Osama Game The Animation
In genere ogni opera, per quanto non eccelsa, ha qualcosa di apprezzabile. Magari, se non la sceneggiatura, i personaggi, la scenografia, l’idea di fondo o la musica. “Osama game” ha l’incontestato primato nel non aver azzeccato assolutamente niente.
Partiamo dalla trama. Probabilmente l’idea di fondo è quella di realizzare un survival game. Dico probabilmente, perché in ogni survival che si rispetti c’è una luce di speranza in fondo al tunnel. Qualcosa che spinga i partecipanti a non arrendersi e a ingegnarsi per venirne fuori. Qui c’è semplicemente un “re” che dà ordini assurdi privi di logica che non danno minimamente spazio a nessuna soluzione. Non c’è nessun ragionamento o strategia, a parte il classico "Dobbiamo collaborare e restare uniti!"
I personaggi sono forse la parte peggiore di questo anime. Normalmente, per quanto minimo, i personaggi meritano un qualche approfondimento, in modo che alla loro morte te ne importi quantomeno qualcosa. Qui, invece, siamo di fronte a una serie di morti insensate di personaggi di cui non ce ne frega niente, perché a malapena ne sappiamo il nome. E di quelli che vengono parzialmente approfonditi, invece, siamo felicissimi della loro morte, perché sono talmente insulsi, estremizzati e incoerenti, che è meglio si tolgano di mezzo quanto prima.
Anche la sceneggiatura non scherza. Si è scelto di far procedere in parallelo il precedente osama game a cui ha partecipato il protagonista e quello attuale. Il problema è che il precedente osama game, pur essendo un ricordo, occupa moltissimo spazio, dando la sensazione di vedere due serie diverse mischiate.
Le parti più assurde restano poi il finale (che, lungi da me ‘spoilerarvi’, mettiamo che siete così masochisti da guardarlo!?), insieme all’assurda spiegazione di cos’è l’osama game e al “ragionamento” che ha prodotto questa teoria.
Potrebbe quasi funzionare come parodia, ma fa parecchia acqua anche considerata così. O forse un horror, perché ammetto che il “To be continued” alla fine mi ha tolto il fiato (penso di essere restata qualche secondo in apnea con gli occhi sbarrati). Se volete avere un nuovo riferimento per identificare il livello “schifezza inguardabile”, coraggiosi fatevi avanti, altrimenti passate avanti, che è meglio.
Partiamo dalla trama. Probabilmente l’idea di fondo è quella di realizzare un survival game. Dico probabilmente, perché in ogni survival che si rispetti c’è una luce di speranza in fondo al tunnel. Qualcosa che spinga i partecipanti a non arrendersi e a ingegnarsi per venirne fuori. Qui c’è semplicemente un “re” che dà ordini assurdi privi di logica che non danno minimamente spazio a nessuna soluzione. Non c’è nessun ragionamento o strategia, a parte il classico "Dobbiamo collaborare e restare uniti!"
I personaggi sono forse la parte peggiore di questo anime. Normalmente, per quanto minimo, i personaggi meritano un qualche approfondimento, in modo che alla loro morte te ne importi quantomeno qualcosa. Qui, invece, siamo di fronte a una serie di morti insensate di personaggi di cui non ce ne frega niente, perché a malapena ne sappiamo il nome. E di quelli che vengono parzialmente approfonditi, invece, siamo felicissimi della loro morte, perché sono talmente insulsi, estremizzati e incoerenti, che è meglio si tolgano di mezzo quanto prima.
Anche la sceneggiatura non scherza. Si è scelto di far procedere in parallelo il precedente osama game a cui ha partecipato il protagonista e quello attuale. Il problema è che il precedente osama game, pur essendo un ricordo, occupa moltissimo spazio, dando la sensazione di vedere due serie diverse mischiate.
Le parti più assurde restano poi il finale (che, lungi da me ‘spoilerarvi’, mettiamo che siete così masochisti da guardarlo!?), insieme all’assurda spiegazione di cos’è l’osama game e al “ragionamento” che ha prodotto questa teoria.
Potrebbe quasi funzionare come parodia, ma fa parecchia acqua anche considerata così. O forse un horror, perché ammetto che il “To be continued” alla fine mi ha tolto il fiato (penso di essere restata qualche secondo in apnea con gli occhi sbarrati). Se volete avere un nuovo riferimento per identificare il livello “schifezza inguardabile”, coraggiosi fatevi avanti, altrimenti passate avanti, che è meglio.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Esistono fondamentalmente due tipi di survival game: quelli classici in cui un gruppo di partecipanti da un minimo di due a un massimo di qualche decina sono più o meno costretti a partecipare a una o più prove dove chi perde muore, e alla fine almeno una persona sopravvive e può tornare alla sua vecchia vita, o a una migliore, se c'era in palio qualcosa, dopodiché c'è "Ousama Game".
In "Ousama Game" le più basilari regole del survival game vengono mandate affan... cubo, trasformando la fondamentale regola "almeno uno deve avere la possibilità di sopravvivere" in "una volta morti tutti, l'ultimo rimasto può scegliere se morire oppure giocare a un altro survival game dopo qualche mese". Non ha alcun senso parlare di sopravvivenza, se tanto alla fine devono morire tutti!
In pratica, "Ousama Game" non è un vero survival game!
La migliore descrizione che si può fare del protagonista?
Nobuaki è un rimbambito che non riesce a salvare neanche un gattino, ma rimorchia come un cane alfa in calore. No, davvero, nel corso di tutto l'anime avrà sì e no promesso a una quindicina di persone che le avrebbe salvate, ma alla fine sono tutte quante morte. In compenso, però, il nostro eroe da discount, fa colpo su un'infinità di personaggi femminili! Si sono innamorati di lui: Chiemi, Nami, Riona, addirittura Natsuko, e forse anche Teruaki che è un uomo. Puntualmente, i personaggi, illuminati dalle sue parole, decidono di dare le loro vite per lui, e io mi chiedo: «Ma vale davvero la pena morire per questo povero idiota?»
Riflettiamoci su, il self-insert dell'autore fa sostanzialmente una cosa, quando non piange, ovvero un mucchio di discorsi banali per cui una caterva di personaggi pende dalle sue labbra, al punto che decidono di dare la loro vita per lui, anche se Nobuaki è contrariato - sapete, no, lui è l'eroe, inoltre è un magnete per ragazze, tanto che alla fine riesce ad attirare nel suo campo attrattivo pure la cattiva. Mi chiedo se il vero Nobuaki Kanazawa non abbia qualche megalomania tipo Adriano Celentano, ma non vorrei iniziare a insultare e fare diagnosi a persone reali, quindi torniamo all'anime.
In tutto questo il protagonista si ostina a portare avanti le sue tesi sull'unione, l'amicizia e la collaborazione, ma mi chiedo: «Quanto è sensato farli in un survival-game come "Ousama Game"?» "Ousama Game" è uno dei giochi da survival horror più letali e spietati mai comparsi nel mondo anime, e forse delle arti in generale; ha un tasso di letalità che si aggira attorno al 98%, e nello specifico cresce con il numero di partecipanti fino oltre il 99,99%, se arriva a inglobare un intero villaggio, ma non finisce qui, perché chi vince spesso ne esce così devastato psicologicamente, da non poter continuare a vivere normalmente. Vedi Nobuaki, che all'inizio dell'anime era depresso, vedi Natsuko, che è diventata una completa psicopatica, o suo padre che si è suicidato. In ogni caso, meglio lui che Natsuko!
Altro problema è il cast. Troppo, troppo, troppo vasto!
Si sta parlando di trentadue personaggi per il primo gioco in linea temporale e trentaquattro per il secondo. Arrivando a un totale di sessantacinque personaggi che non troveranno mai un vero sviluppo, visto che all'inizio fanno un bel massacrone, dove sopravvivono solo i personaggi principali e qualche macchietta sacrificabile da usare al momento opportuno per gli episodi successivi. Nuovi personaggi saltano fuori a cavolo, e tu non puoi fare a meno di chiederti: «Ma questo chi diavolo è? Mi sono perso qualcosa?» Purtroppo la risposta è no! Compaiono come se li conoscessi da una vita, fanno quello che devono per un episodio, poi muoiono e di loro non se ne riparlerà mai più! Pretendendo inoltre che tu empatizzi con loro; per esempio, nell'episodio di Nami, "Miss Tocco il Re" alla fine racconta di aver sempre amato Nobuaki, vorrebbe essere un momento tenero, ma non lo è. Non ho motivi per affezionarmi a lei, non conosco la sua storia, non l'ho mai vista prima e in più l'anime rincara la dose con un bel «Non dimenticherò mai i bei momenti trascorsi assieme!» Ma quali bei momenti, se l'unica occasione in cui abbiamo visto Nami è stato quando ha ordinato a sé stessa di toccare il Re, con le conseguenze di imporsi un ordine così stupido?
Il fine ultimo dei personaggi dovrebbe essere la loro sopravvivenza, ma sembrano non vedere l'ora di morire tra pessime decisioni, reazioni umane idiote e suicidi! Due volte il Re dà ordine di darsi un ordine, e come usano questa possibilità? Dandosi ordini assurdi e difficili da realizzare. Great Job!
La questione Natsuko: ma siamo seri? Possibile che lei ammette fin da subito e senza giri di parole di essere disposta a tutto pur di vincere, ma nessuno faccia mai nulla per neutralizzarla, addirittura si fanno rubare i cellulari? Addirittura la sua amica sceglie di mettersi in pericolo, per provare che è una brava persona? Davvero l'unico con un briciolo di intelligenza è stato il parrucchiere gay?
Un'altra cosa che rende i personaggi degli idioti totali è il fatto che a nessuno di loro venga mai in mente di chiamare aiuto o di dire la cosa a qualcuno lì vicino. Insomma, c'è un killer completamente privo di morale che li sta uccidendo tutti; possibile che nessuno fa nulla? Anzi, possibile che in una classe delle superiori inizino a morire tutti nei modi più atroci e grotteschi e nessuno di loro, dirigenti scolastici e servizi di pubblica sicurezza in primis, abbia anche solo pensato di domandarsi cosa diavolo stia succedendo? I servizi pubblici esistono solo per fare il minimo indispensabile, come trasportare, mentre il personale medico di un ospedale si vede arrivare due ragazzini con le ossa fratturate e non si prende nemmeno la briga di chieder loro come sia potuto accadere.
La cosa raggiunge l'apice negli ultimi episodi, quando i partecipanti al King's Game sembra siano gli unici esseri umani vivi sulla Terra; la maggior parte delle scene si svolgono all'aperto, ma non si vede nessuno, né una macchina che passa né uno che cammina di lì e li incontra per caso. Alla fine viene da chiedersi se il Re non stia facendo bene a eliminarli tutti, per liberare il mondo dalla loro stupidità.
Altro problema ancora è la timeline, la storia parte letteralmente dalla metà, per poi tornare all'inizio e spiegare tutto. Questa cosa non ha senso, e rovina la già debole narrazione, perché, facendo così, lo spettatore sa fin da subito che quelli del primo gioco sono tutti morti, e quindi non ha hype, sapendo già che tutto ciò che faranno e tutte le decisioni che prenderanno per i primi sei episodi si riveleranno fallimentari.
Esistono fondamentalmente due tipi di survival game: quelli classici in cui un gruppo di partecipanti da un minimo di due a un massimo di qualche decina sono più o meno costretti a partecipare a una o più prove dove chi perde muore, e alla fine almeno una persona sopravvive e può tornare alla sua vecchia vita, o a una migliore, se c'era in palio qualcosa, dopodiché c'è "Ousama Game".
In "Ousama Game" le più basilari regole del survival game vengono mandate affan... cubo, trasformando la fondamentale regola "almeno uno deve avere la possibilità di sopravvivere" in "una volta morti tutti, l'ultimo rimasto può scegliere se morire oppure giocare a un altro survival game dopo qualche mese". Non ha alcun senso parlare di sopravvivenza, se tanto alla fine devono morire tutti!
In pratica, "Ousama Game" non è un vero survival game!
La migliore descrizione che si può fare del protagonista?
Nobuaki è un rimbambito che non riesce a salvare neanche un gattino, ma rimorchia come un cane alfa in calore. No, davvero, nel corso di tutto l'anime avrà sì e no promesso a una quindicina di persone che le avrebbe salvate, ma alla fine sono tutte quante morte. In compenso, però, il nostro eroe da discount, fa colpo su un'infinità di personaggi femminili! Si sono innamorati di lui: Chiemi, Nami, Riona, addirittura Natsuko, e forse anche Teruaki che è un uomo. Puntualmente, i personaggi, illuminati dalle sue parole, decidono di dare le loro vite per lui, e io mi chiedo: «Ma vale davvero la pena morire per questo povero idiota?»
Riflettiamoci su, il self-insert dell'autore fa sostanzialmente una cosa, quando non piange, ovvero un mucchio di discorsi banali per cui una caterva di personaggi pende dalle sue labbra, al punto che decidono di dare la loro vita per lui, anche se Nobuaki è contrariato - sapete, no, lui è l'eroe, inoltre è un magnete per ragazze, tanto che alla fine riesce ad attirare nel suo campo attrattivo pure la cattiva. Mi chiedo se il vero Nobuaki Kanazawa non abbia qualche megalomania tipo Adriano Celentano, ma non vorrei iniziare a insultare e fare diagnosi a persone reali, quindi torniamo all'anime.
