Tokyo Babylon
Un anime ispirato all'omonimo manga, il quale, pur nella sua brevità, presenta delle sfumature molto complesse ed è molto intenso e lento nello svolgimento e nella rivelazione della sua essenza.
La grafica è molto retrò, in linea con il gusto degli anni '80 e '90. I toni chiari e scuri sono intensi e dal forte significato simbolico, che rimanda alle tinte dark e noir che caratterizzano le due vicende qui narrate.
I temi trattati vanno dal giallo al thriller, passando per l'esoterismo e l'occultismo, fino a toccare il noir, il dark, il gothic e qualche lieve tinta di horror. La trama si sviluppa, nel primo episodio, intorno ad un'organizzazione di individui senza scrupoli, dove il potere è conteso tra più persone, e alla morte di molte di queste in circostanze decisamente sospette ma anche inspiegabili. Il secondo episodio si sviluppa invece intorno ad una veggente e ad un maniaco assassino il quale uccide senza una ragione.
I personaggi sono caratterizzati abbastanza bene, soprattutto alcuni, per il fatto che viene presentato anche il loro passato, e quindi questo conferisce uno spessore che deve essere valutato appieno. Ciascuno dei due episodi è una storia a sé stante composta di più vicende che si intrecciano tra di loro e che costituiscono una compagine più ampia, la quale, inizialmente, non è ben facile da individuare, ma che, se ben ponderata, si rivela successivamente, e quindi ci porta alla conclusione della vicenda senza troppi pretesti. Il ritmo è molto lento e cadenzato, e questo lo si capisce dalla colonna sonora molto lenta e grave che inasprisce ulteriormente l'atmosfera cupa, malinconica, tetra, deprimente che caratterizza entrambe le vicende. Il mistero è predominante qui, ma a poco a poco si dissipa e lascia intravedere ciò che la vicenda nasconde. I personaggi sono molto diversificati. Il protagonista è timido e introverso, mentre i coprotagonisti sono l'esatto contrario. I personaggi di contorno sono abbastanza ben delineati. Tutti sono molto composti e non si scompongono quasi per niente, se non in rare volte.
Una serie che deve essere rivista con tutta calma. Il messaggio finale che traspare è che è una buona cosa aiutare il prossimo o la prossima, ma bisogna anche capire quando fermarsi, pur essendo dotati di grandi capacità. L'avevo già vista tempo addietro, e già qui non mi aveva appassionato fino in fondo. Tutto sommato, è una serie che ha una sua attrattiva discreta. Per me il voto è 7,5.
La grafica è molto retrò, in linea con il gusto degli anni '80 e '90. I toni chiari e scuri sono intensi e dal forte significato simbolico, che rimanda alle tinte dark e noir che caratterizzano le due vicende qui narrate.
I temi trattati vanno dal giallo al thriller, passando per l'esoterismo e l'occultismo, fino a toccare il noir, il dark, il gothic e qualche lieve tinta di horror. La trama si sviluppa, nel primo episodio, intorno ad un'organizzazione di individui senza scrupoli, dove il potere è conteso tra più persone, e alla morte di molte di queste in circostanze decisamente sospette ma anche inspiegabili. Il secondo episodio si sviluppa invece intorno ad una veggente e ad un maniaco assassino il quale uccide senza una ragione.
I personaggi sono caratterizzati abbastanza bene, soprattutto alcuni, per il fatto che viene presentato anche il loro passato, e quindi questo conferisce uno spessore che deve essere valutato appieno. Ciascuno dei due episodi è una storia a sé stante composta di più vicende che si intrecciano tra di loro e che costituiscono una compagine più ampia, la quale, inizialmente, non è ben facile da individuare, ma che, se ben ponderata, si rivela successivamente, e quindi ci porta alla conclusione della vicenda senza troppi pretesti. Il ritmo è molto lento e cadenzato, e questo lo si capisce dalla colonna sonora molto lenta e grave che inasprisce ulteriormente l'atmosfera cupa, malinconica, tetra, deprimente che caratterizza entrambe le vicende. Il mistero è predominante qui, ma a poco a poco si dissipa e lascia intravedere ciò che la vicenda nasconde. I personaggi sono molto diversificati. Il protagonista è timido e introverso, mentre i coprotagonisti sono l'esatto contrario. I personaggi di contorno sono abbastanza ben delineati. Tutti sono molto composti e non si scompongono quasi per niente, se non in rare volte.
