Kimba - Il leone bianco
Che valore può avere una serie come "Kimba - il leone bianco", se vista in età adulta dopo oltre cinquant'anni dalla sua creazione?
Non è facile dare una risposta, ma di certo nel mio caso è stato il manga, recentemente ristampato, a farmi venire la curiosità di vedere questa serie. Di conseguenza la mia valutazione è completamente priva di valore nostalgico, non avendola mai vista da bambino/ragazzo.
In primis mi sento di dire che, nonostante tutto, la serie è invecchiata abbastanza bene. Storia, personaggi, dialoghi, ambientazioni ecc. risultano ancora comprensibili e perfettamente alla portata del pubblico odierno. Fui molto stupito nel constatare quanto mi piacquero i primi episodi. Inoltre durante la serie vengono trattati temi e argomenti tutt'altro che banali, pensati sicuramente per un pubblico molto giovane, ma tutto sommato godibili e interessanti anche per i più grandi.
Tuttavia a frenare il mio entusiasmo iniziale vi sono stati diversi fattori, che penalizzano la serie man mano che si procede con la visione. A differenza di quanto sembra nelle prime puntate, lo sviluppo della storia è affidato a episodi quasi sempre autoconclusivi. Da un lato questo permette di cambiare di continuo temi e personaggi, aggiungendo un po' di varietà. Ma dall'altro sottrae continuità alla trama di base, rendendo più confuse quelle poche cose veramente importanti (soprattutto alcune vicende umane, come quella di Kenichi). Inoltre in questo modo la qualità degli episodi si misura quasi esclusivamente sulle singole idee di ogni puntata, che talvolta non sono all'altezza, e si viene a creare una moltitudine di personaggi "usa e getta" completamente fini a sé stessi.
La visione rimane comunque consigliata e, in attesa di vedere la seconda serie, il mio giudizio è certamente positivo.
Non è facile dare una risposta, ma di certo nel mio caso è stato il manga, recentemente ristampato, a farmi venire la curiosità di vedere questa serie. Di conseguenza la mia valutazione è completamente priva di valore nostalgico, non avendola mai vista da bambino/ragazzo.
In primis mi sento di dire che, nonostante tutto, la serie è invecchiata abbastanza bene. Storia, personaggi, dialoghi, ambientazioni ecc. risultano ancora comprensibili e perfettamente alla portata del pubblico odierno. Fui molto stupito nel constatare quanto mi piacquero i primi episodi. Inoltre durante la serie vengono trattati temi e argomenti tutt'altro che banali, pensati sicuramente per un pubblico molto giovane, ma tutto sommato godibili e interessanti anche per i più grandi.
Tuttavia a frenare il mio entusiasmo iniziale vi sono stati diversi fattori, che penalizzano la serie man mano che si procede con la visione. A differenza di quanto sembra nelle prime puntate, lo sviluppo della storia è affidato a episodi quasi sempre autoconclusivi. Da un lato questo permette di cambiare di continuo temi e personaggi, aggiungendo un po' di varietà. Ma dall'altro sottrae continuità alla trama di base, rendendo più confuse quelle poche cose veramente importanti (soprattutto alcune vicende umane, come quella di Kenichi). Inoltre in questo modo la qualità degli episodi si misura quasi esclusivamente sulle singole idee di ogni puntata, che talvolta non sono all'altezza, e si viene a creare una moltitudine di personaggi "usa e getta" completamente fini a sé stessi.
La visione rimane comunque consigliata e, in attesa di vedere la seconda serie, il mio giudizio è certamente positivo.
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>
Premetto una cosa: "Kimba - Il leone bianco" ai tempi (avevo undici anni) era uno dei miei cartoni animati preferiti, tanto che pure il mio nickname su internet deriva dal nome di uno dei personaggi. All'epoca, "Kimba - Il leone bianco" era un cartone che mi piaceva davvero tanto, e infatti lo seguivo spesso su Italia 1. Recentemente, ho visto tutti e cinquantadue gli episodi della prima serie su YouTube, quindi posso recensirlo nella sua interezza.