In tutto questo il protagonista si ostina a portare avanti le sue tesi sull'unione, l'amicizia e la collaborazione, ma mi chiedo: «Quanto è sensato farli in un survival-game come "Ousama Game"?» "Ousama Game" è uno dei giochi da survival horror più letali e spietati mai comparsi nel mondo anime, e forse delle arti in generale; ha un tasso di letalità che si aggira attorno al 98%, e nello specifico cresce con il numero di partecipanti fino oltre il 99,99%, se arriva a inglobare un intero villaggio, ma non finisce qui, perché chi vince spesso ne esce così devastato psicologicamente, da non poter continuare a vivere normalmente. Vedi Nobuaki, che all'inizio dell'anime era depresso, vedi Natsuko, che è diventata una completa psicopatica, o suo padre che si è suicidato. In ogni caso, meglio lui che Natsuko!
Altro problema è il cast. Troppo, troppo, troppo vasto!
Si sta parlando di trentadue personaggi per il primo gioco in linea temporale e trentaquattro per il secondo. Arrivando a un totale di sessantacinque personaggi che non troveranno mai un vero sviluppo, visto che all'inizio fanno un bel massacrone, dove sopravvivono solo i personaggi principali e qualche macchietta sacrificabile da usare al momento opportuno per gli episodi successivi. Nuovi personaggi saltano fuori a cavolo, e tu non puoi fare a meno di chiederti: «Ma questo chi diavolo è? Mi sono perso qualcosa?» Purtroppo la risposta è no! Compaiono come se li conoscessi da una vita, fanno quello che devono per un episodio, poi muoiono e di loro non se ne riparlerà mai più! Pretendendo inoltre che tu empatizzi con loro; per esempio, nell'episodio di Nami, "Miss Tocco il Re" alla fine racconta di aver sempre amato Nobuaki, vorrebbe essere un momento tenero, ma non lo è. Non ho motivi per affezionarmi a lei, non conosco la sua storia, non l'ho mai vista prima e in più l'anime rincara la dose con un bel «Non dimenticherò mai i bei momenti trascorsi assieme!» Ma quali bei momenti, se l'unica occasione in cui abbiamo visto Nami è stato quando ha ordinato a sé stessa di toccare il Re, con le conseguenze di imporsi un ordine così stupido?
Il fine ultimo dei personaggi dovrebbe essere la loro sopravvivenza, ma sembrano non vedere l'ora di morire tra pessime decisioni, reazioni umane idiote e suicidi! Due volte il Re dà ordine di darsi un ordine, e come usano questa possibilità? Dandosi ordini assurdi e difficili da realizzare. Great Job!
La questione Natsuko: ma siamo seri? Possibile che lei ammette fin da subito e senza giri di parole di essere disposta a tutto pur di vincere, ma nessuno faccia mai nulla per neutralizzarla, addirittura si fanno rubare i cellulari? Addirittura la sua amica sceglie di mettersi in pericolo, per provare che è una brava persona? Davvero l'unico con un briciolo di intelligenza è stato il parrucchiere gay?
Un'altra cosa che rende i personaggi degli idioti totali è il fatto che a nessuno di loro venga mai in mente di chiamare aiuto o di dire la cosa a qualcuno lì vicino. Insomma, c'è un killer completamente privo di morale che li sta uccidendo tutti; possibile che nessuno fa nulla? Anzi, possibile che in una classe delle superiori inizino a morire tutti nei modi più atroci e grotteschi e nessuno di loro, dirigenti scolastici e servizi di pubblica sicurezza in primis, abbia anche solo pensato di domandarsi cosa diavolo stia succedendo? I servizi pubblici esistono solo per fare il minimo indispensabile, come trasportare, mentre il personale medico di un ospedale si vede arrivare due ragazzini con le ossa fratturate e non si prende nemmeno la briga di chieder loro come sia potuto accadere.
La cosa raggiunge l'apice negli ultimi episodi, quando i partecipanti al King's Game sembra siano gli unici esseri umani vivi sulla Terra; la maggior parte delle scene si svolgono all'aperto, ma non si vede nessuno, né una macchina che passa né uno che cammina di lì e li incontra per caso. Alla fine viene da chiedersi se il Re non stia facendo bene a eliminarli tutti, per liberare il mondo dalla loro stupidità.
Altro problema ancora è la timeline, la storia parte letteralmente dalla metà, per poi tornare all'inizio e spiegare tutto. Questa cosa non ha senso, e rovina la già debole narrazione, perché, facendo così, lo spettatore sa fin da subito che quelli del primo gioco sono tutti morti, e quindi non ha hype, sapendo già che tutto ciò che faranno e tutte le decisioni che prenderanno per i primi sei episodi si riveleranno fallimentari.
Quanti litri di lacrime ha versato il povero protagonista, Nobuaki, durante lo svolgimento degli Osama Game? Quante volte lo spettatore si è dovuto sorbire i suoi lunghi e noiosi discorsi sul salvare i propri compagni di classe? In quante circostanze Nobuaki ha messo da parte sé stesso per garantire la sopravvivenza degli altri? Ma, soprattutto, questo impegno, questo coraggio, questo desiderio di rivalsa e non arrendersi mai di fronte agli ordini del Re, a cosa è servito? In sostanza, a niente.
Il protagonista ha assistito, inerme, alla scomparsa dei suoi amici, addirittura delle volte causandone egli stesso la morte, per delle decisioni che si sono rivelate affrettate o sbagliate. È proprio la sua concezione di collettivo, di rimanere compatti e uniti, che ha condannato molti a pene atroci e facilitato la risoluzione dell'Osama Game. Nel momento in cui l'essere umano è posto di fronte alla dicotomia tra la vita e la morte, ha la tendenza a privilegiare sé stesso, in quanto intrinsecamente egoista, di conseguenza è paradossale riscontrare l'esistenza stessa di un personaggio come Nobuaki, il quale è così proiettato nel salvare gli altri, che singolarmente non riesce a trasmettere nulla, è un main character vuoto, privo di personalità e troppo irritante, soprattutto quando cominciano a scendere fiumi e fiumi di lacrime. Piange, piange e ancora piange, in qualsiasi momento, in qualsiasi circostanza e per qualsiasi compagno. Sembrerebbe strano, ma esiste davvero una sola occasione in cui il protagonista non ha pianto: quando gli è stato ordinato dal Re. E mentre lui continua a piangere e purtroppo, ahimè, a sopravvivere, alcuni degli studenti in gioco riescono a raccogliere delle informazioni interessanti sull'origine e sullo svolgimento dell'Osama Game. Naturalmente è inutile sottolineare quale sarà il destino di questi poveri ragazzi, i quali, pur apparendo per mezzo episodio durante l'anime, si sono rilevati molto più utili del protagonista, che nel frattempo sta ancora versando ettolitri di lacrime.
Stranamente il protagonista non rappresenta l'unico problema della serie, anche la storia in sé è ricca di forzature e di alcuni particolari eventi al limite del ridicolo. Se è vero che "Osama Game" tra i suoi generi annovera il soprannaturale, gente che prende fuoco e continua a parlare come se nulla fosse, l'informatica che viene confusa erroneamente con la biologia, la scala per il paradiso o anche la completa mancanza di un contesto sociale esterno rendono le vicende poco coinvolgenti e credibili. E a proposito dell'aspetto contestuale della narrazione, è come se la storia fosse ambientata all'interno di uno spazio labirintico nel quale esiste solo ciò che è strettamente necessario: la Classe, il Re e l'Osama Game. Del resto, è cosa da tutti i giorni assistere a una serie di omicidi-suicidi di massa, uno dietro all'altro, oppure di ritrovarsi in ospedale dei ragazzini con ossa rotte o arti amputati senza che nessuno intervenga o si ponga delle domande su quello che stia effettivamente accadendo.
Una delle pochissime note positive, in un oceano di confusione e nefandezza, è il personaggio di Natsuko: la ragazza considerata pazza e spietata da tutti i suoi compagni, in realtà, ha compreso perfettamente la natura del gioco. Non si può uscire dall'Osama Game tutti insieme, perché non solo alla fine deve rimanere solo una persona in vita, ma alcuni degli ordini vengono pensati proprio in maniera tale, da creare scompiglio fra i partecipanti e rendere la collaborazione impossibile. Natsuko è chiaramente la nemesi di Nobuaki, un personaggio a primo impatto da odiare e sperare fino all'ultimo che faccia una brutta fine, invece, con un pizzico di furbizia e follia riesce sempre ad essere un passo davanti a tutti e, soprattutto, a sopravvivere! Perché si sta parlando della propria sopravvivenza, non della banale routine quotidiana, di conseguenza è auspicabile che qualsiasi persona con un minimo di cervello e intelligenza provi in tutti i modi a salvarsi ed evitare di fare una brutta fine.
La grafica rappresenta, in assoluto, il punto di forza dell'anime: il disegno dei personaggi è ben realizzato nei lineamenti, di un altro livello rispetto a quelli del manga in tutte e tre le versioni; anche le OST sono molto belle, la ending è "Lost Paradise" di Pile, mentre la grandissima opening è "Feed the Fire" dei Coldrain, la quale ha centrato in pieno il tema della serie: "This is the end, This is the end, The end"! Anche il doppiaggio è promosso, perché ben coadiuvato alle scene splatter: le urla strazianti, le divagazioni folli di Natsuko e i discorsi inutili di Nobuaki sono stati interpretati alla perfezione.
"Osama Game the Animation" è uno dei peggiori prodotti mai realizzati nella storia dell'animazione giapponese, non si può neanche parlare di una serie dal potenziale sprecato, perché la maggior parte delle vicende non hanno delle vere e proprie connessioni logiche, inoltre le forzature sono all'ordine del giorno. Tutto ciò che si cela dietro l'identità del Re o rispetto ai meccanismi dell'Osama Game è una tremenda forzatura, se poi si aggiungono alcune scelte da parte dei personaggi volte a sabotare sé stessi, senza alcun motivo apparentemente razionale, il gioco è fatto. Sul protagonista sono state spese già tante belle parole, ma non è tutto, Nobuaki ha già partecipato a un altro Osama Game e, sebbene ne sia uscito vincitore, non ha imparato nulla dal precedente gioco, anzi, ha commesso gli stessi identici errori e peggiorato ulteriormente le cose, a differenza di Natsuko che ha compreso in pieno come comportarsi in una situazione estrema del genere. A proposito della storyline, la serie anime è una sorta di crossover tra le tre versioni canoniche del manga, le quali è vero che sono state scritte dallo stesso autore, ma realizzate da tre disegnatori diversi, pertanto è possibile apprezzare Nobuaki e alcuni degli altri personaggi in ben tre differenti versioni.
Sebbene "Osama Game" sia stato criticato negativamente dall'inizio alla fine, è impossibile sconsigliarne la visione. Per quanto si possa trattare di un ossimoro, l'anime si lascia guardare senza troppi sforzi, perché lo spettatore è già consapevole dai primi episodi che si tratta di una serie senza troppe pretese, completamente illogica, insensata e che addirittura non vale neanche la pena soffermarsi a criticare. È possibile attribuire un voto alla serie per tre motivi: Natsuko, il character design e le OST, il resto è inqualificabile. Il To Be Continued alla fine vale il prezzo del biglietto!
Il mio voto è 3!
Il protagonista ha assistito, inerme, alla scomparsa dei suoi amici, addirittura delle volte causandone egli stesso la morte, per delle decisioni che si sono rivelate affrettate o sbagliate. È proprio la sua concezione di collettivo, di rimanere compatti e uniti, che ha condannato molti a pene atroci e facilitato la risoluzione dell'Osama Game. Nel momento in cui l'essere umano è posto di fronte alla dicotomia tra la vita e la morte, ha la tendenza a privilegiare sé stesso, in quanto intrinsecamente egoista, di conseguenza è paradossale riscontrare l'esistenza stessa di un personaggio come Nobuaki, il quale è così proiettato nel salvare gli altri, che singolarmente non riesce a trasmettere nulla, è un main character vuoto, privo di personalità e troppo irritante, soprattutto quando cominciano a scendere fiumi e fiumi di lacrime. Piange, piange e ancora piange, in qualsiasi momento, in qualsiasi circostanza e per qualsiasi compagno. Sembrerebbe strano, ma esiste davvero una sola occasione in cui il protagonista non ha pianto: quando gli è stato ordinato dal Re. E mentre lui continua a piangere e purtroppo, ahimè, a sopravvivere, alcuni degli studenti in gioco riescono a raccogliere delle informazioni interessanti sull'origine e sullo svolgimento dell'Osama Game. Naturalmente è inutile sottolineare quale sarà il destino di questi poveri ragazzi, i quali, pur apparendo per mezzo episodio durante l'anime, si sono rilevati molto più utili del protagonista, che nel frattempo sta ancora versando ettolitri di lacrime.
Stranamente il protagonista non rappresenta l'unico problema della serie, anche la storia in sé è ricca di forzature e di alcuni particolari eventi al limite del ridicolo. Se è vero che "Osama Game" tra i suoi generi annovera il soprannaturale, gente che prende fuoco e continua a parlare come se nulla fosse, l'informatica che viene confusa erroneamente con la biologia, la scala per il paradiso o anche la completa mancanza di un contesto sociale esterno rendono le vicende poco coinvolgenti e credibili. E a proposito dell'aspetto contestuale della narrazione, è come se la storia fosse ambientata all'interno di uno spazio labirintico nel quale esiste solo ciò che è strettamente necessario: la Classe, il Re e l'Osama Game. Del resto, è cosa da tutti i giorni assistere a una serie di omicidi-suicidi di massa, uno dietro all'altro, oppure di ritrovarsi in ospedale dei ragazzini con ossa rotte o arti amputati senza che nessuno intervenga o si ponga delle domande su quello che stia effettivamente accadendo.
