AHO-GIRL
Breve recensione su "Aho-Girl", commedia di 12 episodi dalla durata di 13 minuti l'uno portata in simulcast da Crunchyroll durante l'estate 2017.
Mi aspettavo parecchio da questo titolo, amo le commedie, soprattutto se demenziali, ma "Aho-Girl" mi ha deluso tanto, non che mi aspettassi chissà che eh, ma ho trovato questa serie poco divertente; una serie demenziale dovrebbe divertire lo spettatore, a me ha annoiato e ha strappato giusto qualche sorriso forzato, una serie comica che non fa ridere, ma che anzi, irrita, ha fallito.
"Aho-Girl" alla fine parla di una ragazza stupida che rompe i cosiddetti alle persone, le gag sono banali e ripetitive, i personaggi sono odiosi, la protagonista e sua madre a fine anime vi staranno parecchio antipatiche, inoltre visivamente non è per niente esaltante, anche tecnicamente è parecchio banale e semplice.
Mi aspettavo parecchio da questo titolo, amo le commedie, soprattutto se demenziali, ma "Aho-Girl" mi ha deluso tanto, non che mi aspettassi chissà che eh, ma ho trovato questa serie poco divertente; una serie demenziale dovrebbe divertire lo spettatore, a me ha annoiato e ha strappato giusto qualche sorriso forzato, una serie comica che non fa ridere, ma che anzi, irrita, ha fallito.
"Aho-Girl" alla fine parla di una ragazza stupida che rompe i cosiddetti alle persone, le gag sono banali e ripetitive, i personaggi sono odiosi, la protagonista e sua madre a fine anime vi staranno parecchio antipatiche, inoltre visivamente non è per niente esaltante, anche tecnicamente è parecchio banale e semplice.
"Aho-Girl" è un anime dove il nonsense rimane fisso fino alla fine. La protagonista, "solita" liceale giapponese, è completamente immersa nelle sue idee e nelle banane.. Non ci sono né valori né nozioni divulgate, solo la semplice e genuina struttura del genere demenziale. Il mio 9 premia proprio questa coerenza con l'irrazionalità e la quantità di risate che produce.
Seppur la durata degli episodi è breve, tante sono le vicende che si susseguono (poche da "harem" se amate il genere... A dire il vero non lo avrei mai catalogato in codesta tipologia). Infine, resistete dal saltare la sigla poiché essa è un piccolo siparietto comico che si rinnova ogni puntata. {see&smile}
Seppur la durata degli episodi è breve, tante sono le vicende che si susseguono (poche da "harem" se amate il genere... A dire il vero non lo avrei mai catalogato in codesta tipologia). Infine, resistete dal saltare la sigla poiché essa è un piccolo siparietto comico che si rinnova ogni puntata. {see&smile}
"AHO-GIRL" è sicuramente una delle opere animate più demenziali e spassose prodotte negli ultimi anni.
In essa sono narrate le vicende "quotidiane" di Akuru Akutsu, un giovane studente giapponese molto serio e con un futuro importante davanti a sé, con la propria stolta e pericolosa, nonché profondamente idiota, vicina, Yoshiko Hanabatake.
Gli eventi narrati sono semplici e le ambientazioni di essi sono soprattutto le solite, per quanto concerne una serie anime normale (scuola, casa, spiaggia durante le vacanze), eppure questa serie riesce lo stesso a far divertire lo spettatore con la pura vena demenziale di cui la protagonista femminile risulta l'unica a occuparsi. Lei è l'unica e vera matta della situazione che si ritrova circondata da personaggi confusi e disorientati dal comportamento di quella che sembra più una scimmia a volte che un umano.
L'autore dell'opera dimostra di saper gestire in talentuoso tutte le caratteristiche che costituiscono i personaggi che compongono l'opera: riesce a far divertire con poco, riuscendo, anche, a produrre un piccolo gioiello dell'animazione.
Comico, spassoso ed esilarante. In definitiva, "AHO-GIRL" è un serie che consiglio a chiunque voglia farsi due risate e voglia intrattenersi per una giornata o due.
In essa sono narrate le vicende "quotidiane" di Akuru Akutsu, un giovane studente giapponese molto serio e con un futuro importante davanti a sé, con la propria stolta e pericolosa, nonché profondamente idiota, vicina, Yoshiko Hanabatake.
