Godam
Da quando lo vidi, bambino, sull'ora scomparsa Euro TV, "Godam" è sempre stato per me "il robot pancione". Ed è proprio il suo design così particolare, massiccio e tondeggiante, che per me lo rende memorabile e gli dà un carattere "retrofuturistico".
Il robot Godam si trova all'interno dell'Isola del Diavolo, una grande massa rocciosa che emerge dalla baia su cui si affaccia la città giapponese in cui abitano i "Gowapper 5", una banda di cinque ragazzi adolescenti o preadolescenti che sono degli autentici scavezzacollo e che hanno come distintivi dei cappelli di varie fogge e colori, con disegnato un piccolo teschio, e delle sciarpe in tinta. Ne fanno parte una ragazza bionda (il capo della banda), un ragazzo belloccio, uno grasso, uno occhialuto (ma che non per questo si dimostra particolarmente studioso o sapiente) e uno molto più piccolo degli altri. Durante una gita all'isola i ragazzi scoprono una caverna artificiale piena di apparecchiature elettroniche; vi trovano anche un geologo (che sarà il loro principale alleato adulto), approdato come loro in esplorazione, che spiega che tutto è stato costruito dal professor Hoarai, che aveva scoperto la minaccia portata dagli Uomini degli Abissi, che vivono al centro della Terra e che sarebbero intenzionati a conquistare anche la superficie. Hoarai non era stato creduto dalle autorità a cui si era rivolto: aveva allora costruito la base segreta e il robot Godam, che potessero essere usati dopo la sua morte da chi se ne fosse dimostrato degno.
I Gowapper 5 diventano allora gli esecutori delle volontà del professore: a essi sono assegnati dei veicoli personalizzati, che trovano posto nelle gambe del robot e coi quali vanno ad investigare gli eventi che potrebbero essere causati dagli Uomini degli Abissi, prima di richiamare Godam in caso di necessità (che finisce sempre coll'agire da "deus ex machina").
Una caratteristica dell'Impero degli Abissi è che le sue truppe sono costituite in massima parte non da esseri umani, ma da androidi con occhiali rossi e pelle violacea, riempiti di una sabbia particolare; l'imperatore stesso, di cui prima dell'ultima puntata si vede soltanto il volto sullo schermo mentre parla col suo luogotenente, non è umano ma un mostro di lava incandescente.
La seconda parte della serie, in cui il Godam diventa in pratica un robot componibile che può assumere diverse configurazioni e non compare più l'ologramma del professor Hoarai, mi è piaciuta di meno, anche se ciò permette di variare un po' i combattimenti con i mostri dell'Impero degli Abissi, che prima sembravano essere decisi solo dall'urto con la grande stazza di Godam.
Tranne che per certe puntate particolarmente cupe, l'opera si potrebbe annoverare tra le serie Tatsunoko più scanzonate, a partire dal design dei personaggi che ricordano quelli delle "Time Bokan". Molto buono il doppiaggio, anche se qua e là emerge qualche errore di traduzione, e indimenticabile la sigla italiana dei Cavalieri del Re, sebbene lo stesso Riccardo Zara dichiari di averla realizzata in poco tempo e senza particolare impegno.
Il robot Godam si trova all'interno dell'Isola del Diavolo, una grande massa rocciosa che emerge dalla baia su cui si affaccia la città giapponese in cui abitano i "Gowapper 5", una banda di cinque ragazzi adolescenti o preadolescenti che sono degli autentici scavezzacollo e che hanno come distintivi dei cappelli di varie fogge e colori, con disegnato un piccolo teschio, e delle sciarpe in tinta. Ne fanno parte una ragazza bionda (il capo della banda), un ragazzo belloccio, uno grasso, uno occhialuto (ma che non per questo si dimostra particolarmente studioso o sapiente) e uno molto più piccolo degli altri. Durante una gita all'isola i ragazzi scoprono una caverna artificiale piena di apparecchiature elettroniche; vi trovano anche un geologo (che sarà il loro principale alleato adulto), approdato come loro in esplorazione, che spiega che tutto è stato costruito dal professor Hoarai, che aveva scoperto la minaccia portata dagli Uomini degli Abissi, che vivono al centro della Terra e che sarebbero intenzionati a conquistare anche la superficie. Hoarai non era stato creduto dalle autorità a cui si era rivolto: aveva allora costruito la base segreta e il robot Godam, che potessero essere usati dopo la sua morte da chi se ne fosse dimostrato degno.
