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HakMaxSalv92

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Dopo un'attenta riflessione bisogna cominciare col dire che questo cortometraggio presenta molte ambiguità e punti sia chiari che oscuri; tutto ciò permette, paradossalmente, di viverlo, interpretarlo liberamente, senza schemi, preconcetti.

Infatti, la trama si svolge all'interno del subconscio e quindi a livello onirico. Ciò si intuisce e deduce dall'introduzione, che fa un primo piano definitivo e profondo nella mente della protagonista, ovvero Sharhazad. E qui emergono le prime perplessità. Le immagini sono indubbiamente fluide, dinamiche, e sono caratterizzate da un susseguirsi di colori in stile caleidoscopico che è appositamente stato scelto per meglio rappresentare il subconscio della protagonista. L'assenza di dialoghi è abbastanza azzeccata, perché appunto fornisce la possibilità di interpretare la vicenda senza schemi, pregiudizi e/o preconcetti di alcun tipo, ma dall'altro lato lascia anche parecchi punti oscuri che non permettono contemporaneamente una comprensione esaustiva del susseguirsi delle fasi del sogno. Questo sarebbe addirittura peggiore, se non ci fosse la musica a meglio definire il contesto e la situazione in corso: infatti è proprio grazie ad essa che si riesce a capire ciò che si palesa e il susseguirsi dei desideri, delle vicissitudini della protagonista, che passa da una fase amorosa a una di fuga, costantemente tartassata da un jinn della tradizione musulmana, il quale però sembra più vicino a un diavolo della tradizione cristiana.

La grafica è fuor di dubbio fluida, scorrevole, lontana dalla computer grafica alla quale ci siamo abituati, ed è stata indubbiamente realizzata con dei pastelli che meglio rendono la situazione e il susseguirsi caleidoscopico dei colori che vengono usati come rappresentazione degli stati mentali ed emotivi dei due protagonisti. Ciononostante, la scelta di ridurre uno dei tanti poemi della tradizione arabo-persiana per antonomasia a un cortometraggio mi pare una scelta azzardata e poco calcolata. Non voglio pormi come detrattore di questo cortometraggio, ma a mio avviso per un successo di pubblico maggiore sarebbe stato meglio investire più tempo, pazienza, energie e fondi per realizzare una serie più lunga, appunto ispirata al titolo e quindi composta possibilmente di 1001 episodi, anche per far avvicinare un pubblico composto di diverse fasce d'età ed eterogeneo, al fine di superare un grosso divario culturale e così poter cominciare a rompere il ghiaccio e superare una determinata e crescente mole di preconcetti e pregiudizi che rendono inaccessibile ancora oggi una cultura che invece meriterebbe approfondimento, analisi, sintesi, contemplazione, estrospezione, introspezione e opportune modifiche, migliorie, integrazioni, per stabilire una connessione profonda con il resto del mondo. Quindi, sarebbe opportuno effettuare una lettura più completa e anche un paragone/confronto con altri capolavori della letteratura araba e persiana, come ad esempio lo "Shahnameh", da cui è stato estratto il poema su Rostam e altri eroi della mitologia persiana. Spero che in futuro questa iniziativa possa attecchire nella mente, nell'anima, nel cuore e nello spirito di qualche artista e possa far scoprire questo mondo al massimo del suo splendore, magnificenza, che nulla hanno a che vedere con il degrado e le barbarie a cui stiamo assistendo impotenti e attoniti a distanza e rassegnati. Voto: 7


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giacgiac

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
"1001 Nights" è un cortometraggio di ventitré minuti di genere sperimentale, ma tanto sperimentale. Protagonisti di questo anime sono una donna e un demone, che sulle orme del mito di Apollo e Dafne, si rincorrono disperatamente in un valzer amoroso ed erotico di continua metamorfosi. Questa traccia - perché chiamarla trama mi sembra quanto meno eufemistico - funge da mero pretesto per l'ostentazione del puro virtuosismo tecnico da parte del regista; il clima onirico che ne scaturisce è un tripudio di colori, un effluvio di figure indefinite, un maestoso magma ribollente che non può non stupire lo spettatore; come uno sfumato leonardesco, personaggi e paesaggio si fondono e si mescolano tra loro per poi separarsi, in netto contrasto cromatico, e infine ricongiungersi per ricominciare il ciclo.
L'ispirazione a "Fantasia" penso sia più che palese, anche se a mio giudizio qui non ci si avvicina minimamente alla poesia di Walt Disney, ben più comprensibile e meglio accompagnato musicalmente dalle note dei grandi compositori del passato e non.
Il grosso difetto di "1001 Nights", a fronte di un comparto tecnico pur sempre ottimo, è la durata. Fosse stato più breve, penso che il mio giudizio sarebbe stato ampiamente più elevato, ma non nascondo che dopo i primi cinque o sette minuti già cominciavo a sentire i primi sintomi della noia in mancanza di un qualcosa d'altro, oltre all'aspetto visivo e sonoro, che attraesse la mia attenzione; giunto alla fine, dunque, più che il piacere di aver fruito al meglio e di essermi goduto l'opera in questione, ho provato più una sensazione di sollievo per essermene sbarazzato.