Una serie che deve essere rivista con tutta calma. Il messaggio finale che traspare è che è una buona cosa aiutare il prossimo o la prossima, ma bisogna anche capire quando fermarsi, pur essendo dotati di grandi capacità. L'avevo già vista tempo addietro, e già qui non mi aveva appassionato fino in fondo. Tutto sommato, è una serie che ha una sua attrattiva discreta. Per me il voto è 7,5.
Questa serie di OAV è tratta dall'omonimo manga delle CLAMP e si compone di due episodi: "Strawberry Kiss Kiss", in cui il protagonista si trova alle prese con un assassino che sembra protetto dagli spiriti e una misteriosa donna che pratica la magia nera, e "Déjà Vu" che vede i nostri cercare di risolvere il caso di una serie di omicidi in metropolitana, aiutati da una post-veggente.
Protagonista è Subaru Sumeragi, potente onmyouji (più o meno un esorcista) appartenente ad una antichissima famiglia giapponese che da secoli protegge il Paese dagli spiriti maligni. Ad aiutarlo ci saranno la stravagante gemella Hokuto e Seishiro Sakurazuka, veterinario che con Subaru ha un rapporto piuttosto ambiguo (e forse molto più misterioso di quel che sembra).
Prima di passare all'analisi di quest'opera bisogna fare due premesse:
1) gli OAV di "Tokyo Babylon" non continuano in alcun modo la storia del manga, ma alla sua trama si rifanno. In questo senso, non sono una specie di film a sé stante, ma un piacevole riferimento all'opera cartacea, piacevole per chi lo ha visto o, come me, intende leggerlo (a breve);
2) in nessuno degli OAV sono presenti spoiler, per cui potete guardarli tranquillamente senza per questo "bruciarvi" la successiva lettura del manga.
Devo dire che questi due episodi mi sono piaciuti. In particolare il secondo, dai toni più cupi e misteriosi e di conseguenza più accattivante del primo. I disegni, poi, sono molto simili a quelli del manga, segno che l'obiettivo di imitare il più possibile lo stile originale CLAMP dell'epoca è ben riuscito. Certo, ovviamente risalendo quest'anime ai primi anni '90 il passaggio del tempo si vede eccome. Ma bisogna contestualizzare, tenendo conto della tecnologia disponibile all'epoca. Belle anche le musiche, che stavolta ho preferito nel primo OAV. Anche il doppiaggio giapponese è ottimo e si adatta perfettamente ai singoli personaggi.
Va comunque tenuto presente quello che dicevo: questi due OAV non hanno l'ambizione di essere due veri e grandi film, ma semplicemente due episodi che ambiscono a dare al neofita un assaggio del mondo di "Tokyo Babylon" (senza svelargli nulla) e a chi ha già letto il manga suscitare un po' di nostalgia. Quindi non vi aspettate grandi cose, ma se cercate una visione breve e piacevole, senza molto impegno, allora "Tokyo Babylon" è ciò che fa per voi.
Protagonista è Subaru Sumeragi, potente onmyouji (più o meno un esorcista) appartenente ad una antichissima famiglia giapponese che da secoli protegge il Paese dagli spiriti maligni. Ad aiutarlo ci saranno la stravagante gemella Hokuto e Seishiro Sakurazuka, veterinario che con Subaru ha un rapporto piuttosto ambiguo (e forse molto più misterioso di quel che sembra).
Prima di passare all'analisi di quest'opera bisogna fare due premesse:
1) gli OAV di "Tokyo Babylon" non continuano in alcun modo la storia del manga, ma alla sua trama si rifanno. In questo senso, non sono una specie di film a sé stante, ma un piacevole riferimento all'opera cartacea, piacevole per chi lo ha visto o, come me, intende leggerlo (a breve);
2) in nessuno degli OAV sono presenti spoiler, per cui potete guardarli tranquillamente senza per questo "bruciarvi" la successiva lettura del manga.