I Gowapper 5 diventano allora gli esecutori delle volontà del professore: a essi sono assegnati dei veicoli personalizzati, che trovano posto nelle gambe del robot e coi quali vanno ad investigare gli eventi che potrebbero essere causati dagli Uomini degli Abissi, prima di richiamare Godam in caso di necessità (che finisce sempre coll'agire da "deus ex machina").
Una caratteristica dell'Impero degli Abissi è che le sue truppe sono costituite in massima parte non da esseri umani, ma da androidi con occhiali rossi e pelle violacea, riempiti di una sabbia particolare; l'imperatore stesso, di cui prima dell'ultima puntata si vede soltanto il volto sullo schermo mentre parla col suo luogotenente, non è umano ma un mostro di lava incandescente.
La seconda parte della serie, in cui il Godam diventa in pratica un robot componibile che può assumere diverse configurazioni e non compare più l'ologramma del professor Hoarai, mi è piaciuta di meno, anche se ciò permette di variare un po' i combattimenti con i mostri dell'Impero degli Abissi, che prima sembravano essere decisi solo dall'urto con la grande stazza di Godam.
Tranne che per certe puntate particolarmente cupe, l'opera si potrebbe annoverare tra le serie Tatsunoko più scanzonate, a partire dal design dei personaggi che ricordano quelli delle "Time Bokan". Molto buono il doppiaggio, anche se qua e là emerge qualche errore di traduzione, e indimenticabile la sigla italiana dei Cavalieri del Re, sebbene lo stesso Riccardo Zara dichiari di averla realizzata in poco tempo e senza particolare impegno.
Il 1976 è l'anno del boom del robotico. Dopo il grande successo dei robottoni nagaiani tutti gli studi si gettano sul nuovo genere e in solo anno vengono prodotti ben sette serie, per una durata media di cinquanta episodi l'una, un vero record per gli anni settanta. Godam costituisce il primo tentativo della Tatsunoko in tale genere. Tentativo che però devo qualificare come fallito. L'anime dà l'impressione di un tentativo raffazzonato di cavalcare il successo del genere robotico senza averlo capito e provando a riciclare varie idee tipiche della casa. In particolare Godam ricicla il mecha design di serie come Kyashan, Polymar, Tekkaman e soprattutto della Time Bokan. Un mecha ottimo in quei contesti, ma del tutto inadatto a una serie robotica: a mio avviso Godam è il più brutto robot di tutti gli anni settanta, battendo perfino Balatak, il che è tutto dire. Un robot panzone come Godam è assolutamente inguardabile e la sua bruttezza contribuisce pesantamente alla valutazione negativa della serie. È vero che è frutto della mano di Kunio Okawara, il più grande mecha designer di tutti i tempi, ma nel 1976 non ha ancora trovato lo stile giusto oppure, più probabilmente, la Tatsunoko gli aveva chiesto di seguire lo stile tipico della casa. Per cambiare stile Okawara dovrà passare alla Sunrise dove realizzerà decine di robot che hanno fatto lo storia, sia nel genere super robot che nel genere real robot (mi vengono in mente titoli come Vultus, Zanbot, Daitarn, Daikengo, Gundam, Trider, Dougram, Xabungle, Votoms, Vifam, Galient, Layner, Dragonar, le Brave Series, ...) Ma Godam non ha nulla di questi robot, è piuttosto una versione mastodontica di Pegasus di Tekkaman: ma mentre Pegasus non dà fastidio, perché semplice mecha di supporto in una serie in cui l'eroe è un altro (e fichissimo) lo stesso non si può dire per Godam.
