Project A-ko
Titolo molto divertente, "Project A-ko" appartiene a quella categoria di opere che si concentrano su un determinato obbiettivo e lo raggiungono appieno, ma proprio per questo non bisogna chieder loro altro.
L'elemento principale è il mix di azione e comicità demenziale, davvero molto riuscito: la trama principale, infatti, è solo un pretesto per mettere in scena delle sequenze di combattimento distruttivo costruite molto bene e dove sono inserite belle e robuste dosi di umorismo folle (diverse volte ho riso parecchio), il tutto convogliato in un crescendo volutamente sempre più esagerato, che mantiene in maniera costante l'attenzione fino al finale simil-apocalittico per la povera Graviton City.
Oltre alla storia, in questo OAV anche tutto il resto è finalizzato al suddetto mix, partendo da una sotto-trama riguardante degli alieni che si presenta all'inizio come abbastanza seria (con un prologo piuttosto misterioso e la presenza di molti morti provocati dagli alieni), salvo poi svelarsi come l'ennesimo pretesto per mettere in scena distruzioni sempre più grandi, fino alla follia di molti personaggi. In particolare, B-ko e la sua ossessione crescente di sconfiggere A-ko e conquistare l'amicizia di C-ko.
Detto questo, si capisce che ogni altro possibile sviluppo narrativo non interessava alla produzione: storia semplice e schematica, personaggi principali che hanno una sola caratteristica caratteriale, addirittura non hanno veri nomi (in Giappone, A-ko, B-ko e C-ko sono sigle usate nelle sceneggiature per indicare figure femminili generiche), perché il loro scopo è soltanto quello di agire per far andare avanti la narrazione, e sono circondati da comprimari che servono giusto per mettere in scena del citazionismo parodico (l'insegnante di scuola è Creamy Mami, e tra le scagnozze di B-ko c'è una riuscita parodia di Kenshiro). Questo citazionismo è presente anche nelle scene ambientate nello spazio, tra riferimenti a "Macross" e a "Capitan Harlock", e ho trovato molto simpatico il rimando ai fumetti americani, che viene inserito per suggerire da dove arriva la potenza di A-ko.
Sul piano tecnico l'OAV si difende molto bene, con animazioni che ancora oggi risultano in generale fluide e accurate, con in più un tocco di fanservice (anche se il design dei personaggi può sembrare un po’ antiquato), mentre le musiche non mi sono parse nulle di particolare.
Se dunque cercate un prodotto che offra sano e folle divertimento (e solo quello), "Project A-Ko" fa allora al vostro caso.
L'elemento principale è il mix di azione e comicità demenziale, davvero molto riuscito: la trama principale, infatti, è solo un pretesto per mettere in scena delle sequenze di combattimento distruttivo costruite molto bene e dove sono inserite belle e robuste dosi di umorismo folle (diverse volte ho riso parecchio), il tutto convogliato in un crescendo volutamente sempre più esagerato, che mantiene in maniera costante l'attenzione fino al finale simil-apocalittico per la povera Graviton City.
Oltre alla storia, in questo OAV anche tutto il resto è finalizzato al suddetto mix, partendo da una sotto-trama riguardante degli alieni che si presenta all'inizio come abbastanza seria (con un prologo piuttosto misterioso e la presenza di molti morti provocati dagli alieni), salvo poi svelarsi come l'ennesimo pretesto per mettere in scena distruzioni sempre più grandi, fino alla follia di molti personaggi. In particolare, B-ko e la sua ossessione crescente di sconfiggere A-ko e conquistare l'amicizia di C-ko.
Detto questo, si capisce che ogni altro possibile sviluppo narrativo non interessava alla produzione: storia semplice e schematica, personaggi principali che hanno una sola caratteristica caratteriale, addirittura non hanno veri nomi (in Giappone, A-ko, B-ko e C-ko sono sigle usate nelle sceneggiature per indicare figure femminili generiche), perché il loro scopo è soltanto quello di agire per far andare avanti la narrazione, e sono circondati da comprimari che servono giusto per mettere in scena del citazionismo parodico (l'insegnante di scuola è Creamy Mami, e tra le scagnozze di B-ko c'è una riuscita parodia di Kenshiro). Questo citazionismo è presente anche nelle scene ambientate nello spazio, tra riferimenti a "Macross" e a "Capitan Harlock", e ho trovato molto simpatico il rimando ai fumetti americani, che viene inserito per suggerire da dove arriva la potenza di A-ko.
Sul piano tecnico l'OAV si difende molto bene, con animazioni che ancora oggi risultano in generale fluide e accurate, con in più un tocco di fanservice (anche se il design dei personaggi può sembrare un po’ antiquato), mentre le musiche non mi sono parse nulle di particolare.
