Pictures at an Exhibition
Pictures at an exhibition è un'opera per pianoforte di Mussorgskij, arrangiata per orchestra da tanti autori, in particolare da Ravel. C'è da catalogare anche gli Emerson, Lake & Palmer, che negli anni '70 sfornarono un capolavoro rock-progressive ispirato a queste note.
Il lungo brano di Mussorgskij si rifaceva bene o male ad una serie di figure, così come questa riproposizione di Tezuka si rifà ad una serie di altre figure, più spiccatamente moderne, sempre con quel fare critico e sessantottino del rimaneggiatore.
Il primo ad essere bersagliato è il giornalista, fisionomicamente "diabolico", incapace nel dar giudizi e critiche, non solo venduto a chi più corrompe, ma anche ipocrita nell'esporre i suoi pareri. Il suo mettere nel giacchino la foto di una donna ignuda subito dopo aver inveito contro quella di una coppia che si bacia all'aperto rende bene l'idea. Successivamente abbiamo una serie variopinta di categorie umane, dal chirurgo al monaco, dal soldato all'imprenditore, associate anche ad un variopinto tipo di stili grafici.
C'è da dire che alcuni temi sono i soliti di Tezuka e riscontrabili altrove. V'è una certa animosità nei confronti degli eventi bellici e del mondo militare, così come si hanno rimostranze anche nei confronti della deturpazione naturale dovuta alla tecnicizzazione umana, cosa già visibile nell'altro mediometraggio musicale "Legend of the forest".
Il finale è una summa di tutti i personaggi che fuoriescono dal teatro in modo pomposo, come in un antico trionfo. Non mi è ben chiaro il significato del crollo dell'arco, ma c'è da dire che il titolo di questo spezzone è, per l'appunto, "conclusione allegorica".
Il lungo brano di Mussorgskij si rifaceva bene o male ad una serie di figure, così come questa riproposizione di Tezuka si rifà ad una serie di altre figure, più spiccatamente moderne, sempre con quel fare critico e sessantottino del rimaneggiatore.
Il primo ad essere bersagliato è il giornalista, fisionomicamente "diabolico", incapace nel dar giudizi e critiche, non solo venduto a chi più corrompe, ma anche ipocrita nell'esporre i suoi pareri. Il suo mettere nel giacchino la foto di una donna ignuda subito dopo aver inveito contro quella di una coppia che si bacia all'aperto rende bene l'idea. Successivamente abbiamo una serie variopinta di categorie umane, dal chirurgo al monaco, dal soldato all'imprenditore, associate anche ad un variopinto tipo di stili grafici.
C'è da dire che alcuni temi sono i soliti di Tezuka e riscontrabili altrove. V'è una certa animosità nei confronti degli eventi bellici e del mondo militare, così come si hanno rimostranze anche nei confronti della deturpazione naturale dovuta alla tecnicizzazione umana, cosa già visibile nell'altro mediometraggio musicale "Legend of the forest".
Il finale è una summa di tutti i personaggi che fuoriescono dal teatro in modo pomposo, come in un antico trionfo. Non mi è ben chiaro il significato del crollo dell'arco, ma c'è da dire che il titolo di questo spezzone è, per l'appunto, "conclusione allegorica".
Che cos'è la musica? Io credo che rispondere a questa domanda non sia così semplice, eppure ognuno di noi è a contatto ogni giorno con un qualche genere di musica. Anzi credo che molti non si farebbero scrupoli ad affermare che se esiste un linguaggio universale dev'essere questo. Forse il problema sta proprio qui. La parola universale toglie la possibilità d'interpretazione della musica e la riduce a ciò che oggi in linea di massima tende a essere: un piacevole sottofondo.
Può darsi sia questo il motivo che tiene lontane molte persone da opere "strettamente" musicali e soprattutto senza quei dialoghi che a volte sembrano addirittura diventare necessità fisiologiche per lo spettatore moderno. Ebbene sappiate che Pictures at an exibition è proprio un'opera di questo genere, decisamente sperimentale, ma che sa catturare e donare qualcosa, fosse solo un sorriso, a tutti coloro che decidano di guardarla con un minimo di curiosità.