Gli eventi narrati sono semplici e le ambientazioni di essi sono soprattutto le solite, per quanto concerne una serie anime normale (scuola, casa, spiaggia durante le vacanze), eppure questa serie riesce lo stesso a far divertire lo spettatore con la pura vena demenziale di cui la protagonista femminile risulta l'unica a occuparsi. Lei è l'unica e vera matta della situazione che si ritrova circondata da personaggi confusi e disorientati dal comportamento di quella che sembra più una scimmia a volte che un umano.
L'autore dell'opera dimostra di saper gestire in talentuoso tutte le caratteristiche che costituiscono i personaggi che compongono l'opera: riesce a far divertire con poco, riuscendo, anche, a produrre un piccolo gioiello dell'animazione.
Comico, spassoso ed esilarante. In definitiva, "AHO-GIRL" è un serie che consiglio a chiunque voglia farsi due risate e voglia intrattenersi per una giornata o due.
"Beh, lo devo ammettere, i miei sentimenti per Yoshiko davvero non sono cambiati in questi dieci anni. Il mio desiderio più grande è ancora quello di ucciderla!"
Ho scelto questa citazione per cominciare la mia recensione, perché lo spettatore riesce davvero a relazionarsi con questo sentimento dopo aver terminato la visione dell’anime.
Aho Girl (Ragazza Stupida) è un anime di dodici episodi, andato in onda dal luglio al settembre del 2017.
La protagonista Yoshino è l’essere più stupido che sia mai stato partorito su questo pianeta.
Non lo dico con cattiveria, è semplicemente la verità. Prende 0 a tutti i compiti in classe (come sia arrivata alle superiori è un mistero), non capisce il concetto di spazio personale, senza il minimo senso del pudore, incapace di pensare alle conseguenze di qualsiasi sua azione, distorce ogni cosa che le viene detta nel rarissimo caso che si fermi ad ascoltare. Le sue uniche ragioni di vita sono le banane (mai insultare le banane davanti a lei!) e A-kun, il ragazzo di cui è innamorata.
Ora, quella povera anima di A-kun ha avuto la malaugurata sorte di essere il suo vicino di casa e, se tutto ciò che lui vuole dalla vita è studiare così da avere un buon lavoro e contribuire alla società, è costantemente tormentato dalla protagonista che non lo lascia mai in pace.
Così, per poter mantenere la sua media altissima, e soprattutto per far ragionare Yoshino e strapparla alle sue fantasie deliranti, è costretto a prenderla a cazzotti.
Insieme ai due protagonisti, vengono presentati un gran numero di personaggi fra cui: la madre di Yoshino, che vuole che i due ragazzi si sposino, così da avere il futuro assicurato, e per questo minaccia costantemente qualunque altra ragazza giri attorno ad A-kun, fra cui la Presidentessa del Comitato Morale, una stalker di prima categoria. C’è poi Ruri, l’adorata sorellina di A-kun, scema quanto Yoshino, ma che per lo meno ha il buon senso di vergognarsi della sua stupidità; i bambini che giocano nel parco, molto più maturi della protagonista nonostante siano ancora alle elementari; Sayaka, la compagna di classe, che è veramente un angelo a sopportarli tutti; il cane di Yoshino che ne passa di tutti i colori.
La trama, se di trama si può parlare, vede ogni episodio di 12 minuti essere diviso in 3-4 sketch con i diversi personaggi che interagiscono fra loro per creare quelle che dovrebbero essere situazioni ridicole ed esilaranti. Purtroppo, non sempre questo risultato viene raggiunto. Fin dai primi episodi, si vede che le gag, per lo più demenziali, cominciano ad essere sempre le stesse, e, se alcune fanno davvero piangere dal ridere, altre lasciano completamente indifferenti, e con l’andare degli episodi, le seconde superano di gran numero le prime.
Il comparto tecnico è molto semplice, soprattutto il chara, che però ritengo sia adatto a questo genere di anime. Molto carina l’opening che cambia in ogni episodio.
Riassumendolo in una frase o meno: "Non avendo né trama orizzontale né verticale, e basandosi unicamente sul fattore comicità, quando non fa ridere, è davvero noioso da guardare."
Ho scelto questa citazione per cominciare la mia recensione, perché lo spettatore riesce davvero a relazionarsi con questo sentimento dopo aver terminato la visione dell’anime.
Aho Girl (Ragazza Stupida) è un anime di dodici episodi, andato in onda dal luglio al settembre del 2017.
La protagonista Yoshino è l’essere più stupido che sia mai stato partorito su questo pianeta.