Perché, se è una delle mie opere preferite, il mio voto è così basso? Semplice, perché sarebbe impossibile dare un voto diverso, dopo che si è letto il manga. Il manga di "Jungle Emperor" ha una storia molto complicata, con molte sotto-trame che poi si intrecciano tutte insieme, creando una storia veloce, avvincente e coerente, sebbene un po' ingenua in certi punti. L'anime, invece... ma analizziamo.
Prima di tutto, bisogna vedere come è nato quest'anime, analizzando i suoi problemi alla radice: il problema principale di questa serie è che non è stata prodotta interamente da Osamu Tezuka, ma anche dalla NBC, casa di produzione americana. L'intento originale di Tezuka era di farne una serie di settantotto episodi, con l'aggiunta di alcuni personaggi che nel manga non ci sono (Mandy il mandrillo, Dick e Boe le iene, e altri personaggi minori), di cui ventisei concentrati sull'infanzia di Kimba, tre sulla sua giovinezza e quarantanove sulla sua vita adulta, in cui sono presenti anche i suoi cuccioli. Quindi, a parte pochi cambiamenti, la serie sarebbe dovuta essere fedelissima al manga, aveva tutte le carte in regola. Però la NBC impose dei cambiamenti: prima di tutto, per il pubblico americano sarebbe stato inaccettabile che il protagonista morisse nell'ultimo episodio. Inoltre, impose di far restare Kimba piccolo per tutta la durata della serie, che sarebbe durata cinquantadue episodi, non settantotto. Questo portò a un altro problema: secondo l'idea di Tezuka, Kimba avrebbe dovuto passare tutta la sua vita a combattere per portare la civiltà nella giungla. Ma la NBC non voleva un programma consistente in battaglie sanguinose tra animali. Inoltre, il mantenere Kimba piccolo per tutta la serie avrebbe reso il tutto ancora meno realistico, con lui che, cucciolo, combatte leoni adulti, rinoceronti ed elefanti. Così la NBC ha trovato la soluzione trasformando Kimba in una specie di super-leone, il che lo avrebbe reso ancora più popolare tra i bambini americani, abituati com'erano ai super-eroi. In questo modo Kimba avrebbe potuto vincere tutte le battaglie senza difficoltà e senza troppa violenza. Un altro grosso cambiamento è stato il rendere questa serie non una vera e propria serie, ma una collezione di episodi autoconclusivi. Mi fermo qui, perché è evidente, a questo punto, quali sono i problemi dell'anime.
Il problema principale della serie è che è appunto stata resa un cartone molto infantile, quasi senza la drammaticità e il senso di morte che permea il manga. Kimba, nel manga, cresce per tutta la durata della storia, mentre nell'anime resta sempre un cucciolo (cucciolo troppo potente per la sua giovane età: Kimba dovrebbe avere sui dodici anni umani. Nel manga, invece, per esempio, Kimba affronta Bubu quando già ha un po' di criniera, e anche se vince sviene comunque alla fine dello scontro. Molto più credibile e verosimile). Inoltre, tutto l'intreccio della storia originale qui è quasi del tutto sparito: ciò affligge particolarmente i personaggi umani. Nel manga, Hamegg è il padre di Mary, che è una compagna di classe di Kenichi (all'inizio sono ragazzini, diventano adulti man mano che la storia procede), che è il nipote del professor Baffone. Altri due compagni di classe di Kenichi sono Albert, che nel manga ha un ruolo importante e alla fine si trasferirà nella giungla, assistendo alla nascita dei nipoti di Kimba, e Pierre, un ragazzo cattivo e invidioso che partecipa alla scalata finale sul Monte Luna. Acetylene Lamp, uno dei cattivi ricorrenti di Tezuka, Adam Dandy, che tiene imprigionato Rune nel circo, Pito, un bambino che aiuta Rune a scappare... tutti questi personaggi nel manga sono legati da un intreccio perfetto, nell'anime alcuni di essi appaiono, ma sono totalmente slegati gli uni dagli altri: Mary non è la figlia di Hamegg (che tra l'altro compare in due miseri episodi, senza avere quel ruolo importante che ha nel manga), Lamp compare in un solo episodio della seconda serie senza avere alcun rapporto con Hamegg, Albert appare e non appare, e gli altri sono dimenticati. Gli episodi si susseguono l'un l'altro senza una vera trama di fondo, e anche quando avvengono delle vicende presenti anche nel manga sono comunque a sé stanti, non vanno a parare da nessuna parte (tipo la pietra Moonlight: evidentemente si sono dimenticati di dire che è proprio quella il motivo per cui Hamegg ha ucciso Pandja).
