Sword Art Online: Alicization
Questa è la recensione della terza stagione: se volete, potete recuperare le recensioni delle stagioni 1 e 2, che ho valutato molto bene, seppur con alti e bassi e vari difetti.
Questa stagione ha una piega completamente diversa ed è scritta in modo buono, con una gestione degli episodi ottima e una trama che riesce a prenderti nonostante gli 'spiegoni'. Le animazioni sono davvero strepitose e soprattutto riescono a soddisfare gli occhi. Ora però vado nel dettaglio, poiché questa stagione ha un solo arco narrativo, e soprattutto l'ho vista più recentemente, quindi posso analizzare più nel dettaglio le varie cose.
Personaggi: i personaggi sono scritti in modo buono per gli standard di questo anime, infatti seppur non molto approfonditi (parlo di quelli introdotti nella stagione) hanno comunque un minimo di backstory e non risultano fastidiosi. Nota un po' dolente è sicuramente il coprotagonista (stavolta maschio), che riesce comunque ad essere un buon personaggio di contorno, pur non avendo una buona backstory. Voto: 7.
Storia: la storia è interessante, prende abbastanza e riesce a stupire. Forse è merito della scrittura migliore dei personaggi e dell'incipit migliore della storia rispetto a quello della seconda stagione (primo arco narrativo). A valorizzare la storia, è sicuramente il primo episodio, che riesce a mettere subito curiosità ma anche dubbi e a porci delle domande a cui poi man mano verrà data risposta nell'arco della stagione.
Anche qui è utilizzato il fattore shock forzato, e in un caso abusato, però è una delle solite pecche dell'anime. Voto: 7,5.
Musica: nulla da dire, ottima. Voto: 8.
Comparto tecnico: animazione fluida, colori vivaci e begli effetti di colore, non è piena di dettagli (soprattutto il volto) ma comunque ben realizzata senza intoppi né troppi cali. Voto: 8.
Ritmo: questa è una pecca molto grande, perché con il ritmo di questo anime non ci siamo proprio, ci sono molti time skip e poi momenti che vengono raccontati in modo molto più lento. Insomma, non benissimo. Voto: 5,5.
Villain: il villain finale è abbastanza interessante e crudele, però ha anche le sue ragioni, è uno dei villain meglio caratterizzati della serie in toto e riesce a intrattenere (anche per alti motivi, tra cui l'estetica). È un villain che intriga, senza però infine grandi pretese; ha anche alcuni tirapiedi inutili e fastidiosi, che forse rovinano un po' il villain in sé. Voto: 7,5.
Combattimenti: la stagione ha davvero dei buoni combattimenti, ben animati e curati, riesce a sorprendere soprattutto il fatto che i combattimenti siano un po' più lunghi della media di questo anime e soprattutto (merito delle OST) riescono ad essere avvincenti al punto giusto, anche se alcuni di loro (rari casi) vengono mandati all'aria. Voto: 8.
Nel complesso, è un ottimo prodotto, non particolarmente sofisticato ma valido e abbastanza ben gestito, che lascia una piacevole visione e una buona voglia di continuare a guardare.
Questa stagione ha una piega completamente diversa ed è scritta in modo buono, con una gestione degli episodi ottima e una trama che riesce a prenderti nonostante gli 'spiegoni'. Le animazioni sono davvero strepitose e soprattutto riescono a soddisfare gli occhi. Ora però vado nel dettaglio, poiché questa stagione ha un solo arco narrativo, e soprattutto l'ho vista più recentemente, quindi posso analizzare più nel dettaglio le varie cose.
Personaggi: i personaggi sono scritti in modo buono per gli standard di questo anime, infatti seppur non molto approfonditi (parlo di quelli introdotti nella stagione) hanno comunque un minimo di backstory e non risultano fastidiosi. Nota un po' dolente è sicuramente il coprotagonista (stavolta maschio), che riesce comunque ad essere un buon personaggio di contorno, pur non avendo una buona backstory. Voto: 7.
Storia: la storia è interessante, prende abbastanza e riesce a stupire. Forse è merito della scrittura migliore dei personaggi e dell'incipit migliore della storia rispetto a quello della seconda stagione (primo arco narrativo). A valorizzare la storia, è sicuramente il primo episodio, che riesce a mettere subito curiosità ma anche dubbi e a porci delle domande a cui poi man mano verrà data risposta nell'arco della stagione.
Anche qui è utilizzato il fattore shock forzato, e in un caso abusato, però è una delle solite pecche dell'anime. Voto: 7,5.
Musica: nulla da dire, ottima. Voto: 8.
Comparto tecnico: animazione fluida, colori vivaci e begli effetti di colore, non è piena di dettagli (soprattutto il volto) ma comunque ben realizzata senza intoppi né troppi cali. Voto: 8.
Ritmo: questa è una pecca molto grande, perché con il ritmo di questo anime non ci siamo proprio, ci sono molti time skip e poi momenti che vengono raccontati in modo molto più lento. Insomma, non benissimo. Voto: 5,5.
Villain: il villain finale è abbastanza interessante e crudele, però ha anche le sue ragioni, è uno dei villain meglio caratterizzati della serie in toto e riesce a intrattenere (anche per alti motivi, tra cui l'estetica). È un villain che intriga, senza però infine grandi pretese; ha anche alcuni tirapiedi inutili e fastidiosi, che forse rovinano un po' il villain in sé. Voto: 7,5.
Combattimenti: la stagione ha davvero dei buoni combattimenti, ben animati e curati, riesce a sorprendere soprattutto il fatto che i combattimenti siano un po' più lunghi della media di questo anime e soprattutto (merito delle OST) riescono ad essere avvincenti al punto giusto, anche se alcuni di loro (rari casi) vengono mandati all'aria. Voto: 8.
Nel complesso, è un ottimo prodotto, non particolarmente sofisticato ma valido e abbastanza ben gestito, che lascia una piacevole visione e una buona voglia di continuare a guardare.
Che dire? Tutto un altro tipo di coinvolgimento rispetto alle stagioni precedenti!
Le qualità visive e sonore sono le solite: ottime.
Ciò su cui si è fatto un grande passo in avanti è la facilità con cui è possibile immergersi nella storia. Prima di tutto il balzo fra realtà e mondo virtuale non è così frequente come prima (perlomeno da quanto ho percepito io), permettendo allo spettatore di calarsi più facilmente nell'atmosfera della storia. Poi, quando questo passaggio avviene, ci regala avanzamento della storia, sia da una parte che dall'altra: se prima le cose più interessanti solitamente accadevano nel mondo virtuale, ora anche dall'altra parte c'è una storia interessante sin dall'inizio e non solo alla fine, come avviene invece nella seconda stagione.
Ci sono diversi elementi che le donano qualcosa in più rispetto alla gran parte degli archi narrativi precedenti: il simbolismo dei fiori per Kirito (best sad moment), la bella amicizia che nasce fra lui e il suo compagno, la rabbia che certi antagonisti - per quanto stereotipati - riescono a suscitarti, il fatto che di tutte le stagioni è l'unica in cui non ho 'skippato' nemmeno un minuto per colpa di qualche 'spiegone' inutile o battaglia ridicola...
Poi, ovviamente, ci sono anche lati un po' meno positivi, come il finale che può lasciare un po' interdetti. Oppure il fatto che la maggior parte delle volte i "buoni" siano fin troppo indulgenti con coloro che li mettono nelle peggiori situazioni, come quando ogni volta che si riferiscono a Kayaba pare quasi che parlino di un vecchio amico, mentre a mio parere è solo uno psicopatico per cui non riesco proprio a provare empatia. Però nulla di così grave da abbassare di tanto il voto complessivo.