Il cortometraggio (30 minuti circa) fu realizzato nel 1966 da Tezuka e il suo staff e fa parte di quei corti sperimentali, liberi da restrizioni commerciali e prodotti lungo tutto l'arco della sua carriera artistica, che permisero all'autore di esprimersi come meglio credeva. In quest'opera ad accompagnare le immagini non ci sono dialoghi, ma la musica, un riarrangiamento di Pictures at an exibition composto nel 1874 dal musicista russo Modest Musorgskij. La si potrebbe quasi definire una personale versione di Tezuka di Fantasia, anche se i temi che vengono trattati in questo corto sono molto lontani da quelli del "film" della Disney.
Ciò che ci viene mostrato sono le storie di dieci quadri, ognuno raffigurato con uno stile diverso: le vite, le abitudini, le "convenzioni sociali di vari eroi dei nostri giorni".
#1 Il giornalista
Questo episodio, conosciuto anche come "Il critico", ci mostra un uomo dall'aspetto grottesco, che cammina sulle mani e compie azioni in pieno contrasto alla deontologia della sua professione. Per tutto il tempo il giornalista non fa che seguire quello che la convenienza e l'egoismo gli consigliano e per tutto il tempo Tezuka non fa che ridicolizzarlo, facendo una vera e propria satira di chi ha in mano il potere dell'informazione e lo piega al servizio di chiunque sia abbastanza ricco o potente da potersi permettere di comprarlo; ma anche di una società tirannica, o forse semplicemente ottusa, che censura arbitrariamente qualunque cosa trovi "indecente".
Sicuramente Tezuka nel fare questo guardava alla storia passata, ma anche alla società in cui viveva, che più volte fece provare sulla sua pelle che cosa volesse dire.
#2 Il giardiniere del parco artificiale
In questo episodio un insetto antropomorfico si ritrova in una città del futuro. Assetato per il viaggio cerca dell'acqua da bere, ma tutto ciò che incontra sembra essere artificiale.
Il tema centrale del racconto è simile a quello di Drop, un altro corto prodotto nel 1965, ma i toni e l'epilogo di questa storia sono molto più drammatici dell'avventura del marinaio.
C'è un verso della Ballata del vecchio marinaio di Coleridge che a mio avviso descrive perfettamente la situazione dei protagonisti dei due film: Acqua, acqua dappertutto, ma nemmeno una goccia da bere.
#3 Il chirurgo estetico
Questo episodio è una divertente parodia del mestiere di chirugo estetico, in cui un dottore si cimenta in improbabili operazioni senza curarsi minimamente della ragione per cui i pazienti desiderano sottoporsi a un intervento e facendo tutto quello che gli viene chiesto.
#4 Il proprietario di una grande fabbrica
Il proprietario di una fabbrica decide di dotarsi di macchinari sempre più moderni, arrivando al punto di sostituire tutti i suoi operai con delle macchine ottenendo un risultato a dir poco disastroso e che ricorda tanto la scena di Tempi moderni, in cui Charlot viene "sopraffatto" da un moderno marchingegno.
Ancora una volta Tezuka mostra il suo scetticismo nello sviluppo senza freni della scienza.
#5 Beatnik
Sebbene questo titolo identifichi i membri della beat generation, in maniera negativa tra l'altro, la storia dei pulcini che danzano non sembra essere altro che un divertissement, ispirato forse più al quadro della mostra del 1874 che la musica di Musorgskij avrebbe dovuto accompagnare che agli "eroi dei nostri giorni".
#6 Il lottatore di boxe
Una storia sull'effimera illusione di grandezza che deriva dalla fama e dal denaro interpretata da un elefante che si improvvisa lottatore di boxe. Anche questo è un racconto dai toni leggeri, ma che riesce comunque nel suo scopo. In particolare è interessante l'espediente grafico dell'elefante che diventa sempre più grande di pari passo con l'aumentare della sua notorietà e che finisce per sgonfiarsi come un pallone quando un altro idolo prende il suo posto sulla scena.
#7 La stella della TV
La protagonista è la classica primadonna viziata, che non muove un dito se tutto non è come vuole lei e, anche quando lo fa, sembra sia solo per la sua infinita bontà. Ma la cosa più ironica è il mondo che la circonda, che la crede insostituibile quando in realtà per recitare il suo ruolo andrebbe bene chiunque.
