Muramasa
In Giappone il nome Muramasa rimanda a una famosa scuola di forgiatori su cui nel periodo Tokugawa si crearono numerose leggende: il divieto emesso da Tokugawa Ieyasu di portarle alimentò le dicerie che le volevano tanto "assetate di sangue" da costringere chi le estraeva dal fodero a bagnarle nel sangue umano prima di poterle mettere via.
Questo il contesto culturale che fa da sfondo a questo corto della durata di circa otto minuti di Osamu Tezuka, datato 1987, e che è assolutamente necessario riportare per renderne fruibile, o perlomeno comprensibile, la visione (poiché nulla di ciò verrebbe altrimenti detto allo spettatore -avrei apprezzato che ne so, un breve monologo finale a modo di morale o qualcosa del genere).
L'opera è caratterizzata dallo sperimentalismo. Ora, se si dovesse decretare una sola persona a cui perdonare ogni sperimentalismo in ambito di anime, penso che sarebbe proprio Tezuka. Ad ogni modo, secondo me qui si esagera: passi l'assenza di dialoghi (che ci può stare, del resto anche il cinema muto ha partorito dei capolavori), però in generale, nonostante la brevità della pellicola, la sensazione prevalente durante la visione è la noia. E a nulla vale il virtuosismo del chiudere il cerchio della narrazione riportando la situazione ad uno status quo in tutto e per tutto analogo a quello iniziale. Finisce col passare inosservato. La fine è ben accolta giusto perché è appunto la conclusione.
Le animazioni sono essenziali, e fin qui potrebbe andar bene, se non fosse che in certi istanti lo sono talmente tanto che anche qualcosa di "essenziale" finisce col mancare, a mio avviso. A questo si aggiunga una certa ripetitività che ti fa capire da subito dove si andrà a parare e nonostante ciò si prosegue come se ciò non avvenisse.
Ora, posso capire il messaggio anti-militarista e il desiderio di mostrare l'insensatezza della violenza, però si poteva fare in maniera diversa. Lungi da me dire che io l'avrei fatto meglio (e ci mancherebbe, non sono un regista), però mi arrogo tutto il diritto di dire che non mi è piaciuto.
Se proprio volete andare a vedervi qualcosa di Tezuka, sappiate che c'è l'imbarazzo della scelta, e questo corto non credo che si possa considerare rappresentativo. Ad ogni modo, se ci tenete guardatelo pure, in ogni caso non saranno otto minuti a cambiarvi la giornata. Se ne perde tanto di tempo al giorno d'oggi...
Il mio voto complessivo è un 4. Non penso che lo riguarderò altre volte.
Questo il contesto culturale che fa da sfondo a questo corto della durata di circa otto minuti di Osamu Tezuka, datato 1987, e che è assolutamente necessario riportare per renderne fruibile, o perlomeno comprensibile, la visione (poiché nulla di ciò verrebbe altrimenti detto allo spettatore -avrei apprezzato che ne so, un breve monologo finale a modo di morale o qualcosa del genere).
L'opera è caratterizzata dallo sperimentalismo. Ora, se si dovesse decretare una sola persona a cui perdonare ogni sperimentalismo in ambito di anime, penso che sarebbe proprio Tezuka. Ad ogni modo, secondo me qui si esagera: passi l'assenza di dialoghi (che ci può stare, del resto anche il cinema muto ha partorito dei capolavori), però in generale, nonostante la brevità della pellicola, la sensazione prevalente durante la visione è la noia. E a nulla vale il virtuosismo del chiudere il cerchio della narrazione riportando la situazione ad uno status quo in tutto e per tutto analogo a quello iniziale. Finisce col passare inosservato. La fine è ben accolta giusto perché è appunto la conclusione.
Le animazioni sono essenziali, e fin qui potrebbe andar bene, se non fosse che in certi istanti lo sono talmente tanto che anche qualcosa di "essenziale" finisce col mancare, a mio avviso. A questo si aggiunga una certa ripetitività che ti fa capire da subito dove si andrà a parare e nonostante ciò si prosegue come se ciò non avvenisse.
Ora, posso capire il messaggio anti-militarista e il desiderio di mostrare l'insensatezza della violenza, però si poteva fare in maniera diversa. Lungi da me dire che io l'avrei fatto meglio (e ci mancherebbe, non sono un regista), però mi arrogo tutto il diritto di dire che non mi è piaciuto.
Se proprio volete andare a vedervi qualcosa di Tezuka, sappiate che c'è l'imbarazzo della scelta, e questo corto non credo che si possa considerare rappresentativo. Ad ogni modo, se ci tenete guardatelo pure, in ogni caso non saranno otto minuti a cambiarvi la giornata. Se ne perde tanto di tempo al giorno d'oggi...
