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Manga18

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Questa serie soffre di un grandissimo problema: adatta la prima saga del manga omonimo.
Peccato che quest'ultimo sia il seguito di "Grappler Baki", 370 capitoli dove il vero protagonista è proprio Baki. E infatti si nota nei commenti degli episodi una differenza fra chi ha visto le due serie del 2001 (che adattano "Grappler Baki") e chi non lo ha fatto, che infatti parla di personaggi nuovi a caso (quando di nuovi ce ne sono forse due/tre oltre ai detenuti) e di poco interesse per il protagonista.

Tornando a una vera recensione, devo dire che non sono rimasto deluso: "Baki" parla di lotta, e in queste puntate di lotta ce n'è tantissima, tornano inoltre i personaggi più iconici delle prime saghe e altri si redimono da quanto sembravano inutili.

Profondamente consigliato, se vi è piaciuto "Kengan Ashura" (altra serie Netflix) e se amate le arti marziali che, per quanto estremizzate, sono rappresentate in maniera abbastanza verosimile nelle tecniche (così come i muscoli).


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alagaesia

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7,5
Ci troviamo di fronte a un anime un po' particolare e, per questo, difficile da valutare in modo oggettivo.

Intanto, parto dicendo che non ho letto il manga e, soprattutto, non ho visto le stagioni precedenti a quella presente su Netflix (un'unica stagione divisa in due parti, di tredici episodi ciascuna), per cui inizialmente (dato che appunto non ero a conoscenza dell'esistenza delle stagioni precedenti) ho storto un po' il naso, perché non avveniva una vera e propria introduzione alla storia e ai personaggi principali. Detto questo, bisogna ammettere che la trama praticamente non c'è. O meglio, è un qualcosa di preso solo come mezzo per mettere in scena quelli che sono il punto di forza di questo anime, ovvero i combattimenti. Senza se e senza ma, qui la gente si mena e stop. Fine.

La caratterizzazione dei personaggi è nulla, l'ambientazione idem, la trama, come detto, non porta a niente.
E allora perché ho dato 7,5, che è comunque un voto positivo? Beh, perché semplicemente, secondo me, questa serie non va vista in quest'ottica. Se si ragiona in termini di trama, personaggi, narrazione e sviluppo della storia, è chiaro che questo anime meriterebbe un 2 al massimo, ma non credo che sia questa la pretesa della serie. Qui l'obiettivo è far divertire gli spettatori, facendo loro vedere la gente che fa a botte ai limiti dell'umano, con spargimenti di sangue e violenza a volontà e combattimenti surreali, il tutto coadiuvato da una buona grafica e da un chara design quasi surreale per le espressioni che si dipingono nei volti dei personaggi mentre combattono. In quest'ottica, l'anime è per me molto positivo e piacevole da vedere, per cui si guadagna il voto che gli ho assegnato.

Concludo ripetendo, se cercate un battle shounen con trama e personaggi avvincenti, avete sbagliato serie. Se, invece, cercate qualcosa per svagarvi un po' e vi piace la vista del sangue e dei combattimenti estremamente cruenti e ve ne fregate altamente dello sviluppo della storia, questo anime fa sicuramente al caso vostro. Attendo con discreta ansia la seconda stagione, in uscita su Netflix il 4 Giugno.


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Ryu81

Episodi visti: 17/26 --- Voto 1
I più pericolosi criminali del pianeta, imbattuti guerrieri dalla forza sovrumana, decidono di scoprire il significato della sconfitta e raggiungono il Giappone per affrontare l’uomo più forte del mondo. Altri non è che Baki, un ragazzino di appena quattordici anni, cresciuto e allevato dal padre alla lotta.
Che ‘figata’! Una roba così grezza e raffinata come un diretto di Tyson sul naso non capitava da tanto. “Baki” è una serie visivamente grottesca quanto vedere la finale di Mister Olympia, una sequela di freak muscolosi. Solo che qua, invece che mettersi in pose ridicole e fare sorrisi da strafatti di steroidi, si menano. Perfetto!

