Peace Maker Kurogane
Ho iniziato quest'anime con molte aspettative avendo adorato il manga da cui è tratto ma purtroppo sono rimasta delusa in parte. Il problema maggiore deriva dall'aver voluto fare una serie di 24 episodi quando la metà sarebbe bastata dato che il manga conta solo 5 volumi. Hanno quindi allungato il brodo a dismisura, con episodi filler e personaggi inventati di cui proprio non c'era bisogno anche perché mentre nel fumetto l'autrice riesce a calibrare perfettamente tragedia e commedia purtroppo ciò non avviene nelle parti inventate che risultano solo noiose e spesso ridicole.
Un altro difetto sono i disegni che pur non essendo brutti non si avvicinano neanche lontanamente allo splendido ed elegante tratto di Nanae Chrono che io reputo una tra le migliori disegnatrici manga esistenti.
Ma qualcosa di buono nonostante tutto c'è, la sigla iniziale e finale sono entrambe ottime, così come i doppiatori davvero azzeccati (d'altro canto in Giappone è raro che non sia così, al contrario nostro) e in fondo, filler a parte, la storia ricalca fedelmente il manga anche se c'è da dire che non ha sempre la stessa carica emotiva, ma forse ciò è dovuto al fatto che ero già a conoscenza della storia.
In definitiva per me Peace Maker è un anime che poteva essere migliore ma è stato comunque piacevole vedere il manga trasposto in animazione e un 7 se pur stiracchiato alla fine se lo merita.
Un altro difetto sono i disegni che pur non essendo brutti non si avvicinano neanche lontanamente allo splendido ed elegante tratto di Nanae Chrono che io reputo una tra le migliori disegnatrici manga esistenti.
Ma qualcosa di buono nonostante tutto c'è, la sigla iniziale e finale sono entrambe ottime, così come i doppiatori davvero azzeccati (d'altro canto in Giappone è raro che non sia così, al contrario nostro) e in fondo, filler a parte, la storia ricalca fedelmente il manga anche se c'è da dire che non ha sempre la stessa carica emotiva, ma forse ciò è dovuto al fatto che ero già a conoscenza della storia.
In definitiva per me Peace Maker è un anime che poteva essere migliore ma è stato comunque piacevole vedere il manga trasposto in animazione e un 7 se pur stiracchiato alla fine se lo merita.
La sensazione che lascia "Peace maker kurogane" al termine di ventiquattro avventurosi, avvincenti e piacevoli episodi, è - incredibile a dirsi - un contrastante e sconfinato senso d'incompletezza, un moto d'inadeguatezza nei confronti di legittime aspettative relazionate a un climax totalmente fallito, un'area di vuoto siderale laddove ci aspettavamo il tocco finale, la ciliegina sulla torta, la chiusura emozionante di un anime davvero pregevole.
E invece non è così, perché nonostante questa saga ben costruita, questa strada ben lastricata dimostri un crescente valore man mano che si sviluppa, giunge infine di fronte al baratro di una non-conclusione, lasciando lo spettatore di stucco per la totale assenza di quell'agognato finale che delude enormemente. E sul crinale di un precipizio vacuo e misero tanto viene da sospettare, pur di darsi una qualche spiegazione razionale, che l'anime possa proseguire in una qualche ipotetica seconda serie, cosa che chiaramente non è. Pare quindi lapalissiano che se questo prodotto di ottima fattura (sia per quanto riguarda il comparto visivo sia per quello sonoro) e capace di avvalersi di una trama intrigante sin dalle primissime battute fosse stato coronato da un degno epilogo, allora il risultato sarebbe stato totalmente differente.