Il mio voto complessivo è un 4. Non penso che lo riguarderò altre volte.
Breve corto di otto minuti diretto dal maestro Osamu Tezuka, Muramasa è il nome di un famoso fabbro vissuto realmente, e con questo nome vengono indicate tutte le spade da lui create.
Tale nome è sicuramente molto evocativo, ed è stato usato in moltissime altre opere, manga e anime, che hanno al loro interno personaggi con lo stesso nome, o più semplicemente le spade. In questo caso, il nome sta a indicare una spada, che un samurai senza nome raccoglie dopo averla trovata conficcata in un fantoccio di paglia. La spada si rivela essere maledetta, condannando il possessore a perdere la propria umanità.
Il corto è poco animato: si tratta più che altro d’immagini fisse che scorrono, e solo in pochi casi ci sono delle piccole animazioni.
I disegni sono buoni, per via della staticità del corto, ogni scena è quasi un piccolo quadro.
Non c’è parlato, ma solo una colonna sonora con una melodia dell’epoca in cui la storia è ambientata, molto evocativa, ma davvero noiosa e insopportabile per chi non è avvezzo al genere.
La breve durata e il nome del regista sono motivi più che validi per una visione dell'opera.
Tale nome è sicuramente molto evocativo, ed è stato usato in moltissime altre opere, manga e anime, che hanno al loro interno personaggi con lo stesso nome, o più semplicemente le spade. In questo caso, il nome sta a indicare una spada, che un samurai senza nome raccoglie dopo averla trovata conficcata in un fantoccio di paglia. La spada si rivela essere maledetta, condannando il possessore a perdere la propria umanità.
Il corto è poco animato: si tratta più che altro d’immagini fisse che scorrono, e solo in pochi casi ci sono delle piccole animazioni.
I disegni sono buoni, per via della staticità del corto, ogni scena è quasi un piccolo quadro.
Non c’è parlato, ma solo una colonna sonora con una melodia dell’epoca in cui la storia è ambientata, molto evocativa, ma davvero noiosa e insopportabile per chi non è avvezzo al genere.
La breve durata e il nome del regista sono motivi più che validi per una visione dell'opera.
Muramasa Sengu fu un eccellente fabbro vissuto nel periodo Muromachi (XVI secolo). Si diceva di lui che fosse violento e psicopatico e una leggenda narra che tale pazzia e sete di sangue venisse in qualche modo trasmessa alle lame da lui prodotte e che chi le impugnasse sarebbe diventato in qualche modo succube di esse. Si dice addirittura che una spada Muramasa, una volta estratta, richiedesse obbligatoriamente d'esser bagnata con il sangue prima di venire riposta, anche arrivando al punto di costringere il proprio possessore a ferirsi o a suicidarsi. Tali leggende portarono alla creazione di numerose opere teatrali nonché di altri lavori come per l'appunto questo cortometraggio di 8 minuti realizzato da Tezuka Osamu.
Questa è un'interessante premessa per spiegare cosa ruota intorno al nome "Muramasa" ed è un eccellente preambolo per immergersi al meglio nelle atmosfere di questo cortometraggio.
Con tali presupposti era facile immaginarsi di vedere realizzato qualcosa di molto valido, persino una bella serie animata non sarebbe stata affatto una cattiva idea. Invece questo cortometraggio riesce nell'incredibile impresa di rendere noiosa tale affascinante leggenda. Mi aspettavo molto di più da quest'opera.
Graficamente Muramasa si rivela alquanto altalenante intervallando disegni di un certo livello a tratti grezzi e poco curati. Le animazioni sono ridotte all'osso e la musica risulta essere alquanto fastidiosa tramutandosi in seguito in una lagna quasi insopportabile.
Questa è un'interessante premessa per spiegare cosa ruota intorno al nome "Muramasa" ed è un eccellente preambolo per immergersi al meglio nelle atmosfere di questo cortometraggio.
Con tali presupposti era facile immaginarsi di vedere realizzato qualcosa di molto valido, persino una bella serie animata non sarebbe stata affatto una cattiva idea. Invece questo cortometraggio riesce nell'incredibile impresa di rendere noiosa tale affascinante leggenda. Mi aspettavo molto di più da quest'opera.
Graficamente Muramasa si rivela alquanto altalenante intervallando disegni di un certo livello a tratti grezzi e poco curati. Le animazioni sono ridotte all'osso e la musica risulta essere alquanto fastidiosa tramutandosi in seguito in una lagna quasi insopportabile.
Muramasa è un corto di 8 minuti del 1987, firmato Osamu Tezuka.