Non lo dico con cattiveria, è semplicemente la verità. Prende 0 a tutti i compiti in classe (come sia arrivata alle superiori è un mistero), non capisce il concetto di spazio personale, senza il minimo senso del pudore, incapace di pensare alle conseguenze di qualsiasi sua azione, distorce ogni cosa che le viene detta nel rarissimo caso che si fermi ad ascoltare. Le sue uniche ragioni di vita sono le banane (mai insultare le banane davanti a lei!) e A-kun, il ragazzo di cui è innamorata.
Ora, quella povera anima di A-kun ha avuto la malaugurata sorte di essere il suo vicino di casa e, se tutto ciò che lui vuole dalla vita è studiare così da avere un buon lavoro e contribuire alla società, è costantemente tormentato dalla protagonista che non lo lascia mai in pace.
Così, per poter mantenere la sua media altissima, e soprattutto per far ragionare Yoshino e strapparla alle sue fantasie deliranti, è costretto a prenderla a cazzotti.
Insieme ai due protagonisti, vengono presentati un gran numero di personaggi fra cui: la madre di Yoshino, che vuole che i due ragazzi si sposino, così da avere il futuro assicurato, e per questo minaccia costantemente qualunque altra ragazza giri attorno ad A-kun, fra cui la Presidentessa del Comitato Morale, una stalker di prima categoria. C’è poi Ruri, l’adorata sorellina di A-kun, scema quanto Yoshino, ma che per lo meno ha il buon senso di vergognarsi della sua stupidità; i bambini che giocano nel parco, molto più maturi della protagonista nonostante siano ancora alle elementari; Sayaka, la compagna di classe, che è veramente un angelo a sopportarli tutti; il cane di Yoshino che ne passa di tutti i colori.
La trama, se di trama si può parlare, vede ogni episodio di 12 minuti essere diviso in 3-4 sketch con i diversi personaggi che interagiscono fra loro per creare quelle che dovrebbero essere situazioni ridicole ed esilaranti. Purtroppo, non sempre questo risultato viene raggiunto. Fin dai primi episodi, si vede che le gag, per lo più demenziali, cominciano ad essere sempre le stesse, e, se alcune fanno davvero piangere dal ridere, altre lasciano completamente indifferenti, e con l’andare degli episodi, le seconde superano di gran numero le prime.
Il comparto tecnico è molto semplice, soprattutto il chara, che però ritengo sia adatto a questo genere di anime. Molto carina l’opening che cambia in ogni episodio.
Riassumendolo in una frase o meno: "Non avendo né trama orizzontale né verticale, e basandosi unicamente sul fattore comicità, quando non fa ridere, è davvero noioso da guardare."
Può piacere o meno ma sicuramente non si potrà accusare il mangaka Hiroyuki, autore del manga da cui l’anime ivi recensito è tratto, di aver scelto un titolo ermetico per presentare la sua opera e, di riflesso, i suoi contenuti; chi è pratico di giapponese spicciolo che più spicciolo non si può, assimilabile anche solo guardando qualche centinaio di episodi di anime in lingua originale, non avrà fatto fatica infatti nel tradurre il titolo di quest’anime che letteralmente significa “Ragazza idiota!”
Va da sé che era difficile aspettarsi un’analisi esistenzialista o chissà quale tema impegnato come argomento di questa serie e difatti non si sbaglia. 'Aho Girl' è una splendida commedia dell’ assurdo, non dico il trionfo ma un ottimo esempio di genere demenziale portato ad alti livelli capace di intrattenere e divertire costantemente per tutta la sua durata anche dopo che la conoscenza dei personaggi e la ripetitività delle situazioni potrebbero cominciare a stancare lo spettatore.
