Jinkou Shoujo: Henshin Sex Android
L'idea alla base di Jinkou Shoujo: Henshin Sex Android, OAV di 2 episodi del 2009 noto anche col titolo inglese di Artificial Girl: Cosplay Sex Android, è piuttosto semplice e nel contempo assicura una certa diversità dalla maggior parte degli hentai (oltre che la possibilità di qualche scenetta comica): il protagonista Hirau entra in possesso, per sbaglio, di una sorta di embrione che si trasforma in una ragazza, un vero e proprio androide capace di cambiare le proprie fattezze, non solo i lineamenti del viso ma anche la grandezza del seno e l'altezza. Essendo Hirau un pervertito che vorrebbe fare sesso con personaggi dei fumetti, idol, vicine di casa per cui aveva una cotta anni prima e colleghe di lavoro (come il 99% dei giapponesi, se dovessimo dar conto agli anime) ed essendo quest'opera un hentai, si può ben immaginare come il ragazzo decida di sfruttare le abilità della sua ragazza-androide, con reciproco piacere ovviamente, perché anche Seri, questo il nome dell'androide, non è insensibile e frigida.
La capacità della fanciulla-androide di trasformarsi genera alcune gag comiche (dovute spesso e volentieri alle reazioni di Hirau, insoddisfatto delle trasformazioni di lei), ma permette anche citazioni di altri anime, grazie alle trasformazioni in Lamù dell'omonima opera e di Minami Asakura di Touch, nonché una certa varietà di rapporti sessuali (cosa che in un hentai, visto l'argomento dominante, dovrebbe essere positiva), compreso, nel finale, un ménage à trois in cui è coinvolta una collega di lavoro di Hirau e in cui l'androide si improvvisa futanari (ossia ragazza col pene, per chi non conoscesse il gergo hentai).
Il character design è gradevole, le animazioni molto buone, il doppiaggio nella norma delle produzioni di questo genere, quindi sufficiente nei dialoghi e piuttosto ispirato nei vari gemiti e gridolini di piacere. Un appassionato di hentai potrebbe trovarla una visione interessante, in parte diversa da quelle solite e, perché no, anche divertente, benché non sia nulla di davvero irresistibile.
La capacità della fanciulla-androide di trasformarsi genera alcune gag comiche (dovute spesso e volentieri alle reazioni di Hirau, insoddisfatto delle trasformazioni di lei), ma permette anche citazioni di altri anime, grazie alle trasformazioni in Lamù dell'omonima opera e di Minami Asakura di Touch, nonché una certa varietà di rapporti sessuali (cosa che in un hentai, visto l'argomento dominante, dovrebbe essere positiva), compreso, nel finale, un ménage à trois in cui è coinvolta una collega di lavoro di Hirau e in cui l'androide si improvvisa futanari (ossia ragazza col pene, per chi non conoscesse il gergo hentai).
Il character design è gradevole, le animazioni molto buone, il doppiaggio nella norma delle produzioni di questo genere, quindi sufficiente nei dialoghi e piuttosto ispirato nei vari gemiti e gridolini di piacere. Un appassionato di hentai potrebbe trovarla una visione interessante, in parte diversa da quelle solite e, perché no, anche divertente, benché non sia nulla di davvero irresistibile.