Cybersix
"Tutti mentono - diceva Oscar Wilde - date loro una maschera e vi diranno la verita'."
"Cybersix", nome che lascia presupporre come prima di lei ci siano almeno altre cinque, e' una bellissima bruna dal vitino di vespa e dalle forme abbondanti. Preda e predatrice, nottetempo sottrae il sangue ai suoi "fratelli di provetta", come un vampiro: durante le ore diurne si fa credere un uomo, Adrian Seidelman, nella scuola dove insegna letteratura.
Qual è la maschera? L'unica sopravvissuta di un esperimento nazista del 1968 che ha portato a un piccolo Olocausto (4999 bambini morti)? Oppure il professore, che con le sue lezioni può permettersi di dire ciò che pensa, sia pure filtrato dai suoi scrittori preferiti (Pessoa, Mary Shelley, Borges)?
Una supereroina controvoglia, senza poteri se non una grande agilita' e la capacita' di riconoscere i nemici tra gli insospettabili, solo con uno sguardo.
Il periodico di Cybersix è, tra quelli che conosciamo, la cosa più simile a un manga: lunga durata, ma termine definitivo per non creare confusione, ampie vignette con minuziosi dettagli urbani che si alternano ai dialoghi e spesso li sostituiscono; figure al comando caricaturali e grottesche, protagonisti outsiders, così tanti e tali che il termine perde di significato... ma soprattutto, identità fluide, non etichettabili, sempre in movimento tra umano e tecnologico.
Il sesso non romanticizzato, l'uso del sarcasmo per parlare di nazismo, una protagonista che può sembrare gay, ma non lo è... non a tutti piacque Cybersix. E in effetti, oggi come allora si sviluppano due opposti fanatismi... A nulla vale ricordare che ne "Il grande dittatore" di Charlie Chaplin o dentro "Lady Oscar" di Ryoko ikeda furono contestate le stesse cose, eppure sono diventati dei classici.
La serie a cartoni animati prodotta in Canada appone dei tagli incredibili, riducendo tutto a 13 episodi, con numerose censure ingiustificate. Chi non conosce il fumetto avrà orrore di questa operazione di marketing.
L'unico punto a favore sono character design e animazione.
Un po' pochino...
Il fumetto originale ha Carlos Trillo alla sceneggiatura e Carlos Meglia ai disegni, in realtà affiancati da disegnatori che con un diverso stile realizzano sogni, fantasie e illusioni che la nostra eroina si trova ad affrontare. La serie a fumetti e' nata su Skorpio come storie brevi e proseguita come albi mensili. Consiglio di recuperare le vecchie edizioni, dato che la ristampa Coniglio non si e' mai conclusa e che gli albi Cosmo non contengono tutti gli episodi.
"Cybersix", nome che lascia presupporre come prima di lei ci siano almeno altre cinque, e' una bellissima bruna dal vitino di vespa e dalle forme abbondanti. Preda e predatrice, nottetempo sottrae il sangue ai suoi "fratelli di provetta", come un vampiro: durante le ore diurne si fa credere un uomo, Adrian Seidelman, nella scuola dove insegna letteratura.
Qual è la maschera? L'unica sopravvissuta di un esperimento nazista del 1968 che ha portato a un piccolo Olocausto (4999 bambini morti)? Oppure il professore, che con le sue lezioni può permettersi di dire ciò che pensa, sia pure filtrato dai suoi scrittori preferiti (Pessoa, Mary Shelley, Borges)?
Una supereroina controvoglia, senza poteri se non una grande agilita' e la capacita' di riconoscere i nemici tra gli insospettabili, solo con uno sguardo.
Il periodico di Cybersix è, tra quelli che conosciamo, la cosa più simile a un manga: lunga durata, ma termine definitivo per non creare confusione, ampie vignette con minuziosi dettagli urbani che si alternano ai dialoghi e spesso li sostituiscono; figure al comando caricaturali e grottesche, protagonisti outsiders, così tanti e tali che il termine perde di significato... ma soprattutto, identità fluide, non etichettabili, sempre in movimento tra umano e tecnologico.
Il sesso non romanticizzato, l'uso del sarcasmo per parlare di nazismo, una protagonista che può sembrare gay, ma non lo è... non a tutti piacque Cybersix. E in effetti, oggi come allora si sviluppano due opposti fanatismi... A nulla vale ricordare che ne "Il grande dittatore" di Charlie Chaplin o dentro "Lady Oscar" di Ryoko ikeda furono contestate le stesse cose, eppure sono diventati dei classici.
La serie a cartoni animati prodotta in Canada appone dei tagli incredibili, riducendo tutto a 13 episodi, con numerose censure ingiustificate. Chi non conosce il fumetto avrà orrore di questa operazione di marketing.
L'unico punto a favore sono character design e animazione.
Un po' pochino...
Il fumetto originale ha Carlos Trillo alla sceneggiatura e Carlos Meglia ai disegni, in realtà affiancati da disegnatori che con un diverso stile realizzano sogni, fantasie e illusioni che la nostra eroina si trova ad affrontare. La serie a fumetti e' nata su Skorpio come storie brevi e proseguita come albi mensili. Consiglio di recuperare le vecchie edizioni, dato che la ristampa Coniglio non si e' mai conclusa e che gli albi Cosmo non contengono tutti gli episodi.