Al netto di tutto, si può dire che nel racconto della storia si siano fatti passi avanti e che sia stata per me probabilmente la stagione più bella finora. Non un capolavoro, ma comunque piuttosto bella.
Le qualità visive e sonore sono le solite: ottime.
Ciò su cui si è fatto un grande passo in avanti è la facilità con cui è possibile immergersi nella storia. Prima di tutto il balzo fra realtà e mondo virtuale non è così frequente come prima (perlomeno da quanto ho percepito io), permettendo allo spettatore di calarsi più facilmente nell'atmosfera della storia. Poi, quando questo passaggio avviene, ci regala avanzamento della storia, sia da una parte che dall'altra: se prima le cose più interessanti solitamente accadevano nel mondo virtuale, ora anche dall'altra parte c'è una storia interessante sin dall'inizio e non solo alla fine, come avviene invece nella seconda stagione.
Ci sono diversi elementi che le donano qualcosa in più rispetto alla gran parte degli archi narrativi precedenti: il simbolismo dei fiori per Kirito (best sad moment), la bella amicizia che nasce fra lui e il suo compagno, la rabbia che certi antagonisti - per quanto stereotipati - riescono a suscitarti, il fatto che di tutte le stagioni è l'unica in cui non ho 'skippato' nemmeno un minuto per colpa di qualche 'spiegone' inutile o battaglia ridicola...
Poi, ovviamente, ci sono anche lati un po' meno positivi, come il finale che può lasciare un po' interdetti. Oppure il fatto che la maggior parte delle volte i "buoni" siano fin troppo indulgenti con coloro che li mettono nelle peggiori situazioni, come quando ogni volta che si riferiscono a Kayaba pare quasi che parlino di un vecchio amico, mentre a mio parere è solo uno psicopatico per cui non riesco proprio a provare empatia. Però nulla di così grave da abbassare di tanto il voto complessivo.
Al netto di tutto, si può dire che nel racconto della storia si siano fatti passi avanti e che sia stata per me probabilmente la stagione più bella finora. Non un capolavoro, ma comunque piuttosto bella.
Kirito che finisce nuovamente all’interno di un mondo virtuale dal quale non può uscire. Una mirabolante nuova tecnologia che replica nello spazio cibernetico le anime delle persone. Intelligenze artificiali che cercano di emanciparsi dal proprio creatore. Uno strumento bellico potenzialmente rivoluzionario per cui combattere sia nel reale che nel virtuale.
Troveremo tutto questo e anche altro, in “Sword Art Online: Alicization”, adattamento animato di ben nove volumi della celebre light novel scritta da Reki Kawahara e illustrata da abec, prodotta dal sodalizio Aniplex/A-1 Pictures. Di fatto, la più importante produzione per il franchise da un punto di vista meramente quantitativo.
Così come le tecnologie digitali si integrano sempre di più nella società, anche in “Sword Art Online” mondo virtuale e mondo reale sono sempre più comunicanti. Dopo il full dive delle avventure iniziali e la realtà aumentata di “Ordinal Scale”, una nuova tecnologia capace di “copiare le anime” pare pronta a far breccia e a rimescolare le carte. Se prima, quindi, ciò che avveniva in una realtà, là rimaneva, ora le interazioni tra virtuale e reale si fanno più strette, e due piani narrativi non sono più alternativi fra loro, bensì a volte paralleli e a volte intersecanti, tendenzialmente convergenti, quasi a presagire una fusione tra reale e virtuale.
Non solo umani e avatar ad agire, inoltre. Fanno il loro ingresso in scena come nuovi “agenti” le evolute intelligenze artificiali che popolano il mondo di Underworld, teatro e campo di battaglia della nuova epopea di Kirito e soci. Molti dei nuovi personaggi importanti che andranno ad arricchire il cast fanno parte di questo gruppo. E su tutti loro ne spiccano due che col tempo sono diventati volti iconici di tutti il franchise, ovvero Eugeo ed Alice.
Eugeo, personaggio creato dal maestro Kawahara con l’intenzione di scrivere una storia di amicizia al maschile, è il primo compagno di avventure per Kirito dopo diverse eroine a precederlo. Inizialmente acerbo e pavido, “puro” potremmo dire, ne diventa col tempo una vera controparte che completa e compensa al tempo stesso il carattere più smargiasso e smaliziato dello spadaccino nero. Co-protagonista della prima metà della serie, il suo percorso di crescita e la sua evoluzione costituiscono una vera e propria storia nella storia che ha sicuramente fatto amare il personaggio a tutti i fan.
Alice, versione cavalleresca della protagonista dei romanzi di Lewis Carrol, è una figura ancora più cardine del suo collega di cui sopra. Esteticamente ella ruba la scena in molte apparizioni con la sua figura letteralmente “aurea” (chioma, armatura e arma sono tutte in tema), l’aura solenne e il forte carattere. È suo il ruolo dell’essere cibernetico che alla fine, se non si ribella, quantomeno si emancipa rispetto al suo creatore. Il tutto seguendo la pista già tracciata dal filone di romanzi di fantascienza relativi alla robotica.
In questa prima parte che compone l’epopea di “Alicization” troviamo Kirito che, in seguito a un certo evento, è finito all’interno del mondo di Underworld e pare impossibilitato a uscirne. Parte quindi all’avventura insieme ad Eugeo (inizialmente), per trovare un modo di ‘sloggare’ e rintracciare la perduta Alice.
Con un approccio molto dedicato all’avventura fantasy, unitamente a una componente di formazione che riguarda Eugeo, le vicende dei due novelli spadaccini avranno anche tratti da vero “battle shounen”, compresa una sorta di “Scalata al Grande Tempio”, ovviamente senza che i cavalieri dei piani alti attacchino in massa i “bronzini” scalatori di turno, per schiacciarli una volta per tutte, limitandosi ad aspettarli al piano di competenza per affrontarli (giustamente, sono cavalieri).
Figura chiave di questa parte è anche l’Administrator, la figura che sovrintende il governo del mondo di Underworld. Costei è incarnata dalla sensuale e infida Quinella, in origine un comune abitante che però è riuscito ad hackerare il sistema dall’interno e a piegare tutto alla propria volontà. Dunque, se Alice è il protagonista dell’ “Io Robot”, in proporzione l’Administrator sarebbe più vicina a una IA deviata e malevola tipo “Sky Net”.
Con un notevole sforzo compiuto per produrre la serie, “Alicization” ci offre una qualità dei disegni e delle animazioni mediamente molto alta, anche grazie alle pause produttive (forzate o meno) che hanno caratterizzato la serie.
Molto ispirata la regia di Manabu Ono (“Horizon in the Middle of Nowhere”, “Mahouka Koukou no Rettousei”), che subentra al veterano Tomohiko Ito, e che non si risparmia nel mostrare scene di forte impatto, tipo quelle che si svolgono nella resa dei conti tra Kirito ed Eugeo contro gli smargiassi Humbert e Laios.
Dal punto di vista musicale siamo all’apice di tutto il brand. Nuovi brani si aggiungono e arricchiscono la già suggestiva colonna sonora composta da Yuki Kajiura. Alti livelli anche nelle delle theme song che fanno da sigla di apertura e chiusura degli episodi, dove tornano LiSA e Reona, con l’aggiunta nuova di Asca.
Un’analisi comparata tra novel e anime è stata possibile solo per la prima parte, ma l’adattamento, nel complesso, appare piuttosto fedele. Alcuni passaggi del racconto sono stati saltati, probabilmente per ragioni tempistiche, ma non incidono troppo sulla resa finale. Su altri invece si è sospettosamente sorvolato, come una parte non secondaria del discorso del colonnello Kikuoka ad Asuna da cui traspariva un certo anti-americanismo del personaggio e che poteva dare agli eventi successivi una luce un po’ diversa.