Della trama quindi è utile parlarne più o meno come lo sarebbe discutere della cottura di una fiorentina a un convegno vegano, tale "orpello" infatti non esiste: la forza e il fascino di ‘Aho Girl’ risiede tutta nei suoi personaggi e nelle loro pazze personalità, non c’è una storia che li fa muovere, maturare ed evolvere perché non serve, ogni episodio è una raccolta di scene singole slegate da loro fatte apposta per far esibire il personaggio del momento insieme all’ unico perno saldo della serie, l’ “idiota” protagonista! Tale epiteto, che in realtà ben si assocerebbe a quasi tutti i personaggi dell' anime, è riservato infatti a Yoshiko Hanabatake, studentessa quindicenne carina, spigliata, dal carattere solare con una caratteristica unica che la contraddistingue, un’enorme stupidità che l’accompagna da sempre e che la rende un’eterna bambina alla ricerca del divertimento e refrattaria a qualsiasi impegno serio come lo studio (dove ha il non invidiabile record di zero punti raccolti ad ogni verifica). Questa sua voglia matta di giocare e divertirsi la rende un’arma di distruzione di massa pronta a riversarsi sul malcapitato di turno, cioè uno dei tanti personaggi che gravitano attorno alla sua figura e che stabiliscono con lei un rapporto di amore-odio pronto a scatenare puntualmente gag a raffica a seconda dell’occasione. Col passare degli episodi questi personaggi diventano un numero considerevole e sarebbe inopportuno (oltre che troppo lungo) ricordarli tutti singolarmente con le loro caratteristiche, cito solo i quattro principali presentati quasi subito e che bene o male resteranno i capisaldi della serie fino alla fine tornando a fasi alterne: il primo è sicuramente Akuru Akutsu, detto Akkun, assimilabile quasi a un co-protagonista vista la sua importanza, è il vicino di casa e amico d’ infanzia di Yoshiko, persona completamente opposta alla ragazza e obiettivo principale delle sue attenzioni, sia negative che positive, che è letteralmente costretto a subire; subito dopo viene la migliore amica di entrambi, Sayaka Sumino, ragazza timida e pacifica che si trova sempre a disagio di fronte alla travolgente esuberanza di Yoshiko non avendo comunque la forza di volontà per opporsi ad essa; e in chiusura quelle che io ritengo le due schegge impazzite della serie pronte a sorprendere in ogni apparizione (nonché miei personaggi preferiti) che in quanto a idiozia hanno davvero pochissimo da invidiare alla protagonista: la madre di Yoshiko, Yoshie, che ogni volta rafforza la teoria guardando lei e la figlia di come la mela non caschi poi tanto lontano dall'albero, e la Presidentessa del comitato disciplinare (nome sconosciuto) che presentata come personaggio serio e ligio alle regole e alla morale finisce per trasformarsi in una pazza innamorata di Akkun pronta a fantasticare senza freni inibitori ogni volta che incontra il ragazzo, con un atteggiamento da stalker pervertita però che finisce irrimediabilmente per irritare e allontanare lo stesso Akkun.
Chiedo scusa per essermi prolungato nella mia descrizione di questi personaggi ma ritengo che sarebbe stato impossibile far concepire l’ atmosfera assurda che si vive durante un episodio di 'Aho Girl' senza citare minimamente i protagonisti che ne fanno parte, anche perché questi sono solo un esempio per rendere l’idea di cosa ci si debba aspettare, e fermo restando che sono convinto che la realtà delle cose supererà la fantasia in questo caso.
Tecnicamente l’anime di ‘Aho Girl’ si attesta su un buon livello considerando che non è un titolo di punta del mercato giapponese. Realizzata dallo studio Diomedéa, con la regia di Shingo Tamaki, la serie gode di una grafica gradevole con colori forti e vivaci, le animazioni sono molto semplici e per la natura dell’opera funzionano abbastanza bene, il charachter design di Masakazu Ishikawa infine ricalca molto fedelmente l’originale di Hiroyuki dando la sensazione a chi legge puntualmente il manga di trovarsi di fronte a un anime che conosce già da tempo nonostante sia una produzione recentissima. Dal punto di vista del sonoro neanche ci si può lamentare, certo la colonna sonora è abbastanza anonima considerando che il genere non richiede un importante supporto audio ma il doppiaggio originale giapponese è semplicemente perfetto, ogni voce si amalgama col personaggio di turno in maniera impeccabile con una menzione particolare alla splendida Aoi Yuki che quest’anno ho avuto il piacere di ascoltare su tanti personaggi completamente diversi con risultati sempre notevoli e che con la sua interpretazione rende alla perfezione l’idea dell’ infinita stupidità della protagonista. Azzeccatissima per la serie poi è anche l’opening, “Zenryoku Summer!” di Angela, col suo ritmo stralunato, un’ interpretazione vocale che cambia ripetutamente tonalità e un video, molto semplice, sempre diverso in ogni episodio che funge praticamente da sketch di apertura per l’episodio stesso, un connubio che ti assorbe immediatamente nella realtà della serie mettendoti istintivamente di buonumore! Non posso dire altrettanto della ending invece, “Odore! Kyūkyoku tetsugaku” di Sumire Uesaku, non tanto perché sia brutta ma perché è obiettivamente difficile da apprezzare visto che l’anime non ha un video apposito di chiusura ma la fa scorrere sul finire dell’episodio mentre la scena è ancora in corso e chi guarda si concentra ovviamente su ciò che sta succedendo, una scelta discutibile ma a ben vedere necessaria per evitare che la serie occupasse ancora meno tempo dei già ristretti dodici minuti circa scelti come durata di un singolo episodio, una decisione presa dai produttori dell’anime che ho trovato decisamente vincente perché racchiude la comicità demenziale di ‘Aho Girl’ in un tempo ideale per apprezzarla e, allo stesso tempo, evitare che possa stancare alla lunga data la reiterazione di alcune gag.
