Oh, Mia Dea!
Questi cinque episodi riassumono la parte iniziale del famoso manga di Kosuke Fujishima. La storia ricalca gli stereotipi della classica commedia sentimentale/fantastica, ma si avvale del delicato tocco di Fujishima, che le dona un senso di tranquillità e spensieratezza che contraddistingue i suoi lavori (vedi "Sei in arresto!"). I protagonisti sono fuori dagli schemi tradizionali: Keiichi è un bravissimo ragazzo, sempre cortese e gentile con tutti, mentre Belldandy è un puro concentrato di bellezza e dolcezza, che affascina sin dalla prima apparizione. Nonostante siano una coppia molto affiatata, la loro relazione non riesce a procedere a causa dall'esagerata timidezza di lui... ed è qui che entrano in gioco gli altri personaggi che si intrometteranno tra i due.
In pratica si tratta di una commedia romantica a sfondo fantasy caratterizzata da situazioni divertenti (ma mai sguaiate o esilaranti). I disegni e le animazioni sono tipici dei primi anni '90 mentre il character design risulta estremamente fedele a quello di Fujishima (personalmente trovo che Belldandy e Megumi, la sorella di Keiichi, ricordino molto Miyuki e Natsumi di "Sei in arresto! "). Concludendo, si tratta di un anime piuttosto bello e piacevole da guardare. Una piccola curiosità: Fujishima stesso ha l'hobby della meccanica e all'università faceva parte di un club di motociclismo assieme a un certo Keiichi Morisato.
Qualche curiosità
Molti dei contenuti di "Oh, mia dea!" traggono ispirazione dalla mitologia norrena, legata a credenze religiose pre-cristiane, e dalle leggende di popoli scandinavi. In particolare le tre dee protagoniste sono ispirate chiaramente alle Norne, che erano le Dee del Destino ("Orlog" per i norvegesi, da "or" = oltre, al di sopra e "log" = legge). Esse si chiamano: Urdhr, "destino", Verdhandi, "ciò che diviene", e Skuld, "debito-colpa" (le protagoniste dell'anime hanno conservato gli stessi nomi), e vivevano presso l'Urdabrunnr, il Pozzo di Urd nella mitica città di Asgardh, e la prima delle tre radici del Frassino del Mondo Yggdrasil. Yggdrasil allarga le proprie fronde al di sopra del cielo e sorregge i nove mondi. È sostenuto da tre immense radici: quella più profonda si allunga fino a Niflheim, la terra del freddo o regno degli inferi, quella mediana fino a Jotunheim, la terra di giganti, mentre la terza si protende fino ad Asgard, la terra degli Asi.
Le Norne stesse dovevano irrorarlo ogni giorno con acqua e argilla per evitare che si seccasse o marcisse (alcune fonti però assicurano che esse dimoravano sotto l'arco formato da Bifröst, il ponte arcobaleno). Le tre dee stabilivano il fato degli uomini tessendo l'arazzo del destino: la vita di ogni persona era una corda nel loro telaio e la lunghezza della corda corrispondeva alla durata di una vita mortale. La prima filava il tessuto della vita, la seconda dispensava i destini, stabilendo quando avrebbero avuto fine, e la terza recideva il filo al momento stabilito. Nessuno aveva il potere di opporsi alle loro decisioni, neanche gli dei.
In pratica si tratta di una commedia romantica a sfondo fantasy caratterizzata da situazioni divertenti (ma mai sguaiate o esilaranti). I disegni e le animazioni sono tipici dei primi anni '90 mentre il character design risulta estremamente fedele a quello di Fujishima (personalmente trovo che Belldandy e Megumi, la sorella di Keiichi, ricordino molto Miyuki e Natsumi di "Sei in arresto! "). Concludendo, si tratta di un anime piuttosto bello e piacevole da guardare. Una piccola curiosità: Fujishima stesso ha l'hobby della meccanica e all'università faceva parte di un club di motociclismo assieme a un certo Keiichi Morisato.