La trama, per quanto possa sembrare scontata, rielabora un classico storico tanto caro ai giapponesi: ambientato nel periodo Edo, "Peace maker kurogane" si sviluppa nel periodo di maggior prestigio della Shinsengumi a Kyoto: i famosi Lupi di Mibu, una sorta di polizia locale che assicurava giustizia e dettava ordine tramite la legge della katana, affrontando a viso aperto rivoluzionari e rivoltosi, tema tanto caro al popolo del sol levante. Dunque l'anime mette in mostra quel breve periodo di guerra dello Shogunato e l'inesorabile declino dei leggendari Samurai; per certi versi potrebbe anche ricordare un'altra opera simile ma di maggior spessore sia narrativo sia tecnico, Kenshin: memorie del passato, di cui condivide vari aspetti, tra cui l'epoca di narrazione e il tipo di soggetto protagonista della vicenda.
"Peace maker Kurogane" è la storia di Tetsu, un ragazzino di 15 anni fuggito assieme a suo fratello maggiore dalle tremende rappresaglie proprio fra Shinsengumi e alcune bande nemiche locali, scampati entrambi a un rogo selvaggio che distrusse la loro casa e uccise entrambi i genitori. Tetsu rimase talmente traumatizzato dalla terribile esperienza che nonostante la sua giovane età decise di arruolarsi proprio nei tanto discussi Lupi di Mibu, con grande rammarico e disapprovazione del fratello maggiore, intenzionato a scovare l'assassino della sua famiglia e, in un modo o nell'altro, fargliela pagare cara. Ma proprio all'interno della squadra Shinsengumi, episodio dopo episodio, avventura dopo avventura, allenamento dopo allenamento scoprirà che esistono valori più nobili della vendetta. Il protagonista conoscerà persone capaci di amare e di desiderare a loro volta amore piuttosto che sentimenti rancorosi, e scoprirà che non solo con il freddo acciaio della katana si misura la forza di un uomo.
L'anime mantiene nei primi episodi un tono fra il tragico e l'ironico, quasi grottesco a volte, portando sul palcoscenico personaggi storici realmente vissuti, come Haijime Saitou o il grande Hijikata, di cui Tetsu sarà servo.
Si intrecciano storie appassionanti e colme di viva emozione, le riflessioni e gli animi dei protagonisti paiono tangibili, reali, resi magistralmente grazie a un'introspezione vivida e razionale. Tuttavia, con il senno di poi ci si rende conto che gli autori non sfruttano appieno grandi potenzialità, e a conti fatti ciò risulta quasi un delitto. Una trama solida e ben congegnata, un design interessante, dei fondali semplici ma incisivi, un chara piacevole e curato sono tutte fondamenta atte a creare un lavoro notevole, che aumenta di ritmo in uno spettacolare crescendo nelle ultime otto puntate, ma che amplifica quell'amaro in bocca per un finale scialbo e alcune tematiche troncate di netto, oppure lasciate cadere nel vuoto, o ancora appena sfiorate laddove sarebbe dovuto esserci un più adeguato approfondimento.
Si tratta a ogni modo di un ottimo anime storico, ma che esce enormemente ridimensionato se comparato a lavori di più alto spessore dello stesso genere.
Forse è più la delusione per l'assenza di un completamento razionale, nonché epico, dell'opera, che il piacere di un prodotto discreto, ma limitato.
E invece non è così, perché nonostante questa saga ben costruita, questa strada ben lastricata dimostri un crescente valore man mano che si sviluppa, giunge infine di fronte al baratro di una non-conclusione, lasciando lo spettatore di stucco per la totale assenza di quell'agognato finale che delude enormemente. E sul crinale di un precipizio vacuo e misero tanto viene da sospettare, pur di darsi una qualche spiegazione razionale, che l'anime possa proseguire in una qualche ipotetica seconda serie, cosa che chiaramente non è. Pare quindi lapalissiano che se questo prodotto di ottima fattura (sia per quanto riguarda il comparto visivo sia per quello sonoro) e capace di avvalersi di una trama intrigante sin dalle primissime battute fosse stato coronato da un degno epilogo, allora il risultato sarebbe stato totalmente differente.