Sicuramente interessante l’integrazione ormai “canon” degli eventi di “Ordinal Scale” all’interno della storyline principale. Un po’ casual e “buttato lì” invece quanto di OS avviene, più avanti, nel bel mezzo della guerra di Underworld.
Quanto ai due nuovi personaggi principali, se Jacopo Calatroni ben si destreggia nel dare voce a Eugeo, lo stesso non si può dire della Alice interpretata da Giulia Maniglio, che ci offre un personaggio monocorde che perde tutta la sua fierezza e solennità, che oltretutto rendeva la bionda spadaccina ancora più dolce nei momenti in cui dovrebbe esserlo. Il livello dell’originale di Ai Kayano è forse avvicinabile solo da altre sue colleghe seiyuu, ma questa può essere un attenuante valida solo fino a un certo punto.
“Sword Art Online: Alicization”, ovviamente insieme alla seconda parte “War of Underworld”, è certamente la più importante incarnazione animata del brand fin qui prodotta. Andrebbe pertanto considerata nel suo insieme, ma anche solo questa prima parte porta la veste animata di “Sword Art Online” a livelli molto alti, in progressione più che positiva rispetto a “Sword Art Online II”.
Troveremo tutto questo e anche altro, in “Sword Art Online: Alicization”, adattamento animato di ben nove volumi della celebre light novel scritta da Reki Kawahara e illustrata da abec, prodotta dal sodalizio Aniplex/A-1 Pictures. Di fatto, la più importante produzione per il franchise da un punto di vista meramente quantitativo.
Così come le tecnologie digitali si integrano sempre di più nella società, anche in “Sword Art Online” mondo virtuale e mondo reale sono sempre più comunicanti. Dopo il full dive delle avventure iniziali e la realtà aumentata di “Ordinal Scale”, una nuova tecnologia capace di “copiare le anime” pare pronta a far breccia e a rimescolare le carte. Se prima, quindi, ciò che avveniva in una realtà, là rimaneva, ora le interazioni tra virtuale e reale si fanno più strette, e due piani narrativi non sono più alternativi fra loro, bensì a volte paralleli e a volte intersecanti, tendenzialmente convergenti, quasi a presagire una fusione tra reale e virtuale.
Non solo umani e avatar ad agire, inoltre. Fanno il loro ingresso in scena come nuovi “agenti” le evolute intelligenze artificiali che popolano il mondo di Underworld, teatro e campo di battaglia della nuova epopea di Kirito e soci. Molti dei nuovi personaggi importanti che andranno ad arricchire il cast fanno parte di questo gruppo. E su tutti loro ne spiccano due che col tempo sono diventati volti iconici di tutti il franchise, ovvero Eugeo ed Alice.
Eugeo, personaggio creato dal maestro Kawahara con l’intenzione di scrivere una storia di amicizia al maschile, è il primo compagno di avventure per Kirito dopo diverse eroine a precederlo. Inizialmente acerbo e pavido, “puro” potremmo dire, ne diventa col tempo una vera controparte che completa e compensa al tempo stesso il carattere più smargiasso e smaliziato dello spadaccino nero. Co-protagonista della prima metà della serie, il suo percorso di crescita e la sua evoluzione costituiscono una vera e propria storia nella storia che ha sicuramente fatto amare il personaggio a tutti i fan.
Alice, versione cavalleresca della protagonista dei romanzi di Lewis Carrol, è una figura ancora più cardine del suo collega di cui sopra. Esteticamente ella ruba la scena in molte apparizioni con la sua figura letteralmente “aurea” (chioma, armatura e arma sono tutte in tema), l’aura solenne e il forte carattere. È suo il ruolo dell’essere cibernetico che alla fine, se non si ribella, quantomeno si emancipa rispetto al suo creatore. Il tutto seguendo la pista già tracciata dal filone di romanzi di fantascienza relativi alla robotica.
In questa prima parte che compone l’epopea di “Alicization” troviamo Kirito che, in seguito a un certo evento, è finito all’interno del mondo di Underworld e pare impossibilitato a uscirne. Parte quindi all’avventura insieme ad Eugeo (inizialmente), per trovare un modo di ‘sloggare’ e rintracciare la perduta Alice.
Con un approccio molto dedicato all’avventura fantasy, unitamente a una componente di formazione che riguarda Eugeo, le vicende dei due novelli spadaccini avranno anche tratti da vero “battle shounen”, compresa una sorta di “Scalata al Grande Tempio”, ovviamente senza che i cavalieri dei piani alti attacchino in massa i “bronzini” scalatori di turno, per schiacciarli una volta per tutte, limitandosi ad aspettarli al piano di competenza per affrontarli (giustamente, sono cavalieri).
Figura chiave di questa parte è anche l’Administrator, la figura che sovrintende il governo del mondo di Underworld. Costei è incarnata dalla sensuale e infida Quinella, in origine un comune abitante che però è riuscito ad hackerare il sistema dall’interno e a piegare tutto alla propria volontà. Dunque, se Alice è il protagonista dell’ “Io Robot”, in proporzione l’Administrator sarebbe più vicina a una IA deviata e malevola tipo “Sky Net”.
Con un notevole sforzo compiuto per produrre la serie, “Alicization” ci offre una qualità dei disegni e delle animazioni mediamente molto alta, anche grazie alle pause produttive (forzate o meno) che hanno caratterizzato la serie.
Molto ispirata la regia di Manabu Ono (“Horizon in the Middle of Nowhere”, “Mahouka Koukou no Rettousei”), che subentra al veterano Tomohiko Ito, e che non si risparmia nel mostrare scene di forte impatto, tipo quelle che si svolgono nella resa dei conti tra Kirito ed Eugeo contro gli smargiassi Humbert e Laios.
Dal punto di vista musicale siamo all’apice di tutto il brand. Nuovi brani si aggiungono e arricchiscono la già suggestiva colonna sonora composta da Yuki Kajiura. Alti livelli anche nelle delle theme song che fanno da sigla di apertura e chiusura degli episodi, dove tornano LiSA e Reona, con l’aggiunta nuova di Asca.
Un’analisi comparata tra novel e anime è stata possibile solo per la prima parte, ma l’adattamento, nel complesso, appare piuttosto fedele. Alcuni passaggi del racconto sono stati saltati, probabilmente per ragioni tempistiche, ma non incidono troppo sulla resa finale. Su altri invece si è sospettosamente sorvolato, come una parte non secondaria del discorso del colonnello Kikuoka ad Asuna da cui traspariva un certo anti-americanismo del personaggio e che poteva dare agli eventi successivi una luce un po’ diversa.
Sicuramente interessante l’integrazione ormai “canon” degli eventi di “Ordinal Scale” all’interno della storyline principale. Un po’ casual e “buttato lì” invece quanto di OS avviene, più avanti, nel bel mezzo della guerra di Underworld.
Quanto ai due nuovi personaggi principali, se Jacopo Calatroni ben si destreggia nel dare voce a Eugeo, lo stesso non si può dire della Alice interpretata da Giulia Maniglio, che ci offre un personaggio monocorde che perde tutta la sua fierezza e solennità, che oltretutto rendeva la bionda spadaccina ancora più dolce nei momenti in cui dovrebbe esserlo. Il livello dell’originale di Ai Kayano è forse avvicinabile solo da altre sue colleghe seiyuu, ma questa può essere un attenuante valida solo fino a un certo punto.
“Sword Art Online: Alicization”, ovviamente insieme alla seconda parte “War of Underworld”, è certamente la più importante incarnazione animata del brand fin qui prodotta. Andrebbe pertanto considerata nel suo insieme, ma anche solo questa prima parte porta la veste animata di “Sword Art Online” a livelli molto alti, in progressione più che positiva rispetto a “Sword Art Online II”.
