata, mentre la finale, che è in francese e comunque musicalmente godibile, ha un testo che proprio non c'entra niente di niente. Ma sono le sigle di Nodame e alla fine, le amo comunque! *_*
Sul character non ho nulla da dire, anche perché segue fedelmente quello del manga.
Come la prima, anche questa serie la consiglio a tutti: anche se non amate gli shoujo e i josei, datele una possibilità: vi assicuro che non ve ne accorgerete neanche! Se poi siete amanti della musica, beh... non potete assolutamente perdervelo!
Ammetto però di essermi avvicinata a questa serie con un po' di pregiudizi, rispetto alla prima, perché questa volta avevo prima letto il manga e poi visto la serie, a differenza della prima che ho visto prima di leggere tutto il manga.
Ciò nonostante, l'ho trovata molto ben fatta: certo, a volte non sono stata d'accordo con alcune scelte - tipo il concorso di Chiaki, che si è svolto in una sola puntata, mentre nel manga è molto più lungo e complesso, oppure altre scene modificate ed eliminate - ma nel complesso l'ho trovato ben fatto: la trama è seguita fedelmente e le gang di Nodame e Chiaki sono state mantenute, anche se con qualche differenza, ogni tanto. Ho riso come una pazza, nonostante sapessi benissimo cosa aspettarmi, anzi, forse per questo motivo ho riso anche di più.
Sulle musiche non si discute neanche: è un anime sulla musica classica e si vede. Le sigle, ad essere sincera, non mi sono piaciute moltissimo: all'iniziale, dopo un po' mi sono abituata, mentre la finale, che è in francese e comunque musicalmente godibile, ha un testo che proprio non c'entra niente di niente. Ma sono le sigle di Nodame e alla fine, le amo comunque! *_*
Sul character non ho nulla da dire, anche perché segue fedelmente quello del manga.
Come la prima, anche questa serie la consiglio a tutti: anche se non amate gli shoujo e i josei, datele una possibilità: vi assicuro che non ve ne accorgerete neanche! Se poi siete amanti della musica, beh... non potete assolutamente perdervelo!
Si, questo anime è decisamente il più bello che io abbia mai visto! Il modo di suonare di Nodame è davvero fenomenale! (anche se riesco a fare pure io la stessa cosa! XD) Comunque è bellissimo, e ho detto tutto! Mi ha colpito molto la musica di Shinichi e di Nodame, ma anche di tutta l'orchestra! In più ha una bella grafica e molte scene alquanto demenziali! (ad esempio quando Shinichi si sveglia dentro la camera di Nodame e vede tutto il disordine che c'è (mi ha fatto ridere perché mi ricordava molto la mia camera!)) Mi ha colpito soprattutto la passione che ci mette Nodame nell'imparare a suonare il pianoforte correttamente. E' un anime che gli amanti della musica classica e del demenziale non si devono perdere di certo!