Qualche curiosità
Molti dei contenuti di "Oh, mia dea!" traggono ispirazione dalla mitologia norrena, legata a credenze religiose pre-cristiane, e dalle leggende di popoli scandinavi. In particolare le tre dee protagoniste sono ispirate chiaramente alle Norne, che erano le Dee del Destino ("Orlog" per i norvegesi, da "or" = oltre, al di sopra e "log" = legge). Esse si chiamano: Urdhr, "destino", Verdhandi, "ciò che diviene", e Skuld, "debito-colpa" (le protagoniste dell'anime hanno conservato gli stessi nomi), e vivevano presso l'Urdabrunnr, il Pozzo di Urd nella mitica città di Asgardh, e la prima delle tre radici del Frassino del Mondo Yggdrasil. Yggdrasil allarga le proprie fronde al di sopra del cielo e sorregge i nove mondi. È sostenuto da tre immense radici: quella più profonda si allunga fino a Niflheim, la terra del freddo o regno degli inferi, quella mediana fino a Jotunheim, la terra di giganti, mentre la terza si protende fino ad Asgard, la terra degli Asi.
Le Norne stesse dovevano irrorarlo ogni giorno con acqua e argilla per evitare che si seccasse o marcisse (alcune fonti però assicurano che esse dimoravano sotto l'arco formato da Bifröst, il ponte arcobaleno). Le tre dee stabilivano il fato degli uomini tessendo l'arazzo del destino: la vita di ogni persona era una corda nel loro telaio e la lunghezza della corda corrispondeva alla durata di una vita mortale. La prima filava il tessuto della vita, la seconda dispensava i destini, stabilendo quando avrebbero avuto fine, e la terza recideva il filo al momento stabilito. Nessuno aveva il potere di opporsi alle loro decisioni, neanche gli dei.
Gli OAV di Oh, Mia Dea!, a mio parere, hanno lo stesso scopo di quelli di Video Girl Ai: invogliare gli spettatori a leggersi il manga da cui sono tratti, presentando i personaggi principali e il filo conduttore degli eventi narrati. Rispetto all'opera di Katsura qui il lavoro è stato veramente arduo; gli OAV coprono una minima parte del manga da cui sono tratti, opera che tra l'altro era ancora in piena fase creativa mentre venivano prodotti questi episodi - in Giappone erano stati pubblicati otto dei quarantotto volumi di cui si compone il manga. Inutile aspettarsi un riassunto della versione cartacea o una narrazione dettagliata degli eventi, però gli OAV risultano accattivanti e riescono a tenere alta l'attenzione dello spettatore.
La storia, a grandi linee, narra le vicende di Keiichi Morisato - uno studente universitario che alloggia in un dormitorio maschile - e di Belldandy, una dea che risponde a una sua richiesta di aiuto. Keiichi, quando Belldandy gli spiega che potrà esaudire un suo desiderio, chiede alla ragazza di poter stare sempre insieme a lei; la richiesta spiazza Belldandy, che deve chiedere l'autorizzazione al suo superiore. Ricevuta l'approvazione diretta da parte di Dio, Belldandy inizia a vivere insieme a Keiichi in un tempio abbandonato, perché il ragazzo viene sfrattato dal dormitorio per aver ospitato una ragazza. I due però non rimarranno da soli per molto tempo, perché avranno la compagnia prima di Megumi - la sorella minore di Keiichi - e in seguito di Urd e Skuld, le sorelle di Belldandy. Keiichi quasi non riesce a credere di poter vivere insieme a una ragazza bella e devota come Belldandy, mentre lei si dimostra stranamente molto interessata e coinvolta dalle attenzioni di Keiichi...
I personaggi ricalcano molto quelli che ho conosciuto in Video Girl Ai: Keiichi è il bravo ragazzo di buon cuore, che non riesce a conquistare le ragazze ma ha una gran voglia di vivere una relazione romantica; Belldandy è la fanciulla che tutti i ragazzi vorrebbero avere al loro fianco e che si materializza davanti a Keiichi in una maniera che ha del miracoloso, uscendo da uno specchio. Anche qui, come negli OAV del manga di Katsura, si intuisce che tra i due protagonisti c'è una forte attrazione e una interessante storia sentimentale, e gli elementi fantastici e sovrannaturali lo rendono diverso dai soliti anime ambientati sui banchi di scuola. I primi tre episodi sono dei racconti autoconclusivi, nei quali si introducono le tre dee (Belldandy, Urd e Skuld) e viene mostrato il rapporto via via più intenso che lega Belldandy a Keiichi; negli ultimi due viene mostrata una dura prova che Belldandy e Keiichi dovranno affrontare e che metterà a rischio il loro legame.