Inizio dicendo che, secondo me, con "Alicization", "Sword Art Online" ha perso parecchio. Infatti, in confronto alle stagioni precedenti, curate al massimo, in questa capita troppo spesso di vedere alcune scene o azioni dei personaggi assolutamente prive di logica.
Anche se è divisa in tre parti ("Beginning", "Rising" e "Uniting"), tutto (meglio dire quasi tutto) si svolge all'interno dell'Underworld, in cui Kirito si ritrova, aggiungerei per fortuna, bloccato. Una buona prima metà si lascia guardare tranquillamente seguendo sempre, più o meno, la logica delle stagioni precedenti, ma proprio verso gli ultimi episodi si raggiunge l'apice del trash e del nonsense, staccandosi completamente dal classico "Sword Art Online". Mi è molto dispiaciuto vedere tale degrado e, per certi versi, ridicolo...
Comunque, dopo il picco più basso raggiunto da quest'ultimi episodi, la serie si riprende durante gli ultimi cinque minuti che introducono al prossimo "Sword Art Online", lasciando in sospeso lo spettatore con un magnifico cliffhanger!
Durante questa stagione, oltre a Kirito, si incontrano nuovi personaggi, tra i quali Eugeo e Alice, che non sono per niente male per quel che riguarda il character desing, ma non mi fa impazzire la loro caratterizzazione, per certi versi un po' instabile. Gli altri personaggi conosciuti nelle precedenti stagioni sono completamente trascurati, ma, più che altro, mi è dispiaciuto vedere quanto poco, pochissimo spazio fosse stato dedicato ad Asuna.
In generale, la serie, tra alti e bassi, si lascia guardare tranquillamente, però non la considero assolutamente una delle migliori stagioni/saghe di "Sword Art Online". Un altro motivo è che non coinvolge, nemmeno emotivamente, come le altre, per cui il voto non è negativo, ma nemmeno "troppo" positivo!
Voto: 7/10
Anche se è divisa in tre parti ("Beginning", "Rising" e "Uniting"), tutto (meglio dire quasi tutto) si svolge all'interno dell'Underworld, in cui Kirito si ritrova, aggiungerei per fortuna, bloccato. Una buona prima metà si lascia guardare tranquillamente seguendo sempre, più o meno, la logica delle stagioni precedenti, ma proprio verso gli ultimi episodi si raggiunge l'apice del trash e del nonsense, staccandosi completamente dal classico "Sword Art Online". Mi è molto dispiaciuto vedere tale degrado e, per certi versi, ridicolo...
Comunque, dopo il picco più basso raggiunto da quest'ultimi episodi, la serie si riprende durante gli ultimi cinque minuti che introducono al prossimo "Sword Art Online", lasciando in sospeso lo spettatore con un magnifico cliffhanger!
Durante questa stagione, oltre a Kirito, si incontrano nuovi personaggi, tra i quali Eugeo e Alice, che non sono per niente male per quel che riguarda il character desing, ma non mi fa impazzire la loro caratterizzazione, per certi versi un po' instabile. Gli altri personaggi conosciuti nelle precedenti stagioni sono completamente trascurati, ma, più che altro, mi è dispiaciuto vedere quanto poco, pochissimo spazio fosse stato dedicato ad Asuna.
In generale, la serie, tra alti e bassi, si lascia guardare tranquillamente, però non la considero assolutamente una delle migliori stagioni/saghe di "Sword Art Online". Un altro motivo è che non coinvolge, nemmeno emotivamente, come le altre, per cui il voto non è negativo, ma nemmeno "troppo" positivo!
Voto: 7/10
Che dire di questo anime? A parer mio, è molto diverso dalle prime due stagioni, ovviamente con lati positivi e altri negativi.
Partiamo dagli aspetti positivi: rispetto alle prime due stagioni, ha una grafica nettamente migliore e, almeno dal mio punto di vista, più "godibile" da vedere; altro aspetto carino è il cambio di personaggi: infatti, se i protagonisti nelle prime stagioni erano Asuna, Kirito e Sinon, ora sono Kirito, Eugeo e Alice (soprattutto quest'ultimo personaggio mi è piaciuto un sacco). La storia non è ben chiara all'inizio e l'anime porrà delle domande allo spettatore, portandolo a guardare un episodio dopo l'altro per trovare le risposte che cerca.
Sfortunatamente però quest'anime ha anche lati negativi (è tutto basato sulla mia opinione, quindi è soggettivo): uno di questi può essere l'aver tralasciato alcuni personaggi a cui ci eravamo affezionati nelle prime due stagioni (come ad esempio Asuna, che si vedrà di rado solo in alcuni episodi); poi il cambiamento di Kirito, che non sarà più over-powered e fuori di testa come nelle prime due stagioni (personaggio che ho apprezzato tantissimo), bensì avrà un comportamento diverso, che si distacca dalla "linea generale" del personaggio; ultima cosa che non ho apprezzato è stato l'aver stravolto la trama che si era creata nelle prime due stagioni, per far spazio a qualcosa di diverso: non sto dicendo che la storia/trama sia brutta, ma avrei preferito che l'anime continuasse in un'altra direzione.
Voto finale: 7,5. Vi consiglio di vederlo in ogni caso, siccome almeno personalmente la saga di "Sword Art Online" è uno di quegli anime da vedere assolutamente.
Partiamo dagli aspetti positivi: rispetto alle prime due stagioni, ha una grafica nettamente migliore e, almeno dal mio punto di vista, più "godibile" da vedere; altro aspetto carino è il cambio di personaggi: infatti, se i protagonisti nelle prime stagioni erano Asuna, Kirito e Sinon, ora sono Kirito, Eugeo e Alice (soprattutto quest'ultimo personaggio mi è piaciuto un sacco). La storia non è ben chiara all'inizio e l'anime porrà delle domande allo spettatore, portandolo a guardare un episodio dopo l'altro per trovare le risposte che cerca.
Sfortunatamente però quest'anime ha anche lati negativi (è tutto basato sulla mia opinione, quindi è soggettivo): uno di questi può essere l'aver tralasciato alcuni personaggi a cui ci eravamo affezionati nelle prime due stagioni (come ad esempio Asuna, che si vedrà di rado solo in alcuni episodi); poi il cambiamento di Kirito, che non sarà più over-powered e fuori di testa come nelle prime due stagioni (personaggio che ho apprezzato tantissimo), bensì avrà un comportamento diverso, che si distacca dalla "linea generale" del personaggio; ultima cosa che non ho apprezzato è stato l'aver stravolto la trama che si era creata nelle prime due stagioni, per far spazio a qualcosa di diverso: non sto dicendo che la storia/trama sia brutta, ma avrei preferito che l'anime continuasse in un'altra direzione.
Voto finale: 7,5. Vi consiglio di vederlo in ogni caso, siccome almeno personalmente la saga di "Sword Art Online" è uno di quegli anime da vedere assolutamente.
Beh, che dire? Da amante della prima stagione, dopo la seconda stagione che ho trovato un pelino forzata, in questa terza stagione mi sarei aspettato lo scempio più totale. Mi devo ricredere, hanno saputo ideare una trama appunto non forzata, tirando fuori questo nuovo protagonista, Eugeo, degno di esserlo, andando a compensare l'assenza di Asuna che a me personalmente è mancata tanto. Riprendendo il discorso, la trama è ben ideata, i concetti sono legati bene e il villain "Administrator", seppur approfondito poco, ci sta un sacco. Tuttavia ha anche dei difetti: per esempio la presenza esagerata di scene di sangue e arti mozzati, strano in "Sword Art Online", dove tutto era sempre stato "pixelato", inoltre trovo il tutto molto allungato, e ci vuole un po' per arrivare alla parte clue, secondo me perché dovevano arrivare per forza a ventiquattro episodi (non ne capisco il motivo).