Devo dire che questi due episodi mi sono piaciuti. In particolare il secondo, dai toni più cupi e misteriosi e di conseguenza più accattivante del primo. I disegni, poi, sono molto simili a quelli del manga, segno che l'obiettivo di imitare il più possibile lo stile originale CLAMP dell'epoca è ben riuscito. Certo, ovviamente risalendo quest'anime ai primi anni '90 il passaggio del tempo si vede eccome. Ma bisogna contestualizzare, tenendo conto della tecnologia disponibile all'epoca. Belle anche le musiche, che stavolta ho preferito nel primo OAV. Anche il doppiaggio giapponese è ottimo e si adatta perfettamente ai singoli personaggi.
Va comunque tenuto presente quello che dicevo: questi due OAV non hanno l'ambizione di essere due veri e grandi film, ma semplicemente due episodi che ambiscono a dare al neofita un assaggio del mondo di "Tokyo Babylon" (senza svelargli nulla) e a chi ha già letto il manga suscitare un po' di nostalgia. Quindi non vi aspettate grandi cose, ma se cercate una visione breve e piacevole, senza molto impegno, allora "Tokyo Babylon" è ciò che fa per voi.
C'è una cosa che vorrei sapere: perchè questi due OAV si chiamano "Tokyo Babylon"?
Esiste un manga che porta lo stesso titolo, ma in comune a questa coppia di episodi ha solo il nome e tre personaggi. Tale manga è una serie di episodi incentrati su temi riguardanti la realtà giapponese, con uno sfondo esoterico e una morale; questi OAV sono dei gialli-polizieschi. Addirittura, nel primo OAV la componente soprannaturale è talmente marginale da risultare inutile e risparmiabile.
A grandi linee, questi OAV sembrano essere stati creati prendendo dal manga vari elementi (l'inugami, il sakanagi, la morte attraverso una specie di tempesta di petali di ciliegio...) e persino alcune inquadrature (ad esempio, le ultime tre immagini di questa pagina) per poi mescolarli in due trame perfette per un film di Detective Conan. Per quanto riguarda le animazioni, sono quelle tipiche dei primi anni Novanta, il disegno varia da episodio ad episodio: nel primo, i personaggi sono praticamente quasi abbozzati, nel secondo si cerca di essere più fedeli al tratto clampiano, ottenendone una versione più tondeggiante. Mistero sui capelli neri di Seishiro inspiegabilmente diventati blu. Riguardo le due colonne sonore/ending, Kiss Kiss non mi è piaciuta per niente, Dejà vu è alquanto anonima. Per il doppiaggio (originale, in quanto questi OAV sono inediti in Italia), Itou e Koyasu sono nella norma, Yamaguchi dà un'interpretazione dolcissima.
Il primo OAV, la cui sceneggiatura è probabilmente stata scritta sulla base di un giallo Mondadori particolarmente insipido, non dice niente. All'inizio ci viene mostrato Subaru che esorcizza una moto e da questo si capisce che il ragazzo è un esorcista; vediamo poi Hokuto allegra e vivace e da questo si capisce che la ragazza è allegra e vivace; vediamo poi Seishiro in una clinica veterinaria e da questo si capisce che l'uomo è un veterinario. Poi ci si dimentica di Hokuto e Seishiro - che ritornano un paio di volte per cinque minuti complessivi per fare un qualche siparietto - e si segue tutta la vicenda di Subaru alle prese con dei misteriosi incidenti in un cantiere, a cui si aggiungono una ragazza che cerca di vendicarsi (notare che mentre la ragazza ha pensieri omicidi si sente in sottofondo una canzone che fa "please, please, kiss kiss", davvero appropriata) e un investigatore. La trama prosegue finché Subaru non si ritrova faccia a faccia con il colpevole: viene preso a botte per bene, per poter poi permettere a Seishiro di fare la sua plateale entrata in scena e di fare fuori il colpevole nella maniera più truculenta possibile.