I personaggi animali sono tantissimi, ma la maggior parte di essi appare per un solo episodio e non sono di alcuna utilità alla trama di fondo (che non c'è). Oltretutto anche loro sono penalizzati dall'assenza di legami tra loro, che nel manga erano importanti: per esempio Laia era una delle damigelle di Liona, una cugina di Kimba che sarebbe stata importante per lui più avanti.
Tutto questo rende la serie molto lenta, pesante e noiosa da guardare, specialmente dopo che si è letto il manga, che è molto veloce e frenetico. Oltretutto, certe parti sono di difficile comprensione, già a partire dal secondo episodio: nel primo, Kimba arriva in Arabia a nuoto, e all'inizio del secondo è già nella giungla ad affrontare le iene (per di più da solo, senza Kenichi, Mary, Hamegg eccetera)? Va bene che più avanti vengono mostrati dei flashback per mostrare la sua vita nella civiltà, ma è troppo poco. Oltretutto, se è da solo, come ha fatto ad arrivare nella giungla? Come ha fatto a tornare in possesso della pelle di suo padre, se manca tutta la storia relativa che c'era nel fumetto?
Altra penalità, l'adattamento italiano: la serie è reperibile in due doppiaggi, quello più vecchio degli anni '70 con due soli doppiatori per tutti i personaggi, e quello degli anni '90 della Mediaset con l'onnipresenza del narratore che rovina ogni momento di silenzio e la censura audio delle (poche) situazioni più pesanti. Insomma... mi sarebbe piaciuto guardarmela in giapponese coi sottotitoli, ma purtroppo non sono riuscita a trovarla.
Do comunque un 6 per il valore storico e morale dell'opera, ma un consiglio: non perdete tempo a guardarla e leggetevi il manga, è un prodotto superiore sotto tutti gli aspetti.
Premetto una cosa: "Kimba - Il leone bianco" ai tempi (avevo undici anni) era uno dei miei cartoni animati preferiti, tanto che pure il mio nickname su internet deriva dal nome di uno dei personaggi. All'epoca, "Kimba - Il leone bianco" era un cartone che mi piaceva davvero tanto, e infatti lo seguivo spesso su Italia 1. Recentemente, ho visto tutti e cinquantadue gli episodi della prima serie su YouTube, quindi posso recensirlo nella sua interezza.
Perché, se è una delle mie opere preferite, il mio voto è così basso? Semplice, perché sarebbe impossibile dare un voto diverso, dopo che si è letto il manga. Il manga di "Jungle Emperor" ha una storia molto complicata, con molte sotto-trame che poi si intrecciano tutte insieme, creando una storia veloce, avvincente e coerente, sebbene un po' ingenua in certi punti. L'anime, invece... ma analizziamo.