Una delle pochissime note positive, in un oceano di confusione e nefandezza, è il personaggio di Natsuko: la ragazza considerata pazza e spietata da tutti i suoi compagni, in realtà, ha compreso perfettamente la natura del gioco. Non si può uscire dall'Osama Game tutti insieme, perché non solo alla fine deve rimanere solo una persona in vita, ma alcuni degli ordini vengono pensati proprio in maniera tale, da creare scompiglio fra i partecipanti e rendere la collaborazione impossibile. Natsuko è chiaramente la nemesi di Nobuaki, un personaggio a primo impatto da odiare e sperare fino all'ultimo che faccia una brutta fine, invece, con un pizzico di furbizia e follia riesce sempre ad essere un passo davanti a tutti e, soprattutto, a sopravvivere! Perché si sta parlando della propria sopravvivenza, non della banale routine quotidiana, di conseguenza è auspicabile che qualsiasi persona con un minimo di cervello e intelligenza provi in tutti i modi a salvarsi ed evitare di fare una brutta fine.
La grafica rappresenta, in assoluto, il punto di forza dell'anime: il disegno dei personaggi è ben realizzato nei lineamenti, di un altro livello rispetto a quelli del manga in tutte e tre le versioni; anche le OST sono molto belle, la ending è "Lost Paradise" di Pile, mentre la grandissima opening è "Feed the Fire" dei Coldrain, la quale ha centrato in pieno il tema della serie: "This is the end, This is the end, The end"! Anche il doppiaggio è promosso, perché ben coadiuvato alle scene splatter: le urla strazianti, le divagazioni folli di Natsuko e i discorsi inutili di Nobuaki sono stati interpretati alla perfezione.
"Osama Game the Animation" è uno dei peggiori prodotti mai realizzati nella storia dell'animazione giapponese, non si può neanche parlare di una serie dal potenziale sprecato, perché la maggior parte delle vicende non hanno delle vere e proprie connessioni logiche, inoltre le forzature sono all'ordine del giorno. Tutto ciò che si cela dietro l'identità del Re o rispetto ai meccanismi dell'Osama Game è una tremenda forzatura, se poi si aggiungono alcune scelte da parte dei personaggi volte a sabotare sé stessi, senza alcun motivo apparentemente razionale, il gioco è fatto. Sul protagonista sono state spese già tante belle parole, ma non è tutto, Nobuaki ha già partecipato a un altro Osama Game e, sebbene ne sia uscito vincitore, non ha imparato nulla dal precedente gioco, anzi, ha commesso gli stessi identici errori e peggiorato ulteriormente le cose, a differenza di Natsuko che ha compreso in pieno come comportarsi in una situazione estrema del genere. A proposito della storyline, la serie anime è una sorta di crossover tra le tre versioni canoniche del manga, le quali è vero che sono state scritte dallo stesso autore, ma realizzate da tre disegnatori diversi, pertanto è possibile apprezzare Nobuaki e alcuni degli altri personaggi in ben tre differenti versioni.
Sebbene "Osama Game" sia stato criticato negativamente dall'inizio alla fine, è impossibile sconsigliarne la visione. Per quanto si possa trattare di un ossimoro, l'anime si lascia guardare senza troppi sforzi, perché lo spettatore è già consapevole dai primi episodi che si tratta di una serie senza troppe pretese, completamente illogica, insensata e che addirittura non vale neanche la pena soffermarsi a criticare. È possibile attribuire un voto alla serie per tre motivi: Natsuko, il character design e le OST, il resto è inqualificabile. Il To Be Continued alla fine vale il prezzo del biglietto!
Il mio voto è 3!
L'ho guardato nella speranza di trovare qualcosa di buono, l'ho finito solo per poter avere un'inquadratura completa di un anime che forse dovrebbe essere 'bannato' da ogni catalogo.
Vorrei essere il più breve possibile, quindi riassumerò lati postivi e negativi di "Ousama Game The Animation".
Attenzione: la parte seguente contiene spoiler
Tra i lati positivi:
- La opening: un punto sicuramente a favore è la opening, forse sprecata per il contenuto dell'anime. Non penso la dimenticherò mai, talmente era bella. Peccato per gli spoiler evidenti.
- Fa così schifo da saper intrattenere: sì, perché nonostante tutto speri che un giorno le risposte alle tue domande arriveranno... e invece no!
- Natsuko Honda: per quanto tutti la detestino, aveva ragione. In un survival game, come puoi pensare di dare false speranze a delle persone che prima o poi moriranno? Nobuaki lo sapeva perfettamente che con il passare dei giorni il gioco sarebbe stato sempre più violento e avrebbe ucciso il 99% dei giocatori. La verità è che non c'è un vincitore. Si suppone che, se tutti i giocatori muoiono, il gioco del Re finisca, altrimenti l'ultimo sopravvissuto dovrà partecipare a un altro gioco del Re. Peccato che abbiamo avuto la prova che nonostante tutti nel secondo cast muoiano (Riona, mi mancherai!), il gioco continui costantemente, senza una fine.
Tra i lati negativi:
- I personaggi: ci viene presentato un cast con più di cinquanta personaggi, ma ne uccidono il 60% nel primo episodio... perché? Capisco che si voglia ricordare l'atrocità delle punizioni fin dal primo episodio, ma date il tempo!
- I flashback: per quanto siano stati utili per capire cosa fosse successo a Nobuaki nel precedente gioco del re, erano decisamente di troppo. Su dodici episodi, sei erano flashback lunghi quanto l'episodio. Avrei piuttosto puntato a fare due stagioni differenti. Una stagione ambientata durante il primo gioco del re e la seconda per il secondo gioco. Lo so, sarebbe terribile sorbirsi più di dodici episodi di questa roba senza un finale decente, ma avrei voluto vedere più sviluppi. Puntualmente il personaggio con più screentime dell'episodio muore atrocemente nello stesso episodio. Ma dai!
- L'animazione: è scialba quanto il protagonista.
- Gli ordini del re: a volte sono terribilmente semplici. La gente riesce pure a morire quando il re le ordina di impartirsi un ordine a scelta. Stupidità oltre la soglia.
- Le punizioni: alcune sono così comiche da essere raccapriccianti.
- Il finale: ne ho già parlato in qualche punto lassù. Appena finito, avrete una reazione da: "Ma che cosa ho appena visto? Dov'è il senso di tutto questo?"
Sono pochi i lati positivi di "Ousama Game The Animation" e dargli una sufficienza sarebbe come dire che questa roba è guardabile. Eventualmente, abbasserò il mio voto 4,5 se troverò un anime survival che riesca a non essere la mal riuscita fusione di "Danganronpa" e "Mirai Nikki".
Vorrei essere il più breve possibile, quindi riassumerò lati postivi e negativi di "Ousama Game The Animation".
Attenzione: la parte seguente contiene spoiler
Tra i lati positivi:
- La opening: un punto sicuramente a favore è la opening, forse sprecata per il contenuto dell'anime. Non penso la dimenticherò mai, talmente era bella. Peccato per gli spoiler evidenti.
- Fa così schifo da saper intrattenere: sì, perché nonostante tutto speri che un giorno le risposte alle tue domande arriveranno... e invece no!
- Natsuko Honda: per quanto tutti la detestino, aveva ragione. In un survival game, come puoi pensare di dare false speranze a delle persone che prima o poi moriranno? Nobuaki lo sapeva perfettamente che con il passare dei giorni il gioco sarebbe stato sempre più violento e avrebbe ucciso il 99% dei giocatori. La verità è che non c'è un vincitore. Si suppone che, se tutti i giocatori muoiono, il gioco del Re finisca, altrimenti l'ultimo sopravvissuto dovrà partecipare a un altro gioco del Re. Peccato che abbiamo avuto la prova che nonostante tutti nel secondo cast muoiano (Riona, mi mancherai!), il gioco continui costantemente, senza una fine.
Tra i lati negativi:
- I personaggi: ci viene presentato un cast con più di cinquanta personaggi, ma ne uccidono il 60% nel primo episodio... perché? Capisco che si voglia ricordare l'atrocità delle punizioni fin dal primo episodio, ma date il tempo!
- I flashback: per quanto siano stati utili per capire cosa fosse successo a Nobuaki nel precedente gioco del re, erano decisamente di troppo. Su dodici episodi, sei erano flashback lunghi quanto l'episodio. Avrei piuttosto puntato a fare due stagioni differenti. Una stagione ambientata durante il primo gioco del re e la seconda per il secondo gioco. Lo so, sarebbe terribile sorbirsi più di dodici episodi di questa roba senza un finale decente, ma avrei voluto vedere più sviluppi. Puntualmente il personaggio con più screentime dell'episodio muore atrocemente nello stesso episodio. Ma dai!
- L'animazione: è scialba quanto il protagonista.
- Gli ordini del re: a volte sono terribilmente semplici. La gente riesce pure a morire quando il re le ordina di impartirsi un ordine a scelta. Stupidità oltre la soglia.
- Le punizioni: alcune sono così comiche da essere raccapriccianti.
- Il finale: ne ho già parlato in qualche punto lassù. Appena finito, avrete una reazione da: "Ma che cosa ho appena visto? Dov'è il senso di tutto questo?"
Sono pochi i lati positivi di "Ousama Game The Animation" e dargli una sufficienza sarebbe come dire che questa roba è guardabile. Eventualmente, abbasserò il mio voto 4,5 se troverò un anime survival che riesca a non essere la mal riuscita fusione di "Danganronpa" e "Mirai Nikki".
“Osama Game The Animation”, come specifica il nome, racconta le vicende di sfortunati studenti, ritrovatisi loro malgrado a giocare a una versione decisamente più cruenta del “gioco del re”, presentato in questa serie come un survival game.
Solitamente nel gioco del re, a turno, casualmente in un gruppo di persone, viene nominato un re; tale nomina permette di dare ordini al resto dei membri, la non osservanza comporta delle punizioni, insomma una versione più elaborata del nostrano “obbligo o verità”.
Le differenze più lampanti rispetto al gioco originario sono le punizioni, che risultano essere letteralmente molto più cruente e truculente, e, cosa più importante, la figura del re, che solitamente è palese, mentre in questa versione il re risulta ignoto.
“Osama Game The Animation” è la trasposizione animata di una serie di romanzi, che ha avuto la fortuna di essere trasposta anche in svariate serie di manga; tale questione risulta cruciale per questo adattamento, che è nato principalmente per scopi pubblicitari rispetto alle prime due fonti, perciò si è deciso di sacrificare tale rifacimento, prefiggendosi l’arduo compito di trasporre in solo dodici episodi la storia originale, che nella sua edizione manga ha richiesto ben sedici volumi, suddivisi in tre saghe, per poter avere la possibilità di avere un prodotto esaustivo e soddisfacente, cosa che evidentemente non è stata possibile per l’anime.
Purtroppo, visto questo evidente limite, lo spettatore è costretto ad assistere a continui flashback, per spiegare avvenimenti passati, che non fanno altro che presentarci un’insalata di situazioni, che ottengono il risultato opposto del rendere omaggio agli avvenimenti più salienti, rendendo il tutto confusionario e al limite del tragicomico. Con i giusti tempi, la narrazione avrebbe avuto il tempo di dare più spazio anche alla caratterizzazione dei personaggi, invece si assiste a un continuo impilamento di eventi in modo così estemporaneo, che non permette di empatizzare o di avere un benché minimo attaccamento per i personaggi, che risultano mere bambole sacrificali, utilizzati solo per presentare le scene più crude e raccapriccianti possibili, a volte fallendo anche su questo fronte, purtroppo.
Le punizioni dei vari comprimari passano dall’assurdo/comico al tragico/truculento, e permettono di dar tregue allo spettatore da una trama spesso raffazzonata e povera di mordente, se pur con almeno un minimo di spiegazione sul finale che permette di chiudere il cerchio delle vicende raccontate.
Altra nota dolente è il comparto grafico, che, seguendo di pari passo il destino della trama e delle punizioni, vive di alti e bassi, che caratterizzano praticamente l’intera serie, con situazioni angoscianti, coadiuvate da punizioni efferate ed eventi di fondo tragici, e momenti graficamente esilaranti, con punizioni altrettanto ilari ed eventi ridicoli.
L’unica vera nota positiva sono le OST, partendo dalle sigle che ho apprezzato molto, ma che da sole non possono salvare questa trasposizione infelice da una vera e propria bocciatura.
Solitamente nel gioco del re, a turno, casualmente in un gruppo di persone, viene nominato un re; tale nomina permette di dare ordini al resto dei membri, la non osservanza comporta delle punizioni, insomma una versione più elaborata del nostrano “obbligo o verità”.
Le differenze più lampanti rispetto al gioco originario sono le punizioni, che risultano essere letteralmente molto più cruente e truculente, e, cosa più importante, la figura del re, che solitamente è palese, mentre in questa versione il re risulta ignoto.
“Osama Game The Animation” è la trasposizione animata di una serie di romanzi, che ha avuto la fortuna di essere trasposta anche in svariate serie di manga; tale questione risulta cruciale per questo adattamento, che è nato principalmente per scopi pubblicitari rispetto alle prime due fonti, perciò si è deciso di sacrificare tale rifacimento, prefiggendosi l’arduo compito di trasporre in solo dodici episodi la storia originale, che nella sua edizione manga ha richiesto ben sedici volumi, suddivisi in tre saghe, per poter avere la possibilità di avere un prodotto esaustivo e soddisfacente, cosa che evidentemente non è stata possibile per l’anime.
