Isabelle de Paris
"Isabelle de Paris" è una serie anime di ambientazione storica di tredici episodi totali, prodotta a fine anni '70 dallo studio di animazione Dax International.
Ci troviamo in Francia dove vive la splendida Isabelle con la sorella Geneviève, la quale è fidanzata con il capitano Victor, e il fratello Andrea, che è un soldato dell'esercito Francese e tutt'ora si trova impegnato nella guerra franco-prussiana; in quel periodo fa la sua comparsa Adolphe Thiers, il quale si rivelerà un dittatore pronto a svendere il suo paese costi quel che costi. Ce la faranno Isabelle e i suoi compaesani a vincere contro il tiranno Thiers?
La grafica è davvero molto obsoleta ma carina nel suo piccolo con poche scene d'animazione che meraviglieranno lo spettatore, le varie scene che vedremo sfruttano una regia che non è delle migliori, il tutto condito però da buoni sottofondi di guerriglia che fanno entrare lo spettatore nel vivo delle molteplici vicissitudini; ottima la sigla iniziale composta solo col pianoforte e altrettanto ottimo il doppiaggio.
Infine, devo dire che è stata una serie carina ma con troppe lacune, i fatti storici non sono fedelissimi ai fatti che sono successi veramente in quell'epoca, per non parlare poi dei personaggi di fantasia aggiunti nella serie senza un nesso logico, per questi vari motivi non raggiunge la sufficienza a mio parere, vi sconsiglio di vederla se cercate una serie storica ben fatta.
Voto finale: 5
Ci troviamo in Francia dove vive la splendida Isabelle con la sorella Geneviève, la quale è fidanzata con il capitano Victor, e il fratello Andrea, che è un soldato dell'esercito Francese e tutt'ora si trova impegnato nella guerra franco-prussiana; in quel periodo fa la sua comparsa Adolphe Thiers, il quale si rivelerà un dittatore pronto a svendere il suo paese costi quel che costi. Ce la faranno Isabelle e i suoi compaesani a vincere contro il tiranno Thiers?
La grafica è davvero molto obsoleta ma carina nel suo piccolo con poche scene d'animazione che meraviglieranno lo spettatore, le varie scene che vedremo sfruttano una regia che non è delle migliori, il tutto condito però da buoni sottofondi di guerriglia che fanno entrare lo spettatore nel vivo delle molteplici vicissitudini; ottima la sigla iniziale composta solo col pianoforte e altrettanto ottimo il doppiaggio.
Infine, devo dire che è stata una serie carina ma con troppe lacune, i fatti storici non sono fedelissimi ai fatti che sono successi veramente in quell'epoca, per non parlare poi dei personaggi di fantasia aggiunti nella serie senza un nesso logico, per questi vari motivi non raggiunge la sufficienza a mio parere, vi sconsiglio di vederla se cercate una serie storica ben fatta.
Voto finale: 5
"Isabelle de Paris" è un anime risalente al 1979, anno in cui la storia francese doveva andare di moda in Giappone, dato che nello stesso anno sarebbe andata in onda la celeberrima trasposizione animata di "Versailles no Bara", mentre pochi anni prima, nel 1975, era apparsa sui teleschermi del Sol Levante "La Stella della Senna". Certo, la storia di mademoiselle Laustin/Rostain è ambientata circa un secolo dopo la Rivoluzione francese, ma le atmosfere e le tematiche vorrebbero essere le stesse: opposizione tra nobili di Versailles e popolo di Parigi, giustizieri mascherati, ministri corrotti, intrepide eroine, amori impossibili, galantuomini in divisa, eccetera. Dico "vorrebbero essere" e non "sono" per dei motivi ben precisi che mi accingo a riportare.
Trama:
Nella Francia del 1870, la quindicenne Isabelle fa il suo tanto sospirato debutto in società, entrando così nel mondo degli adulti e scoprendo verità che non sospettava, come il sentimento che lega segretamente la sorella maggiore, già promessa sposa ad un ufficiale, e il suo maestro di piano. E non sarà solo questo a cambiarle la vita e a farla maturare: con l'avvento del conflitto franco-prussiano, difatti, la giovane si troverà costretta a rischiare la vita per salvare la sua amata patria e i suoi cari.
Disegni:
Partiamo, come di consueto, da alcune osservazioni sul lato grafico del titolo preso in esame. Purtroppo, ci si trova di fronte ad una delle tante, troppe, opere a basso budget, con un conseguente risparmio sulle animazioni: molte scene sono praticamente disegni di paesaggi o sfondi sui quali l'obiettivo zooma lentamente, per dare l'illusione del movimento. I vari particolari e il character design, poi, sono estremamente raffazzonati, realizzati alla meglio, con un tratto che vorrebbe ispirarsi a quello della Ikeda, autrice di "Lady Oscar", ma che non fa che sottolineare la sgradevole impressione di stare vedendo un prodotto volto a sfruttare la fama di uno dei migliori shojo manga di sempre. I personaggi sono disegnati a volte meglio, a volte peggio, a poche inquadrature di distanza; in più, non si capisce per quale ragione, nel corso della serie, fanno delle "apparizioni" Clark Gable (nei panni del capitano Victor, che ha le stesse orecchie, gli stessi "baffetti da sparviero" e la stessa pettinatura dell'interprete di Rhett Butler), la bisnonna di Satomi di "Kiss Me Licia" (Geneviève, sorella di Isabelle, dalla quale il membro dei Bee Hive ha ereditato il talento musicale e i capelli), il mostro di Frankenstein, il servitore gobbo del suo creatore, Nosferatu e, infine, un misterioso alieno che, per conquistare il mondo, si è evidentemente sostituito al ministro Thiers, facendosi però tradire dalla pelle rimasta verde. Detto questo, credo non ci siano ulteriori commenti da fare.
Storia:
La trama non è di per sé entusiasmante, con spunti banali e di un'originalità davvero dubbia. Non si può certo dire che gli sceneggiatori si siano sforzati nell'elaborazione della storia. Il tutto è, nel complesso, un minestrone di idee sfruttate e riciclate all'inverosimile, con l'aggiunta di svariati momenti di "pathos", messi a casaccio ogni due puntate (fino ad un'escalation finale condensata nell'epilogo), che dovrebbero strappare qualche lacrima allo spettatore. Anche qui è d'obbligo il condizionale, poiché, ad essere onesti, di drammatico nella vicenda non riesce ad esserci nulla, vuoi perché gli avvenimenti, reali e non, vengono proposti con inesattezze storiche e superficialità, vuoi perché quelle animazioni scadenti e quei personaggi dai tratti caricaturali e dalla scarsa espressività non ispirano il minimo sentimento di partecipazione al loro dolore in chi guarda, anzi: hanno un che di grottesco, di parodistico. Il finale, poi, "completa" l'opera trasmettendo un senso di incompiutezza e di incertezza, che se può non guastare nel capolavoro di un artista, non è affatto un valore in una serie di qualità mediocre come questa.