Nel complesso lo trovo da 8,5.
Nel complesso lo trovo da 8,5.
Premesso che l'arco di "Aincrad" mi era anche parecchio piaciuto a suo tempo, e che quindi non sono affatto un hater di "Sword Art Online" a prescindere, questo arco iniziale di "Alicization" mi ha lasciato senza parole, in negativo. Non so cosa sia peggiore tra le cose che ti trasmette: lo schifo per determinate forzature, la vergogna per l'inutile quantità di sangue e violenze gratuite a cui si assiste, oppure il rammarico di aver anche solo sprecato del tempo per guardarlo.
Non è possibile difendere una serie che oramai ha fatto dello stupro l'unico elemento che lega a livello di narrazione ogni storia raccontata. Non sta né in cielo né in terra utilizzare come metri di paragone serie come "Berserk" o il più recente "Goblin Slayer"; in entrambi i casi si parla di storie dark fantasy che attingono fin da subito all'universo horror o ad immagini disturbanti. "Sword Art Online" era nata come light novel per ragazzi in cui il protagonista rimane intrappolato in un videogioco, come diavolo siamo finiti a buttarci dentro gente che viene mutilata, sbudellata, dissanguata o torturata ogni tre per due?
La risposta purtroppo secondo me la si può trovare nel fatto che la storia ha perso anche la più blanda parvenza di intensità o profondità nel momento in cui Kirito ha sconfitto Heatcliff con venticinque piani di anticipo, per cui da allora Kawahara, non potendo più fare affidamento sul "chiunque può morire per sempre in qualsiasi momento", ha dovuto prendere in prestito temi e situazioni che non hanno nulla a che vedere con il tipo di storia che si stava raccontando in origine, al fine di renderla apparentemente più "adulta" e accattivante, nell'ordine: incesto, disturbo post-traumatico, malattia terminale, distopia.
La cosa in sé non mi darebbe fastidio, se solo il pubblico non dimostrasse di apprezzare questi penosi tentativi di rendere più profonda una storia, ma nel momento in cui leggi in giro che "Alicization è il miglior arco" oppure "Sword Art Online è proprio migliorato, adesso sì che è bello", e poi ti ritrovi davanti ad episodi aberranti sia per scrittura che per contenuti, come "Administrator" e soprattutto il vergognoso "L'indice dei tabù", capisci che hanno pure ragione a far così, e che come diceva un certo youtuber a suo tempo: "Gli anime sono una cosa bella".
Io dico soltanto che nessuno sano di mente si sarebbe anche solo sognato di disegnare il cacciatore mentre stuprava il cadavere della madre cerbiatta in "Bambi", mentre con questo arco narrativo "Sword Art Online" è riuscito ad andare ben oltre quel livello di fuori posto e fuori contesto. Tutto lì.
Non è possibile difendere una serie che oramai ha fatto dello stupro l'unico elemento che lega a livello di narrazione ogni storia raccontata. Non sta né in cielo né in terra utilizzare come metri di paragone serie come "Berserk" o il più recente "Goblin Slayer"; in entrambi i casi si parla di storie dark fantasy che attingono fin da subito all'universo horror o ad immagini disturbanti. "Sword Art Online" era nata come light novel per ragazzi in cui il protagonista rimane intrappolato in un videogioco, come diavolo siamo finiti a buttarci dentro gente che viene mutilata, sbudellata, dissanguata o torturata ogni tre per due?
La risposta purtroppo secondo me la si può trovare nel fatto che la storia ha perso anche la più blanda parvenza di intensità o profondità nel momento in cui Kirito ha sconfitto Heatcliff con venticinque piani di anticipo, per cui da allora Kawahara, non potendo più fare affidamento sul "chiunque può morire per sempre in qualsiasi momento", ha dovuto prendere in prestito temi e situazioni che non hanno nulla a che vedere con il tipo di storia che si stava raccontando in origine, al fine di renderla apparentemente più "adulta" e accattivante, nell'ordine: incesto, disturbo post-traumatico, malattia terminale, distopia.
La cosa in sé non mi darebbe fastidio, se solo il pubblico non dimostrasse di apprezzare questi penosi tentativi di rendere più profonda una storia, ma nel momento in cui leggi in giro che "Alicization è il miglior arco" oppure "Sword Art Online è proprio migliorato, adesso sì che è bello", e poi ti ritrovi davanti ad episodi aberranti sia per scrittura che per contenuti, come "Administrator" e soprattutto il vergognoso "L'indice dei tabù", capisci che hanno pure ragione a far così, e che come diceva un certo youtuber a suo tempo: "Gli anime sono una cosa bella".
Io dico soltanto che nessuno sano di mente si sarebbe anche solo sognato di disegnare il cacciatore mentre stuprava il cadavere della madre cerbiatta in "Bambi", mentre con questo arco narrativo "Sword Art Online" è riuscito ad andare ben oltre quel livello di fuori posto e fuori contesto. Tutto lì.
Che dire? Questa serie ha tutto: trama, azione, emozioni e momenti di riflessione. "Alicization" come serie è quella che mi ha sorpreso di più, non mi aspettavo la sviluppassero in questo modo, eppure sono rimasto incollato allo schermo e ho finito la serie in un giorno, per quanto era bella.
I personaggi nuovi sono fantastici, soprattutto Eugeo, che ha grandi meriti su questa serie; Alice si conosce meglio in "War of the Underworld", ma è comunque un bel personaggio (non ai livelli di Eugeo per me); altri personaggi interessanti sono direi i cavalieri integratori, specialmente Berculli, e soprattutto Quinella, che è uno degli antagonisti migliori di tutta la saga.
Questa serie ha tutto, e alla fine è riuscita a farmi piangere, ci sono rimasto di sasso... ma non dico altro. Stay cool!
I personaggi nuovi sono fantastici, soprattutto Eugeo, che ha grandi meriti su questa serie; Alice si conosce meglio in "War of the Underworld", ma è comunque un bel personaggio (non ai livelli di Eugeo per me); altri personaggi interessanti sono direi i cavalieri integratori, specialmente Berculli, e soprattutto Quinella, che è uno degli antagonisti migliori di tutta la saga.
Questa serie ha tutto, e alla fine è riuscita a farmi piangere, ci sono rimasto di sasso... ma non dico altro. Stay cool!
Ho appena terminato (qualche giorno fa) il rewatch di “Alicization” prima di vedere “War of Underworld”.
Devo dire che la serie mi è piaciuta ancora di più ora che l’ho rivista in ottima qualità video su Amazon Prime, che mi ha permesso di godere al meglio del comparto grafico di pregevolissima fattura della serie. Difatti è proprio da qui che vorrei cominciare: la faccio breve e dico subito che la serie è davvero bella a livello visivo sia come stile grafico, che è il punto forte di questo comparto, sia come animazioni che come effetti grafici visivi utilizzati. Particolarmente buono è l’uso della CGI per abbellimenti sia degli sfondi sia dei personaggi, ma soprattutto per la realizzazione dell’illuminazione, che ho trovato molto ben fatta e che rispecchia sempre l’ambiente circostante. Mi è piaciuta molto come cosa.
Un altro motivo per cui l’ho apprezzata di più è l’essere già in sincronia con i personaggi.
La storia è molto bella, penso sia la più bella affrontata finora in “Sword Art Online”, i ritmi sono giusti, lenti quando bisogna approfondire i personaggi, descrivere il contesto e per un world-building davvero niente male. L’Underworld appare strutturato in modo accurato, semplice nella sua struttura fisica quanto approfondito nella genesi del mondo stesso. Da questo punto di vista, ottimo è l’episodio 5, che spiega molto bene e nel dettaglio la situazione che verrà pian piano approfondita poco oltre la decina di episodi e che continuerà a lasciare misteri (intrighi) e curiosità poco a poco mostrati. Da questo punto di vista, “War of Underworld” finora ha messo ulteriore carne al fuoco.
