D'Artacan e i tre moschettieri
In pratica "D'Artacan e i tre moschettieri" è la chiave comica del D'artagnan nipponico che tutti conosciamo, in cui la sostituzione resa possibile con dei cani antropomorfi ha dato quel cambiamento in parodia della serie. Addirittura essa è stata divisa in due filoni ben precisi, la prima in cui diventa moschettiere D'artacan, e la seconda dove il re è in pericolo, realizzata molti anni dopo.
Questa serie colpisce per un particolare importante: degli animali specifici che ricoprono dei ruoli adatti alle loro capacità edinseriti nel contesto di questa trama. Si pensi a Milady che è un gatto, quindi possiede astuzia agilità e furbizia, nonché è nemico dei cani; a Porthos, che viene rappresentato da un sanbernardo, dall'aspetto amichevole, ma sicuramente il più forte di tutti fisicamente.
Sono questi esempi che rendono la serie più vicina a tradizioni esopiche e fedriche già viste nell'età classica, quando si tendeva a raffigurare negli animali vizi e virtù di uomini e divinità.
Nel contesto in cui sono stati inseriti, la trama è facilmente intuibile per via del romanzo a cui fa riferimento. Per quanto riguarda la storia, l'originale ha dei punti che forse il D'artagnan citato all'inizio di questa recensione non ha. Si perde la guasconeria del protagonista, lasciando spazio a un personaggio sicuramente più coraggioso e meno impulsivo della sua controparte animata nipponica, anche se in apparenza può sembrare il contrario.
Ma la storia assume dei connotati più semplici e accessibili ai ragazzini proprio nell'idea di trasformare i protagonisti tutti in animali, edulcorandola e facendone una valida parodia, che in altri cloni di animazione recanti il titolo dei moschettieri difficilmente possiamo rintracciare.
Molto bello è anche il lavoro svolto dai doppiatori, che si sono dimostrati, in alcune circostanze, anche degli ottimi caratteristi, capaci di farci sorridere quando meno te l'aspetti.
Il significato che però nasconde la trama è che per nessuna ragione un debole deve essere sottomesso dalla bramosia e dalla malvagità di chi ambisce al potere assoluto senza il rispetto di nessuna regola, ed è un discorso che non è valido solo per le favole, ma anche per la vita.
Se vengono concepiti simili prodotti solo per divertirsi, va bene da una parte, ma se ne arricchisce anche lo spettatore dall'altra. Questo è il mio pensiero, e tra le altre cose, quando si tratta di anime destinati a ragazzini è anche ovvio che l'autore "pensi in grande "anche per loro!
I disegni sono un tantino deludenti, ma lo spettacolo offerto dalla trama è da vedere assolutamente!
Questa serie colpisce per un particolare importante: degli animali specifici che ricoprono dei ruoli adatti alle loro capacità edinseriti nel contesto di questa trama. Si pensi a Milady che è un gatto, quindi possiede astuzia agilità e furbizia, nonché è nemico dei cani; a Porthos, che viene rappresentato da un sanbernardo, dall'aspetto amichevole, ma sicuramente il più forte di tutti fisicamente.
Sono questi esempi che rendono la serie più vicina a tradizioni esopiche e fedriche già viste nell'età classica, quando si tendeva a raffigurare negli animali vizi e virtù di uomini e divinità.
Nel contesto in cui sono stati inseriti, la trama è facilmente intuibile per via del romanzo a cui fa riferimento. Per quanto riguarda la storia, l'originale ha dei punti che forse il D'artagnan citato all'inizio di questa recensione non ha. Si perde la guasconeria del protagonista, lasciando spazio a un personaggio sicuramente più coraggioso e meno impulsivo della sua controparte animata nipponica, anche se in apparenza può sembrare il contrario.
Ma la storia assume dei connotati più semplici e accessibili ai ragazzini proprio nell'idea di trasformare i protagonisti tutti in animali, edulcorandola e facendone una valida parodia, che in altri cloni di animazione recanti il titolo dei moschettieri difficilmente possiamo rintracciare.
Molto bello è anche il lavoro svolto dai doppiatori, che si sono dimostrati, in alcune circostanze, anche degli ottimi caratteristi, capaci di farci sorridere quando meno te l'aspetti.
Il significato che però nasconde la trama è che per nessuna ragione un debole deve essere sottomesso dalla bramosia e dalla malvagità di chi ambisce al potere assoluto senza il rispetto di nessuna regola, ed è un discorso che non è valido solo per le favole, ma anche per la vita.
Se vengono concepiti simili prodotti solo per divertirsi, va bene da una parte, ma se ne arricchisce anche lo spettatore dall'altra. Questo è il mio pensiero, e tra le altre cose, quando si tratta di anime destinati a ragazzini è anche ovvio che l'autore "pensi in grande "anche per loro!
I disegni sono un tantino deludenti, ma lo spettacolo offerto dalla trama è da vedere assolutamente!
La ricordo bene questa serie. Non mi ha mai colpito più di tanto, preferivo la versione di D'Artagnan originale. Le avventure che vivono i personaggi sono abbastanza buffe e divertenti, ma sinceramente questa serie, l'ho sempre vista più per un pubblico giovanile perchè presenta un'ambientazione favolistica. Sebbene la trama "banale" comunque, queste serie così, riescono sempre ad affascinarti in un certo modo perchè ricordi quando passavi la tua infanzia a vederli e a canticchiare la bella sigla.
Ok forse con il voto ho esagerato, ma voglio precisare che il voto è gonfiato tantissimo dall'"effetto nostalgia". Infatti è una di quelle semplicissime serie anni 80 e come tale presenta tutti i limiti dell'epoca; si tratta inoltre di una serie per ragazzini ed è la versione "animalesca" di Dartagnan. Per questo forse non sarà mai apprezzata dagli otaku accaniti, ma volevo omaggiare questa serie con la quale sono cresciuto e che per il target a cui è riferito è un prodotto tutt'altro che mediocre. Dopotutto gli otaku sono di tutte le età e hanno tutti le loro serie!! XD