Personaggi:
Non memorabili graficamente, gli sfortunati protagonisti di "Isabelle" non lo sono neanche a livello psicologico. Ognuno recita un copione già stabilito, scritto per uno spettacolo scolastico o per trarne una nuova soap a buon mercato da uno sceneggiatore dilettante, ancora immaturo, che altro non ha saputo fare se non sviluppare degli stereotipi presenti in qualunque romanzetto d'appendice ottocentesco: abbiamo infatti la sorella maggiore bella e responsabile che suona il piano, quella minore più irrequieta e "maschiaccio" (il contrasto fra Meg, Beth e Jo, Amy in "Piccole donne" non suggerisce niente?), il fratello più grande adorato da tutti i familiari, i genitori stimati e rispettabili, l'amico d'infanzia segretamente (ma non troppo) innamorato della protagonista, il fidanzato "adulto" della primogenita per il quale ha un debole la seconda, l'umile precettore che si innamora dell'irraggiungibile nobildonna cui fa lezione e ... Beh, dei cattivi presi in prestito dagli horror di serie B si è già parlato: stavolta, l'abito fa davvero il monaco ... O, che dir si voglia, il vampiro.
Musiche:
Una delle (pochissime) note positive è invece l'accompagnamento musicale di Chopin, che, col brano "Fantaisie-Impromptu", funge anche da sigla d'apertura. Probabilmente, è questa l'unica ragione che potrebbe (ennesimo condizionale) spingere a sostenere la visione dell'anime.
Giudizio globale:
Personalmente, non riesco ad assegnare a questo titolo più di 5, a cagione delle ragioni da me elencate. I soli elementi che, seppur parzialmente, mi impediscono comunque di essere eccessivamente severa sono l'utilizzo delle melodie del grande Chopin, perfettamente in linea col contesto, e il mio debole per le ambientazioni storiche. Chi è più esigente di me passi direttamente alla visione di opere maggiormente (e a buon diritto) celebrate.
Trama:
Nella Francia del 1870, la quindicenne Isabelle fa il suo tanto sospirato debutto in società, entrando così nel mondo degli adulti e scoprendo verità che non sospettava, come il sentimento che lega segretamente la sorella maggiore, già promessa sposa ad un ufficiale, e il suo maestro di piano. E non sarà solo questo a cambiarle la vita e a farla maturare: con l'avvento del conflitto franco-prussiano, difatti, la giovane si troverà costretta a rischiare la vita per salvare la sua amata patria e i suoi cari.
Disegni:
Partiamo, come di consueto, da alcune osservazioni sul lato grafico del titolo preso in esame. Purtroppo, ci si trova di fronte ad una delle tante, troppe, opere a basso budget, con un conseguente risparmio sulle animazioni: molte scene sono praticamente disegni di paesaggi o sfondi sui quali l'obiettivo zooma lentamente, per dare l'illusione del movimento. I vari particolari e il character design, poi, sono estremamente raffazzonati, realizzati alla meglio, con un tratto che vorrebbe ispirarsi a quello della Ikeda, autrice di "Lady Oscar", ma che non fa che sottolineare la sgradevole impressione di stare vedendo un prodotto volto a sfruttare la fama di uno dei migliori shojo manga di sempre. I personaggi sono disegnati a volte meglio, a volte peggio, a poche inquadrature di distanza; in più, non si capisce per quale ragione, nel corso della serie, fanno delle "apparizioni" Clark Gable (nei panni del capitano Victor, che ha le stesse orecchie, gli stessi "baffetti da sparviero" e la stessa pettinatura dell'interprete di Rhett Butler), la bisnonna di Satomi di "Kiss Me Licia" (Geneviève, sorella di Isabelle, dalla quale il membro dei Bee Hive ha ereditato il talento musicale e i capelli), il mostro di Frankenstein, il servitore gobbo del suo creatore, Nosferatu e, infine, un misterioso alieno che, per conquistare il mondo, si è evidentemente sostituito al ministro Thiers, facendosi però tradire dalla pelle rimasta verde. Detto questo, credo non ci siano ulteriori commenti da fare.
Storia:
La trama non è di per sé entusiasmante, con spunti banali e di un'originalità davvero dubbia. Non si può certo dire che gli sceneggiatori si siano sforzati nell'elaborazione della storia. Il tutto è, nel complesso, un minestrone di idee sfruttate e riciclate all'inverosimile, con l'aggiunta di svariati momenti di "pathos", messi a casaccio ogni due puntate (fino ad un'escalation finale condensata nell'epilogo), che dovrebbero strappare qualche lacrima allo spettatore. Anche qui è d'obbligo il condizionale, poiché, ad essere onesti, di drammatico nella vicenda non riesce ad esserci nulla, vuoi perché gli avvenimenti, reali e non, vengono proposti con inesattezze storiche e superficialità, vuoi perché quelle animazioni scadenti e quei personaggi dai tratti caricaturali e dalla scarsa espressività non ispirano il minimo sentimento di partecipazione al loro dolore in chi guarda, anzi: hanno un che di grottesco, di parodistico. Il finale, poi, "completa" l'opera trasmettendo un senso di incompiutezza e di incertezza, che se può non guastare nel capolavoro di un artista, non è affatto un valore in una serie di qualità mediocre come questa.
Personaggi:
Non memorabili graficamente, gli sfortunati protagonisti di "Isabelle" non lo sono neanche a livello psicologico. Ognuno recita un copione già stabilito, scritto per uno spettacolo scolastico o per trarne una nuova soap a buon mercato da uno sceneggiatore dilettante, ancora immaturo, che altro non ha saputo fare se non sviluppare degli stereotipi presenti in qualunque romanzetto d'appendice ottocentesco: abbiamo infatti la sorella maggiore bella e responsabile che suona il piano, quella minore più irrequieta e "maschiaccio" (il contrasto fra Meg, Beth e Jo, Amy in "Piccole donne" non suggerisce niente?), il fratello più grande adorato da tutti i familiari, i genitori stimati e rispettabili, l'amico d'infanzia segretamente (ma non troppo) innamorato della protagonista, il fidanzato "adulto" della primogenita per il quale ha un debole la seconda, l'umile precettore che si innamora dell'irraggiungibile nobildonna cui fa lezione e ... Beh, dei cattivi presi in prestito dagli horror di serie B si è già parlato: stavolta, l'abito fa davvero il monaco ... O, che dir si voglia, il vampiro.
Musiche:
Una delle (pochissime) note positive è invece l'accompagnamento musicale di Chopin, che, col brano "Fantaisie-Impromptu", funge anche da sigla d'apertura. Probabilmente, è questa l'unica ragione che potrebbe (ennesimo condizionale) spingere a sostenere la visione dell'anime.
Giudizio globale:
Personalmente, non riesco ad assegnare a questo titolo più di 5, a cagione delle ragioni da me elencate. I soli elementi che, seppur parzialmente, mi impediscono comunque di essere eccessivamente severa sono l'utilizzo delle melodie del grande Chopin, perfettamente in linea col contesto, e il mio debole per le ambientazioni storiche. Chi è più esigente di me passi direttamente alla visione di opere maggiormente (e a buon diritto) celebrate.