Impossibile chiudere questa recensione con un giudizio negativo da parte mia quindi, personalmente ho conosciuto questa serie come manga all’inizio per cui ero già consapevole di cosa mi attendesse quando ho cominciato a vedere l’anime e non sono rimasto deluso, 'Aho Girl' è una trasposizione ispirata, ben realizzata ma, soprattutto, tremendamente divertente, è una visione leggera e piacevole che può regalare davvero dieci minuti di allegria senza doppi fini né retro pensieri che posso consigliare a chiunque sia alla ricerca di una serie semplice da seguire anche a tempo perso; la durata ridotta e i contenuti essenziali la rendono un prodotto adatto ad ogni pubblico e che solo l’eccessiva esuberanza, che spesso si porta e supera i limiti del fastidioso, della protagonista può scoraggiare nel prosieguo della visione perché non si può apprezzare 'Aho' Girl se non si riesce a "sopportare" l’atteggiamento della sua protagonista. Fortunatamente ci sono riuscito dall’inizio senza problemi e confido che molti possano fare lo stesso.
Va da sé che era difficile aspettarsi un’analisi esistenzialista o chissà quale tema impegnato come argomento di questa serie e difatti non si sbaglia. 'Aho Girl' è una splendida commedia dell’ assurdo, non dico il trionfo ma un ottimo esempio di genere demenziale portato ad alti livelli capace di intrattenere e divertire costantemente per tutta la sua durata anche dopo che la conoscenza dei personaggi e la ripetitività delle situazioni potrebbero cominciare a stancare lo spettatore.
Della trama quindi è utile parlarne più o meno come lo sarebbe discutere della cottura di una fiorentina a un convegno vegano, tale "orpello" infatti non esiste: la forza e il fascino di ‘Aho Girl’ risiede tutta nei suoi personaggi e nelle loro pazze personalità, non c’è una storia che li fa muovere, maturare ed evolvere perché non serve, ogni episodio è una raccolta di scene singole slegate da loro fatte apposta per far esibire il personaggio del momento insieme all’ unico perno saldo della serie, l’ “idiota” protagonista! Tale epiteto, che in realtà ben si assocerebbe a quasi tutti i personaggi dell' anime, è riservato infatti a Yoshiko Hanabatake, studentessa quindicenne carina, spigliata, dal carattere solare con una caratteristica unica che la contraddistingue, un’enorme stupidità che l’accompagna da sempre e che la rende un’eterna bambina alla ricerca del divertimento e refrattaria a qualsiasi impegno serio come lo studio (dove ha il non invidiabile record di zero punti raccolti ad ogni verifica). Questa sua voglia matta di giocare e divertirsi la rende un’arma di distruzione di massa pronta a riversarsi sul malcapitato di turno, cioè uno dei tanti personaggi che gravitano attorno alla sua figura e che stabiliscono con lei un rapporto di amore-odio pronto a scatenare puntualmente gag a raffica a seconda dell’occasione. Col passare degli episodi questi personaggi diventano un numero considerevole e sarebbe inopportuno (oltre che troppo lungo) ricordarli tutti singolarmente con le loro caratteristiche, cito solo i quattro principali presentati quasi subito e che bene o male resteranno i capisaldi della serie fino alla fine tornando a fasi alterne: il primo è sicuramente Akuru Akutsu, detto Akkun, assimilabile quasi a un co-protagonista vista la sua importanza, è il vicino di casa e amico d’ infanzia di Yoshiko, persona completamente opposta alla ragazza e obiettivo principale delle sue attenzioni, sia negative che positive, che è letteralmente costretto a subire; subito dopo viene la migliore amica di entrambi, Sayaka Sumino, ragazza timida e pacifica che si trova sempre a disagio di fronte alla travolgente esuberanza di Yoshiko non avendo comunque la forza di volontà per opporsi ad essa; e in chiusura quelle che io ritengo le due schegge impazzite della serie pronte a sorprendere in ogni apparizione (nonché miei personaggi preferiti) che in quanto a idiozia hanno davvero pochissimo da invidiare alla protagonista: la madre di Yoshiko, Yoshie, che ogni volta rafforza la teoria guardando lei e la figlia di come la mela non caschi poi tanto lontano dall'albero, e la Presidentessa del comitato disciplinare (nome sconosciuto) che presentata come personaggio serio e ligio alle regole e alla morale finisce per trasformarsi in una pazza innamorata di Akkun pronta a fantasticare senza freni inibitori ogni volta che incontra il ragazzo, con un atteggiamento da stalker pervertita però che finisce irrimediabilmente per irritare e allontanare lo stesso Akkun.