Più veloce è il ritmo una volta raggiunto il climax. La storia avanza bene e con un prima parte introduttiva, di setup. Essa è poi seguita da una parte molto interessante che affronta la genesi dei cavalieri integratori e che ne svela una parte; tra essi degni di nota sono Bercoulli (che avrà maggiore rilievo in “War of Underworld”) e soprattutto Fanatio, che è stata il personaggio secondario che più mi è piaciuto.
La storia si conclude con un cliffhanger molto suggestivo che ammetto mi ha tenuto in ansia, portandomi a vedere il primo episodio di “War of Underworld” prima di terminare il rewatch.
Tra i personaggi, di grande spicco sono Alice e soprattutto Eugeo che, come molti, ho potuto notare, ho apprezzato davvero tanto. È divenuto il mio preferito della serie e, beh, purtroppo non sempre si può sorridere... chi ha visto sa.
Musiche eccellenti, sia le OST sia le opening ma soprattutto le ending. “Forget-me-not” è meravigliosa. Nel complesso si sposano tutte bene con l’ambientazione e con la storia, sempre al momento giusto.
Non ci sono solo cose belle da dire: a detta dei lettori della novel sono state tagliate parti importanti, come una parte del background di Eugeo e una parte prima dell’accademia. Inoltre, il volume “Uniting”, uno dei più belli, sembra non essere stato adattato al meglio. Comunque questo non è che un ottimo pretesto per leggere la novel. Ho assolutamente intenzione di leggerla una volta terminati i volumi di “Alicization” qui in Italia, per ora la sto recuperando e mi sono fermato a “Beginning”.
Per me, è stata una serie fantastica, mi ha dato emozioni, commozione, mi ha fatto sorridere e affezionare ai personaggi.
È la mia serie preferita di “Sword Art Online”, nonché una delle mie preferite degli ultimi anni. Tanta è la curiosità per il prosieguo. Consigliatissima a fan e non della serie!
Devo dire che la serie mi è piaciuta ancora di più ora che l’ho rivista in ottima qualità video su Amazon Prime, che mi ha permesso di godere al meglio del comparto grafico di pregevolissima fattura della serie. Difatti è proprio da qui che vorrei cominciare: la faccio breve e dico subito che la serie è davvero bella a livello visivo sia come stile grafico, che è il punto forte di questo comparto, sia come animazioni che come effetti grafici visivi utilizzati. Particolarmente buono è l’uso della CGI per abbellimenti sia degli sfondi sia dei personaggi, ma soprattutto per la realizzazione dell’illuminazione, che ho trovato molto ben fatta e che rispecchia sempre l’ambiente circostante. Mi è piaciuta molto come cosa.
Un altro motivo per cui l’ho apprezzata di più è l’essere già in sincronia con i personaggi.
La storia è molto bella, penso sia la più bella affrontata finora in “Sword Art Online”, i ritmi sono giusti, lenti quando bisogna approfondire i personaggi, descrivere il contesto e per un world-building davvero niente male. L’Underworld appare strutturato in modo accurato, semplice nella sua struttura fisica quanto approfondito nella genesi del mondo stesso. Da questo punto di vista, ottimo è l’episodio 5, che spiega molto bene e nel dettaglio la situazione che verrà pian piano approfondita poco oltre la decina di episodi e che continuerà a lasciare misteri (intrighi) e curiosità poco a poco mostrati. Da questo punto di vista, “War of Underworld” finora ha messo ulteriore carne al fuoco.
Più veloce è il ritmo una volta raggiunto il climax. La storia avanza bene e con un prima parte introduttiva, di setup. Essa è poi seguita da una parte molto interessante che affronta la genesi dei cavalieri integratori e che ne svela una parte; tra essi degni di nota sono Bercoulli (che avrà maggiore rilievo in “War of Underworld”) e soprattutto Fanatio, che è stata il personaggio secondario che più mi è piaciuto.
La storia si conclude con un cliffhanger molto suggestivo che ammetto mi ha tenuto in ansia, portandomi a vedere il primo episodio di “War of Underworld” prima di terminare il rewatch.
Tra i personaggi, di grande spicco sono Alice e soprattutto Eugeo che, come molti, ho potuto notare, ho apprezzato davvero tanto. È divenuto il mio preferito della serie e, beh, purtroppo non sempre si può sorridere... chi ha visto sa.
Musiche eccellenti, sia le OST sia le opening ma soprattutto le ending. “Forget-me-not” è meravigliosa. Nel complesso si sposano tutte bene con l’ambientazione e con la storia, sempre al momento giusto.
Non ci sono solo cose belle da dire: a detta dei lettori della novel sono state tagliate parti importanti, come una parte del background di Eugeo e una parte prima dell’accademia. Inoltre, il volume “Uniting”, uno dei più belli, sembra non essere stato adattato al meglio. Comunque questo non è che un ottimo pretesto per leggere la novel. Ho assolutamente intenzione di leggerla una volta terminati i volumi di “Alicization” qui in Italia, per ora la sto recuperando e mi sono fermato a “Beginning”.
Per me, è stata una serie fantastica, mi ha dato emozioni, commozione, mi ha fatto sorridere e affezionare ai personaggi.
È la mia serie preferita di “Sword Art Online”, nonché una delle mie preferite degli ultimi anni. Tanta è la curiosità per il prosieguo. Consigliatissima a fan e non della serie!
Io da sempre valuto le serie in base ai seguenti fattori: divertimento/intrattenimento, grafica, coinvolgimento nella storia, personaggi, character design e comparto sonoro.
Per quanto riguarda l’intrattenimento, non ho quasi nulla da dire, il ritmo è incalzante quando deve e più lento quando sono necessari spiegazioni, world-building e particolari avvenimenti per lo sviluppo della storia e dei personaggi. Ma resta sempre fluido e coinvolgente.
Graficamente la serie è eccellente, lo stile artistico/grafico è tra i più belli degli ultimi anni e ottime sono le animazioni, eccellenti in alcune parti. Gli effetti grafici sono fantastici, il tutto accompagnato da un comparto sonoro eccellente che trova la sua forza in un mix tra nuove OST e OST passate che si vedono ritornare sotto una nuova veste.
Per quanto riguarda la storia, l’ho trovata molto solida, e soprattutto sono contento che “Sword Art Online” stia sempre saldo sulla sua strada di confronto tra quelle che sono realtà e realtà fittizia - uso il termine fittizia, perché parlare di virtuale sembra quasi riduttivo, ormai la tecnologia proposta da “Sword Art Online” evolve sempre più, presentando soluzioni interessanti e che conferiscono originalità all’opera, in un mercato che ne è sempre più privo, e che stuzzicano la mente portando a diverse riflessioni. Non voglio entrare troppo nei dettagli, per evitare spoiler, però, se dovessi scegliere la mia parte preferita, allora direi la parte che comincia dall’episodio 10 in poi.
Ora mi ricollego direttamente ai personaggi, difatti il motivo per cui questa è la mia parte preferita è da ricercarsi nell’introduzione progressiva di personaggi sempre più belli e intriganti, e soprattutto ben caratterizzati. Fanatio e Quinella sono gli esempi migliori, le ho adorate entrambe.
Infine, punto forte e saldo della serie è Eugeo, l’ho amato alla follia. È diventato con gli episodi finali uno dei miei personaggi preferiti in assoluto, nonché il mio personaggio preferito di “Sword Art Online”.
Devo solo ringraziare “Alicization” per questo.