In una serie robotica il robot dovrebbe essere di grande impatto perché dovrebbe essere il protagonista: Godam non lo è. Le sue trasformazioni (drago, tigre, aquila e trivella) non sono nulla di ché e soprattutto al robot manca un colpo finale, gravissimo errore. Troppo spazio viene dedicato ai Gowapper, i suoi cinque sgangerati piloti, e troppo poco al robot e alle battaglie robotiche. I mecha avversari sono più ridicoli che mostruosi e la serie manca di una colonna sonora all'altezza, adatta alle scene di battaglia, che sono francamente noiose e prive di ogni mordente. I nemici sono davvero poco incisivi; i protagonisti sono anche peggio. In abiti civili indossano dei ridicolissimi berretti con frontino e teschio, in tuta da combattimento indossano degli orrendi costumi da giocatori di football americano. Le animazioni sono povere, il chara design semplificato; la serie manca completamente di pathos (ridatemi Kyashan, ridatemi Tekkaman!) e non è neppure una serie comica (ridatemi la Time Bokan!) o spiritosa (ridatemi Polymar!). Insomma un fallimento su tutta la linea. Si tratta di una serie di cui vidi qualche episodio nei primi anni ottanta e non mi piacque: rivedendola da adulto l'effetto è anche peggiore. Trattasi di una serie svogliata, con trama inesistente (gli uomini dell' abisso vogliono conquistare la Terra, un gruppo di cinque ragazzi scoprono la base segreta del robottone Godam e combattono per 36 puntate fino alla vittoria finale senza che avvenga nulla di significativo), che vuole essere seria ma presenta un chara e mecha design parodistici. È un'involuzione rispetto ai successi precedenti della Tatsunoko. Il mio voto sarebbe 4,5 ma mi pare il caso di essere punitivo e lo arrotondo a 4. Fortuna che la Tatsunoko si riscatterà qualche anno dopo con un'ottima serie come Gordian e che nell'82 cambierà la storia contribuendo al progetto Macross. Su Godam invece è meglio stendere un velo pietoso. È interessante notare che anche all'epoca fu un fiasco clamoroso (si trovava a competere con Grendizer e Combattler) e venne interrotto dopo sole 36 puntate.
PS: la cosa più positiva che ho trovato nella serie è il doppiaggio, perché si ritrovano le voci sentite in mille altri anime dell'epoca; in particolare segnalo quelle di Laura Boccanera, Riccardo Rossi, Gastone Pescucci, Corrado Conforti, Fabrizio Mazzotta, Rodolfo Bianchi, doppiatori ben noti al popolo della girella.
PPS: non credete alla Wikipedia inglese che dice "Godam è il primo robot il cui il leader è una ragazza". Evidentemente hanno visto solo le prime puntate. Con il proseguire delle puntate, pur mantenendo un ruolo di rilievo, Yoko si trova a fare da spalla a Go, vero leader (maschio) della squadra. Del resto gli altri membri sono solo macchiette.
In una serie robotica il robot dovrebbe essere di grande impatto perché dovrebbe essere il protagonista: Godam non lo è. Le sue trasformazioni (drago, tigre, aquila e trivella) non sono nulla di ché e soprattutto al robot manca un colpo finale, gravissimo errore. Troppo spazio viene dedicato ai Gowapper, i suoi cinque sgangerati piloti, e troppo poco al robot e alle battaglie robotiche. I mecha avversari sono più ridicoli che mostruosi e la serie manca di una colonna sonora all'altezza, adatta alle scene di battaglia, che sono francamente noiose e prive di ogni mordente. I nemici sono davvero poco incisivi; i protagonisti sono anche peggio. In abiti civili indossano dei ridicolissimi berretti con frontino e teschio, in tuta da combattimento indossano degli orrendi costumi da giocatori di football americano. Le animazioni sono povere, il chara design semplificato; la serie manca completamente di pathos (ridatemi Kyashan, ridatemi Tekkaman!) e non è neppure una serie comica (ridatemi la Time Bokan!) o spiritosa (ridatemi Polymar!). Insomma un fallimento su tutta la linea. Si tratta di una serie di cui vidi qualche episodio nei primi anni ottanta e non mi piacque: rivedendola da adulto l'effetto è anche peggiore. Trattasi di una serie svogliata, con trama inesistente (gli uomini dell' abisso vogliono conquistare la Terra, un gruppo di cinque ragazzi scoprono la base segreta del robottone Godam e combattono per 36 puntate fino alla vittoria finale senza che avvenga nulla di significativo), che vuole essere seria ma presenta un chara e mecha design parodistici. È un'involuzione rispetto ai successi precedenti della Tatsunoko. Il mio voto sarebbe 4,5 ma mi pare il caso di essere punitivo e lo arrotondo a 4. Fortuna che la Tatsunoko si riscatterà qualche anno dopo con un'ottima serie come Gordian e che nell'82 cambierà la storia contribuendo al progetto Macross. Su Godam invece è meglio stendere un velo pietoso. È interessante notare che anche all'epoca fu un fiasco clamoroso (si trovava a competere con Grendizer e Combattler) e venne interrotto dopo sole 36 puntate.