Prima di tutto, bisogna vedere come è nato quest'anime, analizzando i suoi problemi alla radice: il problema principale di questa serie è che non è stata prodotta interamente da Osamu Tezuka, ma anche dalla NBC, casa di produzione americana. L'intento originale di Tezuka era di farne una serie di settantotto episodi, con l'aggiunta di alcuni personaggi che nel manga non ci sono (Mandy il mandrillo, Dick e Boe le iene, e altri personaggi minori), di cui ventisei concentrati sull'infanzia di Kimba, tre sulla sua giovinezza e quarantanove sulla sua vita adulta, in cui sono presenti anche i suoi cuccioli. Quindi, a parte pochi cambiamenti, la serie sarebbe dovuta essere fedelissima al manga, aveva tutte le carte in regola. Però la NBC impose dei cambiamenti: prima di tutto, per il pubblico americano sarebbe stato inaccettabile che il protagonista morisse nell'ultimo episodio. Inoltre, impose di far restare Kimba piccolo per tutta la durata della serie, che sarebbe durata cinquantadue episodi, non settantotto. Questo portò a un altro problema: secondo l'idea di Tezuka, Kimba avrebbe dovuto passare tutta la sua vita a combattere per portare la civiltà nella giungla. Ma la NBC non voleva un programma consistente in battaglie sanguinose tra animali. Inoltre, il mantenere Kimba piccolo per tutta la serie avrebbe reso il tutto ancora meno realistico, con lui che, cucciolo, combatte leoni adulti, rinoceronti ed elefanti. Così la NBC ha trovato la soluzione trasformando Kimba in una specie di super-leone, il che lo avrebbe reso ancora più popolare tra i bambini americani, abituati com'erano ai super-eroi. In questo modo Kimba avrebbe potuto vincere tutte le battaglie senza difficoltà e senza troppa violenza. Un altro grosso cambiamento è stato il rendere questa serie non una vera e propria serie, ma una collezione di episodi autoconclusivi. Mi fermo qui, perché è evidente, a questo punto, quali sono i problemi dell'anime.
Il problema principale della serie è che è appunto stata resa un cartone molto infantile, quasi senza la drammaticità e il senso di morte che permea il manga. Kimba, nel manga, cresce per tutta la durata della storia, mentre nell'anime resta sempre un cucciolo (cucciolo troppo potente per la sua giovane età: Kimba dovrebbe avere sui dodici anni umani. Nel manga, invece, per esempio, Kimba affronta Bubu quando già ha un po' di criniera, e anche se vince sviene comunque alla fine dello scontro. Molto più credibile e verosimile). Inoltre, tutto l'intreccio della storia originale qui è quasi del tutto sparito: ciò affligge particolarmente i personaggi umani. Nel manga, Hamegg è il padre di Mary, che è una compagna di classe di Kenichi (all'inizio sono ragazzini, diventano adulti man mano che la storia procede), che è il nipote del professor Baffone. Altri due compagni di classe di Kenichi sono Albert, che nel manga ha un ruolo importante e alla fine si trasferirà nella giungla, assistendo alla nascita dei nipoti di Kimba, e Pierre, un ragazzo cattivo e invidioso che partecipa alla scalata finale sul Monte Luna. Acetylene Lamp, uno dei cattivi ricorrenti di Tezuka, Adam Dandy, che tiene imprigionato Rune nel circo, Pito, un bambino che aiuta Rune a scappare... tutti questi personaggi nel manga sono legati da un intreccio perfetto, nell'anime alcuni di essi appaiono, ma sono totalmente slegati gli uni dagli altri: Mary non è la figlia di Hamegg (che tra l'altro compare in due miseri episodi, senza avere quel ruolo importante che ha nel manga), Lamp compare in un solo episodio della seconda serie senza avere alcun rapporto con Hamegg, Albert appare e non appare, e gli altri sono dimenticati. Gli episodi si susseguono l'un l'altro senza una vera trama di fondo, e anche quando avvengono delle vicende presenti anche nel manga sono comunque a sé stanti, non vanno a parare da nessuna parte (tipo la pietra Moonlight: evidentemente si sono dimenticati di dire che è proprio quella il motivo per cui Hamegg ha ucciso Pandja).