La trama, per quanto possa sembrare scontata, rielabora un classico storico tanto caro ai giapponesi: ambientato nel periodo Edo, "Peace maker kurogane" si sviluppa nel periodo di maggior prestigio della Shinsengumi a Kyoto: i famosi Lupi di Mibu, una sorta di polizia locale che assicurava giustizia e dettava ordine tramite la legge della katana, affrontando a viso aperto rivoluzionari e rivoltosi, tema tanto caro al popolo del sol levante. Dunque l'anime mette in mostra quel breve periodo di guerra dello Shogunato e l'inesorabile declino dei leggendari Samurai; per certi versi potrebbe anche ricordare un'altra opera simile ma di maggior spessore sia narrativo sia tecnico, Kenshin: memorie del passato, di cui condivide vari aspetti, tra cui l'epoca di narrazione e il tipo di soggetto protagonista della vicenda.
"Peace maker Kurogane" è la storia di Tetsu, un ragazzino di 15 anni fuggito assieme a suo fratello maggiore dalle tremende rappresaglie proprio fra Shinsengumi e alcune bande nemiche locali, scampati entrambi a un rogo selvaggio che distrusse la loro casa e uccise entrambi i genitori. Tetsu rimase talmente traumatizzato dalla terribile esperienza che nonostante la sua giovane età decise di arruolarsi proprio nei tanto discussi Lupi di Mibu, con grande rammarico e disapprovazione del fratello maggiore, intenzionato a scovare l'assassino della sua famiglia e, in un modo o nell'altro, fargliela pagare cara. Ma proprio all'interno della squadra Shinsengumi, episodio dopo episodio, avventura dopo avventura, allenamento dopo allenamento scoprirà che esistono valori più nobili della vendetta. Il protagonista conoscerà persone capaci di amare e di desiderare a loro volta amore piuttosto che sentimenti rancorosi, e scoprirà che non solo con il freddo acciaio della katana si misura la forza di un uomo.
L'anime mantiene nei primi episodi un tono fra il tragico e l'ironico, quasi grottesco a volte, portando sul palcoscenico personaggi storici realmente vissuti, come Haijime Saitou o il grande Hijikata, di cui Tetsu sarà servo.
Si intrecciano storie appassionanti e colme di viva emozione, le riflessioni e gli animi dei protagonisti paiono tangibili, reali, resi magistralmente grazie a un'introspezione vivida e razionale. Tuttavia, con il senno di poi ci si rende conto che gli autori non sfruttano appieno grandi potenzialità, e a conti fatti ciò risulta quasi un delitto. Una trama solida e ben congegnata, un design interessante, dei fondali semplici ma incisivi, un chara piacevole e curato sono tutte fondamenta atte a creare un lavoro notevole, che aumenta di ritmo in uno spettacolare crescendo nelle ultime otto puntate, ma che amplifica quell'amaro in bocca per un finale scialbo e alcune tematiche troncate di netto, oppure lasciate cadere nel vuoto, o ancora appena sfiorate laddove sarebbe dovuto esserci un più adeguato approfondimento.
Si tratta a ogni modo di un ottimo anime storico, ma che esce enormemente ridimensionato se comparato a lavori di più alto spessore dello stesso genere.
Forse è più la delusione per l'assenza di un completamento razionale, nonché epico, dell'opera, che il piacere di un prodotto discreto, ma limitato.
Reputo Peace Maker Kurogane decisamente brutto, a stento sono arrivato alla quinta puntata.
C'è da dire che gli anime storici hanno sempre un'ambientazione che ha il suo fascino, così come per Peace Maker, ma tolto questo non salvo praticamente nulla.
La storia parla di un piccolo fastidioso (a dir poco) marmocchio, che vuole vendicare la morte dei genitori, e per farlo vuole entrare nella Shinsengumi, un'accademia di soldati.
Già l'inizio è di una banalità mostruosa, e a questo si aggiunge il fatto che nel proseguo delle vicende (per quello che ho visto), la storia diventa di una noia pazzesca. Praticamente non succede nulla che possa invogliare il proseguimento della visione, e come se non bastasse la narrazione è lentissima e molti punti sono incomprensibili.