Data la brevità della serie si notano le gravi pecche nella sceneggiatura, che dà per scontate troppe cose e disorienta chi è completamente a digiuno dell'opera; in particolare mi sono chiesto, soprattutto nei primi tre episodi, perché Belldandy fosse così innamorata di Keiichi: cosa c'è dietro al suo amore senza riserve per il ragazzo, non è possibile che una sconosciuta sia così coinvolta. Gli ultimi episodi mi hanno dato la chiave di lettura su questo aspetto, e mostrano un finale plausibile e desiderato per gli amanti del genere sentimentale (anche se un po' brusco) e aperto a nuovi sviluppi. Varie scenette comiche - mai eccessive - movimentano la serie rendendola più gradevole, la colonna sonora fa il suo compito alla perfezione e la grafica di tipo tradizionale è gradevole sia per i fondali che per il chara design; di notevole effetto gli abiti delle dee, sembrano usciti dalla matita di qualche stilista di moda.
Il mio giudizio finale sugli OAV di Oh, Mia Dea! è positivo: cinque episodi che catturano l'attenzione dello spettatore e invogliano ad approfondire la conoscenza dell'opera; niente di fenomenale, ma è proprio quello che si chiedeva a questo prodotto.
Al momento non penso di comprarmi il manga, ma solo perché non ho il posto per ospitare i quarantotto volumetti in cui è divisa l'opera; se in futuro riuscissi a organizzare uno spazio da dedicare a loro, penso proprio che me li prenderei. Più praticabile il recupero delle due serie in lingua originale e del film con il quale si conclude la trasposizione animata di una corposa parte del manga, che farò al più presto perché ho molta voglia di vedere come si evolvono le cose tra Belldandy e Keiichi.
La storia, a grandi linee, narra le vicende di Keiichi Morisato - uno studente universitario che alloggia in un dormitorio maschile - e di Belldandy, una dea che risponde a una sua richiesta di aiuto. Keiichi, quando Belldandy gli spiega che potrà esaudire un suo desiderio, chiede alla ragazza di poter stare sempre insieme a lei; la richiesta spiazza Belldandy, che deve chiedere l'autorizzazione al suo superiore. Ricevuta l'approvazione diretta da parte di Dio, Belldandy inizia a vivere insieme a Keiichi in un tempio abbandonato, perché il ragazzo viene sfrattato dal dormitorio per aver ospitato una ragazza. I due però non rimarranno da soli per molto tempo, perché avranno la compagnia prima di Megumi - la sorella minore di Keiichi - e in seguito di Urd e Skuld, le sorelle di Belldandy. Keiichi quasi non riesce a credere di poter vivere insieme a una ragazza bella e devota come Belldandy, mentre lei si dimostra stranamente molto interessata e coinvolta dalle attenzioni di Keiichi...
I personaggi ricalcano molto quelli che ho conosciuto in Video Girl Ai: Keiichi è il bravo ragazzo di buon cuore, che non riesce a conquistare le ragazze ma ha una gran voglia di vivere una relazione romantica; Belldandy è la fanciulla che tutti i ragazzi vorrebbero avere al loro fianco e che si materializza davanti a Keiichi in una maniera che ha del miracoloso, uscendo da uno specchio. Anche qui, come negli OAV del manga di Katsura, si intuisce che tra i due protagonisti c'è una forte attrazione e una interessante storia sentimentale, e gli elementi fantastici e sovrannaturali lo rendono diverso dai soliti anime ambientati sui banchi di scuola. I primi tre episodi sono dei racconti autoconclusivi, nei quali si introducono le tre dee (Belldandy, Urd e Skuld) e viene mostrato il rapporto via via più intenso che lega Belldandy a Keiichi; negli ultimi due viene mostrata una dura prova che Belldandy e Keiichi dovranno affrontare e che metterà a rischio il loro legame.