E invece no. La serie va avanti con una sceneggiatura che non ha un focus preciso, procede saltellando tra un personaggio e l’altro, e ad un certo punto pare si dimentichi del protagonista.
“Ma che importa, non c’interessa una sceneggiatura di Aaron Sorkin! Vogliamo vedere la gente che se mena!”, direte voi. E avreste ragione, se non fosse che le botte non trasmettono nessuna sensazione, nessun dolore, nessuno sforzo, nessuna fatica. Speravo che i corpi, così grotteschi, aggiungessero quella sensazione di muscoli tirati al limite, di forza dirompente ai limiti dell’umano. Ma, se lo fai con animazioni al risparmio e modelli poligonali che sembrano degli scatoloni, no!
Bocciato.


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Fabfab

Episodi visti: 13/26 --- Voto 6
E' un anime visto quasi per caso su Netflix.
La storia ha poco senso, ho avuto la sensazione che ne manchi una parte, non so se esista un prequel oppure se hanno deciso di trasporre in animazione un pezzo avanzato del manga. Sì, potrei informarmi, ma alla fine "Baki" mi ha intrattenuto con il suo gusto per il grottesco - nello stile di animazione e nello svolgimento dei combattimenti -, ma non mi ha lasciato molto al termine della visione e non mi spinge a sbattermi per approfondire. Gli scontri sono abbastanza interessanti, ma c'è un'esagerazione di sangue in ogni circostanza, e spesso sembra che i contendenti siano morti, vista la gravità delle ferite riportate, salvo ritrovarli in piedi l'episodio successivo con qualche benda... straniante! La cosa più strana è comunque il fatto che l'anime è intitolato a Baki, ma lui si vede poco e fa ancora meno nel corso di questi tredici episodi...
In definitiva, uno shonen un po' diverso dal solito, ma incompiuto.


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andrea delo

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
E' un anime scoperto grazie a un AMV su YouTube. Inizialmente devo dire che l'anime, guardando appunto degli AMV su YouTube, non riusciva ad attirarmi (forse perché abituato ad altri tipi di shounen), ma ho comunque fatto un tentativo, guardando il primo episodio su Netflix, e mi sono dovuto ricredere. Per essere uno shounen, i combattimenti, a parer mio, sono fatti veramente bene (anche se forse viene utilizzato in maniera eccessiva l'elemento del sangue) e i personaggi sono quasi tutti sviluppati in maniera sufficiente; però, se da un lato ci sono un gran numero di combattimenti (che è il punto di forza dell'anime), dall'altra c'è la storia dell'anime che, ahimè, non raggiunge la sufficienza.
In conclusione, è un anime che consiglio, se volete vedere qualcuno prendersi a cazzottate.
Voto finale: 8


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DoN TeO

Episodi visti: 12/26 --- Voto 8
Ho scoperto questo anime grazie a Netflix.
Il tratto tondeggiante e "gonfio" mi attirava da una parte, e dall'altra mi faceva storcere il naso. Così, per togliermi il dubbio una volta per tutte, ho deciso di vedere il primo episodio: la trama scorre veloce e senza intoppi, direi che è molto densa di avvenimenti e non perde mai tempo in ciò che non è attinente al plot.
Manca solo un episodio per concludere la visione dei primi tredici messi a disposizione da Netflix, ma per ora posso dire che mi piace parecchio: chiaramente l'anime deve essere contestualizzato. Infatti siamo di fronte a una serie che fa del trash il suo cavallo di battaglia.

La trama parte molto spedita, fornendoci la presentazione degli antagonisti e le loro motivazioni in un solo episodio, tutti i restanti sono di pura azione in un susseguirsi di scontri letteralmente all'ultimo sangue, con colpi e mosse (e violenza) ai limiti dell'assurdo. Siamo a livelli di splatter davvero alti, ma... per fortuna non si prende mai seriamente, infatti i protagonisti non si nascondono dietro a un dito, tirando fuori motivazioni come onore, rispetto, salvare la Terra o altri simili ideali. Qui siamo di fronte a intrattenimento, la trama è solo un banale pretesto per mettere in scena scontri esagerati che faranno divertire. Ecco, proprio questa è la parola chiave: "divertire". Non troverete in "Baki" una trama interessante o i tanto amati plot twist; qui ci sono solo cazzotti e divertimento a non finire: mai (o quasi) un momento morto, pochi flashback, tanta, tantissima azione!
Se cercate questo, "Baki" fa decisamente al caso vostro!

P.S. Ho scoperto che questa serie è solo uno dei tre archi narrativi delle vicende di "Baki", più precisamente parrebbe essere quello centrale. Ecco spiegato perché l'opera parte dando già per scontate diverse nozioni che un utente "a digiuno di Baki" non potrebbe conoscere.