I personaggi sono brutti e mal caratterizzati, oltre al fatto che alcuni si somigliano fin troppo e finirete per scambiarli. Mi chiedo poi, come sia potuto venire in mente di realizzare un protagonista così fastidioso come quello di quest'anime.
Gli altri personaggi sono stereotipati all'inverosimile, abbiamo il capo duro e autoritario, il tizio che non si capisce se è uomo o donna, l'inutile personaggio-spalla del protagonista (il fratello del protagonista, ma anche il protagonista non scherza in quanto a inutilità), il tizio che guarda con diffidenza il protagonista, e che si veste da donna e nessuno se ne accorge, mah!
In tutto questo scempio neanche l'aspetto tecnico si salva, i colori sembrano slavati, e il disegno sembra spoglio e privo di dettaglio, oltre a provocare confusione nella distinzione tra uomini e donne - no, non quello della De Filippi.
La parte sonora non non mi ha colpito in modo positivo. Discorso a parte per l'opening che, se vi piace il genere "rappato", è piacevole da ascoltare.
Io consiglio a chiunque avesse anche solo lontanamente intenzione di seguire quest'anime, di starne alla larga e rivolgere la sua attenzione altrove, perché le uniche emozioni che trasmette questo anime sono noia, frustrazione e rabbia, sopratutto verso il protagonista. Peace Maker è quasi peggio di Highschool of the Dead, e questo già dovrebbe fare capire molto.
C'è da dire che gli anime storici hanno sempre un'ambientazione che ha il suo fascino, così come per Peace Maker, ma tolto questo non salvo praticamente nulla.
La storia parla di un piccolo fastidioso (a dir poco) marmocchio, che vuole vendicare la morte dei genitori, e per farlo vuole entrare nella Shinsengumi, un'accademia di soldati.
Già l'inizio è di una banalità mostruosa, e a questo si aggiunge il fatto che nel proseguo delle vicende (per quello che ho visto), la storia diventa di una noia pazzesca. Praticamente non succede nulla che possa invogliare il proseguimento della visione, e come se non bastasse la narrazione è lentissima e molti punti sono incomprensibili.
I personaggi sono brutti e mal caratterizzati, oltre al fatto che alcuni si somigliano fin troppo e finirete per scambiarli. Mi chiedo poi, come sia potuto venire in mente di realizzare un protagonista così fastidioso come quello di quest'anime.
Gli altri personaggi sono stereotipati all'inverosimile, abbiamo il capo duro e autoritario, il tizio che non si capisce se è uomo o donna, l'inutile personaggio-spalla del protagonista (il fratello del protagonista, ma anche il protagonista non scherza in quanto a inutilità), il tizio che guarda con diffidenza il protagonista, e che si veste da donna e nessuno se ne accorge, mah!
In tutto questo scempio neanche l'aspetto tecnico si salva, i colori sembrano slavati, e il disegno sembra spoglio e privo di dettaglio, oltre a provocare confusione nella distinzione tra uomini e donne - no, non quello della De Filippi.
La parte sonora non non mi ha colpito in modo positivo. Discorso a parte per l'opening che, se vi piace il genere "rappato", è piacevole da ascoltare.
Io consiglio a chiunque avesse anche solo lontanamente intenzione di seguire quest'anime, di starne alla larga e rivolgere la sua attenzione altrove, perché le uniche emozioni che trasmette questo anime sono noia, frustrazione e rabbia, sopratutto verso il protagonista. Peace Maker è quasi peggio di Highschool of the Dead, e questo già dovrebbe fare capire molto.
<b>[Attenzione, possibili lievi spoiler.]</b>
Anime storico con qualche “ma” e “se” di troppo a mio avviso, anche se per fortuna non è pessimo e non sfiora nemmeno i drammatici livelli di Hakuouki. La scelta qui è di seguire la Shinsengumi durante le fasi dello scontro con i samurai ambiziosi prima del tentato incendio di Kyoto; confesso che il periodo di analisi scelto storicamente è impegnativo ed è di quelli che preferisco per questo genere, però non è su questo che vuole poggiare tale serie, quindi credo che il mio voto vada modulato per evitare che sia leggermente influenzato da questo fattore.