Data la brevità della serie si notano le gravi pecche nella sceneggiatura, che dà per scontate troppe cose e disorienta chi è completamente a digiuno dell'opera; in particolare mi sono chiesto, soprattutto nei primi tre episodi, perché Belldandy fosse così innamorata di Keiichi: cosa c'è dietro al suo amore senza riserve per il ragazzo, non è possibile che una sconosciuta sia così coinvolta. Gli ultimi episodi mi hanno dato la chiave di lettura su questo aspetto, e mostrano un finale plausibile e desiderato per gli amanti del genere sentimentale (anche se un po' brusco) e aperto a nuovi sviluppi. Varie scenette comiche - mai eccessive - movimentano la serie rendendola più gradevole, la colonna sonora fa il suo compito alla perfezione e la grafica di tipo tradizionale è gradevole sia per i fondali che per il chara design; di notevole effetto gli abiti delle dee, sembrano usciti dalla matita di qualche stilista di moda.
Il mio giudizio finale sugli OAV di Oh, Mia Dea! è positivo: cinque episodi che catturano l'attenzione dello spettatore e invogliano ad approfondire la conoscenza dell'opera; niente di fenomenale, ma è proprio quello che si chiedeva a questo prodotto.
Al momento non penso di comprarmi il manga, ma solo perché non ho il posto per ospitare i quarantotto volumetti in cui è divisa l'opera; se in futuro riuscissi a organizzare uno spazio da dedicare a loro, penso proprio che me li prenderei. Più praticabile il recupero delle due serie in lingua originale e del film con il quale si conclude la trasposizione animata di una corposa parte del manga, che farò al più presto perché ho molta voglia di vedere come si evolvono le cose tra Belldandy e Keiichi.
Una gran bella serie, seppur con pochissimi episodi, con disegni veramente spettacolari e colpi di scena a volte non previsti sono gli elementi distintivi di questa serie.
La trama ricorda molto Video Girl Ai, Lamù ed anche in parte Ranma 1/2, qui però abbiamo a che fare col soprannaturale, con delle virtù solitamente inaccessibili per degli esseri umani.
Certo che in opere come queste aiuta molto il fatto che la provenienza nipponica dia spazio ad un politeismo marcato e il più delle volte satirico, visto che le leggende e le tradizioni di questi popoli sono innumerevoli da rendere impossibile una reiterata serietà nel concepire questa loro religione. Io credo che anche da questi contesti nasce l'opera in questione, vuole essere anche una religione che si percuote da sola, sottolineando gli aspetti più umani della questione, un po' come avveniva in antichità con gli dei greci e le divinità egizie, dove molto spesso il politeismo era una forma umana su cui i popoli di allora identificavano la perfezione personificata, e quindi il giusto tramite tra il finito e l'infinito.
Il problema del politeismo si pone anche sotto l'aspetto satirico comunque. Difatti già la storia in sé racchiude tre divinità femminili disposte a tutto pur di soddisfare il giovane ragazzo che involontariamente ha fatto questa richiesta, visto che è un prescelto dell'Albero dell'Universo di vichinga tradizione.
Pertanto i quattro protagonisti si muovono in uno scenario fatto di continui imprevisti e di situazioni difficili da risolvere, laddove il più delle volte riguarda anche il destino dell'umanità. E infatti il politeismo nasconde continue insidie proprio per queste ragioni, l'indefinibile infinito, non si riesce a scorgere il limite tra umani e divini, cadendo vittima di apocalittiche incomprensioni e stati più lontani dalla divinità qui espressa.
Da qui nasce la morale dell'autore, fin quando un essere umano non porrà mai limiti alla provvidenza, tutto ciò che ha sempre sognato, con impegno e soprattutto col cuore, è sempre realizzabile, ma se si sta immobili ad aspettare qualche aiuto esterno... campa cavallo che l'erba cresce, diceva un vecchio detto.
L'impegno di un uomo in tutto l'arco della sua vita è la chiave di quest'opera, la chiave che permette di raggiungere un amore infinito ed un sogno realizzabile, che fa soffrire nell'arco del raggiungimento di tali fini, ma dove a costo di immani sacrifici ed incomprensioni, la ricompensa sarà sempre enorme, ad ogni modo.