Sul character design, essendo un sequel, c’è poco da dire, perché, se lo amavo prima, lo amo anche ora. Sul character design di “Sword Art Online” ci sono solo lodi, è accattivante. E qui hanno aggiunto Alice, che, oltre ad essere un personaggio stupendo, ha anche un character design magnifico.
Voto: 10. Miglior serie di “Sword Art Online”!
Per quanto riguarda l’intrattenimento, non ho quasi nulla da dire, il ritmo è incalzante quando deve e più lento quando sono necessari spiegazioni, world-building e particolari avvenimenti per lo sviluppo della storia e dei personaggi. Ma resta sempre fluido e coinvolgente.
Graficamente la serie è eccellente, lo stile artistico/grafico è tra i più belli degli ultimi anni e ottime sono le animazioni, eccellenti in alcune parti. Gli effetti grafici sono fantastici, il tutto accompagnato da un comparto sonoro eccellente che trova la sua forza in un mix tra nuove OST e OST passate che si vedono ritornare sotto una nuova veste.
Per quanto riguarda la storia, l’ho trovata molto solida, e soprattutto sono contento che “Sword Art Online” stia sempre saldo sulla sua strada di confronto tra quelle che sono realtà e realtà fittizia - uso il termine fittizia, perché parlare di virtuale sembra quasi riduttivo, ormai la tecnologia proposta da “Sword Art Online” evolve sempre più, presentando soluzioni interessanti e che conferiscono originalità all’opera, in un mercato che ne è sempre più privo, e che stuzzicano la mente portando a diverse riflessioni. Non voglio entrare troppo nei dettagli, per evitare spoiler, però, se dovessi scegliere la mia parte preferita, allora direi la parte che comincia dall’episodio 10 in poi.
Ora mi ricollego direttamente ai personaggi, difatti il motivo per cui questa è la mia parte preferita è da ricercarsi nell’introduzione progressiva di personaggi sempre più belli e intriganti, e soprattutto ben caratterizzati. Fanatio e Quinella sono gli esempi migliori, le ho adorate entrambe.
Infine, punto forte e saldo della serie è Eugeo, l’ho amato alla follia. È diventato con gli episodi finali uno dei miei personaggi preferiti in assoluto, nonché il mio personaggio preferito di “Sword Art Online”.
Devo solo ringraziare “Alicization” per questo.
Sul character design, essendo un sequel, c’è poco da dire, perché, se lo amavo prima, lo amo anche ora. Sul character design di “Sword Art Online” ci sono solo lodi, è accattivante. E qui hanno aggiunto Alice, che, oltre ad essere un personaggio stupendo, ha anche un character design magnifico.
Voto: 10. Miglior serie di “Sword Art Online”!
Faccio questa ‘recensiopinione’ su questa prima parte di “Sword Art Online: Alicization” dopo aver rivisto la serie.
Voglio cominciare col dire che, per me, il punto forte di questa serie sono i personaggi, in particolare Eugeo, che è stato curato molto bene. Eugeo risulta essere un personaggio davvero interessante, ha scalato facilmente la mia classifica di gradimento nella serie ed è divenuto il mio preferito, scalzando Konno della seconda serie. Il perché sia così interessante è da ricercarsi nel modo stesso di agire del personaggio; cerco di spiegarmi. Eugeo parte come un ragazzo insicuro, debole, un ragazzo che ha un obbiettivo, ma che non dispone dei mezzi, forse del coraggio, per raggiungerlo. Questa prima parte della serie ci guida attraverso un viaggio interiore di Eugeo, che si evolve e prende forma in modo da divenire un personaggio nuovo, diverso, un personaggio dotato di nuova luce. Il viaggio lo porterà a maturare.
Il suo rapporto con Kirito è molto bello, un rapporto di un’amicizia, quasi fratellanza, di due persone che sembrano, appaiono, essere perfettamente compatibili, ma che poi alla fine si trovano ad essere in un punto che è apparentemente lo stesso, ma che in realtà non è uno, ma sono divenuti due e sono agli estremi opposti, per entrambi. Lo scopo del loro viaggio, il loro obbiettivo, tutto era cambiato. Sebbene il punto di partenza fosse lo stesso, alla fine si son ritrovati alla stessa meta, ma ci sono arrivati con delle differenze, lievi, quasi impercettibili, che li hanno cambiati, e con loro il loro obbiettivo è cambiato, è ciò che Kirito ed Eugeo hanno maturato ad essere diverso. Eugeo lo capisce, ancor prima di Kirito.
Alice è un personaggio molto interessante, indubbiamente la vedremo meglio nella seconda parte, ma quel che ora si può dire è che ne vedremo delle belle.
Il secondo personaggio che, sempre a mio parere, è parte della gran forza di questa serie è Quinella. Qui non mi dilungo in maniera esagerata, perché la maggior parte di ciò che vorrei dire potrebbe divenire uno spoiler, e non voglio ‘spoilerare’.
Quel che posso dire è che è davvero ‘ca**uta’, non mi verrebbe termine migliore per descrivere quanto sia bello ascoltare i suoi pensieri, capire cosa l’abbia portata dove è giunta e a fare quel che ha fatto. Ci mostra che l’uomo è sì capace di creare qualcosa di così magnifico come Underworld, ma è altrettanto in grado di rovinarlo. Mentre guardavo la serie, più si scoprivano i dettagli, più mi sembrava una citazione ad Adamo ed Eva. Inoltre mi pare di aver colto altre ispirazioni in Quinella molto interessanti e che sono state colte anche da molti altri in rete. Quinella è davvero l’antagonista perfetta per una storia di questo tipo: in un viaggio alla ricerca dell’umanità, come quello di tutti gli abitanti di Underworld, che umani non sono, un’antagonista che ripudia, che disdegna tutto ciò è, ripeto, perfetta!
Davvero audace e suggestiva la scelta di far restare Quinella nuda, il non provare nulla innanzi agli ‘umani’, non provare vergogna. Per lei esser nuda innanzi a loro era come esserlo innanzi a delle formiche; teniamo conto che si riferisce a loro come dei meri ammassi di circuiti logici. Cattiva, perfida, intelligente, tutto al punto giusto.
Cardinal è un altro personaggio molto interessante, qui davvero però posso dire poco, parlare del finale e di come agisce sarebbe spoiler.
Ora vorrei spostarmi un attimo alla premessa e all’introduzione iniziale alla serie. “Sword Art Online” da questo punto di vista è sempre stato innovativo e originale, difatti la questione delle Fluctlight è davvero intelligente e ben curata, ho ascoltato e capito il tutto con molto piacere. Kawahara ci sa davvero fare.
Sono curioso di sapere cosa accadrà nel mondo reale, soprattutto dopo quanto visto alla fine. È stato davvero bello vedere come Kirito soffrisse la lontananza dopo gli anni (per lui) trascorsi in Underworld. Il finale è stato devastante, di un hype logorante!
Dal punto di vista grafico non c’è nulla da dire, una gioia per gli occhi, davvero bello, disegni, animazioni, sfondi. Tutto eccezionale, il giusto punto di incontro tra computer grafica e disegni, speriamo continuino così. Il character design di questa serie resta sempre imbattibile.
Per il sonoro, altrettanto. L’ending di Reona è fantastica, le opening di Lisa e Asca lo sono altrettanto, ma ‘Forget-me-not’ è una delle ending più belle che io abbia mai potuto ascoltare in un anime.
In conclusione, è una serie davvero eccellente, ha qualche difetto, come ogni serie, ma è tutto così bello e coinvolgente che questi scompaiono, non sono rilevanti.
Non resta che aspettare ottobre, sono davvero in attesa. Dal titolo ‘War of the Underworld’ si preannuncia davvero una serie fantastica.
Spero di essere stato chiaro nell’esprimere i miei pensieri sulla serie, soprattutto sulla parte di Eugeo, che ci tengo molto. Grazie per aver letto!