Isabelle de Paris è una tragedia, ma non perché è un anime che tratta di eventi tragici: semplicemente è un delirio pseudo-storico di pessimo gusto, che raggiunge in numerosi episodi il grottesco (e quando gli episodi totali sono soltanto 13, non è una bella cosa!). Di questa serie non si riesce a salvare niente: la storia, che è un vaneggiamento che offenderebbe qualsiasi francese; i personaggi, mal caratterizzati e per niente interessanti; il comparto tecnico, che è particolarmente scadente.
Isabelle de Paris dovrebbe essere un dramma storico ambientato tra la guerra franco-prussiana e la Comune di Parigi, cioè tra il settembre del 1870 e il maggio del 1871. Fin dal romanzo storico ottocentesco, abbiamo imparato che la storia si può romanzare con successo e che il modo migliore per farlo è inventare personaggi (o sviluppare e reinventare personaggi reali poco noti) che possano interagire con un contesto realistico e assodato. Nella storia dei manga la prima a farlo in maniera brillante è stata Riyoko Ikeda ed è nato quel gran classico intitolato Versailles no bara (alias Lady Oscar).
Gli autori di Isabelle de Paris hanno invece creato qualcosa di semplicemente paranormale. Del reale contesto storico non è rimasto praticamente nulla: Thiers è una specie di mostro (con la pelle verde!), che per imprecisati interessi sulle sue proprietà parigine (?), finisce per mettere a ferro e fuoco Parigi (con l'aiuto dei prussiani!). La Comune non viene nemmeno nominata per sbaglio. È davvero difficile elencare l'immenso elenco di stupidaggini che hanno trasformato il momento più tragico della storia ottocentesca francese in una insulsa parodia: dalla già citata distorsione del personaggio storico di Adolphe Thiers (poveraccio, e pensare che Parigi è andata avanti per mesi contro l'assedio prussiano perché trent'anni prima lui fece costruire una cinta muraria protettiva!), passando a un fantomatico esodo dei nobili parigini per Versailles (dove c'era il quartier generale prussiano!); scene di mercato felice mentre Parigi è circondata dai prussiani (durante l'assedio si arrivò a vendere nelle macellerie la carne degli elefanti degli zoo, prima di passare a quella di cani, gatti e infine ratti...), la battaglia di Champigny trasformata in un agguato ai danni dell'esercito francese escogitato da Thiers in persona (!); quest'ultimo che tira giù a cannonate il palazzo di un nobile francese, come se la cosa fosse assolutamente normale; i prussiani che nel maggio del 1871 circondano ancora Parigi (!), incendiata praticamente da cima a fondo, e infine la voce narrante che dice «21 maggio 1871: i parigini celebravano con danze e canti l'inizio della loro nuova vita» (è uno scherzo?!).
Come risulterà evidente a chi abbia qualche nozione in merito, la ricostruzione storica di questo anime è semplicemente inesistente. Ma va be', uno potrebbe anche passarci su (con difficoltà confesso) e godere comunque di una bella storia drammatica ai tempi di una terribile guerra. E invece no! Questo perché la serie è tremendamente idiota e superficiale. Infatti, l'apice del delirio e del cattivo gusto si raggiungerà negli episodi centrali (dal 7 al 10): Thiers per fermare la nostra eroina (manco fosse un terrorista: è una ragazzina nobile di 15 anni!) sguinzaglia prima una specie di Nosferatu in versione ninja e poi, e poi... è difficile dirlo... il mostro di Frankenstein! Sì, proprio lui, che insegue la nostra ovunque lei vada (ha un GPS incorporato per trovarla?), arrivando praticamente ad attraversare la Manica (ma nuoterà visto il modo in cui cammina? oppure avrà passeggiato sul fondo?) per romperle le scatole pure a Londra. Ma le scene di pessimo gusto abbondano, su tutte la straordinaria fantasia drammatica di Isabelle: si immagina dapprima suo fratello Andrea in mutande avvolto tra i rovi (a mo' di sigla di Lady Oscar), poi tutto il resto della famiglia e gli amici nelle stesse condizioni (e scopriamo che i rovi sono le braccia tentacolari di Thiers!), e infine, alla notizia dell'imminente fucilazione del suo amato Victor, quest'ultimo crocifisso come Gesù Cristo. Ma vorrei anche ricordare il terribile abito da sposa di Geneviève: praticamente uno scollo da baldracca!
Se dovessi scrivere tutte le scene trash di questo anime, non basterebbe una recensione chilometrica. Ma probabilmente le cose già citate rendono l'idea... I personaggi, come immaginabile, in tredici episodi non sono per niente sviluppati (checché né dicano Isabelle e Jean, che parlano di "quanto sono cambiati"). Isabelle, che resta il personaggio con più carattere, è una quindicenne di nobile famiglia che gioca a fare l'eroina: dall'inizio alla fine non ispirerà particolare simpatia (anzi, diverse volte uno si aspetta di vederla presa a schiaffi... e ogni tanto si viene accontentati!). L'unico personaggio simpatico è Jean, amico d'infanzia di Isabelle e da sempre innamorato di lei. Isabelle e Jean, nonostante siano dei rampolli dell'alta società, hanno evidentemente seguito un corso per circensi: in più di un'occasione ci delizieranno con scene da funamboli. Restano poi i personaggi banali: Andrea e Victor, militari e quindi eroi tutti d'un pezzo; Jules, rivoluzionario e quindi istericamente votato al miglioramento dell'umanità; Geneviève, sorella maggiore di Isabelle, amata da più di un personaggio, che è una creatura moscia e svenevole, sempre sul punto di immolarsi (ovviamente con lagne annesse): ma poi... perché diamine ha i capelli color glicine? Sembra Satomi dei Bee Hive; ma dimenticavo, se Thiers ha la pelle verde (!)... Questi è talmente cattivo e le sue motivazioni talmente stupide che non lo si può prendere in considerazione come antagonista credibile. Su Nosferatu e il mostro di Frankenstein stendiamo un velo pietoso...
Il character design sembra essere vagamente ispirato a quello delle autrici di shoujo manga degli anni Settanta, per intendersi Riyoko Ikeda e Sumika Yamamoto. È però piuttosto scialbo e bruttino se paragonato a quello di Akio Sugino o di Shingo Araki. Le animazioni praticamente non esistono e, quando ci sono, consistono in due fotogrammi (letteralmente) in croce; gli sfondi sono accennati e mal fatti (le panoramiche sulla reggia di Versailles mettono tristezza, mentre quelle su Parigi sono risibili: tettucci a punta variopinti al posto degli interminabili boulevards con i tetti d'ardesia blu). Le musiche originali, cioè composte appositamente per la serie, saranno due o tre pezzetti che nemmeno si notano, per il resto sono stati usati brani di musica classica (su tutti la Fantaisie-Impromptu di Chopin, che è anche la sigla d'apertura).