In conclusione, che "1001 Nights" sia un'opera di qualità non penso sia oggetto di dibattito, ma sul fatto che sia effettivamente un'opera apprezzabile ho qualcosa da ridire; contando la scenografia assente, un apparato tecnico ottimo e dei pessimi tempi, posso dire che nel complesso trovo l'opera ampiamente sufficiente, a posteriori anche discreta, ma non penso di potermi spingere oltre un 6. Consigliato solo agli amanti del genere sperimentale, forse lo apprezzeranno più di quanto non abbia fatto io.


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redcbcup

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Attenzione: Parlo di mie personalissime esperienze e sensazioni.

Questo cortometraggio potrebbe essere accostato all'epoca psichedelica di vecchia memoria, ma mi sa di prosopopea. Diciamo allora che ricorda quei "viaggi" che da bambino ti facevi quando avevi la febbre a quaranta e vaneggiavi. Cresciuto un pochino, è la prima sbornia non del tutto brutta dove tutto ti gira vorticosamente ed i colori non sono ben definibili e ti esplodono in testa. Cresci ancora e ti ritrovi negli anni settanta con uno zuccherino in bocca con una goccia di qualcosa che lo imbeve e capisci che ciò che ti ricorderai per sempre sono le sensazioni che riconosci in disegni come questi, in musiche come queste. Riconosci chi, con qualsiasi arte visiva e acustica, sa esprimere un attimo di follia divertita, non brutta, non pericolosa, con un suo senso, banale che sia, artistico. Poco importa se pochi comprenderanno, lo fanno per quelli che.


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Pan Daemonium

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Ebbene, bisogna avere un po' di pazienza per potere sopportare 25 minuti del genere, ma in sostanza ne vale la pena. Non è, difatti, semplice seguire sia mentalmente sia con gli occhi l'immensità dei disegni, le stringhe, tutti i particolari secondo per secondo. Troppa concentrazione porta direttamente alla noia, motivo per cui bisogna guardare "1001 nights" con animo più tra le braccia di Morfeo che con i piedi per terra.
La trama, che ci sia o meno, è chiaramente un riferimento a una storia d'amore, che bene o male cade nel surreale e nell'onirico a ogni passo, con riferimenti anche demoniaci e sessuali, strettamente legati al mondo del sogno e del subconscio. L'ambientazione è quella araba medievale, d'altronde il nome dell'opera lo dice ben chiaramente, anche se la caratterizzazione dei personaggi è meno occidentalizzata di quanto si possa pensare.
La musica non è classica, come si potrebbe pensare, ma contemporanea. Di classico ha melodicamente ben poco, forse contribuisce anche abbastanza alla noia che potrebbe generarsi, ma c'è da dire che accompagna molto bene le evoluzioni e le involuzioni e la fluidità dei movimenti dei protagonisti.
A mio parere "1001 Nights" un'ottima opera d'arte, molto lontana dal mondo degli anime, ma non importa. Non credo che la trama abbia un senso profondo, di conseguenza evito di addentrarmi in elucubrazioni. Va visto assolutamente, se non altro per testare la propria capacità di rimanere concentrati e per gustarsi i disegni di Amano.


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elianthos80

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Come le tag 'musica' e 'sperimentale' lasciano intuire, si tratta di un'opera che è destinata a polarizzare i pareri, mancando di quegli elementi più standard sia estetici sia narrativi in grado di mettere a suo agio con agio, se mi passa il gioco di parole, lo spettatore.
Anche Fantasia, cui non a torto questo cortometraggio si può accostare (in particolare alla sequenza della Toccata e Fuga in Re Minore di Bach e della Notte sul Monte Calvo di Mussorgsky, che 1001 Nights cita esplicitamente nel gesto del demone che stringe e fonde e riplasma gli spiriti fra le sue mani ), ha delle sequenze molto sperimentali e astratte ed è priva di dialoghi. L'opera disneyana però ha dalla sua il vantaggio di essere ormai storicizzata e in qualche modo più familiare, più contestualizzata, più 'assimilata'. In conclusione per noi spettatori odierni e profani la percezione della sperimentalità di Fantasia si è un po' persa, risultando in una fruizione meno problematica di tale lavoro d'animazione.