I personaggi animali sono tantissimi, ma la maggior parte di essi appare per un solo episodio e non sono di alcuna utilità alla trama di fondo (che non c'è). Oltretutto anche loro sono penalizzati dall'assenza di legami tra loro, che nel manga erano importanti: per esempio Laia era una delle damigelle di Liona, una cugina di Kimba che sarebbe stata importante per lui più avanti.
Tutto questo rende la serie molto lenta, pesante e noiosa da guardare, specialmente dopo che si è letto il manga, che è molto veloce e frenetico. Oltretutto, certe parti sono di difficile comprensione, già a partire dal secondo episodio: nel primo, Kimba arriva in Arabia a nuoto, e all'inizio del secondo è già nella giungla ad affrontare le iene (per di più da solo, senza Kenichi, Mary, Hamegg eccetera)? Va bene che più avanti vengono mostrati dei flashback per mostrare la sua vita nella civiltà, ma è troppo poco. Oltretutto, se è da solo, come ha fatto ad arrivare nella giungla? Come ha fatto a tornare in possesso della pelle di suo padre, se manca tutta la storia relativa che c'era nel fumetto?
Altra penalità, l'adattamento italiano: la serie è reperibile in due doppiaggi, quello più vecchio degli anni '70 con due soli doppiatori per tutti i personaggi, e quello degli anni '90 della Mediaset con l'onnipresenza del narratore che rovina ogni momento di silenzio e la censura audio delle (poche) situazioni più pesanti. Insomma... mi sarebbe piaciuto guardarmela in giapponese coi sottotitoli, ma purtroppo non sono riuscita a trovarla.
Do comunque un 6 per il valore storico e morale dell'opera, ma un consiglio: non perdete tempo a guardarla e leggetevi il manga, è un prodotto superiore sotto tutti gli aspetti.
Le avventure di Kimba - Il leone bianco narrano di un coraggioso re della foresta, contrario alla violenza, che deve affrontare temibili avversari per proteggere i suoi amici della Giungla. Anime di vecchia data, con disegni alquanto scadenti, ma con una storia bella e godibile, ci insegna non solo il rispetto per gli animali, ma è anche un anime contro la violenza. Il protagonista in questi episodi tenta sempre di risolvere tutto con la diplomazia e le parole, ma purtroppo non è sempre possibile e solo allora sfodera la sua forza.
Interessante che si sia voluto mettere un leone bianco (razza rarissima) e chissà se non sia stato messo apposta per indicare la purezza del personaggio.
Dunque, non mi sono mai stati molto chiari gli sviluppi dell'anime e quindi potrei dire delle cose sbagliate, ma l'anime si divide in tre serie e ci fa vedere quattro momenti della vita del leone: l'infanzia, l'età adulta, o forse la giovinezza, e la maturità, quando con dei figli e con la crescita acquisisce sempre più esperienza, diventando un vero re della foresta.
Ci sono vari doppiaggi per quest'anime. Il primo doppiaggio risale al 1978/79 e viene utilizzato dalle tv fino alla fine degli anni '80. Nel 1982 viene doppiata la seconda serie. Poi, non ho presente quando, per ragioni legali la prima serie fu ridoppiata. Nel 1999 Mediaset acquista e ri-doppia entrambe le serie.
Per certi aspetti l'anime ricorda moltissimo il classico Disney "Il re leone", il mio film Disney preferito, infatti ci fu anche una protesta da parte dei fan che accusarono il film Disney di avere copiato l'anime. Sarà, ma certa gente mi ha convinto a vedere "Il re leone" più come un remake di Kimba che come un plagio.
Interessante che si sia voluto mettere un leone bianco (razza rarissima) e chissà se non sia stato messo apposta per indicare la purezza del personaggio.
Dunque, non mi sono mai stati molto chiari gli sviluppi dell'anime e quindi potrei dire delle cose sbagliate, ma l'anime si divide in tre serie e ci fa vedere quattro momenti della vita del leone: l'infanzia, l'età adulta, o forse la giovinezza, e la maturità, quando con dei figli e con la crescita acquisisce sempre più esperienza, diventando un vero re della foresta.
