Tobira o Akete
Attenzione: la recensione contiene spoiler
È la storia di un gruppetto di ragazzi con una crisi d'identità, un senso di alienazione "galoppante" che li conduce ad autoemarginarsi dalla società e quindi a cercare la propria strada altrove, persino in un luogo "inimmaginabile".
Partiamo subito col dire che questa storia si dipana in maniera piuttosto insolita e discontinua, ma forse ciò è dettato da una necessità della storia stessa e del mistero riguardo ai nostri eroi, ai quali si presenta l'occasione di capire sé stessi, quando attraversano un portale che li porta in un Medioevo a dir poco particolare. Qui fanno la conoscenza dei personaggi che lo abitano, primi fra tutti Ladin e Altiria, che per primi rivelano a Miyako la sua vera identità. Subentrano poi la principessa demone, la quale all'inizio si dimostra riluttante a riconoscere Miyako come l'effettiva reincarnazione della principessa Neryulla, giustiziata cinquecento anni prima e scomparsa/caduta in un sonno per tutto questo lasso di tempo, e la sfida a duello, dopo aver annunciato il suo ritorno. Alla fine la principessa la riconosce come effettiva principessa Neryulla, e si sparge la voce del ritorno di questa. Il popolo si riunisce attorno a lei e la segue alla riconquista del regno e del castello, ora governato da Duran III. Le vittorie contro l'esercito di questo si susseguono, fino a quando egli decide di far scendere in campo i Cavalieri Neri, la sua armata d'élite, i quali si rivelano piuttosto ardui da sconfiggere e mettono alle strette Neryulla e il suo esercito. Alla fine Miyako e suoi amici che l'hanno aiutata devono prendere una decisione, se restare o se tornare a Tokyo per riprendere le loro vite, e vedendo "per caso" la città, entrano in una foresta che fa affiorare i loro peggiori ricordi di quando erano bambini e venivano emarginati, e decidono comunque di tornare a combattere contro i Cavalieri Neri, che riescono a sconfiggere con uno stratagemma. Resta il castello di Shawa da conquistare, comincia la battaglia e, una volta arrivati alla sala del trono, i nostri eroi fanno una scoperta scioccante: Ladin, che si credeva fosse morto in una delle battaglie, si rivela essere niente poco di meno che Duran III, il quale spiega loro il motivo della sua morte, inscenata così come il resto della storia, spiegando in particolare a Miyako che lei ha sempre avuto una telepatia/telecinesi fuori dal comune e che questo le ha permesso di aprire il portale che collega il Medioevo e l'Età Moderna, usando la sua storia per distogliere il popolo dallo stato di soggezione fisica, mentale e psicologica a cui il Regno dell'Ovest di cui è a capo lo ha sempre ridotto. Qui Miyako apprende e accetta chi lei sia, e alla fine proprio per il fatto di essere stata manipolata e strumentalizzata da Duran III che vuole che il mondo piombi nuovamente in uno stato di guerra totale, decide di farla finita, e lo trafigge con la sua spada, uccidendolo.
La trama a mio avviso è molto disordinata, anche se presenta uno sviluppo abbastanza accettabile.
I personaggi sono stati un po' ridimensionati dal punto di vista psicologico, però conservano quella loro caratterizzazione, seppur minima. Il romanticismo qui è avvertito leggermente e approfondito, anche se in maniera piuttosto inusuale, ma forse va bene così, perché è in corso una guerra.
La musica è ridotta al minimo se non per le scene di guerra, di combattimento e di spiegazione/narrazione degli eventi in corso. La grafica è quella tipica degli Anni '80 e Anni '90, quindi abbiamo ancora una certa naturalezza presente.
Diciamo che se la cava, soprattutto perché è la scena di Duran III a risollevare le sorti della trama, e quindi utilizza bene la scena madre per suscitare l'effetto stupore e l'effetto sorpresa nello spettatore come nei protagonisti, insieme anche ai flashback sul loro passato che a mio avviso sono stati giustamente inseriti, per dare alla trama uno spessore che altrimenti sarebbe stato pressoché inesistente. Questo anime non può aspirare ad avere un voto altissimo, quindi, senza troppi giri di parole, assegno a questo un voto medio: 7.
È la storia di un gruppetto di ragazzi con una crisi d'identità, un senso di alienazione "galoppante" che li conduce ad autoemarginarsi dalla società e quindi a cercare la propria strada altrove, persino in un luogo "inimmaginabile".