La trama ricorda molto Video Girl Ai, Lamù ed anche in parte Ranma 1/2, qui però abbiamo a che fare col soprannaturale, con delle virtù solitamente inaccessibili per degli esseri umani.
Certo che in opere come queste aiuta molto il fatto che la provenienza nipponica dia spazio ad un politeismo marcato e il più delle volte satirico, visto che le leggende e le tradizioni di questi popoli sono innumerevoli da rendere impossibile una reiterata serietà nel concepire questa loro religione. Io credo che anche da questi contesti nasce l'opera in questione, vuole essere anche una religione che si percuote da sola, sottolineando gli aspetti più umani della questione, un po' come avveniva in antichità con gli dei greci e le divinità egizie, dove molto spesso il politeismo era una forma umana su cui i popoli di allora identificavano la perfezione personificata, e quindi il giusto tramite tra il finito e l'infinito.
Il problema del politeismo si pone anche sotto l'aspetto satirico comunque. Difatti già la storia in sé racchiude tre divinità femminili disposte a tutto pur di soddisfare il giovane ragazzo che involontariamente ha fatto questa richiesta, visto che è un prescelto dell'Albero dell'Universo di vichinga tradizione.
Pertanto i quattro protagonisti si muovono in uno scenario fatto di continui imprevisti e di situazioni difficili da risolvere, laddove il più delle volte riguarda anche il destino dell'umanità. E infatti il politeismo nasconde continue insidie proprio per queste ragioni, l'indefinibile infinito, non si riesce a scorgere il limite tra umani e divini, cadendo vittima di apocalittiche incomprensioni e stati più lontani dalla divinità qui espressa.
Da qui nasce la morale dell'autore, fin quando un essere umano non porrà mai limiti alla provvidenza, tutto ciò che ha sempre sognato, con impegno e soprattutto col cuore, è sempre realizzabile, ma se si sta immobili ad aspettare qualche aiuto esterno... campa cavallo che l'erba cresce, diceva un vecchio detto.
L'impegno di un uomo in tutto l'arco della sua vita è la chiave di quest'opera, la chiave che permette di raggiungere un amore infinito ed un sogno realizzabile, che fa soffrire nell'arco del raggiungimento di tali fini, ma dove a costo di immani sacrifici ed incomprensioni, la ricompensa sarà sempre enorme, ad ogni modo.
Ho conosciuto quest'opera quasi per caso e me ne sono subito innamorato. La storia parla di Keiichi Morisato, uno sfigato universitario che per errore chiama l'agenzia di soccorso dee e si ritrova davanti la bellissima Belldandy. La trama oggi come oggi non è poi così originale, ma bisogna sottolineare che questo è stato il capostipite del genere. Quest'anime vi coinvolgerà fin dal primo episodio e vi piacerà sempre più man mano che faranno la comparsa le altre divertentissime dee del gruppo. Il difetto principale di questa serie è che è formato da soli 5 OAV e quindi è tutto molto rapido, tuttavia è molto utile per un primo approccio alla serie e come trampolino di lancio per le successive trasposizioni animate e il manga. Pertanto lo consiglio a tutti coloro che ancora non lo conoscono, vedrete che ve ne innamorerete^^.
Oh Mia Dea è la trasposizione animata del famoso manga di Fujishima. Pur non avendo letto il manga, mi era sorto prima della visione il dubbio di come si potesse ridurre una longeva serie di una trentina di tankobon in soli cinque episodi. I nodi vengono al pettine: in ogni episodio compare un nuovo personaggio, senza dare il tempo allo spettatore di approfondire la conoscenza con i due protagonisti. L'unica nota positiva è per il bellissimo chara di Fujishima e per le colorazioni vivaci, altrimenti la trama risulta banale e noiosa, con episodi al limite dell'inverosimile. Il finale (gli ultimi due episodi) non è certo dei migliori.
Insomma, si tratta di una visione piuttosto piatta che consiglio nel caso non si abbia nulla di meglio. Visto il successo del manga in Italia, spero che la versione cartacea sia migliore.
