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 1
menelito

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
È il degno finale (sarà davvero il finale?) di una storia fatta di riflessioni, personaggi carismatici, situazioni assurde, comiche e drammatiche. Una storia che mi ha accompagnato per anni, mostrando al me stesso giovane una faccia del mondo dell'animazione giapponese di cui ancora non conoscevo l'esistenza. E no, non parlo (solo) degli sprazzi di fanservice buttati qua e là fra le varie scene; parlo della capacità di una storia animata di intrattenere ma allo stesso tempo portare lo spettatore a porsi domande su cose che magari prima non aveva mai messo in discussione.
Per farla più breve che posso: questo finale di serie mostra gli effetti che le varie avventure vissute dal protagonista hanno avuto sulla sua psiche, con annessi ragionamenti, dai più sensati ai più astrusi (in pieno stile "Monogatari Series"), e chiude in qualche modo il cerchio. Lasciando sì all'immaginazione dello spettatore alcune cose, ma senza tralasciare nulla di così grande da far sentire un senso di incompletezza al sopracitato.
Non ci sono particolari effetti speciali (paragonato ad alcune delle precedenti stagioni), ma la grafica è molto gradevole e le musiche rimangono come al solito perfette per le ambientazioni create.

Un veramente sentito "grazie" ai produttori di questa magnifica serie. Mi avete regalato emozioni forti.
Sarà vero che tutte le cose, anche le più belle, prima o poi finiscono... Ma sono certo che, di tanto in tanto, anche fra svariati anni, ripenserò alle assurde situazioni che Ara-ra-ra-ra-ragi Koyomi e i suoi "compagni" di dis/avventure hanno vissuto.
また後で ("Addio" mi sembrava brutto, preferisco un "ci vediamo dopo" o anche un bell' "arrivederci")


 7
Nagisa98

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8,5
Nell’autunno del 2018 nei cinema giapponesi viene proiettato, sotto forma di lungometraggio della durata di circa 145 minuti, “Zoku Owarimonogatari”, adattamento dell’omonima light novel scritta da Nisio Isin e illustrata da Vofan. L’anime viene in seguito diviso in sei episodi di durata canonica e trasmesso in televisione nel 2019.

La serie si svolge all’indomani della cerimonia del diploma. Mentre si sta lavando il viso, Koyomi si accorge che il suo riflesso nello specchio si è bloccato e, tentando di risolvere la situazione, finisce per “attraversare” l’oggetto. Il ragazzo si ritrova così in una specie di mondo parallelo in cui le persone che conosce non sono esattamente come se le ricorda.

Come annunciato dal protagonista all’inizio della prima puntata, le sue avventure e quelle delle altre anomalie si erano definitivamente concluse con la seconda parte di “Owarimonogatari”; l’anime qui analizzato, dunque, costituirebbe solo uno “special”, un progetto “extra”. Ma, anche mettendola su questo piano, “Zoku” rappresenta un pezzo fondamentale della storia di Koyomi Araragi o, meglio, della fine della sua storia. Perché quest’ultima serie è una profonda riflessione che può attuarsi solo raggiunta la fine, una meditazione che il Koyomi non più liceale, ma neanche studente universitario, pone in essere sul vecchio sé stesso. Ancora una volta, dunque, il nostro protagonista è oggetto di una grande introspezione psicologica: attraverso affascinanti simbolismi legati agli specchi, che invertono la nostra immagine e offrono una visione distorta della nostra figura, che non riflettono mai tutta la luce in essi proiettata e lasciano fuori una piccola parte di cui noi non ci accorgiamo, Koyomi imparerà nuovamente a conoscere sé stesso e tutte le persone che lo circondano.

L’anime di “Zoku”, come al solito, è costellato di dialoghi e monologhi brillanti, battute perspicaci, misteri intriganti, sorprese sbalorditive e, come mai non guasta, un pizzico di dolcissimo romanticismo. Il comparto visivo e sonoro si riconferma sublime e d’effetto: da menzionare, a questo giro, l’ipnotica opening “07734”, per la prima volta interpretata da Hiroshi Kamiya.

Riassumendo, “Zoku Owarimonogatari” è l’ennesimo gioiellino creato dalla mente del geniale Nisio Isin e abilmente trasposto dallo staff dello studio Shaft. Un’intricata, simbolica, riflessiva continuazione della già perfetta conclusione delle vicende di Koyomi Araragi. Voto: 8,5.