Se dunque cercate un prodotto che offra sano e folle divertimento (e solo quello), "Project A-Ko" fa allora al vostro caso.
"Project A-ko" è un lungometraggio leggendario in Giappone e, in misura minore, negli Stati Uniti. In Italia invece arrivò solo in VHS, e gli OAV successivi non furono mai pubblicati. La genesi di questo film è altrettanto leggendaria, ci vorrebbe troppo tempo per spiegarla per filo e per segno, basti sapere che un gruppo di giovani e ambiziosi animatori ricevette carta bianca e un budget sostanzioso per creare praticamente uno degli anime più demenziali mai visti sul grande schermo. E non si trattava certo di un film di Lamù o di altri personaggi molto popolari. Anzi, le protagoniste sono delle complete sconosciute, che non hanno nemmeno un nome (si chiamano infatti ragazza A, B e C).
Per quale motivo questo film divenne un successo inaspettato? In primo luogo grazie alla sua follia, alla sua demenza, alle dozzine e dozzine di citazioni da serie come "Macross", "Captain Harlock", perfino "Ken il Guerriero" e "Creamy Mami"! E in secondo luogo perché era un film folle appunto e divertente, con un sacco di azione per giunta. La trama in una produzione simile esiste solo per dare coesione alle varie scene, non è importante cosa succeda, ma che succeda qualcosa. Qualcuno potrebbe dire che una formula del genere può stancare in fretta, e infatti i sequel sono molto meno riusciti di questo film, che però riesce a divertire quasi quarant'anni dopo la sua uscita nelle sale nipponiche. Il regista di questa pellicola tornò appena per realizzare lo spin-off di "Project A-ko" nel 1990, quando la "febbre" riguardante la serie si era ormai sopita in Giappone; in seguito realizzò opere come "Aika" e "Najica Blitz Tactics", opere famose per il loro fan-service soprattutto (presente anche in "Project A-ko" ovviamente, anche se in misura minore), mentre il regista dei tre sequel lavorò a diverse opere famose, tra cui un film di Lamù, appunto.
Mentre negli States hanno pubblicato negli ultimi anni le versioni rimasterizzate in alta definizione in Bluray di questo film e degli OAV, in Italia siamo purtroppo fermi all'unica VHS edita dalla Polygram Video negli anni '90, il cui doppiaggio si riesce dunque ancora a trovare online, in genere accoppiato a un DVD-rip giapponese o americano, se non si possiede più un videoregistratore e la relativa videocassetta, ovviamente. Il doppiaggio non è malvagio, ma consiglio la versione originale giapponese.
Per quale motivo questo film divenne un successo inaspettato? In primo luogo grazie alla sua follia, alla sua demenza, alle dozzine e dozzine di citazioni da serie come "Macross", "Captain Harlock", perfino "Ken il Guerriero" e "Creamy Mami"! E in secondo luogo perché era un film folle appunto e divertente, con un sacco di azione per giunta. La trama in una produzione simile esiste solo per dare coesione alle varie scene, non è importante cosa succeda, ma che succeda qualcosa. Qualcuno potrebbe dire che una formula del genere può stancare in fretta, e infatti i sequel sono molto meno riusciti di questo film, che però riesce a divertire quasi quarant'anni dopo la sua uscita nelle sale nipponiche. Il regista di questa pellicola tornò appena per realizzare lo spin-off di "Project A-ko" nel 1990, quando la "febbre" riguardante la serie si era ormai sopita in Giappone; in seguito realizzò opere come "Aika" e "Najica Blitz Tactics", opere famose per il loro fan-service soprattutto (presente anche in "Project A-ko" ovviamente, anche se in misura minore), mentre il regista dei tre sequel lavorò a diverse opere famose, tra cui un film di Lamù, appunto.
Mentre negli States hanno pubblicato negli ultimi anni le versioni rimasterizzate in alta definizione in Bluray di questo film e degli OAV, in Italia siamo purtroppo fermi all'unica VHS edita dalla Polygram Video negli anni '90, il cui doppiaggio si riesce dunque ancora a trovare online, in genere accoppiato a un DVD-rip giapponese o americano, se non si possiede più un videoregistratore e la relativa videocassetta, ovviamente. Il doppiaggio non è malvagio, ma consiglio la versione originale giapponese.
Project A-ko è un film d'animazione del 1986 prodotto dalla Soeishinsha e distribuito in Italia dalla Polygram Video.
Il film è ambientato a Graviton City, una moderna e tecnologica città costruita nel cratere creatosi in seguito all'impatto di uno strano meteorite. Tra gli abitanti di questa città ci sono A-ko e C-ko, che durante i primi giorni nella loro nuova scuola fanno la conoscenza di B-ko, ragazza infatuata di C-ko che farà di tutto per farsela amica, anche ricorrendo a svariati mecha e a una super tuta. Nel frattempo A-ko e C-ko sono sotto il mirino di una razza aliena che è alla ricerca della loro scomparsa principessa.