Nel secondo OAV, gli animatori hanno pensato bene di impegnarsi e di costruire una trama un filino più complessa, dando un minimo di profondità psicologica ai personaggi secondari e migliorando il disegno. Finalmente i tre protagonisti hanno qualcosa di tokyobabyloniano: Hokuto si mostra con abiti strambi (non ai livelli del manga, ma è già un passo avanti), Seishiro comincia a dire a Subaru frasi ambigue, supportato da Hokuto. In questo episodio, Subaru ha a che fare con un serial killer che uccide le sue vittime in metropolitana e con una ragazza dotata del potere di post veggenza; la co-protagonista di questo OAV è sicuramente il personaggio meglio curato di entrambi gli episodi, ancor più dei protagonisti, sinceramente lasciati a loro stessi. Nonostante tutto, mi sono dispiaciuta quando la madre finisce vittima del serial killer, soprattutto perchè già lo sospettavo; mi era simpatica... Anche qui, lo "scontro finale" avviene come nel primo episodio, con Subaru al tappeto e Seishiro che fa il figo mentre uccide l'antagonista; se non altro, in questo episodio c'è più azione e decisamente più pathos che nel primo, scialbo, OAV.
Una nota sull'apertura di questo secondo episodio: la celeberrima scena del patto tra un Subaru ancora bambino e un Seishiro adolescente sotto un ciliegio. Segno che gli animatori hanno cercato in ogni modo di riparare al primo OAV: la scena è identica a quella del manga (sebbene i sub italiani siano inspiegabilmente inventati senza alcun motivo) e dà un minimo di giustificazione al titolo.
Nel complesso, due OAV che non hanno nulla a che spartire con Tokyo Babylon, tanto valeva che al posto di Subaru, Hokuto e Seishiro avessero messo Conan, Ran e Goro, o chiunque altro, il risultato non sarebbe cambiato più di tanto. Il primo episodio risulta noioso, privo di mordente, con un disegno davvero insufficiente e una caratterizzazione dei personaggi pari a zero, risultando quasi stereotipati. Il secondo è, al contrario, molto più coinvolgente, complice una maggiore attenzione e cura di disegno, trama e personaggi.
Nonostante il secondo episodio mi sia piaciuto abbastanza, non posso mettere la sufficienza, dovendo contare globalmente anche il primo e tutto il vario lato tecnico. Non metto 4 perchè il secondo OAV risolleva il voto complessivo, non metto 6 perchè nessuno spaccerebbe mai tali episodi per "Tokyo Babylon". Questo è il mio giudizio, ma chi ama particolarmente il manga può comunque provare a dare un'occhiata al secondo episodio.
Esiste un manga che porta lo stesso titolo, ma in comune a questa coppia di episodi ha solo il nome e tre personaggi. Tale manga è una serie di episodi incentrati su temi riguardanti la realtà giapponese, con uno sfondo esoterico e una morale; questi OAV sono dei gialli-polizieschi. Addirittura, nel primo OAV la componente soprannaturale è talmente marginale da risultare inutile e risparmiabile.
A grandi linee, questi OAV sembrano essere stati creati prendendo dal manga vari elementi (l'inugami, il sakanagi, la morte attraverso una specie di tempesta di petali di ciliegio...) e persino alcune inquadrature (ad esempio, le ultime tre immagini di questa pagina) per poi mescolarli in due trame perfette per un film di Detective Conan. Per quanto riguarda le animazioni, sono quelle tipiche dei primi anni Novanta, il disegno varia da episodio ad episodio: nel primo, i personaggi sono praticamente quasi abbozzati, nel secondo si cerca di essere più fedeli al tratto clampiano, ottenendone una versione più tondeggiante. Mistero sui capelli neri di Seishiro inspiegabilmente diventati blu. Riguardo le due colonne sonore/ending, Kiss Kiss non mi è piaciuta per niente, Dejà vu è alquanto anonima. Per il doppiaggio (originale, in quanto questi OAV sono inediti in Italia), Itou e Koyasu sono nella norma, Yamaguchi dà un'interpretazione dolcissima.