Purtroppo, visto questo evidente limite, lo spettatore è costretto ad assistere a continui flashback, per spiegare avvenimenti passati, che non fanno altro che presentarci un’insalata di situazioni, che ottengono il risultato opposto del rendere omaggio agli avvenimenti più salienti, rendendo il tutto confusionario e al limite del tragicomico. Con i giusti tempi, la narrazione avrebbe avuto il tempo di dare più spazio anche alla caratterizzazione dei personaggi, invece si assiste a un continuo impilamento di eventi in modo così estemporaneo, che non permette di empatizzare o di avere un benché minimo attaccamento per i personaggi, che risultano mere bambole sacrificali, utilizzati solo per presentare le scene più crude e raccapriccianti possibili, a volte fallendo anche su questo fronte, purtroppo.
Le punizioni dei vari comprimari passano dall’assurdo/comico al tragico/truculento, e permettono di dar tregue allo spettatore da una trama spesso raffazzonata e povera di mordente, se pur con almeno un minimo di spiegazione sul finale che permette di chiudere il cerchio delle vicende raccontate.
Altra nota dolente è il comparto grafico, che, seguendo di pari passo il destino della trama e delle punizioni, vive di alti e bassi, che caratterizzano praticamente l’intera serie, con situazioni angoscianti, coadiuvate da punizioni efferate ed eventi di fondo tragici, e momenti graficamente esilaranti, con punizioni altrettanto ilari ed eventi ridicoli.
L’unica vera nota positiva sono le OST, partendo dalle sigle che ho apprezzato molto, ma che da sole non possono salvare questa trasposizione infelice da una vera e propria bocciatura.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"Ōsama Game The Animation" si presenta almeno all'apparenza come una serie priva di qualsiasi senso logico o razionale, giudicata molto severamente da quasi tutta la community di AnimeClick.it. Effettivamente si tratta di un prodotto che, analizzato nella sua interezza, di sicuro non può ricevere una valutazione positiva, ma che, se destrutturato nelle singole parti, presenta anche aspetti positivi.
Dunque andiamo per gradi, partendo dalla trama.
Le vicende ruotano attorno al cosiddetto "Gioco del Re", una vera e propria battaglia per la sopravvivenza ove a confrontarsi, e talvolta anche ad affrontarsi, ci sono gruppi di studenti che generalmente frequentano tutti la stessa classe. Il gioco consiste nell'obbedire agli ordini impartiti da una sorta di entità, chiamata Re, i quali vengono inviati ai partecipanti sotto forma di mail: chi non obbedisce entro le seguenti ventiquattro ore da quando è stato dichiarato l'ordine va in contro a una punizione (solitamente la morte). Il vincitore è colui il quale riesce ad adempiere a tutti gli ordini, e soprattutto ad essere l'unico sopravvissuto all'interno della classe. Complessivamente, da tali premesse ci si potrebbe aspettare uno sviluppo particolare e interessante delle vicende, tuttavia il problema di fondo riguarda la delucidazione che ci viene propinata per spiegare l'origine del gioco: si ritiene che il Gioco del Re non sia altro che un virus biologico scatenato trent'anni prima, nel piccolo villaggio di Yonaki da una certa Natsuko Honda (non stiamo parlando della Natsuko psicopatica che sta partecipando all'attuale gioco).
Ella ha dato inizio al gioco del Re aprendo la busta sulla quale c'era scritto il primo ordine del Re. Il virus poi, attraverso internet, ha subito una mutazione, diventando anche "informatico", ed è questa la ragione per la quale gli studenti non ricevono più gli ordini tramite buste, ma mail. Francamente, una spiegazione simile è davvero ai limiti dell'assurdo: per l'amor di Dio, resta pur sempre un anime, però sovvertire in questo modo le leggi della biologia non ha senso... Come diamine ha fatto un virus biologico a nascere dall'apertura di una semplice busta? E, soprattutto, com'è possibile che un virus biologico diventi informatico e si diffonda nel web? Per non parlare poi del fatto che l'obbiettivo del Re è quello di sterminare l'intera umanità, dunque non solo classi di innocenti liceali; da qui poi nascerebbe un altro quesito fondamentale: il gioco come si struttura per la restante popolazione mondiale? In base a gruppi di famiglie, in base agli ambiti lavorativi, in base all'età? Tutte domande a cui momentaneamente non sembra esistere una risposta concreta e coerente con ciò che abbiamo visto finora.
Un elemento positivo associabile alla trama dell'opera può essere considerato l'utilizzo intensivo dei flashback che, sebbene si alternino moltissimo alla narrazione principale fino a metà stagione, sono un ottimo strumento per comprendere sia come bisogna affrontare il gioco sia le modalità tramite le quali il virus è riuscito a mutare nel corso del tempo.
Il protagonista delle vicende è Nobuaki, il classico studente trasferito che, udite udite, ha già partecipato al Gioco del Re e addirittura ne è uscito vincitore. Ciononostante, durante tutto il corso dell'anime questo grande vantaggio posseduto dal protagonista per ottenere così un'altra facile vittoria è sembrato non esistere minimamente, dato che non c'è stato un episodio dove non l'abbiamo visto frignare o urlare a squarciagola per ogni piccolo evento spiacevole che si susseguiva. Mi sarei aspettato sicuramente un protagonista più ferreo e spietato, un po' come la psicopatica Natsuko, la quale ha già partecipato come Nobuaki a un altro gioco del Re. La ragazza mette in gioco tutta l'esperienza e la freddezza che è riuscita ad acquisire durante il precedente evento, tradendo continuamente i suoi compagni fidati e cercando di utilizzare la follia come strumento sia per manipolarli a suo piacimento che metterli uno contro l'altro. Si tratta del personaggio più riuscito della serie, un connubio tra genio e follia che le consente di essere sempre un passo avanti a tutti nella lotta per la sopravvivenza. Mi è capitato di leggere commenti negativi sugli atteggiamenti illogici e senza senso di moltissimi personaggi durante lo svolgimento del gioco, ebbene credo sia normale che dei semplici liceali, spinti dal panico e dal terrore di morire, commettano degli errori di valutazione che noi dall'esterno potremmo considerare piuttosto banali: generalmente, quando l'uomo è in preda alla paura e rischia di non riuscire a sopravvivere, ogni discorso o questione che facciano anche lontanamente riferimento a razionalità o logica diventano vani.
Per quanto riguarda il comparto grafico, mi sarei aspettato qualcosina in più, dopo aver visto il trailer e le prime immagini dedicate alla serie, ma tutto sommato può considerarsi più che sufficiente: personaggi realizzati bene e anche le scene splatter non sono niente male, alcune addirittura neanche censurate. Le OST sono impeccabili, così come il doppiaggio, il grande sforzo interpretativo da parte dei doppiatori, dato il tema centrale dell'anime, è stato sublime!
Davvero un peccato, poiché potenzialmente sarebbe potuto essere anche un prodotto interessante, con molti fattori positivi (trama, grande parte dei personaggi, grafica), ma che nella parte fondamentale della narrazione (Gioco del Re) cade in maniera ridicola e indecente.
Pensate che per comprendere perfettamente le origini e lo sviluppo del virus (gioco) ho dovuto condurre delle ricerche personali sul web, dato che l'anime si sofferma davvero pochissimo su un aspetto che poi dovrebbe essere fondamentale ai fini della serie.
Voto finale: 4
"Ōsama Game The Animation" si presenta almeno all'apparenza come una serie priva di qualsiasi senso logico o razionale, giudicata molto severamente da quasi tutta la community di AnimeClick.it. Effettivamente si tratta di un prodotto che, analizzato nella sua interezza, di sicuro non può ricevere una valutazione positiva, ma che, se destrutturato nelle singole parti, presenta anche aspetti positivi.
Dunque andiamo per gradi, partendo dalla trama.
Le vicende ruotano attorno al cosiddetto "Gioco del Re", una vera e propria battaglia per la sopravvivenza ove a confrontarsi, e talvolta anche ad affrontarsi, ci sono gruppi di studenti che generalmente frequentano tutti la stessa classe. Il gioco consiste nell'obbedire agli ordini impartiti da una sorta di entità, chiamata Re, i quali vengono inviati ai partecipanti sotto forma di mail: chi non obbedisce entro le seguenti ventiquattro ore da quando è stato dichiarato l'ordine va in contro a una punizione (solitamente la morte). Il vincitore è colui il quale riesce ad adempiere a tutti gli ordini, e soprattutto ad essere l'unico sopravvissuto all'interno della classe. Complessivamente, da tali premesse ci si potrebbe aspettare uno sviluppo particolare e interessante delle vicende, tuttavia il problema di fondo riguarda la delucidazione che ci viene propinata per spiegare l'origine del gioco: si ritiene che il Gioco del Re non sia altro che un virus biologico scatenato trent'anni prima, nel piccolo villaggio di Yonaki da una certa Natsuko Honda (non stiamo parlando della Natsuko psicopatica che sta partecipando all'attuale gioco).
Ella ha dato inizio al gioco del Re aprendo la busta sulla quale c'era scritto il primo ordine del Re. Il virus poi, attraverso internet, ha subito una mutazione, diventando anche "informatico", ed è questa la ragione per la quale gli studenti non ricevono più gli ordini tramite buste, ma mail. Francamente, una spiegazione simile è davvero ai limiti dell'assurdo: per l'amor di Dio, resta pur sempre un anime, però sovvertire in questo modo le leggi della biologia non ha senso... Come diamine ha fatto un virus biologico a nascere dall'apertura di una semplice busta? E, soprattutto, com'è possibile che un virus biologico diventi informatico e si diffonda nel web? Per non parlare poi del fatto che l'obbiettivo del Re è quello di sterminare l'intera umanità, dunque non solo classi di innocenti liceali; da qui poi nascerebbe un altro quesito fondamentale: il gioco come si struttura per la restante popolazione mondiale? In base a gruppi di famiglie, in base agli ambiti lavorativi, in base all'età? Tutte domande a cui momentaneamente non sembra esistere una risposta concreta e coerente con ciò che abbiamo visto finora.
Un elemento positivo associabile alla trama dell'opera può essere considerato l'utilizzo intensivo dei flashback che, sebbene si alternino moltissimo alla narrazione principale fino a metà stagione, sono un ottimo strumento per comprendere sia come bisogna affrontare il gioco sia le modalità tramite le quali il virus è riuscito a mutare nel corso del tempo.
Il protagonista delle vicende è Nobuaki, il classico studente trasferito che, udite udite, ha già partecipato al Gioco del Re e addirittura ne è uscito vincitore. Ciononostante, durante tutto il corso dell'anime questo grande vantaggio posseduto dal protagonista per ottenere così un'altra facile vittoria è sembrato non esistere minimamente, dato che non c'è stato un episodio dove non l'abbiamo visto frignare o urlare a squarciagola per ogni piccolo evento spiacevole che si susseguiva. Mi sarei aspettato sicuramente un protagonista più ferreo e spietato, un po' come la psicopatica Natsuko, la quale ha già partecipato come Nobuaki a un altro gioco del Re. La ragazza mette in gioco tutta l'esperienza e la freddezza che è riuscita ad acquisire durante il precedente evento, tradendo continuamente i suoi compagni fidati e cercando di utilizzare la follia come strumento sia per manipolarli a suo piacimento che metterli uno contro l'altro. Si tratta del personaggio più riuscito della serie, un connubio tra genio e follia che le consente di essere sempre un passo avanti a tutti nella lotta per la sopravvivenza. Mi è capitato di leggere commenti negativi sugli atteggiamenti illogici e senza senso di moltissimi personaggi durante lo svolgimento del gioco, ebbene credo sia normale che dei semplici liceali, spinti dal panico e dal terrore di morire, commettano degli errori di valutazione che noi dall'esterno potremmo considerare piuttosto banali: generalmente, quando l'uomo è in preda alla paura e rischia di non riuscire a sopravvivere, ogni discorso o questione che facciano anche lontanamente riferimento a razionalità o logica diventano vani.
Per quanto riguarda il comparto grafico, mi sarei aspettato qualcosina in più, dopo aver visto il trailer e le prime immagini dedicate alla serie, ma tutto sommato può considerarsi più che sufficiente: personaggi realizzati bene e anche le scene splatter non sono niente male, alcune addirittura neanche censurate. Le OST sono impeccabili, così come il doppiaggio, il grande sforzo interpretativo da parte dei doppiatori, dato il tema centrale dell'anime, è stato sublime!
Davvero un peccato, poiché potenzialmente sarebbe potuto essere anche un prodotto interessante, con molti fattori positivi (trama, grande parte dei personaggi, grafica), ma che nella parte fondamentale della narrazione (Gioco del Re) cade in maniera ridicola e indecente.
Pensate che per comprendere perfettamente le origini e lo sviluppo del virus (gioco) ho dovuto condurre delle ricerche personali sul web, dato che l'anime si sofferma davvero pochissimo su un aspetto che poi dovrebbe essere fondamentale ai fini della serie.
Voto finale: 4
Più oscuro di “Mosca Cieca”.
Più rivoltante di “Un due tre, stella!”.
Più assordante di “Rubabandiera”.
Ecco a voi “Osama Game The Animation”, l'unico anime capace di far scappare dalle orecchie i neuroni di chi lo guarda!