La storia di Project A-ko è particolare, infatti questo film nasce inizialmente come episodio della più nota serie hentai Cream Lemon, seppure poi i produttori cambiarono idea per adattare l'opera a un pubblico più ampio. Ciò si nota principalmente in una scena, in cui B-ko fa il bagno nuda nella piscina della sua villa pensando a C-ko con un'ammirazione quasi saffica; oppure ancora in qualche scena ecchi, come l'inizio in cui si può vedere la protagonista in topless, tant'è che la VHS distribuita dalla Polygram era vietata ai minori di quattordici anni. Project A-ko (il cui titolo è una citazione del film di Jackie Chan Project A) non è adatto a chi cerca qualcosa di serio o una trama solida, ma piuttosto a chi cerca un film leggero, retrò, non-sense e parodistico (tra le varie citazioni le più palesi sono Ken il guerriero e Capitan Harlock).
Tecnicamente, Project A-ko dimostra gli anni che ha, ma se la cava alla grande, mentre per l'OST nulla da fare, in quanto è invecchiata davvero male. Il doppiaggio italiano poi è davvero fiacco e in più di un'occasione stona davvero molto, in quanto si nota una differenza tra visto e sentito davvero strana, con riferimento in particolare alla presentazione di C-ko al primo giorno di scuola. Project A-ko si fa vedere ma non lascia il segno, per via dello svolgimento ripetitivo (escluso il finale che è una tamarrata piacevole nella sua pazza coerenza), dell'umorismo slapstick e in quanto è diretto principalmente a un pubblico di otaku cresciuto ad anime anni '80; a dispetto della sua relativamente scarsa fama, questo film può vantare ben quattro sequel. A chi ritiene Kill La Kill un'opera fresca e originale consiglio questo film, in quanto anticipa tutte le formule proposte dallo studio Trigger di ben quasi trent'anni. Inoltre A-ko, B-ko e C-ko hanno ispirato rispettivamente Ryuko, Satsuki e Mako.
Il film è ambientato a Graviton City, una moderna e tecnologica città costruita nel cratere creatosi in seguito all'impatto di uno strano meteorite. Tra gli abitanti di questa città ci sono A-ko e C-ko, che durante i primi giorni nella loro nuova scuola fanno la conoscenza di B-ko, ragazza infatuata di C-ko che farà di tutto per farsela amica, anche ricorrendo a svariati mecha e a una super tuta. Nel frattempo A-ko e C-ko sono sotto il mirino di una razza aliena che è alla ricerca della loro scomparsa principessa.
La storia di Project A-ko è particolare, infatti questo film nasce inizialmente come episodio della più nota serie hentai Cream Lemon, seppure poi i produttori cambiarono idea per adattare l'opera a un pubblico più ampio. Ciò si nota principalmente in una scena, in cui B-ko fa il bagno nuda nella piscina della sua villa pensando a C-ko con un'ammirazione quasi saffica; oppure ancora in qualche scena ecchi, come l'inizio in cui si può vedere la protagonista in topless, tant'è che la VHS distribuita dalla Polygram era vietata ai minori di quattordici anni. Project A-ko (il cui titolo è una citazione del film di Jackie Chan Project A) non è adatto a chi cerca qualcosa di serio o una trama solida, ma piuttosto a chi cerca un film leggero, retrò, non-sense e parodistico (tra le varie citazioni le più palesi sono Ken il guerriero e Capitan Harlock).
Tecnicamente, Project A-ko dimostra gli anni che ha, ma se la cava alla grande, mentre per l'OST nulla da fare, in quanto è invecchiata davvero male. Il doppiaggio italiano poi è davvero fiacco e in più di un'occasione stona davvero molto, in quanto si nota una differenza tra visto e sentito davvero strana, con riferimento in particolare alla presentazione di C-ko al primo giorno di scuola. Project A-ko si fa vedere ma non lascia il segno, per via dello svolgimento ripetitivo (escluso il finale che è una tamarrata piacevole nella sua pazza coerenza), dell'umorismo slapstick e in quanto è diretto principalmente a un pubblico di otaku cresciuto ad anime anni '80; a dispetto della sua relativamente scarsa fama, questo film può vantare ben quattro sequel. A chi ritiene Kill La Kill un'opera fresca e originale consiglio questo film, in quanto anticipa tutte le formule proposte dallo studio Trigger di ben quasi trent'anni. Inoltre A-ko, B-ko e C-ko hanno ispirato rispettivamente Ryuko, Satsuki e Mako.