Partiamo subito col dire che questa storia si dipana in maniera piuttosto insolita e discontinua, ma forse ciò è dettato da una necessità della storia stessa e del mistero riguardo ai nostri eroi, ai quali si presenta l'occasione di capire sé stessi, quando attraversano un portale che li porta in un Medioevo a dir poco particolare. Qui fanno la conoscenza dei personaggi che lo abitano, primi fra tutti Ladin e Altiria, che per primi rivelano a Miyako la sua vera identità. Subentrano poi la principessa demone, la quale all'inizio si dimostra riluttante a riconoscere Miyako come l'effettiva reincarnazione della principessa Neryulla, giustiziata cinquecento anni prima e scomparsa/caduta in un sonno per tutto questo lasso di tempo, e la sfida a duello, dopo aver annunciato il suo ritorno. Alla fine la principessa la riconosce come effettiva principessa Neryulla, e si sparge la voce del ritorno di questa. Il popolo si riunisce attorno a lei e la segue alla riconquista del regno e del castello, ora governato da Duran III. Le vittorie contro l'esercito di questo si susseguono, fino a quando egli decide di far scendere in campo i Cavalieri Neri, la sua armata d'élite, i quali si rivelano piuttosto ardui da sconfiggere e mettono alle strette Neryulla e il suo esercito. Alla fine Miyako e suoi amici che l'hanno aiutata devono prendere una decisione, se restare o se tornare a Tokyo per riprendere le loro vite, e vedendo "per caso" la città, entrano in una foresta che fa affiorare i loro peggiori ricordi di quando erano bambini e venivano emarginati, e decidono comunque di tornare a combattere contro i Cavalieri Neri, che riescono a sconfiggere con uno stratagemma. Resta il castello di Shawa da conquistare, comincia la battaglia e, una volta arrivati alla sala del trono, i nostri eroi fanno una scoperta scioccante: Ladin, che si credeva fosse morto in una delle battaglie, si rivela essere niente poco di meno che Duran III, il quale spiega loro il motivo della sua morte, inscenata così come il resto della storia, spiegando in particolare a Miyako che lei ha sempre avuto una telepatia/telecinesi fuori dal comune e che questo le ha permesso di aprire il portale che collega il Medioevo e l'Età Moderna, usando la sua storia per distogliere il popolo dallo stato di soggezione fisica, mentale e psicologica a cui il Regno dell'Ovest di cui è a capo lo ha sempre ridotto. Qui Miyako apprende e accetta chi lei sia, e alla fine proprio per il fatto di essere stata manipolata e strumentalizzata da Duran III che vuole che il mondo piombi nuovamente in uno stato di guerra totale, decide di farla finita, e lo trafigge con la sua spada, uccidendolo.
La trama a mio avviso è molto disordinata, anche se presenta uno sviluppo abbastanza accettabile.
I personaggi sono stati un po' ridimensionati dal punto di vista psicologico, però conservano quella loro caratterizzazione, seppur minima. Il romanticismo qui è avvertito leggermente e approfondito, anche se in maniera piuttosto inusuale, ma forse va bene così, perché è in corso una guerra.
La musica è ridotta al minimo se non per le scene di guerra, di combattimento e di spiegazione/narrazione degli eventi in corso. La grafica è quella tipica degli Anni '80 e Anni '90, quindi abbiamo ancora una certa naturalezza presente.
Diciamo che se la cava, soprattutto perché è la scena di Duran III a risollevare le sorti della trama, e quindi utilizza bene la scena madre per suscitare l'effetto stupore e l'effetto sorpresa nello spettatore come nei protagonisti, insieme anche ai flashback sul loro passato che a mio avviso sono stati giustamente inseriti, per dare alla trama uno spessore che altrimenti sarebbe stato pressoché inesistente. Questo anime non può aspirare ad avere un voto altissimo, quindi, senza troppi giri di parole, assegno a questo un voto medio: 7.
"Tobira o Akete", ovvero "Opening the Door" è un tipico film fantasy degli anni ottanta. La storia è piuttosto semplice: un terzetto di ragazzi di città dotati di poteri ESP, tra cui spicca la protagonista Mineko, si trovano trasportati in un mondo fantasy, in cui Mineko viene accolta come la reincarnazione della regina Neryulla, tornata dopo cinquecento anni per salvare il paese dell'Est dalla dominazione del malvagio regno dell'Ovest. Parte da qui una trama densa di combattimenti tra guerrieri, mostri, draghi e un misterioso sacerdote la cui vera identità si scoprirà solo nel finale (a dire il vero telefonatissima). Insomma, la trama è scarsa e i personaggi sono ben poco approfonditi, a esclusione della protagonista. Ciononostante il film ha qualche motivo di interesse. In primo luogo è molto gradevole il chara design del prolifico Setsuko Shibuichi: bene la protagonista, ottima la Principessa-Orco Dimida. Questi sono film che si vedono per i colori e le donzelle dopo tutto, sono cose importanti. Va notato che, a differenza di quanto si potrebbe pensare, il fanservice sessuale è del tutto assente, tranne che nella sigla iniziale con una simpatica scena di doccia che è una presa in giro allo spettatore guardone: a un certo punto la protagonista ci chiude la porta della doccia in faccia! I protagonisti hanno l'età per andare all'università, quindi non sono i soliti ragazzini fastidiosi che vanno di moda adesso; la psicologia della protagonista è un minimo approfondita, con l'immancabile trauma infantile. Nel finale si mette con il ragazzo che non vi aspettereste. Insomma, considerando che si tratta di un'opera leggera, non è così male, anzi si vede piacevolmente e non vedo motivo di penalizzarla. L'unica nota dolente sono le motivazioni del malvagio imperatore, che proprio non stanno né in cielo né in terra. Ma pazienza.
Curiosità: alla sceneggiatura ha lavorato anche il fratello di Osamu Dezaki, il meno noto Satoshi Dezaki.
Curiosità: alla sceneggiatura ha lavorato anche il fratello di Osamu Dezaki, il meno noto Satoshi Dezaki.