Frammento Matsumoto - Moving Picture
Nel luglio del 2005 il ricercatore Natsuki Matsumoto rinvenne in una residenza privata di Kyoto un frammento di pellicola vuota della durata di tre secondi composto da circa cinquanta fotogrammi in 35mm, sui quali erano direttamente stati tracciati dei disegni. Questo frammento, che avrebbe preso il nome del suo scopritore, consiste in una breve sequenza nella quale un ragazzino vestito alla marinara scrive in kanji sulla lavagna “katsudo shashin” (figure in movimento), e si tratta ad oggi del lavoro più datato di animazione giapponese giunto fino a noi.
Il primo capitolo della storia degli anime, quindi? No, e per una serie di motivi. In primo luogo, un’evidenza che dovrebbe condurci a non sopravvalutare l’importanza storica di questo lavoro consiste nel fatto che esso non ha avuto nessuna significativa influenza nello sviluppo dell’animazione giapponese. Allo stato attuale delle cose, rimane valida la ricostruzione storica per la quale i primi a realizzare delle animazioni fotograficamente impresse su pellicola furono Seitaro Kitayama, Oten Shimokawa e Jun’ichi Kouchi. Questi “pionieri” avrebbero dato il via a partire dal 1917 a una produzione di opere che si sarebbe protratta fino ai primi anni ‘20 e che avrebbe avuto delle conseguenze fondamentali. Motivo per cui, volendo per forza trovare una data di inizio nella storia dell’animazione made in Japan, il 1917 rimane l’anno più opportuno, mentre questo “frammento Matsumoto” appartiene più ad una preistoria della quale si sa ancora troppo poco.
Ad ogni modo, questo frammento di pellicola, databile al 1907, si inserisce in un altro dibattito, tra chi sostiene che l’animazione giapponese nacque tra le mura di casa e chi invece sostiene sia nata solo dopo l’importazione di lavori animati occidentali. Ci sono buone argomentazioni da entrambe le parti, anche se l’influenza straniera subita da molti artisti, compresi i sopracitati, non è oggetto di discussione. Il frammento di per sé non ha bisogno di ulteriori commenti, fa parte di un’epoca sperimentale e ad oggi è il lavoro animato giapponese più vecchio giunto fino a noi, ma chissà che le cose non possano cambiare ulteriormente e che altri ritrovamenti possano fare chiarezza su un periodo ancora avvolto da molti misteri.
Il primo capitolo della storia degli anime, quindi? No, e per una serie di motivi. In primo luogo, un’evidenza che dovrebbe condurci a non sopravvalutare l’importanza storica di questo lavoro consiste nel fatto che esso non ha avuto nessuna significativa influenza nello sviluppo dell’animazione giapponese. Allo stato attuale delle cose, rimane valida la ricostruzione storica per la quale i primi a realizzare delle animazioni fotograficamente impresse su pellicola furono Seitaro Kitayama, Oten Shimokawa e Jun’ichi Kouchi. Questi “pionieri” avrebbero dato il via a partire dal 1917 a una produzione di opere che si sarebbe protratta fino ai primi anni ‘20 e che avrebbe avuto delle conseguenze fondamentali. Motivo per cui, volendo per forza trovare una data di inizio nella storia dell’animazione made in Japan, il 1917 rimane l’anno più opportuno, mentre questo “frammento Matsumoto” appartiene più ad una preistoria della quale si sa ancora troppo poco.
Ad ogni modo, questo frammento di pellicola, databile al 1907, si inserisce in un altro dibattito, tra chi sostiene che l’animazione giapponese nacque tra le mura di casa e chi invece sostiene sia nata solo dopo l’importazione di lavori animati occidentali. Ci sono buone argomentazioni da entrambe le parti, anche se l’influenza straniera subita da molti artisti, compresi i sopracitati, non è oggetto di discussione. Il frammento di per sé non ha bisogno di ulteriori commenti, fa parte di un’epoca sperimentale e ad oggi è il lavoro animato giapponese più vecchio giunto fino a noi, ma chissà che le cose non possano cambiare ulteriormente e che altri ritrovamenti possano fare chiarezza su un periodo ancora avvolto da molti misteri.