Voglio cominciare col dire che, per me, il punto forte di questa serie sono i personaggi, in particolare Eugeo, che è stato curato molto bene. Eugeo risulta essere un personaggio davvero interessante, ha scalato facilmente la mia classifica di gradimento nella serie ed è divenuto il mio preferito, scalzando Konno della seconda serie. Il perché sia così interessante è da ricercarsi nel modo stesso di agire del personaggio; cerco di spiegarmi. Eugeo parte come un ragazzo insicuro, debole, un ragazzo che ha un obbiettivo, ma che non dispone dei mezzi, forse del coraggio, per raggiungerlo. Questa prima parte della serie ci guida attraverso un viaggio interiore di Eugeo, che si evolve e prende forma in modo da divenire un personaggio nuovo, diverso, un personaggio dotato di nuova luce. Il viaggio lo porterà a maturare.
Il suo rapporto con Kirito è molto bello, un rapporto di un’amicizia, quasi fratellanza, di due persone che sembrano, appaiono, essere perfettamente compatibili, ma che poi alla fine si trovano ad essere in un punto che è apparentemente lo stesso, ma che in realtà non è uno, ma sono divenuti due e sono agli estremi opposti, per entrambi. Lo scopo del loro viaggio, il loro obbiettivo, tutto era cambiato. Sebbene il punto di partenza fosse lo stesso, alla fine si son ritrovati alla stessa meta, ma ci sono arrivati con delle differenze, lievi, quasi impercettibili, che li hanno cambiati, e con loro il loro obbiettivo è cambiato, è ciò che Kirito ed Eugeo hanno maturato ad essere diverso. Eugeo lo capisce, ancor prima di Kirito.
Alice è un personaggio molto interessante, indubbiamente la vedremo meglio nella seconda parte, ma quel che ora si può dire è che ne vedremo delle belle.
Il secondo personaggio che, sempre a mio parere, è parte della gran forza di questa serie è Quinella. Qui non mi dilungo in maniera esagerata, perché la maggior parte di ciò che vorrei dire potrebbe divenire uno spoiler, e non voglio ‘spoilerare’.
Quel che posso dire è che è davvero ‘ca**uta’, non mi verrebbe termine migliore per descrivere quanto sia bello ascoltare i suoi pensieri, capire cosa l’abbia portata dove è giunta e a fare quel che ha fatto. Ci mostra che l’uomo è sì capace di creare qualcosa di così magnifico come Underworld, ma è altrettanto in grado di rovinarlo. Mentre guardavo la serie, più si scoprivano i dettagli, più mi sembrava una citazione ad Adamo ed Eva. Inoltre mi pare di aver colto altre ispirazioni in Quinella molto interessanti e che sono state colte anche da molti altri in rete. Quinella è davvero l’antagonista perfetta per una storia di questo tipo: in un viaggio alla ricerca dell’umanità, come quello di tutti gli abitanti di Underworld, che umani non sono, un’antagonista che ripudia, che disdegna tutto ciò è, ripeto, perfetta!
Davvero audace e suggestiva la scelta di far restare Quinella nuda, il non provare nulla innanzi agli ‘umani’, non provare vergogna. Per lei esser nuda innanzi a loro era come esserlo innanzi a delle formiche; teniamo conto che si riferisce a loro come dei meri ammassi di circuiti logici. Cattiva, perfida, intelligente, tutto al punto giusto.
Cardinal è un altro personaggio molto interessante, qui davvero però posso dire poco, parlare del finale e di come agisce sarebbe spoiler.
Ora vorrei spostarmi un attimo alla premessa e all’introduzione iniziale alla serie. “Sword Art Online” da questo punto di vista è sempre stato innovativo e originale, difatti la questione delle Fluctlight è davvero intelligente e ben curata, ho ascoltato e capito il tutto con molto piacere. Kawahara ci sa davvero fare.
Sono curioso di sapere cosa accadrà nel mondo reale, soprattutto dopo quanto visto alla fine. È stato davvero bello vedere come Kirito soffrisse la lontananza dopo gli anni (per lui) trascorsi in Underworld. Il finale è stato devastante, di un hype logorante!
Dal punto di vista grafico non c’è nulla da dire, una gioia per gli occhi, davvero bello, disegni, animazioni, sfondi. Tutto eccezionale, il giusto punto di incontro tra computer grafica e disegni, speriamo continuino così. Il character design di questa serie resta sempre imbattibile.
Per il sonoro, altrettanto. L’ending di Reona è fantastica, le opening di Lisa e Asca lo sono altrettanto, ma ‘Forget-me-not’ è una delle ending più belle che io abbia mai potuto ascoltare in un anime.
In conclusione, è una serie davvero eccellente, ha qualche difetto, come ogni serie, ma è tutto così bello e coinvolgente che questi scompaiono, non sono rilevanti.
Non resta che aspettare ottobre, sono davvero in attesa. Dal titolo ‘War of the Underworld’ si preannuncia davvero una serie fantastica.
Spero di essere stato chiaro nell’esprimere i miei pensieri sulla serie, soprattutto sulla parte di Eugeo, che ci tengo molto. Grazie per aver letto!
Premetto che a differenza di altri ho sempre amato "Sword Art Online", ritenendo i due capitoli precedenti e il film delle buone opere, ma non eccelse, un’eccellenza che però "Sword Art Online: Alicization" raggiunge in pieno. Io valuto gli anime per la tecnica, la trama, il sonoro e ovviamente il lato emotivo.
Tecnica: graficamente l'opera è eccellente, con animazioni sopra la media, disegni ottimi e in generale degli effetti grafici di alto livello, degni di opere molto discusse per quanto riguarda questo campo di valutazione, come la serie "Fate".
Sonoro: per quanto riguarda il sonoro, le due opening, "Resister" e "Adamas", si lasciano sentire, con un ritmo molto incalzante. Ma una nota speciale va all’OST, "Niji no Kanata ni", semplicemente perfetta per le scene in cui è stata inserita. Personalmente è diventata la mia OST preferita.
Trama e caratterizzazione: non parlerò della trama, non volendo fare spoiler, ma ho apprezzato la maggior parte dei personaggi, con un'ottima caratterizzazione per quanto riguarda Eugeo e Alice, due gran personaggi. In generale la storia raccontata è interessante, sicuramente superiore agli altri due "Sword Art Online", e sono presenti molti colpi di scena spettacolari e anche un cliffhanger alla fine (piangerete nel finale).
Lato emotivo: beh, la serie mi ha trasmesso molto, e mi sono commosso svariate volte, al finale soprattutto, e alcune scene sono da brividi.
Tecnica: graficamente l'opera è eccellente, con animazioni sopra la media, disegni ottimi e in generale degli effetti grafici di alto livello, degni di opere molto discusse per quanto riguarda questo campo di valutazione, come la serie "Fate".
Sonoro: per quanto riguarda il sonoro, le due opening, "Resister" e "Adamas", si lasciano sentire, con un ritmo molto incalzante. Ma una nota speciale va all’OST, "Niji no Kanata ni", semplicemente perfetta per le scene in cui è stata inserita. Personalmente è diventata la mia OST preferita.
Trama e caratterizzazione: non parlerò della trama, non volendo fare spoiler, ma ho apprezzato la maggior parte dei personaggi, con un'ottima caratterizzazione per quanto riguarda Eugeo e Alice, due gran personaggi. In generale la storia raccontata è interessante, sicuramente superiore agli altri due "Sword Art Online", e sono presenti molti colpi di scena spettacolari e anche un cliffhanger alla fine (piangerete nel finale).
Lato emotivo: beh, la serie mi ha trasmesso molto, e mi sono commosso svariate volte, al finale soprattutto, e alcune scene sono da brividi.