PS: la cosa più positiva che ho trovato nella serie è il doppiaggio, perché si ritrovano le voci sentite in mille altri anime dell'epoca; in particolare segnalo quelle di Laura Boccanera, Riccardo Rossi, Gastone Pescucci, Corrado Conforti, Fabrizio Mazzotta, Rodolfo Bianchi, doppiatori ben noti al popolo della girella.
PPS: non credete alla Wikipedia inglese che dice "Godam è il primo robot il cui il leader è una ragazza". Evidentemente hanno visto solo le prime puntate. Con il proseguire delle puntate, pur mantenendo un ruolo di rilievo, Yoko si trova a fare da spalla a Go, vero leader (maschio) della squadra. Del resto gli altri membri sono solo macchiette.
I tratti di questo anime ricordano ovviamente le vicende narrate nel Time Bokan, mentre le scene di lotta ficordano maggiormente Daitarn III, da questo connubio di idee nasce quest'opera, che però poggia le sue basi sulla minaccia da parte degli abissi, un popolo che vuole governare le terre emerse, un argomento che supona molto familiare, visto che verrà ripreso per creare antagonisti importanti come Nettuno nei Cavalieri dello Zodiaco e Ecatos per I 5 Samurai.
Anche in quest'opera ci sono 5 amici che con le loro potenti macchine formano l'automa da cui prende il nome l'anime, da aggiungere che ognuno di loro ha un chara distinguibile e dei valori tutti riconducibili al senso di difesa del nostro pianeta.
La serie, pur non essendo eccelsa nei disegni, è colorata molto bene, può vantare partecipazioni di sceneggiatori e di staff di colorazione abbastanza importanti, che saranno influenti in parecchie opere degli anni 80, sia a livello di trama che di fondali.
Il doppiaggio italiano annovera tra le sue fila per questo anime un cast importante composto da Laura Boccanera, Riccardo Rossi, Fabrizio Mazzotta e altri nomi importanti del panorama del doppiaggio di quel periodo, ovviamente già presenti a prestare le loro voci su titoli ben più importanti di questo.
L'unica pecca che si può muovere a questa serie è un ripetuto piattismo della trama, con scontri sempre prevedibili e con pochi colpi di scena, se mecha dev'essere, deve rispettarne sì i canoni, ma deve contare su una certa qualità narrativa, non sui soli fondamentali ripetuti per quasi tutti gli episodi.
Ovviamente il voto è più basso proprio per questo motivo, altrimenti sarebbe stata un'opera da annoverare benissimo tra quelli della fascia di prima categoria, ciò non è possibile, a mio avviso, proprio per questa mancanza.
L'opera comunque mostra agli spettatori quanto sia importante la difesa del nostro mondo anche nei momenti in cui tutto sembra compromesso, perchè chi nutre sincere speranze di vittoria quando sa di essere nel giusto, difficilmente soccombe, non perchè vuole soddisfare un proprio interesse, ma perchè mette a disposizione le sue peculiarità per la salvezza di tutti,a nche a costo di sacrificare la propria vita.
Il problema di quest'opera, come già detto prima, è che tali temi vengono affrontati con troppa superficialità.
Anche in quest'opera ci sono 5 amici che con le loro potenti macchine formano l'automa da cui prende il nome l'anime, da aggiungere che ognuno di loro ha un chara distinguibile e dei valori tutti riconducibili al senso di difesa del nostro pianeta.
La serie, pur non essendo eccelsa nei disegni, è colorata molto bene, può vantare partecipazioni di sceneggiatori e di staff di colorazione abbastanza importanti, che saranno influenti in parecchie opere degli anni 80, sia a livello di trama che di fondali.
Il doppiaggio italiano annovera tra le sue fila per questo anime un cast importante composto da Laura Boccanera, Riccardo Rossi, Fabrizio Mazzotta e altri nomi importanti del panorama del doppiaggio di quel periodo, ovviamente già presenti a prestare le loro voci su titoli ben più importanti di questo.
L'unica pecca che si può muovere a questa serie è un ripetuto piattismo della trama, con scontri sempre prevedibili e con pochi colpi di scena, se mecha dev'essere, deve rispettarne sì i canoni, ma deve contare su una certa qualità narrativa, non sui soli fondamentali ripetuti per quasi tutti gli episodi.