L'edizione italiana è piuttosto buona e ben fatta, trattandosi di un doppiaggio realizzato dalla C.D. Abbiamo quindi una voce per ogni personaggio e non un gruppetto di quattro doppiatori che danno voce a tutti, come capitava spesso per i doppiaggi di tanti anime finiti sulle reti secondarie in quegli anni (Isabelle fu trasmessa su Telemontecarlo). La distribuzione è ben fatta e un plauso va a Silvia Tognoloni, la doppiatrice di Isabelle (che in molti ricorderanno come la Clara di Heidi), che fa davvero un ottimo lavoro. C'è però un fastidioso errore nella pronuncia di molti nomi: Vìctor invece di Victòr, Joan invece di Jeanne (la cameriera), e soprattutto Thiers pronunciato Tìrs invece di Tièr.
Isabelle de Paris fu una produzione estremamente mediocre e a basso prezzo della Dax International (Jeanie dai lunghi capelli, Julie rosa di bosco...), andata in onda tra l'aprile e il luglio del 1979. Qualcosa mi dice che i produttori tentarono di sfruttare "l'effetto Lady Oscar": quello, infatti, è l'anno in cui finalmente Riyoko Ikeda aveva ceduto i diritti per la realizzazione dell'anime tratto dal suo manga. Versailles no bara andò in onda nell'ottobre del 1979, ma sono quasi sicuro che la sua produzione fosse ben nota diversi mesi prima (Osamu Dezaki non poté partecipare all'ideazione della serie perché ancora impegnato col lungometraggio di Jenny la tennista, che uscì a settembre).
Gli autori di Isabelle de Paris probabilmente hanno voluto battere il ferro finché caldo: da qui la decisione di nominare in continuazione Versailles sin dal primo episodio e di parlare del "governo di Versailles" da molto prima rispetto alla realtà storica (praticamente, se avessero rispettato la cronologia, avremmo sentito nominare quel luogo solo negli ultimi due episodi). Nel realizzare questo patetico sceneggiato ispirato a un momento delicato e drammatico della storia di Francia, sembrerebbe che abbiano buttato un occhio anche a La Stella della Senna, la serie TV realizzata da Sunrise nel 1975, anche questa nata per sfruttare l'interesse che Lady Oscar (il manga) aveva suscitato in Giappone per la storia francese. Sul finire di Isabelle, infatti, compariranno personaggi mascherati che molto ricordano la Stella e il suo collega, il Tulipano Nero...
In conclusione, Isabelle de Paris è evidentemente una brutta e mal realizzata serie commerciale, con scarsissima ispirazione, in cui si fa prima ad evidenziare i pochissimi pregi che ad elencare le troppe pecche. Vorrebbe essere una serie tremendamente drammatica, ma risulta semplicemente grottesca. In comune col capolavoro di Riyoko Ikeda ha soltanto una cosa: l'ecatombe finale. Ma se in Berubara la morte di un gran numero di personaggi era drammaticamente sensata, in Isabelle diventa un ulteriore elemento di demerito. È tutto talmente forzato che si è quasi contenti che tutto questo strazio sia finalmente finito!
Isabelle de Paris dovrebbe essere un dramma storico ambientato tra la guerra franco-prussiana e la Comune di Parigi, cioè tra il settembre del 1870 e il maggio del 1871. Fin dal romanzo storico ottocentesco, abbiamo imparato che la storia si può romanzare con successo e che il modo migliore per farlo è inventare personaggi (o sviluppare e reinventare personaggi reali poco noti) che possano interagire con un contesto realistico e assodato. Nella storia dei manga la prima a farlo in maniera brillante è stata Riyoko Ikeda ed è nato quel gran classico intitolato Versailles no bara (alias Lady Oscar).
Gli autori di Isabelle de Paris hanno invece creato qualcosa di semplicemente paranormale. Del reale contesto storico non è rimasto praticamente nulla: Thiers è una specie di mostro (con la pelle verde!), che per imprecisati interessi sulle sue proprietà parigine (?), finisce per mettere a ferro e fuoco Parigi (con l'aiuto dei prussiani!). La Comune non viene nemmeno nominata per sbaglio. È davvero difficile elencare l'immenso elenco di stupidaggini che hanno trasformato il momento più tragico della storia ottocentesca francese in una insulsa parodia: dalla già citata distorsione del personaggio storico di Adolphe Thiers (poveraccio, e pensare che Parigi è andata avanti per mesi contro l'assedio prussiano perché trent'anni prima lui fece costruire una cinta muraria protettiva!), passando a un fantomatico esodo dei nobili parigini per Versailles (dove c'era il quartier generale prussiano!); scene di mercato felice mentre Parigi è circondata dai prussiani (durante l'assedio si arrivò a vendere nelle macellerie la carne degli elefanti degli zoo, prima di passare a quella di cani, gatti e infine ratti...), la battaglia di Champigny trasformata in un agguato ai danni dell'esercito francese escogitato da Thiers in persona (!); quest'ultimo che tira giù a cannonate il palazzo di un nobile francese, come se la cosa fosse assolutamente normale; i prussiani che nel maggio del 1871 circondano ancora Parigi (!), incendiata praticamente da cima a fondo, e infine la voce narrante che dice «21 maggio 1871: i parigini celebravano con danze e canti l'inizio della loro nuova vita» (è uno scherzo?!).
Come risulterà evidente a chi abbia qualche nozione in merito, la ricostruzione storica di questo anime è semplicemente inesistente. Ma va be', uno potrebbe anche passarci su (con difficoltà confesso) e godere comunque di una bella storia drammatica ai tempi di una terribile guerra. E invece no! Questo perché la serie è tremendamente idiota e superficiale. Infatti, l'apice del delirio e del cattivo gusto si raggiungerà negli episodi centrali (dal 7 al 10): Thiers per fermare la nostra eroina (manco fosse un terrorista: è una ragazzina nobile di 15 anni!) sguinzaglia prima una specie di Nosferatu in versione ninja e poi, e poi... è difficile dirlo... il mostro di Frankenstein! Sì, proprio lui, che insegue la nostra ovunque lei vada (ha un GPS incorporato per trovarla?), arrivando praticamente ad attraversare la Manica (ma nuoterà visto il modo in cui cammina? oppure avrà passeggiato sul fondo?) per romperle le scatole pure a Londra. Ma le scene di pessimo gusto abbondano, su tutte la straordinaria fantasia drammatica di Isabelle: si immagina dapprima suo fratello Andrea in mutande avvolto tra i rovi (a mo' di sigla di Lady Oscar), poi tutto il resto della famiglia e gli amici nelle stesse condizioni (e scopriamo che i rovi sono le braccia tentacolari di Thiers!), e infine, alla notizia dell'imminente fucilazione del suo amato Victor, quest'ultimo crocifisso come Gesù Cristo. Ma vorrei anche ricordare il terribile abito da sposa di Geneviève: praticamente uno scollo da baldracca!