Un frammento di pochi secondi che mostra un bambino in divisa mentre scrive una frase su un muro e poi si gira verso l'obiettivo togliendosi il capello in segno di saluto.
Estremamente breve ed estremamente semplice, all'apparenza insignificante, questa breve opera ha un valore storico incredibile, visto che è riconosciuto come il primo esempio di animazione mai realizzato in terra nipponica, nel lontano 1907, un pezzo storia, importante per il suo significato e il suo utilizzo per ricostruire la storia dell'industria dell'animazione giapponese.
Estremamente breve ed estremamente semplice, all'apparenza insignificante, questa breve opera ha un valore storico incredibile, visto che è riconosciuto come il primo esempio di animazione mai realizzato in terra nipponica, nel lontano 1907, un pezzo storia, importante per il suo significato e il suo utilizzo per ricostruire la storia dell'industria dell'animazione giapponese.
Tutto ha un'origine, si sa. Tutte le favole iniziano con "c'era una volta", tutti i supereroi hanno un qualche mucchio di sfighe alla base delle loro azioni e tutte le storie d'amore nascono con il primo incontro dei due - a meno che non si tratti di un epico incesto gemellare.
Ed ecco quindi che anche gli anime hanno un progenitore, cioè "Moving Picture", o "Katsudo Sashin". Il nome dice tutto, "disegni in movimento", perché questo sono, in effetti.
Quest'anime è facilmente individuabile su Youtube e potete tranquillamente vederlo senza trovarvi la finanza sotto casa, difficilmente verrà licenziato in Italia; infatti si sa che le case d'importazione hanno perso interesse per i classici del passato...
L'anime è peraltro stato probabilmente realizzato per un privato nel 1907, quindi difficilmente colui che ne fu padrone verrà a dirvi qualcosa se lo guarderete (e se dovesse farlo, sarà il caso di chiamare Dan Aykroyd), perciò niente paura e sotto con la visione!
Protagonista di quest'opera è un ometto che scrive appunto Katsudo Shashin sullo sfondo e poi, galante, si toglie il cappello e ci saluta. Finito, e scusate gli spoiler. Sì, dura quattro secondi netti, quindi per l'appunto visionarlo non è un problema, se consideriamo che la pubblicità sfascia-ammennicoli di Youtube stesso dura di più.
Misterioso figuro è, questo protagonista (che d'ora innanzi chiameremo Ernesto; sì, lo so, non è un nome da protagonista di anime e non voglio fare il Valerio Manero di turno, ma essendo il primo protagonista anime della storia, necessita di un nome importante, e la conosciamo tutti l'importanza di chiamarsi Ernesto), con quella tenuta marinaresca... Il primo caso di Sailor Fuku della storia? A tal punto sei innovativo, mio bell'Ernesto? Chi può saperlo.
Comunque, molti quesiti si alzano, inevitabilmente, su quest'enigmatica figura: avrà un fratello di nome Evaristo? Sarà nella marina militare, data l'uniforme? O è un pervertito che si veste da studentessa prima ancora che le studentesse si vestissero così? Avrà famiglia? E che famiglia è (questa family)? Ci saranno suoi cosplayers in giro per le fiere? E sue fanfiction? Perché solo il berretto è rosso? Sarà mica il papà di Super Mario, o di Bison? Saranno mica fratelli, Mario e Bison, quindi? M. Bison sta per Mario Bison, e quindi Bison Mario, Mario Mario e Luigi Mario? Ma che domande sto facendo?
Passiamo al sonoro. Che non c'è, olè! L'avevano sperimentato solo l'anno prima a Pisa, in effetti, quindi, caro Ernesto, sei giustificato.