Ovviamente il voto è più basso proprio per questo motivo, altrimenti sarebbe stata un'opera da annoverare benissimo tra quelli della fascia di prima categoria, ciò non è possibile, a mio avviso, proprio per questa mancanza.
L'opera comunque mostra agli spettatori quanto sia importante la difesa del nostro mondo anche nei momenti in cui tutto sembra compromesso, perchè chi nutre sincere speranze di vittoria quando sa di essere nel giusto, difficilmente soccombe, non perchè vuole soddisfare un proprio interesse, ma perchè mette a disposizione le sue peculiarità per la salvezza di tutti,a nche a costo di sacrificare la propria vita.
Il problema di quest'opera, come già detto prima, è che tali temi vengono affrontati con troppa superficialità.
Quando lo sceneggiatore di Gundam e Daitarn 3 e il disegnatore di Final Fantasy s'incontrano, cosa può nascere?
Ecco la risposta: Godam.
Come vedete è una robot molto atipico, che inserito in un contesto così serio stona parecchio... Ma a essere sinceri neppure i personaggi appaiono seri, anzi sono il massimo dello stereotipo, seppur come caratterizzazione psicologica siamo messi abbastanza bene, specialmente visto il target di riferimento.
Il problema secondo me è il solito di Tomino: voler raccontare una storia adulta anche quando ciò non è possibile, rendendo l'opera noiosa ai bambini e anche agli adulti che vedranno le assurdità dovute appunto al target.
Concludendo, sconsiglio la visione a chiunque non sia un fan di Yoshiyuki Tomino o di Yoshitaka Amano.
Ecco la risposta: Godam.
Come vedete è una robot molto atipico, che inserito in un contesto così serio stona parecchio... Ma a essere sinceri neppure i personaggi appaiono seri, anzi sono il massimo dello stereotipo, seppur come caratterizzazione psicologica siamo messi abbastanza bene, specialmente visto il target di riferimento.
Il problema secondo me è il solito di Tomino: voler raccontare una storia adulta anche quando ciò non è possibile, rendendo l'opera noiosa ai bambini e anche agli adulti che vedranno le assurdità dovute appunto al target.
Concludendo, sconsiglio la visione a chiunque non sia un fan di Yoshiyuki Tomino o di Yoshitaka Amano.
Da piccola amavo tanto questa serie ma riguardandola bene oggi ho potuto notare delle peculiarità che contestualizzate nel suo anno di produzione, hanno fatto sorgere in me quasi il dovere di fare chiarezza su un prodotto che merita di uscire dall'anonimato. Godam è un robot particolarissimo, molto distante, a mio parere, per mobilità e caratteristiche da tutti gli altri robottoni. Inaugura il filone dei robot trasformabili pur riprendendo la caratterizzazione tipica ingenua di altri robottoni come astroganga, infatti appare come una serie non prettamente robotica e questa caratteristica è passata un po' in secondo piano.
Cliché su cliché, personaggi dal look assurdo, storia banale... Tutto già visto... E allora perchè 7? Per Godam!! Il robot più giocattoloso mai apparso in una serie "SERIA"
dalle menti malate della TATSUNOKO (creatori della demenziale saga di time bokan) un anime che ricalca il canovaccio di molte altre serie robotiche (gruppo di ragazzi trova base segreta + robottone gigante per combattere gli "invasori") cercando di mantenere anche dei toni seri... Peccato che i combattimenti sembrano... lotte tra giocattoli! Godam è, volutamente, legnoso e lento... Le mani sono "intili" per esempio... Mentre gli avversari non sono da meno!! Come ho già detto niente di nuovo sotto il sole! Ma la bizzarria del robot che sembra un vecchio giocattolo fatto male per giunta vale la visione almeno di qualche episodio.
dalle menti malate della TATSUNOKO (creatori della demenziale saga di time bokan) un anime che ricalca il canovaccio di molte altre serie robotiche (gruppo di ragazzi trova base segreta + robottone gigante per combattere gli "invasori") cercando di mantenere anche dei toni seri... Peccato che i combattimenti sembrano... lotte tra giocattoli! Godam è, volutamente, legnoso e lento... Le mani sono "intili" per esempio... Mentre gli avversari non sono da meno!! Come ho già detto niente di nuovo sotto il sole! Ma la bizzarria del robot che sembra un vecchio giocattolo fatto male per giunta vale la visione almeno di qualche episodio.