Il mondo degli anime è composto da opere di buona qualità che si lasciano guardare molto volentieri e da opere di pessima qualità che, il più delle volte, si abbandonano dopo un paio di episodi. Esiste, però, anche una terza categoria che, anno dopo anno, continua ad arricchirsi di nuovi titoli: quella degli anime talmente brutti, che devono essere visti assolutamente fino alla fine.
Lo so, qualcuno starà pensando che ho fatto la classica scoperta dell'acqua calda, che questa cosa accade anche col cinema e che quindi questa introduzione potevo evitarmela. Ebbene, a quel "qualcuno" rispondo che lo sto tenendo d'occhio, che sto andando a contare quante recensioni ha scritto finora e che, da quelle trovate, estrapolerò quella che gli è riuscita "meglio" per leggerla in pubblica piazza. Ed è per questo motivo che sono sicuro che mi lascerete passare quest'introduzione così blanda senza protestare troppo (risata sadica in sottofondo).
Tornando al punto, devo dire che in genere per i titoli appartenenti a questa "strana" categoria mi limito a pubblicare una recensione in forma privata; “Osama Game The Animation”, però, si è rivelato talmente brutto, che non poteva non ottenere la ribalta di questa vetrina. C'era, però, un grosso problema da risolvere preliminarmente: non ero certo preoccupato per l'approvazione del nostro amato webmaster, che a vedermi lavorare si commuove sempre (quando gli ho detto che stavo scrivendo questa recensione, mi ha risposto: "Sei più falso delle promesse elettorali dei politici!"), ma temevo che la mia grande pigrizia ponesse un freno al mio proverbiale entusiasmo. Troppe parole da scrivere, troppe immagini da inserire... ma chi me lo fa fare?
Ed ecco la brillante idea: data la particolarità del tema, niente recensione tradizionale! Seguendo un trend molto in voga su YouTube, mi limiterò ad elencare i dieci motivi per cui “Osama Game The Animation” può essere considerato come uno degli anime più brutti di tutti i tempi.
Però anche trovare dieci motivi validi è una bella seccatura! In fondo Lisa, la piantina di “Life is Strange”, l'ho lasciata morire per molto meno... Così, per evitarmi questa faticaccia, riciclerò biecamente alcuni commenti lasciati dallo staff ai vari episodi dell'anime, e a me poi non resterà che estendere un po' i concetti già espressi da loro. Non c'è che dire, come plagio è geniale!
Numero Uno: “Capisco perfettamente perché il Re voglia ammazzarli tutti: sono uno più irritante dell'altro, a partire dal protagonista!” (LaMelina)
Quello che dice la mia esimia collega è la pura verità: i personaggi di “Osama Game The Animation” sono le figure più imbarazzanti dai tempi dei disegni degli uomini primitivi sulle rocce (che però a differenza di Nobuaki e compagnia almeno un'utilità ce l'avevano!). La loro caratterizzazione psicologica è a dir poco scandalosa: individui che si comportano in modo illogico, che agiscono sulla spinta di idee strampalate e motivazioni senza senso, che sono in possesso di una moralità così volubile e contraddittoria da apparire poco credibile, perfino in una situazione limite come questa. E così, già dopo pochi episodi, si comincia davvero a fare il tifo per il Re nella speranza che, dietro la sua crudeltà, si nasconda una nobile missione di pulizia del mondo cartonato dal pericolo rappresentato da questi quattro mentecatti.
Numero Due: “Ma in effetti i genitori di 'sti alunni che cadono come mosche non si stanno allarmando?!” (Arashi84)
Credo che questa sia una caratteristica dell'anime che abbiamo notato un po' tutti: ma dove caspita è finito il resto del mondo? Ci sono ragazzi che cadono come mosche, vittime di un killer misterioso e spietato, ma non ci sono né ambulanze né polizia né genitori preoccupati; niente di niente. Più si va avanti, più la situazione peggiora: se ogni tanto appare un passante, c'è da gridare al miracolo. Arrivati a un certo punto, poi, i membri delle classi coinvolte nel gioco sembrano essere diventati gli unici superstiti di un pianeta disabitato; e stanno morendo l'uno dopo l'altro anche loro!
Numero Tre: “Ma perché inizia da metà storia? Scelta discutibile” (Ironic74)
La passione del capo per la declamazione di sintetici motti di saggezza ha generato un commento che riesce a introdurre benissimo anche questo altro evidente difetto. Al gioco prendono parte due classi differenti in due periodi diversi. Fin qui non ci sarebbe nulla di strano, almeno se l'anime seguisse una linea temporale classica; ma questo è “Osama Game The Animation”, l'anime in cui, se c'è qualcosa che rischia di avere un senso compiuto, viene immediatamente cambiato con qualcosa di confuso e inutile. Che senso ha iniziare con la seconda parte della storia per poi tornare alla prima e, poi, andare avanti e indietro da un contesto temporale all'altro? Ma, oltre al fastidio di dover subire questo ping-pong, c'è anche un problema molto più pratico generato da questa scelta che io ritengo insensata: agendo così, vengono introdotti tutti assieme un numero di personaggi pari al totale dei componenti di due classi, e sono così tanti che lo spettatore fa fatica a ricordarne più di cinque o sei. Più di una volta mi son trovato a domandarmi: "E adesso questo chi cavolo è?"
Numero Quattro: “Onesto, non so più come commentarlo. Il livello è talmente basso in tutto che parlarne male sarebbe un atto di pura crudeltà. Flashback inutile, sceneggiatura ridicola e animazioni pessime. Supplizio” (Thorgrim)
Il tuo commento dice tutto, amico mio, il vero scandalo di “Osama Game The Animation” è la sua sceneggiatura. Chi ha concepito questo anime probabilmente non conosce il senso del ridicolo, dato che ha continuato a proporre in continuazione situazioni, eventi e colpi di scena che sembrano essere stati ideati completamente a casaccio.
A questo punto faccio una piccola pausa. No, non ho intenzione di andarmi a fare un sonnellino, anche se ammetto di essere tentato dall'idea; devo soltanto avvertire chi, nonostante tutto, abbia ancora intenzione di andarsi a guardare questo "fantastico" anime di smettere di leggere la recensione, perché i prossimi sei punti contengono pesanti spoiler. So che non è bello, ma è necessario per due motivi: il primo è che per far capire perché questo anime è talmente brutto da non poter non essere visto, bisogna necessariamente raccontare alcune delle le sue "scene clou"; il secondo è che devo elencare dieci punti, e dopo quattro già m'è passata la voglia. Quindi, facciamo così: vi andate a vedere l'anime, poi tornate qui e vi leggete il resto. In questo modo, dopo aver speculato sul numero di caratteri usati per mettere assieme la presente recensione attraverso il plagio, speculerò pure sulle visualizzazioni ottenute facendovi leggere la mia recensione due volte.
Numero Cinque: "C'è una tipa che dice apertamente di voler usare qualsiasi trucco per sterminare tutti, e nessuno, dico nessuno, fa nulla per neutralizzarla?" (npepataecozz)
Questo è sicuramente il commento migliore fra quelli che ho letto finora. Nella classe numero due (seguendo una linea temporale normale) appare Natsuko, una studentessa che per salvare sé stessa non esita a sacrificare i suoi compagni. La ragazza non fa nessun mistero della cosa e agisce alla luce del sole; quindi tutti sanno che si tratta di un soggetto pericolosissimo. Ma, dato che non spara "palle di fuoco dagli occhi" ma è una semplice ragazza delle superiori, perché a nessuno viene in mente di legarla?
Numero Sei: “Il protagonista non ha un cervello, poteva farlo lui con l'amico, anche da svenuto, ed eravamo tutti più felici! XD” (Arashi84)
Mia impagabile amica (impagabile nel senso che non avrai un soldo), so che è già la seconda volta che uso un tuo commento, ma non potevo lasciarmi scappare questo come cornice alla scena più famosa e discussa di questo anime. E che può essere riassunta in questo modo: Nobuaki ha un amico a cui tiene tantissimo. L'amico di Nobuaki, deve fare sesso in tutta fretta con qualcuno per evitare una grave sciagura. Nonostante ciò Nobuaki non ha intenzione di sacrificare la sua virilità per salvare l'amico. Nobuaki, però, ha una ragazza che ama tantissimo. Nobuaki è un pessimo elemento. Non essere come Nobuaki.
Numero Sette: “Ma perché continuano a immolarsi tutti per lui?!” (ReiRan)
I motivi per lamentarsi del buon Nobuaki sono tantissimi. In primis: se sapeva che il gioco del Re sarebbe ricominciato, coinvolgendo una nuova classe, perché cavolo si è iscritto nuovamente a scuola?
In secondo luogo: perché va cianciando che la collaborazione è l'unica via di salvezza, quando invece sa benissimo che non è così? Eppure Nobuaki riesce a conquistare i cuori delle persone, che non esitano a sacrificarsi per il suo bene. Cara Rei, nemmeno io riesco a capire bene il perché di questo; probabilmente sarà per la sua aria da "vorrei sacrificarmi io per gli altri, ma il destino non me lo consente". Nobuaki, ma va...
Numero Otto: “Ora pure il parrucchiere in erba sfruttato sessualmente da quella matta...” (Reiran)
Doppio plagio anche per l'impagabile Rei. Nell'anime il Re alterna due fasi: quella del porco e quella del sadico assassino. Durante la prima, in particolare, dà ordini che vanno da semplici palpeggiamenti al sesso vero e proprio. In uno di questi il Re impone a Natsuko di fare l'amore con Teruaki, l'uomo che vuole sopravvivere al gioco perché il suo sogno è fare il barbiere. Ora, Natsuko è sicuramente un personaggio cattivo, ma è indubbiamente anche un bel tocco di figliola. Eppure, durante “l'esecuzione dell'ordine del Re”, Teruaki ha la stessa espressione di uno a cui hanno ucciso il gatto, e dopo la “terribile” esperienza medita vendetta per il torto subito. Non so voi, ma io al posto suo avrei sopportato la pena stoicamente e non avrei serbato rancore per nessuno.
Numero Nove: “E io che stavo quasi per cedere all'errore di 'dropparlo'... almeno tre scene da cineteca del trash” (Metaldevilgear)
Metal parla solo di tre scene, perché si riferisce, ovviamente, solo a un singolo episodio, ma tutto l'anime è strapieno di "trashume": persone che parlano tranquillamente mentre prendono fuoco, tizi che regalano cappelli a cadaveri senza testa, maratone corse al contrario, seghe elettriche che spuntano dalle tasche... elencarle tutte è impossibile. Ve lo ripeto ancora una volta, se vi piace guardare prodotti di scarsa qualità per farvi quattro risate in compagnia, “Osama Game The Animation” potrebbe diventare un habitué delle vostre serate.
Numero Dieci: “Cioè, non solo ci hanno propinato questa schifezza per dodici episodi, ma avrà anche un continuo?!” (Thorgrim)
E siamo arrivati alla parte migliore dell'anime, quella in cui si vede tutto il potenziale horror di questo titolo. Se volevano spaventarci, infatti, in questo modo ci sono riusciti alla perfezione.
La recensione finisce qui, perché, ovviamente, una degna conclusione richiederebbe del tempo, e io ho di meglio da fare. Lasciatemi però ringraziare i ragazzi dello staff per l'uso senza permesso dei loro commenti, Amarantakiller per la supervisione del testo, Oberon per la supervisione delle immagini e Ironic per avermi dato il permesso di scrivere questa recensione un po' particolare. Sì, lo so cosa state pensando: “Ma, se hai coinvolto tutta questa gente, c'è qualcosa che hai fatto tu, o hanno fatto tutto gli altri?”. Mistero...
Più rivoltante di “Un due tre, stella!”.
Più assordante di “Rubabandiera”.
Ecco a voi “Osama Game The Animation”, l'unico anime capace di far scappare dalle orecchie i neuroni di chi lo guarda!
Il mondo degli anime è composto da opere di buona qualità che si lasciano guardare molto volentieri e da opere di pessima qualità che, il più delle volte, si abbandonano dopo un paio di episodi. Esiste, però, anche una terza categoria che, anno dopo anno, continua ad arricchirsi di nuovi titoli: quella degli anime talmente brutti, che devono essere visti assolutamente fino alla fine.
Lo so, qualcuno starà pensando che ho fatto la classica scoperta dell'acqua calda, che questa cosa accade anche col cinema e che quindi questa introduzione potevo evitarmela. Ebbene, a quel "qualcuno" rispondo che lo sto tenendo d'occhio, che sto andando a contare quante recensioni ha scritto finora e che, da quelle trovate, estrapolerò quella che gli è riuscita "meglio" per leggerla in pubblica piazza. Ed è per questo motivo che sono sicuro che mi lascerete passare quest'introduzione così blanda senza protestare troppo (risata sadica in sottofondo).
Tornando al punto, devo dire che in genere per i titoli appartenenti a questa "strana" categoria mi limito a pubblicare una recensione in forma privata; “Osama Game The Animation”, però, si è rivelato talmente brutto, che non poteva non ottenere la ribalta di questa vetrina. C'era, però, un grosso problema da risolvere preliminarmente: non ero certo preoccupato per l'approvazione del nostro amato webmaster, che a vedermi lavorare si commuove sempre (quando gli ho detto che stavo scrivendo questa recensione, mi ha risposto: "Sei più falso delle promesse elettorali dei politici!"), ma temevo che la mia grande pigrizia ponesse un freno al mio proverbiale entusiasmo. Troppe parole da scrivere, troppe immagini da inserire... ma chi me lo fa fare?