Ci sono vari doppiaggi per quest'anime. Il primo doppiaggio risale al 1978/79 e viene utilizzato dalle tv fino alla fine degli anni '80. Nel 1982 viene doppiata la seconda serie. Poi, non ho presente quando, per ragioni legali la prima serie fu ridoppiata. Nel 1999 Mediaset acquista e ri-doppia entrambe le serie.
Per certi aspetti l'anime ricorda moltissimo il classico Disney "Il re leone", il mio film Disney preferito, infatti ci fu anche una protesta da parte dei fan che accusarono il film Disney di avere copiato l'anime. Sarà, ma certa gente mi ha convinto a vedere "Il re leone" più come un remake di Kimba che come un plagio.
Altra pietra miliare entrata nel cuore di tutti! Nonostante la sua età questo anime riesce a risvegliare in me ancora il fascino di allora dove gli animali sono i veri protagonisti. La storia vede come protagonista il dolce cucciolo di leoncino che dopo la morte del padre dovrà affrontare mille peripezie e diventare erede del trono. La serie, come tante altre, mette in risalto dei valori fondamentali, come quello della fedeltà degli animali, ma che nello stesso tempo purtroppo non risparmia della cattiveria e della violenza su di loro che ogni giorno sono costretti a subire. La grande forza e il grande coraggio di Kimba lo aiuteranno ad affrontare e lottare per la vita in modo positivo. MITICO!!!
Uno dei cartoni che ha lanciato nel panorama mondiale il maestro Tezuka, e lo ha fatto con un'opera semplice e accessibile a tutti.
Assistiamo ad un concetto molto chiaro, ovvero la barbarie degli uomini contro gli animali da qualsiasi parte essa provenga, laddove gli animali stessi devono trovare un modo sempre diverso per sfuggire a questo tipo di violenza.
Un cartone che guarda molto alla violenza, alla caccia, all'insegnamento dei valori morali e a lanciare severi moniti contro ogni forma di restrizione sugli animali, rappresentata da safari degli uomini, dagli zoo in cui gli animali vengono rinchiusi e dai colpi di fucile per uccidere chi si ribella agli uomini.
Insegnamenti che arrivano da animali che parlano la nostra lingua, che non sono affatto diversi da noi, che chiedono di essere solo compresi sul significato che la foresta ha per loro, oltre alla sopravvivenza, l'arte o il mestiere di vivere seguendo la natura dagli occhi di un cucciolo di leone bianco che chiede solo affetto, rispetto per le specie animali e tanta voglia di imparare nella sua vita ad essere un buon leone.
Ma il fatto di essere leone e di colore bianco credo, a mio avviso abbia un significato spiegato nella pelle degli uomini il bianco, nonché nella purezza degli intenti degli animali, mentre il fatto che il protagonista sia un leone lo vedo come un invito ad essere forti e non mollare mai nelle avversità dure della vita, proprio come farebbe un leone.
E quest'ultimo, a mio avviso, è proprio il messaggio che l'autore vuole mandare, vincere le avversità con coraggio e tenacia, il risultato sperato arriva sempre.
Pur essendo vecchiotto e dai disegni molto statici e a volte scattosi, è un cartone fatto davvero bene a livello di trama, una sigla italiana che tutti ricordano bene e tanti bambini di allora, aggiunti a i bambini di adesso che non farebbero mai a meno di rivedere questo bel cartone!
Assistiamo ad un concetto molto chiaro, ovvero la barbarie degli uomini contro gli animali da qualsiasi parte essa provenga, laddove gli animali stessi devono trovare un modo sempre diverso per sfuggire a questo tipo di violenza.
Un cartone che guarda molto alla violenza, alla caccia, all'insegnamento dei valori morali e a lanciare severi moniti contro ogni forma di restrizione sugli animali, rappresentata da safari degli uomini, dagli zoo in cui gli animali vengono rinchiusi e dai colpi di fucile per uccidere chi si ribella agli uomini.