Chiedo scusa per essermi prolungato nella mia descrizione di questi personaggi ma ritengo che sarebbe stato impossibile far concepire l’ atmosfera assurda che si vive durante un episodio di 'Aho Girl' senza citare minimamente i protagonisti che ne fanno parte, anche perché questi sono solo un esempio per rendere l’idea di cosa ci si debba aspettare, e fermo restando che sono convinto che la realtà delle cose supererà la fantasia in questo caso.
Tecnicamente l’anime di ‘Aho Girl’ si attesta su un buon livello considerando che non è un titolo di punta del mercato giapponese. Realizzata dallo studio Diomedéa, con la regia di Shingo Tamaki, la serie gode di una grafica gradevole con colori forti e vivaci, le animazioni sono molto semplici e per la natura dell’opera funzionano abbastanza bene, il charachter design di Masakazu Ishikawa infine ricalca molto fedelmente l’originale di Hiroyuki dando la sensazione a chi legge puntualmente il manga di trovarsi di fronte a un anime che conosce già da tempo nonostante sia una produzione recentissima. Dal punto di vista del sonoro neanche ci si può lamentare, certo la colonna sonora è abbastanza anonima considerando che il genere non richiede un importante supporto audio ma il doppiaggio originale giapponese è semplicemente perfetto, ogni voce si amalgama col personaggio di turno in maniera impeccabile con una menzione particolare alla splendida Aoi Yuki che quest’anno ho avuto il piacere di ascoltare su tanti personaggi completamente diversi con risultati sempre notevoli e che con la sua interpretazione rende alla perfezione l’idea dell’ infinita stupidità della protagonista. Azzeccatissima per la serie poi è anche l’opening, “Zenryoku Summer!” di Angela, col suo ritmo stralunato, un’ interpretazione vocale che cambia ripetutamente tonalità e un video, molto semplice, sempre diverso in ogni episodio che funge praticamente da sketch di apertura per l’episodio stesso, un connubio che ti assorbe immediatamente nella realtà della serie mettendoti istintivamente di buonumore! Non posso dire altrettanto della ending invece, “Odore! Kyūkyoku tetsugaku” di Sumire Uesaku, non tanto perché sia brutta ma perché è obiettivamente difficile da apprezzare visto che l’anime non ha un video apposito di chiusura ma la fa scorrere sul finire dell’episodio mentre la scena è ancora in corso e chi guarda si concentra ovviamente su ciò che sta succedendo, una scelta discutibile ma a ben vedere necessaria per evitare che la serie occupasse ancora meno tempo dei già ristretti dodici minuti circa scelti come durata di un singolo episodio, una decisione presa dai produttori dell’anime che ho trovato decisamente vincente perché racchiude la comicità demenziale di ‘Aho Girl’ in un tempo ideale per apprezzarla e, allo stesso tempo, evitare che possa stancare alla lunga data la reiterazione di alcune gag.
Impossibile chiudere questa recensione con un giudizio negativo da parte mia quindi, personalmente ho conosciuto questa serie come manga all’inizio per cui ero già consapevole di cosa mi attendesse quando ho cominciato a vedere l’anime e non sono rimasto deluso, 'Aho Girl' è una trasposizione ispirata, ben realizzata ma, soprattutto, tremendamente divertente, è una visione leggera e piacevole che può regalare davvero dieci minuti di allegria senza doppi fini né retro pensieri che posso consigliare a chiunque sia alla ricerca di una serie semplice da seguire anche a tempo perso; la durata ridotta e i contenuti essenziali la rendono un prodotto adatto ad ogni pubblico e che solo l’eccessiva esuberanza, che spesso si porta e supera i limiti del fastidioso, della protagonista può scoraggiare nel prosieguo della visione perché non si può apprezzare 'Aho' Girl se non si riesce a "sopportare" l’atteggiamento della sua protagonista. Fortunatamente ci sono riuscito dall’inizio senza problemi e confido che molti possano fare lo stesso.