Il corto non è propriamente "animato", più semplicemente sembra di assistere a delle immagini messe in serie, delle diapositive accompagnate da una colonna sonora che io reputo una delle protagoniste del corto, in quanto insieme ai colori e alle immagini riesce a immergere ulteriormente lo spettatore nella visione.
La storia è semplice, il regista riesce a condensarla in 8 minuti con efficacia e crea anche un finale con effetto "loop", che dà una maggiore spinta stilistica all'opera.
In molti hanno visto una morale in Muramasa, un messaggio. Io ci vedo la storia di un uomo che si fa sopraffare da un potere superiore e maligno, e ritengo che ognuno debba trovare un suo personale messaggio nell'opera. In conclusione, do come voto 7,5, in quanto ciò che l'opera perde sul versante tecnico lo guadagna su quello artistico; la visione è consigliata anche per via della sua breve durata.
Il corto non è propriamente "animato", più semplicemente sembra di assistere a delle immagini messe in serie, delle diapositive accompagnate da una colonna sonora che io reputo una delle protagoniste del corto, in quanto insieme ai colori e alle immagini riesce a immergere ulteriormente lo spettatore nella visione.
La storia è semplice, il regista riesce a condensarla in 8 minuti con efficacia e crea anche un finale con effetto "loop", che dà una maggiore spinta stilistica all'opera.
In molti hanno visto una morale in Muramasa, un messaggio. Io ci vedo la storia di un uomo che si fa sopraffare da un potere superiore e maligno, e ritengo che ognuno debba trovare un suo personale messaggio nell'opera. In conclusione, do come voto 7,5, in quanto ciò che l'opera perde sul versante tecnico lo guadagna su quello artistico; la visione è consigliata anche per via della sua breve durata.
Il Maestro Tezuka ha realizzato non poche opere sperimentali nella sua lunga carriera. Muramasa è una di queste. Si tratta di un cortometraggio di 8 minuti senza dialoghi e con un'animazione ridotta al minimo, ma che comunque è in grado di raccontare molto bene la storia della spada maledetta Muramasa. La storia è scorrevole e si capisce abbastanza presto come andrà a finire; il messaggio è chiaro: disumanizzare le persone e considerarle alla stregua di fantocci di paglia porta a una brutta fine. È un tipico tema di Tezuka, che era notoriamente pacifista e molto critico nei confronti dei militari. La storia e le animazioni sarebbero da 7, ma alzo il voto complessivo a 8 perché trovo la colonna sonora stupenda e da sola tiene in piedi tutta l'opera.
Corto di 8 minuti di Osamu Tezuka del 1987, è la prima opera che vedo/leggo di questo grandissimo autore. Magari come primo approccio sarebbe stato meglio qualcosa più semplicistico e "normale", ma va bene così.
Questi 8 minuti si giocano tutti su una morale dei samurai, dei guerrieri che uccidono senza pietà e difficoltà tutti gli "obiettivi" che gli si pongono dinnanzi, che assassinando appunto come fantocci gli avversari, tendono a diventare anch'essi dei fantocci.
Purtroppo questa morale ci viene rivelata all'inizio, così gli sviluppi della vicenda non portano alcuna sorpresa o coinvolgimento particolare. L'intera storia sarebbe stata molto più evocativa se la morale fosse stata annunciata alla fine, o meglio ancora se non fosse stata annunciata affatto.
I disegni sono abbastanza grezzi, le animazioni sono molto rade: si susseguono più che altro immagini l'una dopo l'altra, raramente assisteremo a delle vere e proprie figure in movimento. Colonna sonora adatta, intrinseca.
Tutto sommato è discreto, dategli un'occhiata, ma resta la frustrazione di un'occasione mancata; Maestri come Mamoru Oshii ad esempio avrebbero centrato meglio il bersaglio.
Questi 8 minuti si giocano tutti su una morale dei samurai, dei guerrieri che uccidono senza pietà e difficoltà tutti gli "obiettivi" che gli si pongono dinnanzi, che assassinando appunto come fantocci gli avversari, tendono a diventare anch'essi dei fantocci.
Purtroppo questa morale ci viene rivelata all'inizio, così gli sviluppi della vicenda non portano alcuna sorpresa o coinvolgimento particolare. L'intera storia sarebbe stata molto più evocativa se la morale fosse stata annunciata alla fine, o meglio ancora se non fosse stata annunciata affatto.
I disegni sono abbastanza grezzi, le animazioni sono molto rade: si susseguono più che altro immagini l'una dopo l'altra, raramente assisteremo a delle vere e proprie figure in movimento. Colonna sonora adatta, intrinseca.
Tutto sommato è discreto, dategli un'occhiata, ma resta la frustrazione di un'occasione mancata; Maestri come Mamoru Oshii ad esempio avrebbero centrato meglio il bersaglio.