Il primo OAV, la cui sceneggiatura è probabilmente stata scritta sulla base di un giallo Mondadori particolarmente insipido, non dice niente. All'inizio ci viene mostrato Subaru che esorcizza una moto e da questo si capisce che il ragazzo è un esorcista; vediamo poi Hokuto allegra e vivace e da questo si capisce che la ragazza è allegra e vivace; vediamo poi Seishiro in una clinica veterinaria e da questo si capisce che l'uomo è un veterinario. Poi ci si dimentica di Hokuto e Seishiro - che ritornano un paio di volte per cinque minuti complessivi per fare un qualche siparietto - e si segue tutta la vicenda di Subaru alle prese con dei misteriosi incidenti in un cantiere, a cui si aggiungono una ragazza che cerca di vendicarsi (notare che mentre la ragazza ha pensieri omicidi si sente in sottofondo una canzone che fa "please, please, kiss kiss", davvero appropriata) e un investigatore. La trama prosegue finché Subaru non si ritrova faccia a faccia con il colpevole: viene preso a botte per bene, per poter poi permettere a Seishiro di fare la sua plateale entrata in scena e di fare fuori il colpevole nella maniera più truculenta possibile.
Nel secondo OAV, gli animatori hanno pensato bene di impegnarsi e di costruire una trama un filino più complessa, dando un minimo di profondità psicologica ai personaggi secondari e migliorando il disegno. Finalmente i tre protagonisti hanno qualcosa di tokyobabyloniano: Hokuto si mostra con abiti strambi (non ai livelli del manga, ma è già un passo avanti), Seishiro comincia a dire a Subaru frasi ambigue, supportato da Hokuto. In questo episodio, Subaru ha a che fare con un serial killer che uccide le sue vittime in metropolitana e con una ragazza dotata del potere di post veggenza; la co-protagonista di questo OAV è sicuramente il personaggio meglio curato di entrambi gli episodi, ancor più dei protagonisti, sinceramente lasciati a loro stessi. Nonostante tutto, mi sono dispiaciuta quando la madre finisce vittima del serial killer, soprattutto perchè già lo sospettavo; mi era simpatica... Anche qui, lo "scontro finale" avviene come nel primo episodio, con Subaru al tappeto e Seishiro che fa il figo mentre uccide l'antagonista; se non altro, in questo episodio c'è più azione e decisamente più pathos che nel primo, scialbo, OAV.
Una nota sull'apertura di questo secondo episodio: la celeberrima scena del patto tra un Subaru ancora bambino e un Seishiro adolescente sotto un ciliegio. Segno che gli animatori hanno cercato in ogni modo di riparare al primo OAV: la scena è identica a quella del manga (sebbene i sub italiani siano inspiegabilmente inventati senza alcun motivo) e dà un minimo di giustificazione al titolo.
Nel complesso, due OAV che non hanno nulla a che spartire con Tokyo Babylon, tanto valeva che al posto di Subaru, Hokuto e Seishiro avessero messo Conan, Ran e Goro, o chiunque altro, il risultato non sarebbe cambiato più di tanto. Il primo episodio risulta noioso, privo di mordente, con un disegno davvero insufficiente e una caratterizzazione dei personaggi pari a zero, risultando quasi stereotipati. Il secondo è, al contrario, molto più coinvolgente, complice una maggiore attenzione e cura di disegno, trama e personaggi.
Nonostante il secondo episodio mi sia piaciuto abbastanza, non posso mettere la sufficienza, dovendo contare globalmente anche il primo e tutto il vario lato tecnico. Non metto 4 perchè il secondo OAV risolleva il voto complessivo, non metto 6 perchè nessuno spaccerebbe mai tali episodi per "Tokyo Babylon". Questo è il mio giudizio, ma chi ama particolarmente il manga può comunque provare a dare un'occhiata al secondo episodio.
Quando l'ho vista sono rimasta delusissima; m'aspettavo la storia completa di Subaru e Seishiro e invece si tratta di 2 sole puntate che mostrano il rapporto ancora agli albori dei due, che sembrano nate giusto per il desiderio dei fan più sfegatati... Il che l'avrei trovato comune se fosse una serie nata dopo X, mentre invece si tratta di una cosa anni luce lontana... In particolare non mi aspettavo fosse una serie così 'antica'... Un mini-anime giusto di sfizio, quindi, ma chi ha letto il manga lo apprezzerà...