Le vicende seguono due orfani che si arruolano nella Shinsengumi con due scopi diversi: il fratello maggiore vuole dimenticare il passato e trovare un modo per vivere dignitosamente con un reddito sicuro (cosa difficile a Kyoto a quei tempi), il fratello minore, Tetsu, vuole vendetta per i genitori trucidati da un misterioso assassino, e vede nella Shinsengumi la via per ottenere la forza necessaria per adempiere ad essa. Purtroppo però Tetsu, conoscendo i vari comandanti ed in special modo Okita e Hijikata, scoprirà che per la sua vendetta e per far parte di quel mondo di scontri e sangue è necessario rinunciare alla propria umanità. Il tutto nel Giappone che lotta per entrare nell'era moderna, diviso tra xenofobi e moderati decisi ad aprirsi al mondo.
Bella l'analisi psicologica dei personaggi, ognuno con i suoi perché e con la sua visione sugli scontri in atto, anche se rendere Hajime Saito una specie di acchiappa fantasmi è abbastanza inquietante da vedere, ma rispetto la scelta dell'anime sulla personalizzazione dei personaggi. Molto bello invece il fatto che si sono presi l'incomodo di far notare come la gente vivesse gli anni dei tumulti a Kyoto, e che cosa significasse vedere una squadra di persone armate con l'haori azzurro (significato tacito: ti possono ammazzare per legge/sport), unica pecca qui è che spesso la narrazione dipinga gli Shinsengumi come una squadra di boy scout e i samurai ambiziosi come dei puri criminali, quando invece di questi ultimi c'era sì una fazione estremista, ma anche una moderata. Questa cosa non è molto leale secondo me, perché travia molto la situazione storica in atto: entrambe le fazioni hanno fatto cose terribili in nome di quello in cui credevano, da questo punto di vista in un anime quale Kenshin o Bakumatsu sono stati più onesti nel rappresentare la situazione.
Infine tra le cose positive della narrazione aggiungo il fatto che hanno dato spazio all'uso degli shinobi da ambo le fazioni, e il fatto che, anche se disprezzano queste figure, entrambe le parti ne abbiano un disperato bisogno; davvero carino questo punto di analisi, soprattutto perché viene anche analizzato dalla prospettiva di un ninja che non è che adori questo mestiere, ma gli tocca farlo.
Tenendo conto che i disegni non sono male, che le musiche si amalgamano bene anche durante i momenti comici, che i combattimenti sono realizzati in modo attento e senza perdere nel tratto, direi che questo anime un 7 se lo porta a casa tranquillamente, ma proprio per il suo genere di più non può avere.
Faccio notare che io non vedo questa impellente necessità del seguito, certo ha un finale aperto che vede la Shinsengumi dopo il fattaccio all'Ikedaya (sentita vittoria che li trasformò da meri lupi di Mibu a salvatori di Kyoto dalle fiamme): la loro vita va avanti, ma tecnicamente tutti sappiamo come finisce, no?
Anime storico con qualche “ma” e “se” di troppo a mio avviso, anche se per fortuna non è pessimo e non sfiora nemmeno i drammatici livelli di Hakuouki. La scelta qui è di seguire la Shinsengumi durante le fasi dello scontro con i samurai ambiziosi prima del tentato incendio di Kyoto; confesso che il periodo di analisi scelto storicamente è impegnativo ed è di quelli che preferisco per questo genere, però non è su questo che vuole poggiare tale serie, quindi credo che il mio voto vada modulato per evitare che sia leggermente influenzato da questo fattore.