Insegnamenti che arrivano da animali che parlano la nostra lingua, che non sono affatto diversi da noi, che chiedono di essere solo compresi sul significato che la foresta ha per loro, oltre alla sopravvivenza, l'arte o il mestiere di vivere seguendo la natura dagli occhi di un cucciolo di leone bianco che chiede solo affetto, rispetto per le specie animali e tanta voglia di imparare nella sua vita ad essere un buon leone.
Ma il fatto di essere leone e di colore bianco credo, a mio avviso abbia un significato spiegato nella pelle degli uomini il bianco, nonché nella purezza degli intenti degli animali, mentre il fatto che il protagonista sia un leone lo vedo come un invito ad essere forti e non mollare mai nelle avversità dure della vita, proprio come farebbe un leone.
E quest'ultimo, a mio avviso, è proprio il messaggio che l'autore vuole mandare, vincere le avversità con coraggio e tenacia, il risultato sperato arriva sempre.
Pur essendo vecchiotto e dai disegni molto statici e a volte scattosi, è un cartone fatto davvero bene a livello di trama, una sigla italiana che tutti ricordano bene e tanti bambini di allora, aggiunti a i bambini di adesso che non farebbero mai a meno di rivedere questo bel cartone!
Recensire questo anime è sicuramente un’impresa difficile. Jungle Taitei, noto a noi come “Kimba il leone bianco” è probabilmente una delle più importanti pietre miliari dell’animazione giapponese. Spieghiamo il perché. La sua produzione (come manga) risale al 1950, periodo in cui il suo autore Osamu Tezuka, aveva anche preso contatti con Walt Disney per creare un adattamento di Bambi (1942) fruibile al pubblico giapponese. Viene a crearsi così un dualismo Kimba-Bambi che è alla base di ciò che sto per scrivere. Parlare dell’uno ignorando l’altro sarebbe quindi un errore. Ma andiamo con ordine, e per spiegare come nasce Kimba bisogna appunto partire da Bambi. Nel 1942 Disney realizza il suo quinto lungometraggio ispirandosi alla novella “Bambi, la Vita di un Capriolo” (1923). A differenza delle altre produzioni animate questa è la prima in assoluto, in tutto il mondo, in cui il realismo e la drammaticità sono tangibili in un cartone. Affascinato dall’opera, Tezuka, disegna Jungle Taitei nel dopoguerra, ricreando gli occhioni tondeggianti del famoso cervo disneyano nei suoi personaggi e dando così il via a una tendenza che tuttora è un marchio di fabbrica del tratto giapponese. Il tendenzioso tra l’influenza del disegno di Tezuka e il cosidetto “Kawaii Effect”, per la rappresentazione degli occhi sproporzionati negli anime e nei manga, è tuttora argomento di discussione. Nel 1964 Tezuka incontrò personalmente Disney e tra i due nacque un proficuo scambio di idee e aiuti. Disney espresse il desiderio di creare una produzione ispirata ad Astroboy (Tezuka, 1952) che poi non realizzò mai (salvo la produzione IMAX del 2000 destinata però al solo pubblico nipponico), all’autore giapponese venne invece concesso un team di esperti che lo aiutò a produrre il primo anime a colori della storia del suo paese, Jungle Taite appunto.
Come potete osservare, è quindi impossibile per noi scindere le due produzioni, in quanto si parla di anni in cui non esistevano ancora distinzioni tra animazione occidentale e giapponese. Anche la trama è di per sé innovativa nel contesto nipponico del dopoguerra. Il piccolo Kimba infatti trasmette al pubblico ideali di tolleranza e reciproco rispetto tra l’uomo e la natura. Il pubblico giapponese è da sempre stato sensibile al rapporto con l’ambiente ma gli ideali tolleranti che Kimba introduce sono davvero una novità per un popolo che per quasi cinquant’anni è stato stretto nella morsa di un regime militare e nazionalista. Tornando a parlare del disegno, vero punto forte della produzione, un'altra grande innovazione è stata quella di creare, per la prima volta nella storia dell’animazione giapponese, animali con fattezze umane che parlano e agiscono come persone. Ovviamente tutte queste discussioni sono puramente riferite al manga, in quanto la distanza tra la produzione cartacea e quella televisiva è indubbiamente grande (16 anni).