Detto ciò, va dato atto a questo "Moving Picture" di essere il padre di tutti gli anime. E' grazie a lui, che un sacco di fanciulle sono diventate casalinghe disperate perché sognavano di sposare André Grandier e invece lì sul divano hanno una copia in piccolo di André the Giant. E' grazie a lui che milioni di tiranni galattici si sono ritrovati davanti dei robot fighissimi, tornando a casa con le pive nel sacco. E' grazie a lui che i fan di "Saint Seiya" non perdono un secondo a strapparsi le sopracciglia tra loro appena hanno in mano una connessione LAN, ADSL, Wi-Fi o con i due barattoli con il filo attaccato. E' grazie a lui che ci sono ragazzi che si lanciano in esibizioni con cori stile stadio "Cha-la, Head Cha-la, gnaviga ochideuochi suuuna, enoeno pappaaaa...". E' grazie a lui che si è riusciti a fare l'impossibile rima "Remì-sfiga". E' grazie a lui che ragazzine passano i pomeriggi a discutere di "quantèffigo Light". E' grazie a lui che se un ragazzo regala una rosa a una ragazza lei sente automaticamente nella testa una chitarra e gli vede comparire addosso un mantello rosso e una mascherina bianca. E' grazie a lui che milioni di tentativi di tiri della tigre sono diventati milioni di visite fisioterapiche. E' grazie a lui che legioni di otaku hanno perso numerosissime diottrie con giochi da villani davanti alle scene di hentai, ecchi e kodomo, se necessario. E' grazie a lui che per sentirsi fighi i boys si facevano crescere le basette tenendo la sigaretta in bocca e indossando una giacca rossa (o blu). E potrei andare avanti con tantissimi altri esempi.
Ora, decidete voi se ringraziare Ernesto dal profondo del cuore o augurargli un'orchite apocalittica, a seconda delle vostre esperienze di vita, mentre si giunge alla fatidica domanda: perché guardare "Moving Picture"?
Per curiosità, e perché vi porterà via non più di quattro secondi, come detto più sopra. Il tempo di una puntura dal dentista e potrete aggiungere un nuovo anime alla vostra lista degli anime completati, ed essendo il primo anime della storia, potrete anche bullarvi di essere degli espertoni con i vostri compagni di scuola alle medie, anche se magari non sapete chi è Lady Oscar - ho le prove, esistono anime fan che non lo sanno, ahinoi.
Il voto è 5, essenzialmente perché "Moving Picture" può essere tutto e può non essere nulla, quindi è bene che il voto, puramente indicativo, stia nel mezzo.
Grazie di esistere, Sparalesto.
P.S.: ebbene sì, una recensione di svariate righe su un anime di quattro secondi, evidente prova che si possono scrivere wall of text anche su cose (apparentemente?) insignificanti, se si è abbastanza intelligenti. O scemi.
Ed ecco quindi che anche gli anime hanno un progenitore, cioè "Moving Picture", o "Katsudo Sashin". Il nome dice tutto, "disegni in movimento", perché questo sono, in effetti.
Quest'anime è facilmente individuabile su Youtube e potete tranquillamente vederlo senza trovarvi la finanza sotto casa, difficilmente verrà licenziato in Italia; infatti si sa che le case d'importazione hanno perso interesse per i classici del passato...
L'anime è peraltro stato probabilmente realizzato per un privato nel 1907, quindi difficilmente colui che ne fu padrone verrà a dirvi qualcosa se lo guarderete (e se dovesse farlo, sarà il caso di chiamare Dan Aykroyd), perciò niente paura e sotto con la visione!
Protagonista di quest'opera è un ometto che scrive appunto Katsudo Shashin sullo sfondo e poi, galante, si toglie il cappello e ci saluta. Finito, e scusate gli spoiler. Sì, dura quattro secondi netti, quindi per l'appunto visionarlo non è un problema, se consideriamo che la pubblicità sfascia-ammennicoli di Youtube stesso dura di più.