Le vicende seguono due orfani che si arruolano nella Shinsengumi con due scopi diversi: il fratello maggiore vuole dimenticare il passato e trovare un modo per vivere dignitosamente con un reddito sicuro (cosa difficile a Kyoto a quei tempi), il fratello minore, Tetsu, vuole vendetta per i genitori trucidati da un misterioso assassino, e vede nella Shinsengumi la via per ottenere la forza necessaria per adempiere ad essa. Purtroppo però Tetsu, conoscendo i vari comandanti ed in special modo Okita e Hijikata, scoprirà che per la sua vendetta e per far parte di quel mondo di scontri e sangue è necessario rinunciare alla propria umanità. Il tutto nel Giappone che lotta per entrare nell'era moderna, diviso tra xenofobi e moderati decisi ad aprirsi al mondo.
Bella l'analisi psicologica dei personaggi, ognuno con i suoi perché e con la sua visione sugli scontri in atto, anche se rendere Hajime Saito una specie di acchiappa fantasmi è abbastanza inquietante da vedere, ma rispetto la scelta dell'anime sulla personalizzazione dei personaggi. Molto bello invece il fatto che si sono presi l'incomodo di far notare come la gente vivesse gli anni dei tumulti a Kyoto, e che cosa significasse vedere una squadra di persone armate con l'haori azzurro (significato tacito: ti possono ammazzare per legge/sport), unica pecca qui è che spesso la narrazione dipinga gli Shinsengumi come una squadra di boy scout e i samurai ambiziosi come dei puri criminali, quando invece di questi ultimi c'era sì una fazione estremista, ma anche una moderata. Questa cosa non è molto leale secondo me, perché travia molto la situazione storica in atto: entrambe le fazioni hanno fatto cose terribili in nome di quello in cui credevano, da questo punto di vista in un anime quale Kenshin o Bakumatsu sono stati più onesti nel rappresentare la situazione.
Infine tra le cose positive della narrazione aggiungo il fatto che hanno dato spazio all'uso degli shinobi da ambo le fazioni, e il fatto che, anche se disprezzano queste figure, entrambe le parti ne abbiano un disperato bisogno; davvero carino questo punto di analisi, soprattutto perché viene anche analizzato dalla prospettiva di un ninja che non è che adori questo mestiere, ma gli tocca farlo.
Tenendo conto che i disegni non sono male, che le musiche si amalgamano bene anche durante i momenti comici, che i combattimenti sono realizzati in modo attento e senza perdere nel tratto, direi che questo anime un 7 se lo porta a casa tranquillamente, ma proprio per il suo genere di più non può avere.
Faccio notare che io non vedo questa impellente necessità del seguito, certo ha un finale aperto che vede la Shinsengumi dopo il fattaccio all'Ikedaya (sentita vittoria che li trasformò da meri lupi di Mibu a salvatori di Kyoto dalle fiamme): la loro vita va avanti, ma tecnicamente tutti sappiamo come finisce, no?
Ambientato nell'era Edo. Il giovane Tetsunosuke vuole unirsi ad un clan di samurai, per vendicare la morte di sui genitori. All'inizio la serie si presenta divertente, inoltre si affianca la combutta con un altro clan(la parte che prende di più). Poi si ritorna alle vicende di Tesunosuke e al suo maturamenento, non è più impietuoso come all'inizio e capisce anche che per un samurai possedere una spada non è tutto. Nelle ultime puntate che ho visto cala un pò il mordente, ma ha comunque le potenzialità per appassionare sempre di più.
Devo dire di essere rimasto deluso. Un anime dalle orrime potenzialità che però si svolge e conclude in maniera vaga.
Buona realizzazione tecnica, spesso divertente con bei personaggi. Però la trama è lenta e sebbene si focalizzi più sui personaggi che sull'azione(poca), lascia l'amaro in bocca nel finale.
Spero ci sarà una seconda seria, altrimenti si rivelerà un opera incompiuta.
Buona realizzazione tecnica, spesso divertente con bei personaggi. Però la trama è lenta e sebbene si focalizzi più sui personaggi che sull'azione(poca), lascia l'amaro in bocca nel finale.
Spero ci sarà una seconda seria, altrimenti si rivelerà un opera incompiuta.