Ed ecco la brillante idea: data la particolarità del tema, niente recensione tradizionale! Seguendo un trend molto in voga su YouTube, mi limiterò ad elencare i dieci motivi per cui “Osama Game The Animation” può essere considerato come uno degli anime più brutti di tutti i tempi.
Però anche trovare dieci motivi validi è una bella seccatura! In fondo Lisa, la piantina di “Life is Strange”, l'ho lasciata morire per molto meno... Così, per evitarmi questa faticaccia, riciclerò biecamente alcuni commenti lasciati dallo staff ai vari episodi dell'anime, e a me poi non resterà che estendere un po' i concetti già espressi da loro. Non c'è che dire, come plagio è geniale!
Numero Uno: “Capisco perfettamente perché il Re voglia ammazzarli tutti: sono uno più irritante dell'altro, a partire dal protagonista!” (LaMelina)
Quello che dice la mia esimia collega è la pura verità: i personaggi di “Osama Game The Animation” sono le figure più imbarazzanti dai tempi dei disegni degli uomini primitivi sulle rocce (che però a differenza di Nobuaki e compagnia almeno un'utilità ce l'avevano!). La loro caratterizzazione psicologica è a dir poco scandalosa: individui che si comportano in modo illogico, che agiscono sulla spinta di idee strampalate e motivazioni senza senso, che sono in possesso di una moralità così volubile e contraddittoria da apparire poco credibile, perfino in una situazione limite come questa. E così, già dopo pochi episodi, si comincia davvero a fare il tifo per il Re nella speranza che, dietro la sua crudeltà, si nasconda una nobile missione di pulizia del mondo cartonato dal pericolo rappresentato da questi quattro mentecatti.
Numero Due: “Ma in effetti i genitori di 'sti alunni che cadono come mosche non si stanno allarmando?!” (Arashi84)
Credo che questa sia una caratteristica dell'anime che abbiamo notato un po' tutti: ma dove caspita è finito il resto del mondo? Ci sono ragazzi che cadono come mosche, vittime di un killer misterioso e spietato, ma non ci sono né ambulanze né polizia né genitori preoccupati; niente di niente. Più si va avanti, più la situazione peggiora: se ogni tanto appare un passante, c'è da gridare al miracolo. Arrivati a un certo punto, poi, i membri delle classi coinvolte nel gioco sembrano essere diventati gli unici superstiti di un pianeta disabitato; e stanno morendo l'uno dopo l'altro anche loro!
Numero Tre: “Ma perché inizia da metà storia? Scelta discutibile” (Ironic74)
La passione del capo per la declamazione di sintetici motti di saggezza ha generato un commento che riesce a introdurre benissimo anche questo altro evidente difetto. Al gioco prendono parte due classi differenti in due periodi diversi. Fin qui non ci sarebbe nulla di strano, almeno se l'anime seguisse una linea temporale classica; ma questo è “Osama Game The Animation”, l'anime in cui, se c'è qualcosa che rischia di avere un senso compiuto, viene immediatamente cambiato con qualcosa di confuso e inutile. Che senso ha iniziare con la seconda parte della storia per poi tornare alla prima e, poi, andare avanti e indietro da un contesto temporale all'altro? Ma, oltre al fastidio di dover subire questo ping-pong, c'è anche un problema molto più pratico generato da questa scelta che io ritengo insensata: agendo così, vengono introdotti tutti assieme un numero di personaggi pari al totale dei componenti di due classi, e sono così tanti che lo spettatore fa fatica a ricordarne più di cinque o sei. Più di una volta mi son trovato a domandarmi: "E adesso questo chi cavolo è?"
Numero Quattro: “Onesto, non so più come commentarlo. Il livello è talmente basso in tutto che parlarne male sarebbe un atto di pura crudeltà. Flashback inutile, sceneggiatura ridicola e animazioni pessime. Supplizio” (Thorgrim)
Il tuo commento dice tutto, amico mio, il vero scandalo di “Osama Game The Animation” è la sua sceneggiatura. Chi ha concepito questo anime probabilmente non conosce il senso del ridicolo, dato che ha continuato a proporre in continuazione situazioni, eventi e colpi di scena che sembrano essere stati ideati completamente a casaccio.
A questo punto faccio una piccola pausa. No, non ho intenzione di andarmi a fare un sonnellino, anche se ammetto di essere tentato dall'idea; devo soltanto avvertire chi, nonostante tutto, abbia ancora intenzione di andarsi a guardare questo "fantastico" anime di smettere di leggere la recensione, perché i prossimi sei punti contengono pesanti spoiler. So che non è bello, ma è necessario per due motivi: il primo è che per far capire perché questo anime è talmente brutto da non poter non essere visto, bisogna necessariamente raccontare alcune delle le sue "scene clou"; il secondo è che devo elencare dieci punti, e dopo quattro già m'è passata la voglia. Quindi, facciamo così: vi andate a vedere l'anime, poi tornate qui e vi leggete il resto. In questo modo, dopo aver speculato sul numero di caratteri usati per mettere assieme la presente recensione attraverso il plagio, speculerò pure sulle visualizzazioni ottenute facendovi leggere la mia recensione due volte.
Numero Cinque: "C'è una tipa che dice apertamente di voler usare qualsiasi trucco per sterminare tutti, e nessuno, dico nessuno, fa nulla per neutralizzarla?" (npepataecozz)
Questo è sicuramente il commento migliore fra quelli che ho letto finora. Nella classe numero due (seguendo una linea temporale normale) appare Natsuko, una studentessa che per salvare sé stessa non esita a sacrificare i suoi compagni. La ragazza non fa nessun mistero della cosa e agisce alla luce del sole; quindi tutti sanno che si tratta di un soggetto pericolosissimo. Ma, dato che non spara "palle di fuoco dagli occhi" ma è una semplice ragazza delle superiori, perché a nessuno viene in mente di legarla?
Numero Sei: “Il protagonista non ha un cervello, poteva farlo lui con l'amico, anche da svenuto, ed eravamo tutti più felici! XD” (Arashi84)
Mia impagabile amica (impagabile nel senso che non avrai un soldo), so che è già la seconda volta che uso un tuo commento, ma non potevo lasciarmi scappare questo come cornice alla scena più famosa e discussa di questo anime. E che può essere riassunta in questo modo: Nobuaki ha un amico a cui tiene tantissimo. L'amico di Nobuaki, deve fare sesso in tutta fretta con qualcuno per evitare una grave sciagura. Nonostante ciò Nobuaki non ha intenzione di sacrificare la sua virilità per salvare l'amico. Nobuaki, però, ha una ragazza che ama tantissimo. Nobuaki è un pessimo elemento. Non essere come Nobuaki.
Numero Sette: “Ma perché continuano a immolarsi tutti per lui?!” (ReiRan)
I motivi per lamentarsi del buon Nobuaki sono tantissimi. In primis: se sapeva che il gioco del Re sarebbe ricominciato, coinvolgendo una nuova classe, perché cavolo si è iscritto nuovamente a scuola?
In secondo luogo: perché va cianciando che la collaborazione è l'unica via di salvezza, quando invece sa benissimo che non è così? Eppure Nobuaki riesce a conquistare i cuori delle persone, che non esitano a sacrificarsi per il suo bene. Cara Rei, nemmeno io riesco a capire bene il perché di questo; probabilmente sarà per la sua aria da "vorrei sacrificarmi io per gli altri, ma il destino non me lo consente". Nobuaki, ma va...
Numero Otto: “Ora pure il parrucchiere in erba sfruttato sessualmente da quella matta...” (Reiran)
Doppio plagio anche per l'impagabile Rei. Nell'anime il Re alterna due fasi: quella del porco e quella del sadico assassino. Durante la prima, in particolare, dà ordini che vanno da semplici palpeggiamenti al sesso vero e proprio. In uno di questi il Re impone a Natsuko di fare l'amore con Teruaki, l'uomo che vuole sopravvivere al gioco perché il suo sogno è fare il barbiere. Ora, Natsuko è sicuramente un personaggio cattivo, ma è indubbiamente anche un bel tocco di figliola. Eppure, durante “l'esecuzione dell'ordine del Re”, Teruaki ha la stessa espressione di uno a cui hanno ucciso il gatto, e dopo la “terribile” esperienza medita vendetta per il torto subito. Non so voi, ma io al posto suo avrei sopportato la pena stoicamente e non avrei serbato rancore per nessuno.
Numero Nove: “E io che stavo quasi per cedere all'errore di 'dropparlo'... almeno tre scene da cineteca del trash” (Metaldevilgear)
Metal parla solo di tre scene, perché si riferisce, ovviamente, solo a un singolo episodio, ma tutto l'anime è strapieno di "trashume": persone che parlano tranquillamente mentre prendono fuoco, tizi che regalano cappelli a cadaveri senza testa, maratone corse al contrario, seghe elettriche che spuntano dalle tasche... elencarle tutte è impossibile. Ve lo ripeto ancora una volta, se vi piace guardare prodotti di scarsa qualità per farvi quattro risate in compagnia, “Osama Game The Animation” potrebbe diventare un habitué delle vostre serate.
Numero Dieci: “Cioè, non solo ci hanno propinato questa schifezza per dodici episodi, ma avrà anche un continuo?!” (Thorgrim)
E siamo arrivati alla parte migliore dell'anime, quella in cui si vede tutto il potenziale horror di questo titolo. Se volevano spaventarci, infatti, in questo modo ci sono riusciti alla perfezione.
La recensione finisce qui, perché, ovviamente, una degna conclusione richiederebbe del tempo, e io ho di meglio da fare. Lasciatemi però ringraziare i ragazzi dello staff per l'uso senza permesso dei loro commenti, Amarantakiller per la supervisione del testo, Oberon per la supervisione delle immagini e Ironic per avermi dato il permesso di scrivere questa recensione un po' particolare. Sì, lo so cosa state pensando: “Ma, se hai coinvolto tutta questa gente, c'è qualcosa che hai fatto tu, o hanno fatto tutto gli altri?”. Mistero...
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"Osama Game The Animation", anime del 2017 tratto da una serie di romanzi per cellulare, è considerato da molti uno dei peggiori prodotti che l'animazione nipponica ci ha offerto negli ultimi anni.
Moltissimi giustamente lo criticano per le più giustificate motivazioni: storia assurda, svolgimento illogico, buchi di trama abbastanza evidenti, una quantità assurdamente elevata di personaggi, dei quali forse solo tre ottengono una caratterizzazione (due dei quali pessima), tempi di narrazione sbagliati, animazioni orrende, plot twist imbarazzanti e tanto altro ancora.
Ma merita veramente tutto questo accanimento? Io non credo. Questo prodotto è nato sapendo di essere un anime di serie C, tratto da materiale di serie C con un budget di serie C. Forse la presenza di Miyano Mamoru (Okarin di "Steins;Gate" o Light Yagami di "Death Note") e Horie Yui (Tsubasa Hanekawa di "Monogatari Series") più una buona opening potevano aumentare le aspettative su un anime che non ha mai avuto la presunzione di considerarsi di una categoria superiore. L'anime riesce a fare quello per cui è stato realizzato: intrattenere la propria audience. Io, come moltissimi altri, siamo arrivati al dodicesimo episodio soprassedendo al caotico procedere della storia, incuriositi dal mistero legato al Re e in attesa della meritata morte della folle Natsuko.
"Osama Game The Animation" è un prodotto che sa catturare il proprio pubblico: chiamatela sindrome di Stoccolma, masochismo o altri nomi ancora, ma ha quella scintilla, quella caratteristica indefinibile che manca alla maggior parte dei media, e per questo è meritevole di lode. Molti anime con budget e ambizioni molto superiori sono finiti nell'oblio, mentre un piccolo posto nei ricordi (belli o brutti che siano) sarà sempre riservato a "Osama Game The Animation": come non citare gli ultimi cinque minuti dell'episodio 6 con l'autocombustione dell'hacker albina? Una scena così sbagliata, assurda e incoerente con il resto dell'episodio ma comunque in sintonia con il carattere dell'anime.
"Osama Game The Animation", anime del 2017 tratto da una serie di romanzi per cellulare, è considerato da molti uno dei peggiori prodotti che l'animazione nipponica ci ha offerto negli ultimi anni.
Moltissimi giustamente lo criticano per le più giustificate motivazioni: storia assurda, svolgimento illogico, buchi di trama abbastanza evidenti, una quantità assurdamente elevata di personaggi, dei quali forse solo tre ottengono una caratterizzazione (due dei quali pessima), tempi di narrazione sbagliati, animazioni orrende, plot twist imbarazzanti e tanto altro ancora.
Ma merita veramente tutto questo accanimento? Io non credo. Questo prodotto è nato sapendo di essere un anime di serie C, tratto da materiale di serie C con un budget di serie C. Forse la presenza di Miyano Mamoru (Okarin di "Steins;Gate" o Light Yagami di "Death Note") e Horie Yui (Tsubasa Hanekawa di "Monogatari Series") più una buona opening potevano aumentare le aspettative su un anime che non ha mai avuto la presunzione di considerarsi di una categoria superiore. L'anime riesce a fare quello per cui è stato realizzato: intrattenere la propria audience. Io, come moltissimi altri, siamo arrivati al dodicesimo episodio soprassedendo al caotico procedere della storia, incuriositi dal mistero legato al Re e in attesa della meritata morte della folle Natsuko.