Se dovessi scrivere tutte le scene trash di questo anime, non basterebbe una recensione chilometrica. Ma probabilmente le cose già citate rendono l'idea... I personaggi, come immaginabile, in tredici episodi non sono per niente sviluppati (checché né dicano Isabelle e Jean, che parlano di "quanto sono cambiati"). Isabelle, che resta il personaggio con più carattere, è una quindicenne di nobile famiglia che gioca a fare l'eroina: dall'inizio alla fine non ispirerà particolare simpatia (anzi, diverse volte uno si aspetta di vederla presa a schiaffi... e ogni tanto si viene accontentati!). L'unico personaggio simpatico è Jean, amico d'infanzia di Isabelle e da sempre innamorato di lei. Isabelle e Jean, nonostante siano dei rampolli dell'alta società, hanno evidentemente seguito un corso per circensi: in più di un'occasione ci delizieranno con scene da funamboli. Restano poi i personaggi banali: Andrea e Victor, militari e quindi eroi tutti d'un pezzo; Jules, rivoluzionario e quindi istericamente votato al miglioramento dell'umanità; Geneviève, sorella maggiore di Isabelle, amata da più di un personaggio, che è una creatura moscia e svenevole, sempre sul punto di immolarsi (ovviamente con lagne annesse): ma poi... perché diamine ha i capelli color glicine? Sembra Satomi dei Bee Hive; ma dimenticavo, se Thiers ha la pelle verde (!)... Questi è talmente cattivo e le sue motivazioni talmente stupide che non lo si può prendere in considerazione come antagonista credibile. Su Nosferatu e il mostro di Frankenstein stendiamo un velo pietoso...
Il character design sembra essere vagamente ispirato a quello delle autrici di shoujo manga degli anni Settanta, per intendersi Riyoko Ikeda e Sumika Yamamoto. È però piuttosto scialbo e bruttino se paragonato a quello di Akio Sugino o di Shingo Araki. Le animazioni praticamente non esistono e, quando ci sono, consistono in due fotogrammi (letteralmente) in croce; gli sfondi sono accennati e mal fatti (le panoramiche sulla reggia di Versailles mettono tristezza, mentre quelle su Parigi sono risibili: tettucci a punta variopinti al posto degli interminabili boulevards con i tetti d'ardesia blu). Le musiche originali, cioè composte appositamente per la serie, saranno due o tre pezzetti che nemmeno si notano, per il resto sono stati usati brani di musica classica (su tutti la Fantaisie-Impromptu di Chopin, che è anche la sigla d'apertura).
L'edizione italiana è piuttosto buona e ben fatta, trattandosi di un doppiaggio realizzato dalla C.D. Abbiamo quindi una voce per ogni personaggio e non un gruppetto di quattro doppiatori che danno voce a tutti, come capitava spesso per i doppiaggi di tanti anime finiti sulle reti secondarie in quegli anni (Isabelle fu trasmessa su Telemontecarlo). La distribuzione è ben fatta e un plauso va a Silvia Tognoloni, la doppiatrice di Isabelle (che in molti ricorderanno come la Clara di Heidi), che fa davvero un ottimo lavoro. C'è però un fastidioso errore nella pronuncia di molti nomi: Vìctor invece di Victòr, Joan invece di Jeanne (la cameriera), e soprattutto Thiers pronunciato Tìrs invece di Tièr.
Isabelle de Paris fu una produzione estremamente mediocre e a basso prezzo della Dax International (Jeanie dai lunghi capelli, Julie rosa di bosco...), andata in onda tra l'aprile e il luglio del 1979. Qualcosa mi dice che i produttori tentarono di sfruttare "l'effetto Lady Oscar": quello, infatti, è l'anno in cui finalmente Riyoko Ikeda aveva ceduto i diritti per la realizzazione dell'anime tratto dal suo manga. Versailles no bara andò in onda nell'ottobre del 1979, ma sono quasi sicuro che la sua produzione fosse ben nota diversi mesi prima (Osamu Dezaki non poté partecipare all'ideazione della serie perché ancora impegnato col lungometraggio di Jenny la tennista, che uscì a settembre).
Gli autori di Isabelle de Paris probabilmente hanno voluto battere il ferro finché caldo: da qui la decisione di nominare in continuazione Versailles sin dal primo episodio e di parlare del "governo di Versailles" da molto prima rispetto alla realtà storica (praticamente, se avessero rispettato la cronologia, avremmo sentito nominare quel luogo solo negli ultimi due episodi). Nel realizzare questo patetico sceneggiato ispirato a un momento delicato e drammatico della storia di Francia, sembrerebbe che abbiano buttato un occhio anche a La Stella della Senna, la serie TV realizzata da Sunrise nel 1975, anche questa nata per sfruttare l'interesse che Lady Oscar (il manga) aveva suscitato in Giappone per la storia francese. Sul finire di Isabelle, infatti, compariranno personaggi mascherati che molto ricordano la Stella e il suo collega, il Tulipano Nero...
In conclusione, Isabelle de Paris è evidentemente una brutta e mal realizzata serie commerciale, con scarsissima ispirazione, in cui si fa prima ad evidenziare i pochissimi pregi che ad elencare le troppe pecche. Vorrebbe essere una serie tremendamente drammatica, ma risulta semplicemente grottesca. In comune col capolavoro di Riyoko Ikeda ha soltanto una cosa: l'ecatombe finale. Ma se in Berubara la morte di un gran numero di personaggi era drammaticamente sensata, in Isabelle diventa un ulteriore elemento di demerito. È tutto talmente forzato che si è quasi contenti che tutto questo strazio sia finalmente finito!
Ogni episodio di 'Isabel de Paris' è introdotto da una gran bella opening: <i>Fantasie Impromptu</i>, famosa composizione di Chopin. Ed è la cosa più degna di tutto l'anime.
Sì, perché 'Isabel de Paris' dovrebbe essere un anime storico, ambientato nel 1870, durante la guerra franco-prussiana. Dovrebbe essere una produzione da prendersi maledettamente sul serio. Dovrebbe, ma non è.
Infatti in questo anime vedremo un senatore Thiers verde come una scatarrata di goblin e cattivissimo fino al midollo, un cocchiere che sembra uscito dal film Frankestein Junior, ma anche la versione ancora più decerebrata del mostro di Frankestein, uscito praticamente dal nulla. Ma non solo, il braccio destro di Thiers sarà una sottospecie di ninja pelato con la faccia da maniaco (anche sessuale, probabilmente); ci saranno dei giustizieri mascherati a metà strada tra Zorro e il Tulipano Nero, ma infinitamente meno carismatici (leggasi: patetici) e si farà uso tranquillamente di bombe a mano della seconda guerra mondiale.
Basterebbe questo per etichettare 'Isabel de Paris' come anime ridicolo, e se fosse solo quello avrebbe comunque un senso. Ma qui si va fino in fondo e poi si scava pure.
I personaggi e i loro rapporti vanno dal molto banale all'assolutamente casuale. La stessa Isabel vorrebbe essere un'eroina, ma a parte un'assurda scena d'azione su una mongolfiera, nemmeno fosse una trapezista professionista, non fa altro che farsi scarrozzare per tutta la Francia e oltre la Manica dal suo sessualmente ambiguo oggetto del desiderio, Victor, e dal suo irritante spasimante Jean. Non fa altro che lamentarsi, sbattere porte e fare capricci vari.