Misterioso figuro è, questo protagonista (che d'ora innanzi chiameremo Ernesto; sì, lo so, non è un nome da protagonista di anime e non voglio fare il Valerio Manero di turno, ma essendo il primo protagonista anime della storia, necessita di un nome importante, e la conosciamo tutti l'importanza di chiamarsi Ernesto), con quella tenuta marinaresca... Il primo caso di Sailor Fuku della storia? A tal punto sei innovativo, mio bell'Ernesto? Chi può saperlo.
Comunque, molti quesiti si alzano, inevitabilmente, su quest'enigmatica figura: avrà un fratello di nome Evaristo? Sarà nella marina militare, data l'uniforme? O è un pervertito che si veste da studentessa prima ancora che le studentesse si vestissero così? Avrà famiglia? E che famiglia è (questa family)? Ci saranno suoi cosplayers in giro per le fiere? E sue fanfiction? Perché solo il berretto è rosso? Sarà mica il papà di Super Mario, o di Bison? Saranno mica fratelli, Mario e Bison, quindi? M. Bison sta per Mario Bison, e quindi Bison Mario, Mario Mario e Luigi Mario? Ma che domande sto facendo?
Passiamo al sonoro. Che non c'è, olè! L'avevano sperimentato solo l'anno prima a Pisa, in effetti, quindi, caro Ernesto, sei giustificato.
Detto ciò, va dato atto a questo "Moving Picture" di essere il padre di tutti gli anime. E' grazie a lui, che un sacco di fanciulle sono diventate casalinghe disperate perché sognavano di sposare André Grandier e invece lì sul divano hanno una copia in piccolo di André the Giant. E' grazie a lui che milioni di tiranni galattici si sono ritrovati davanti dei robot fighissimi, tornando a casa con le pive nel sacco. E' grazie a lui che i fan di "Saint Seiya" non perdono un secondo a strapparsi le sopracciglia tra loro appena hanno in mano una connessione LAN, ADSL, Wi-Fi o con i due barattoli con il filo attaccato. E' grazie a lui che ci sono ragazzi che si lanciano in esibizioni con cori stile stadio "Cha-la, Head Cha-la, gnaviga ochideuochi suuuna, enoeno pappaaaa...". E' grazie a lui che si è riusciti a fare l'impossibile rima "Remì-sfiga". E' grazie a lui che ragazzine passano i pomeriggi a discutere di "quantèffigo Light". E' grazie a lui che se un ragazzo regala una rosa a una ragazza lei sente automaticamente nella testa una chitarra e gli vede comparire addosso un mantello rosso e una mascherina bianca. E' grazie a lui che milioni di tentativi di tiri della tigre sono diventati milioni di visite fisioterapiche. E' grazie a lui che legioni di otaku hanno perso numerosissime diottrie con giochi da villani davanti alle scene di hentai, ecchi e kodomo, se necessario. E' grazie a lui che per sentirsi fighi i boys si facevano crescere le basette tenendo la sigaretta in bocca e indossando una giacca rossa (o blu). E potrei andare avanti con tantissimi altri esempi.
Ora, decidete voi se ringraziare Ernesto dal profondo del cuore o augurargli un'orchite apocalittica, a seconda delle vostre esperienze di vita, mentre si giunge alla fatidica domanda: perché guardare "Moving Picture"?
Per curiosità, e perché vi porterà via non più di quattro secondi, come detto più sopra. Il tempo di una puntura dal dentista e potrete aggiungere un nuovo anime alla vostra lista degli anime completati, ed essendo il primo anime della storia, potrete anche bullarvi di essere degli espertoni con i vostri compagni di scuola alle medie, anche se magari non sapete chi è Lady Oscar - ho le prove, esistono anime fan che non lo sanno, ahinoi.
Il voto è 5, essenzialmente perché "Moving Picture" può essere tutto e può non essere nulla, quindi è bene che il voto, puramente indicativo, stia nel mezzo.
Grazie di esistere, Sparalesto.
P.S.: ebbene sì, una recensione di svariate righe su un anime di quattro secondi, evidente prova che si possono scrivere wall of text anche su cose (apparentemente?) insignificanti, se si è abbastanza intelligenti. O scemi.