"Osama Game The Animation" è un prodotto che sa catturare il proprio pubblico: chiamatela sindrome di Stoccolma, masochismo o altri nomi ancora, ma ha quella scintilla, quella caratteristica indefinibile che manca alla maggior parte dei media, e per questo è meritevole di lode. Molti anime con budget e ambizioni molto superiori sono finiti nell'oblio, mentre un piccolo posto nei ricordi (belli o brutti che siano) sarà sempre riservato a "Osama Game The Animation": come non citare gli ultimi cinque minuti dell'episodio 6 con l'autocombustione dell'hacker albina? Una scena così sbagliata, assurda e incoerente con il resto dell'episodio ma comunque in sintonia con il carattere dell'anime.
Già dal primo episodio di "Osama Game The Animation" ci sono tutti i presupposti per abbandonare la serie. "Purtroppo" sono contro l'abbandono e cerco di dare sempre una possibilità di ripresa, anche per solo un episodio. Cosa che qui non accade.
Nobuaki, il protagonista, è un povero ragazzo che si ritrova coinvolto per ben due volte (molto fortunato, eh!) nel "Gioco del Re", un gioco in cui il "Re" manda degli ordini tramite cellulare, e disobbedire equivale alla morte. Leggendo la trama, potrebbe sembrare un horror davvero intrigante, peccato che episodio dopo episodio mi sia sentita alla fiera degli orrori e dell'assurdità, partendo proprio dal protagonista, che tenta più volte di sacrificarsi per salvare i compagni, ma c'è sempre qualcuno pronto a sacrificarsi per lui. Perché sacrificarsi per il nuovo compagno di classe di cui non si conosce pressoché nulla o con cui a malapena hai parlato per cinque minuti? Ancora non riesco a capirlo.
Altra nota di disappunto: gli autori dell'anime hanno cercato di unire due diversi archi temporali narrati da due diverse novel, con dei flashback che duravano per interi episodi. Il motivo di questa scelta mi è ancora oscuro, visto che avrebbero potuto narrare prima un arco temporale (con la prima partita di Nobuaki) e poi il secondo (con la seconda partita). Con l'uso dei flashback non solo la narrazione sembra altalenante e noiosa, ma addirittura non si ha il tempo di affezionarsi ai personaggi che via via ci lasciano, motivo per cui le morti non colpiscono assolutamente lo spettatore.
A proposito delle morti, una domanda mi ha attanagliato per l'intera durata della serie: ma nessuno si rende conto di intere classi di ragazzi che scompaiono? Nessuno nota i corpi? Il sangue? Ribadisco, la fiera dell'assurdità.
Tralasciando l'anonimato di molti personaggi (alcuni dei quali compaiono solo per pochi secondi), quelli che riusciamo a conoscere un po' meglio non spiccano per integrità mentale (cito un esempio evidente già dai primissimi episodi: Natsuko), per non parlare di alcune morti veramente assurde (non mi addentro nell'argomento, per evitare spoiler ai coraggiosi che guarderanno questa serie).
In alcuni episodi avevo avvistato un barlume di miglioramento, ovvero quando cercano di capire qualcosa di più sul "Re", ma si è dimostrato essere un falso allarme, visto che è ritornato sulle righe dei precedenti episodi.
Dulcis in fundo, il finale: credo che per molti si possa definire una "liberazione", e non solo perché si tratta del dodicesimo episodio, ma proprio per ciò che accade. Peccato che dopo l'ending ecco giungere il vero colpo di scena: "To be continued". Inutile dire che mi è partita una serie consecutiva di "Doushite?" ("Perché?") e, se ci penso, potrei riprendere e continuare per qualche ora.
Perché ho dato 4 e non un punteggio inferiore? E' vero, non riesco a trovare un pregio in quest'anime (forse l'opening soltanto si salva), le animazioni sono pessime, i personaggi sono perlopiù psicopatici e assurdi… però è stato talmente brutto, da non poter non guardare l'episodio successivo per vedere fino a quanto potesse spingersi in basso, ma anche per capire se il Re fosse uno dei personaggi, e per assistere alla morte del personaggio più odiato della serie (e, proprio perché accade, mi sento di dar 4 e non 2).
In conclusione, consiglio l'anime solo a coloro che hanno del tempo da perdere e a coloro che amano l'eccesso di assurdo.
Nobuaki, il protagonista, è un povero ragazzo che si ritrova coinvolto per ben due volte (molto fortunato, eh!) nel "Gioco del Re", un gioco in cui il "Re" manda degli ordini tramite cellulare, e disobbedire equivale alla morte. Leggendo la trama, potrebbe sembrare un horror davvero intrigante, peccato che episodio dopo episodio mi sia sentita alla fiera degli orrori e dell'assurdità, partendo proprio dal protagonista, che tenta più volte di sacrificarsi per salvare i compagni, ma c'è sempre qualcuno pronto a sacrificarsi per lui. Perché sacrificarsi per il nuovo compagno di classe di cui non si conosce pressoché nulla o con cui a malapena hai parlato per cinque minuti? Ancora non riesco a capirlo.
Altra nota di disappunto: gli autori dell'anime hanno cercato di unire due diversi archi temporali narrati da due diverse novel, con dei flashback che duravano per interi episodi. Il motivo di questa scelta mi è ancora oscuro, visto che avrebbero potuto narrare prima un arco temporale (con la prima partita di Nobuaki) e poi il secondo (con la seconda partita). Con l'uso dei flashback non solo la narrazione sembra altalenante e noiosa, ma addirittura non si ha il tempo di affezionarsi ai personaggi che via via ci lasciano, motivo per cui le morti non colpiscono assolutamente lo spettatore.
A proposito delle morti, una domanda mi ha attanagliato per l'intera durata della serie: ma nessuno si rende conto di intere classi di ragazzi che scompaiono? Nessuno nota i corpi? Il sangue? Ribadisco, la fiera dell'assurdità.
Tralasciando l'anonimato di molti personaggi (alcuni dei quali compaiono solo per pochi secondi), quelli che riusciamo a conoscere un po' meglio non spiccano per integrità mentale (cito un esempio evidente già dai primissimi episodi: Natsuko), per non parlare di alcune morti veramente assurde (non mi addentro nell'argomento, per evitare spoiler ai coraggiosi che guarderanno questa serie).
In alcuni episodi avevo avvistato un barlume di miglioramento, ovvero quando cercano di capire qualcosa di più sul "Re", ma si è dimostrato essere un falso allarme, visto che è ritornato sulle righe dei precedenti episodi.
Dulcis in fundo, il finale: credo che per molti si possa definire una "liberazione", e non solo perché si tratta del dodicesimo episodio, ma proprio per ciò che accade. Peccato che dopo l'ending ecco giungere il vero colpo di scena: "To be continued". Inutile dire che mi è partita una serie consecutiva di "Doushite?" ("Perché?") e, se ci penso, potrei riprendere e continuare per qualche ora.
Perché ho dato 4 e non un punteggio inferiore? E' vero, non riesco a trovare un pregio in quest'anime (forse l'opening soltanto si salva), le animazioni sono pessime, i personaggi sono perlopiù psicopatici e assurdi… però è stato talmente brutto, da non poter non guardare l'episodio successivo per vedere fino a quanto potesse spingersi in basso, ma anche per capire se il Re fosse uno dei personaggi, e per assistere alla morte del personaggio più odiato della serie (e, proprio perché accade, mi sento di dar 4 e non 2).
In conclusione, consiglio l'anime solo a coloro che hanno del tempo da perdere e a coloro che amano l'eccesso di assurdo.
Sono in momenti come questi che maledico la mia mania completista, che mi spinge a concludere ogni serie che inizio a guardare.
Esprimere i miei sentimenti e le mie considerazioni riguardo "Ousama Game The Animation" (d'ora in poi chiamato da me semplicemente "Ousama Game") sarebbe facilissimo, lo stesso anime mi corre in aiuto (non so se a causa di un lampo di lucida autoironia o di scellerata e pessima scelta di parole), e infatti, per descrivere la serie, potrei usare le stesse parole che Natsuko riferisce a Nobuaki per descrivere il comportamento di Kenta all'inizio dell'ottavo episodio, definendolo talmente stupido, che potrebbe appartenere a una specie protetta.
Ma invece non lo farò, perché la mia recensione nasce da una necessità, quella di far desistere, attraverso le mie parole, quanti più spettatori possibile dalla anche più lontana idea di intraprendere la visione di "Ousama Game". Perché, anche se non ne ho mai capito il motivo, visto che con me non funziona, esiste una categoria di persone che trova divertente e piacevole guardare roba brutta e fatta male. Ma "Ousama Game" è quanto di più lontano possa esistere da qualcosa di divertente. Parafrasando una frase che lessi una volta su una recensione riguardante un film, "Ousama Game" non è una di quelle serie talmente brutte da sembrare belle, ma appartiene a quella strettissima cerchia di anime talmente brutti che, se diventano belli, poi fanno il giro completo e tornano ad essere una schifezza.
A rendere ben chiaro di cosa sto parlando ci pensano i primi episodi. Piuttosto che impostare un lento svolgimento degli eventi, tale da intaccare la psiche dei protagonisti e portarli alla follia grazie a una serie di situazioni, per giungere infine al climax, "Ousama Game" schiaccia sull'acceleratore e parte subito con situazioni estreme che portano immediatamente alla pazzia e alla anarchia personaggi e gruppi. A questo punto l'anime avrebbe potuto fare una scelta che poteva, non dico salvare, ma rendere più piacevole la visione della serie, ovvero mantenere a zero l'empatia con i personaggi e giocarsi tutto sulla fantasia e quantità di emoglobina contenuta nelle morti: in questo modo lo spettatore si sarebbe almeno goduto lo spettacolo di vedere degli stupidi avere ciò che si meritavano. Ma "Ousama Game" fallisce anche in questo a causa di una eccessiva quantità di personaggi, tutti riconducibili a tre caratteristiche caratteriali: il protagonista Nobuaki, la 'sfiga' incarnata, che, benché abbia visto e fatto cose che farebbero impazzire il novanta per cento della popolazione mondiale, continua a seguire imperterrito il suo cammino sulla via dell'eroe; personaggi che per varie ragioni si sacrificano per lui (per amicizia, per quanto riguarda i personaggi maschili, per amore, se si parla dei personaggi femminili); tutti gli altri, che non si fanno scrupoli a sacrificare gli altri concorrenti nel gioco per riuscire a sopravvivere, perché, dopotutto, "homo homini lupus" ecc. Tutto questo porta alla creazione di situazioni altamente prevedibili (e quindi noiose) nello svolgimento, e anche le morti finiscono per essere poco inventive.
Anche dal punto di vista narrativo non c'è da stare allegri, con un utilizzo sbagliatissimo dei tempi. A partire dai flashback, metodo utilizzato in maniera confusa nella prima parte, per essere poi accantonato e poi ripreso per trenta secondi nel penultimo episodio; poi si passa a trattare in maniera veloce e confusionaria parti potenzialmente molto interessanti e divertenti (l'origine del gioco, il gioco con le dita, la sfida finale), per lasciare spazio a parti monotone e noiose (la corsa).
Come ciliegina sulla torta di questo grandissimo fallimento c'è anche un finale inconcludente che apre le porte a un seguito. Tremo al solo pensiero.
E tutto questo porta alla amara constatazione che l'unico reale difetto di "Ousama Game" è che esiste.
Io ho finito. Ho fatto del mio meglio e ora sta a voi se seguire il mio (estremamente saggio) consiglio o scegliere di compiere un pesantissimo atto di autolesionismo, decidendo di guardare le dodici puntate che compongono "Ousama Game".
Esprimere i miei sentimenti e le mie considerazioni riguardo "Ousama Game The Animation" (d'ora in poi chiamato da me semplicemente "Ousama Game") sarebbe facilissimo, lo stesso anime mi corre in aiuto (non so se a causa di un lampo di lucida autoironia o di scellerata e pessima scelta di parole), e infatti, per descrivere la serie, potrei usare le stesse parole che Natsuko riferisce a Nobuaki per descrivere il comportamento di Kenta all'inizio dell'ottavo episodio, definendolo talmente stupido, che potrebbe appartenere a una specie protetta.
Ma invece non lo farò, perché la mia recensione nasce da una necessità, quella di far desistere, attraverso le mie parole, quanti più spettatori possibile dalla anche più lontana idea di intraprendere la visione di "Ousama Game". Perché, anche se non ne ho mai capito il motivo, visto che con me non funziona, esiste una categoria di persone che trova divertente e piacevole guardare roba brutta e fatta male. Ma "Ousama Game" è quanto di più lontano possa esistere da qualcosa di divertente. Parafrasando una frase che lessi una volta su una recensione riguardante un film, "Ousama Game" non è una di quelle serie talmente brutte da sembrare belle, ma appartiene a quella strettissima cerchia di anime talmente brutti che, se diventano belli, poi fanno il giro completo e tornano ad essere una schifezza.
A rendere ben chiaro di cosa sto parlando ci pensano i primi episodi. Piuttosto che impostare un lento svolgimento degli eventi, tale da intaccare la psiche dei protagonisti e portarli alla follia grazie a una serie di situazioni, per giungere infine al climax, "Ousama Game" schiaccia sull'acceleratore e parte subito con situazioni estreme che portano immediatamente alla pazzia e alla anarchia personaggi e gruppi. A questo punto l'anime avrebbe potuto fare una scelta che poteva, non dico salvare, ma rendere più piacevole la visione della serie, ovvero mantenere a zero l'empatia con i personaggi e giocarsi tutto sulla fantasia e quantità di emoglobina contenuta nelle morti: in questo modo lo spettatore si sarebbe almeno goduto lo spettacolo di vedere degli stupidi avere ciò che si meritavano. Ma "Ousama Game" fallisce anche in questo a causa di una eccessiva quantità di personaggi, tutti riconducibili a tre caratteristiche caratteriali: il protagonista Nobuaki, la 'sfiga' incarnata, che, benché abbia visto e fatto cose che farebbero impazzire il novanta per cento della popolazione mondiale, continua a seguire imperterrito il suo cammino sulla via dell'eroe; personaggi che per varie ragioni si sacrificano per lui (per amicizia, per quanto riguarda i personaggi maschili, per amore, se si parla dei personaggi femminili); tutti gli altri, che non si fanno scrupoli a sacrificare gli altri concorrenti nel gioco per riuscire a sopravvivere, perché, dopotutto, "homo homini lupus" ecc. Tutto questo porta alla creazione di situazioni altamente prevedibili (e quindi noiose) nello svolgimento, e anche le morti finiscono per essere poco inventive.