1001 Nights in questo senso può essere almeno altrettanto godibile, o a seconda dei gusti altrettanto ostica o noiosa, nella sua componente sperimentale e nella gratificazione estetica, dell'opera disneyana vista con e da occhi vergini.
La parte grafica di 1001 nights è retta dall'inconfodibile, elegante tratto di Amano, con le sue figure ariose, androgine, tanto seducenti quanto sottilmente inquietanti sia nelle linee, allo stesso tempo quasi tremolanti eppure fluide, dei contorni; sia nella composizione dei corpi e dei panneggi e dei capelli.
La colonna sonora in questo caso non è costituita da classici della musica, ma dalle melodie realizzare da David Newman, compositore contemporaneo che ha realizzato le musiche di numerosi film di successo animati e non. Le musiche di 1001 Nights mancano di quel fattore di eccezionalità e 'best of' che Fantasia ha, ma sottolineano comunque in maniera efficace il racconto per immagini, grazie anche alla competente esecuzione della Los Angeles Philharmonic Orchestra.

La trama di fondo o meglio la cornice narrativa sono enunciate all'inizio dell'opera: è un'immersione nel microcosmo onirico ('the world within a world' nell'unica sezione parlata e proferita dalla voce fuori campo) della coppia di principe e principessa orientali protagonista, e di ciò che scaturisce quando i loro sogni s'incrociano, i demoni e gli aspetti nascosti che ne vengono alla luce.
E cosa ne scaturisce? Visivamente, un tripudio di colori, forme, suoni, tra architetture fiabesche per colori e struttura e in parte rese con la grafica 3D; e delle figure fantastiche a tratti klimtiane, guizzanti, fluttuanti, ora sagome che scorrono ora invece animate al limite dello schizzo, ora dipinte ora piuttosto tratteggiate con matite e pastelli dalla texture gessosa.
Le figure s'intrecciano, si separano, si congiungono, si nascondono e si rivelano l'una all'altra, nel misto di attrazione e repulsione, sottomissione e dominazione che può essere visto come allegoria del rapporto tra gli amanti, della tensione fra i sessi, dei conflitti interiori.

Il tutto ha un che di sospeso tra sogno e incubo, ricordandomi mutatis mutandis il Cantico dei Cantici. Nel testo biblico l'Amato e l'Amata si cercano e inseguono per stanze, vicoli, campi, strade e colline, in bilico tra realtà e fantasia, tra sogno di appagamento e fantasmi, quasi come sonnambuli o sognatori, in versi che nella lingua originale hanno un che di ipnotico e carezzevole, con frequenti allitterazioni. Anche in questo caso il suono è la chiave, nel valore fonetico e nella musicalità della parola poetica.
1001 Nights - e, nella bella quanto ancora attuale esegesi di Guido Ceronetti, anche il Cantico - è una storia che meglio si comprende quando si cerca di sentirla prima che di analizzarla e dissezionarla, e suggerisce un abbandono delle barriere razionali per farsi trasportare dalle immagini e dai suoni.

Consiglio: per esperienza personale, ho guardato il cortometraggio a notte fonda ergo in stato di coscienza alterato da carenza di sonno e l'ho apprezzato moltissimo, forse perché lo stato di semiveglia ben si accordava a quello dell'opera: un vero e proprio sogno a occhi aperti.
L'ho rivisto in seguito e in condizioni normali, ma mentre l'apprezzamento estetico non ne ha risentito (le animazioni sono una vera gioia per gli occhi), la suggestione e il coinvolgimento della prima visione sono rimasti insuperati.
Il consiglio, per meglio apprezzare l'opera o, nella peggiore delle ipotesi, minimizzare eventuali cadute delle gonadi più o meno virtuali, è perciò di guardare la stessa con una disposizione d'animo e in circostanze adeguate. Con calma e prossimi a sognare, ma non ancora assopiti; meno vigili che di giorno, ma ancora lucidi: per riuscire a entrare nel sogno e lasciare che il sogno entri in voi.

Nota semiseria: né per la visione dell'anime né per la stesura della presente recensione sono state assunte sostanze psicotrope.

Utente5795

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Utente5795

Episodi visti: 1/1 --- Voto 5
Prima di guardare "1001 nights", mettetevi in testa che vi troverete di fronte a tutto, fuorchè ad un anime. Questo cortometraggio infatti è stati realizzato da uno staff ibrido di artisti orientali ed occidentali, e si tratta di un vero e proprio quadro in movimento, con una trama poco sostanziosa e vagamente ispirata alla celebre raccolta di novelle indiana, come suggerito dal titolo, a completo servizio di una carellata di immagini coloratissime ed in continuo movimento, in bilico tra Kandinskij e Klimt, commentate dalle seducenti note della Philharmonic Orchestra di Los Angeles. Stile di riferimento è quello di prodotti targati Walt Disney come "Fantasia" e, in maniera minore, le "Silly Symphonies".