Suo fratello è leggermente più dignitoso, ma non che ci voglia più di tanto. Mentre sua sorella Genevieve, dai ridicoli capelli color glicine, è allo stesso livello di inutilità.
Dal punto di vista tecnico l'anime è davvero scadente, con paesaggi che sembrano disegnati da un macaco artritico, un chara design che vorrebbe ispirarsi a quello ben più famoso e più elegante di Riyoko Ikeda, ma che invece è un'accozzaglia di disegni approssimativi e dai colori scialbi. Per non parlare delle animazioni, le quali danno il peggio di sé quando si tratta di vedere dei cavalli al galoppo: credo di non aver mai visto dei cavalli disegnati così male e animati anche peggio, sembrano delle povere creature in preda a violente convulsioni intestinali sincronizzate.
Non c'è altro da dire, 'Isabel de Paris' è un brutto anime, che non fa nemmeno ridere, nemmeno involontariamente. Si meriterebbe zero spaccato, ma un paio di punticini se li guadagna per l'opening, più un altro punticino per il semplice fatto che questo strazio almeno dura poco, appena 13 episodi.
Sì, perché 'Isabel de Paris' dovrebbe essere un anime storico, ambientato nel 1870, durante la guerra franco-prussiana. Dovrebbe essere una produzione da prendersi maledettamente sul serio. Dovrebbe, ma non è.
Infatti in questo anime vedremo un senatore Thiers verde come una scatarrata di goblin e cattivissimo fino al midollo, un cocchiere che sembra uscito dal film Frankestein Junior, ma anche la versione ancora più decerebrata del mostro di Frankestein, uscito praticamente dal nulla. Ma non solo, il braccio destro di Thiers sarà una sottospecie di ninja pelato con la faccia da maniaco (anche sessuale, probabilmente); ci saranno dei giustizieri mascherati a metà strada tra Zorro e il Tulipano Nero, ma infinitamente meno carismatici (leggasi: patetici) e si farà uso tranquillamente di bombe a mano della seconda guerra mondiale.
Basterebbe questo per etichettare 'Isabel de Paris' come anime ridicolo, e se fosse solo quello avrebbe comunque un senso. Ma qui si va fino in fondo e poi si scava pure.
I personaggi e i loro rapporti vanno dal molto banale all'assolutamente casuale. La stessa Isabel vorrebbe essere un'eroina, ma a parte un'assurda scena d'azione su una mongolfiera, nemmeno fosse una trapezista professionista, non fa altro che farsi scarrozzare per tutta la Francia e oltre la Manica dal suo sessualmente ambiguo oggetto del desiderio, Victor, e dal suo irritante spasimante Jean. Non fa altro che lamentarsi, sbattere porte e fare capricci vari.
Suo fratello è leggermente più dignitoso, ma non che ci voglia più di tanto. Mentre sua sorella Genevieve, dai ridicoli capelli color glicine, è allo stesso livello di inutilità.
Dal punto di vista tecnico l'anime è davvero scadente, con paesaggi che sembrano disegnati da un macaco artritico, un chara design che vorrebbe ispirarsi a quello ben più famoso e più elegante di Riyoko Ikeda, ma che invece è un'accozzaglia di disegni approssimativi e dai colori scialbi. Per non parlare delle animazioni, le quali danno il peggio di sé quando si tratta di vedere dei cavalli al galoppo: credo di non aver mai visto dei cavalli disegnati così male e animati anche peggio, sembrano delle povere creature in preda a violente convulsioni intestinali sincronizzate.
Non c'è altro da dire, 'Isabel de Paris' è un brutto anime, che non fa nemmeno ridere, nemmeno involontariamente. Si meriterebbe zero spaccato, ma un paio di punticini se li guadagna per l'opening, più un altro punticino per il semplice fatto che questo strazio almeno dura poco, appena 13 episodi.
Questa è una miniserie di 13 episodi del 1979, che fa il paio con Jeanie dai lunghi capelli. Le animazioni sono davvero terribili, anche tenendo conto dell'anno di produzione - erano gli anni di Capitan Harlock e Remì dopotutto, di animazioni eccellenti ce n'erano anche allora. D'altra parte il character design non è così male. Evidentemente il budget a disposizione era scarso e gli autori hanno dovuto tagliare decisamente sulle animazioni, partendo da un concept accettabile.
Dal punto di vista della storia ci sono delle parti decenti (una storia d'amore classica, con tematiche anche più adulte di quanto ci si aspetterebbe) e delle parti francamente imbarazzanti (i protagonisti si trovano a combattere contro il mostro di Frankestein?).
Per molti versi dovrei assegnare un voto insufficiente, ma questa serie ha dalla sua il fattore nostalgia. Io sono molto affezionato al tratto anni Settanta, all'ambientazione storica, alla drammaticità e tragedia tipica dei cartoni di quegli anni, tutte cose che mi fanno passare sopra gli evidenti difetti. Assegno un 7 solo per la soddisfazione di essere tornato indietro di trent'anni.
Dal punto di vista della storia ci sono delle parti decenti (una storia d'amore classica, con tematiche anche più adulte di quanto ci si aspetterebbe) e delle parti francamente imbarazzanti (i protagonisti si trovano a combattere contro il mostro di Frankestein?).
Per molti versi dovrei assegnare un voto insufficiente, ma questa serie ha dalla sua il fattore nostalgia. Io sono molto affezionato al tratto anni Settanta, all'ambientazione storica, alla drammaticità e tragedia tipica dei cartoni di quegli anni, tutte cose che mi fanno passare sopra gli evidenti difetti. Assegno un 7 solo per la soddisfazione di essere tornato indietro di trent'anni.
Isabelle de Paris è ambientato durante la guerra franco-prussiana, e protagonista è una giovane che, un po' come Oscar Francois de Jaryayes, si ritroverà a rivedere le proprie convinzioni e a lasciare la propria vita di nobile, che scorreva monotona fra un ricevimento e l'altro, per un'esistenza più avventurosa.
Ovviamente non manca l'intreccio sentimentale, che in così pochi episodi è ancora più ingarbugliato che in altre serie. La sorella di Isabelle, Jenevieve, è fidanzata con il capitano Victor, innamoratissimo di lei, ma non lo ricambia perché ama Jules, che però è soltanto un umile maestro di pianoforte. Isabelle ama non corrisposta Victor, mentre il suo amico d'infanzia Jean è segretamente innamorato di lei. Non so come, ma gli sceneggiatori sono riusciti a gestire bene questa complicatissima situazione in così poche puntate, riuscendo a inserire anche qualche noticina storica qua e là.
