Natsume Yūjinchō Go
Quinta serie, attesa sfiancante e... delusione. Io ho amato profondamente le serie di "Natsume Yuujincho", le prime soprattutto, e dare 6 mi pesa, ma è inaccettabile che le serie proseguono e siamo sempre fermi immobili nello stesso punto. Il take away è sempre uguale: il senso nostalgico e malinconico che domina chi vive tra i due mondi a confronto, la solitudine di chi può attraversare la linea di confine e quindi di fatto vivere male su entrambi i lati. Bello, toccante, ma... non abbastanza, non più.
Serviva di più con questa quinta serie, serviva un Natsume che trova il suo posto sulla linea di confine, serviva un perché e un per come alle scelte della nonna Reiko, serviva un inquadrare le ansie di un ragazzino che si affaccia alla vita di giovane adulto con prospettive ampliate, l'idea quasi forzata di dover avvicinarsi agli esorcisti e capire le "seccanti" regole degli uomini che vedono il mondo degli ayakashi. Tutto questo non c'è.
"Natsume Yuujincho Go" è una serie malinconica, con i fondali mesti e dai colori delicati che ricordano i film di Miyazaki, come le serie precedenti, musiche gradevoli, ma nemmeno eccezionali, e opening ed ending fastidiose, se vogliamo, per quello che è il tema trattato. Niente introspezione oltre il già visto nelle serie precedenti, passetti così insignificanti per il povero Takashi da far quasi rabbia allo spettatore che cammina con lui, agognando spiegazioni e risposte sulla misteriosa nonna.
Non arriva nulla nell'analisi dei personaggi, se non superficiali pennellate che fanno appello a pregressi dettagli, vivendo di rendita, con la certezza che lo spettatore è preparato dalle serie precedenti. E quindi i dettagli su Taki (amica che vuole saperne di più del mondo degli spiriti, ma non ha la vista) e Tanuma (amico con un sesto senso, ma senza la vista) sono fastidiose punzecchiature che portano a un nonnulla, servono solo a dare un contorno agrodolce ai dubbi di Takashi, ma di fatto non ci si smuove.
Dopo una sequela di episodi dispersivi, dai concetti non espansi e solo accennati, si arriva all'ultimo episodio della serie che si ha perso la speranza... ci sarà la sesta serie e tutto sarà chiaro? Dubito, "Natsume Yuujincho" è una serie che piace e probabilmente fa più soldi così, ma ormai non è più eccezionale, è solo noiosa e ripetitiva, seppur dal tratto piacevole e con una storia che poteva dare tanto ma ha scelto di fingere in un eterno ripetersi.
La sufficienza è meritata, ma solo perché la struttura a monte è solida, ma si sta incrinando anche quella ormai. Questa serie non aggiunge niente al già detto, sono solo undici episodi che hanno lo stesso valore di un mucchio di filler.
Serviva di più con questa quinta serie, serviva un Natsume che trova il suo posto sulla linea di confine, serviva un perché e un per come alle scelte della nonna Reiko, serviva un inquadrare le ansie di un ragazzino che si affaccia alla vita di giovane adulto con prospettive ampliate, l'idea quasi forzata di dover avvicinarsi agli esorcisti e capire le "seccanti" regole degli uomini che vedono il mondo degli ayakashi. Tutto questo non c'è.
"Natsume Yuujincho Go" è una serie malinconica, con i fondali mesti e dai colori delicati che ricordano i film di Miyazaki, come le serie precedenti, musiche gradevoli, ma nemmeno eccezionali, e opening ed ending fastidiose, se vogliamo, per quello che è il tema trattato. Niente introspezione oltre il già visto nelle serie precedenti, passetti così insignificanti per il povero Takashi da far quasi rabbia allo spettatore che cammina con lui, agognando spiegazioni e risposte sulla misteriosa nonna.
Non arriva nulla nell'analisi dei personaggi, se non superficiali pennellate che fanno appello a pregressi dettagli, vivendo di rendita, con la certezza che lo spettatore è preparato dalle serie precedenti. E quindi i dettagli su Taki (amica che vuole saperne di più del mondo degli spiriti, ma non ha la vista) e Tanuma (amico con un sesto senso, ma senza la vista) sono fastidiose punzecchiature che portano a un nonnulla, servono solo a dare un contorno agrodolce ai dubbi di Takashi, ma di fatto non ci si smuove.
Dopo una sequela di episodi dispersivi, dai concetti non espansi e solo accennati, si arriva all'ultimo episodio della serie che si ha perso la speranza... ci sarà la sesta serie e tutto sarà chiaro? Dubito, "Natsume Yuujincho" è una serie che piace e probabilmente fa più soldi così, ma ormai non è più eccezionale, è solo noiosa e ripetitiva, seppur dal tratto piacevole e con una storia che poteva dare tanto ma ha scelto di fingere in un eterno ripetersi.
La sufficienza è meritata, ma solo perché la struttura a monte è solida, ma si sta incrinando anche quella ormai. Questa serie non aggiunge niente al già detto, sono solo undici episodi che hanno lo stesso valore di un mucchio di filler.