#8 Il monaco zen
Un austero monaco zen resta immobile e indifferente agli eventi del mondo, qualunque cosa accade attorno a lui resta immobile, ma alla fine l'inganno viene svelato e anche il religioso finisce per rendersi ridicolo. L'episodio è una frecciatina alla superficialità con cui molte persone, in primis coloro che dovrebbero rappresentare gli esempi da seguire, seguono i precetti delle dottrine che predicano.
#9 Soldati
Questa è una delle storie più dure e tragiche del cortometraggio, un racconto sulla guerra, sempre fortemente osteggiata da Tezuka in tutte le sue opere. In questa guerra non c'è spazio per la generosità e anche un tentativo interessato di un soldato di aiutare una civile non può che finire in tragedia. Talmente grandi sono la sofferenza e il caos che permeano il breve racconto che anche l'immagine sulla tela finisce per scomparire, sostituita da un confuso ondeggiare di colori.
#10 Conclusione allegorica
L'ultimo quadro rappresenta la grande sfilata in pompa magna dei nostri eroi verso le porte del paradiso. Tutti i protagonisti degli episodi precedenti passano sotto un grande arco di trionfo salutando gli spettatori, mentre le statue che decorano la struttura li osservano pensierose.
Al termine del cortometraggio scopriremo che i veri eroi di ogni giorno sono proprio loro.
In conclusione ritengo che Pictures at an exibition sia davvero un ottimo cortometraggio, forse il migliore tra quelli prodotti da Tezuka, una fusione perfetta tra musica e immagini, la cui unica pecca è probabilmente quella di risultare non troppo originale nei temi proposti. Nondimeno questa "sinfonia" merita sicuramente di essere vista e ascoltata. E poi dura solo trenta minuti.
Può darsi sia questo il motivo che tiene lontane molte persone da opere "strettamente" musicali e soprattutto senza quei dialoghi che a volte sembrano addirittura diventare necessità fisiologiche per lo spettatore moderno. Ebbene sappiate che Pictures at an exibition è proprio un'opera di questo genere, decisamente sperimentale, ma che sa catturare e donare qualcosa, fosse solo un sorriso, a tutti coloro che decidano di guardarla con un minimo di curiosità.
Il cortometraggio (30 minuti circa) fu realizzato nel 1966 da Tezuka e il suo staff e fa parte di quei corti sperimentali, liberi da restrizioni commerciali e prodotti lungo tutto l'arco della sua carriera artistica, che permisero all'autore di esprimersi come meglio credeva. In quest'opera ad accompagnare le immagini non ci sono dialoghi, ma la musica, un riarrangiamento di Pictures at an exibition composto nel 1874 dal musicista russo Modest Musorgskij. La si potrebbe quasi definire una personale versione di Tezuka di Fantasia, anche se i temi che vengono trattati in questo corto sono molto lontani da quelli del "film" della Disney.
Ciò che ci viene mostrato sono le storie di dieci quadri, ognuno raffigurato con uno stile diverso: le vite, le abitudini, le "convenzioni sociali di vari eroi dei nostri giorni".
#1 Il giornalista
Questo episodio, conosciuto anche come "Il critico", ci mostra un uomo dall'aspetto grottesco, che cammina sulle mani e compie azioni in pieno contrasto alla deontologia della sua professione. Per tutto il tempo il giornalista non fa che seguire quello che la convenienza e l'egoismo gli consigliano e per tutto il tempo Tezuka non fa che ridicolizzarlo, facendo una vera e propria satira di chi ha in mano il potere dell'informazione e lo piega al servizio di chiunque sia abbastanza ricco o potente da potersi permettere di comprarlo; ma anche di una società tirannica, o forse semplicemente ottusa, che censura arbitrariamente qualunque cosa trovi "indecente".
Sicuramente Tezuka nel fare questo guardava alla storia passata, ma anche alla società in cui viveva, che più volte fece provare sulla sua pelle che cosa volesse dire.
#2 Il giardiniere del parco artificiale
In questo episodio un insetto antropomorfico si ritrova in una città del futuro. Assetato per il viaggio cerca dell'acqua da bere, ma tutto ciò che incontra sembra essere artificiale.