Come è stato già detto in un'altra recensione, in Isabelle de Paris abbiamo sia elementi di Lady Oscar (la protagonista che si ritroverà a travestirsi da ragazzo), sia de Il tulipano nero (ovviamente non starò ad anticipare qui chi è il fantomatico capo dei Giustizieri della notte) sia di D'artagnan e i cavalieri del re (il perfido ministro che trama), e io aggiungerei anche qualcosina di Beautiful, ma trovo che con questo enorme mix si sia ottenuta una storia molto originale, con un finale del tutto imprevedibile.
Splendida è l'idea di non utilizzare colonne sonore particolari, ma di usare, anche per la sigla, la meravigliosa musica di Chopin, il mio compositore preferito.
I punti negativi, per cui non do 10 a questo meritevole anime, che meriterebbe maggiore notorietà, sono pochi:
- innanzitutto non comprendo un motivo per cui Thiers debba avere la pelle verde come Hulk, e nel suo caso non è rabbia, perché in due scene su tre in cui appare sta sghignazzando maleficamente;
- nonostante il gradevole character design l'animazione lascia a desiderare;
- le tragedie si sprecano un po' troppo.
Per il resto, consiglio a tutti la visione di quest'anime, e anch'io spero di poterlo rivedere prima o poi.
Ovviamente non manca l'intreccio sentimentale, che in così pochi episodi è ancora più ingarbugliato che in altre serie. La sorella di Isabelle, Jenevieve, è fidanzata con il capitano Victor, innamoratissimo di lei, ma non lo ricambia perché ama Jules, che però è soltanto un umile maestro di pianoforte. Isabelle ama non corrisposta Victor, mentre il suo amico d'infanzia Jean è segretamente innamorato di lei. Non so come, ma gli sceneggiatori sono riusciti a gestire bene questa complicatissima situazione in così poche puntate, riuscendo a inserire anche qualche noticina storica qua e là.
Come è stato già detto in un'altra recensione, in Isabelle de Paris abbiamo sia elementi di Lady Oscar (la protagonista che si ritroverà a travestirsi da ragazzo), sia de Il tulipano nero (ovviamente non starò ad anticipare qui chi è il fantomatico capo dei Giustizieri della notte) sia di D'artagnan e i cavalieri del re (il perfido ministro che trama), e io aggiungerei anche qualcosina di Beautiful, ma trovo che con questo enorme mix si sia ottenuta una storia molto originale, con un finale del tutto imprevedibile.
Splendida è l'idea di non utilizzare colonne sonore particolari, ma di usare, anche per la sigla, la meravigliosa musica di Chopin, il mio compositore preferito.
I punti negativi, per cui non do 10 a questo meritevole anime, che meriterebbe maggiore notorietà, sono pochi:
- innanzitutto non comprendo un motivo per cui Thiers debba avere la pelle verde come Hulk, e nel suo caso non è rabbia, perché in due scene su tre in cui appare sta sghignazzando maleficamente;
- nonostante il gradevole character design l'animazione lascia a desiderare;
- le tragedie si sprecano un po' troppo.
Per il resto, consiglio a tutti la visione di quest'anime, e anch'io spero di poterlo rivedere prima o poi.
Isabelle de Paris è un anime datato, storico/romantico, ambientato ai tempi di Napoleone III e della guerra franco-prussiana sfociata poi in guerra civile.
Con quest'anime l'autore intende sia raccontare questa fase della storia, sia inserirci un romanzo epico-amoroso. I protagonisti, infatti, sono una famiglia di nobili parigini, composta dal padre, un uomo severo, austero, ma giusto, dalla madre, una donna abituata alla sottomissione verso il marito, sicuramente sposa per matrimonio combinato, dalla figlia maggiore, bella e femminile, dalla figlia minore, la protagonista Isabelle, dal comportamento mascolino, e dal fratello maggiore Andrea, ufficiale dell'esercito francese.
Le vicende di questa famiglia, s'incastrano all'interno di questa guerra franco prussiana, che finirà per sfociare in una guerra civile che porterà la storia a un finale molto tragico.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
La trama è la seguente: la sorella maggiore di Isabelle decide di sposare il suo maestro di musica, contro la volontà del padre, che la voleva sposa di un ufficiale francese. Così, viene rinnegata ed è costretta a lasciare il cognome e la famiglia. Al fine di preservare i loro averi, e in assenza di Napoleone III fatto prigioniero, i nobili e il senato francese decidono segretamente di vendersi ai prussiani. Così manderanno al macello l'esercito francese, capitanato da Andrea. Quest'ultimo però si salverà e fonderà un gruppo di ribelli con lo scopo di lottare contro il tradimento dei nobili.
Anche Isabelle si troverà coinvolta, e cercherà di aiutare questi ribelli, rovinando così la reputazione della sua famiglia e inimicandosi lo stesso padre. A causa della ribellione di Andrea e di Isabelle contro i nobili, i genitori saranno uccisi. La lotta tra ribelli ed esercito fedele ai nobili andrà avanti fino a un tragico epilogo che qui non rivelo.
<b>Fine spoiler</b>
La trama di per sé non sarebbe male, se non fosse per la presenza di personaggi e scene kitsch. Infatti alcuni nemici hanno un charachter design risibile, sembrano usciti da un horror, come il senatore Thiers, che sembra un visitor, un suo scagnozzo, che sembra il mostro di Frankestein, la sua spia, che sembra una specie di Nosferatu; vi sono scene di azione alla Stella della Senna, e situazioni insensate come gli incarichi altamente delicati che vengono dati a Isabelle, una ragazzina di 15 anni e senza neanche scorta. Inoltre 13 puntate sono poche se si vuole raccontare una storia di questo genere. L'impressione che si ha, nello scorrere delle puntate, è sia di una certa necessità di sintesi rapida, sia di una non chiara idea di come sviluppare la storia, il che crea una macedonia dove dentro si trova sia la Storia, sia il romanticismo, sia l'avventura per adolescenti, sia il dramma per adulti, sia il comico, ecc. ecc.
Per quel che concerne la grafica, siamo piuttosto scarsini. Si vede che l'anime è stato costruito in economia. Le scene d'azione sono ridotte a didascalie per risparmiare sull'animazione, il charachter design è un po' grossolano, la regia appena sufficiente. Le poche scene di animazione sono mal fatte, davvero pessime - i cavalli che corrono, visti di fronte, sembra che sbattano la testa a destra e sinistra. Si ricorre spesso a didascalie all'acquarello. La sceneggiatura è magra di dettagli.
Nel complesso, Isabelle of Paris è un'opera sufficiente, guardabile, ma lontano anni luce da Le Rose di Versailles e da altre opere storiche simili. Voto: 6.
Con quest'anime l'autore intende sia raccontare questa fase della storia, sia inserirci un romanzo epico-amoroso. I protagonisti, infatti, sono una famiglia di nobili parigini, composta dal padre, un uomo severo, austero, ma giusto, dalla madre, una donna abituata alla sottomissione verso il marito, sicuramente sposa per matrimonio combinato, dalla figlia maggiore, bella e femminile, dalla figlia minore, la protagonista Isabelle, dal comportamento mascolino, e dal fratello maggiore Andrea, ufficiale dell'esercito francese.