1001 nights è quindi un puro sfoggio di tecnica, un turbinio di immagini senza briglie? Purtoppo sì. E' abbastanza inutile discutere sulla poca comprensibilità della trama, più che altro ci si stanca presto della continua girandola visiva, troppo momentanea e sfuggente, non abbastanza "densa". Non fraintendetemi, so bene che ad un'opera di stampo onirico come questa sia lecito lasciarsi andare a virtuosismi visivi all'insegna della metamorfosi e dell'allegoria, ma la coloratissima e moderna tavolozza di 1001 nights è troppo dispersiva e troppo fine a se stessa; il risultato sarebbe stato ben più piacevole se invece fosse stato proposto un comparto visivo ugualmente particolareggiato e insolito, ma più stringato, con più punti di riferimento, insomma, che le immagini si fossero costruite da sole un intreccio narrativo partendo dall'iniziale canovaccio fiabesco.

Sicuramente questo è un lavoro non propriamente commerciale e che quindi incontra i gusti del grande pubblico con una certa difficoltà, ma in ogni caso, anche mettendocisi di fronte con le più buone intenzioni, questo adattamento musicale de "Le mille e una notte" lascia davvero poco allo spettatore.


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Doppelgänger

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
1001 Nights, ovvero l'arte di Yoshitaka Amano, illustratore giapponese celebre per aver curato il design di molte produzioni (su tutte quella della serie Final Fantasy), in un opera dello stesso genere di Fantasia della Disney, ossia fatta di immagini accompagnate (o che accompagnano) da brani musicali. Anche se in questo caso è difficile parlare di trama. A dire il vero c'è effettivamente una trama ma, è talmente visionaria e contorta, da rendere difficile dire quale sia l'effettivo intreccio, anche se questo è comunque chiaramente secondario rispetto a ciò che scorre sullo schermo.

Lo stile di Amano c'è tutto e, anche se non tutti ne apprezzeranno le caratteristiche (su tutte l'androginità dei personaggi), è innegabile la sua raffinatezza e la freschezza nel tratto, nonché la sua capacità di dipingere mondi e personaggi fuori dalla realtà. L' approccio scelto è quello di dare una forte personalità al video con molto sperimentalismo visivo. Si va da scene che sono un tripudio di colori, ad altre minimaliste, addirittura in bianco e nero (tanto che sembrano un abbozzo di disegno). Forse il maggior pregio del tutto è questo: l' apparire a tutti gli effetti come un disegno in movimento, con tratti non definiti come lo sarebbero in un animazione tradizionale, ma presentando il "tratto a matita" di un lavoro realizzato totalmente a mano.

Come detto prima, è difficile seguire il senso logico degli eventi, quindi l'unica cosa da fare è quella di abbandonarsi alla visione senza porsi troppi perché, ma godendo di quanto scorre davanti agli occhi. Vista la natura concettuale dell'opera, criticarla infatti per la cripticità della trama sarebbe infatti inutile. Complice la brevità dell'opera (una ventina di minuti), non sarà né difficile, né spiacevole farlo.

Grahf

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Grahf

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
Sinceramente nel vederlo mi sono annoiato. La storia (seppur non è che in un titolo del genere c'è ne sia bisogno), è la solita: il principe deve salvare la sua amata, il tutto in salsa Orientale.

I disegni sono il punto forte, spaziano tra vari stili: dal bianco e nero, allo stilizzato, a oniriche animazione e assurdi animali, alla matita su un foglio bianco, ma tutto questo mix di stili non mi ha preso più di tanto, anche se sicuramente ad alcuni può piacere o essere piaciuto.

La musica poi non mi è piaciuta, non vado matto per la classica, però se un pezzo è bello me ne accorgo e a me non è piaciuto quasi niente, seppur tutto eseguito molto bene dall'orchestra sinfonica di non mi ricordo più quale città... comunque una abbastanza importante. E' questo è il motivo del mio voto così basso, come fai a farti piacere un titolo se i disegni non ti prendono e la musica non ti piace? Questo tipo di titoli sono i più soggetti all'opinione personale a mio parere, quindi anche se a molti non è piaciuto ma a voi interessa il genere alla "Fantasia", allora "1001 Nights" va guardato lo stesso se non avete niente di meglio da fare, dopo 10 minuti capirete se vi piace oppure no.
DISEGNI: 7; MUSICA: 6; ATMOSFERA: 6

Ryo

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Ryo

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
E' difficile dare un giudizio a questo anime. Sicuramente è qualcosa fuori dal comune, la trama da quel poco che si capisce parla di certi demoni o diavoli che vogliono impossessarsi o uccidere un essere umano o principe. Ci sarà poi il passionale amore di due giovani che fuggiranno insieme. Ricorda in parte come ambientazione, le storie orientali come "Le mille e una notte" e "Sinbad il marinaio". In realtà l'unica cosa che mi vien da dire: è un'esplosione di immagini.