Dare un giudizio attendibile su anime quando questo giudizio è con tutta evidenza influenzato dai propri gusti personali non è facile, specie se la proprie preferenze non depongono a favore dell'anime in questione. Per cui, prima di cominciare a scrivere questa recensione, credo sia opportuno avvertire il lettore che, pur cercando di mantenere una certa imparzialità, è molto probabile che molte delle cose che dirò e la valutazione complessiva rispecchieranno solo ed esclusivamente il mio grado di gradimento dell'opera. So bene che parlare di analisi “oggettiva” è sempre impossibile: non stiamo calcolando l'area di un quadrato, quando si tratta di opere di fantasia una verità assoluta non esiste quasi mai. A rigor di logica, quindi, questa premessa era evitabile; ma in questo caso ho creduto fosse comunque necessario farla perché io stesso sono consapevole del fatto che molte delle cose che non mi sono piaciute rappresentano una qualità e non un difetto per l'anime in questione.
Ma bando alle ciance e passiamo al racconto di questo anime.
“Aho-Girl” è una commedia demenziale che racconta la vita quotidiana di Yoshiko, una ragazza a cui la natura ha regalato l'energia e la vivacità ma non l'intelligenza. Avere a che fare con Yoshiko è come camminare di fianco ad un uragano armato di banane: non importa quanto la “vittima” di turno cercherà di opporsi, finirà comunque per essere coinvolto nelle sue stravaganti follie. La vittima principale dell'uragano Yashiko è Akkun, un suo amico d'infanzia. In particolare, il ragazzo è il suo esatto opposto: intelligente, studioso ed asociale. Il rapporto che si crea tra i due può essere definito come un'amicizia “conflittuale”: lui è spesso infastidito dalla sua presenza e non manca di essere violento quando le sue “peripezie” finiscono per rovinare la sua marziale tranquillità.
La serie è composta da dodici episodi della durata di dieci minuti circa, per cui non ruberà molto tempo a chi decidesse di guardarlo. Una trama lineare non c'è, così come non c'è un finale da aspettare: ci sono, invece, tante situazioni con tanti personaggi diversi in cui la protagonista si esibisce nei suoi show e che corrono su binari quasi paralleli, nel senso che ci sono degli incroci ogni tanto ma non hanno grande rilevanza.
Il punto cardine della serie sta nella sua idea di comicità, fatta di velocità e demenzialità. Ed è qui che nasce il mio problema di compatibilità: amo le storie comico-demenziali ed amo lo slice of life; quello che proprio non riesce a divertirmi è quel tipo di comicità che si basa su ritmi ultra-veloci. In questo caso credo che una sua ragione d'essere ce l'abbia, dato che in questo modo si amplifica l'effetto stupidità di Yashiko e si finisce pure per valorizzare meglio Akkun che ha tempi comici più lenti (e non a caso è il personaggio che mi è piaciuto di più tra i tanti proposti). Però, quando si tratta di gusti personali la logica non sempre riesce a compensare; una cosa piace o non piace e a me questo tipo di comicità non piace molto. Sia chiaro, l'anime contiene una serie di idee davvero pregevoli e che non hanno mancato di divertire anche me; ma proporre questa impostazione per dodici episodi... Beh, io l'ho trovato un po' pesante da digerire.
Un elemento che, invece, ho trovato piuttosto interessante è quello relativo alla stupidità dei personaggi. Siamo davvero sicuri che Yoshiko rappresenti sempre un esempio da non seguire? Se guardiamo la cosa da un punto di vista etico/occidentale a me sembra che abbia più sale in zucca di quanto sembri. Se dovessi scegliere fra una pazzoide mangiatrice di banane e dei ragazzini di cinque anni che pensano alla scuola a cui iscriversi da grandi, ad impegnarsi per ottenere un lavoro di prestigio o addirittura preoccuparsi che in futuro dovranno “mantenere” qualche scansafatiche... Beh, io mi piglio la mattoide. Ora, non so dire con certezza se questa sensazione di fastidio fosse un effetto voluto; ma dato che non si tratta dell'unico caso in cui si finisce per pensare che sia Yoshiko la più assennata del gruppo credo che non possa essere considerato come un elemento di critica sociale involontario buttato lì a caso.