Le vicende di questa famiglia, s'incastrano all'interno di questa guerra franco prussiana, che finirà per sfociare in una guerra civile che porterà la storia a un finale molto tragico.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
La trama è la seguente: la sorella maggiore di Isabelle decide di sposare il suo maestro di musica, contro la volontà del padre, che la voleva sposa di un ufficiale francese. Così, viene rinnegata ed è costretta a lasciare il cognome e la famiglia. Al fine di preservare i loro averi, e in assenza di Napoleone III fatto prigioniero, i nobili e il senato francese decidono segretamente di vendersi ai prussiani. Così manderanno al macello l'esercito francese, capitanato da Andrea. Quest'ultimo però si salverà e fonderà un gruppo di ribelli con lo scopo di lottare contro il tradimento dei nobili.
Anche Isabelle si troverà coinvolta, e cercherà di aiutare questi ribelli, rovinando così la reputazione della sua famiglia e inimicandosi lo stesso padre. A causa della ribellione di Andrea e di Isabelle contro i nobili, i genitori saranno uccisi. La lotta tra ribelli ed esercito fedele ai nobili andrà avanti fino a un tragico epilogo che qui non rivelo.
<b>Fine spoiler</b>
La trama di per sé non sarebbe male, se non fosse per la presenza di personaggi e scene kitsch. Infatti alcuni nemici hanno un charachter design risibile, sembrano usciti da un horror, come il senatore Thiers, che sembra un visitor, un suo scagnozzo, che sembra il mostro di Frankestein, la sua spia, che sembra una specie di Nosferatu; vi sono scene di azione alla Stella della Senna, e situazioni insensate come gli incarichi altamente delicati che vengono dati a Isabelle, una ragazzina di 15 anni e senza neanche scorta. Inoltre 13 puntate sono poche se si vuole raccontare una storia di questo genere. L'impressione che si ha, nello scorrere delle puntate, è sia di una certa necessità di sintesi rapida, sia di una non chiara idea di come sviluppare la storia, il che crea una macedonia dove dentro si trova sia la Storia, sia il romanticismo, sia l'avventura per adolescenti, sia il dramma per adulti, sia il comico, ecc. ecc.
Per quel che concerne la grafica, siamo piuttosto scarsini. Si vede che l'anime è stato costruito in economia. Le scene d'azione sono ridotte a didascalie per risparmiare sull'animazione, il charachter design è un po' grossolano, la regia appena sufficiente. Le poche scene di animazione sono mal fatte, davvero pessime - i cavalli che corrono, visti di fronte, sembra che sbattano la testa a destra e sinistra. Si ricorre spesso a didascalie all'acquarello. La sceneggiatura è magra di dettagli.
Nel complesso, Isabelle of Paris è un'opera sufficiente, guardabile, ma lontano anni luce da Le Rose di Versailles e da altre opere storiche simili. Voto: 6.
Serie dalla durata inusuale per l'epoca, cioè "soltanto" 13 episodi, narra le vicende di Isabelle, una giovane nobile. Tali vicende sono ambientate durante e poco dopo la Guerra Franco-prussiana, svoltasi tra il 1870 e il 1871.
L'inizio dell'anime è da telenovela, e continua poi un po' in stile "Lady Oscar", aggiungendo a un certo punto un pizzico di "D'Artagnan", senza farsi mancare il cavaliere mascherato di turno, come in "LD" e ne "Il tulipano nero". Anzi i cavalieri mascherati.
Jean poi sembra un proto-André, e le ultime tre puntate... Mamma mia!
Il contesto storico, causa magari la brevità della serie, è stato poco approfondito e semplificato.
Adolphe Thiers è stato alquanto ringiovanito e reso più tetro con tanto di pelle verde! Il che forse serve per connotarlo ancora di più come cattivo. Boh! Storicamente non è stato decisamente uno stinco di santo, però qui è veramente un cattivo tutto d'un pezzo! Potevano farla più complessa come figura. Leon Gambetta al contrario è stato invecchiato e indossa una divisa militare.
Il disegno è un po' altalenante: a volte è buono, a volte un po' meno, con i visi che sono un po' rigidi, e mi pare s'ispiri in parte a quello di certe serie dirette da Osamu Dezaki.
Isabelle of Paris è quindi una serie più che discreta, a mio avviso: in certo punti decisamente è coinvolgente, però un po' sotto "Lady Oscar" e "Il tulipano nero".
L'inizio dell'anime è da telenovela, e continua poi un po' in stile "Lady Oscar", aggiungendo a un certo punto un pizzico di "D'Artagnan", senza farsi mancare il cavaliere mascherato di turno, come in "LD" e ne "Il tulipano nero". Anzi i cavalieri mascherati.
Jean poi sembra un proto-André, e le ultime tre puntate... Mamma mia!
Il contesto storico, causa magari la brevità della serie, è stato poco approfondito e semplificato.
Adolphe Thiers è stato alquanto ringiovanito e reso più tetro con tanto di pelle verde! Il che forse serve per connotarlo ancora di più come cattivo. Boh! Storicamente non è stato decisamente uno stinco di santo, però qui è veramente un cattivo tutto d'un pezzo! Potevano farla più complessa come figura. Leon Gambetta al contrario è stato invecchiato e indossa una divisa militare.
Il disegno è un po' altalenante: a volte è buono, a volte un po' meno, con i visi che sono un po' rigidi, e mi pare s'ispiri in parte a quello di certe serie dirette da Osamu Dezaki.
Isabelle of Paris è quindi una serie più che discreta, a mio avviso: in certo punti decisamente è coinvolgente, però un po' sotto "Lady Oscar" e "Il tulipano nero".
Breve serie a carattere sentimentale, di ambientazione storica, prodotta dalla Dax, casa di produzione specializzata nel genere.
La trama, che si svolge al tempo della guerra franco-prussiana ed è incentrata sulle vicissitudini amorose di due sorelle e dei rispettivi spasimanti, ha una forte impronta drammatica, che scade a volte nel patetico, mentre il character design, pur curato, è ispirato, più o meno consapevolmente, alle opere di autrici più famosi come Ryoko Ikeda, ma il livello è decisamente più basso: per esempio, il primo ministro traditore ha, inspiegabilmente, la pelle verde!
In generale è una serie di livello piuttosto basso, come concezione e qualità dell'animazione; sono presenti diverse inesattezze storiche.
Il commento musicale è affidato ai più classici brani di Chopin.
La trama, che si svolge al tempo della guerra franco-prussiana ed è incentrata sulle vicissitudini amorose di due sorelle e dei rispettivi spasimanti, ha una forte impronta drammatica, che scade a volte nel patetico, mentre il character design, pur curato, è ispirato, più o meno consapevolmente, alle opere di autrici più famosi come Ryoko Ikeda, ma il livello è decisamente più basso: per esempio, il primo ministro traditore ha, inspiegabilmente, la pelle verde!
In generale è una serie di livello piuttosto basso, come concezione e qualità dell'animazione; sono presenti diverse inesattezze storiche.
Il commento musicale è affidato ai più classici brani di Chopin.