Anche dal punto di vista narrativo non c'è da stare allegri, con un utilizzo sbagliatissimo dei tempi. A partire dai flashback, metodo utilizzato in maniera confusa nella prima parte, per essere poi accantonato e poi ripreso per trenta secondi nel penultimo episodio; poi si passa a trattare in maniera veloce e confusionaria parti potenzialmente molto interessanti e divertenti (l'origine del gioco, il gioco con le dita, la sfida finale), per lasciare spazio a parti monotone e noiose (la corsa).
Come ciliegina sulla torta di questo grandissimo fallimento c'è anche un finale inconcludente che apre le porte a un seguito. Tremo al solo pensiero.
E tutto questo porta alla amara constatazione che l'unico reale difetto di "Ousama Game" è che esiste.
Io ho finito. Ho fatto del mio meglio e ora sta a voi se seguire il mio (estremamente saggio) consiglio o scegliere di compiere un pesantissimo atto di autolesionismo, decidendo di guardare le dodici puntate che compongono "Ousama Game".
"Knock Knock"
"Chi è?"
"La tua dignità. È chiaro che, se hai deciso di arrivare fino in fondo a quest’anime, a un certo punto abbiamo preso strade diverse, e quindi niente... volevo solo dirti addio"
Questa è la conversazione che ho avuto con me stessa dopo aver visto "Ousama Game", anime di dodici episodi andato in onda dall'ottobre al dicembre 2017.
Nel solito liceo giapponese, arriva il solito studente trasferito, Nobuaki Kanazawa, ragazzo inizialmente chiuso ma che già verso la fine del primo episodio sembra essersi fatto tanti begli amici nella sua classe. Fra i soliti eventi scolastici, la vita scorre tranquilla, finché i ragazzi non cominciano a ricevere strani messaggi con ordini emanati dal fantomatico Re, che promette creative punizioni a chi deciderà di non partecipare a questo divertentissimo gioco. Ora, secondo voi, gli ordini possono mai essere: "Salva la cheerleader, salva il mondo"? Certo che no! Il Re, da grande guardone pervertito qual è, vuole che: si palpi il seno della ragazza A, che B e C facciano sesso, che D scelga quattro persone a caso da uccidere... insomma, roba di gran classe, che ve lo dico a fare. Se tutti prendono questi SMS come uno scherzo, Nobuaki ne è molto inquietato, perché, rullo di tamburi, lui al gioco ci ha già partecipato! Ed è stato l’unico a sopravvivere! (Carràmba! Che sorpresa!)
Da qui in poi, la serie è un susseguirsi di morti violente, non solo della classe protagonista, dato che gli sceneggiatori ci deliziano anche con flashback informativi sulla prima volta che Nobuaki ha partecipato al gioco (due classi sterminate al prezzo di una, cosa si può chiedere di più?).
Sinceramente, credo che quest’anime sia un fallimento su tutti i fronti.
Partiamo da quell'anima candida che è il protagonista.
Nobuaki è il solito pappamolle petulante che pensa che ogni cosa sia colpa sua - dovevo fare più attenzione, dovevo tenerlo l’occhio, dovevo essere in due posti contemporaneamente -, giura di proteggere persone varie dal gioco, ma, ovviamente, quelle muoiono, e lui si fa venire le crisi di pianto (non fare promesse cretine la prossima volta, ti pare? Eh? Eh? Eh?).
Ma gli altri personaggi non sono da meno, attenzione. Tutti che o cercano di sacrificare i compagni di classe per salvarsi la pelle o si immolano per il protagonista, che è il personaggio più inutile della storia, anzi li ‘seccia’ malamente, perché ogni volta che dice che non vuole che qualcuno muoia, quello muore immediatamente. In entrambi i casi, questa gente non si sopporta e, di conseguenza, la loro sorte ci è assolutamente indifferente. Menzione d’onore per Natsuko, davvero mi mancano le parole per descriverla... "Dio, ti prego, ti prego, uccidila, uccidila, ti prego" conta?
Passiamo ora alla trama.
Parlo con quelli che, come me, hanno visto la serie dall'inizio alla fine... ma secondo voi gli sceneggiatori si drogano? No, perché non ha senso questo anime. Io non so se l’intenzione fosse una specie di analisi antropologica culturale, del tipo: davanti a morte certa, vincerebbe l’istinto di sopravvivenza o cercherebbero di salvarsi a vicenda? Perché a me è sembrato solo che si sia messa a nudo l’egoistica natura umana contro il protagonista broccolo, che ha un crollo psicologico ogni volta che si rende conto che il potere dell’amicizia ha fallito.
Altra scelta assolutamente discutibile è stata il condurre due storyline allo stesso tempo, quella della classe attuale di Nobuaki e quella dei flashback. È come se avessero realizzato due serie, ma avessero scoperto in un secondo momento di non avere il budget per produrle entrambe e non hanno saputo cosa fare con il materiale di quella che sarebbe stata la prima stagione. E allora, dopo tutte queste ricerche, che facciamo, non la mettiamo questa roba? La mettiamo, è ovvio!
Come se non bastasse, è chiaro che questi adolescenti vivono in una bolla. Ora, io lo so che ci sono state più apparizioni del Mostro di Lockness che dei genitori dei liceali giapponesi, ma qui si esagera. Stanno morendo come mosche, chi con la testa tagliata, chi appeso al soffitto, chi smembrato sul pavimento, e nessuno, né genitori né insegnati, nemmeno il vicino curioso, letteralmente nessuno se ne interessa? Suvvia, è ridicolo.
Devo però ammettere che questo anime ha anche regalato perle rare di trash: la tizia che gioca con il preservativo usato, le spensierate conversazioni circondati da sangue e pezzi di cadaveri, il taglio di capelli mentre si sta decidendo a chi spezzare le dita (non sia mai che uno muoia senza i capelli Pantene che fanno 'swish'). Ma questi sono solo alcuni esempi, si potrebbe scrivere una tesi di laurea sull'argomento. Non manca l’hacker adolescente che offre una spiegazione così campata in aria, che la si vede fluttuare mentre con la manina le fanno ciao ciao. Vanno addirittura al villaggio abbandonato (e qui ogni riferimento a "Mayoiga" è puramente casuale).
I dialoghi non sono da meno. Una serie di botta e risposta indegna anche di bambini di cinque anni, il tutto corredato da azioni che proprio ti fanno cadere le braccia.
Il finale, poi, è un abominio. Dico solo che compaiono una motosega e una scalinata per il paradiso. Che poi si conclude con la scritta "To Be Continued". Ma che è, una minaccia?
La serie non è nemmeno godibile dal punto di vista tecnico: opening ed ending mediocri, cali grafici con personaggi che perdono tutta la faccia e chara design estremamente semplice e indegno di nota.
Davvero, non c’è ragione di vedere quest’anime, a meno che non vogliate ‘trollarlo’ con i vostri amici, si intende.
Riassumendolo in una frase o meno: "Più che un anime, una violenza psicologica"
"Chi è?"
"La tua dignità. È chiaro che, se hai deciso di arrivare fino in fondo a quest’anime, a un certo punto abbiamo preso strade diverse, e quindi niente... volevo solo dirti addio"
Questa è la conversazione che ho avuto con me stessa dopo aver visto "Ousama Game", anime di dodici episodi andato in onda dall'ottobre al dicembre 2017.
Nel solito liceo giapponese, arriva il solito studente trasferito, Nobuaki Kanazawa, ragazzo inizialmente chiuso ma che già verso la fine del primo episodio sembra essersi fatto tanti begli amici nella sua classe. Fra i soliti eventi scolastici, la vita scorre tranquilla, finché i ragazzi non cominciano a ricevere strani messaggi con ordini emanati dal fantomatico Re, che promette creative punizioni a chi deciderà di non partecipare a questo divertentissimo gioco. Ora, secondo voi, gli ordini possono mai essere: "Salva la cheerleader, salva il mondo"? Certo che no! Il Re, da grande guardone pervertito qual è, vuole che: si palpi il seno della ragazza A, che B e C facciano sesso, che D scelga quattro persone a caso da uccidere... insomma, roba di gran classe, che ve lo dico a fare. Se tutti prendono questi SMS come uno scherzo, Nobuaki ne è molto inquietato, perché, rullo di tamburi, lui al gioco ci ha già partecipato! Ed è stato l’unico a sopravvivere! (Carràmba! Che sorpresa!)
Da qui in poi, la serie è un susseguirsi di morti violente, non solo della classe protagonista, dato che gli sceneggiatori ci deliziano anche con flashback informativi sulla prima volta che Nobuaki ha partecipato al gioco (due classi sterminate al prezzo di una, cosa si può chiedere di più?).
Sinceramente, credo che quest’anime sia un fallimento su tutti i fronti.
Partiamo da quell'anima candida che è il protagonista.
Nobuaki è il solito pappamolle petulante che pensa che ogni cosa sia colpa sua - dovevo fare più attenzione, dovevo tenerlo l’occhio, dovevo essere in due posti contemporaneamente -, giura di proteggere persone varie dal gioco, ma, ovviamente, quelle muoiono, e lui si fa venire le crisi di pianto (non fare promesse cretine la prossima volta, ti pare? Eh? Eh? Eh?).
Ma gli altri personaggi non sono da meno, attenzione. Tutti che o cercano di sacrificare i compagni di classe per salvarsi la pelle o si immolano per il protagonista, che è il personaggio più inutile della storia, anzi li ‘seccia’ malamente, perché ogni volta che dice che non vuole che qualcuno muoia, quello muore immediatamente. In entrambi i casi, questa gente non si sopporta e, di conseguenza, la loro sorte ci è assolutamente indifferente. Menzione d’onore per Natsuko, davvero mi mancano le parole per descriverla... "Dio, ti prego, ti prego, uccidila, uccidila, ti prego" conta?
Passiamo ora alla trama.
Parlo con quelli che, come me, hanno visto la serie dall'inizio alla fine... ma secondo voi gli sceneggiatori si drogano? No, perché non ha senso questo anime. Io non so se l’intenzione fosse una specie di analisi antropologica culturale, del tipo: davanti a morte certa, vincerebbe l’istinto di sopravvivenza o cercherebbero di salvarsi a vicenda? Perché a me è sembrato solo che si sia messa a nudo l’egoistica natura umana contro il protagonista broccolo, che ha un crollo psicologico ogni volta che si rende conto che il potere dell’amicizia ha fallito.
Altra scelta assolutamente discutibile è stata il condurre due storyline allo stesso tempo, quella della classe attuale di Nobuaki e quella dei flashback. È come se avessero realizzato due serie, ma avessero scoperto in un secondo momento di non avere il budget per produrle entrambe e non hanno saputo cosa fare con il materiale di quella che sarebbe stata la prima stagione. E allora, dopo tutte queste ricerche, che facciamo, non la mettiamo questa roba? La mettiamo, è ovvio!
Come se non bastasse, è chiaro che questi adolescenti vivono in una bolla. Ora, io lo so che ci sono state più apparizioni del Mostro di Lockness che dei genitori dei liceali giapponesi, ma qui si esagera. Stanno morendo come mosche, chi con la testa tagliata, chi appeso al soffitto, chi smembrato sul pavimento, e nessuno, né genitori né insegnati, nemmeno il vicino curioso, letteralmente nessuno se ne interessa? Suvvia, è ridicolo.
Devo però ammettere che questo anime ha anche regalato perle rare di trash: la tizia che gioca con il preservativo usato, le spensierate conversazioni circondati da sangue e pezzi di cadaveri, il taglio di capelli mentre si sta decidendo a chi spezzare le dita (non sia mai che uno muoia senza i capelli Pantene che fanno 'swish'). Ma questi sono solo alcuni esempi, si potrebbe scrivere una tesi di laurea sull'argomento. Non manca l’hacker adolescente che offre una spiegazione così campata in aria, che la si vede fluttuare mentre con la manina le fanno ciao ciao. Vanno addirittura al villaggio abbandonato (e qui ogni riferimento a "Mayoiga" è puramente casuale).
I dialoghi non sono da meno. Una serie di botta e risposta indegna anche di bambini di cinque anni, il tutto corredato da azioni che proprio ti fanno cadere le braccia.
Il finale, poi, è un abominio. Dico solo che compaiono una motosega e una scalinata per il paradiso. Che poi si conclude con la scritta "To Be Continued". Ma che è, una minaccia?
La serie non è nemmeno godibile dal punto di vista tecnico: opening ed ending mediocri, cali grafici con personaggi che perdono tutta la faccia e chara design estremamente semplice e indegno di nota.
Davvero, non c’è ragione di vedere quest’anime, a meno che non vogliate ‘trollarlo’ con i vostri amici, si intende.
Riassumendolo in una frase o meno: "Più che un anime, una violenza psicologica"