Insomma, si tratta di una visione piuttosto piatta che consiglio nel caso non si abbia nulla di meglio. Visto il successo del manga in Italia, spero che la versione cartacea sia migliore.
Questi cinque OAV danno inizio ad una storia di una dea e dell'umano da lei protetto.
Oh! mia dea ha inizio proprio da questi cinque puntate dove vengono narrati gli albori di questa strana coppia.
Il ragazzo (Keiichi) effettuando una telefonata viene messo in contatto con una dea che ha il dovere di esaudire ogni suo desiderio.
Belldandy, questo è il nome della dea, gli appare innanzi e soddisfa così il desiderio espresso da Koiichi, che pensando di essere vittima di uno scherzo esprime il desiderio di vivere per sempre con la dea che gli è apparsa.
Come da "contratto" i due iniziano una bella convivenza che li condurrà verso stravaganti avventure ed un amore che cresce sempre più fra loro.
Durante tutte le avventure che i due vivono nei cinque episodi vengono presentate due sorelle di Belldandy, anche loro dee, che li cacceranno in molteplici guai.
La trama, ammesso che ne esista una ben precisa, non è delle più fantasiose. I personaggi non sono dei migliori anche se ben caratterizzati. Purtroppo le seconde linee di personaggi non è molto fornita e nemmeno molto curata, in quanto si vuole concentrare tutta l'attenzione sui due protagonisti principali. Tutto il comparto audio non eccelle né in negativo né in positivo, unico suo demerito è proprio quello di essere sempre anonimo. Effettivamente non si di fronte ad un capolavoro. Questa mini serie inizializza buoni spunti semplici e divertenti, grazie ad alcune situazioni simpatiche che si vengono a creare.
Purtroppo queste situazioni non vengono approfondite (anche per la scarsità di minutaggio a disposizione), facendo perdere quei pochi punti guadagnati in precedenza dalla grafica ben curata.
Di temi trattati non c'è nemmeno l'ombra se non i soliti e sterili amore, amicizia eccetera eccetera...
Insomma si è di fronte ad una mini serie molto semplice, senza pretese né voglia di impegnare lo spettatore.
Visionabile senza paranoie da chiunque.
Oh! mia dea ha inizio proprio da questi cinque puntate dove vengono narrati gli albori di questa strana coppia.
Il ragazzo (Keiichi) effettuando una telefonata viene messo in contatto con una dea che ha il dovere di esaudire ogni suo desiderio.
Belldandy, questo è il nome della dea, gli appare innanzi e soddisfa così il desiderio espresso da Koiichi, che pensando di essere vittima di uno scherzo esprime il desiderio di vivere per sempre con la dea che gli è apparsa.
Come da "contratto" i due iniziano una bella convivenza che li condurrà verso stravaganti avventure ed un amore che cresce sempre più fra loro.
Durante tutte le avventure che i due vivono nei cinque episodi vengono presentate due sorelle di Belldandy, anche loro dee, che li cacceranno in molteplici guai.
La trama, ammesso che ne esista una ben precisa, non è delle più fantasiose. I personaggi non sono dei migliori anche se ben caratterizzati. Purtroppo le seconde linee di personaggi non è molto fornita e nemmeno molto curata, in quanto si vuole concentrare tutta l'attenzione sui due protagonisti principali. Tutto il comparto audio non eccelle né in negativo né in positivo, unico suo demerito è proprio quello di essere sempre anonimo. Effettivamente non si di fronte ad un capolavoro. Questa mini serie inizializza buoni spunti semplici e divertenti, grazie ad alcune situazioni simpatiche che si vengono a creare.
Purtroppo queste situazioni non vengono approfondite (anche per la scarsità di minutaggio a disposizione), facendo perdere quei pochi punti guadagnati in precedenza dalla grafica ben curata.
Di temi trattati non c'è nemmeno l'ombra se non i soliti e sterili amore, amicizia eccetera eccetera...
Insomma si è di fronte ad una mini serie molto semplice, senza pretese né voglia di impegnare lo spettatore.
Visionabile senza paranoie da chiunque.