Nel 1977 Jungle Taitei arriva finalmente in Italia, trasmesso da reti locali, ed ebbe un grande impatto sul pubblico restando per anni nei palinsesti di programmazione. Come molte altre serie trasmesse a livello locale (Ken il guerriero, Sampei) anche Kimba venne doppiato e proposto nella sua completezza. Solo nel 1999 con l’acquisto da parte di Mediaset della serie, Kimba conobbe le forbici del censore. Insomma un manga che ha rivoluzionato il fumetto giapponese e che ha dato luogo a molti primati anche nella sua produzione televisiva. Davvero un titolo importantissimo per questo settore al quale non posso dare altro voto che un 10.
Come potete osservare, è quindi impossibile per noi scindere le due produzioni, in quanto si parla di anni in cui non esistevano ancora distinzioni tra animazione occidentale e giapponese. Anche la trama è di per sé innovativa nel contesto nipponico del dopoguerra. Il piccolo Kimba infatti trasmette al pubblico ideali di tolleranza e reciproco rispetto tra l’uomo e la natura. Il pubblico giapponese è da sempre stato sensibile al rapporto con l’ambiente ma gli ideali tolleranti che Kimba introduce sono davvero una novità per un popolo che per quasi cinquant’anni è stato stretto nella morsa di un regime militare e nazionalista. Tornando a parlare del disegno, vero punto forte della produzione, un'altra grande innovazione è stata quella di creare, per la prima volta nella storia dell’animazione giapponese, animali con fattezze umane che parlano e agiscono come persone. Ovviamente tutte queste discussioni sono puramente riferite al manga, in quanto la distanza tra la produzione cartacea e quella televisiva è indubbiamente grande (16 anni).
Nel 1977 Jungle Taitei arriva finalmente in Italia, trasmesso da reti locali, ed ebbe un grande impatto sul pubblico restando per anni nei palinsesti di programmazione. Come molte altre serie trasmesse a livello locale (Ken il guerriero, Sampei) anche Kimba venne doppiato e proposto nella sua completezza. Solo nel 1999 con l’acquisto da parte di Mediaset della serie, Kimba conobbe le forbici del censore. Insomma un manga che ha rivoluzionato il fumetto giapponese e che ha dato luogo a molti primati anche nella sua produzione televisiva. Davvero un titolo importantissimo per questo settore al quale non posso dare altro voto che un 10.
<b>Attenzione possibili spoiler.</b>
Questo telefilm è molto avventuroso ed eccitante con scene da togliere il respiro. Kimba un cucciolo di leone bianco ogni giorno deve affrontare mille avventure in compagnia dei suoi amici. Il mio pensiero è che Kimba dopo tante avventure vissute si da cucciolo sin da adulto alla fine lui muore facendosi uccidere da un 'uomo a cui voleva bene (si vede nel film) per la sua pelle e lascia i regno nelle zampe della figlia Lukio mentre il figlio Lune viene trovato dall'uomo a cui Kimba gli aveva salvato la vita.
Insomma a tutto questo io darei OTTIMO al 100%!
Questo telefilm è molto avventuroso ed eccitante con scene da togliere il respiro. Kimba un cucciolo di leone bianco ogni giorno deve affrontare mille avventure in compagnia dei suoi amici. Il mio pensiero è che Kimba dopo tante avventure vissute si da cucciolo sin da adulto alla fine lui muore facendosi uccidere da un 'uomo a cui voleva bene (si vede nel film) per la sua pelle e lascia i regno nelle zampe della figlia Lukio mentre il figlio Lune viene trovato dall'uomo a cui Kimba gli aveva salvato la vita.
Insomma a tutto questo io darei OTTIMO al 100%!