Il tema centrale del racconto è simile a quello di Drop, un altro corto prodotto nel 1965, ma i toni e l'epilogo di questa storia sono molto più drammatici dell'avventura del marinaio.
C'è un verso della Ballata del vecchio marinaio di Coleridge che a mio avviso descrive perfettamente la situazione dei protagonisti dei due film: Acqua, acqua dappertutto, ma nemmeno una goccia da bere.
#3 Il chirurgo estetico
Questo episodio è una divertente parodia del mestiere di chirugo estetico, in cui un dottore si cimenta in improbabili operazioni senza curarsi minimamente della ragione per cui i pazienti desiderano sottoporsi a un intervento e facendo tutto quello che gli viene chiesto.
#4 Il proprietario di una grande fabbrica
Il proprietario di una fabbrica decide di dotarsi di macchinari sempre più moderni, arrivando al punto di sostituire tutti i suoi operai con delle macchine ottenendo un risultato a dir poco disastroso e che ricorda tanto la scena di Tempi moderni, in cui Charlot viene "sopraffatto" da un moderno marchingegno.
Ancora una volta Tezuka mostra il suo scetticismo nello sviluppo senza freni della scienza.
#5 Beatnik
Sebbene questo titolo identifichi i membri della beat generation, in maniera negativa tra l'altro, la storia dei pulcini che danzano non sembra essere altro che un divertissement, ispirato forse più al quadro della mostra del 1874 che la musica di Musorgskij avrebbe dovuto accompagnare che agli "eroi dei nostri giorni".
#6 Il lottatore di boxe
Una storia sull'effimera illusione di grandezza che deriva dalla fama e dal denaro interpretata da un elefante che si improvvisa lottatore di boxe. Anche questo è un racconto dai toni leggeri, ma che riesce comunque nel suo scopo. In particolare è interessante l'espediente grafico dell'elefante che diventa sempre più grande di pari passo con l'aumentare della sua notorietà e che finisce per sgonfiarsi come un pallone quando un altro idolo prende il suo posto sulla scena.
#7 La stella della TV
La protagonista è la classica primadonna viziata, che non muove un dito se tutto non è come vuole lei e, anche quando lo fa, sembra sia solo per la sua infinita bontà. Ma la cosa più ironica è il mondo che la circonda, che la crede insostituibile quando in realtà per recitare il suo ruolo andrebbe bene chiunque.
#8 Il monaco zen
Un austero monaco zen resta immobile e indifferente agli eventi del mondo, qualunque cosa accade attorno a lui resta immobile, ma alla fine l'inganno viene svelato e anche il religioso finisce per rendersi ridicolo. L'episodio è una frecciatina alla superficialità con cui molte persone, in primis coloro che dovrebbero rappresentare gli esempi da seguire, seguono i precetti delle dottrine che predicano.
#9 Soldati
Questa è una delle storie più dure e tragiche del cortometraggio, un racconto sulla guerra, sempre fortemente osteggiata da Tezuka in tutte le sue opere. In questa guerra non c'è spazio per la generosità e anche un tentativo interessato di un soldato di aiutare una civile non può che finire in tragedia. Talmente grandi sono la sofferenza e il caos che permeano il breve racconto che anche l'immagine sulla tela finisce per scomparire, sostituita da un confuso ondeggiare di colori.
#10 Conclusione allegorica
L'ultimo quadro rappresenta la grande sfilata in pompa magna dei nostri eroi verso le porte del paradiso. Tutti i protagonisti degli episodi precedenti passano sotto un grande arco di trionfo salutando gli spettatori, mentre le statue che decorano la struttura li osservano pensierose.
Al termine del cortometraggio scopriremo che i veri eroi di ogni giorno sono proprio loro.
In conclusione ritengo che Pictures at an exibition sia davvero un ottimo cortometraggio, forse il migliore tra quelli prodotti da Tezuka, una fusione perfetta tra musica e immagini, la cui unica pecca è probabilmente quella di risultare non troppo originale nei temi proposti. Nondimeno questa "sinfonia" merita sicuramente di essere vista e ascoltata. E poi dura solo trenta minuti.