In definitiva, devo dire che “Aho-Girl” è un anime che ha suscitato in me sentimenti contrastanti. Dopo il primo episodio avrei voluto dropparlo, verso la metà ero molto soddisfatto di quello che stavo vedendo, mentre gli ultimi episodi li ho terminati con grande fatica. Alla fine, credo che gli assegnerò una semplice sufficienza; ma credo proprio che piacerà a molti, per cui non lasciatevi scoraggiare e dategli un'occhiata.
Ma bando alle ciance e passiamo al racconto di questo anime.
“Aho-Girl” è una commedia demenziale che racconta la vita quotidiana di Yoshiko, una ragazza a cui la natura ha regalato l'energia e la vivacità ma non l'intelligenza. Avere a che fare con Yoshiko è come camminare di fianco ad un uragano armato di banane: non importa quanto la “vittima” di turno cercherà di opporsi, finirà comunque per essere coinvolto nelle sue stravaganti follie. La vittima principale dell'uragano Yashiko è Akkun, un suo amico d'infanzia. In particolare, il ragazzo è il suo esatto opposto: intelligente, studioso ed asociale. Il rapporto che si crea tra i due può essere definito come un'amicizia “conflittuale”: lui è spesso infastidito dalla sua presenza e non manca di essere violento quando le sue “peripezie” finiscono per rovinare la sua marziale tranquillità.
La serie è composta da dodici episodi della durata di dieci minuti circa, per cui non ruberà molto tempo a chi decidesse di guardarlo. Una trama lineare non c'è, così come non c'è un finale da aspettare: ci sono, invece, tante situazioni con tanti personaggi diversi in cui la protagonista si esibisce nei suoi show e che corrono su binari quasi paralleli, nel senso che ci sono degli incroci ogni tanto ma non hanno grande rilevanza.
Il punto cardine della serie sta nella sua idea di comicità, fatta di velocità e demenzialità. Ed è qui che nasce il mio problema di compatibilità: amo le storie comico-demenziali ed amo lo slice of life; quello che proprio non riesce a divertirmi è quel tipo di comicità che si basa su ritmi ultra-veloci. In questo caso credo che una sua ragione d'essere ce l'abbia, dato che in questo modo si amplifica l'effetto stupidità di Yashiko e si finisce pure per valorizzare meglio Akkun che ha tempi comici più lenti (e non a caso è il personaggio che mi è piaciuto di più tra i tanti proposti). Però, quando si tratta di gusti personali la logica non sempre riesce a compensare; una cosa piace o non piace e a me questo tipo di comicità non piace molto. Sia chiaro, l'anime contiene una serie di idee davvero pregevoli e che non hanno mancato di divertire anche me; ma proporre questa impostazione per dodici episodi... Beh, io l'ho trovato un po' pesante da digerire.
Un elemento che, invece, ho trovato piuttosto interessante è quello relativo alla stupidità dei personaggi. Siamo davvero sicuri che Yoshiko rappresenti sempre un esempio da non seguire? Se guardiamo la cosa da un punto di vista etico/occidentale a me sembra che abbia più sale in zucca di quanto sembri. Se dovessi scegliere fra una pazzoide mangiatrice di banane e dei ragazzini di cinque anni che pensano alla scuola a cui iscriversi da grandi, ad impegnarsi per ottenere un lavoro di prestigio o addirittura preoccuparsi che in futuro dovranno “mantenere” qualche scansafatiche... Beh, io mi piglio la mattoide. Ora, non so dire con certezza se questa sensazione di fastidio fosse un effetto voluto; ma dato che non si tratta dell'unico caso in cui si finisce per pensare che sia Yoshiko la più assennata del gruppo credo che non possa essere considerato come un elemento di critica sociale involontario buttato lì a caso.
In definitiva, devo dire che “Aho-Girl” è un anime che ha suscitato in me sentimenti contrastanti. Dopo il primo episodio avrei voluto dropparlo, verso la metà ero molto soddisfatto di quello che stavo vedendo, mentre gli ultimi episodi li ho terminati con grande fatica. Alla fine, credo che gli assegnerò una semplice sufficienza; ma credo proprio che piacerà a molti, per cui non lasciatevi scoraggiare e dategli un'occhiata.